Bryant segna 60 punti nella sua ultima gara in Nba I
Transcript
Bryant segna 60 punti nella sua ultima gara in Nba I
Kobe lascia da star E Curry passa Jordan Bryant segna 60 punti nella sua ultima gara in Nba I Warriors battono il record dei Bulk 73 vittorie di Fabrizio Fabbri oveva essere la notte di Kobe e tale è stata. Forse gli Utah Jazz gli hanno usato troppo rispetto e ci hanno rimesso un posto nei playoff, ma i 60 punti messi a referto sono la firma indelebile del campione su una carriera incredibile. 101-96 per i Lakers, davanti agli ocelli dei presenti e del mondo, e scene di isteria collettiva sui social dove il passo d'addio è stato vissuto quasi come un lutto. «Ora mi aspetto che vada in conferenza stampa e dica: vi ho presi in giro tutti, continuo» scrive Carlo, un tifoso italiano. Ed invece è tutto vero. Kobe ha detto stop, muovendosi da Mamba, il soprannome mutuato dal velenosissimo serpente, e portando atermine la sua ultima missione da giocatore. Ha calpestato in lungo ed in largo il parquet della sua casa, lo Staples Center, per l'occasione tutto a lui dedicato come dimostrato dai suoi numeri di maglia, 8 e 24, fissati sul legno dove ha volteggiato assieme ai ricordi. Quando il cronometro ha detto -31 " dalla fine ha incorniciato la sua carriera con una tripla che ha fatto esplodere la gente che vestiva una t-shirt nera con su scritta una parola semplice, Love. Poilasirena, la standing ovation, le lacrime e le prime parole da ex giocatore. «Io - ha detto con la voce roca - sono sempre stato un tifoso dei Lakers. Via amo tutti». Una carriera sempre con la stessa maglia e chissà allora cosa avrà pensato Alex Del Piero, tifosissimo D del basket e presente tra i vip, del trattamento ricevuto tempo addietro dalla Juventus. C'è chi anche lì ha sperato, come scriverà poi Carlo in rete, che potesse ripensarci. «Nelle prossime mattine mi alzerò ed andrò ad allenarmi perché il mio corpo non è abituato a stare fermo». The end. Poiunpensiero alla sua Italia, quella dove è cresciuto. «Ci tornerò per aiutare i ragazzi e insegnare basket». Un esempio per tutti, anche per il romanista Florenzi che si è tatuato il nome «Kobe» e ha chiamato allo stesso modo il suo cane: «La voglia di vincere di Bryant - ha twittato è fonte di assoluta ispirazione per me». Ma in una sera così, che doveva essere solo il Kobe Day che scherzetto vanno a fare i Warriors di trottolino Curry? Ecco la vittoria numero 73 nella regularseason che polverizza il record di successi che era nelle mani di Chicago, quella di Michael Jordan per intenderci, che si era fermata a quo ta72. Una specie di passaggio di consegne. Di là i Lakers festeggiavano l'addio del loro mito, di qua l'incredibile macchina da canestri orchestrata da coach Steve Kerr, nei Bulls di Jordan era da giocatore uno dei valori aggiunti accanto ai fuoriclasse, che superando 125-104 Memphis ha scritto un'altra pagina di storia. Non è mancanza di rispetto verso Kobe, ci mancherebbe, anzi il saluto registrato e mandato da Curry al #24 in gialloviola è stato accolto nello Staples Center da un applauso fragoroso, non dai fischi come accaduto per quello di LeBron James. Nella vittoria da record la firma del playamker dal fisico normale, il trottolino immarcabile che ha infranto il muro delle 400 triple (402) insaccandone nella retina dei malcapitati Grizzlies altre 10 per 46 punti totali che certificano quel titolo di Mvp della stagione regolare che nessuno poteva contendergli. L'impresa di Golden State ha coinvolto anche un tifoso speciale, il presidente Barak Obama che ha speso per il gruppo di Kerr parole importanti con un tweet. «Congratulazioni ai Warriors, un gruppo di grandissimi ragazzi, dentro e fuori dal campo. Se qualcuno doveva superare il record deiBulls, sono felice che siano stati loro». Insommaunamedagliaben appuntata sul petto di chi non vuole lasciare nulla di intentato nella rincorsa alla vittoria finale. Già perché da domani si fasul serio. Scatteranno infatti i playoff che sembrano indicare strade ben precise. Ad Est la strada per la finalissima sembra spianata i Cleveland Cavaliere di LeBron James. Primo turno contro Detroit e poi piccole trappole che potrebbero essere portare daToronto o Indiana. Troppo poco per non pensare che i Cavs saranno a giocarsi il titolo. Contro Golden State? Probabile ma ad Ovestle insidie sono maggiori. Cisono gli Spurs di GregPopovich ed Ettore Messina ad esempio. È forse l'ultima chiamata per Tim Duncan e i suoi sodali ma su di loro grava l'incognita della carta d'indenti- tà. Il caraibico, Parker, Ginobili, Diaw. Tante, troppe primavere per pensare di arrivare in fondo a meno che l'orgoglio non diventi una specie di bevanda di Asterix in grado di raddoppiare le forze. C ' è anche la solita grande in compiuta, Oklahoma, con il talento di Durant e Westbrook, e la Los Angeles targata Clippers. E ancora i Blazers, giocano un gran basket, e quellaDallas dove il teutonico Nowitzki Festa Uno show in grande stile allo Staples Center di Los Angeles per la partita d'addio di un campione unico ancora domina. Insomma Golden State dovrà stare in guardia ma se la fortuna, leggasi nessun infortunio importante, li assisterà la strada p er verso il bis sembra spianata. Futuro Black Mamba promette «Verrò ini Italia per i giovani»