1 IL MODELLO KLEINIANO di Giovanni Pili La

Transcript

1 IL MODELLO KLEINIANO di Giovanni Pili La
IL MODELLO KLEINIANO
di Giovanni Pili
La mente è un contenitore di oggetti, questi sono interni o interiorizzati e animano la vita psichica,
dando luogo a diversi fenomeni psichici:
•
•
•
•
•
•
•
Angoscia
Scissione
Frammentazione
Proiezione
Idealizzazione
Depressione
Colpa
L’io è innato e agisce da attore dei meccanismi di introiezione e di proiezione. Ma subisce anche
l’azione delle configurazioni alle sue spalle. Anche gli oggetti in certa misura sono innati, il SuperIo esiste già dal primo anno di vita, anticipando così l’Edipo.
Oggetti e loro relazione costituisco due fondamentali assetti:
•
•
Schizzo\Paranoide
Depressiva
Gli oggetti, anche interiorizzati, diventano parti del Sé, tali parti vengono proiettati in oggetti esterni,
(in primis la madre).
L’oggetto è buono o cattivo a seconda della modalità lipidica o aggressività che lo investe.
Il “simbolo” esprime il rapporto mondo interno\esterno in ogni rapporto conoscitivo on l’ambiente
traspone ciò che è dentro di noi.
Con questo articolo a cui seguiranno presti gli altri si vuole descrivere la “rivoluzione Kleiniana”
che importa importanti innovazioni al modello Freudiano e anche alcune modifiche, mentre il
Maestro partiva dagli adulti per arrivare al bambino che era stato, la Klein fa il lavoro contrario,
partendo dallo studio dei bambini per trovare il futuro adulto, riuscendo in quello che Freud credeva
impossibile: aprire un transfert con i bambini.
1
LA TECNICA DEL GIOCO E L’INTERPRETAZIONE
di Giovanni Pili
La Klein apre il transfert coi bambini usando il gioco allo stesso modo in cui si utilizzano sogni e
libere associazioni con gli adulti. Secondo la Klein il sogno non è solo la realizzazione allucinata di
un desiderio, quanto la manifestazione di una data organizzazione di oggetti interni.
Il cuore del modello innovativo della Klein si può trovare e approfondire meglio nelle seguenti
pubblicazioni, della più grande psicoanalista dopo Freud:
•
•
•
La psicoanalisi dei bambini, (1932)
Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco/depressivi, (1935)
Contributo a un simposio sull’analisi infantile, (1927)
Ricordiamo due punti fondamentali che si evincono dallo studio dei giochi infantili:
1. aprire un transfert coi bambini è possibile
2. non sono necessari dei preliminari di preparazione all’analisi, dovuti
all’attaccamento ai genitori.
3. è bene che emergano da parte del bambino pulsioni aggressive verso il terapeuta, per
attenuare la conseguente angoscia del Super-Io che ostacolerebbe il transfert.
Secondo il concetto kleiniano di equazione simbolica le figure dei genitori, fratelli o parti del corpo
proprio o dei primi, o le rispettive funzioni corporee, vengono identificate con gli altri oggetti o
funzioni del mondo esterno. In quest’ottica, ogni attività ludica consiste in un investimento lipidico
dell’attività, a cui ricorre sempre un simbolismo genitale.
Nell’equazione simbolica l’oggetto interno tende ad essere confuso con quello esterno, nel simbolo
invece, la differenza viene salvaguardata.
È con il simbolismo che si edifica il rapporto del soggetto col mondo esterno e con la realtà nel suo
complesso. Il mondo esterno diventa cosi, “significativo” perché si carica del valore emotivo dei
primi oggetti. Nella “posizione depressiva”, di cui parleremo nei prossimi articoli, il simbolo sta in
un luogo dell’oggetto perduto, (seno, genitori) e la sua introduzione suppone il lavoro del lutto, tale
processo è alla base della creatività umana, perché motiva a creare degli oggetti sostitutivi.
2
MONDO INTERNO E MOTIVAZIONE
di Giovanni Pili
Dinamiche del mondo interno
Nel corso dei suoi studi la Klein è giunta alle seguenti due conclusioni: non esiste il narcisismo
primario ne un punto di vista economico, l’energia non viene mai svincolata da degli oggetti, se
pure in fantasia. L’oggetto, se non c’è nella realtà si costituisce comunque simultaneamente alla
pulsione. Esso è il correlato intenzionale della pulsione. La pulsione si manifesta quindi tramite la
fantasia.
Le fantasie si fondano nei bisogni primari del bambino, nell’ambito della relazione con la madre.
Quando il seno viene negato, esso diviene un oggetto che “attacca la pancia”. A questo punto la
Klein fa un distinguo tra due forme di fantasia:
•
•
Fantasy (fantasia conscia)
Phantasy ( fantasia inconscia)
Il fantasma kleiniano è dove gli oggetti cattivi sono dotati di propria volontà e si attivano,
rapportandosi tra di essi con l’Io.
La psiche infantile si popola di mostri e di una geografia interna fatta di peni, escrementi, vagine,
tutti con i caratteri di essere divoranti, smembranti, velenosi. I genitori sono persone viventi nel suo
corpo.
La motivazione
Si è detto che la pulsione deve trovare un oggetto su ci scaricarsi, ma l’oggetto non è il mero mezzo
con cui la pulsione si soddisfa, vediamo come nel bambino ci siano parecchi moti sadici; in lui la
pulsione aggressiva si connette con un oggetto super potente, incontrollabile, visto come nocivo.
L’oggetto diventa cattivo perché il bambino vi ha proiettato le proprie parti cattive, tutto questo
secondo due modalità:
3
•
•
Invidia, (tu sei abbondante di qualcosa che io non ho, ma non vuoi rendermene partecipe)
Gratitudine, (tu mi rendi partecipe di ciò che è tuo)
La pulsione appare come un modo di intenzionare l’oggetto, esso assume caratteri diversi a seconda
della modalità in cui si trova il bambino, (invidia/gratitudine). Da qui derivano rispettivamente i
moti sadici e quelli di gratitudine.
A promuovere il comportamento è la qualità dell’oggetto, determinata da come esso è interiorizzato
dal soggetto, ovvero da come è sentito rapportarsi a lui. L’angoscia non è l’effetto di una rimozione
fallita, essa è in ogni individuo, quale inevitabile contropartita dei moti sadici presenti in ognuno di
noi. Deriva dalla proiezione dell’aggressività sugli oggetti interni ed esterni.
L’angoscia consiste nel timore che l’oggetto aggredito si ritorca sull’Io, (angoscia persecutoria)
oppure nel timore della perdita dell’oggetto amato, (angoscia depressiva) a causa della propria
cattiveria. L’angoscia quindi, è sempre DI e PER qualcosa, essa stimola l’Io a produrre nuovi
oggetti, al fine di tenerla a bada, da cui deriva la funzione motivazionale.
4
CONCEZIONE DELLO SVILUPPO
di Giovanni Pili
Il Super-Io nella prima infanzia acquisisce le colorazioni proprie dell’oggetto pulsionale: divorante
e vampiresco nella fase orale, espulsivo in quella anale. Non solo il Super-Io precede l’edipo ma ne
promuove lo sviluppo.
Dopo una fase di “femminilità” in cui il bambino si identifica con la madre e il pene paterno è
l’oggetto desiderato, nel maschio fa seguito il passaggio all’edipo positivo, (desiderio della madre)
nella bambina si presenta l’invidia del pene e del seno materno. Gli oggetti parziali seno/pene danno
origine nella femmina all’invidia e nel maschio la ritorsione.
Un buon rapporto col seno agli inizi della vita è condizione indispensabile per il benessere psichico
futuro. I processi di introiezione e proiezione governano lo sviluppo.
LA TEORIA DELLE “POSIZIONI”
di Giovanni Pili
Le posizioni sono ciascuna un articolato e coerente assetto di oggetti interni, con le relative angosce
e difese:
posizione schizzo/paranoide il bambino proietta amore/odio sul seno della madre scindendolo in
buono/cattivo. L’oggetto buono è idealizzato, l’oggetto cattivo diviene un persecutore terrificante.
Si tratta di una posizione di angoscia persecutoria, dove il bambino teme di essere distrutto
dall’oggetto cattivo.
L’Io, che non ha una adeguata preparazione, fa ricorso al diniego onnipotente spogliando l’oggetto
di realtà o potere. Attraverso la identificazione proiettiva il bambino colloca l’onnipotenza sugli
oggetti che può controllare.
Posizione depressiva lo stesso oggetto suscita amore/odio, si integrano le parti scisse dell’Io. Il
bambino realizza che lui ha leso l’oggetto amabile, rendendosi responsabile della sua perdita come
oggetto buono, (senso di colpa) ha dunque l’angoscia di essere abbandonato, (stato di lutto) le
difese di questa posizione sono le seguenti:
• Maniacalità, (umiliare l’oggetto sprezzandolo)
• Riparazione, (ripristino dell’oggetto)
Troviamo qui un Io più coeso e capace di amare.
Tali posizioni possono riaffiorare nella vita adulta, si tratta di strumenti euristici*
[*vedi in “sociologia” alla sezione “psicologia in pillole”]
5
LA PSICOPATOLOGIA
di Giovanni Pili
I bambini in analisi risultano ossessivi, fobici, isterici, al più artistici; la Klein vede nel
comportamento infantile, la patologia degli adulti. La nevrosi è intesa qui come difesa dall’angoscia,
il superamento della stessa si ha ricombinando gli oggetti interni a livello delle posizioni. I
fallimenti delle elaborazioni delle posizioni sono frutto di fissazioni da cui genereranno le psicosi
dell’adulto.
Lo schizofrenico non riesce a integrare l’oggetto e il Sé nella posizione depressiva restando preda di
violente scissioni e proiezioni che lo portano a confondere interno/esterno.
Il depresso non riesce a riparare l’oggetto e il Sé restando diviso tra Io cattivo e oggetto buono,
mentre nella fase maniacale, vi è un Io grandioso e oggetti cattivi.
Lo psicotico quindi non riesce a scorrere tra le varie posizioni fissandosi in una.
Il paranoico reputa l’oggetto fonte del male, (Io grandioso) proiettandovi la propria cattiveria,
perpetuando l’odio, il depresso invece riconosce che il male deriva da lui, (Io cattivo) cosi possiamo
dire che l’invidia suscita l’odio e la gratitudine amore, non a caso il paranoico sentirà il bisogno di
attaccare il terapeuta.
6