XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A
Il Vangelo di Matteo, che abbiamo letto in queste domeniche del tempo ordinario, si avvia alla
conclusione. In esso stiamo accogliendo l'annuncio di Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, inviato dal
Padre per condurre a compimento l'Alleanza stretta da Dio con l'antico popolo ebraico.
L’evangelista mostra in ogni sua pagina che Gesù non rinnega nulla della prima Alleanza ma, in
modo nuovo ed imprevedibile, la porta a compimento e nello stesso tempo guida la comunità
cristiana a trovare, con sempre maggiore chiarezza, la propria identità. Non sempre ciò viene
accolto e condiviso: mentre la folla sembra entusiasta, scribi e farisei contestano l’autorità di Gesù.
Anche il brano evangelico di questa XXX domenica (Mt 22, 34-40) inizia con una provocazione.
1.«Un dottore della Legge lo interrogò per metterlo alla prova» (v.35). Gesù è ormai a
Gerusalemme, nel cuore dell'ebraismo. Il confronto con i capi religiosi e politici si fa sempre più
serrato. I farisei, i sadducei, i dottori della Legge, tutti i rappresentanti delle categorie più
significative esprimono il loro sconcerto, cercano di prenderlo in fallo: è davvero grande, dunque,
la novità che essi percepiscono in Gesù!
2.«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?» (v. 36). Il dottore della Legge
interroga Gesù sulla Legge: è una domanda provocatoria ma la risposta di Gesù, apparentemente,
non dice niente di diverso da quello che i Farisei già sanno:"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il
tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente", è la citazione di Deut.6,5 (la
professione di fede ebraica) e "Amerai il tuo prossimo come te stesso" è la citazione del libro del
Levitico 19,18. Egli risponde alla domanda sulla Legge con due frasi della Legge, trasportando la
questione su un altro piano e rifiutando di stabilire una scala di priorità tra i precetti.
3.«Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (v.40).
Sia la Legge che i Profeti legano i due comandamenti. Per la Legge, basta pensare al Decalogo: i
comandamenti che riguardano il comportamento verso Dio sono immediatamente seguiti da quelli
che riguardano il rapporto con il prossimo. Quanto ai Profeti, non fanno che richiamare il legame
tra i due precetti per denunciare l'incoerenza di chi si ritiene fedele a Dio ma trasgredisce la
giustizia verso il prossimo più debole. Se la risposta di Gesù è coerente con quanto afferma la
Legge dove sta la novità che mette in allarme i rappresentanti della Legge?
Gesù, con il suo vangelo, invita i suoi interlocutori ad uscire da una concezione legalista: con Dio
non è questione di calcolare ciò che occorre fare per essere in regola ma tutto è riassunto
nell’unico comandamento dell’amore. La novità allora è Gesù stesso; la sua Persona. É Lui la
RISPOSTA alla domanda: il Figlio che fa esperienza dell'amore del Padre. "Amare Dio" per Gesù
non si riduce all'osservanza della Legge, ma è l'esperienza intima della comunione con Dio. La
pienezza dell'amore è il superamento della Legge che ci fa entrare in un dinamismo nuovo di vita,
quello Trinitario. Chi entra nella logica nuova dell'Amore comprende la Parola di Gesù: i due
comandamenti sono simili perché l'amore per i fratelli è il farsi concreto dell'amore per il Padre.
Non si tratta quindi di fare una scala dei precetti ma di convertirci alla novità di Cristo, all'amore
che è la novità cristiana e l’identità profonda della Chiesa.
Spunti per la condivisione
Chiediamoci: le nostre piccole o grandi scelte sono dettate dall’Amore o condizionate dal
“dovere”? Siamo coscienti della “novità cristiana” a cui siamo chiamati?