Incontro famiglie Scandella

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Incontro famiglie Scandella
Ritrovo famiglie Scandella, Pezzoli, affini e…
del Migrante
Mi ricordo...Je me souviens...I remember…
Municipio di Onore
Sabato 30 giugno 2012 ore 10:00
Collegamento Skype
Julie SCANDELLA (Windhoek, Namibia)
Famiglia COLOTTI (Adelaide, Australia)
Moderatore Mauro ROTA
Traduttrice Silvia Rota
Interventi
Gianpietro SCHIAVI, Sindaco di Onore
Paolo Olini, Sindaco di Clusone
Massimo FABRETTI, Direttore Ente Bergamaschi nel Mondo
Giorgio Valoti, Consigliere Provinciale Provincia di Bergamo
Mauro ROTA, Presidente Circolo di Bruxelles dell’Ente Bergamaschi nel Mondo
André SCANDELLA, emigrazione francese prima generazione (in francese)
Silvana SCANDELLA, mobilità professionale europea (in italiano)
Genni COLOTTI CARLETTI, emigrazione australiana seconda generazione (in inglese)
Videoconferenza Namibia e Australia
Consegna targhe di riconoscimento
Consegna attestati di partecipazione
Presentazione del libro Souvenirs
Corteo animato dal gruppo folkloristico « I Gioppini di Bergamo »
e pranzo presso il Centro Sportivo di Onore
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SVOLGIMENTO DELLA MANIFESTAZIONE AL MUNICIPIO DI ONORE
Silvana Scandella
Data:30 giugno 2012 - Luogo:Municipio di Onore (Bergamo)
Organizzazione : Comitato organizzatore: Silvana Scandella, Mauro Rota, André Scandella - Comune di Onore (Bergamo) Ente Bergamaschi nel Mondo
Titolo : Ritrovo Familiare - Mi ricordo...Je me souviens...I remember... Giornata del Migrante
Attività e Relatori:
1.COLLEGAMENTO SKYPE
- Julie Scandella, Windhoek (Namibia) - Famiglia Colotti, Adelaide (Australia)
2.MODERATORE
Mauro Rota, Presidente del Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo
3.TRADUTTRICE
Silvia Rota, studentessa ISTI (Institut Supérieur de Traducteurs et Interprètes), Bruxelles
4.INTERVENTI
- Gianpietro Schiavi, Sindaco di Onore - Paolo Olini, Sindaco di Clusone - Massimo Fabretti, Direttore Ente Bergamaschi nel
Mondo
5.CONSEGNA TARGHE
Targhe di riconoscimento dell'Ente Bergamaschi nel Mondo consegnate su indicazione del Direttore Massimo Fabretti dalle
seguenti autorità a:
- Silvana Scandella, Bruxelles (dal Sindaco di Onore)
- Arturo Scandella, Onore (ex emigrante in Svizzera dai
- Genni Colotti Carletti, Adelaide (dal Sindaco di Clusone)
Sindaci di Onore e di Clusone)
- Sylvain Scandella, Colmar (dal Consigliere Provinciale)
- Pierina Scandella, Padova (dal Consigliere Provinciale)
- Carmen Pezzoli, Doubs (dal Sindaco di Clusone)
- Juliette Pezzoli, Jura (dal Sindaco di Onore)
- Léon Colotti, Vosges (dal Sindaco di Onore)
- Philippe Scandella, Perpignan (dal Sindaco di Clusone)
6.INTERVENTO
- Giorgio Valoti, Consigliere Provinciale, Provincia di Bergamo
7.CONSEGNA RICONOSCIMENTI
Gagliardetto e libri della Provincia di Bergamo consegnati dal Consigliere Provinciale Giorgio Valoti a:
- Mauro Rota, Bruxelles - Antonia Maninetti Scandella, Clusone (ex emigrante in Svizzera)
8.INTERVENTO
- Mauro Rota, Presidente del Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo
Onore dal Mondo. Il Valore aggiunto del Migrante
9.CONSEGNA TARGHE
Targhe di riconoscimento ai promotori e organizzatori consegnate da Mauro Rota, Presidente del Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo a:
- Gianpietro Schiavi, Sindaco di Onore - André Scandella, Saint-Raphaël (Var) - Silvana Scandella, Bruxelles
10.INTERVENTI E TESTIMONIANZE
- André Scandella, Saint-Raphaël (Var) - Emigrazione francese prima generazione (in francese traduzione in italiano di Silvia
Rota)
- Silvana Scandella, Bruxelles - Da emigranti ad espatriati. Mobilità professionale europea (in italiano)
- Genni Colotti Carletti, Adelaide - Emigrazione australiana seconda generazione (in inglese trad. in italiano di Silvia Rota)
11.VIDEOCONFERENZA
- Julie Scandella, Windhoek, Namibia - Doris Colotti Perez e famiglia, Adelaide (Australia)
12.CONSEGNA ATTESTATI DI PARTECIPAZIONE
Attestati consegnati dal Sindaco di Onore, su indicazione di Silvana Scandella e Mauro Rota, simbolicamente agli zii durante la
cerimonia e a tutti i partecipanti a conclusione della manifestazione
- Francesca Pezzoli, Fino del Monte
- Antonia Maninetti Scandella, Clusone
- Pierina Scandella, Padova
- Arturo Scandella, Onore
- Virginia Scandella, Adelaide
- Antonietta Scandella, Onore
13.PRESENTAZIONE DEL LIBRO SOUVENIRS
- André Scandella
14.CONCLUSIONE
- Mauro Rota
15.ANIMAZIONE
- Gruppo folcloristico I Gioppini di Bergamo
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ONORE DAL MONDO
IL VALORE AGGIUNTO DEL MIGRANTE
Mauro Rota
Presidente Circolo di Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo
Rinnovo il saluto a tutti i presenti ringraziandoli per
la dimostrazione di sensibilità a questa iniziativa.
Quando mi sono lasciato coinvolgere dal progetto di
questo evento, mi sono chiesto quale fosse il senso
vero e profondo di questo Ritrovo. E ho cominciato a
riflettere sul percorso di Andrino, il promotore di
queste "due giornate di festa". La storia di Andrino è
particolarmente emblematica. Emigrato in Francia a
tre anni e conclusa la propria formazione scolasticoprofessionale, "espatria" ritornando a Bergamo per
otto anni come dirigente di una multinazionale a Filago per poi rientrare nuovamente in Francia dove
aveva già vissuto un'emigrazione interna da Orbey,
in Alsazia, a Compiègne
vicino a Parigi. E ora ha
sentito il forte desiderio
di sottolineare, o meglio
ufficializzare il legame
con le sue origini. Come
emblematica è la storia
riportata su "Voci dal Paese" di un ragazzo di Onore che, concluso il suo
percorso scolastico, si è
preso un anno sabbatico
per visitare l'Australia e
alcuni Paesi del Sud Est
Asiatico. Un viaggio ricco
di esperienze significative, ma che alla fine ha portato a rivalutare la propria Onore! Il fenomeno migratorio che ha toccato profondamente la terra bergamasca, con circa 50 000 Bergamaschi sparsi nel
Mondo, ed in particolare il paese di Onore, con la
sua evoluzione passando dall'emigrazione per necessità alla recente mobilità per scelta (professionale, studentesca o turistica), va visto come una grande risorsa al di là della pur importante portata delle
storiche rimesse. E pensiamo che un grande contributo a sanare la pesantissima crisi economica che
stiamo vivendo potrà darlo un'analisi non solo della
crisi del mercato globale, ma soprattutto del crollo
dei Valori. Quei Valori che il Migrante ha fatto propri
e difeso. Ne è un esempio la capacità di aver superato discriminazioni e pesanti difficoltà di adattamento
per arrivare da una condizione di assimilazione ad un
graduale processo di integrazione o ancor meglio di
"comunione", di reciproca condivisione di valori con
il Paese di accoglienza. È così che il confronto con
culture e tradizioni diverse non ha potuto che arricchire la capacità di prospettiva e di apertura. Quello
che anni fa è stato per molti un viaggio di sola andata da Onore, oggi vuole essere riscattato da questo
simbolico viaggio di ritorno per affermare il superamento della classica crisi di identità, per affermare di
non sentirsi stranieri nel proprio paese di origine e
voler festeggiare questa sorta di speciale gemellaggio con le proprie radici. Si dice che ci sia una Provincia di Bergamo fuori da Bergamo e lo stesso potremmo dire che esiste una Onore fuori da Onore.
Allora condividere questo momento di festa significa
far tesoro del grande patrimonio umano della diaspora Scandella e Pezzoli
tenendo conto della grande apertura che Onore ha
dimostrato suggellando il
gemellaggio con Garriguella e soprattutto dimostrata
nell'accoglienza della recente immigrazione, proprio qui a Onore, dalle più
disparate etnie: dalla Polonia, dal Marocco, dalla
Macedonia, dal Pakistan,...
Al riguardo è particolarmente significativo il neologismo "glocale". Questo
nuovo termine che invita ad aprirsi allo scenario globale valorizzando l'autenticità della dimensione locale. Cittadini del Mondo, quindi, ma fieri di essere nati a Onore. Vi voglio raccontare un aneddoto legato
alla mia esperienza migratoria. Sono "espatriato" in
Svizzera, a Neuchâtel, con la mia famiglia quando
mia figlia non aveva ancora due anni. Mia moglie aveva ricevuto un incarico dal Ministero degli Affari
Esteri per l'insegnamento della lingua italiana e avevamo l'auto con la targa ancora contrassegnata dalla
sigla della Provincia di Bergamo. Così accompagnando mia moglie al lavoro, un suo alunno aveva riferito
a casa che l'auto dell'insegnante di italiano aveva la
targa "BG", Bergamo. Quel ragazzo era Ronny Schiavi, figlio di Alfio, vostro concittadino emigrato a Neuchâtel. Alfio è stato un vero amico per me, una persona squisita e generosa; una persona che per il suo
"ultimo viaggio" ha scelto il suo paese natale come
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meta finale esprimendo il desiderio di essere sepolto
qui, nel cimitero della sua cara Onore. Tornando al
nostro soggiorno a Neuchâtel, grazie ad Alfio abbiamo conosciuto il locale Circolo dei Bergamaschi con
cui abbiamo collaborato e quando otto anni dopo
per un ulteriore incarico del MAE ci siamo trasferiti a
Bruxelles, Silvia, mia figlia, ha scritto queste righe
che vi leggo. Sono righe spontanee e autentiche contraddistinte da un forte legame con le proprie tradizioni e le proprie radici. [ Sono nata..."Bergamasch in
dol cör" ] Bergamasch in dol cör" è diventato il motto adottato dal 33° Circolo dell'Ente Bergamaschi nel
Mondo fondato a Bruxelles il 9 ottobre 2010 proprio
con l'intento di valorizzare il legame con le nostre
origini bergamasche favorendo un flusso bidirezionale tra Bruxelles e Bergamo. E vi assicuro che fa
piacere scambiare due chiacchiere in dialetto gustando un piatto di polenta trovandosi a mille chilometri da casa e ancor più se ci si trova nella lontana
Adelaide. Tratto caratteristico dei Bergamaschi è la
riservatezza, ma soprattutto l'instancabile laboriosità. I Bergamaschi hanno contribuito a realizzare opere di alta ingegneria e architettura per cui si sono distinti nel mondo intero. E ancora i Bergamaschi hanno sviluppato attività imprenditoriali riscuotendo
grande successo fino a rivestire ruoli di alto prestigio
sociale e nella carriera politica dei Paesi di accoglienza. Quanti anche tra voi qui presenti rappresentano
delle autentiche eccellenze nel proprio campo come
veri ambasciatori del Made in Onore! Non dimentichiamo poi quanto la terra bergamasca abbia dato in
termini di "emigrazione della solidarietà" grazie
all'apporto dei numerosi missionari messi a disposizione dal "Paradiso" della Diocesi di Bergamo particolarmente attenta alla Pastorale dell'Emigrazione.
Assieme agli scalabriniani i missionari bergamaschi
sono capillarmente presenti nelle regioni di emigrazione e hanno fornito un'assistenza a tutto campo
alle comunità italiane all'estero. Tra questi ricordiamo l'attuale Parroco di Clusone, Monsignor Giacomo
Panfilo, già missionario a Neuchâtel, e come lui l'attuale Arcivescovo clusonese, Sergio Gualberti ora in
Bolivia. Oggi vogliamo rendere omaggio alla diaspora
Scandella e Pezzoli celebrando questo momento ufficiale ascoltando alcune testimonianze dirette supportate dal collegamento in videoconferenza con il
South Australia e con la Namibia. E mi piacerebbe
che questa manifestazione non fosse un punto di arrivo, ma di partenza potendo darci appuntamento
ad una seconda edizione per condividere altre testimonianze ed esperienze. Mi piacerebbe vedere
concretizzarsi il grande sforzo di ricerca di documenti autentici, di materiale fotografico e di interviste,
con un centro di riferimento di consultazione e di
documentazione per dare la giusta dignità a quell'Onore fuori da Onore, agli Scandella e ai Pezzoli "del
Mondo" che oggi sono qui rappresentati soprattutto
grazie all'entusiasmo di tutti gli organizzatori in particolare dell'amministrazione comunale di Onore
guidata da Gianpietro Schiavi, Sindaco di questo
splendido paese. Grazie per l'attenzione e arrivederci!
Onore, sabato 30 giugno 2012
André Scandella
Emigrazione Francese Prima Generazione
Signor Presidente della Provincia di Bergamo, Signor
Sindaco, Signor Presidente dell'Ente Bergamaschi nel
Mondo, miei cari, zio, zie, cugini, cugine, cugini in
seconda, nipoti...
Signor Sindaco, ci tengo a ringraziarLa di cuore, a
nome di tutti per averci ricevuto oggi in questa magnifica sala.
La Sua partecipazione al nostro ritrovo che in Francia
chiamiamo "cousinades" (cuginate) è un vero onore
per tutti noi. Nella storia d'Italia ci sono degli Scandella famosi: Domenico Scandella, mugnaio che sapeva leggere e scrivere, vittima dell'Inquisizione;
Gaetano Scandella, superiore di un monastero, poi
professore a Brescia nel 1837; Pietro Scandella,
membro della guardia nazionale; Prudenzio Scandella, volontario a Pontevico, partecipò alla campagna
del 1866 contro l'invasore; Giambattista Scandella,
medico e scienziato italiano emigrato negli Stati Uniti nel 1796; John Baptist Scandella, Vescovo d'Anti-
noe, vicario apostolico di Gibilterra verso il 1880. Noi
siamo della famiglia di Giovanni Scandella, originario
di Fino del Monte ma che trascorse tutta la vita a
Onore. Non ci sono uomini o donne famosi nella nostra famiglia, ma siamo tutti di Onore. Noi siamo della famiglia di Tomaso Pezzoli. Neanche nella nostra
famiglia ci sono uomini o donne famosi, ma anche
noi siamo tutti di Onore. Il legame che ci accomuna,
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quello che ci riunisce qui oggi, è questo paese, la piccola città di Onore, un nome predestinato... Le nostre famiglie si sono divise già dal dopoguerra, in alcuni casi anche prima, perché la situazione economica e sociale dell'epoca non offriva molte possibilità
né scelte. Per necessità e con dolore nel lasciare la
famiglia, i nostri parenti sono andati in Svizzera, in
Francia e in Australia a cercare di che vivere e far vivere la loro famiglia. A quei tempi la vita a Onore era
dura: case vecchie, difficoltà economiche... Adesso
invece, alcuni sono
tornati mentre altri
sono rimasti là dove la vita li ha portati. Sono riusciti a
costruirsi un posto
tutto loro. I loro
figli godono di una
situazione migliore
e quindi, come avevano
sperato,
hanno realizzato i
loro sogni. Oggi
Onore non è più un
vecchio paesino. È
un bel paese, tutto
nuovo, pulito, con
le case ristrutturate, tinteggiate...e personalmente invidio quelli che ci
vivono. Mi piace molto questa espressione di Einstein: "È il dovere di ogni uomo di restituire al mondo almeno tanto quanto gli è stato dato". Come siamo riusciti ad arrivare fino a qui oggi? È evidentemente una questione di famiglia e di "Onore" (gioco
di parole). È già da qualche anno che sognavo di organizzare un grande ritrovo familiare qui a Onore. In
qualche modo mi sentivo in obbligo con tutti i parenti: non li avevo visti abbastanza, non avevo potuto condividere i loro dispiaceri e le loro gioie. Non
siamo sempre potuti essere presenti nelle occasioni
offerte o imposte dalla vita; la lontananza, la mancanza di informazione ce l'hanno impedito nonostante lo volessimo. Questo progetto di riunione è
nato ad ottobre quando ho assistito al funerale della
zia Maria. Pasquina, Elio, Anna Maria e altri ancora
mi hanno chiesto: " quand'è che ci vediamo? A che
punto sei con il tuo progetto?". Ho risposto che me
ne stavo occupando. Poi ne ho parlato con Silvana
che mi ha detto che la zia Virginia sarebbe venuta
dall'Australia a giugno di quest'anno. E poi si sa che
agli Italiani piace ritrovarsi in "buona compagnia".
Ho anche notato che qui non ci dimenticano mai. Ho
perso degli amici perché sono andato altrove, ma
qui non mi hanno mai dimenticato. Neanche noi vi
abbiamo mai dimenticati. Lontani, il papà, la mamma e tutti noi, vi pensavamo spesso. In realtà siamo
rimasti tutti dei figli di Onore. Come altri della famiglia, ho subito da piccolo l'emigrazione verso un altro paese, e questo mi ha fatto riflettere sull'identità
di una persona e sui suoi diritti su questa terra. Non
sono stato il più infelice, al contrario credo di essere
stato un privilegiato. Da piccolo non riuscivo a capire
perché mio padre avesse lasciato tutto per andare in
un paese che era altrettanto povero. Ma là c'era lavoro per ricostruire il paese dopo la
guerra. Sono stato
privilegiato rispetto ai miei fratelli
perché essendo il
più grande, il primo nipotino del
Nonno, a partire
dai tre anni sono
tornato spesso a
Onore. Ogni anno
mio padre o uno
zio che lavorava in
Francia mi portava
a trascorrere le vacanze scolastiche a
Onore. Un altro zio
mi riportava a fine agosto. Sono stato privilegiato di
poter rivedere i miei nonni, zii e zie, i miei cugini e di
trascorrere le vacanze nel paese dove sono nato.
Sono stato privilegiato perché già da giovane mi
hanno fatto lavorare nella bottega dello zio Beniamino o dallo zio Palmo, dove ho imparato cosa significasse lavorare e dove ho scoperto i quadratini di
cioccolato con le figure di Bartali, Coppi e delle Ferrari. Sono stato fortunato nel mio percorso professionale, perché quando ho ottenuto il diploma di ingegnere, sono riuscito a farmi trasferire nella fabbrica di Filago vicino a Dalmine. E soprattutto sono un
privilegiato perché ogni volta che torno a Onore, la
gente mi riconosce. Oggi vivo in un posto splendido
per il clima e l'ambiente, ma non dimentico che a
Onore ci sono ancora persone che conosco, che amo
molto e a cui penso molto spesso. Siamo più di 70
qui presenti oggi, ed è il regalo più bello che potessimo fare ai nostri cari defunti: il legame familiare a
Onore persiste come vedete per tutte le generazioni.
A tutti auguro una giornata piacevolissima insieme e
vi ringrazio per avermi seguito in questa bella avventura.
Viva Onore, viva gli Scandella e viva i Pezzoli!
Onore, sabato 30 giugno 2012
Traduzione di Silvia Rota
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DA EMIGRANTI AD ESPATRIATI
Silvana Scandella
mobilità professionale europea
Circa sessanta milioni sono gli Italiani che vivono in
territorio metropolitano. Sessanta milioni, ma si afferma anche tra i sessanta e gli ottanta milioni, sono
gli Italiani di nascita, di passaporto o di origine, che
vivono in quella che viene definita l'Altra Italia, l'Italia al di fuori dei confini nazionali, formata dalle numerose comunità degli Italiani nel mondo. Emblematico è l'esempio della famiglia Scandella che ha sicuramente contribuito con il suo apporto significativo
alla costruzione dell'Altra Italia, come del resto hanno fatto numerose altre famiglie italiane e in particolare della bergamasca e nel caso specifico di Onore.
Analizzando il fenomeno migratorio di questa famiglia si ripercorre la stessa storia d'Italia, in cui la migrazione ha rappresentato e continua a rappresentare una caratteristica determinante dei 150 anni di
unificazione italiana, contraddistinta dagli emigranti
di ieri e dagli espatriati di oggi. Un tempo si diceva:
"In ogni famiglia italiana c'è almeno un religioso e un
carabiniere", oggi potremmo aggiungere: " In ogni
famiglia italiana c'è almeno un emigrante!". Nella
famiglia Scandella di emigranti ce ne sono stati tantissimi. E parliamo in particolare della famiglia di
Giovanni Scandella e Elvira Angelini, i miei
nonni paterni, per intenderci. Numerosi loro
parenti (fratelli, cugini,...) erano emigrati in
Svizzera: in Engadina, a
Lucerna, a Zurigo,... L'esperienza migratoria ha
coinvolto quasi tutti i
loro figli, mio papà ed i
miei zii. La migrazione
interna della zia Genoveffa trasferita a Milano
e della zia Piera a Padova e poi la migrazione
estera, l'emigrazione, l'emigrazione europea con destinazioni più vicine come la Svizzera per mio papà
Palmino Scandella
(Palmo), per lo zio Roberto, per lo zio Arturo; come
la Francia per lo zio Antonio; l'emigrazione transoceanica con destinazioni più lontane come l'Australia
per la zia Virginia. Per qualcuno è stata un'esperienza breve (lo zio Roberto, lo zio Arturo), per altri più
lunga (mio papà) e per altri ancora l'esperienza con-
tinua (lo zio Antonio, la zia Virginia). Anche i miei
nonni materni, Giovanmaria Maninetti e Maria Castelletti hanno avuto numerosi figli emigranti. Il
nonno stesso ha lavorato a Parigi, i figli invece in
Svizzera: la zia Bambina a Delémont e poi a Chiasso,
mia mamma Antonia Maninetti (Antonietta), la zia
Giuseppina e la zia Santina a Lucerna, lo zio Carlo a
Zug, la zia Agnese e la zia Angela a Basilea. Per alcuni
si è trattato di un'esperienza ridotta, per altri prolungata, ma per
tutti conclusa, in quanto sono tutti rientrati definitivamente in Italia. Il caso dei miei genitori (Palmo e
Antonietta) è abbastanza singolare. Innanzitutto nella scelta della destinazione, il papà aveva avuto tre
opportunità: l'Australia, l'Africa e la Svizzera. In realtà ha poi realizzato tre esperienze migratorie, prima
in Francia per un paio d'anni al seguito dell'amatissimo fratello Antonio, poi in Svizzera, a Lucerna, per
quattro anni ed infine dopo un rientro in Italia di tre
anni, una nuova lunga esperienza di nuovo in Svizzera, a Lucerna dove ha lavorato come gessatore (gipser, plâtrier). Ed è proprio in terra di emigrazione
che ha incontrato mia mamma! Forse si sarebbero
potuti incontrare anche
restando il papà a Onore
e la mamma a San Lorenzo, ma non è detto.
Io devo comunque e sicuramente la mia esistenza alla Svizzera! Passando alla generazione
successiva, devo parlare
della mia esperienza
personale legata al fenomeno migratorio. Nata a Clusone, ho conosciuto l'emigrazione partendo da Onore all'età di
due anni e mezzo al seguito dei miei genitori ed ho vissuto con loro a Lucerna fino all'età scolare. Rientrata in Italia, ho iniziato e seguito tutta la mia formazione a Bergamo, in
collegio con mia sorella Elvira (Elvie), poichè quella
che doveva essere per i miei genitori una permanenza provvisoria, al massimo un paio d'anni, si è invece
trasformata in una lunga esperienza migratoria conclusasi quasi alla fine del mio percorso universitario,
intervallata dal nostro ricongiungimento con i geniPagina 6
tori a Lucerna nel periodo estivo. Numerose sono
state le difficoltà incontrate dagli emigranti in terra
straniera. Ce n'è una che mio papà sottolineava
sempre: quella linguistica, soprattutto nei confronti
di una lingua così distante dalla nostra, come è il tedesco. Un suo prezioso insegnamento ha sicuramente determinato la mia scelta formativa e professionale. È riuscito infatti a inculcarmi l'amore per le lingue, la necessità di impararle, lui che ha provato
concretamente questa difficoltà! "Mè imparà i lingue! Mè stödià i verbi!", mi sembra di sentirlo ancora ripetere! Gli storici dell'emigrazione italiana sono
concordi nel ritenere il 1976 come l'anno della conclusione del fenomeno migratorio italiano di massa.
Si partiva meno e si rientrava di più. Ed infatti alla
fine del 1977 i miei genitori rientrano definitivamente in Italia. In terra di emigrazione avevano avuto il
loro terzo figlio, Marco, che si ritrova Lucerna come
tratto identitario del suo luogo di nascita. Marchio
incancellabile: si può cambiare il nome, ma non il
luogo di nascita! La famiglia ricostituita nei suoi cinque componenti ha potuto chiudere la parentesi della separazione dai genitori, ma da parte dei genitori,
soprattutto del papà, per alcuni anni è stato difficoltoso il reinserimento nel Paese di origine, in particolare per gli aspetti amministrativi: "Però in Isvizzera
non era così!", mi sembra ancora di sentirlo dire! Per
me che negli anni '80 mi accingevo ad intraprendere
la carriera professionale di docente di lingue straniere, l'emigrazione sembrava ormai una parentesi
chiusa, per lo meno dal punto di vista personale visto che era conclusa l'esperienza migratoria dei miei
genitori e tutto rientrava nell'ordine. In realtà, mi
sono ritrovata ad insegnare la lingua straniera francese proprio ai figli degli emigranti che man mano
rientravano in Italia, gli emigranti di Onore e dei nostri paesi limitrofi: San Lorenzo, Rovetta, Fino del
Monte, Cerete Alto, Cerete Basso, Clusone... Posso
quindi dire che in realtà la migrazione ha accompagnato tutto il mio percorso biografico. Da figlia di
emigranti e per qualche anno piccola emigrante al
seguito dei genitori, un'opportunità lavorativa del
Ministero degli Affari Esteri mi ha spinto ad espatriare con Mauro, mio marito, e Silvia, mia figlia, prima
in Svizzera a Neuchâtel e poi in Belgio a Bruxelles
come docente di italiano lingua di origine proprio al
servizio dei figli degli Italiani rimasti all'estero, quella
che sarei potuta essere anch'io se i miei genitori non
avessero deciso di farmi studiare in Italia e se fossero perciò rimasti in Svizzera. Da emigrante quindi ad
espatriata, dall'emigrazione alla mobilità professionale, passando attraverso la mobilità studentesca
internazionale che costituisce nel mio caso l'anello di
congiungimento tra le due forme migratorie grazie ai
numerosi soggiorni e stages linguistici nei Paesi delle
lingue studiate. Ironia della sorte, e si riflette solo a
cose avvenute, anche mia figlia, nata a Clusone, è
espatriata al seguito dei genitori all'età di due anni. E
la storia si ripete. Io figlia di emigranti, lei figlia di espatriati. Non dimentico poi quelli che oggi vengono
definiti i viaggi della memoria, i viaggi presso i famigliari all'estero (o viceversa i viaggi dei famigliari
all'estero, in Italia). E mi piace ricordare in questa
occasione i numerosi e piacevolissimi soggiorni in
Francia sin dall'infanzia presso la cara e amata zia
Assunta, e lo zio Antonio, per la quale io ero la figlia
che non aveva mai avuto (ha avuto solo sette figli
maschi, i cugini "francesi"!) e lei era per me come
una seconda mamma! Voglio citare anche il recentissimo viaggio della memoria in Australia presso la
cara zia Virginia, lo zio Giovanni recentemente
scomparso ed i simpaticissimi cugini "australiani"
che sono oggi qui presenti con il loro viaggio della
memoria ad Onore. La migrazione, dicevo, ha sempre accompagnato il mio percorso nelle sue varie
forme: l'emigrazione, la partenza, il rientro, la mobilità professionale, la nuova emigrazione...tanto da
costituire oggi l'oggetto della mia ricerca universitaria dottorale che mi permette di elaborare tali riflessioni. Mi sto occupando infatti delle rappresentazioni e della ricerca identitaria negli scritti autobiografici degli apprendenti di italiano lingua di origine
(quindi i discendenti degli emigranti italiani) nei paesi francofoni europei. Chi sono questi Italiani all'estero? Che immagine hanno del loro paese di origine? Come sentono la loro italianità e come la manifestano? Ma torniamo alla famiglia Giovanni Scandella, il capostipite, il nonno per intenderci. Oggi
siamo ormai alla terza ed in alcune famiglie alla
quarta generazione. I discendenti degli emigranti di
un tempo, che sono rimasti all'estero, sono ormai
integrati nei Paesi di accoglienza dei loro genitori,
quelli che attualmente sono i loro paesi, ma se oggi
questi discendenti sono qui a festeggiare con noi significa che il legame con il Paese di origine che poteva sembrare affievolito è invece rimasto saldo. Anche se non conoscono bene la nostra lingua, sicuramente hanno assorbito la nostra cultura. Negli aspetti gastronomici, nella vita quotidiana...i tratti
dell'italianità si manifestano. Prima o poi si fanno i
conti con le proprie radici ed è bello che le prime e
seconde generazioni facciano scoprire alle terze e
quarte generazioni un'identità rimasta sonnolente!
Complimenti quindi ad Andrea (André, Andrino, per
qualcuno Andreino), vedete come anche nel nome si
rispecchia l'identità e quindi l'origine, complimenti
per questa bellissima iniziativa, l'idea di Ritrovo Familiare: Je me souviens... Mi ricordo... I remember...,
alla quale abbiamo voluto dare il nostro contributo.
L'emigrazione ha coinvolto tutta la famiglia Scandella allargata. Vorrei ricordare alcune persone che
hanno attraversato il mio percorso e che scovo nei
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miei ricordi anche lontani. Benvenuto Scandella (Beni), cugino di mio papà e suo datore di lavoro a Lucerna e la moglie Marilli che amorevolmente mi accudiva nella mia infanzia prescolare durante la settimana quando i miei genitori lavoravano, nonchè la
figlia Nini, il genero Arno e i nipoti Tosca, Graziella e
Benvenuto. Da loro ho imparato lo svizzero tedesco!
Vorrei ricordare i cugini Ranza di Fino ai quali mio
papà era molto legato. Erano parenti, amici e compagni di lavoro, in modo particolare Francesco. Ne
voglio ricordare anche un altro di nome Pietro che
non ho conosciuto, emigrante nel Canada anglofono,
deceduto quando ero studentessa di lingue. Ho tradotto dall'inglese alcune lettere di suoi amici e conoscenti che arrivavano anche dopo la sua scomparsa.
Concludo ricordando in questa occasione tutti i nostri Cari che ci hanno lasciato e che avrebbero sicuramente apprezzato questo Ritrovo Familiare. Un
pensiero particolarissimo lo riservo a mio papà Palmo.
Onore, sabato 30 giugno 2012
Genni Colotti Carletti
Emigrazione Australiana Seconda Generazione
così tante cose sull'Italia che non vedevo l'ora di venire qui. Detto fatto, a 15 anni ho fatto il mio primo
"pellegrinaggio" verso l'Italia ed ero al settimo cielo.
Prima vivevo in un paese grande quanto l'Europa,
anche se a quell'età non avevo viaggiato più di qualche centinaia di chilometri. Avevo sempre saputo
che l'Italia era dall'altra parte del mondo, e quel viaggio ha reso palpabile la distanza. Un po' di tempo
dopo, ho capito che mia mamma, prima di aver fatto
fisicamente il viaggio, non si era resa conto di quanto stesse emigrando lontano dalla sua famiglia. Questa è una cosa di cui tanti emigranti non si rendono
conto fino a quando non prendono in considerazione la durata di un viaggio di ritorno. Per fortuna i
miei genitori sono potuti tornare regolarmente in
Italia, e in particolare a Onore, dove sono nati; e come i miei fratelli, ho potuto chiamare Onore "la mia
casa lontana da casa". Dall'Australia, un paese di appena 200 anni, sono arrivata in Italia, la culla di un
importante e storico fulcro della civiltà, per me oggi
l'apogeo culturale; e ne sono fiera. Non appena è
stato possibile, io e i miei fratelli, come aveva già fatto mio marito Robert, abbiamo preso la cittadinanza
italiana; e sono orgogliosa che oggi i nostri figli abbiano anche loro la doppia nazionalità. Ho sempre
avuto un piede in Australia e l'altro qui, nella Patria
dei miei genitori. Io e i miei fratelli siamo consapevoli del sacrificio che hanno fatto i nostri
genitori lasciando questa valle che amavano così
tanto. Anch'io, a mia volta, torno qui e porto i miei
figli per apprezzare le tradizioni familiari dell'Italia.
Da orgogliosa italiana residente all'estero, sento di
avere forti e profonde radici qui a Onore, e queste
radici profonde mi fanno sentire forte come una
quercia... Grazie!
Onore, sabato 30 giugno 2012
Traduzione di Silvia Rota
Già da piccola mi ero resa conto che effettivamente
ero un'italiana residente all'estero. Mentre crescevo,
la mia vita era piena di cucina italiana e di storie di
vita dei miei genitori in Italia, prima che emigrassero. Siccome vivevamo e lavoravamo negli alberghi,
purtroppo parlavamo poco l'italiano. Da bambina
non riuscivo sempre a capire la diversità culturale
che stavo sperimentando; la mia vita in casa era diversa da quella che vivevo fuori una volta varcata la
soglia. A scuola ho imparato nozioni sull'Italia: l'Antica Roma, il suo impero, la geografia e la cultura sociologica; ho imparato quanto l'Italia avesse contribuito all'arte, nobile e musicale. Infatti, ho imparato
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Ritrovo Familiare
Mi ricordo...Je me souviens...I remember...
Resoconto e riflessioni
Silvana Scandella
Il Ritrovo Familiare Mi ricordo...Je me souviens...I
remember...svoltosi a Onore (Bergamo) nelle giornate di venerdí 29 giugno, sabato 30 giugno e domenica 1° luglio 2012 è il risultato di un progetto ideato e
realizzato nell'intento di riunire i famigliari sparsi nel
mondo, nel paese di origine delle famiglie Scandella
e Pezzoli: Onore.
Numerosi i partecipanti provenienti da Francia, Belgio, Svizzera, Australia, oltre ai locali cittadini di Onore ed emigranti rientrati da tempo. L'evento allargato ad un'ampia partecipazione, un centinaio di persone, come “Festa del migrante” ha coinvolto tutto il
paese, come evento eccezionale con ricevimenti ufficiali oltre a piacevoli momenti di convivialità. Sono
stata coinvolta in prima persona appoggiando l'idea
iniziale di André Scandella, cugino emigrato in Francia all'età di tre anni al seguito dei genitori, e organizzando l'evento con la
preziosa collaborazione di
Mauro Rota, Presidente
del Circolo di Bruxelles
dell'Ente Bergamaschi nel
Mondo. L'iniziativa ha avuto l'appoggio del Sindaco di Onore, Gianpietro
Schiavi e del Direttore
dell'Ente Bergamaschi nel
Mondo,
Massimo Fabretti. Oltre
agli scambi telefonici ed
epistolari
informatici,
numerosi sono stati anche
gli incontri preparatori per l'organizzazione dell'evento con il sindaco di Onore, Gianpietro Schiavi, per
la realizzazione della manifestazione che ha coinvolto l'intero paese; con il Direttore Massimo Fabretti,
per la cerimonia ufficiale, la funzione religiosa e la
visita guidata di Bergamo; con il prof. Mino Scandella, per la visita guidata di Clusone, in particolare la
Danza Macabra e l'orologio Fanzago; con André
Scandella per la pianificazione delle giornate e la
stesura e correzione de libro Souvenirs. Il momento
ufficiale più importante della manifestazione si è
svolto nella giornata di sabato 30 giugno 2012 nella
Sala del Consiglio del Municipio di Onore dove è stato ospitato il nostro convegno sul tema della migra-
zione con interventi delle autorità e testimonianze
dirette dei migranti di diversi paesi, in diverse lingue,
di diverse generazioni oltre al collegamento diretto
in videoconferenza con i famigliari in Namibia ed in
Australia. Il convegno mi ha coinvolto in prima persona come promotrice, organizzatrice e come testimone della mobilità professionale europea. Essendo
direttamente coinvolta in quanto membro della famiglia Scandella è stato per me un momento di conciliazione tra l'affettività e l'(auto)biografismo vissuto con gli occhi della ricercatrice che si interessa a
fondo della migrazione cogliendo l'opportunità di
questo Ritrovo Familiare per far scaturire le proprie
riflessioni sul proprio percorso migratorio e su quello
della propria famiglia con lo sguardo non solo del
famigliare, ma anche del ricercatore. Mauro Rota,
Presidente del Circolo di Bruxelles e moderatore del
convegno, ha aperto i lavori sottolineando come il
Ritrovo Familiare sia da
considerare anche come «
Festa del Migrante » poiché ha coinvolto tutta la
comunità di Onore, ringraziando in particolare il Sindaco che si è mostrato
particolarmente sensibile
all'iniziativa. Oltre a dare il
benvenuto ai partecipanti
e alle autorità presenti, ha
portato i saluti del Presidente della Provincia di
Bergamo, Ettore Pirovano, che ha inviato un suo
Consigliere; del Vescovo ausiliario Mons. Lino Belotti, sacerdote degli emigranti, presente in serata per
la celebrazione religiosa e del Presidente dell'Ente
Bergamaschi nel Mondo, Santo Locatelli. Numerosi
gli interventi che hanno scandito il programma del
convegno. Gianpietro Schiavi, Sindaco di Onore, ha
sottolineato quanto l'evento abbia interessato anche
l'Amministrazione del paese mostrando quindi piena
disponibilità per l'organizzazione. 168 abitanti di
Onore su circa 800 sono iscritti all'AIRE (Anagrafe
degli Italiani Residenti all'Estero), il Comune conta
quindi ancora una presenza importante di emigranti.
Il paese è cambiato molto, è cresciuto come del rePagina 9
sto si è sviluppato il benessere e questo lo si deve
anche agli emigranti che hanno reso grande il nome
di Onore all'estero. Paolo Olini, Sindaco di Clusone,
nel ringraziare i promotori dell'evento ha sottolineato l'importanza di giornate celebrative come queste
che permettono di mantenere i legami ed ha esortato i presenti a non dimenticare le proprie origini.
Massimo Fabretti, Direttore dell'Ente Bergamaschi
nel Mondo, ha posto l'accento sull'emigrazione bergamasca che ovunque nel mondo si è distinta per
serietà e laboriosità. Emigrazione che non appartiene solo al passato, perché secondo il Rapporto
EURISPES (Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali) 2011 nuovi flussi emigratori coinvolgono giovani laureati che conoscono le lingue e vanno all'estero
in cerca di lavoro. L'emigrante rappresenta certi valori nel mondo. Iniziative di questo tipo servono a
ricordare a noi stessi la nostra storia, quello che siamo stati e che dobbiamo trasmettere ai nostri figli: il
senso di appartenenza alle nostre origini e alle nostre tradizioni. L'Ente Bergamachi nel Mondo ha
premiato con targhe commemorative alcuni partecipanti come emigranti, ex emigranti ed espatriati.
Giorgio Valoti, Consigliere Provinciale della Provincia
di Bergamo, sottolineando quanto la nostra vallata,
la Val Seriana, sia « piena di emigranti » si è interrogato sul concetto di
bergamaschità. I Bergamaschi sono spesso
tacciati come persone
taciturne, restie e un
po' scontrose, ma disponibili verso gli altri, è
insita in loro la solidarietà e lo dimostrano
anche nell'accogliere i
migranti stranieri in terra bergamasca. Gli emigranti bergamaschi hanno portato in giro per il
mondo l'italianità e la bergamaschità, esempio che i
giovani di oggi dovrebbero tenere presente nel loro
percorso migratorio. La Provincia di Bergamo ha
premiato con riconoscimenti alcuni partecipanti.
Nell'intervento Onore dal Mondo. Il valore aggiunto
del migrante, Mauro Rota, Presidente del Circolo di
Bruxelles dell'Ente Bergamaschi nel Mondo e promotore dell'evento, ha evidenziato la presenza di
una provincia di Bergamo fuori da Bergamo, cosí
come di una Onore fuori da Onore, e lo dimostrano i
circa 50.000 Bergamaschi sparsi nel Mondo. Ci sono
bel 34 Circoli dei Bergamaschi nel Mondo e quello di
Bruxelles che lui rappresenta è il 33° Circolo nato
con il motto « Bergamasch in dol cör » (Bergamaschi
nel cuore) che valorizza il legame con le origini bergamasche. Riservatezza e laboriosità sono i tratti caratteristici dei Bergamaschi,ma anche solidarietà. Il
fenomeno migratorio ha toccato rofondamente la
terra bergamasca passando dall'emigrazione per necessità alla recente mobilità per scelta. Nella sua testimonianza, Mauro Rota ha ripercorso la propria
esperienza migratoria di espatriato prima in Svizzera
a Neuchâtel, e poi in Belgio, a Bruxelles, raccontando
gli aneddoti che hanno determinato la sua scelta di
vita e di disponibilità a servizio dei migranti. Non solo attore della mobilità, quindi, ma anche co-attore.
Dopo il suo intervento ha premiato con targhe
commemorative i promotori e organizzatori dell'evento. Nella sua testimonianza, André Scandella, Emigrazione francese prima generazione (in francese), ideatore e promotore del Ritrovo Familiare, ha
sottolineato il proprio percorso biografico e migratorio che lo accomuna ai presenti, alle famiglie Scandella e Pezzoli, originari di Onore, « un nome predestinato », mettendo in evidenza l'ideazione del progetto. Analizzando la sua esperienza migratoria si è
posto numerosi interrogativi relativi all'identità,
all'incomprensione della motivazione della partenza
dei genitori per l'estero, ma ha anche espresso la riconoscenza di essere comunque stato un privilegiato
per quanto riguarda la sua formazione ed in particolare il suo percorso professionale che lo ha visto
prima come emigrante al seguito dei genitori e poi
per un certo periodo
come espatriato nel
Paese di origine, proprio in provincia di
Bergamo. Nel mio intevento Da emigranti
ad espatriati. Mobilità
professionale europea,
partendo da un contesto generale di emigrazione italiana, per
poi passare a quello di
emigrazione bergamasca e nel caso specifico di Onore, ho cercato di delineare la storia migratoria della
famiglia paterna Scandella e della famiglia materna
Maninetti, entrambe famiglie di emigranti. Mi sono
poi soffermata sull'esperienza migratoria dei miei
genitori che ha coinvolto anche i figli per concludere
con la mia esperienza personale e di famiglia legata
al fenomeno migratorio. La migrazione ha accompagnato tutto il mio percorso biografico, sia come storia familiare che come esperienza professionale passando dall'emigrazione all'espatrio, da figlia di emigranti ed emigrante stessa ad espatriata, attore della
mobilità e co-attore al servizio dei migranti. Nella
sua testimonianza, Genni Colotti Carletti, Emigrazione australiana seconda generazione (in inglese), ha
sottolineato gli interrogativi legati all'identità e i
tratti su cui si basa la sua italianità. Ha riacquisito la
nazionalità italiana ed anche il marito ed i figli hanno
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la doppia nazionalità. Si è definita « orgogliosa italiana residente all'estero, ma con forti e profonde
radici a Onore ». Gli interventi in francese ed in inglese sono stati tradotti da Silvia Rota, studentessa
all'ISTI (Institut Supérieur de Traducteurs et Interprètes) della EHB (Haute École de Bruxelles) di Bruxelles. Il collegamento in videoconferenza con la
Namibia e l'Australia ha permesso una partecipazione diretta dei famigliari lontani. Julie Scandella (emigrazione francese di terza generazione ed ora espatriata) da Windhoek e Doris Colotti Perez (emigrazione australiana di seconda generazione) e famigliari da Adelaide hanno portato un contributo con la
loro testimonianza diretta. Commoventi tutte le testimonianze di vita in emigrazione/mobilità, di chi
vive la migrazione in prima persona, accompagnate
da riflessioni sul proprio percorso. La consegna degli
attestati di partecipazione rilasciati simbolicamente
ai famigliari della prima generazione durante il convegno e poi a tutti gli altri partecipanti mi ha coinvolta personalmente anche nella preparazione e nella
stesura del documento, cosí come per la redazione
del programma della manifestazione. Come momento di chiusura del convegno, André Scandella ha presentato in anteprima il prototipo del libro Souvenirs,
una raccolta di testi biografici e autobiografici, di fotografie e di documenti con una ricerca genealogica
che costituirà un punto di riferimento per la famiglia.
Nel libro, ancora in corso di redazione, saranno inseriti anche i discorsi, le fotografie e i documenti riguardanti le tre giornate del Ritrovo Familiare Mi ricordo...Je me souviens...I remember...Sono previste
tre versioni del libro: in francese, in italiano, in inglese. Mauro Rota ha concluso il convegno sottolineando il grande lavoro svolto per la stesura del libro,
ringraziando poi tutti i partecipanti e ricordando ai
presenti la prosecuzione del programma per la giornata e per l'indomani. Il gruppo folcloristico I Gioppini di Bergamo, spesso presente alle manifestazioni
dei migranti in Italia e all'estero, ha animato la manifestazione. Un video amatoriale creato da Silvia Rota
ha registrato l'intero convegno, mentre la presenza
di una televisione locale PIÙ VALLI TV ha prodotto
l'intervento televisivo Emigranti di Onore, in cui tra
l'altro per testimoniare la presenza massiccia di emigranti nel paese, soprattutto in passato ma ancora
oggi, si prende come esempio il caso degli abitanti
nati nel 1961: solo due sono nati a Onore, gli altri,
una quindicina, sono nati all'estero. Il Ritrovo Familiare è stato per me un momento di sintesi in cui affettività e autobiografismo si sono intrecciati con lo
sguardo e la riflessione del ricercatore. Un momento
di sintesi tra il legame familiare e la ricerca personale che ha coinvolto l'intera mia famiglia: mio marito,
Mauro Rota, come promotore, organizzatore del Ritrovo e moderatore del Convegno; mia figlia Silvia
Rota, che ha potuto sperimentare concretamente gli
studi che sta effettuando, dando il suo contributo
personale con l'interpretazione durante il convegno
e la traduzione in italiano dei discorsi presentati in
francese e in inglese, cosí come della traduzione delle biografie del libro Souvenirs. Promotrice ed organizzatrice dell'evento, ho curato in modo particolare
i contatti istituzionali che ne hanno permesso la realizzazione, la preparazione dell'incontro in Municipio
che è diventato un vero e proprio convegno. Ho contribuito inoltre alla stesura del libro Souvenirs con
l'apporto di testi autobiografici in italiano, in francese e in inglese inerenti al mio percorso migratorio e
a quello della mia famiglia, ripescando nel passato
scritti redatti da bambina, da adolescente e da adulta inerenti al tema della migrazione. Anche Mauro e
Silvia hanno contribuito con i loro testi autobiografici. Mi sono occupata anche della correzione del libro
sia in francese che in italiano. Non è la prima volta
che mi occupo di migrazione coinvolgendo i membri
della famiglia. Lo scorso anno nel corso del mio viaggio della memoria in Australia ho potuto intervistare
tutti i membri della famiglia australiana di prima, seconda e terza generazione. Attualmente ho intrapreso un'intervista a mia mamma Antonietta Maninetti
Scandella, ex emigrante in Svizzera. Analizzando la
storia della famiglia paterna e di quella materna, entrambe famiglie numerose, mi sono resa conto che si
tratta effettivamnte di famiglie di emigranti, di ex
emigranti ed oggi anche di espatriati. Ognuno di loro
meriterebbe di essere intervistato. Siamo ormai alla
quarta generazione ed è importante che non si perda la memoria della prima generazione che purtroppo per ragioni anagrafiche si sta riducendo. Concludendo e tornando alla mia professione di docente
ricercatrice, con grande soddisfazione ho apprezzato
al termine del convegno l'approvazione del Consigliere Provinciale Giorgio Valoti che mi ha suggerito
e proposto contattando alcuni Dirigenti Scolastici «
sensibili » di ripetere l'esperienza nelle scuole perché, come dice lui, questo vale più di tante lezioni di
storia! Per me è stata una bella soddisfazione. Il tema dell'emigrazione non rientrava nei programmi
scolastici italiani, ma oggi da più parti ne viene sollecitato l'insegnamento e si comincia a parlare di questo argomento. Le testimonianze dirette rendono la
storia più attuale e più viva.
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A. c. a.
Gent.mo sig. Sindaco
Gianpietro Schiavi
Comune di Onore
Bruxelles, 22 ottobre 2012
Gentilissimo signor Sindaco,
colgo l'occasione dell'invio del resoconto degli "Atti" del "Ritrovo Familiare Scandella-Pezzoli" per ringraziare personalmente per la preziosissima disponibilità dimostrata da parte dell'Amministrazione del
Comune di Onore.
Ad indicare l'ottima riuscita della manifestazione è stata l'ampia partecipazione della comunità di Onore
che ha dimostrato la grande condivisione delle tematiche legate all'emigrazione.
Ancora grazie di cuore per la Sua profonda sensibilità e per l'appoggio logistico che hanno contribuito
alla realizzazione di questo eccezionale evento.
Con grande stima, riconoscenza e simpatia,
Mauro Rota
Presidente del Circolo di Bruxelles
dell'Ente Bergamaschi nel Mondo
rue Zandbeek, 12b – 1180 Bruxelles - Belgique
e-mail: [email protected]
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