Carpaneto, quando si ballava al Verde Luna
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Carpaneto, quando si ballava al Verde Luna
Carpaneto, quando si ballava al Verde Luna Un tempo Carpaneto costituiva un forte richiamo per il divertimento dei giovani. Infatti, tra gli anni '60 e '70 funzionavano in paese due noti ballabili che rispondevano al nome di Verde Luna e Croce del Sud. Entrambi i locali, il primo al chiuso e l'altro all'aperto, erano situati all'ingresso di Carpaneto (per chi proveniva da Piacenza) ed erano due punti di riferimento indiscussi per coloro che volevano trascorrere qualche ora in allegria e spensieratezza sulle note della musica dell'epoca. Il Verde Luna, che rimaneva aperto praticamente da inizio autunno e per tutto il periodo invernale e primaverile (si ballava di sabato sera e domenica pomeriggio e sera), era un edificio molto ampio: al centro si trovava una consistente pista da ballo circondata da un'infinità di tavolini e sedie; di fronte all'ingresso, sul lato opposto, si elevava il palco che, nel corso degli anni, ha ospitato i più bei nomi della musica leggera italiana. Da Claudio Villa a Nilla Pizzi, da Nicola di Bari a Caterina Caselli, da Albano a Gianni Morandi, fino ai più noti complessi del momento (i Nomadi, i Pooh, i Camaleonti e via dicendo...). In estate, con lo stesso criterio, si ballava alla Croce del Sud. Si trattava di un vero e proprio giardino piantumato con al centro una grande pista in mattonelle, circondata da tavolini, fioriere e da grossi lampioni coperti da teli colorati, come si conveniva nei locali da ballo del tempo. Le musiche si alternavano: dal twist al chachacha, dal valzer al lento. Insomma, ce n'era per tutti i gusti. E anche coloro che non sapevano ballare, avevano la possibilità di fare i classici 'quattro salti’ nascosti tra la folla che riempiva ad ogni ‘giro’ la balera. Sia il Verde Luna che la Croce del Sud erano due locali molto popolari in zona: vi confluivano giovani del paese ma anche di Fiorenzuola (che a quei tempi era priva di sale da ballo), Roveleto, Pontenure e Piacenza. Poi, quando arrivavano cantanti o complessi di grido, era facile incontrare giovani del Parmense e del Lodigiano. I prezzi d' ingresso ai due locali erano modici ed accessibili a tutte le tasche. All'interno funzionava anche il bar che proponeva qualche alcolico (acquistato di norma da persone un po' più avanti con l'età e con la... grana), ma le bevande che andavano per la maggiore erano le bibite: aranciata, chinotto e gazosa. Perciò, difficilmente ci si poteva ubriacare... Ci si ubriacava, invece, di musica, con gli artisti che in scena davano il meglio di sé, proponendo il loro repertorio tra applausi e invocazioni. Ancor'oggi, passando davanti a quell'edifico che un tempo ospitava il Verde Luna, a noi, che abbiamo vissuto quell'epoca, torna una certa nostalgia. Maurizio Gambini