23 Settembre 2005
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23 Settembre 2005
PIEMONTE 16 VB La Prealpina Venerdì 23 Settembre 2005 Lagostina e sindacati ai ferri corti Camionista denuncia padrone Ieri due ore di sciopero. L’azienda: atteggiamento di ostilità PARUZZARO - (m.f.) - «Mi fanno tenere ritmi pazzeschi. Sono tre mesi che non mi viene concesso un turno di riposo. Devo stare al volante anche 15-16 ore al giorno». Un fiume in piena. Sono le prime parole che un rumeno di 37 anni, camionista di professione, ha pronunciato ieri, quando è stato fermato da una pattuglia della Polstrada di Romagnano. E da lì hanno preso il via ulteriori accertamenti. Gli uomini del comando sesiano hanno immediatamente inviato una segnalazione all'Ispettorato del lavoro di Ascoli Piceno e alla sezione della Stradale della località marchigiana, nella cui provincia ha sede la ditta (impegnata nel settore dei trasporti: possiede un centinaio di mezzi) cui appartiene l'autotreno condotto da quest'extracomunitario in possesso di OMEGNA - Due ore di sciopero, ieri, nello stabilimento di via Magenta e un incontro con il presidente della Regione Mercedes Bresso e il vicepresidente Gianluca Susta, in questi giorni a Verbania. È la prima concreta risposta delle maestranze Lagostina alla decisione del gruppo Seb-Tefal di avviare la procedura di mobilità per i 70 esuberi confermati nel nuovo piano industriale. Una decisone inaspettata e repentina per le orgnaizzaizoni sindacali, che contestano la nuova dirigenza Lagostina. «La decisione è inaccettabile - dichiara il segretario della Fim-Cisl Luca Caretti -, non tanto nei contenuti quanto nel metodo. Avevamo appena avviato un approfondimento rispetto alle linee di sviluppo dell'attività produttiva e alla riorganizzazione del lavoro - spiega Caretti - e oggi l'azienda decide di muoversi senza confrontarsi». L'avvio della procedura di mobilità entra nel merito dei livelli occupazionali e della ristrutturazione aziendale. Quest’ultima certo già nota, ma oggi si assiste a un’accelerazione inaspettata delle trattative. «La vertenza Lagostina resta complicata anche dopo la definizione dei nuovi assetti societari», prosegue il segre- regolare permesso di soggiorno. Il mezzo è stato bloccato mentre percorreva l'A26. Il posto di controllo era situato all'altezza della barriera del Lago Maggiore. Sarebbero stati utilizzati (in modo da cercare di aggirare eventuali verifiche) più dischi, lo strumento in cui si registrano velocità, ora d'inizio e fine del viaggio, il numero di chilometri percorsi, e il nome e il cognome dell'autista. Oltre alle soste effettuate. L'uomo ha anche sostenuto d’essere stato costretto (pena il licenziamento) a firmare per quietanza relativamente a periodi di ferie di cui in realtà non avrebbe mai usufruito. Alcune volte le sue mete erano entro i confini italiani, ma più spesso viaggiava all'estero. Scatteranno ora delle sanzioni, innanzitutto per il mancato rispetto del limite massimo dei tempi di guida. Oggi due pattuglie saranno impegnate in nuovi rilievi lungo la Voltri-Gravellona. Da sabato in avanti sono stati multati 15 conducenti. In più sono state ritirate due patenti a giovani, che si sono messi al volante ebbri. Entrambi sulla statale del Sempione, a Castelletto. Altra operazione a Fontaneto sull'Autotrafori. È stato disposto il fermo amministrativo di una Mercedes Slk, di proprietà di un'azienda di Gravellona, che non aveva stoppato la sua marcia dopo essere stata sorpresa dal telelaser oltre i limiti. Il provvedimento è dovuto al fatto che la società -attiva nell'indotto delle rubinetterie- si trova in stato di insolvenza tanto che la concessionaria ha già iniziato le pratiche per la riscossione. tario della Fim-Cisl. Il piano prevede infatti il recupero di produttività proprio attraverso una serie di azioni tra le quali figurano anche il taglio dei settanta posti di lavoro. Un passaggio noto, che le orgnaizzazioni sindacali intendono discutere con i vertici Lagostina, ma l'apertura della mobilità in questi termini rischia di raffreddare il confronto. Diversa invece la posizione dell'azienda, che in un comunciato fa sapere: «Per motivazioni irrilevanti e comunque risolvibili con il consuento dialogo, le Rsu hanno subito minacciato la mobilitazione. A fronte di questa evidente azione di contrasto e ositilità verso l'azienda - prosgeue il documento - siamo stati obbligati ad attivare la procedura di mobilità». La nota si conclude però rinnovando la disponibilità al confronto e al dialogo con i lavoratori e il sindacato. E se per Lagostina le acque tornano ad agitarsi, alla Nicrom di Bagnella le prospettive per gli oltre venti dipendenti non sono migliori. Alla cassa integrazione ordinaria di sette settimane, infatti, potrebbe seguire, subito dopo, l'avvio della procedura di mobilità. Maria Teresa Masiello Zanotti apre all’ospedale unico, ma non a Piedimulera Incontro fra Valpreda e i sindaci. L’assessore regionale: i confini dell’Asl non sono in discussione VERBANIA - (m.ra.) L'apertura del sindaco di Verbania, Claudio Zanotti, all'ipotesi dell'ospedale unico provinciale costituisce la novità più rilevante dell'incontro, ieri pomeriggio al Tecnoparco del Lago Maggiore, tra gli amministratori locali e l'assessore regionale alla Sanità, Mario Valpreda. Apertura, beninteso, non all'ipotesi di Piedimulera e fatta salva l'esigenza di «integrare, specializzandoli, Verbania e Domodossola in attesa di una realizzazione da presentare ai cittadini in tempi medi». Zanotti ha presentato il mutamento di rotta come una "evoluzione" maturata nel confronto con la realtà senza rinnegare la battaglia referendaria che l'aveva visto, a Verbania, fra i promotori del referendum che aveva bocciato il piano Ares. «Dobbiamo renderci conto - ha spiegato Zanotti - che due ospedali generalisti, cosí come li abbiamo conosciuti fino ad ora, non sono realisticamente mantenibili. E che la realizzazione di una medicina territoriale, i distretti sanitari, in un territorio come il nostro può rispondere a molte esigenze, ma non a tutte». «Un’ipotesi del genere - ha ricordato il sindaco di Pallanzeno, Paolo Blardone -, già esiste. Ed è quella decisa da 58 sindaci su 74 nel gennaio 2001. Ipotesi per studiare la quale sono già stati spesi 1.400 milioni di vecchie lire». «Pur essendo favorevole all'ospedale unico - questa l'opinione espressa dal sindaco di Premosello Chiovenda, Giuseppe Monti - chiedo alla Regione di proporci un’alternativa in tempo utile per la consultazione promossa dalla Provincia, in modo da mettere i cittadini in grado di optare per un’ipotesi ben definita anziché barrare soltanto un sí ed un no». «Noi eravamo stati scelti per l'ospedale provinciale - ha ricordato Gian Mauro Bertoja, di Piedimulera - e abbiamo adeguato il nostro piano regolatore a questa destinazione. Diteci, adesso, cosa avete intenzione di fare. Ma ditecelo». In precedenza indicazioni precise erano state chieste anche dal presidente della conferenza dei sindaci, Augusto Quaretta. L'omegnese Alberto Buzio aveva sollecitato una verifica della funzionalità del Centro ortopedico di quadrante esprimendo la sua preferenza per un’integrazione dei presidi esistenti. «Come sindaco di Domodossola - è intervenuto Gian Mauro Mottini - sono vincolato dall'ordine del giorno adottato a settembre 2004 dal mio consiglio comunale che chiede il ritorno dei reparti tolti al S. Biagio e la destinazione dei fondi già accantonati per Piedimulera, in caso di rinuncia, ai presidi esistenti». «Non sono in grado, in tutta onestà - ha detto nella replica Valpreda - di dire, in questo momento, se faremo o meno il nuovo ospedale o integreremo i presidi. Apprezzo che, oggi, nessuno si sia arroccato, ma tutti abbiano chiesto indicazioni precise. Le daremo, lo dico soprattutto a Quaretta, nel piano socio-sanitario. Aver già speso dei soldi per un progetto non vuol dire che debba essere mantenuto a tutti i costi». Quanto ai paventati timori di un accorpamento dell'Asl 14, o di un restringimento dei confini, «non sono ipotesi che riguardano voi». Autonomia e investimenti tra le richieste dei sindaci I sindaci dell’Asl 14 riuniti al Tecnoparco Maggioranza divisa, traballa la giunta Moroni PETTENASCO (m.t.m.) - La maggioranza del sindaco Giuseppe Moroni vacilla. A metterla in forse è stata la recente nomina di un rappresentante della commissione edilizia chiamato a surrogare proprio il primo cittadino. Due le proposte avanzate. A quella ufficiale della maggioranza, che ha messo in votazione il nome del geometra Michel Celant, s'è contrapposta quella dell'architetto Donato Bainotti, sostenuto dal sindaco. Una candidatura avanzata personalmente -così ha sostenuto Moroni- ritenendo una sua facoltà proporre il nominativo di chi lo avrebbe sostituito. Ma il mancato accordo ha spaccato la maggioranza e la votazione è terminata con un imbarazzante pareggio: quattro a quattro. Cinque, invece, gli astenuti. Nulla di fatto, quindi. La nomina del rappresentante in commissione tornerà all'ordine del gionro di una prossima seduta del Consiglio, mentre tra i banchi della maggioranza le acque sono agitate. La mancata surroga di Moroni non sembra fine a se stessa e denota invcece una crisi politica latente all'interno della maggioranza. Lo scollamento tra i sindaco e la sua squadra è evidente. Dai banchi della minoranza giunge la richiesta di un chiarimento rispetto alla posizione del primo cittadino. Tra le due ipotesi sul tappeto c’è quella di un chiarimento all'interno della maggioranza o di un rimpasto di giunta. Nelle ultime ore pare profilarsi però la seconda. Alla riunione di maggioranza convocata ieri sera, il sindaco Giuseppe Moroni non ha partecipato. Borgomanero, altre due rotonde Circonvallazione ovest più sicura BORGOMANERO - (m.f.) - Meno due. Altrettanti semafori (entrambi lungo la circonvallazione ovest, in frazione S.Stefano) sono stati spenti e sostituiti da rotonde. In via Franzi sono sorti, dunque, due rondò. Il primo tra le vie Domenico Savio (che conduce al collegio Don Bosco) e Fornara (verso il centro del rione), vicino al campo sportivo; il secondo è tra le vie Maggiora (la provinciale) e Papa Giovanni XXIII (che sbuca sull’ex statale del Lago d'Orta). Alla luce del piano generale del traffico che Anche il vescovo Corti al sinodo Il vescovo Renato Corti NOVARA - Giunge dalla Città del Vaticano l’ennesima investitura di Renato Corti. Papa Benedetto XVI, nel ratificare l'elezione di quattro membri dell'episcopato italiano quali rappresentanti della Cei (Conferenza episcopale italian) all’undicesima Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, ha premiato il vescovo di Novara. L’incontro tra alti prelati , che si terrà in Vaticano dal 2 al 23 ottobre, verterà sul tema "Eucaristia: Fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa". La delegazione della chiesa italiana - rende noto il Sir - sarà composta dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma e al contempo proprio presidente della Cei; da monsignor Bruno Forte, che è arcivescovo di Chieti-Vasto; da monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma e rettore della Pontificia università lateranense; e, appunto, da monsignor Renato Corti, vescovo di Novara. L'elezione dei rappresentanti all'undicesima Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi s’è svolta durante i lavori della 54esima Assemblea generale della Cei, che s’è tenuta in questi giorni. All'incontro prenderanno parte anche altri due vescovi membri della stessa organizzazione religiosa. Innanzitutto dal cardinale Angelo Scola, cui è affidato il compito di relatore. Il prelato, patriarca di Venezia nominato da Giovanni Paolo II, è stato confermato in questo incarico dal suo successore, Benedetto XVI. Proprio quest’ultimo, restando in materia di sinodo, ha inoltre scelto come membro italiano dell’assise (il sesto), monsignor Francesco Cacucci, che ricopre l’incarico di arcivescovo nella diocesi di Bari-Bitonto. R.V. Cinesi sfruttati in laboratori "lager" Scoperti 120 operai tessili sottopagati. Nei guai 13 imprenditori TORINO - Cinesi sfruttati e sottopagati per produrre a bassissimo costo abbigliamento per conto di un connazionale, il quale però ha avuto la commessa da un italiano, pronto a etichettare tutto con "made in Italy". La guardia di finanza di Torino, controllando 36 laboratori tessili l’altra notte, ne ha trovati 120 tra donne e uomini, una trentina clandestini. Sono stati denunciati 13 imprenditori cinesi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per impiego di lavoratori in nero, ma le indagini proseguono per individuare i committenti, cioè gli italiani che avrebbero tratto vantaggio da questa produzione di scarso livello, ma a elevatissimo guadagno. Altro filone d' indagine è quello degli accertamenti fiscali, non ancora terminati. Il numero di irregolari scoperti pare sottostimato, visto che -al momento del blitz- in qualche laboratorio c’era solo il titolare. Tra le persone controllate 29 sono risultate prive di permesso di soggiorno: due sono state accompagnate al Centro di permanenza temporanea per immigrati. Le restanti 27 sono state colpite da decreto di espulsione. Altri due cinesi risultavano già espulsi, dunque sono stati arrestati per l'inottemperanza. I lavoratori in nero finora sono risultati 15, ma anche questa cifra sembra destinata a crescere. I locali utilizzati per questi laboratori tessili sono capannoni fati- scenti, oppure scantinati e grandi appartamenti destinati a diventare non solo luogo di lavoro, ma anche abitazioni. E spesso è l'intera famiglia a vivere e lavorare nello stesso posto. Nel corso dei blitz non sono stati trovati bambini, ma tutto lascia pensare che vivessero in laboratorio coi genitori. Quelli che vivevano fuori, invece, venivano messi a cucire di notte. È stato accertato che la paga era o a giornata (circa 10 euro) o a pezzo (una media di 50 centesimi). «In nessun caso - ha spiegato il comandante provinciale della Gdf, Claudio Peciccia - abbiamo trovato merce contraffatta o d'importazione». la giunta ha adottato nell'aprile 2001, è stata scelta la soluzione "alla francese". «Così - evidenzia il comandante della polizia municipale Giuseppe Bedendi - ha dato soddisfacenti risultati, per quanto riguarda la sicurezza e la fluidità della viabilità, anche nel nostro Comune». Questo doppio intervento dovrebbe portare con sé anche l'eliminazione delle lunghe code che affliggono la zona, che in estate ha beneficiato del completamento della pista ciclabile costata quasi 300mila euro. VERBANIA - (r.v.) - Agricoltura, pari opportunità, progetti e risorse. Questi i temi principali degli altri incontri tenuti ieri dalla giunta regionale in tour nel Vco. Al summit principale, quello con Mercedes Bresso, Paolo Ravaioli e gli amministratori, è stato il sindaco di Verbania Claudio Zanotti a sollevare le questioni più importanti: «Ci saranno riconferme dei progetti proposti ma non finanziati nel passato, o verranno definitivamente messi nel cassetto? - ha detto -. Quali sono le problematiche tipiche del territorio, e quali invece gli argomenti di più ampio respiro? Il nostro territorio è, per sua natura, molto frammentato. Credo sia nell'interesse di tutti lavorare per unificarlo, in termini di coesione sociale, economica e di rappresentazione territoriale in Regione e a Roma». Gianmauro Mottini, sindaco di Domodossola, ha posto l'accento sull'autonomia: «Bisogna valorizzare le particolarità che identificano il nostro territorio, le possibilità di affermarsi in modo competitivo e duraturo. Mi preme anche ricordare l'importanza del passo del Sempione, come porta a Nord del Piemonte, e come collegamento Italia-Europa». Per Alberto Buzio, sindaco di Omegna, la priorità è l'economia: «Il settore economico-occupazionale è in uno stato di grande sofferenza, e deve essere affronMercedes Bresso tato con impegno e risorse». Enrico Borghi, presidente Uncem, ha ribadito l'esigenza di guardare avanti, puntando su competitività e sanità. Nell’incontro "rosa" con le elette del Vco (una ventina le presenti) l’assessore alle Pari opportunità, Giuliana Manica, ha presentato il suo programma politico in materia, sottolineando gli stanziamenti chiesti anche in vista del 2007, Anno europeo delle Pari opportunità. Altro tema affrontato ieri l’agricoltura. L’assessore Mino Taricco, ha incontrato l’omologo provinciale Diego Caretti e le associazioni dei floricoltori. Annunciando un taglio del comparto pari al 20% dei fondi, ha detto: «Agiremo su tre tipologie: progetti di filiera, politiche di distretto di qualità, e distretti territoriali».