del cielo - L Atleta

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del cielo - L Atleta
l
Atleta
www.bccaquara.it · [email protected]
AQUARA · CASTEL SAN LORENZO · ROCCADASPIDE · CAPACCIO · EBOLI · OLIVETO CITRA · SALERNO
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Conto SPORT
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Anno IV numero 5
il quotidiano online
di Salerno
e Provincia
Mensile di cultura e informazione sportiva
Fenomeno
senza
pari
Supercoppa, scudetto e Coppa dei
Campioni. Un triplete da fenomeni,
un record, un risultato che ha scritto
la storia della pallanuoto femminile. E
a vincere tutto con la calottina della Pro
Recco, anche la salernitana Raffaella
De Benigno, autentica trascinatrice del sette ligure.
Partita da Salerno la giocatrice salernitana ha raggiunto dei risultati a dir
straordinari, coniugando alla grande sacrifici e passione. Il sacrificio inevitabile che l’ha portata lontano da casa e dalla famiglia per emergere ed
affermarsi ad alti livelli, trovando in Liguria l’ambiente ideale per affermare il proprio valore e la passione, scoppiata quasi per caso, d’estate sulle
rive del mare di Salerno, che l’ha portata sul tetto d’Italia, sulla cima
d’Europa, entrando di diritto nella storia dello sport italiano.
“Sicuramente la vittoria più bella è
stata quella della Champions, perché
battere tutte le grandi d’Europa ti regala enormi soddisfazioni. In ogni caso
erano i nostri obiettivi, e siamo contente di aver vinto questi tre trofei”.
Dietro ogni successo di una grande
squadra, c’è sempre una grande società. E in tal senso la Pro Recco, è davvero l’esempio più fulgido nel panorama nazionale: “La dirigenza non ci fa
mancare davvero niente. La Pro Recco
è una società organizzata sotto tutti i
punti di vista, dalle piscine allo staff
medico. Facile lavorare così”. Una
situazione inevitabilmente differente da
quella salernitana, in cui a farla da
padrone è invece la mancanza di
impianti: “C’è troppo poco spazio per
la pallanuoto femminile, come per
tante altre discipline minori. Purtroppo
a Salerno conta solo il calcio”. Eppure
proprio a Salerno, città di mare, è nato
il grande amore di Raffaella (nella foto
di frank borsarelli) per questo sport,
esaltante quanto faticoso: “Andavo a
mare dove la famiglia Vaiola organizzava corsi di nuoto. Eravamo una ventina di ragazzine e così è nata l’idea di
formare una squadra di pallanuoto”. E
proprio nella Salernitana Nuoto
Raffaella ha iniziato a giocare, cogliendo i primi successi come ad esempio la
promozione in A2 nel 2004: “Dal
punto di vista tecnico Augusto Vaiola
e le figlie Cinzia e Paola sono stati
indispensabili per la mia crescita. Ma
un ruolo davvero fondamentale l’ha
ricoperto la mia famiglia. I miei genitori mi hanno sempre supportato, mi
sono stati vicini, accompagnandomi
agli allenamenti ad orari impossibili e
lontano da casa. Ricordo che mia
mamma mi accompagnava a Caserta
per allenarmi dalle 2 alle 9 con la
nazionale giovanile”. E la pallanuoto
per la famiglia De Benigno è davvero
di casa: “Si anche mia sorella gioca.
L’anno scorso ha militato nel Palermo,
quest’anno è tornata a Salerno per
sport
economy.it
dare una mano a Paola Vaiola, nel tentativo di rilanciare la pallanuoto salernitana”. Un ritorno che Raffaella
esclude: “Quando sono andata via da
Salerno non è stato facile, lasciare gli
amici, la famiglia, le mie abitudini.
Però devo dire che qui in Liguria si
vive meglio. La mia vita è tutta casa e
piscina. Mi trovo davvero bene. Penso
proprio che chiuderò la mia carriera
qui. In futuro? Mi sto laureando in
giurisprudenza. La piscina è la mia vita
e mi piacerebbe dedicarmi per passione
ad una squadra femminile, insegnando
alle bambine quanto sia bello questo
sport”. Bello e faticoso: “Per le donne,
nonostante siamo più caparbie degli
uomini, anche di più. Ci vuole grande
passione e soprattutto impegno.
Bisogna dare sempre tutto, soprattutto
in allenamento, in modo da raccogliere
i risultati in partita”. E visti i risultati
raccolti da Raffaella è un consiglio
assolutamente da seguire.
(red.at.)
Maggio 2012
L'altra
metà
del cielo
• FABIO SETTA
Raffaella De Benigno, le piccole
Claudia Memoli, Sara Kowalczyk, Miriam Aliberti e Anna Pergola. Anche questo mese a essere
protagoniste sono le nostre ragazze. Sono loro a portare in alto il
nome della nostra provincia. In
maniera diversa, in discipline differenti, ma con alla base le medesime caratteristiche: voglia, passione, classe e naturalmente indiscusse qualità. Chi in Italia, chi in
Europa, chi lasciando Salerno,
chi continuando a lottare in questa realtà, chi è all’inizio della carriera, chi al top, chi non molla: le
nostre atlete sono straordinarie.
Ed è giusto celebrarle e magnificarne le imprese. E quello dello
sport femminile è un fenomeno in
indubbia crescita. Non solo a
livello locale, ma anche a livello
nazionale. L’altra metà del cielo è
sempre più protagonista, in tutti
gli sport, anche in quelli come la
pallanuoto, sempre associati solo
all’universo maschile. Un dato
sicuramente da non sottovalutare, ma che non vuole certo sminuire il valore degli atleti uomini.
Però le donne, mese dopo mese,
gara dopo gara, stanno davvero
dimostrando sempre di più il loro
valore. Sperando che sia di buon
auspicio, anche per le Olimpiadi
di Londra, evento in cui le nostre
grandi speranze sono ovviamente
riposte in una donna, Antonietta
Di Martino, alfiere indiscusso
dello sport salernitano. A lei l’onere e l’onore di suggellare, nel
migliore dei modi, la crescita
dello sport femminile salernitano.
all’interno
•Scherma
2
Le baby campionesse salernitane
Claudia Memoli e Sara Kowalczyk hanno conquistato il titolo
italiano nella categoria bambine
nel Gran Premio Giovanissimi di
Riccione, la manifestazione più
bella che lo sport italiano della
"nobile arte" conosca, dedicata
agli under 14.
• Basket
5
Il Cs Pastena allenato da coach
Rizzo si è qualificato per i play
off promozione del campionato
di Prima Divisione. Il segreto del
club? Puntare tutto sui giovani
del proprio vivaio: “Un risultato
davvero insperato a inizio stagione e che ci ripaga degli sforzi
compiuti”.
•Hochey
subacqueo
7
La San Vincenzo Sub, società
di Mercato San Severino ha
conquistato il titolo italiano
nella categoria under 15 di
hockey subacqueo. Una nuova
disciplina, sicuramente molto
spettacolare che si sta diffondendo rapidamente in tutta
Italia e anche in provincia di
Salerno, con ottimi risultati.
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l
Atleta
numero
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
SaraeClaudia,piccolecampionesse
Le due baby atlete hanno conquistato il titolo italiano nella categoria bambine
La Kowalczyk nella spada, la Memoli nel fioretto: il futuro della scherma è qui
• VALENTINA LIGUORI
« Sono molto
contenta
di questo successo,
il momento
più bello
è stato l'ultimo
assalto
in finale»
Piccole ma già straordinarie
campionesse. Claudia e Sara,
sono loro il futuro della scherma salernitana. Ma nel frattempo anche una garanzia, per la
gioia dei loro tecnici e dei loro
genitori. Le due baby prodigio
hanno vinto il titolo italiano
nella categoria bambine nel
Gran Premio Giovanissimi di
Riccione, la manifestazione più
bella che lo sport italiano della
"nobile arte" conosca, dedicata
agli under 14. Un giorno da
ricordare per la scherma salernitana, un giorno che conferma
ancora di più quanto questa
disciplina possa essere affascinante e costruttiva pe ri più piccoli. Infatti i futuri campioni
cominciano ad allenarsi verso
gli otto, nove anni ma già a
dieci anni intraprendono la vera
attività agonistica dividendosi
tra scuola e palestra ed iniziando a conoscere i veri valori dello
sport, il gusto della vittoria, il
dispiacere di una sconfitta sempre all’insegna del rispetto
del’avversario. E a Riccione le
piccole atlete salernitane hanno
conosciuto soprattutto il gusto
del trionfo, ancor più bello per-
ché forse giunto inaspettato. E’
stato un trionfo per Sara
Kowalczyk, figlia d´arte, che
nell´ultimo giorno di gara a
Riccione, ha portato la Nedo
Nadi sul tetto d´Italia nella
spada, davanti agli occhi lucidi
della madre e maestra Ewa
Borowa. Un successo commovente, al culmine d´una giornata
che Sara ha condotto da numero uno dal principio all´epilogo,
confermando come il successo
sia davvero una `questione di
famiglia´. E di tradizione, quel-
Schiavone: c’è Rio nel mirino
La campionessa del Circolo Canottieri fissa i nuovi obiettivi
dopo lo sfortunato assalto ai Giochi Olimpici di Londra 2012
• DAVIDE VILLA
Niente da fare, il sogno olimpico è solo posticipato di quattro
anni. Londra 2012? No Rio
2016, è questo l’obiettivo di
Laura Schiavone. L’atleta salernitana, alfiere del Circolo
Canottieri Irno, non è riuscita a
conquistare il pass per i giochi.
l
Atleta
di Salerno
e Provincia
A Lucerna era in programma
l’ultimo assalto, l’ultima opportunità per tentare di raggiungere Londra per riscattare la parziale delusione di Pechino
2008. In coppia con Giada
Colombo, la Schiavone eliminata nella batteria, ha vinto alla
grande la gara dei recuperi gua-
dagnando l’accesso alla finale
con due posti in palio per le
olimpiadi.
L’im-barcazione
azzurra però non è riuscita a
classificarsi ai primi due posti,
quelli necessari per trasformare
in realtà il sogno olimpico. Non
è stata una gara facile anche a
causa dell’avvio non certo facile. La finale parte in netta salita
per Laura Schia-vone e Giada
Colombo. Sono seste dopo i
primi 500 metri ma a soltanto
un secondo e mezzo dalle statunitensi Shumway e Trowbridge.
I secondi 500 metri sono praticamente perfetti, con un buonissimo passo le azzurre scalzano la Danimarca, la Grecia e la
Spagna avvicinandosi tantissimo all'Olanda. Ai 1000, infatti,
Colombo e Schiavone sono a
23 centesimi dall'Olanda.
Pronta la replica di Janssen ed
Ho-gerfwerf che sentono il
fiato dell'Italia sul collo ed ai
1100 lanciano un nuovo attacco. Qui, in pratica, sembra
decidersi la gara: la risposta
azzurra non è efficace,tra i
1000 ed i 1500 si chiudono le
porte per Londra. 2''56
dall'Olanda, con gli Stati Uniti
avanti quasi cinque secondi, ed
anche la Spagna davanti.
Nell'ultima parte, alle olandesi
è sufficiente controllare spagnole ed italiane, non più in
grado di impensierirle. Prime
Shumway e Trowbridge, 1''29
su Hanssen e Hogerwerf.
Niente Olimpiadi per il doppio
rosa. Stati Uniti e Olanda guadagnano il pass olimpico.
Grande rammarico per l’atleta
salernitana ed anche per tutto il
Circolo Canottieri Irno, i cui
soci, presidente San-sone e vice
presidente Buonomo in testa
hanno seguito con grande
attenzione le gare della Schiavone. A influire sul mancato
raggiungimento dell’obiettivo
anche le cattive condizioni fisiche di Giada Colombo che ha
accusato un lieve malessere fisico che certamente ne ha condizionato la prova. Per la Schiavone che fin qui in carriera ha
vinto tanto, l’appuntamento
olimpico è rinviato al 2016,
quando i Giochi si disputeranno in Brasile. E tutto sommato
rispetto alla nebbia londinese,
passeggiare sulle spiagge di Rio
può essere certamente molto
più affascinante.
la che lo storico sodalizio di
piazza Casalbore ha ritrovato
nella piccola Kowalczyk, capace
di riaggiornare una storia di cui
`mamma Ewa´ ha scritto già
pagine indimenticabili. E grande trionfo anche per Claudia
Memoli (nella foto gentilmente
concessa da Il Roma), la baby
campionessa del Club Scherma
Salerno che ha vinto il titolo italiano nel fioretto. La piccola
fiorettista allenata da Marco
Autuori (primo tricolore per lui
da maestro, dopo una carriera
ricca di successi in pedana) ha
compiuto l´impresa nel fioretto.
“Quell´ultima stoccata, un´emozione indescrivibile”, racconta ancora emozionato il giovane allenatore, che ha nella
piccola Claudia la punta di diamante d´un gruppo che promette d´arrivar lontano. "Sono contentissima, il momento più bello
è stato sicuramente l'ultimo
assalto in finale. Dedico la vittoria al mio maestro e spero di
vincere le prossime gare" ha
dichiarato Claudia ancora incredula per l'importante trofeo
conquistato. Davvero emozionato anche il padre della campionessa:"Claudia è sempre stata nelle prime posizioni ma non
aveva mai vinto. E' stata una
competizione estenuante con
più di 150 atlete in gara cominciata alle 8:45 e terminata alle
19:30 di sera. Il momento più
difficile è stato l'assalto nella
gara per entrare tra i primi otto,
ma alla fine è andato tutto bene
ed è stato un trionfo inaspettato”. Grande soddisfazione traspare anche dalle parole del
Delegato Provinciale Enzo
Vigilante: "Queste vittorie sono
sicuramente un vanto per tutta
la scherma salernitana”. Due
trionfi in una competizione che
ha visto ben comportarsi tutti i
rappresentanti dei due club
salernitani, la Nedo Nadi e il
Club Scherma. Per la Nedo
Nadi (allenatori Ewa Borowa,
Luca Chiei, Gigi Tempesta e
Giovanni De Martino) ottima
prova della spadista Antonella
Fiordelisi, sesta nella categoria
Allieve. Da segnalare anche le
prestazioni sicuramente positive
di Miriam Marino e Martina Di
Capua nella sciabolaIl Club
Scherma Salerno presieduto da
Valerio Apolito (tecnici Antonio
Serra, Fulvio Antonucci, Marco
Autuori, Giuliana Bellizzi e
Francesco Napoli) ha invece
sfiorato la "finale ad otto" con
le fiorettiste Giorgia Memoli, la
`sorella maggiore´ della piccola
fresca scudettata, e Caterina
Annunziata.
Se queste sono le premesse, la
scherma salernitana ha un futuro a dir poco radioso.
l
numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
Un panno verde, ventidue piccoli giocatori, le porte e la casa si trasforma in uno stadio
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Subbuteo,moltopiùdiunsemplicegioco
Un panno verde, ventidue piccoli giocatori, le porte e la casa si trasforma in uno stadio
una passione mai sopita che riesplode anche a Salerno, un vero amore a colpi di dito
• ANGELO DE NICOLA
Vivere le emozioni di un’intensa partita di calcio
sul tavolo di casa propria, condividendole con
amici e familiari impegnati a far vincere undici piccole miniature che inseguono una minuscola pallina che rotola su un panno verde. Questa è la magia
del subbuteo, un gioco tanto antico quanto bello
che coinvolge un numero sempre maggiore di partecipanti di ogni età. Il subbuteista veterano
accompagna per mano il nuovo allievo che giorno
dopo giorno impara le regole spinto dalla passione, che si trasforma anche in collezionismo di quei
piccoli capolavori in miniatura che ritraggono i protagonisti delle più famose
squadre di calcio del mondo. In tal
modo, senza doversi spostare, è
possibile
organizzare
una
Champions League nel soggiorno
di casa o magari una coppa del
Mondo nel garage con qualche
tavolo che momentaneamente
ruba il posto alle autovetture. La fede per il subbuteo a
Salerno viene professata
nella parrocchia di Santa
Margherita, dove un
gruppo di appassionati
continua a organizzare tornei con lo
scopo di avvicinare
tanti ragazzi all’antico gioco da tavolo. “L'Old Subbuteo Club Salerno Forever è
un'associazione
amatoriale,
senza alcun fine
di lucro, nata nel
2011 e costituita da un ristret-
to gruppo di amici uniti dall’antica passione per il
Subbuteo e dalla voglia di stare insieme. – Dice il
presidente Gabriele Maffei – Il nostro obiettivo è
allontanarci dallo stress quotidiano e vivere qualche ora spensierata all’interno di un'oasi di pace e
tranquillità. Quasi tutti i soci adulti giocavano da
ragazzi e sono stati felici di scoprire la rinascita del
loro gioco preferito, come il vice presidente
Giuseppe Mascaro e i consiglieri Adolfo Torre,
Dario Sforzini, Francesco Salomone, Raffaele De
Sio, Orlando Sabatino, Lino Bove, Ciro Bove,
Francesco Torlino, Gianluca Scafuri, Antonio
Angrisani, Donato Quaglia e il tesoriere Ciccio
Santoro”. Iniziano le sfide sul tavolo della fantasia.
“I soci si riuniscono il venerdì sera, dalle ore 20.30
alle 23.30, e il sabato pomeriggio dalle 15.30 alle
19.00 circa. In linea con i principi e le finalità che
il Club intende perseguire, e in stretta collaborazione con l'Oratorio San Filippo Neri realizzato
all'interno della Parrocchia S. Margherita che ci
ospita, l'O. S. C. Salerno Forever ogni sabato pomeriggio promuove il gioco del subbuteo nella zona orientale della città
attraverso attività ludiche rivolte ai
bambini e ai loro genitori. Tanti
sono i bambini che si stanno avvicinando al subbuteo accompagnati
dai loro genitori e che si iscrivono al club. Il secondo club è al
centro di Salerno. “Noi siamo
inseriti nel circuito nazionale
tra Old Subbuteo Club e
ognuno di essi organizza
tornei a carattere nazionale. – Dice Gaetano Marseglia, presidente dell’Old Subbutero Club
Salerno – Il 23 settembre
organizzeremo una gara
nazionale a Salerno, che assume anche il
valore di momento d’incontro per persone che condividono la stessa passione. La
iscrizioni sono libere e l’anno scorso tra
le 60 adesioni almeno 20 venivano da
fuori regione”. I giovani giocatori crescono seguendo quelli più esperti. “A
Salerno possiamo vantare dei campioni
di livello nazionale e mondiale come
i fratelli Gagliardi, che tra
gli altri premi vinsero il Guerìn Subbuteo all’inizio
degli anni Ottanta. Tra i nostri soci abbiamo
eccellenti giocatori – prosegue Marseglia - come Roberto Carbonaro,
Tommaso Celentano
e Vincenzo D’Arco.
Noi siamo circa 35
iscritti, tra cui anche bambini e disputiamo un campionato di club con 28 competitori che seguono l’andamento
del campionato di calcio italiano. La sede è
al Dopolavoro Ferroviario di Salerno e ci incontriamo il venerdì sera”.
L’Old Subbuteo Club di Battipaglia è tra i più attivi
«Gioiaeagonismo»
Ciancaleoni: «Il nostro grande sogno
è organizzare un torneo provinciale»
Non solo a Salerno città, ma
anche in provincia sorgono nuovi
campi di subbuteo con tanti giocatori pronti a misurare le propria abilità in appassionanti sfide.
“L’Old Subbuteo Club Battipaglia 2011 è nato dall’idea di un
gruppo di nostalgici dell’antico
gioco – dice il vice presidente
Giuseppe Ciancaleoni – Il nostro
presidente Giuseppe Greco ha
dato il via a questa splendida realtà con l’aiuto degli altri vice presidenti Francesco D’Ambrosio,
Dario Sforzini e Domenico Pisacane. Siamo partiti acquistando
tre campi e una dozzina di squadre, mentre il passaparola ci ha
fatto crescere fino a venti soci. Di
solito giochiamo il giovedì i tornei e le finali con premiazioni e
tanta allegria per i più piccoli.
Visto l’aumentare degli appassionati, da alcune settimane, ci si
riunisce presso la ludoteca di una
pizzeria battipagliese, dove i soci
con le rispettive famiglie, trascorrono serate liete ed in allegria,
giocando a subbuteo”. Il torneo
cresce ogni anno di più. “Siamo
giunti alla 19° edizione del Trofeo
Old Subbuteo Club Battipaglia
2011, articolato in 2 tabelloni,
tabellone A e B. preliminarmente
ci si scontra in una partita secca,
il cui vincitore va nel tabellone A
ed il perdente nel tabellone B,
articolando i rispettivi tornei-tabelloni in ottavi, quarti, semifinali e finali. A questo torneo partecipano dai 10 ai 20 giocatori settimanali, provenienti per buona
parte dal nostro club e i restanti
dai 2 club salernitani che ci onorano frequentemente. Il tabellone
A è occupato da esperti, in stile
old, mentre il tabellone B da giocatori alle prime armi, molto
spesso bambini, che si contendono la “Chaltrons Cup”. Oltre ai
tornei interni abbiamo partecipato a quelli organizzati dal Club
Subbuteo Salerno come la Coupe
de France, Coupe de Ligue,
Easter Cup e Euro 2012. – In
futuro invierete giocatori anche
nelle altre regioni? - Intendiamo
partecipare ai vari tornei organizzati in Italia. Il 23 settembre
molti dei nostri iscritti parteciperanno al torneo a caratura nazionale denominato “San Matteo” e
organizzato dal club Subbuteo
Salerno presso la sede del Dopolavoro Ferroviario di Salerno.
Scenderanno in gara i nostri
Giuseppe e Ottavio Ciancaleoni,
Dario Sforzini, Giuseppe, Eddy e
Vincenzo Greco, Michele Ferraresi, Raffaele Tomai, Domenico
Macrì, Gaetano Di Feo e Luca
Carpinelli”.
L’appello del club battipagliese
“Chiunque volesse aiutarci ad
avere una sede definitiva ci può
contattare all’indirizzo internet
[email protected]. Coloro i quali
ci supporteranno saranno i benvenuti nella realtà dell’Old Club
Subbuteo Battipaglia 2011”.
I piccoli giocatori si allenano sul
panno verde in attesa dei nuovi
tornei in onore di una passione
immortale chiamata subbuteo.
Si gioca con le squadre “old”, costruite con i materiali dell’epoca e a breve in vendita
Dai social network al panno verde
Un fascino incredibile. Il campo
verde, le porte, undici piccoli giocatori da muovere con piccoli colpetti con il dito. Il subbuteo è storia dell’infanzia di ognuno. Per
chi è cresciuto negli anni ottanta e
novanta è impensabile non aver
provato almeno la volta l’emozione di aver giocato una partita.
Una passione che nonostante il
passare degli anni resta però
ancora viva. Nonostante la casa
produttrice sia fallita e nonostante negli ultimi anni si sia diffuso
un nuovo subbuteo (con campo
diverso e giocatori con la base
piatta e non basculante come
quella storica) il vecchio subbuteo esiste ancora. Grazie all’entusiasmo e alla passione di tanti
giocatori che a distanza di anni si
sono ritrovati attorno al mitico
panno verde con le loro squadre.
Da piccoli giocavamo tutti a subbuteo nei garage, nelle cantine.
Poi negli anni novanta, con la diffusione dei videogiochi, il subbuteo è morto. Poi grazie ad alcuni
forum e siti internet in Italia si
sono ritrovati tantissimi appassionati che continuavano nonostante tutto a giocare. In Italia
sono tanti i club dell’Old Subbuteo. Old perché si gioca con le
squadre dell’epoca, costruite con i
materiali dell’epoca e che da giugno saranno di nuovo in vendita
nei negozi, grazie proprio al ritrovato entusiasmo per questo gioco.
In Italia si gioca ogni domenica,
sul web ci sono tantissimi forum e
sono circa un migliaio i praticanti. Tutti a giocare con le vecchie
regole e quel regolamento inventato tanti anni fa. Grazie ai social
network, facebook su tutti, il subbuteo è pronto a tornare di moda
e a regalare nuove emozioni.
Altro che play station, non c’è
dubbio. Basta provare una volta e
ti innamorerai.
4
l
Atleta
numero
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
La squadra è attesa adesso dai play off promozione
«Sognavo di diventare una scrittrice»
Il Cs Basket Pastena protagonista in Prima Divisione
puntando sui propri talenti: «Un risultato insperato»
Anna Pergola, presidente della Vis Nova:
«Grazie alle motivazioni resto giovane»
• CARLA POLVERINO
• MARIA CATERINA SCARPETTA
Uncanestrodigioventù Atletadentro
Secondi nel girone di competenza
del campionato di Prima Divisione di basket maschile e già
qualificati ai play off che si disputeranno nel prossimo mese di giugno. Una tradizione societaria
trentennale ed un impegno costante a fare sempre di più e
insperato ad inizio stagione - prosegue Rizzo - che però ci ripaga
dei tanti sforzi sin qui compiuti”.
La storia, è quella di una societa'
che con tanti sacrifici, riesce a
portare avanti un progetto iniziato alla fine degli anni Settanta.
"Nel 1979 con papà, Michele dice Carlo Rizzo - insegnante di
educazione fisica della scuola
meglio puntando sui giovani,
linfa vitale dei club vincenti. Il
segreto del Cs Basket Pastena è
tutto qui. Racchiuso in pochi e
semplici concetti, che quest'anno,
hanno fatto primeggiare la squadra del coach Carlo Rizzo nel
campionato di Prima Divisione.
"A torneo quasi concluso - dichiara Rizzo - possiamo ritenerci
piu' che soddisfatti del risultato
raggiunto. Ci siamo classificati al
secondo posto nel nostro girone
ed approdiamo ai play off per il
salto di categoria. Un risultato
media Monterisi, sede storica
della nostra società. Nella stagione 1993/94, il mio esordio
come allenatore. Oggi, seguo in
prima persona la società, dalla
prima squadra al settore giovanile che senza alcuna forma di
presunzione, definisco uno dei
piu' forti ed importanti del salernitano. Un vivaio, il nostro, che
ha sfornato tanti campioncini,
che pero' poi, hanno lasciato la
nostra società per andare altrove. Il motivo? È presto dettoammette - Carlo Rizzo con un
«Pochi impianti
e scarsa
collaborazione
tra i club:
difficile far crescere
questo sport
a Salerno»
pizzico di amarezza - purtroppo
siamo costretti da sempre a convivere con il problema delle
infrastrutture. Basti pensare che
quando siamo partiti ci allenavamo all'aperto, sull'asfalto...
Con il passar del tempo qualcosa è cambiato ma non molto.
Siamo legati comunque all'utilizzo delle palestre degli istituti
scolastici con tutte le difficoltà
che ne conseguono... E così
molti dei nostri atleti - continua
Rizzo - hanno preferito scegliere
società più forti da questo punto
di vista, e non gli si può dare certamente torto..."
Nonostante le difficoltà, però il
progetto di Rizzo prosegue. Ed i
risultati non tardano ad arrivare. "Quest'anno, con tanti
ragazzi che potevano disputare
il campionato Under 19 - racconta - abbiamo deciso di
affrontare la Prima Divisione.
Un torneo impegnativo, dove ci
si confronta con cestisti di esperienza e di spessore. Tutti mi
dicevano che sarebbe stato un
campionato semplice, invece ho
constatato che le difficolta' sono
diverse ed in alcuni casi notevoli. Il torneo di prima divisione è
impegnativo, il livello di alcune
squadre è alto, siamo stati bravi
a fare la nostra parte con umiltà
e costanza, i risultati sono sotto
gli occhi di tutti ed il nostro
secondo posto lo teniamo stretto
convinti di poter dire la nostra
anche nei prossimi play off".
Un progetto, quello del Cs
Basket Pastena che va anche
oltre lo sport e gli imminenti
impegni agonistici.
"Un progetto a 360 gradi - afferma Rizzo - il mio impegno è
indiscusso, ma vorrei un maggiore coinvolgimento dei dirigenti delle altre società. Mi spiego meglio. Sarebbe importante e
probabilmente decisivo per il
futuro del basket a Salerno, che
le società cominciassero a cooperare tra di loro magari pensando ad interscambi di giocatori, alla valorizzazione dei giovani di tutti i club ed all'unione di
tutte le forze per fare di più e
meglio. Io immagino un futuro
del basket interamente improntato sulla valorizzazione dei giovani, linfa vitale di tutte le società. Se riusciamo ad avere testa,
pur restando umili, cresceremo.
Se invece ci fossilizziamo su
certe cose, non andremo mai
avanti e Salerno resterà sempre
nel limbo del basket dei livelli
alti. Un esempio su tutti. La disputa dei giochi della Provincia
dove stato nominato referente
per il basket. Ebbene, a Salerno,
nonostante le società siano
parecchie, le gare si disputeranno a Pontecagnano, snobbando
la città capoluogo che invece
avrebbe dovuto ospitare i giochi. Il perchè è presto detto. C'è
carenza di infrastrutture, nonostante l’alto numero di società, mentre nei comuni limitrofi
ogni società ha il suo Palazzetto
o la sua palestra a disposizione.
Bisogna crescere, sotto questo
aspetto, peculiare per la crescita
delle società, essenziale per il
futuro dei giovani e strettamente
connesso alla sopravvivenza del
basket. Se gli atleti non sanno
dove allenarsi cambiano squadra, società, destinazione. Ed i
club sono destinati ad avere vita
breve. Discorso diametralmente
opposto se invece le società ha a
disposizione strutture e mezzi.
Insomma, un discorso articolato
su e speriamo che le istituzioni
salernitane provano a migliorare
la situazione attuale".
Energica, instancabile, inarrestabile. Tre aggettivi, per
descrivere Anna Pergola, presidente della società Vis Nova
Salerno ma, soprattutto, grande atleta. Una donna che trent’anni fa ha deciso di passare
dall’altro lato, quello dirigenziale. Non era sola però, a condividere con lei questa passione
Giovanni Ferrigno, professore
di educazione fisica, oggi direttore sportivo e suo marito.
“Anni fa, da atleta mi sono
lanciata in quest’avventura con
Giovanni. Non mi sono mai
limitata a un ruolo di sola presidenza. In realtà mi sento sempre una di loro”.
Queste le parole del presidenteatleta che sorridendo affermano di amare ciò che fa al punto
tale da dividersi, rivestendo
entrambi i ruoli con gioia ed
entusiasmo. L’esempio vale
occhi dei suoi figli la sua stessa
passione, è sicuramente una
soddisfazione. La più grande
emozione, però, l’ha vissuta a
Roma.
“Sportivamente, il momento
più commovente, è stato quando ho vinto il titolo italiano
negli ottanta ostacoli. A premiarmi, sul palco dell’Olimpico, Eddy Ottoz, ex atleta italiano due volte campione europeo - continua Anna Pergola –
e fui premiata sul podio del
Golden Gala poiché proprio il
giorno precedente si era tenuto
l’evento internazionale”.
Gli occhi lucidi e il sorriso stampato sul volto testimoniano che
il ricordo è vivo nella sua mente.
Quella vittoria rappresenta un
gradino importante del suo percorso da atleta ma l’energia e la
passione spingono questa donna
a voler fare ancora tanto altro.
“Una persona può ritenersi vec-
molto più di tante parole e lei
ne è la prova. Ha iniziato questo percorso a soli quattordici
anni con i giochi studenteschi,
eppure non era questo il futuro
che immaginava per sé.
“Ho sempre amato scrivere e
viaggiare. Sognavo di diventare
una scrittrice o una giornalista.
Non ho comunque abbandonato questa mia passione, infatti,
quando posso, corro subito ad
impugnare una penna”.
Insieme a suo marito, è comunque riuscita a trasmettere ai
suoi figli l’amore per lo sport.
Il primo, Angelo, è velocista
mentre l’altro, Almerico, gioca
a rugby e saltuariamente disputa gare di lanci. Vedere negli
chia solo nel momento in cui si
rende conto di non avere più stimoli. Io, al contrario, mi sento
molto motivata e sono proprio
le motivazioni che mi tengono
sempre giovane”.
Non sono solo parole. I campionati in pista master individuali,
master di società e, dopo dieci
anni, i campionati di mezza
maratona rappresentano la valida
dimostrazione che quanto affermato corrisponde alla realtà. Il
presidente, infine, rivolgendosi ai
giovani afferma:
“Per ottenere grandi risultati,
bisogna crederci. Fidatevi nelle
vostre possibilità. Il potere
della mente può davvero ogni
cosa”.
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Scommessa vinta
l
Sugli scudi la baby campionessa Miriam Aliberti
numero
Agli Europei di Chanbara a Mosca ottimi risultati
per la rinnovata ma sempre vincente Nazionale
• ANGELO DE NICOLA
Quando le spade degli allievi mietono nuovi successi il cuore del
saggio maestro si riempie d’orgoglio. E’ il caso del presidente
Giovanni Desiderio, che raccoglie
i frutti al termine di un difficile
Campionato Europeo (sostenuto
dagli sponsor L'atleta, Visus
Sport, Capozzoli e BF) dopo aver
seminato per anni il campo delle
giovani promesse del chanbara.
“Il bilancio è più che positivo,
siamo andati bene ottenendo ottimi risultati sia in singolo che a
squadre. L’Unico rammarico è
per la squadra che ha perso in
finale contro la Russia. – Dice il
presidente Desiderio - La squa-
“Questo evento è una realtà nel panorama nazionale”
Il galà del karate
Oltre settecento atleti, il meglio delle arti marziali,
al Palapalumbo per ricordare Ciro Bracciante
Allegria e arti marziali stretti in
vita da una cintura di passione.
Questo è il memorial Ciro
Bracciante. La nuova edizione
dell'evento si è svolta alla palestra Palumbo con la partecipazione di oltre 700 atleti, provenienti da tutta Italia. Presenti
anche numerosi gruppi sportivi
militari, tanti campioni d’Italia e
del mondo. Alla Palaplaumbo,
in memoria di Ciro Bracciante, si
è radunato davvero il meglio
delle arti marziali: "E' ormai un
evento importantissimo per la
città di Salerno e il mio ringraziamento va al presidente del
Coni, Gugliemo Talento, al presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, e al vice presidente
Iannone. - dice Antonio Bracciante, organizzatore - Ab-biamo
avuto tantissime richieste e ho
anche dovuto rifiutare, mio malgrado, 21 adesioni". Numeri
importanti per un evento in crescita. "Le prime 10 società, su
72 partecipanti alla 22esima edizione sono state: Shirai S.
Valentino Torio, Shizoku Karate
Avellino, Fisic Center Foggia,
Champion Center Napoli, Aeroform Karate Giugliano, Ever
Green Boscoreale, Igea Cercola,
Arcobaleno Torre Annunziata,
Wellness Zone Napoli, Centro
Ginnico Pielle Aversa. Ma al di
là dei risultati, la cosa più importante è stato vivere una giornata
all’insegna delle arti marziali,
dello sport sano costituito da
principi e valori importanti. Un
messaggio lanciato dagli sport
minori. "Ci accontentiamo anche di una piccola attenzione che
le amministrazioni potrebbero
accordarci. Spero che in futuro si
dia sempre più spazio alle arti
marziali, che sono un'affascinante disciplina sportiva che ha un
grande seguito di atleti in tutta
Italia". Per le prossime edizioni
quali novità ci saranno? "Ogni
nuova edizione il Memorial ha
dimostrato di essere un fenomeno in continua crescita. E’ ormai
una realtà all’interno del panorama nazionale. Speriamo di continuare su questa strada, anno
dopo anno, sempre in memoria
di Ciro. Il mio obiettivo era quello di far ricordare mio fratello
Ciro nel migliore dei modi. Devo
dire che ci siamo riusciti. Anzi,
molte volte, in occasioni di gare
e appuntamenti, molte persone
mi chiamano proprio Ciro. Per
me è un motivo di grande orgoglio”. Orgoglio che aumenta in
considerazione ai patrocini illustri e ai tanti riconoscimenti
ricevuti in questi anni: “Targhe,
medaglie e coppe dal Presidente
della Repubblica, quattro
medaglie di bronzo da Camera
e Senato. A dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto in questi
anni, mossi unicamente dalla
passione”.
dra era formata dalla vecchia
guardia e new entry. Una di queste è l’astro nascente Miriam
Alberti, che alla sua prima esperienza in una competizione così
difficile ha conquistato una
medaglia che ci inorgoglisce”. Il
verbo del chanbara si diffonde in
tutta Italia. “Abbiamo aperto un
centro a Torino e a Piacenza, due
centri a Roma, uno in provincia
di Lecce e tanti altri in Campania.
Il nostro obiettivo è quello di far
conoscere alle nuove generazioni
quest’affascinante disciplina sportiva”. All’orizzonte nuove sfide.
“Il 17 giugno a Matierno sosterremo la terza fase finale del campionato italiano, poi il 7 luglio
parteciperemo al Galà delle arti
marziali a Roma. A novembre ci
misureremo poi con i migliori
atleti durante il nuovo Campionato del Mondo”. All’ombra del
castello Arechi si è allenato con
costanza per superarsi quotidianamente. Il suo amore per le armi
giapponesi lo ha spinto ad affinare la tecnica con l’obiettivo di sfidare i campioni d’Europa e del
mondo fino al giorno in cui è
riuscito a mietere un successo
dopo l’altro per la Nazionale
Italiana di chanbara. Paolo Celentano torna dai campionati
europei di Mosca con la medaglia
d’oro del Choken Free, la disciplina della spada lunga. “Dopo un
lungo periodo di pausa da competizioni internazionali siamo
tornati e devo dire che non è
andata affatto male, – dice Celentano - il campionato europeo è
stato più difficile di quanto mi
aspettavo. Il livello in questa
disciplina sta crescendo sempre di
più in tutti i paesi e credo sia solo
un bene”. I temibili avversari
della finale. “I russi non sono più
una sorpresa è sono diventati
molto forti, lo testimonia il fatto
Atleta
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
5
«Il torneo è stato
più difficile
del previsto
Il livello
sta crescendo
sempre di più »
che hanno vinto nel combattimento a squadre contro di noi in
finale. Anche i tedeschi sono cresciuti in numero – prosegue l’atleta - e nella bravura, gli estoni
hanno fatto passi da gigante e la
competizione diventa ogni anno
più difficile. Per partecipare a
queste gare c'e bisogno di un
lavoro assiduo e prolungato altri-
menti non si va da nessuna
parte”. Il migliore con la spada
lunga. “Vincere nella categoria
Choken free, cioè spada lunga,
dopo aver affrontato molti partecipanti è una grande gioia. E’
stata una gara molto dura e
intensa, ma alla fine sono riuscito a impormi nella specialità che
preferisco”.
Tra i tanti protagonisti della manifestazione anche il salernitano Beppe Bruscolotti
Tutti insieme per regalare un sorriso
Una giornata di sport, divertimento e solidarietà per raccogliere fondi
per l’associazione “Una mano per” a sostegno dei bambini della Tanzania
Quando lo sport incontra la solidarietà l’evento che
nasce diventa un prezioso connubio di gioia e speranza per tanti bambini. Ed è sempre giusto sottolineare
ed evidenza rie quando lo sport si mette in movimento
per una giusta causa. Il 4 maggio al Virgilio Club di
Posillipo a Napoli è partita la maratona di beneficenza
«Un calcio per un sorriso» per aiutare l’Associazione
«Una mano per» a sostegno dei bambini della
Tanzania. Il programma è iniziato con il triangolare di
via Solimena 66 - 84014 Nocera Inferiore (Sa) - Tel 081.929249 Fax 081.5173722
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calcio: in campo sono
scese le ragazze della neo
promossa Carpisa Yamamay, i D.J. capitanati
da Dario Guida con
Tommy DJ, Marcello
Niespolo, Paolo Buono,
Lello Caccavale, Frankie
Nero, DJ Dek, Andrea
Giuliani e Sasà Scontrino.
La terza squadra, che si è
aggiudicata il primo premio, era formata dai rappresentanti degli sponsor
dell’evento e le vecchie
glorie del calcio Napoli
arbitrate dal comico Enzo
Fischetti. Presenti anche
gli ex calciatori Gianni
Improta, Sebino Nela e il
salernitano
Beppe
Bruscolotti. Nel pomeriggio il torneo di burraco ha
preceduto la serata di gala che ha concluso l’evento. Il
ricavato della manifestazione, organizzata dalla “You
and I” di Tommaso Bruno, sarà devoluto
all’Associazione di volontariato “Una mano per” che
realizza progetti per la Tanzania. Già nel 2008 a favore del paese africano sono stati raccolti i fondi necessari per la costruzione di una scuola nel villaggio di
Kabuima. Ogni anno “Una mano per” invia farmaci,
cibo e beni di prima necessità agli abitanti di Kahama.
L’Associazione si occupa anche dei senzatetto di
Napoli, fornendo loro assistenza e pasti caldi.
Nella foto alcuni dei
protagonisti che hanno
preso parte all’evento
benefico, organizzato
per raccogliere fondi
da destinare ai bambini della Tanzania
6
l
Atleta
numero
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
Attività a 360 gradi per il Climbing 4x4 Club di Cava de’ Tirreni: «La prima regola è il rispetto per la natura»
Sfide, avventure e un cuore grande così
Affrontare le vette del Cilento e i Ghiacciai del Circolo Polare Artico, senza dimenticare
il volontariato, gli impegni per la beneficenza e il supporto nelle situazioni di emergenza
• BARBARA TROTTA
Continuano a tutta forza le attività svolte dal Climbing 4x4 Club
di Cava de’ Tirreni. Dopo la classica uscita sociale del 27 maggio,
in cui, con partenza da Battipaglia, sono state affrontate le montagne del Cilento, il 17 giugno i
fuoristradisti si recheranno alla
volta del Vesuvio. Sulle sue pendici, abbandoneranno in maniera
eccezionale i loro mezzi usuali per
salire sugli Unimog tedeschi, gli
autobus ecologici, che sono gli
unici veicoli autorizzati a transitare sul percorso naturalistico.
«Sulla vetta effettueremo del trekking ad alta quota – ha spiegato il
presidente del Club, Gerardo
Lepre – e poi dopo quest’escursione ci recheremo a visitare gli scavi
di Pompei. Da questo si può constatare che il nostro è un Club che
pratica attività un po’ a trecentosessanta gradi e non si occupa,
quindi, solo di uscite in 4x4.
Abbiamo organizzato, ad esempio, delle lezioni di guida in fuoristrada per la Croce Rossa. Nel
nostro Club ci sono, infatti, sette
istruttori e facciamo, quindi, corsi
anche per la Protezione Civile.
Addestriamo i volontari ad essere
« Per fare
del nostro club
basta saper
stare bene
con gli altri
e avere tanta
voglia di osare»
io sostengo l
soccorritori in emergenza e non
ad essere a loro volta soccorsi. A
volte può capitare, come in caso
di abbondanti nevicate, che chi va
a prestare aiuto rimanga a sua
volta bloccato nella neve». Proprio in queste ultime situazioni è
fondamentale l’ausilio fornito dal
Climbing 4x4. «Ci siamo messi a
disposizione delle autorità – ha
sottolineato Lepre – per fornire
supporto logistico e di sussistenza
alle associazioni della Protezione
Civile e alle comunità prive di
fuoristrada».
Non sono solo queste le attività
del Club svolte a favore del prossimo. «La vera chicca – puntualizza ancora – ci sarà tra il mese
di ottobre e novembre. In collaborazione con associazioni di
volontariato, come “Bambini nel
deserto” e “Vivo4114 Onlus”,
stiamo lavorando, già da quattro
anni, ad un progetto a favore di
tre comunità del Burkina Faso.
Doneremo loro dei camion con
cui portare al mercato i prodotti
da loro coltivati, così che non
saranno più soggetti ai prezzi
imposti dai mercanti. Questi
mezzi, che guideremo per 7000
Atleta
Palestra Arbostella
Martedì - Giovedì - Sabato
17,00 | 20,00
A.S.D. Taekwondo Vietri sul mare
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le nostre sedi
- Vietri sul mare scuola elementare via Mazzini
- Salerno via E. Castelluccio, 3
c/o polisportiva Nicodemi
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shiatsu
chikung
tai ji quan
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m
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84122 -Salerno
www.centrostudishen.it
[email protected]
www.cmso.it
.centro antidiabetico
.endocrinologia
.sindrome metabolica
.prevenzione
km in terra africana, saranno
carichi, inoltre, di beni a loro
utili. In uno ci sarà una tipografia, in un altro del materiale per
irrigare i campi, e nell’ultimo
attrezzature sanitarie, come un
completo studio dentistico e
delle incubatrici».
Un impegno quello del Club,
quindi, che supera i confini
nazionali. Oltre alle nostre montagne, i fuoristradisti si inerpicano anche tra gli scenari di rara
bellezza dei deserti africani o tra i
ghiacci dell’Islanda. «In quest’ultimo viaggio – racconta Lepre –
abbiamo toccato il Circolo
Polare Artico. È durato dieci
giorni ed è stato fantastico ed
emozionante. Uno dei ricordi più
belli delle mie esperienze all’estero, però, ha come sfondo il deserto. Vedemmo una madre che trascinava un carrettino ed era in
compagnia di un bambino con
una malformazione alle gambe.
Andavano a prendere l’acqua a
un pozzo. Ci fermammo e
demmo loro delle confezioni
d’acqua che avevamo con noi,
poi, ci ricordammo che avevamo
un ultimo camioncino giocattolo da distribuire. Il bambino
non sapeva se prenderlo o
meno, ma l’accettò con felicità
a un cenno della madre, che
con riconoscenza, poi, ci benedisse. Questo episodio mi
riempì il cuore di gioia. In
Italia, invece, mi ha procurato
forti emozioni la visita al paese
abbandonato di Romagnano
al Monte, dove il tempo si è
fermato al terremoto del
novembre 1980». Per far parte
del Club non ci vuole un’attrezzatura o delle caratteristiche particolari. «Occorre,
però, stare bene con gli altri,
avere uno spirito goliardico. Ci
deve essere la capacità di lavorare in squadra, quando, ad
esempio, i fuoristrada si bloccano, possedere voglia di
osare, per affrontare le continue sfide, e avere la capacità di
adattarsi. Una regola da rispettare, e su cui non transigo, è il
rispetto della natura. Nelle
nostre uscite stiamo sempre
attenti a non procurare danni
all’ambiente e utilizziamo solo
strade esistenti e già battute».
l
numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
5 maggio 2012
7
Hochey subacqueo, la San Vincenzo Sub campione d’italia under 15
Sul fondo della piscina Sport e austerity
una squadradi campioni
Convegno della Salernitana Sporting
sulle strategie per uscire dalla crisi
Pinne, boccaglio, maschera e
calottina. Un guanto, una mazza
di legno e una pallina lì sul fondo
della piscina da colpire e spedire
nella porta avversaria. Per quanto
possa sembrare strano, l’hockey
subacqueo è in grande ascesa
anche nel nostro paese. Disciplina
altamente spettacolare, è praticata anche in provincia di Salerno e
con ottimi risultati. Infatti la
squadra "San Vincenzo Sub" di
Mercato San Severino ha conquistato il titolo italiano nella categoria under 15. Presso il centro
sportivo ASD Racing Sporting
Club Nuoto di Roma, sono andate in scena le finali nazionali
under 15, cui hanno partecipato
le migliori cinque squadre
d’Italia. In acqua a Roma la San
Vincenzo Sub ha imposto la propria superiorità tecnica e l’unica
squadra in grado di arginare il
loro slancio competitivo è stata la
• MARIA CATERINA SCARPETTA
Sub Cagliari, più volte battuta nel
girone e in finale una delle grandi
realtà italiane di questo sport
emergente: “E’ stato un anno di
duro lavoro, - ha commentato
Petruzziello - ma, alla fine, i tanti
sacrifici fatti in allenamento, sono
« E’ stato un anno
di duro lavoro
ma i nostri
sacrifici
in allenamento
sono stati
ripagati»
stati ripagati. Dedico la vittoria ai
ragazzi, alla comunità sanseverinese, al direttore sportivo,
Vincenzo Russo, a tutto lo staff
della piscina di San Vincenzo, ed
alle nostre famiglie. Ci alleneremo sempre con sacrificio e
responsabilità, cercando di confermarci su questi livelli”. Buoni
risultati la società irnina li sta
ottenendo anche con la squadra
femminile, premiata con una
menzione speciale in quanto
unica nel suo genere in Italia. ”Un
primato” – continua l’allenatore
Petruzziello – “che la dice lunga
in fatto di qualità e di reattività
del settore tecnico della nostra
società che, con azioni concrete,
passione e disponibilità dimostra
la qualità di mezzi profusi nello
sport. Siamo soddisfatti di poter
dire che i nostri ragazzi, seguiti in
ogni loro allenamento, sono stati
in grado di offrire e conquistare,
per loro stessi e per la comunità
della quale fanno parte, il tetto
assoluto di uno sport, che se pur
minore, è emergente, estremo e
molto competitivo”. Questi i
campioni d’Italia di hockey subacqueo categoria under 15:
Francesco Califano, Antonio
Castiello, Mattia De Stefano,
Antonio Esposito, Mario Fer-randino, Tommaso Landi, Paolo
Maiellaro, Giovanni Mignone,
Luca Napoli, Emanuele Russo,
Alfonso Salvati, Antonio Somma.
“E’ possibile gestire lo sport
senza il sostegno dello sponsor?”
Questa è la domanda principale attorno alla quale è ruotato
il workshop “Il marketing
dello sport austerity” firmato
Salernitana Sporting, Sporteconomy e l’Atleta, svoltosi al
Grand Hotel Salerno.Il convegno, coordinato da Antonio
Sanges, ha provato a cercare
delle risposte valide al momento di crisi che si sta attraversando e che, inevitabilmente,
colpisce anche il mondo dello
sport.
La formula innovativa del convegno prevedeva anche la partecipazione dei commercialisti
che, grazie alla loro esperienza,
hanno potuto mostrare un lato
più oggettivo della vicenda.
Tutti i dirigenti sportivi presenti si sono trovati d’accordo sull’idea di sottolineare l’immagine pulita dello sport, dalla
quale è possibile attingere valori reali, valori come il rispetto e
la lealtà che rende migliore la
società. Puntare all’incremento
della qualità in modo da far
avvicinare più ragazzini e più
famiglie facendo percepire quel
valore aggiunto che lo sport è
capace di trasmettere. Quei
ragazzi, se sostenuti anche con
politiche di prezzo, potranno
poi avvicinarsi all’agonismo.
Ed è proprio puntando a creare un campione che si attirano
gli imprenditori, i quali prediligono eventi che possano essere
di interesse nazionale. E’
necessario, comunque, ridimensionare alcune spese.
Come fatto notare da molti,
questo sembrerebbe un gatto
che si morde la coda: diminuendo le spese, infatti, si riducono i servizi offerti agli atleti.
La triste conseguenza è che
questi, poi, diminuiscono. Un
dato importante è il volontariato che, in maniera sempre
maggiore, sembra riuscire a
coinvolgere gli italiani.
Un’idea potrebbe essere un
contributo per supportare anche lo sport, attraverso i meccanismi del 5 per mille.
Al termine del workshop e alla
presenza degli assessori Petillo
e Savastano è avvenuta la premiazione degli atleti dell’Atletica Vis Nova per il trentennale
dell’attività sportiva a Salerno.Restano comunque evidenti i disagi e i problemi che,
in questo periodo, si stanno
accusando, ma bisogna tenere
presente che la passione ha
sempre rivestito un ruolo
importante nello sport. Mossi
da questa, si possono fare sicuramente grandi cose e raggiungere ottimi risultati. Questo è il
nostro augurio.
Tanti appassionati hanno potuto scoprire i segreti di quest’arte marziale: le divise e le diverse armi
Tai ji: inno alla vitae il corpo si fonda con la natura
Grande successo per la giornata mondiale dedicata a questa affascinante disciplina
conosciuta in Italia soprattutto come strumento propedeutico al benessere psicofisico
• TITTI GIORDANO
Quando si parla della più antica disciplina
cinese del Tai Ji Quan o Tai Ji, gli occhi azzurri del maestro Elena Russo si illuminano. Una
passione che l'ha portata ad essere, allenatore
federale, cintura nera II Duan. Così, quando in
Piazza Flavio Gioia, ha allestito un gazebo
insieme ai maestri Filippo Pavone e Francesco
Lombardi, i passanti, incuriositi, hanno potuto
conoscere alcuni segreti di questa meravigliosa
arte, abilmente illustrati da chi ama questa
antica disciplina.
La manifestazione, organizzata dall’Asd “il
Podio” si è svolta in occasione della festa per la
Giornata mondiale del Tai Ji che serve a diffondere e far conoscere questa tecnica di combattimento che in occidente è conosciuta,
soprattutto, come strumento propedeutico al
benessere psico-fisico.
I presenti hanno appreso, anche tramite filmati,
che la divisa, di colore nera o bianca, composta
da una casacca e dei pantaloni larghi è quella che
usavano come vestito da lavoro i contadini cinesi. Le armi, ancor oggi in uso, sono la spada, il
bastone, la lancia, la sciabola ed il ventaglio,
arma alquanto strana.
L'origine dell'uso del ventaglio risale a molti
secoli fa quando era vietato l'uso delle armi nelle
case dei nobili. L'unica arma di difesa era un ventaglio in metallo con punte taglienti come rasoi a
volte anche avvelenate. Oggi, questa inusuale
arma, di dimensioni superiori alla norma è fatta
con canne di bambù ed il suo utilizzo ricorda una
dolce danza.
La pratica del Tai Ji si fonda sulla filosofia
dello Yin e Yang e può essere intrapresa a qualunque età anche in condizioni fisiche non ottimali, quale arte di lunga vita. Può essere vista,
altresì, come un meraviglioso strumento per
l'osservazione di sé, oppure soltanto come una
tecnica di combattimento ed autodifesa estremamente potente.
Certamente, però, è vero che il Tai Ji, è un inno
alla vita dove tutto il corpo canta ed è cantato e
diventa, così, un tutt'uno con la natura. Afferma
il maestro Elena Russo che, sono soprattutto le
donne incinta, sue allieve, ad avere avuto notevoli benefici sul sistema cardiovascolare, sulle
articolazioni e sull'insonnia, praticando questa
dolce arte in quanto essa garantisce una ripresa
graduale del tono muscolare ed un indispensabile riequilibrio energetico.
Nella foto in alto,
un momento
della manifestazione
che si è tenuta a Salerno
a piazza Flavio Gioia
Tanti i curiosi che hanno
scoperto i segreti del Tai Ji
è online
il nuovo sito web
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La vostra passione sportiva in rete
Invia le tue foto e i tuo video alla redazione e saranno pubblicate
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Mensile di cultura e informazione sportiva
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