bmj reason traduzione - Unità di gestione del rischio ASL3 Genovese
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Human as hero Fiona Godlee, editor, BMJ [email protected] Published 22 January 2009, doi:10.1136/bmj.b238 Cite this as: BMJ 2009;338:b238 ESSERE UMANO COME EROE Traduzione: Angela Corbella James Reason, l’esperto mondiale dell’errore umano, parlando la scorsa settimana durante una conferenza in suo onore ospite della NPSA (National Patient Safety Agency), ha affermato di aver spostato il focus da “essere umano come pericolo” a “essere umano come eroe”, una specie capace di eroica attenzione al dettaglio. Proprio il giorno successivo l’ex pilota da combattimento Chelsey B Sullenberger è diventato il perfetto eroe americano con il suo atterraggio da manuale sul fiume Hudson con un aereo passeggeri colpito da uno stormo di uccelli. Il docente era Atul Gawande, chirurgo, scrittore e campione mondiale di sicurezza del paziente. Ha affascinato l’affollata platea affermando “penso che la medicina sia un test sulla nostra abilità di gestire l’estrema complessità”. Il suo messaggio è stato che attualmente la complessità della medicina ha superato l’abilità degli individui di gestirla, per quanto esperti e specializzati possano essere. Il risultato di tutto ciò è che steps basilari nelle pratiche assistenziali vengono omessi e i pazienti muoiono. Ha raccontato la storia del bombardiere Boeing a lunga distanza, il B-17 fortezza volante, che rese possibile i bombardamenti di precisione della Germania dal 1943 al 1945. Eppure l’aereo aveva quasi rischiato di non essere messo in produzione. Il suo volo di dimostrazione ai capi militari americani terminò in un disastro quando l’equipaggio dimenticò di aprire gli elevatori sulla coda. I quattro enormi motori dell’aereo si schiantarono e bruciarono in fase di decollo uccidendo i due piloti; le loro indubbie capacità e il loro addestramento non bastò a salvarli né a salvare l’aereo. Ciò che ha salvato l’aereo dal diventare un mucchio di rottami e gli ha assicurato un posto nella storia è stata una semplice checklist prima del volo. La domanda è se noi nell’ambito della medicina siamo pronti per una simile salvezza. Penso che dobbiamo esserlo. Uno studio pubblicato la scorsa settimana sul New England Journal of Medicine, di cui Gawande è coautore come membro dell’Alleanza Mondiale per la Sicurezza del Paziente (World Alliance for Patient Safety ) dell’OMS, ha evidenziato che una checklist perioperatoria con 19 items riduce in maniera significativa complicanze post operatorie e morti (doi:10.1136/bmj.b157). Come spiegano gli autori e i nostri editorialisti (doi:10.1136/bmj.b220) lo studio ha dei limiti. Tuttavia la metodologia è sufficientemente solida e i risultati sufficientemente straordinari per giustificare l’impegno della NPSA affinchè la checklist venga implementata per tutti gli interventi chirurgici in Inghilterra e Galles entro Febbraio 2010. Successivamente, nel corso di quest’anno, l’OMS lancerà la checklist per il travaglio e il parto e in prospettiva altre checklists per un range di emergenze mediche. Rendere il loro utilizzo obbligatorio ne velocizzerebbe l’adozione, ma dobbiamo anche cercare di vincere “i cuori e le menti”. (“to win hearts and minds”- di convincere gli operatori sia sul piano emotivo/ di cultura/mentalità che su quello razionale) Ci saranno resistenze nell’adottare qualcosa di noioso e poco interessante (“prosaic”) come una checklist. I primi a sperimentarla la utilizzano già; altri saranno convinti dallo studio pubblicato sul New England Journal. Altri ancora vorranno disporre di dati raccolti nel proprio contesto. Ma alcuni vedranno le checklists come un affronto alla loro professionalità e non si convinceranno mai. Ad un certo punto, forse prima che dopo, essi dovranno andare. Non dobbiamo essere condizionati dalla versione hoolliwodiana dell’eroe – l’anticonformista solitario che salva il giorno trasgredendo tutte le regole. Guardiamo invece all’eroe del fiume Hudson. Egli e il suo equipaggio avevano capacità ed esperienza oltre che la fortuna dalla loro parte, ma avevano anche un team addestrato per questo scenario / evento estremamente raro, e sapevano esattamente che cosa fare. Cite this as: BMJ 2009;338:b238