Turismo sessuale e prostituzione 2,5 milioni coinvolti nel mondo
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Turismo sessuale e prostituzione 2,5 milioni coinvolti nel mondo
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2008 il fatto 3 Da oggi riuniti i rappresentanti di 130 nazioni. Il giro d’affari della tratta di bambini e del loro coinvolgimento nella pornografia supera i 10 miliardi di dollari. Colpiti soprattutto Cina, India, l’intero Sud-Est asiatico, Messico e Brasile Minori sfruttati Turismo sessuale e prostituzione 2,5 milioni coinvolti nel mondo DI STEFANO VECCHIA i inaugura oggi a Rio de Janeiro il Terzo Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori e degli adolescenti. L’evento radunerà nella metropoli brasiliana circa 3.000 partecipanti da 130 nazioni e tra questi almeno 300 giovani delegati. In agenda, il traffico di bambini a scopo sessuale, l’uso dei minori in Internet e per la pornografia, gli abusi sui minori impiegati come lavoratori domestici. Per la prima volta, i tradizionali interlocutori (governi, Ong, agenzie delle Nazioni Unite) saranno affiancati da leader religiosi e da parlamentari di diversi Paesi, oltre che da rappresentati di settori imprenditoriali, per creare una nuova alleanza che consenta una più efficace azione di controllo e repressione, ma anche di colpire le radici del fenomeno: povertà, ignoranza, consuetudini, interessi. Il traffico di esseri umani a scopo sessuale è, tra i crimini transnazio- S nali, uno dei più abietti, lucrosi e dallo sviluppo più rapido. Con un giro d’affari stimato in 10 miliardi di dollari annui, coinvolge come vittime un gran numero di minori: 2,5 milioni, secondo il recente studio dell’Onu sulla violenza contro i bambini. Un problema globale che per le sue caratteristiche richiede l’impegno congiunto di governi, organizzazioni internazionali, non governative e delle comunità locali. Questo impegno si è andato concretizzando con gradualità negli ultimi 15 anni. Inizialmente in modo incerto e per attori isolati. Ben presto ci si è resi conto della necessità che i dati e le campagne avviate da Unicef, dal Gruppo di Ong per la Convenzione dei diritti dei bambini, da Ecpat International e – primo in Europa – dal governo svedese trovassero un punto di confronto e di proposta. Questo fu il primo Congresso contro lo sfruttamento sessuale ad uso commerciale dei bambini, tenuto a Stoccolma nel 1996. A Rio la III Conferenza internazionale, chiamata a fare il punto sul turpe fenomeno e a proporre strumenti per frenarlo Un tema specifico e delicato per affrontare un problema allora poco conosciuto e ancor meno dibattuto. La partecipazione congiunta di governi e Ong, di rappresentanti delle polizie mondiali e dei minori ne definì il carattere di vero "evento". Nessuno poteva più ignorare il problema, tutti erano chiamati a fare "qualcosa". I risultati concreti vennero presentati nel successivo congresso, a Yokohama, Giappone, nel 2001, dove si espresse la risoluzione ad affrontare congiuntamente offerta e domanda su mercato del sesso minorile e accrescere la partecipazione degli stessi giovani. Incontri a livello regionale tenuti tra il 2004 e il 2005 per fare il punto sulla situazione in vista di Rio 2008, hanno mostrato trend positivi a livello globale, come la modifica di leggi esistenti oppure la promulgazione di nuove norme per contrastare le diverse forme di sfruttamento sessuale, ma ha evidenziato sovente carenze nell’applicazione di queste leggi come per l’assistenza e il recupero alle vittime. Di qui l’importanza del congresso che si apre oggi. «Anche l’Italia è in prima linea nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori. Anzi, il nostro Paese si sta dotando di strumenti giuridici e i volontari dell’Ecpat «Non è soltanto colpa di chi viaggia ma il settore deve fare molto di più» italiano Giorgio Berardi è responsabile del Programma per la lotta al turismo sessuale di Ecpat, ong tra le più attive nel combattere gli abusi ai minori. Lo abbiamo incontrato nella sede centrale di Bangkok. Lotta allo sfruttamento sessuale dei minori. Da dove partire? Occorre aggirare gli stereotipi e vedere anzitutto il problema nel contesto locale, Giorgio Berardi: suo dove maggiormente si collocano ragioni appena 900 e conseguenze. Nelsocietà hanno le Filippine, lo sfruttamento avviene sosottoscritto prattutto sui minori il codice di del posto sfruttati in loco; in Thailandia, autoregolamenavviene in un contetazione sto transnazionale, per l’esistenza di una tratta consolidata che qui ha il suo centro; in Vietnam, la commistione tra ideologia, tradizione e cultura dell’avere comincia ora a mostrare i suoi danni sui giovani; il Laos è più chiuso, più arretrato ma forse anche più semplice da "conquistare" da parte del network pedofilo, meno dal turista in cerca di emozioni proibite. L’ambasciatore tedesco a Bangkok ha consegnato al governo thailandese una lettera in cui si chiede l’impegno a contenere lo sfruttamento sessuale dei minori. Qual è il ruolo dei governi e quale quello delle istituzioni internazionali? Diciamo che se fosse solo un problema locale non diventerebbe mai oggetto di attenzione internazionale. Qui in Thailandia, ma lo stesso vale per la maggior parte dei Paesi a forte afflusso turistico, gli stranieri sono visibili e anche noi cerchiamo attraverso di loro di dare visibilità a fenomeni di sfruttamento che non potrebbero però prosperare – non a certi livelli – se non emergessero da ambiti sociali e culturali oggi soggetti a mercificazione, dissoluzione di valori, nuovi e costanti stimoli al possesso. C’è un esempio che mi piace citare, quello cambogiano. In anni in cui il Paese cercava a fatica una via di sviluppo e di democrazia, era diventato meta preferenziale per i pedofili. Tuttavia, in L’ tempi recenti, si è vista una reazione di sistema giudiziario, polizia, società. Il concorso di alcune Ong ha permesso alla polizia di indagare e denunciare turisti del sesso e pedofili: ora le cose stanno migliorando. Una volta che esistono prove e una denuncia circostanziata, la polizia non può fare altro che intervenire. Turismo sotto accusa. A ragione? In parte, ma non possiamo dimenticare i suoi benefici. Vero è che solo 900 aziende turistiche nel mondo hanno adottato il codice di autoregolamentazione contro il turismo sessuale. Troppe fanno ancora fatica ad agire in concreto, pur riconoscendo di non volere avere a che fare con una realtà che porta discredito. Noi di Ecpat spingiamo per il codice di autoregolamentazione, cercando di ottenere una massa critica tale che siano la stesse aziende a chiederci di associarsi avendone poi benefici di immagine. Stefano Vecchia tecnologici all’avanguardia per contrastare il fenomeno anche nei suoi aspetti più "moderni" come la pedopornografia e l’adescameno dei minori via Internet». Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità, ha fatto il punto del problema e ha anticipato i contenuti del suo intervento in qualità di rappresentante del governo italiano, al Congresso di Rio in un’intervista all’agenzia AdnKronos. In particolare, Carfagna ha sottolineato il ruolo che avrà l’appena annunciato Garante per l’Infanzia. «Questa figura sarà un "grande occhio", ma dotato anche di "grandi braccia". Avrà compiti operativi e poteri che gli permetteranno di agire veramente a salvaguardia dei diritti dei bambini – ha detto il ministro –. Ad esempio, attraverso un numero verde, il 114, il Garante riceverà segnalazioni da parte dei cittadini di casi di abusi sui minori, potrà effettuare visite di controllo nelle strutture pubbliche e private dove siano presenti minori e dovrà Enrico Aglietta Il tour operator «A Bangkok fenomeno ridotto grazie all’opera di tanti attori» l ruolo dell’industria turistica nello sfruttamento dei minori è dibattuto e controverso. Enrico Aglietta è responsabile per la Thailandia di Asco International, tour operator che gestisce parte del flusso turistico dei nostri connazionali verso Thailandia, Myanmar e Indocina. Il Sudest asiatico è una delle aree del mondo in cui povertà, carenze legislative e facilità di accesso alimentano il mito del "paradiso del sesso". È così? Non basta solo guardare alle cifre, in particolare riferite alla situazione locale. Occorre porre le cose in una prospettiva corretta e impegnare su questo l’industria turistica. Serve mettere in guardia sul permanere di antiche e radicate abitudini locali, ma anche sul contenimento delle forme di sfruttamento legate ai rapporti sempre più aperti con il resto del mondo. E il turismo che ruolo gioca? Ben diverso da quello di venti, trent’anni I anni la I manifesti di Ecpat: 14 pedofilo ragazza, 10 di pena al In Italia c’è una legge, ora nuova campagna Ma un solo condannato su 80mila «orchi» DA MILANO NELLO SCAVO ontro il turismo sessuale non dobbiamo lasciare nessuna strada inesplorata. È necessario rendere esecutive leggi che peraltro in Italia già esistono e che prevedono una pena dai 6 ai 12 anni di reclusione per chi fa propaganda o partecipa a viaggi finalizzati allo sfruttamento e all’abuso sessuale a danno dei minori». Il recente appello del sottosegretario con delega al Turismo, Michela Brambilla, che ha lanciato una campagna ad hoc, è purtroppo sostenuto da dati reali. Ogni anno circa 80mila italiani si recano nei Paesi in via di sviluppo ed abusano sessualmente di minori. L’età media degli “orchi” da esportazione si è abbassata ed è di norma compresa tra i 20 e i 30 anni. Nel mondo sono stimati «C oltre due milioni di minorenni vittime del turismo sessuale, un quarto asiatici. Queste cifre sono state elaborate da “Legale nel sociale”, un’organizzazione di avvocati che ha incrociato gli studi realizzati dall’Unicef e i rilievi sul campo svolti da Ecpat. Gli specialisti hanno tracciato il profilo degli insospettabili che, niente affatto occasionalmente, salgono sui voli diretti nelle capitali della pedofilia. Le tariffe della prostituzione minorile si aggirano intorno ai 20 dollari, ma in alcuni Paesi, come le Filippine e il Brasile, sono sufficienti anche 5 soli dollari. Secondo dati delle Nazioni Unite, il maggior numero di bambini vittime di turisti pedofili si trova in Cina (600mila); seguono l’India (575mila), il Messico (370 mila) e la Thailandia (300mila). Indagare su questi reati è proibitivo. Spesso le polizie dei Paesi coinvolti non anche comunicare al Tribunale per i minorenni le segnalazioni ricevute affinché siano aperte procedure penali contro i colpevoli di abusi e provvedimenti di protezione nei confronti dei minori». Un futuro di dignità per i figli del Brasile, come per quelli del Messico, della Thailandia, della Cambogia, delle Filippine o dell’India passa anche dal recupero della dignità dei viaggiatori del Nord del mondo. Oggi la tipologia dei cacciatori di minori all’estero vede, secondo Ecpat, al 65% turisti occasionali, al 30% turisti abituali, al 5% pedofili. Nelle loro mire, per il 60%, minori tra i 13 e i 17 anni d’età, per il 30 % dai 7 ai 12 anni, per il 10% da 0 ai 6anni; al 75% femmine per 25% maschi. A Rio dovrà passare il messaggio che la voglia di svago, di esotismo, il disinteresse o l’ignoranza, anche dei nostri connazionali, non dovranno più trovare uno sfogo sulla pelle dei bambini, in questo impegnando Paesi di provenienza e di accoglienza. La campagna italiana anti-turismo sessuale collaborano con gli investigatori occidentali. In Italia, nonostante le modifiche legislative apportate nel 2006, vi è stata solo una condanna (non definitiva). Si tratta del veronese Giorgio Sampech. L’uomo trascorreva in Thailandia 6 mesi l’anno. Accusato di aver stuprato oltre 400 bambine (vendute da genitori o dai mercanti di piccoli schiavi), al 56enne sono stati inflitti in primo grado lo scorso anno dal tribunale di Milano14 anni e 65mila euro di multa. fa, quando – parliamo della Thailandia – si organizzavano dalla nostra Europa gruppi di ogni genere e consistenza che avevano perlopiù un unico scopo, quello sessuale. Ora tutto ciò non è più o, almeno, non è più tanto evidente. Questo dipende dal fatto che molti sono ora i viaggiatori singoli, che si organizzano in proprio senza passare dalle organizzazioni turistiche, dal fatto che un certo turismo orgaEnrico Aglietta: nizzato ha trovato dove si proprie strade (anche attraverso Ininterviene ternet)… Risente il contrasto però anche del fatto che il turista sesfunziona, ma in suale ha trovato alAsia adesso tre mete nel tempo, aggirando – almealtre mete no per l’Italia – un Paese che innalza barriere linguistiche ardue da superare per noi che non sempre mastichiamo anche l’inglese. Pedofilia e turismo,un’associazione stretta o così appare dall’esterno... A parte la difficoltà di definire quali siano le categorie di persone, di viaggiatori, che rientrano sotto la qualifica di "pedofilo", distinguendolo da chi finisce con l’incontrare minorenni ma non fa di questo l’obiettivo primo del suo viaggio, posso dire che in Thailandia il fenomeno, riferito agli stranieri si è ampiamente ridimensionato. Per interventi del governo, per una diversa coscienza internazionale, per l’impegno di singoli e organizzazioni che difendono i minori e denunciano gli aggressori. Purtroppo, nel tempo, in questa regione, si sono affacciate mete alternative, in Paesi che offrono scarse prospettive di benessere, come Myanmar, Laos e Cambogia. In particolare, la Cambogia, almeno in anni recenti (ma la situazione sta migliorando), dove lo sviluppo dell’industria turistica e degli investimenti a Phnom Penh e nella regione di Angkor, prima, e successivamente nell’area balneare di Sihanoukvillle a sud, ha fornito luoghi sicuri alla prostituzione infantile e ai suoi sfruttatori. (S.Vec.)