Istanbul – Appunti di viaggio 2015
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Istanbul – Appunti di viaggio 2015
Progetto Comenius - Istituto Comprensivo di GATTEO Report di viaggio del Meeting a ISTANBUL (Turchia) presso la scuola di ZHOO Dal 7 all'11 gennaio 2015. Insegnanti partecipanti: Toschi Terzina – Zanotti Raffaella – Toni Chiara – Ricchi Alessandra Dal 7 all’11 gennaio 2015, le insegnanti Ricchi Alessandra, Toni Chiara, Zanotti Raffaella e Toschi Terzina hanno partecipato ad un meeting in Turchia nell’ambito del progetto Comenius per la scuola primaria Le nostre differenze culturali in un’Europa Unita. Lo staff è giunto nella città di Budapest il giorno 7 gennaio 2015 ed è stato gentilmente accolto dal referente turco del progetto e dal preside della scuola che ci ha accolto, Zübeyde Hanim Īlköğretīm Okulu Sultangazi/Īstanbul, Turkey . Insieme ci hanno accompagnato nell’albergo precedentemente prenotato. La sua ricchissima storia Con una popolazione di13.854.740 abitanti, Istanbul è la città al confine tra Europa e Medio Oriente per eccellenza. Magica, poliedrica e dai colori lucenti è una vera megalopoli situata nel nord-ovest del paese che si estende lungo lo stretto del Bosforo, alla cui estremità meridionale si situa il porto naturale del Corno d’Oro, e lungo la sponda settentrionale del Mar di Marmara. La città, divisa dal Bosforo, si estende sia in Europa (Tracia) che in Asia (Anatolia) risultando l'unica metropoli al mondo appartenente a due continenti. Istanbul è considerata una città globale ed è una metropoli dalla lunga storia: era una città greca dal nome di Bisanzio fino al 330, poi capitale dell’impero bizantino col nome di Costantinopoli sino al 1453 e infine capitale dell’impero ottomano senza un nome né una grafia ufficiale. La sua ricchissima storia ha lasciato notevoli testimonianze archeologiche e architettoniche che la rendono anche un centro turistico di rilevanza mondiale. “E’ impossibile intender bene la descrizione dell’entrata in Costantinopoli, se non si ha chiara nella mente la configurazione della città. Supponga il lettore d’aver davanti a sé l’imboccatura del Bosforo, il braccio di mare che separa l’Asia dall’Europa e congiunge il mar di Marmara col mar Nero. Stando così s’ha la riva asiatica a destra e la riva europea a sinistra; di qui l’antica Tracia, di là l’antica Anatolia. Andando innanzi, infilando cioè il braccio di mare, si trova a sinistra, appena oltrepassata l’imboccatura, un golfo, una rada strettissima, la quale forma con il Bosforo un angolo quasi retto, e si sprofonda per parecchie miglia nella terra europea, incurvandosi a modo di un corno di bue; donde il nome di Corno d’Oro, ossia corno dell’abbondanza, perché v’affluivano, quand’era porto di Bisanzio, le ricchezze di tre continenti. Nell’angolo di terra europea, che da una parte è bagnato dal mar di Marmara e dall’altra dal Corno d’Oro, dov’era l’antica Bisanzio, s’innalza, sopra sette colline, Stambul, la città turca. Nell’altro angolo, bagnato dal Corno d’Oro e dal Bosforo, s’innalzano Galata e Pera, le città franche. In faccia all’apertura del Corno d’Oro, sopra le colline della riva asiatica, sorge la città di Scutari. Quella, dunque, che si chiama Costantinopoli, è formata da tre grandi città divise dal mare, ma poste l’una in faccia all’altra, e la terza in faccia alle due prime, e tanto vicine tra loro, che da ciascuna delle tre rive si vedono distintamente gli edifizii delle altre due, presso a poco come da una parte all’altra della Senna e del Tamigi nei punti dove sono più larghi a Parigi e a Londra”. Da Costantinopoli di Edmondo De Amicis. Il fascino di Istanbul sta già in questa intensa descrizione di De Amicis. Tanto perfetta da riuscire a vedere la città che, parola dopo parola, si disegna davanti ai vostri occhi. È principalmente conosciuta per la sua architettura bizantina e ottomana, ma i suoi edifici riflettono i vari popoli e imperi che l'hanno governata. Instanbul è patria di almeno tre religioni importanti, Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo; quindi si incontrano lungo le vie cittadine sia chiese, sinagoghe e moschee, come la Basilica di S. Sofia, l’ex chiesa cristiana di San Giovanni di Studion, trasformata in moschea; la Chiesa di Santa Irene, capolavoro dell’architettura bizantina, trasformata dai turchi prima in un deposito d’armi e attualmente in una sala di concerti; la Moschea Blu, voluta dal sultano Ahmed I e terminata nel 1616, la quale si trova a pochi passi da Santa Sofia. Caratteristica della Istanbul ottomana è la quasi totale assenza di un’architettura civile in pietra. Infatti gli ottomani usavano come materiale di costruzione per le case il legno, così che il tempo, i terremoti ed i numerosi incendi hanno fatto scomparire quasi dovunque le abitazioni della città ottomana, sostituite oggi da anonimi caseggiati. Dell’epoca ottomana sono ancora in funzione il Grande Bazar d’Istanbul e il Bazar delle spezie d’Istanbul, grandi mercati al coperto dove si trovano numerosissimi negozi caratteristici e che attirano costantemente folle di turisti. I Sultani risiedevano sino alla meta dello ottocento nel Palazzo Topkapi (letteralmente “Porta del Cannone”). Esso consiste di una serie di edifici, giardini e chioschi situati sul Promontorio del Serraglio (“Saray Burnu”), il quale divide il Corno d’Oro e il mar di Marmara, e prende il nome da una porta (oggi scomparsa) delle mura che lo proteggono. Fondato nel 1459, crebbe inglobando il sito dell’antica acropoli greca e bizantina, ed è oggi trasformato in un museo. Nei secoli successivi, l’architettura ottomana è stata soppiantata da stili europei, perlopiù in stileneoclassico e, più tardi, Art Nouveau. Il meeting in Turchia è stata per lo più l’occasione per visitare la scuola di Zhoo e conoscere il sistema scolastico turco in generale. L'istruzione di base è obbligatoria a partire dall'età di sette anni per la maggior parte dei bambini, anche se alcuni bambini il cui sviluppo fisico è ritenuto opportuno possono entrare a scuola all'età di sei anni. Come regola, un solo insegnante segue la stessa classe durante gli otto anni che dura l'istruzione obbligatoria. A causa del gran numero di bambini in età scolare e la mancanza di capacità delle scuole, è comune per loro di operare in due turni distinti, uno al mattino e uno al pomeriggio. La dimensione media delle classi è compresa tra 20 e 40, ma in alcune zone rurali dove ci sono carenze di insegnanti questo numero è a volte superato. A livello nazionale, la classe tipica ha una lavagna con un ritratto di Atatürk con una copia del suo discorso ai giovani turco da un lato e l'inno nazionale di un altro. I principi di Atatürk, considerato molto importante, vengono insegnato ai bambini dai primi anni di scuola. Gli studenti indossano uniformi, di solito blu, anche se in alcune scuole sono neri. Ogni giorno i bambini iniziano la scuola con la cerimonia del mattino e la concludono con quella del pomeriggio: durante le cerimonie fanno il giuramento alla patria mentre issano ed ammainano la bandiera. All'inizio di ogni giorno di scuola, gli studenti promettono di essere onesti in coro, studiosi, rispettare gli anziani, per proteggere i più piccoli e amare il loro paese più di se stessi. L'istruzione è gratuita fino all'istruzione superiore, anche se i genitori devono comprare le uniformi e il materiale scolastico. La durata del percorso scolastico primario è di otto anni dal 1998. Alla fine della scuola primaria tutti gli studenti devono sostenere un esame finale che dà loro accesso all’ istruzione secondaria. Mercoledì 7 gennaio 2015 partiamo dalla stazione Ferroviaria di Cesena alle h. 7.20 e giungiamo all'aeroporto di Bologna per prendere il volo delle h. 11.30 per Istanbul. Dopo ripetuti rinvii a causa del forte vento, alle h.16.00 circa partiamo e atterriamo dopo due ore e 45 minuti all'aeroporto di Ataturk, dove ci accolgono il Preside e due colleghi turchi, che con le loro auto ci accompagnano all' hotel . Giovedì 8 gennaio alle h. 8.00 il Preside e il collega referente del nostro Progetto Comenius ci accompagnano, a bordo di un pullmino, in una zona boschiva su una collina da cui si può ammirare uno splendido panorama: alcune delle 7 colline su cui si estende la città di Istanbul e un grande lago. Con noi c'è anche il team delle colleghe spagnole e croate. Purtroppo nevica, soffia un vento gelido e il terreno è ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio. L'hotel in cui alloggiamo è fuori città, il traffico è sempre molto intenso e per raggiungere i luoghi che dobbiamo visitare trascorriamo molto tempo a bordo del pulmino. Anche per questo motivo salteranno due mete che erano state inserite nell'itinerario del Meeting: il parco dei monumenti storici turchi in miniatura e il Topkapi Palace. Dopo la passeggiata nella foresta di Istanbul, raggiungiamo la stazione di una funivia da cui partiamo e saliamo sulla collina chiamata Pierre Loti dalla quale si può ammirare il famoso “Corno d'oro” e i due ponti sullo stretto del Borneo. Tutto il pendio della collina è occupato dalle tombe di un cimitero. Pranziamo in uno storico Ristorante sulla spiaggia del Corno D'Oro degustando piatti tipici turchi. Nel pomeriggio visitiamo la Eyup Sultan Mosque, dove ci sono le spoglie di Ataturk che nel 1923 fondò l'attuale Turchia. Intorno alla Moschea vi è un cimitero. Percorriamo alcune vie della città vecchia, dove osserviamo la vita frenetica degli oltre 20 milioni di abitanti di Istanbul. I negozi sono stracolmi di ogni genere di merce e i negozianti sono molto cordiali con noi, sentendo che siamo italiane. Le vie sono strette e la raccolta dei rifiuti è effettuata da un uomo che traina un carretto a due ruote dentro il quale sversa i bidoni. La mattinata di Venerdì 9 Gennaio 2015 la trascorriamo nella scuola di ZHOO, dove insegnanti e alunni ci accolgono calorosamente e assistiamo in alcune classi alle lezioni di Inglese, Scienze, Studi Sociali e Arte. Appesi alle pareti dei corridoi vi sono moltissimi disegni delle bandiere e delle Nazioni che fanno parte del nostro Progetto Comenius. Vi sono anche cartelloni con disegni, foto e testi scritti a mano dagli alunni inerenti le città, i monumenti e le tipicità di ogni Nazione del Progetto. Le classi sono miste e formate da 40 alunni che indossano quasi tutti una divisa di colore rosso e giallo (i colori della bandiera turca). Ogni ora di lezione di 50 minuti è scandita da una musichetta e l'intervallo dura 10 minuti. Le lezioni iniziano alle h. 7.00 del mattino con l'alza bandiera e un momento comune in cui vengono recitate alcune regole di comportamento. Alle h. 12.00 esce il primo turno di alunni ed entra il secondo. Alcuni studenti, nel teatrino della scuola, si esibiscono per noi in canti, musiche e danze tradizionali Turche, poi ci viene offerto un pranzo con molte pietanze tipiche preparate da genitori e insegnanti. Nel pomeriggio, prima di proseguire nella tabella di marcia del Meeting, il Preside ci chiede di accogliere una modifica imprevista, poiché un suo alto Dirigente Scolastico ha espresso il desiderio di incontrarci. Così trascorriamo parte del pomeriggio nel suo ufficio a sorseggiare the e caffè turco in un dialogo non sempre facile. Infine i gentili colleghi che ci ospitano ci accompagnano a visitare il grandioso e fiabesco Topkapi Palace (il Palazzo del Sultano), ma ormai è tardi e non è più consentito l'ingresso, perciò veniamo accompagnate vicino al centro città e, dopo aver salutato tutti i colleghi, trascorriamo la serata camminando lungo l'affollata via principale di Istanbul che conduce alla famosa e grandissima Piazza Taksim. Osserviamo i numerosi e bei negozi dentro ai quali ogni tanto entriamo per sfuggire al vento sferzante e agli 8 gradi sotto lo zero. Nell'aria gelida si spande l'odore intenso delle castagne che alcuni venditori cucinano lungo la strada ed espongono semi sbucciate sui loro carretti. Sono grossissime.....e buonissime. Inaspettatamente scopriamo una grande antica chiesa cattolica dedicata a S. Antonio, dove ci sono 4 sacerdoti francescani. Qui le chiese cristiane non possono avere l'accesso direttamente su una strada, questa infatti è preceduta da una recinzione e da un cortile, ma anche le moschee sono precedute da cortili. Dopo aver cenato torniamo all'Hotel. E' molto tardi e siamo stanchissime. Sabato 10 gennaio 2015 Alle h. 8.3o circa i nostri gentilissimi colleghi turchi, preside in testa, sono già pronti per accompagnarci con il solito pullmino a visitare le bellezze storiche della città, ma prima di partire ci omaggiano di un piatto di ceramica dipinto a mano, che è un prodotto dell'artigianato locale. Sarà il cimelio per il nostro Istituto di Gatteo. Purtroppo il cielo è plumbeo, la pioggia fitta e il vento gelido. Il traffico è sempre molto intenso. Entriamo nella moschea blu dopo esserci tolte le scarpe e coperte il capo. Camminiamo dove ci è consentito: la parte laterale sinistra (guardando verso La Mecca), il tappeto sotto i nostri piedi è morbidissimo. La zona centrale della moschea è vietata ai turisti: è grande quanto una piazza ed è interamente ricoperta da un tappeto. Un uomo ci sta passando l'aspirapolvere. Saliamo una ripida scala a chiocciola di pietra che si snoda dentro a uno stretto minareto e giungiamo su una vasta balconata da dove si ammira la moschea dall'alto, ma il muro delle cupole è ancora lontano. Ci vorrebbe un po' di sole per poter ammirare la bellezza dei vetri a mosaico coloratissimi, le cupole e le pareti dalle splendide tonalità del blu. Purtroppo il cielo scuro e la scarsissima luce interna ce lo consente solo in minima parte. A piedi, sotto una pioggia battente che non ci ha permesso di fare foto o soffermarci ad ammirare alcuni antichi resti romani, abbiamo raggiunto la Basilica di S. Sofia, eretta dall'imperatore Costantino che le diede questo nome in omaggio a sua madre che per prima si convertì al Cristianesimo. Anche qui abbiamo trovato molti turisti. La basilica purtroppo conserva solo alcuni degli splendidi mosaici del periodo in cui Costantinopoli, poi Bisanzio e ora Istanbul, era la capitale dell'Impero Romano d'Oriente. Poi siamo scesi a visitare la Cisterna della Basilica, che si trova sotto la basilica e serviva a fornire di acqua la città. Fu costruita dall' Imperatore Giustiniano nel 532 ed è composta da 12 file di 28 colonne ciascuna, tutte con capitelli e variamente scolpite, poiché provenienti da diversi templi. Ci si può camminare in mezzo grazie ad una pedana sull'acqua e nella quale nuotano numerose carpe. Il luogo è molto suggestivo, forse anche per questo accettiamo volentieri di indossare antichi e splendidi abiti arabi e posare per una foto “storica”. Infine usciamo e, sotto la pioggia sempre più fitta e gelida raggiungiamo un ristorante molto caratteristico, dove ci sono due donne velate che, sedute su cuscini, stendono un sottile impasto con il matterello, lo farciscono e lo cucinano su una telia, proprio come i nostri “consoni romagnoli” e,,,,sorpresa?! La chiamano “PIDA” come il nostro dialetto. Dopo aver gustato piatti della cucina tradizionale Turca, comodamente seduti su morbidi cuscini e liberati delle scarpe, ripartiamo per raggiungere il vasto Bazar di Istanbul. E' già buio quando ci inoltriamo curiose in quel labirinto di viuzze grande come un centro storico delle nostre città e, per non perderci, decidiamo di procedere solo diritto. I negozi espongono bella e raffinata merce di ogni tipo, è un brulicare di voci, di luci e di odori. Abbiamo solo un'ora di tempo e ci rendiamo conto che non basterebbe una giornata per visitare il meraviglioso Bazar di Istanbul. L'ora a nostra disposizione scivola via, ma quando giriamo i tacchi per tornare dalla porta da cui siamo entrate, la troviamo chiusa, le luci spente, non sappiamo dove sia un'altra uscita. Nel volger di pochi istanti vie e negozi si svuotano e rimangono solo i venditori. Scopriamo così che alle h.18.30 in punto il Bazar si chiude come uno scrigno. Fortunatamente un venditore ci indica la porta più vicina e sgusciamo fuori. Ritroviamo i nostri colleghi con i quali raggiungiamo il pullmino. La nuova meta è l'altra Istanbul, quella Araba, perciò dobbiamo attraversare uno dei due lunghissimi ponti che attraversano e congiungono lo Stretto del Bosforo. Istanbul infatti si estende da est a ovest per più di cento km. Prima di giungere al ponte, percorriamo una strada a otto corsie per senso di marcia a passo d'uomo, poiché sono tutte sature a tal punto che tra le file degli automezzi camminano venditori di pane, banane e articoli vari. Dopo più di due ore raggiungiamo una grande ed elegante imbarcazione per una crociere con cena sul Bosforo. Dall'ampia sala possiamo ammirare splendidi palazzi e moschee illuminati specchiarsi sull'acqua e i due ponti le cui luci cambiano lentamente e continuamente colore. Durante la serata assistiamo ad un colorito e vivace spettacolo di musiche e danze tradizionali turche, tra cui la caratteristica “Danza del ventre”. Prima di risalire sul pullmino che ci riporterà all' Hotel salutiamo con grande simpatia e gratitudine il Preside e i colleghi turchi che in questo Meeting si sono prodigati a tempo pieno per farci conoscere e assaporare le bellezze e le tradizioni del loro Paese, che è l'argomento del nostro Progetto Comenius. La mattina seguente riprendiamo l'aereo e dopo un brusco atterraggio, nel pomeriggio siamo a casa. Fra poco sarà Lunedì e torniamo a scuola.