Clausura alle Baleari

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Clausura alle Baleari
Clausura alle Baleari
Lunedì 13 Agosto 2012 00:00
Siamo grati all’agente di viaggi, che ci ha fatto girare e conoscere nuovi paesi, perché le località
che ci consiglia, specie quelle più sgangherate, ci stimolano alla scrittura. Non è un caso che
alcuni nostri scritti, come quello “Per un suicidio a Kos”del 2011, pubblicati su una rivista
milanese e sul sito dell’autore, hanno suscitato qualche curiosità da parte dei lettori. Ma, non
anticipiamo.
Dopo lo sventurato viaggio nell’isola greca di Kos, da buon samaritano ripassiamo dalla nostra
Agenzia di Viaggi per prenotare una vacanza ad Ibiza. Francamente, sebbene rassicurati
dall’agente che nell’isola spagnola, in località Cala Tarida, avremmo trovato tutto il benessere
che si spera di trovare in vacanza, approdati in loco le sorprese sono arrivate a grappoli, a
cominciare dalla struttura alberghiera, mal collegata al mare ed ubicata in un luogo desolato.
Potremmo anche perdonare la classe inferiore trovata, a due anziché a tre stelle, perché alla
fine la sistemazione alberghiera è stata dignitosa, ma non l’accesso disagevole alla spiaggia,
per raggiungere la quale bisognava scendere un centinaio di gradini. Il complesso è tuttavia
circondato da una collina rigogliosa di verde, dalla quale si può raggiungere una deliziosa
caletta con una piccola spiaggia tranquilla, dopo una scomoda discesa, tenendosi ad una fune
ancorata ad un cespuglio alla sperindio.
La principale negatività di quest’avventura alle Baleari è per noi, come per gli altri ospiti, è
quello di essere finito in una prigione, in quanto tutt’intorno non c’è vita, se non montagnole, un
minimarket, un bar ristorante mentre, il centro d’Ibiza dista ben venti chilometri, e si può
raggiungere solo con un salato taxi. Affermano che di sera Ibiza sia molto animata ed
interessante, perché nel centro dell’isola esplode tutta la libertà e la trasgressione possibile, che
non accende le nostre fantasie, né c’interessa osservare quei turisti che fotografano la varia
fauna che circola per le strade, per lo più composta di gruppetti d’inglesi ubriachi e stravaganti
che ne combinano di tutti i colori. Secondo il racconto di alcuni giovani, ad Ibiza le discoteche
sono tra le più belle al mondo, con un costo d’ingresso che si aggira intorno ai 100€ e con una
consumazione che parte da circa 18€. Un’altra cittadina vicina è quella di S.Antonio, più piccola
d’Ibiza e lontana circa 10 chilometri dal nostro villaggio, raggiungibile con un bus di linea, che
termina le sue poche corse alle 19; cosi per rientrare di sera nel nostro reclusorio, bisogna
prendere un taxi. A S.Antonio, preferiamo recarci di mattina con la comoda corriera, rinunciando
alle lusinghe intriganti della movida catalana, quando i numerosi turisti stranieri, in maggioranza
sudditi d’Elisabetta, circolano per la brutta cittadina con altre persone eccentriche, disinibite e
senza freni, che ingurgitano birre e liquori dalla sera alla mattina, vomitando tutto, prima di
andare a dormire.
C’è di buono che in tutta l’isola, le spiagge sono libere e non si paga nulla se non il noleggio
degli ombrelloni e dei lettini. Il primo giorno dal nostro arrivo, siamo scesi subito nella spiaggia
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più vicina al nostro villaggio, per assaporare le bellezze ed i profumi del mare, per rinfrescare le
ossa dopo la lunga bolla di calura africana che ha avvolto l’estate milanese. Iniziamo la discesa
dei famigerati scalini: sulla sinistra di questi c’è un invadente complesso d’appartamenti recenti,
incassati nella collina, che arriva fin sulla spiaggia affollatissima, somigliante ai nostri peggiori
lidi adriatici, con un mare giallo con le alghe (nelle prime ore del mattino il mare è però limpido).
Tratteniamo a stento le lacrime ed il primo pensiero è stato quello di interrompere il viaggio e
ritornarcene nell’Italia meridionale, per immergerci finalmente nelle nostre acque azzurre,
uniche al mondo. Così, alla ricerca di un mare spettacolare, prenotiamo un’escursione nell’isola
di Formentera, per 77€, escluso il pranzo, imbarcandoci ad Ibiza sull’aliscafo, che ci porta a
destinazione dopo una navigazione di trenta minuti. Il primo impatto con Formentera è
incoraggiante: apprezziamo subito la bellezza dei suoi muri bianchi, come quelli della chiesetta
di S.Francesco costruita nel 1700 ad una sola navata (la guida spagnola che noi correggiamo
afferma che la chiesa ha una sola nave). Ritorniamo poi sul pulman per raggiungere il
Belvedere della Mola, dove dall’alto si ammira un bel paesaggio, con una striscia di verde al
centro tra due mari. Subito dopo ci fermiamo all’estremità dell’isola sopra un suggestivo
strapiombo mozzafiato, dove tra le pietre ci sono tante lucertole di un appariscente colore verde
smeraldo, che per istinto accorrono numerose, se qualcuno offre loro prosciutto o pomodori. La
guida afferma che molte persone sono morte precipitando casualmente da questa stupenda
veduta, così come non si contano il numero dei turisti suicidi. Nel primo pomeriggio, il nostro
autista ci lascia nei pressi di un litorale, fissandoci un appuntamento per le 17. Sull’arenile di
questo lido infelice, troviamo un forte vento che fa volare gli ombrelloni, le sterpaglie ed i rovi
dai boschetti, la rena è risucchiata dalle folate ventose continue, scoperchiando nudi lastroni di
pietre taglienti, che danneggiano i piedi dei fuggitivi, compresi quelli dei nudisti scacciati
dall’Eden, ma senza le foglie che coprono i corpi d’Adamo ed Eva, come nel celebre affresco di
Masaccio. Sul mare marrone per via delle alghe è impossibile bagnarsi, per via delle forti onde,
buone per gli sportivi del kitesurf, mentre nel frattempo il sole è sparito ed il cielo si è
imbronciato. Non ci resta che recarci in anticipo al luogo dell’appuntamento fissato dall’autista
del pulman e, mentre piove leggermente, ci rifugiamo in un bar per gustare un costoso gelato.
Rientriamo al villaggio nel pomeriggio e scendiamo al mare giallo, alla ricerca di un posto più
lontano che non troviamo: abbiamo, però la fortuna di assistere ad una scenetta gustosa, che
ricordiamo con simpatia. Tra la spiaggia e la battigia due ragazze bionde e carine, improvvisano
una performance che somiglia ad una sfilata di moda, indossando e volteggiando in alto colorati
parei, a ritmo di danza, che scopre le loro tette abbronzate. Abbiamo impiegato qualche minuto
a capire che era tutta una messinscena per attirare l’attenzione dei bagnanti, per vendere una
mappata di parei appoggiati sulla rena al prezzo di 22€.
Nel frattempo al villaggio ci sono nuovi arrivi di turisti italiani; taluni di questi, con bambini e
carrozzine, si lamentano per la scomodità con cui si ha accesso al mare. Per tali disagi, come
già detto in altre occasioni, ci sarebbe bisogno che gli operatori del settore turistico prestassero
maggiore attenzione prima di vendere il pacchetto di un soggiorno senza pensare
esclusivamente al guadagno, ma anche alle necessità del turista. Tra l’altro verifichiamo che
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per lo stesso viaggio altre agenzie sparse in Italia praticano prezzi molto diversi. Ma qui ci sono
anche persone contente, perché confrontando il nostro prezzo da single, ammontante a 1140€,
per una settimana di vacanza, ci siamo accorti che altre hanno speso la metà della nostra cifra,
prenotando voli normali di linea e trasferimenti, tramite Internet. Considerando la crisi
galoppante in Italia, che ha visto chiudere stabilimenti, fabbriche e quant’altro, è facile
prevedere, pur senza essere Nostradamus, che tra pochi anni, le agenzie turistiche non
esisteranno più perché falliranno, in quanto i clienti non potranno più sopportare spese così alte
per una vacanza, alle quali si aggiungono costi aggiuntivi poco credibili, (tassa d’iscrizione,
adeguamento carburante, tasse, ecc).I Tour operator, magari in futuro continueranno a durare,
ma si libereranno delle agenzie che lavorano male, vendendo invece i loro viaggi direttamente
al cliente informatizzato. Il personale delle agenzie, composto comunemente da ragazze
bugiarde che non conoscono nulla delle località che propongono alla clientela, non morirà di
fame dopo la chiusura dei loro negozi, perché potrà lavorare, scaricando merci e bagagli negli
scali aerei e marittimi di tutto il mondo, da Ibiza, al Congo se non in Nigeria, dove tra l’altro
potranno favorire l’espatrio di ragazze professioniste. I numerosi dipendenti del settore turistico,
dopo la spending review dei Tour Operator più seri, potranno più modestamente continuare il
proprio lavoro, allestendo una piccola bancarella nelle piazze delle loro città, provvista di un p.c.
dal quale attingere tutte le informazioni e prenotazioni turistiche, da fornire ai turisti anziani
digiuni d’informatica, al giusto costo di 10€ per ogni operazione richiesta. Ovviamente potranno
anche esercitare il mestiere di badante turistico, in concorrenza con gli extracomunitari.
La settimana di vacanza trascorsa ad Ibiza, termina il 12 agosto, come le Olimpiadi di Londra,
nelle quali l’Italia si è classificata all’ottavo posto per numero di medaglie. Anche nel nostro
villaggio taluni turisti si sono misurati in alcune prove sportive proposte dall’animazione, la gara
di braccio di ferro, il torneo di calcetto, quello di freccette e quant'altro, tutti vinti da un tale di
nome Nino con gli occhialini alla Lennon, che ha onorato la frase di Warrol: ogni persona ha
diritto a cinque minuti di celebrità! Ci piace anche segnalare altri personaggi incontrati qui, con i
quali abbiamo più volte conversato. Tra questi un ingegnere salernitano, appena arrivato in
albergo con moglie e due bimbi grassocci, ci racconta che ha inviato alla sua agenzia di viaggi,
un fax di protesta perché la sera precedente il suo aereo è partito da Napoli con un’ora e trenta
di ritardo e poiché è arrivato qua dopo le ore 22 e gli hanno fatto saltare la cena. Ma, andiamo
avanti con i flash, segnalando Beppe del Lago Maggiore, funzionario di una ditta che si occupa
dello smaltimento dei rifiuti ed è interessato all’arte, una bella coppia di giovani della Val d’Aosta
,
una pallavolista molto carina con il fidanzato, un ecologista impegnato nella lotta anti-TAV, per
la nota questione del traforo del Monte Bianco che molti valligiani non vogliono. Curiosa poi la
coppia anziana siberiana, che vive a 2.000 chilometri da Mosca, che è qui con un delizioso
bambino di 10 anni, ma non si capisce se è un loro nipote oppure è un bimbo adottato, in
quanto la nostra conversazione in inglese con l’uomo che lo parla peggio di noi, non l’ha
svelato. Nè si può trascurare, tra i gitanti di Formentera, una coppia di veronesi con un bambino
più piccolo del siberiano, il quale s’è preso ad ogni piè sospinto, una serie di ceffoni e tirate
d’orecchie dai suoi genitori, perché a loro dire non obbediva. Nell’ultimo flash, citiamo un single
trentaduenne, proveniente da quel ramo del Lago di Como che, essendo timido con le donne ci
chiede com’è meglio rapportarsi con queste. Il giorno dopo lo ritroviamo molto pimpante, perché
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la sera prima si è fatto massaggiare dall’esperta massaggiatrice dell’albergo, al costo di 20€, e
che la cosa gli è piaciuta.
Infine, ci sembra doveroso accennare ad alcune positività riscontrate in questo soggiorno
spagnolo. La prima riguarda l’animazione italiana nel villaggio: sebbene sia stata dilettantesca
con improbabili scene di cabaret obsoleti e volgari, ha però contribuito a distrarci dalla
monotonia della nostra prigione. La seconda è che aver trovato il brutto tempo a Formentera è
stato solo un caso sporadico, in quando da queste parti non piove quasi mai. Infatti, altri turisti
che ci sono andati dopo di noi, realizzando un Tour diverso dal nostro in catamarano, sono
rientrati soddisfatti, esclusi quelli che hanno vomitato anche l’anima durante le traversate o con
le carni lacerate dalle meduse. La terza positività la incassiamo la notte prima della partenza
per la Malpensa sognando Eolo travestito da Caruso, che ci ammonisce: se il vento ti da
fastidio, non venire più da queste parti, piuttosto ti regalo un consiglio, “Torna a Surriento”.
Milano Ag.2012 Antonio Fomez
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