Catone - Il Refuso

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Catone - Il Refuso
Catone
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MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA CITTA’ DI MONTE PORZIO CATONE
NUMERO 6 ANNO 4
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la Ca m p a n a
c h e n o n c’ è
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CHE RINFRESCANO
Luglio/Agosto 2008
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ilCATONE
n.6 ANNO 4
Primo
piano
Calcio
tappa n.1 politics
Eventi
ETNICA quattro
Senz’ACQUA cronaca
ambiente giallo RD
libri da sole
cultura
speciale
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Velletri chiuso in tipografia il
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Onestà irrintracciabile
on sono un fiscalista,
anzi, di soldi, bilanci,
tasse, contabilità non ci
capisco un’acca. La notizia questa volta me l’ha data un
medico, al quale stavo per fare,
come d’obbligo dallo scorso aprile, un assegno non trasferibile.
“Non c’è più bisogno, signora: da
oggi è in vigore una modifica al
decreto sull’antiriciclaggio, quindi l’assegno, per cortesia, lo lasci
libero”. Il senso del discorso del
mio medico lo capiamo tutti. Non
ho bisogno di spiegarvelo. Il
senso del provvedimento, inserito nella “manovra d’estate” del
nuovo governo, è da interpretare. Ci era sembrato che, pur con
tutte le difficoltà da superare per
far circolare i pochi soldi che ci
restano, gli italiani onesti in
fondo avessero accolto di buon
occhio le restrizioni del decreto
legislativo 231, quello che impediva le “girate” anonime sopra ai
5000 euro e imponeva il codice
fiscale in tutte le altre. Il senso
era chiaro: antiriciclaggio ma
anche anti evasione fiscale. La
tracciabilità dei passaggi del
denaro aiuta le coscienze. In
questi due mesi ci eravamo
quasi abituati.
Il nuovo governo però dev’esser
parsa troppo bassa la soglia di
5000 euro, così l’ha alzata a
12.500. Non gli è piaciuto l’obbligo di inserire il codice fiscale, e
l’ha abolito. Ha rialzato anche il
limite di depositi al portatore a
12.500. La pagina virtuosa che si
era aperta in primavera si è
richiusa tanto rapidamente che
addirittura
il
ministero
dell'Economia si è premurato di
assicurare che “saranno cancellati i procedimenti sanzionatori
aperti contro chi ha violato, nelle
scorse settimane, le norme ora
cadute”. Sono graziati d’ufficio,
dunque, tutti coloro che in questi
ultimi due mesi non si erano
adeguati alla tracciabilità.
Tutto questo l’ho scoperto dal
medico specialista. Mentre parlava, io compilavo il suo assegno.
Non trasferibile, mi dispiace dottore.
paola bolaffio
N
A questo numero hanno collaborato: Cantaporcellino, Hélène Duval, Maria
Fiorelli, Laura Frangini, Daniele Giubilo, Marco Morici, Francesco Renzi, Ilaria
Romano, Ernesto Stacchiola.
PRIMOpianoMPC
Pace fatta, grazie a intervento, e finanziamento, del sindaco
3
Divorzio sportivo
Il calcio monteporziano ha tante anime, tante voci, voci che si sovrappongono, alcune pacate, educate, altre mugugnose, altre ancora urlanti. Ci sono voci di mamme, voci di padri, voci di ragazzi promettenti, di
bambini, di allenatori vecchi e allenatori nuovi, di amministratori, di soci,
dirigenti, presidenti, direttori... In questa, come nelle due pagine a
seguire, cercheremo di darvene uno spaccato esauriente, così da provare a capire - non è facile per chi non ne conosca a fondo i rivoli e le pieghe - il caldissimo “Caso Calcio MPC”.
27 giugno 2008. Il sindaco Buglia
definisce questa data “storica”
per lo sport monteporziano. Alle
18 intorno ad uno dei tavoli dell’aula consigliare, alla presenza del
“moderatore”/sindaco, dirigenti,
allenatori, genitori dei calciatori di
casa nostra concordano, più o
meno concordemente, di dividere
gli sport: una associazione, la storica polispostiva ASD Monteporzio, terrà e gestirà basket, pallavolo, pattinaggio, tennis, tutto ciò che si propone a MPC, tranne il calcio, che
invece verrà gestito, almeno fino al prossimo bando pubblico e in virtù
di una convenzione tra le due parti, da una costituenda associazione, la
ASD Nuova Monteporzio Calcio, di cui si conosce al momento solo la
vicepresidenza (Massimo Cesaroni), allenatori Gentile, Luciani, Pralini,
Urbani...Punteranno sul settore giovanile, niente prima, seconda squadra, forse quando crescono, si farà juniores...Questa la premessa.
Non è stata una scelta facile. Anni di liti, di discussioni, di tentativi per
risanare il settore sportivo sfortunato, “prendendo nuovi allenatori, cercando strategie per tagliare spese e razionalizzare”, come ricordano il
presidente Rosario De Luca insieme ad Antonio Primavera. E’ dura da
digerire, la spaccatura. Probabilmente lo è da entrambe le parti. “Dopo
tutti gli sforzi che abbiamo fatto, le condizioni in cui abbiamo ereditato
la Asd e i risultati che invece abbiamo ottenuto, non è bello lasciare tutto
in mano a loro, freschi, nuovi, che si trovano la pappa scodellata...”,
spiega Primavera. Sintetizza il sindaco, che della ASD Monte Porzio è tra
i fondatori: “Ho sempre creduto in un centro sportivo che accorpasse
tutti gli sport, ma mi rendo conto che evidentemente i tempi sono maturi per una divisione, più funzionale...ché una forma statalista dello sport
può essere oggi anacronistica... Ma mi piacerebbe almeno che la nuova
società tentasse di accogliere tutto il calcio cittadino sotto un’unica bandiera”, dice alludendo all’Atletico. “Per il momento non è il caso - risponde Gino Gentile a nome della Nuova - Noi puntiamo tutto sui bambini.
Sono due sport diversi, quello adulto e quello dei più piccoli. I bambini
stanno scappando da Monte Porzio e noi vogliamo fare qualcosa per la
nostra città, per far crescere il nostro calcio, con gente nuova, giovane”.
Giovane/vecchio: una delle componenti della crisi sta proprio in questo
binomio non riuscito. E nell’amarezza da una parte, nella voglia di voltare pagina dall’altra. Rosario De Luca parla con pacatezza, trattiene
residui dissapori e riconosce la necessità di un divorzio non voluto. Gino
Gentile, sull’altra sponda, altrettanto educatamente vuole smorzare
ogni vago tentativo di polemica, dall’una o dall’altra parte. Spezzare le
catene, nel modo più rapido possibile, ché il dolore è più forte se dura
più a lungo. Come un divorzio. Era questa la sensazione. Si alzava il tono
parlando di fax acquistati, di casette, bar, stampanti... questo a me,
questo a te, quanto mi dai, un po’ come tra ex coniugi che fissano la
tensione tra un libro e un disco, e poi chiudono nella consapevolezza che
non ci sia più nulla da fare. Il giudice del divorzio era un Buglia assorto.
La sua sentenza però riesce a rasserenare: circa 50 mila euro di stanziamento. Si faranno, per gli uni, lavori di ristrutturazione agli impianti
del calcio, e per gli altri la pavimentazione del pallone, necessità impellente da quando gli Sharks sono approdati in serie C. Una minima parte,
infine, viene destinata a sanare le contese.
(continua alle pagg 4-5)
4
PRIMOpianoMPC
Campo in erba? Chi sì e chi no
Divisione sì, divisione no. E fin qui la spaccatura è ovvia, si riflette anche
nel quotidiano della società monteporziana. C’è Daniela, mamma di un
diciassettenne, che commenta: “Pensano ai bambini, perché portano
soldi, mentre i grandi se ne dovranno andare”. C’è il papà/ex consigliere dell’Asd Marcello La Stella che ringrazia il sindaco per aver provato a
tenere unita la società sportiva: “Impresa titanica, si apprezza l’intenzione”. E si domanda quando sia controproducente economicamente un divorzio (“il nuovo calcio non può beneficiare delle economie di
gestione né del travaso di fondi dai settori attivi”). Vorrebbe sapere
come farà a campare la nuova Asd, suggerisce di tagliare il ramo secco
della prima squadra (e la Nuova Asd infatti non la comprende); ma
anche quale sia la programmazione strategica della vecchia Asd, alla
quale, dice, ha chiesto da tempo i bilanci: “Mai avuti”. Sui bilanci vorrebbe dare un’occhiata anche Luciano Gori, consigliere comunale di
FI/Pdl, “mica perché non mi fido, anzi. Vorrei verificare se è davvero
possibile tagliare il contributo oppure se questo significa il fallimento
dello sport monteporziano”. Ancora non li ha avuti (“neppure il consigliere delegato allo sport, Gianluca Minucci ne sa nulla”), ma insiste: “In
sede di rinnovo della convenzione bisognerà avere le idee chiare, sapere quanti sono gli iscritti, che credibilità ha la ASD - mi dicono che molti
stanno scappando... - altrimenti è inutile fare progetti, inutile pensare
a tagli”. La nuova Asd punta sul giovanile. La prima squadra si sta
organizzando da sola. Restano fuori i ragazzi, la fascia intermedia...“Se
si decide che l’Asd svolge un importante ruolo sociale, bisogna creare
un vivaio che accolga i bambini, fascia a rischio. Bisognerà tagliare i
piccoli contributi alle varie associazioni e concentrare il 70% del
budget allo sport, che deve avere la forza economica per andare
avanti. Quanto ai ragazzi più grandi, non so, si potrà trovare un compromesso, ritagliare tempi per loro, d’altronde purtroppo non abbiamo
10 campi a Monte Porzio...”. E il campo in erba? “Non era in programma quest’anno, anche perché c’era il rinnovo elettorale in Provincia.
Sono cambiati gli interlocutori. Si ricominica da capo”, dice Gori. Il sindaco, infatti, ha appena riproposto al nuovo assessore allo sport l’idea
concordata con Panatta del mutuo col credito sportivo. Sergio Urilli, ex
sindaco oggi consigliere provinciale, è pessimista: “Ci si può provare,
ma non credo che in questo momento qualcuno ci ascolti”. Massimo
Pulcini, assessore (Pd) al personale, calciatore monteporziano dalle giovanili alla prima squadra, non è d’accordo. Teme che fare il campo in
erba pagando il mutuo con i soldi del contributo equivalga a togliere
ossigeno ad una associazione già asfittica. “Sinceramente mi ha spiazzato sentire che si vuole fare il campo in erba. Quando, verso febbraio
hanno cominciato a circolare queste voci - per carità, non so chi l’abbia
messe in giro e non voglio fare la caccia al colpevole - sono rimasto
esterrefatto. Non si possono alimentare certe aspettative... Il nuovo
manto erboso potrebbe sì regalare qualcosa in più in termini di iscritti,
ma a lungo andare, passata la novità, potrebbe non garantire introiti
sufficienti all’associazione alla quale nel frattempo è stato tolto il contributo annuale”. Quindi, il campo in erba non s’ha da fare... “Siamo
circondati da paesi che ce l’hanno, quindi non si offre qualcosa in più
rispetto agli altri. Per carità, capisco benissimo la necessità, ma secondo me bisogna essere realisti, bisogna ragionare da padri di famiglia.
C’è da aspettare. Ora arriverà il palazzetto dello sport, poi, tra un paio
d’anni, si potrà forse pensare al campo in erba”. Primo Roselli, rappresentante di Rifondazione a MPC, è dell’idea che il campo vada fatto.
“Solo bisogna capire come, dove, con chi, studiare e valutare i modi,
decidere se si vuole investire per vincere o per far giocare i ragazzini”.
Un suggerimento arriva, per lettera al Catone, dall’ex consigliere Asd La
Stella. Un po’ di fondi, dice, potrebbero arrivare dalle denunce dei redditi: “L’otto per mille può essere sfruttato a patto che il bilancio sia certificato e che siano adempiuti gli atti amministrativi connessi a questo
contributo. E se non sono disponibili fondi dalla Regione e dalla
Provincia per il sintetico, chiedeteli al CONI ed andateci con un progetto che preveda l’allontanamento del campo dal muraglione di
Giovannella”.
PRIMOpianoMPC
Buglia: 50.000 euro per lo sport
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“Lo so che ci vuole in campo in erba. Lo so che per dare una prospettiva vera al nostro calcio ci vuole ben altro che una sistemata agli
spalti. Ma sapete anche voi che sarà difficilissimo fare in tempo, dopo
l’ok del nuovo assessore allo sport della Provincia, a mettere in piedi
tutto l’iter per il mutuo agevolato sportivo e fare il lavoro...
Sinceramente, però, io non vedo nel futuro un campo di calcio lì in via
Romoli, affossato in zona altamente residenziale, con la piscina a fianco... piuttosto un parcheggio, necessario per decongestionare la zona. Il
campo per sistemare tutto il settore giovanile lo vedo bene invece nelle
prospettive di collaborazione con i preti di Villa del Pino...”. Tempi lungi,
Buglia lo sa, lo dice: “Ma pensiamo all’oggi, ché tutto questo, con i tempi
biblici degli iter lavori pubblici, non so quando lo vedrò”. Si parla dell’oggi. Ho prospettato al’assessore provinciale allo Sport l’idea del mutuo
agevolato col credito sportivo”.
Intanto, però, c’è una lista di cose urgenti preparata dalla nuova asd calcio che prevede una sistemata agli spalti e la copertura, le porte nuove,
un’imbiancata agli spogliatoi... “D’accordo - dice Buglia - vi dò una
mano. Ho trovato il modo di impegnare circa 50 mila euro per gli
impianti sportivi”, per il calcio e per la pavimentazione necessaria alla
pallavolo promossa in serie C. La lista dei lavori necessari la prepara
la Nuova Asd. Si faranno quest’estate. Nel frattempo, gli allenatori e i
responsabili della società cercheranno di riformare il vivaio di giovanissimi calciatori monteporziani. Ai quali offrono esperienza e buona volontà. Questo in effetti emerge anche al tavolo del “divorzio”. Gino Gentile,
a nome suo e degli altri allenatori, chiarisce al sindaco e a De Luca le
intenzioni: “Se finora abbiamo avuto qualche soldo dalla società sportiva, ora metteremo noi stessi mano al portafogli. Rinunciamo allo stipendio (Luciani, per esempio, non l’ha mai voluto), versiamo le quote sociali che servono per far partire l’avventura con un po’ di dignità. Non c’è
da guadagnare nulla, anzi. Quel che vogliamo è solo ridare entusiasmo
al calcio di casa nostra”.
E la prima squadra che fine fa? La prima squadra costa... “Solo l’iscrizione al campionato costa 10 mila euro - spiega al Catone Danilo
Centioni, capitano - E’ ovvio quindi che sia un peso per una società che
perde. Abbiamo provato a parlare con i responsabili della Nuova, che
però vogliono solo fare settore giovanile, ricominciare da capo, ricostruire partendo dai più piccoli. Abbiamo parlato anche con i ragazzi
dell’Atletico, tentando una fusione. Ma ci hanno detto che sono già una
trentina...”. Che farete, allora? “Ci stiamo dando da fare. Abbiamo
chiesto alla ASD MontePorzio di poter giocare a nome loro. Stiamo cercando qualche sponsor. Siamo 22. Ce la faremo da soli. Non abbiamo
voglia di andare in altre squadre, anche se qualcuno di noi è stato pure
chiamato. Siamo monteporziani, vogliamo giocare con la nostra maglia”.
Tre società, dunque, per il solo calcio targato MPC. D’altronde, pare
inevitabile per ripartire con nuovo entusiasmo. Bambini a posto. Adulti
per ora a posto. Restano fuori i ragazzi.
6
POLITICA
tappa n.1
PRIMOpiano MPC
Monte Porzio tra meno di un anno sceglierà da chi farsi governare. Gli schieramenti non sono ancora pronti a dare
nomi, programmi, liste... anzi, non
sono neppure schieramenti certi:
“Troppo presto, troppo presto”. In
realtà, le prime mosse si stanno facendo già ora. I motori politici si
stanno scaldando. I monteporziani ne parlano, ne discutono, scambiano indiscrezioni, voci, ipotesi. La curiosità è legittima. Con questo
articolo, iniziamo un viaggio a tappe per tentare di aggiornare e soddisfare (quanto più possibile, con la massima obiettività possibile) le
curiosità dei cittadini/lettori sugli sviluppi delle proposte, dei programmi, delle alleanze, delle candidature politiche monteporziane.
Tappa numero uno: Sinistra Arcobaleno the day after. Cosa accade dopo la disfatta elettorale della primavera scorsa? L’alleanza tra le
sinistre non si è dimostrata solida, “è tempo di fare una seria riflessione” è la frase ricorrente da aprile ad oggi. Tra PRC e Verdi a Monte Porzio
non c’è stata negli ultimi anni una sana amicizia, neppure programmatica, tant’è che Buglia è stato sostenuto da una coalizione di verdi-bianchi-rossi che escludeva Rifondazione. Caterina Morani (PRC ed ex DS),
in via Roma, è seduta sui banchi dell’opposizione accanto al centrodestra. Nel frattempo, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale, è nato il PD, con correnti e correntine. Ed è nato anche il Popolo
delle Libertà, ancora senza organigramma a Monte Porzio.
Trasformazioni, nuove alleanze, legami trasversali, tutto è ancora possibile. Roberto Buglia, sindaco verde, e Primo Roselli, a nome del PRC
monteporziano, sono i due “virgilii” di questa nostra prima tappa. Cosa
accadrà alle prossime amministrative? La sinistra arcobaleno non c’è
più. La ricostruirete o a casa nostra meglio lasciar perdere?
Buglia: “Credo che sia necessario
sedersi a tavolino e ragionale su
un piano programmatico sul quale
poi giurare. Questa è l’unica soluzione, perché è impensabile che
PRC non partecipi alla compagine
governativa. Bisogna andare oltre
le difficoltà di pensiero individuali,
oltre eventuali rancori e personalismi, la politica deve servire a superare l’impasse, a mediare le posizioni”. Questa riflessione è frutto
dello choc elettorale? “Il gruppo dei
Verdi dei Castelli vive una situazione diversa da quella di altri territori. E’ una presenza forte. Certo,
anche qui si è sentito l’effetto delle
ultime elezioni, ma ce la siamo
cavata con percentuali di tutto
rispetto. La riflessione - il congresso è a luglio - comunque è d’obbligo”. Si sente il peso del grande
PD... “Ovvio che Ds e Margherita
escano rafforzati dalle ultime elezioni. L’area alternativa chiederà al
Pd una politica di coalizioni diversa
da quella della passata tornata
elettorale, in un’ottica di reciproco
rispetto, anche se siamo temporaneamente una minoranza”.
Roselli:“E’ prematuro delineare
scenari. Stiamo cominciando appena a prendere contatti. A settembre si aprirà un tavolo. Ci stiamo
riorganizzando noi, e anche gli
altri. Certo, è necessario un tavolo
di confronto. Se riusciamo ad
avere un “qualcosa” di comune,
potremo contattare anche il Pd”.
Accordo politico o programmatico?
“Ad oggi un tavolo politico non c’è
più, ce ne dovrà essere uno programmatico, se riusciamo a trovare convergenze. Questa è la linea”.
Si supereranno le discussioni personali? “Qualcuno dovrà fare passi
indietro, se no non si arriva a nulla.
E soprattutto si dovrà vedere se
verranno messi veti alla nostra
presenza, come è accaduto alle
passate elezioni comunali. Se così
fosse, non si andrà da nessuna
parte. Noi partiamo con l’idea di
fare qualcosa, gli altri ci devono
dire se sono liberi di discutere con
noi. Bisogna avere prima possibile
idee chiare e programma chiaro,
perché stavolta nessuno ha la vittoria in tasca. I segnali devono partire sin da oggi”.
A Frascati, intanto, nasce un movimento politico. Ne danno annuncio in
assemblea pubblica il 20 giugno, il consigliere comunale Damiano
Morelli e il giornalista Massimo Marciano. Si chiama “Frascati a
Sinistra”, “senza aggettivi né preclusioni” e dichiara di voler “partire dal
basso: disponibile Carta dei valori” e mail per chi volesse dialogare.
PRIMOpiano MPC
Colle Ameno, la denuncia
7
Colle Ameno a Monte Porzio non è un colle, ma un vespaio. Le case
della cooperativa di via Romoli sono abitate già da svariate famiglie,
mentre le discussioni sui tempi dei lavori e sugli impegni presi dalla
coop nei confronti del Comune sembrano non finire mai, neppure
oggi, dopo 10 anni e dopo l’approvazione di una nuova convenzione sui contenuti della quale nessuno ha da ridire. Il centro destra
monteporziano ha offerto fuoco e fiamme, sbattendo la porta dell’aula consiliare più di una volta, fino alla primavera scorsa, quando Miro Morbidelli e Domenico Di Gianni hanno presentato un esposto alla magistratura invitandola a chiarire se si ravvisa nell’operato di Sergio Urilli, ex sindaco, Roberto Buglia, sindaco, Piero
Giusberti, assessore all’urbanistica in entrambe le legislature, e dei
dirigenti dell’Ufficio tecnico, il reato di abuso o omissione d’atti d’ufficio. Il nodo del contendere riguarda i tempi impiegati dal Comune
per richiedere alla cooperativa il pagamento di una serie di obblighi
contrattuali (145 milioni di vecchie lire). L’iter però è stato avviato,
la cooperativa ha pagato, la commissione edilizia di cui fanno parte
anche consiglieri Cdl, ha varato una nuova convenzione che impone nuovi paletti alla Colle Ameno e anche al Comune, una convenzione che in termini di contenuti pare che non abbia nemici.
Insomma, mentre la vicenda, pur se in ritardo, stava finalmente
prendendo la piega giusta, fiocca una denuncia...
Luciano Gori (consigliere FI, oggi PDL) non è d’accordo con i “colleghi”. Non l’ha firmata. Anzi, quando è uscita sui quotidiani la notizia dell’esposto presentato da Morbidelli e Di Gianni, il suo partito,
insieme ad An, hanno voluto precisare che Morbidelli non rappresenta nè l’uno nè l’altro partito e neppure, al momento, il Popolo
delle Libertà. Gori sembra aver voluto prendere ulteriori distanze.
Perché? “Non ho sottoscritto la denuncia perché non condivido
quel tipo di procedure”. Un po’ come ha detto Buglia, a proposito di Colle Ameno: “l’Opposizione ha correttamente interpretato la propria funzione di controllo - ha detto il sindaco al Catone ponendo le giuste problematiche. Contesto il metodo, lo strumento
usato, che rischia di mandare all’aria il cantiere proprio nel momento in cui le cose si stavano sanando e che quindi è poco attento alle
famiglie che ci abitano. La magistratura, infatti, per esigenze di
indagine può anche decidere di bloccare i lavori”.
Anche Gori la pensa così? “Non credo che la denuncia possa bloccare la convenzione”. Il rinnovo della convenzione no, ma
forse il cantiere... “Personalmente non condivido le denunce, questa vicenda si poteva risolvere con il rinnovo della convenzione che
garantisce amministrazione e residenti. Quanto alle responsabilità
politiche, amministrative, contabili, se ne occuperanno gli organi
competenti. Il nostro ruolo è quello di risolvere i problemi. Ma posso
capire l’esasperazione di Morbidelli e di Di Gianni. Erano parecchi
mesi che si tirava per le lunghe, senza avere risposte.. ”. La convenzione è buona, dunque... “E’ buona. Vengono considerate le
modalità e i tempi di pagamento, va a completare tante lacune,
prevede il controllo del rispetto dei progetti... Ma perché si è dovuta approvare prima ancora di avere il parere della Regione?” Per
questo anche lei è uscito dall’aula consigliare l’ultima volta?
“Per questo. Abbiamo anticipato i tempi, non sappiamo se va a
buon fine, visto che la delibera è condizionata ai tanti pareri degli
enti coinvolti. La adottiamo, ma non siamo sicuri che sia giusta”.
Morbidelli però sembrava furioso... Parliamo di lui. Sarà
candidato del PDL, o la precisazione di FI e An a proposito
della sua appartenza è da leggere come un altolà? “Il Popolo
della libertà (a MPC) si sta costituendo in questo momento e non
c’è ancora un organigramma. E’ ovvio che la trasformazione non sia
semplice. Alle ultime elezioni, Morbidelli era candidato nella CDL
come indipendente, non era e non è iscritto a Forza Italia e neppure ad AN, i cui tesserati, me compreso, sono confluiti in modo naturale nel PdL. Il PdL è ad oggi un contenitore aperto un po’ a tutti”.
8
Speciale ETNICA
EVENTI
pagine a cura di Ilaria Romano
Luglio, tempo di Etnica. L’edizione numero quattro
del festival internazionale di musiche e culture dal
mondo nato nel 2005 da un’idea del sindaco Buglia
si annuncia ricca e piena di sorprese. La prima, orizzonti allargati. “Non solo in senso geografico – spiega Alessandra Catenacci, responsabile amministrativa dell’Istituzione Area delle Muse, mente organizzativa della manifestazione. – Etnica quest’anno spazia
oltre il repertorio musicale, all’insegna della contaminazione tra le
arti e i linguaggi espressivi. Danza, pittura, un programma musicale particolare…”. Andrea Mollica, etnomusicologo, fra gli organizzatori del festival con l’associazione Foresta di Piume: lo scorso anno
parlavi di “arrivare in Mongolia”… com’è andata? “Guarda, c’è mancato un pelo! Avevamo contattato un gruppo mongolo ma purtroppo in questi giorni suonavano in Germania. Comunque siamo andati molto lontano, con il Bengala di Milon Mela: una tradizione di bardi
itineranti, qualcosa di molto diverso dalla musica con sitar, tabla e
canti di origine indù a cui siamo abituati a pensare. Poi ci sono gli
Ale Brider: musicisti da Roma e dai Balcani, suonano musica klezmer, un patrimonio molto vasto ed apprezzato,
quello che fa da colonna sonora ai film di
Kusturica, per intendere… Un appuntamento
molto interessante anche quello con la Michele
Martino Band. Michele ha collaborato con percussionisti di fama come Nour Eddine e nel suo lavoro combina musica africana e dell’Italia del sud.
Taranta e sud anche con i Nidi d’Arac, che fanno
invece musica elettronica; sarà un bello spettacolo, d’impatto anche coreografico. Dall’area romana viene invece Il Testamento di Faber. Ma soprattutto, con i concerti ska e reggae ad inizio festival,
ci siamo aperti a un’altra idea di etnicità, alle
nuove culture degli scenari urbani. Ci saranno i
Mascalzones, gruppo ska, e tre formazioni reggae: Easy Roots, Ma De Ke Sound, Masta Fire
Sound. Il reggae urbano, dopo quello giamaicano,
è il più apprezzato in Italia”. Per concludere?
“Continua in salita la strada di Etnica, questa edizione è ancora più nutrita della precedente”.
Rosanna Liberatore, presidente di Django Jazz
Tzigana, associazione musicofila che si adopera
per la promozione della cultura zingara, è “felice
per l’orgia di musica che ci aspetta”. “Già pregusto il momento magico del festival, con tanti paesi
diversi. Ci sarà il Carmelo Tartamella’s Django
Clan, italiano, ma anche noi quest’anno siamo
andati ancora più a est, con gli Opus 4, russi, e più
a ovest, in Spagna, con Raphael Fays e la Spagna,
il flamenco, la musica dei gitani andalusi. Durante
il concerto di Fays ci sarà un omaggio a Stéphane
Granelli, violinista di origine italiana nato in
Francia, che ha suonato con Django e Michel
Petrucciani; quest’anno ricorre il centenario della
sua nascita”. “Abbiamo proposto artisti che rispecchiano la nostra musica”, dice Tiziano Angeletti,
presidente
della
giovane
Sostanze, che tra l’altro si
occuperà del punto ristoro al
Campo dei Preti del Pino.
Sostanze
ha
collaborato
anche alla ristrutturazione del
bar,
decorato
dall’artista
underground Kogal.
EVENTI
9
Sabato 12 luglio
Campo dei Preti del Pino, via S. Antonino: ore 20, corso di pittura interattiva con la musica, a cura dell’ass. Arcobaleno Rotante. Ore 21,30,
concerto dei Maskalzones, ska e rock steady.
Domenica 13 luglio
Campo dei Preti del Pino: ore 20, corso di pittura interattiva con la musica, a cura dell’ass. Arcobaleno Rotante. Ore 21,30, concerto di Easy
Roots + Ma De Ke Sound + Masta Fire Sound, reggae.
Lunedì 14 luglio
Campo dei Preti del Pino: ore 19, concerto del gruppo Iseorock, ragazzi della Scuola di Musica “Iseo Ilari” di Monte Porzio Catone. Ore 21,30,
Andrea Rivera in “Uscite d’insicurezza”.
Martedì 15 luglio
Ore 18,30, Biblioteca Comunale: conferenza su “La musica classica tradizionale dell’india”, con Fabio Lazzarin e Francesca Cassio, a cura di ass.
Alternativ@Mente. Ore 21,30, Campo dei Preti del Pino: concerto di Il
Testamento di Faber, tributo a Fabrizio De Andrè.
Mercoledì 16 luglio
Campo dei Preti del Pino, ore 21,30: Milon Mela, musiche dal Bengala.
Giovedì 17 luglio
Campo dei Preti del Pino, ore 21,30: Ale Brider, musica klezmer.
Venerdì 18 luglio
Campo dei Preti del Pino: ore 17,30, corso di tamburi africani con
Michele Martino, a cura di ass. Arcobaleno Rotante, e piccola esibizione
prima del concerto serale. Ore 21,30: Michele Martino Band, “Il
Mediterraneo incontra l’Africa”.
Sabato 19 luglio
ore 18,30, Biblioteca Comunale: concerto del musicista Drahomir
Dalos e presentazione della fujara, strumento a fiato iscritto
dall’Unesco nell’elenco del patrimonio non materiale dell’umanità.
Ore 21,30: Nidi d’Arac, taranta elettronica.
Domenica 20 luglio
Campo dei Preti del Pino, ore 21,30: “La sindrome di Stendhal”,
spettacolo di danza di Tuscolana Arte e Cultura con coreografia di
Fabrizio Federici.
Venerdì 25 luglio
piazza Porzio Catone, ore 21,30: Carmelo Tartamella Django’s Clan
- concerto realizzato nell’ambito del progetto “Memoria in viaggio”,
finanziato dalla Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini.
Sabato 26 luglio
Chiostro del Collegio Inglese, ore 18,30: proiezione del film
Transylvania di Tony Gatlif. Ore 21,30, piazza Porzio Catone: Opus
4, musica dei Balcani.
Domenica 27 luglio
Chiostro del Collegio Inglese, ore 18,30: proiezione del film/documentario Djangomania. Ore 21,30, piazza Porzio Catone: Raphael
Fays, swing e Andalusia.
12-27 luglio
Biblioteca Comunale: “Tango”, personale del pittore Massimo
Pennacchini.
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito. Dal 12 al 27 luglio al
Campo dei Preti del Pino sarà attivo un punto ristoro.
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Speciale ETNICA
EVENTI
Nidi d’Arac,
aracnidi postmoderni
dalla terra del rimorso di demartiniana
memoria. “Siamo leccesi, romani, immigrati della grande città - presenta il gruppo Alessandro Coppola, il fondatore. - La
nostra musica è frutto di un incontro
metropolitano”. World come nuovo rock.
“Penso che il nostro sia un modo moderno e tutt’altro che tradizionale
di suonare. Musica del futuro, dove è importante portare le proprie radici. Migrazioni, minoranze... è importante tener presenti le proprie radici. Trovo che abbiamo l’obbligo e il dovere di portare la musica popolare italiana a confronto con le altre culture del mondo. La confrontiamo
con le altre per farla conoscere attraverso i nuovi linguaggi della musica del mondo, come l’elettronica. E’ una musica elettronica fatta con
suoni acustici. Più che tradizionale e più che elettronica. Postmoderna,
insomma”. Formazione e strumenti mutano secondo i luoghi, i dischi, i
progetti: teatri o palchi, concerti acustici o suoni elettronici con tanto di
dj. “A Etnica? Mescolanza di acustico ed elettronico, chiamiamolo rock,
nel senso di potente. Un rave, come il San Rocco’s rave, rito neotribale
che rivisita una festa patronale salentina dove si suona per strada e si
balla. Un punto di contatto tra la dance e la musica popolare: sono nate
per far ballare”.
I Maskalzones suonano ska, guardano i maestri
jamaicani, ma quando soffiano negli strumenti la
testa sta a New York...da quei maledetti neri che
sapevano dire bene: Bop!” Arrivano da Aprilia e da
alcuni anni fanno ska e rocksteady. “Ricalchiamo
stile e modo di suonare delle orchestre giamaicane
anni ‘60, il nonno del reggae. in questo periodo stiamo presentando l’ultimo disco, Nestology, uscito ad
aprile: 11 pezzi tributo a questo tipo di musica e un
nostro pezzo ricampionato da un dj di Mestre in versione dub, musica che nasce rimasterizzando vecchi pezzi
giamaicani”. Di cosa parlate nei vostri testi? “Di allegria, pace e
serenità; di danza e movimento, perché viviamo in una società che ci
vuole sempre più statici e fermi”. E fuori dal palco? “Siamo impegnati
nella lotta alla centrale turbogas di Aprilia”. Ai Castelli è inceneritore...
“Bisogna tener d’occhio la madre Terra, parlare di come viene aggredita. Chi incontra tanta gente ha il dovere di farlo”.
Pino Vecchioni, monteporziano, è il fondatore de Il Testamento di
Faber, gruppo tributo a Fabrizio De Andrè. “Siamo dieci, uniti dalla
passione per Faber. Nove di noi vivono di musica, professionisti insomma. Siamo dei Castelli e proviamo a Velletri. Suoniamo basso, batteria,
chitarre, strumenti a fiato, violino, due voci... Anche strumenti dal
mondo: buzuki, dalla Grecia, berimbau, dal Brasile, darbuka, arabo...
Siamo il più possibile fedeli agli arrangiamenti originali di Faber, che nell’ultimo periodo era diventato un po’ ‘l’etnico italiano’, con un lavoro di
ricerca articolato”. Anche tanto studio... “Studio e molte ore di sala
prove. Da poco il nostro cantante si cimenta nei brani in dialetto genovese, suggestivi e molto amati; ne proporremo alcuni anche a Monte
Porzio, insieme a pezzi importanti di tutta la carriera di De Andrè, ricercati e ‘popolari’”. Altro? “Lo scorso febbraio, a dieci anni di distanza dall’ultimo tour di Fabrizio, abbiamo riproposto in teatro l’integrale dell’ultimo concerto”. Vivete di musica, un’impresa... “Dici bene, si fa fatica.
Ci vorrebbero più regole, apprezzamento per la professionalità di chi si è
costruito una solida preparazione”. E se
un ragazzo ti dicesse “voglio fare il
musicista”? “Lo incoraggerei, sì. Magari
gli consiglierei di lasciarsi aperta una
seconda strada...”
EVENTI
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“C’è musica rom? Speriamo che non suonino il sassofono, altrimenti gli
prendono le impronte! Sai come si dice, i piccoli rom seguono le impronte dei padri”. Al telefono con Andrea Rivera, notte. Un tuffo in un
fiume di parole, tra i molti impegni che gli affollano la voce. “Me lo chiedo anch’io, cosa mi spinge a fare teatro e a non tornare a fare l’operaio. L’operaio fa un lavoro concreto; chi fa teatro civile cerca di costruire
ma...” Sei un attore? “No, un cantastorie. Non interpreto un ruolo. Do
notizie a mio modo, le risputo come le vedo io. Cerco di fare cose nuove,
soffro molto l’abitudine”. Parliamo di satira. “La satira, in Italia, se non è
morta... quasi. Bisogna rivalutarla come rappresentazione, il cabaret è
un’altra cosa. La satira per me è quella che fa male allo stomaco dello
spettatore. Ci vuole anche autodissacrazione. Questa è un po’ la mancanza di Grillo, Crozza, Paolo Rossi, grandissimi, ma che mancano di
autodissacrazione. A me piace farmi male, la verità del
satiro parte da lì. Il satiro deve prima vedersi dentro: fa
male, ma ti ricostruisci un po’ ogni sera, rimetti a posto
pezzi di te stesso. Mi analizzo da solo, risparmio i soldi dello
psicanalista. Non ho maschere, non sono come Corrado
Guzzanti che usa la maschera: sono un po’ più diretto di
lui, mi piace andare subito al succo, come gli aforismi di
Ennio Flaiano, da cui prendo spesso spunto. Amo la secchezza delle battute. De brevitate battutae, insomma”.
“Volevo riflettere sui concetti di bello e brutto nella
nostra epoca. E avere un pretesto per giocare con pittura e scultura”. Fabrizio Federici, “architetto
pentito” e coreografo, presenta il suo “La sindrome di
Stendhal”, visionario vortice di danze, movimento,
opere d’arte attorno alla vertigine del bello. “Chi è colto
dalla sindrome sperimenta una perdita totale.
Attraverso questo viaggio di visioni può riappropriarsi
dei valori dimenticati, semplici. Oggi che siamo così
presi da corse affannate e oggetti di marca, forse avremmo un po’ tutti
bisogno di farci prendere dalla sindrome di Stendhal, da questa stregoneria che assomiglia tanto alle estasi dei riti tribali o alle nostre più vicine tradizioni popolari, tutte danze volte al transensoriale”. E tu lo sei
stato? “No, ma ho avuto una visione per uno spettacolo di danza! Di solito mi succede così: nascono immagini generali su cui studio. Poi, fondamentale, la ricerca musicale. Per la Sindrome ho scelto René Aubry, che
compone soprattutto per danza e teatro su tematiche particolari. Nella
sua discografia ho trovato quei cambiamenti di ritmo che potevano rendere un po’ giocosa la follia. C’è anche musica classica, un ritorno continuo alla classicità di Canova... scelte abbastanza personali, senza
nesso storico o logico, ma solo emotivo. Anche perché la sindrome è una
crisi emotiva”. La compagnia Tuscolana Arte e Cultura nasce nel 1998.
Palcoscenici nazionali e internazionali. Il mondo di Fabrizio è la danza,
“non moderna o contemporanea: danza è anche la formica che si
muove, la mosca che vola attorno a una mollica di pane. Il movimento
nasce dalla natura, abbiamo dei codici da apprendere e studiare, ma la
creatività ha bisogno poi di infrangerli”.
Carmelo Tartamella, da Cremona, ci risponde mentre è in viag-
gio lungo lo Stivale. “Mia nonna era manouche, suono questa musica da
quando avevo cinque anni”. Nel 2003 ha dato vita al Carmelo Tartamella
Django’s Clan (sul palco il 25 luglio, nell’ambito del progetto “Memoria
in viaggio” finanziato dalla Comunità Montana Castelli), in cui è chitarra
solista; con lui Jacopo Delfini, chitarra ritmica, e Carmelo Leotta, contrabbasso. “Siamo una classica formazione
manouche, nello stile di Django. Abbiamo suonato in manifestazioni internazionali e siamo stati
scelti per rappresentare l’Italia al festival di
Vienna lo scorso ottobre. A maggio è uscito il
nostro ultimo disco, La strada del tabacco. Alcuni
brani li proporremo a Etnica, insieme a classici del
repertorio jazz manouche arrangiati da noi”.
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Acqua a secco
CRONACA
di ilaria romano
E’ iniziata senza preavviso a Monte Porzio, la sera del 21 giugno, la turnazione nella fornitura d’acqua disposta da Acea Ato 2 per far fronte
all’emergenza idrica provocata dai maggiori consumi di questo inizio
estate. Giusto il tempo di affiggere in fretta e furia la fotocopia del fax
urgente di Acea arrivato in Comune alle 17.41, che annunciava per le 21
della stessa sera la chiusura del serbatoio di via del Bosco. “A causa degli
elevati consumi di questi giorni - recita il fax - e a causa del’improvvisa
indisponibilità di alcune risorse idriche si sanno verificando mancanze
d’acqua e abbassamenti di pressione nella parte alta del Vs. Comune”.
Poi la raccomandazione di evitare “sprechi e abusi, ovvero l’utilizzo dell’acqua per usi diversi da quello strettamente domestico”. Un secondo
fax, il 23 giugno, informa che l’emergenza riguarda anche Palestrina,
Colonna, Frascati, Montecompatri, Rocca Priora, San Cesareo, Zagarolo.
Collegamenti di emergenza con l’acquedotto del Simbrivio e “piani di
turnazione al fine di contenere il disagio della cittadinanza”. Monte Porzio
entra dunque in turnazione, con preavviso o anche senza, nonostante
un terzo fax (del 24 giugno), oltre all’ennesima sospensione dell’acqua,
assicurava che “domani si provvederà a comunicare un’eventuale modifica e/o ripetizione di detta turnazione”. Se l’area tuscolana piange, l’appia non ride: Velletri e Cecchina in
forte crisi, il centro storico di Albano
“rubinetti a secco da un lato, acqua
torbida dall’altro” per lavori che
hanno causato la messa in circolo
dei detriti contenuti nei tubi. E poi
Genzano, Lariano, Castelgandolfo...
E mentre Acea sembra blindata (no interviste, no dichiarazioni, e nel
primo torrido week-end della turnazione solo il numero verde a disposizione di sindaci e cittadini che volessero saperne di più), campo aperto
alle supposizioni: “ma se la primavera è stata piovosa...”, “perché a
Roma l’acqua non manca mai?”. L’assessore regionale all’Ambiente
Filiberto Zaratti, intervistato dal Catone, ci aiuta a fare il punto della
situazione: falde in abbassamento, la Doganella registra -60 litri al
secondo, il 30% in meno rispetto allo scorso anno, la falda sotterranea
7 metri più in basso. Aumentato prelievo, pozzi abusivi e non, irrigazione tra le cause dell’impoverimento delle risorse idriche. Le piogge primaverili non sono garanzie di falde piene, perché i tempi geologici sono
più unghi. Poi ci sono usi impropri e “perdite di servizio”, anche quelle
da mettere nel conto. Contenti perlomeno della soddisfazione che dà il
nominare le cose col loro nome, seguiamo l’evolversi della situazione. Ad
Albano il sindaco convoca l’unità di crisi e chiede un incontro con Acea,
come pure i sindaci di Frascati, Montecompatri e Monte Porzio, che
incontrano Acea Ato 2, il 27 giugno. Difficoltà di comunicazione con il
gestore delle acque, richiesta di un tavolo di concertazione degli interventi e di piani di emergenza alternativi gli argomenti all’ordine del giorno. Vista l’estensione del territorio colpito dalla penuria d’acqua e dalle
turnazioni, il prefetto Carlo Mosca indice un vertice con sindaci, Acea Ato
2, tecnici dell’assessorato Ambiente della Regione Lazio, una rappresentanza della Provincia, nella persona del consigliere Sergio Urilli.
A Rocca Priora quando manca l’acqua dalle tubature dell’ACEA si
può sempre trovare un’altra soluzione. Chi vuole annaffiare il suo
giardino, chi si è stufato di comprare le bottiglie d’acqua, chi non
sopporta più la macchina sporca, potrebbe benissimo permettersi
di ignorare l’ultima ordinanza del comune che impone di non fare
sprechi. Come? Usufruendo della disponibilità incontenibile di
acqua che esce dalla falda pazza che gli abitanti chiamano “le fontane” o ”i vecchi lavatoi”. Ci dicono che non si possono chiudere.
Nè farne rallentare il flusso. Quindi, approfittiamone. Tra l’altro chi,
li accando, al deposito dell’ASP, ogni giorno innaffia i camion per
ripulirli, potrebbe rifornirli lì. Nessun commento.
HD
CRONACA
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Confermato l’impoverimento delle fonti di Doganella e Simbrivio, “un
trend iniziato tempo fa, progredito in modo repentino” riferiscono i tecnici dell’assessorato Zaratti, si è parlato di una sorta di “protocollo
d’emergenza” per la comunicazione: “uscendo dal paleolitico ed entrando nella modernità”, curare la comunicazione capillare agli amministratori (e quindi ai cittadini), fornendo a ciascun sindaco i numeri di telefono dei responsabili territoriali di Acea Ato 2, da chiamare direttamente
in caso di necessità per informazioni sull’emergenza e gli interventi in
corso. E poi un piano di interventi “per rimuovere o scongiurare la turnazione”, visto che tutti i comuni dell’area sono a rischio, tra turnanti,
turnandi e zone, come Cecchina, dove la sofferenza idrica è atavica.
Interventi immediati (entro 15-30 giorni), a breve (30-60 giorni) e
medio termine (due anni), interesseranno un po’ tutte le zone secondo
i tempi tecnici di attuazione: escavazione di nuovi pozzi, potenziamento
delle reti di adduzione, allargamento della sezione dei tubi esistenti,
applicazione di valvole che aumentino la pressione dell’acqua nella rete,
permettendole di arrivare più lontano, interconnessioni tra acquedotti,
opere di mitigazione dell’inquinamento da arsenico e metalli pesanti
(prodotti naturalmente in zone vulcaniche, entrano in circolo quando
l’abbassamento delle falde obbliga a pescare acqua sempre più in
basso). Frascati, Marino, Rocca Priora, Montecompatri, Zagarolo,
Colonna, Monte Porzio, San Cesareo, Albano, Velletri, Genzano, Lariano,
Castelgandolfo saranno interessati dagli interventi a 15-30 giorni: a
Rocca Priora e Albano/Cecchina si preleverà da altri pozzi, a Frascati
(alcuni interventi già realizzati, tre frazioni fuori turnazione) bypass da
un altro acquedotto. La carenza d’acqua, comunque, segnerà l’estate
castellana. Un segnale da non sottovalutare, e da affrontare con attenzione e provvedimenti a tutti i livelli. In qualche comune, come Rocca
Priora, sono state emesse le prime ordinanze sindacali, per vietare l’utilizzo dell’acqua potabile al di fuori del consumo umano e della prima
necessità. Di certo - avvertono in un comunicato Andrea Mollica e
Claudio Fiorani, rispettivamente coordinatore dei Verdi dei Castelli e portavoce Verdi di Albano - “la drammatica crisi idrica che colpisce in questi giorni l'intero comprensorio dei Castelli romani, con particolare gravita per la frazione di Cecchina, purtroppo non è la prima e neanche l'ultima. Siamo di
fotografia scattata il 5 luglio 2008
presso i vecchi lavatoi di Rocca Priora
fronte ad una
gravissima
alterazione
dell'equilibrio
idrologico dell'intera area.
Ciò conferma
concretamente – proseguono - l'incompatibilità territoriale del termovalorizzatore, espressa con la Valutazione d'Impatto Ambientale della Regione. Il
fabbisogno idrico del gassificatore, localizzato proprio nella zona di
Cecchina, è di circa 700 metri cubi giornalieri (oltre 3 milioni di litri di
acqua a settimana". Nel frattempo, nonostante le promesse di migliorare la comunicazione, a Monte Porzio negli ultimi giorni l’acqua viene tolta
senza più nemmeno i fax dell’ultimo minuto affissi per strada. C’è solo
una locandina senza data che avverte della turnazione prevista per un
oggi passe-partout. Il Codici stima 300.000 residenti castellani colpiti dalla crisi idrica e invita i cittadini ad unirsi in un’azione collettiva di
richiesta di risarcimento danni. Fra quanti in questi giorni di turnazione
hanno cercato disperatamente una fontanella a cui riempire i boccioni,
anche i roccaprioresi che hanno divelto la rete che impediva l’accesso
alle fontane degli ex lavatoi, chiuse, sembra, per evitare che i visitatori
potessero scivolare e farsi male: lì infatti l’acqua scorre abbondante,
inonda i pavimenti del casotto di cemento in cui si trovano le vasche e
va a finire dritta dritta giù per i tombini. Perdita di servizio?
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CRONACA
FLASH
In un solo fine settimana i Carabinieri del Gruppo Frascati hanno
controllato 624 mezzi, identificato 750 persone, emesso 195 contravvenzioni di cui 8 per eccesso di velocità , 6 per guida in stato di ebbrezza alcolica, 5 per guida sotto l’effetto di stupefacenti, sequestrato 22
auto, ritirato 12 patenti e 10 carte di circolazione. Il tutto nella zona tra
l’Appia, la Casilina e la Tuscolana, Tor Vergata e Tor Bella Monaca e
Castelli Romani, soprattutto all’uscita dei locali pubblici. I controlli con
l’etilometro sono stati 35.
Zingaretti, nuovo presidente della Provincia di Roma, si è dichiarato
favorevole ad una sorta di federalismo demaniale che “favorisca la
possibiltà per i Comuni di avere nuove risorse economiche”. In sintesi:
restituire ai Comuni gli edifici e i terreni di proprietà statale che insistono sul proprio territorio.
L’associazione roccapriorese “Amici del Fungo Galletto” presenta la
II edizione della festa del Galletto. Cucina tradizionale con Fabio
Campoli cuoco di Uno mattina, mostra fotografica micologica, balli tipici
in costume d’epoca...Appuntamento il 26, 27, 28 settembre ai Pallottini.
Qualche numero sulla situazione del Lazio e della Provincia di Roma:
2007 positivo per la lotta all’evasione. L’Agenzia delle Entrate rende
noto di aver incassato 712 milioni di euro dall’attivià di controllo. l’Eure,
in collaborazione con l’Unione delle Province Italiane stila invece il rapporto sullo stato delle province della nostra regione. I numeri sono in
rosso: le famiglie hanno perso il 4% del reddito per colpa della perdita di potere d’acquisto. Il 35,2% dei nuclei familiari risulta “economicamente marginale” ovvero disponde di un reddito “molto inferiore” alla soglia del benessere indicata in media in 2.900 euro al mese.
Solo il 7,8% risulta “agiato”. Ma sono proprio le famiglie “economicamente marginali” a registrare negli ultimi anni una generale diminuzione del proprio livello di benessere. Quanto al turismo, i numeri si invertono: il 2007 segna un record in termini di arrivi (+9,7% ovvero
12,6 milioni di turisti) e di presenze (+7,5% e 35,7 milioni). La bilancia
turistica regionale segna un attivo di 2,7 miliardi. Ma, almeno nei primi
mesi del 2008, la tendenza è un netto calo.
Curiose le proposte del neo assessore capitolino all’ambiente Fabio
De Lillo. Innanzi tutto fa sapere che abolirà le domeniche ecologiche,
sostituendole con “simpatiche” domeniche pic-nic, ovvero “gite
fuori porta” senza andare fuori porta: ricotta e vino frascatano direttamente nei giardini di Roma, verosimilmente raggiunti in auto. Poi, a
seguire, l’assessore propone di istituire un milanesissimo Ecopass a
pagamento, che gli attira le ire di Legambiente Lazio, convinta che sia
solo una manovra per rimpinguare le casse comunali.
CRONACA
Piscina al via
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Buone notizie: c’è un nome per
la piscina di Monte Porzio. C’è
qualcuno che vuole prendere in
mano la situazione, finire di
costruirla e poi gestirla. Si è
aggiudicato, unico concorrente,
il bando che si è chiuso il 27
maggio scorso. Si tratta della
ATI
PIN
srl/P.G.I
srl/C.O.I.M.E.S. srl, con sede a Guidonia. Guida la ATI, la società
Pin srl che ha al suo attivo esperienze specifiche di gestione nel settore dei centri sportivi, piscine e palestre, tennis etc... come un
noto villaggio benessere a Setteville.
Il 2 luglio, il responsabile dell’Area Lavori Pubblici Vincenzo Adami,
dopo aver adottato i verbali della commissione giudicatrice istituita
dal Comune di Monte Porzio, ha firmato la determina di aggiudicazione definitiva della gara alla ATI di Guidonia. Ora si attendono i
tempi tecnici previsti affinché la ditta aggiudicatrice possa produrre
tutta la documentazione necessaria a comprovare il possesso dei
requisiti prescritti dal bando e a dimostrare che le autodichiarazioni allegate all’offerta corrispondano a verità. Finita la fase di verifica dei requisiti, la legge prevede due mesi di tempo per la firma del
contratto. Considerato che c’è l’agosto di mezzo, è verosimile supporre che ciò avverrà a settembre. Nel frattempo la ditta potrà
comunque far partire l’iter per l’ottenimento dei pareri necessari
(vincoli ambientali etc...) sulle modifiche progettuali proposte.
Se tutto procede come dovrebbe, entro qualche mese si potrebbero cominciare i lavori. Nessuno in Comune se la sente di esultare
prima di avere conclamate certezze di riuscita. La faticosa storia
della piscina comunale, tutti gli intoppi, le difficoltà, le liti legali con
la ditta che ha lasciato incompiuta l’opera, i bandi andati deserti...
incrociamo le dita.
Tra breve, arriveranno novità anche sul fronte del nuovo palazzetto dello sport. La Provincia ha emesso un bando per i lavori di realizzazione della palestra da costruire nell’area dove attualmente
sono i campi da tennis, in via Majorana, a Monte Porzio. Alla gara
hanno partecipato varie ditte, attualmente al vaglio dei tecnici della
commissione di valutazione che stanno in questi giorni aprendo le
buste con le offerte. Tra non molto, dunque, si potrà avere dalla
Provincia anche il nome della ditta aggiudicatrice dell’appalto per la
nuova palestra.
Grande collettore della Valle Latina: pronto il progetto
Il progetto preliminare per il grande collettore che dovrà mettere in
salvo le fonti della Doganella e dare servizi fognari adeguati agli
abitanti di un’ampia porzione di territorio tra Rocca Priora, Rocca di
Papa, San Cesareo, Palestrina, Grottaferrata, Montecompatri e
Marino, è pronto. La Regione Lazio, nella persona dell’assessore
all’ambiente Filiberto Zaratti, lo ha presentato ai sindaci e i dirigenti di Acea Ato 2 lo scorso 18 giugno a Rocca Priora, nella sede della
Comunità Montana Castelli, che ha svolto un ruolo di promotore e
coordinatore di questo intervento “attesissimo dalle amministrazioni quanto dai cittadini”. Sindaci e dirigenti Acea lo hanno esaminato e - dice una nota dell’ufficio stampa della Comunità Montana - si
sono espressi positivamente. “Il più grande intervento sulle acque
nella programmazione regionale”, lo ha definito l’Assessore
Regionale Filiberto Zaratti, che, alla riunione, ha colto l’occasione
per ringraziare la CM per “l’impegno profuso”.
“Ci siamo fatti carico di un problema sovracomunale - ha detto il
presidente Giuseppe De Righi - costruendo un processo di governance con i partner pubblici e privati interessati”. Zaratti ha infine
annunciato l’avvio della conferenza dei servizi entro breve e la convocazione di una conferenza pubblica per ufficializzare il progetto.
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Vince l’accoglienza
CRONACA
di hélène duval
Senza dirselo, accade che Monte Porzio e Colonna vivano una metà
luglio gemella. Entrambe ospitano i “gemelli” francesi, di Saint Michel
l’Observatoire a MPC, e di La Planche a Colonna, all’insegna di visite turistiche ed archeologiche, in aziende agricole e vinicole, in musei, ma
soprattutto festeggiando le rispettive “bande cittadine”. L’MPC
Superband 83 e, alla sua terza edizione, la Little Big Band colonnese.
Majoretter e incontri (la Corbium di Rocca Priora,
l’associazione musicale Gavignano Sabino, la
banda folkloristica La Velocissima di Rignano
Flaminio, per “un raduno con repertorio in chiave moderna”, promette Giorgio Cascia), presso il
centro polivalente di Colonna, dove il Centro
Sociale Anziani in occasione dell’incontro con i
francesi “ha costituito un coro per intonare Inno
d’Italia e Marsigliese durante la cerimonia di
gemellaggio che avverrà domenica 13 luglio”,
come
racconta
Ombretta
Anna
Alisi.
Contemporaneamente i saintmichellois sono
ospiti a Monte Porzio. Il 2 luglio la MPC superband, che organizza ogni anno spettacoli e cene
al parco Gramsci, ha lasciato il palco ai 16 musicisti francesi. Il programma della MPC Superband
non prevedeva l’arrivo dei musicisti francesi e gli
organizzatori, colti alla sprovvista, hanno comunque fatto del loro meglio proponendo all’ultimo
una serata dedicata alle musiche e ai balli tradizionali Provenzali. Ma quando si è musicisti
“dans l’âme” una serata sola non basta.
Risultato? Un permesso straordinario chiesto al
sindaco. Et voilà la banda Amatrad di Saint
Michel per il centro storico con piccoli concerti
improvvisati. Una sera in piazza Borghese, un’altra in piazza Porzio Catone e ogni volta, bar dopo
bar, viene offerto un’aperitivo ai francesi che
volevano ringraziare i monteporziani dell’accoglienza e della generosità dimostrata. Anche una
serenata davanti alla sede de “il Catone” per il
piacere di tutta la redazione impegnata nella
chiusura del giornale. Suonano “Occitane”, una
canzone tipica. “Que de souvenirs!” esclama
Marie Pierre Benveniste che abita ormai a Monte Porzio da 18 anni e si
propone come ottimo soprano per l’orchestra in marcia. Marie Ouvrard,
presidente del comitato francese, insiste sull’importanza dell’apprendimento della lingua. “Da un’annetto, abbiamo preso tutti insieme un
grande impegno; Seguiamo 2 ore di lezione di italiano ogni 15 giorni.
Serve a non dimenticare la lingua ma anche ad approfondire le basi della
comunicazione.” Marie lo consiglia anche al comitato italiano. “E’ anche
un modo per non perdersi di vista tra noi” continua Marie. Ricorda a tutti
che i membri del gemellaggio rappresentano un’unica popolazione. “Non
si deve dimenticare che la condivisione dei saperi dei due paesi deve
essere vissuta tra i cittadini e non soltanto tra componenti dei comitati”,
ricorda la direttrice del gruppo musicale di Saint Michel. L'associazione
francese Nature et Tradition ha organizzato un momento per assaggiare dei dolci tipici della loro regione preparati con prodotti locali: mandorle, miele, fior d’ arancio, ecc... Nel frattempo i giovani hanno fatto amicizia, a gesti e con le parole, ballando, cantando e giocando a carte.
Qualche monteporziano ha imparato la Belote e la Battaglia Corsa. Due
giochi antichi, solitamente praticati dagli anziani, che evidentemente
continuano ad esser tramandati. Il programma li ha visti girare per i
Castelli Romani: a Villa Mondragone, una passeggiata per il mercato di
Grottaferrata, mezz’ora di battello sul lago di Albano, pic-nic al Tuscolo...
“Il miglior ricordo - confessano i francesi- è stato quando abbiamo visitato l'anno scorso le antiche ville Adriana e d'Este di Tivoli”. Ci salutano
dicendoci che “L'important c'est d'être ensemble” e alzano il loro bicchiere di Frascati Doc brindando alla salute di tutti: “cin-cin!”
CRONACA
queste sì che sono feste
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Escono dalle quinte luccicanti fuxia e argento
azzurrato ancheggiando come consumati mannequins, sfilano sulla passerella senza abbassare gli sguardi, si fermano un attimo a fondo
corsa, in posa, i fotografi flashano, nessun sorriso per il pubblico, comme il faut, si voltano e
lasciano il passo al nuovo modello in arrivo:
reggiseno di pizzo, completino nero trasparente, costume da bagno e copricostume in tinta,
slip e boxer attillati, canottiera elasticizzata, e
ancora, abiti da sera, completi da cerimonia,
fiore fresco all’occhiello... Ci sono anche i bambini, vestitini a fiori, cappellino alla Hashley,
pantaloncini corti, teeshirt con applicazioni,
come piace a loro... Mamme, nonne orgogliose
dei riflettori sul pupo, sorrisi compiaciuti e/o
divertiti... mentre zio e papà, pure nonno, sembrano preferire le mannequins dell’Intimo monteporziano. La performance del coiffeur Pulitani
vira su acconciature stellari, brillanti sui capelli
uomo-donna-bambino: è frutto, del resto, di
anni di esperienza di team creativo Kaaral, passerelle a Salsomaggiore, Miss Italia... Tacchi vertiginosi, avvenenze
che mandano in subbuglio vigili testosteroni, convenienti risatine che
confondono vicini paesani e mogli incupite, bistecche alla brace, patatine fritte e verdure grigliate, vino rigorosamente della cantina sociale, collaudata organizzazione per vendita di cibo e bevande, castello
gonfiabile per tenere a bada la prole, una distesa di tavoli e sedie occupate. La Festa della Banda 2008, parco Grasmi, 27 giugno-6 luglio, si
apre così. Con la sfilata promozionale del commercio monteporziano,
applaudita da un entusiasta sindaco Buglia, “single per caso”, che ne
celebra il successo ufficiale: “Una meraviglia - squilla al microfono al
quale è stato chiamato dalla coloratissima presentatrice - Un esaltante invito a spendere nel centro commerciale naturale di Monte Porzio,
un invito da accogliere, che dimostra il grandissimo cuore della nostra
città... Vedo tanta, tantissima gente, non si riesce neppure a contare... Uno spaccato di società che soltanto una associazione come la
Banda poteva riuscire a riunire...” Il trionfo è tutto di Gianluca Minucci,
abbracciatissimo e ringraziatissimo anche dall’ex sindaco Urilli (che ha
goduto della sfilata seduto al tavolo con moglie, amici, e Buglia stesso): il prestante (per testimonianza diretta, ché era in costume cinturato, abito casual e pure in completo trandy in passerella) consigliere
comunale, apprezzata tromba della superband, direttore organizzativo di Orchidee, priore del Ss Sacramento, presidente dei presepisti,
organizzatore del Giro del Tuscolo, gestore del cimitero, delegato
comunale allo sport, presidente del consiglio della XI Comunità
Montana, persino DJ alla consolle per i balli di gruppo, fa centro anche
in mutande.
PAOLA BOLAFFIO
Il buon Gusto dei Castelli conquista Londra
Taste Italia, la principale testata londinese del prodotto Italia, ha dedicato uno speciale all’enogastronomia di casa nostra: sei pagine in cui
si percorrono, con toni entusiastici, i nostri territori ricchi di natura,
arte, panorami mozzafiato su Roma, riferimenti alla Porchetta di
Ariccia, al Pane di Genzano e alle fragoline di Nemi. Molto accurata,
inoltre, la sezione dedicata alla ristorazione d’eccellenza del territorio in
cui vengono citati alcuni degli oltre 50 ristoranti inseriti nella guida
Colline Romane Gourmet. “L’occasione per scrivere del nostro territorio - dice una nota stampa di Colline Romane - è stata offerta alla giornalista Sarah Lane nel corso dell’educational dell’11 aprile scorso organizzato dall’Enit Italia in collaborazione con il Sistema Colline Romane
e riservato ai giornalisti inglesi”. L’articolo è consultabile sul sito
www.tasteitaliamag.com o www.collineromane.it
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Da precari a consorzisti
CRONACA
Biblioteca di Genzano, 25.720 volumi. Lanuvio 19.295 volumi, Marino
con 17.068 volumi e Rocca Priora con quasi 15.000 volumi. Le altre
biblioteche tra i 4.000 e gli 8.000 volumi determinato dall'ampiezza del
territorio e dalle strutture disponibili. Albano Laziale, Ariccia, Castel
Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata,
Lanuvio, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di
Papa, Rocca Priora, Velletri riuniti in Consorzio per consolidare un'unica
grande biblioteca dei Castelli Romani, luogo d'incontro di scambio e di
promozione culturale, 300 mil volumi a disposizione dei cittadini di tutti
i Castelli. Ecco l’obiettivo da sostenere. SBCR. Gli ultimi avvenimenti
riguardanti il Consorzio hanno riempito le pagine dei giornali locali con
comunicati, appelli e petizioni. I 15 precari si sono dati da fare. Hanno
cercato di coinvolgere gli utenti, hanno creato un sito per raccogliere le
firme a sostegno della loro battaglia. Senza di loro, il Sistema sarebbe
saltato. “Il vero problema è che in Italia la cultura è considerata qualcosa di astratto, di poca importanza”, dichiara Marco Moroni cantierista. In
effetti i cantieri scuola sono una “forma occupazionale”, che non prevede un vero contratto, ma in cambio una scarsa remunerazione e l'assenza di ferie e malattie pagate. Il 28 giugno, dopo mesi di comunicati
stampa e petizioni, si è raggiunto un buon risultato: è stato firmato l'accordo tra Regione Lazio e i Comuni a tutela dei lavoratori del Consorzio
Bibliotecario. Sono stati stanziati 350.000 euro, decisione presa dagli
assessorati regionali per una durata di 3 anni destinati a mantenere
l'impegno della giunta Marrazzo che sosterrà i lavoratori del consorzio in
accordo con le organizzazioni sindacali. I nuovi consorzisti hanno dunque in mano un contratto determinato dal 1 luglio al 31 di dicembre di
30 ore settimanali. I Comuni dovranno mantenere l'accordo preso e
sostenere tramite degli assessorati alla Cultura la continuità di un tale
servizio impegnandosi al sostegno finanziario delle quote necessarie al
sostenere le attività del consorzio. Sperando vivamente che l’impegno
preso adesso sia diverso rispetto a prima. Parliamo francamente. Il
Consorzio Bibliotecario dei Castelli Romani ha sfiorato il fallimento. Il
futuro del consorzio riposa sul rispetto delle condizioni sottoscritte dalle
HELENE DUVAL
istituzioni.
Progetto “No Effetto Serra Forest”: 337 ettari di bosco destinati a compensare le emissioni di anidride carbonica grazie alla partnership del
Parco Castelli Romani con British American Tobacco Italia. È stato firmato recentemente un accordo che mette al riparo dai tagli, per due anni,
337 ettari di bosco nel comune di Rocca di Papa. Il progetto, sottoscritto da Comune, Ente Parco e Fondazione Terra Onlus, prevede che per
due anni, il bosco, a prevalenza di castagno, verranno posti sotto tutela da BAT Italia attraverso la realizzazione di diverse attività tra cui la
pulizia del sottobosco, la sostituzione di piante in caso di vandalismo,
malattia ed incendio, la limitazione dei permessi sui tagli, la sistemazione e pulizia dei viali sterrati.
AMBIENTE
In campana... e dove?
19
Proprio quando Ciampino festeggia il 68,9% di
raccolta differenziata raggiunto in poche settimane di Porta a Porta dal Quartiere Folgarella,
proprio quando il comune di Frascati convoca
la conferenza stampa per annunciare l’avvio
della “fase sperimentale della raccolta domiciliare integrata dei rifiuti urbani” in collaborazione con il Consorzio Gaia, i cittadini di Rocca
Priora vedono le loro campane sparire misteriosamente dalle strade.
Rocca Priora dalle ultime cifre ISTAT 2007
conta 10813 abitanti. Supponiamo che un
terzo della popolazione faccia la differenziata a
casa, sensibilizzata dal fatto che entro il 2009
si deve raggiungere un 35% di raccolta differenziata. Gli strumenti a disposizione dei cittadini? Come si fa la differenziata quando non ci
sono neanche le campane per la città? Fino a
qualche mese fa usufruivano delle campane
per la plastica e per le lattine. Campane della
plastica? Sono quasi tutte sparite. Ne abbiamo
contate 3 per coprire tutto il centro della città... Nel caso dell’alluminio,
stesso discorso, ma in questo caso, non siamo riusciti a contarne neppure una. Siamo andati a chiedere spiegazioni. Prima agli operatori della
Romana Maceri che si occupano dello smaltimento della RD. “Il problema è da risolvere tra il comune e la Provincia che fornisce le campane
secondo le richieste dell’istituzione” ci dice il responsabile della giornata
ecologica del 28 giugno dove i roccaprioresi hanno portato per tutto il
giorno quintali di ingombranti. Gli operatori dell’ASP che lottano quotidianamente con le buste di plastica fuori dalle campane della differenziata fin troppo piene, ci rivelano che le campane della plastica ci sono.
Certe sono rotte, ma altre addirittura mai state utilizzate. Tutte dietro il
recinto del deposito dell’ASP. Campane in gabbia. Il responsabile dell’ufficio ambiente Mario Seresi ci da una spiegazione sulle campane rotte,
ma non dice nulla sul fatto che dovrebbero essere rimpiazzate: “La
gente si parcheggia male e sposta la campana che ha all’interno un piccolo meccanismo che serve a sollevarla durante lo smaltimento e non è
più utilizzabile.” Sarà anche così, ma allora ci si chiede, per esempio,
come ci si possa parcheggiare (male o bene) in via San Sebastiano,
dove però, come si vede nella foto, le campane per il vetro e per la carta
sono piazzate su un terreno decisamente in dislivello: il loro meccanismo di svuotamento è storto per forza, destinato a rompersi domani,
visto che Romana Maceri continua il suo lavoro.
Il Comune, del resto, ci aveva pensato. O almeno così ci è parso quando abbiamo visto costruire e pavimentare delle aree che, così pensavamo, dovevano ospitare le “fragili” campane della differenziata. No: dovevano nasconderle (vedi foto) dietro ai cassonetti, così da scoraggiare
ogni cittadino di buona volontà e ogni operatore della raccolta. Il report
sull’ambiente dell’XI Comunità Montana parla chiaro. La popolazione dei
castelli è aumentata dal 90% dal 1961 al 2006. Le cifre della RD sono
drammatiche e nessuno dei comuni dei Castelli supera il 7%. In testa
Rocca di Papa e Monte Porzio Catone. Rocca Priora non arriva al 5%.
HELENE DUVAL
Adesso sappiamo perché.
AGENDA 21, fa discutere il rapporto sull’ambiente
Il rapporto sull’ambiente dei Castelli Romani e Prenestini realizzato
da Agenda 21 Passi della Comunità Montana è da leggere con attenzione. Presentato a metà giugno, il rapporto prende in esame il territorio dei tredici comuni montani e raccogle i dati su ambiente, qualità della vita e sistema produttivo, con un quadro tutto sommato
positivo rispetto ad altre aree d’italia, ma segnala anche le criticità:
urbanizzazione eccessiva, raccolta differenziata quasi inesistente,
mancanza di coordinamento delle realtà produttive.
Info su: www.cmcastelli.it/21passi/.
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AMBIENTE
“non abbassiamo la guardia”
Questione inceneritore di Albano: decisione
sospesa. Chiusa a fine giugno la stagione commissariale con la mancata votazione sulle 24
pagine di piano rifiuti di Marrazzo, tutti i provvedimenti dovrebbero passare nella mani di Mario
Di Carlo, lo stesso che insieme a Donato Robilotta
ha presentato la mozione pro-inceneritore di
Albano. La mozione, bocciata dal Consiglio in
ottobre, pare non sia mai tramontata negli intendimenti del Governatore e del suo prossimo delegato. Perché se è vero che il 24 giugno, con la
protesta alle porte e nell’area visitatori della
Pisana e con le dichiarazioni contrarie della sinistra arcobaleno, Marrazzo, per non spaccare la
maggioranza, ha scelto di non affrontare con il
voto, è pure vero che subito dopo si è dichiarato
ancora convinto che la Via positiva all’impianto
prima o poi arriverà. Replica immediata del comitato del No: “Non si capisce su quali basi faccia
certe dichiarazioni. La Via di fine marzo, rilasciata dall’assessorato regionale all’ambiente, non è negativa per vizio di forma, ma nel merito: ritiene quel territorio incompatibile con l’impianto. Quindi, è insormontabile”.
Marrazzo nel frattempo si è dato da fare - è li stesso a dirlo - per tranquillizzare il sindaco Alemanno, che ritiene il piano rifiuti insufficiente, e
si è rivolto al ministro dell’Ambiente Prestigiacomo per chiedere la sottoscrizione di un accordo per incentivare la raccolta differenziata. Bene.
Pace con il sindaco di Roma da un lato, con la sinistra antiinceneritore
dall’altro. Finché dura... E dura poco: alla festa del Pd di Latina Marrazzo
dichiara che “non esistono progetti di rigualificazione di aree inquinate
tramite la costruzione di inceneritori”. Peccato stia parlando solo di Borgo
Montello, non di Albano. I Verdi dei Castelli, a secco d’acqua come i 300
mila residenti, fanno notare che “la crisi idrica che colpisce l’intera area
conferma concretamente l'incompatibilità territoriale del termovalorizzatore, espressa con la VIA della Regione. Il fabbisogno idrico del gassificatore localizzato proprio nella zona di Cecchina – spiegano Andrea
Tupac Mollica e Claudio Fiorani - è di circa 700 metri cubi giornalieri (oltre
3 milioni di litri di acqua a settimana): un ulteriore sovrasfruttamento delle falde idriche. Non si può chiedere ai cittadini di razionare l'uso
dell'acqua e consentire allo stesso tempo la realizzazione di quest'impianto”. Il comitato del No resta all’erta (“certi lobbisti non vanno in vacanza”). Per luglio prevede un campeggio/presidio No-Turbogas ad Aprilia e
uno spazio informativo a Etnicaca tra il 12 e il 20.
PB
Zingaretti si dichiara per la Raccolta Differenziata. Insieme al neo
assessore all’ambiente Michele Civita, ha presentato il suo piano operativo per la Rd sui 120 comuni del territorio (esclusa Roma). La Provincia
vuole raggiungere il 35% di Rd entro il 2009. il 51% entro il 2011 e la
riduzione della produzione di rifiuti del 5% entro il 2015, puntando
soprattutto sulla raccolta porta a porta. Per fare questo, verranno investiti 58 milioni di euro, di cui 17 nel triennio 2008-2010. L’obiettivo è
quello di ottenere un controllo unitario della RD in cui la Provincia in
accordo con i comuni individui la soluzione gestionale più vantaggiosa.
La giunta Zingaretti vuole realizzare altri 5 impianti di compostaggio
(Anguillara, Olevano e Mandela) che si aggiungeranno all’unico esistente, a Maccarese. Un milione è destinato all’acquisto di nuove campane.
14 milioni, alla realizzazione di nuove isole ecologiche e centri di trasferenza, mentre 3 milioni all’acquisto di compostiere domestiche.
L’Assessorato all’Ambiente della Regione ha dato il via a impianti per la
generazione elettrica da fonti rinnovabili per 100 megawatt tra eolico
e fotovoltaico. Questi nuovi impianti andranno a sommarsi ai 33 MW
già decisi, dei quali 15 già attivi. “A breve - dichiara l’assessore Zaratti
- la creazione di sistemi fotovoltaici per 47 MW nel Lazio ci porterà a
essere in prima linea per questa fonte visto che la potenza fotovoltaica autorizzata in tutta Italia è di 437 MW dei quali 133 in esercizio”.
all’ombra dei LIBRI
21
Abbiamo pensato di rinfrescarvi le idee con uno speciale in prossimità delle vacanze. Parliamo di libri con l’arroganza di consigliarvene qualcuno. Non volevamo certo fare la fine di chi vi ha
regalato un libro che non avete mai letto, e solo per questo non
ve li abbiamo comprati, lasciando a voi la dolce avventura della
scelta. Abbiamo ristudiato anche la grafica per questa sezione
che, volendo, potete anche staccare via dal resto del Catone ed
usare comodamente in spiaggia come ventaglio ecologico (è
stampato su carta riciclata). Naturalmente non troverete i libri
che si trovano ormai in ogni supermercato accanto ai surgelati e
alle uova.
Speriamo i nostri consigli siano una buona compagnia nell’afa.
Scriveteci, fateci sapere, commentate voi stessi le nostre segnalazioni, fatelo, appena sarà possibile, anche sul sito, di prossima
apertura: www.ilrefuso.com. Detto ciò, non resta che augurarvi
una buona estate, all’ombra dei libri.
Vento in poppa...pg 22-23
Londra: guida Dickens...pg 24
imprese sicule...pg 24
leggerezza d’amore...pg 25
Indiana...pg 26
folle...e stupidi...pg 26
otium...pg 27
fantasy, guida giovane alla lettura...pg 28
speciale a cura di Ilaria Romano
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all’ombra dei LIBRI
di ilaria romano
Perotti: valigie all’aria
Sirene, voci, rumori di porto in sottofondo. Al telefono con Simone Perotti, scrittore e navigatore, e
persino cuoco per passione. E una vita - molte - in
viaggio nel segno del mutamento. Perché “quando
il panino riesce bene, è ora di cambiare ricetta”.
L’estate del disincanto (Bompiani, 2008), il suo
secondo romanzo, è un’avventura di giovinezza e di
mare, incalzante e delicata “come il ritmo delle
onde sui frangiflutti”. “Una sola vita non basta”
era l’epigrafe di Stojan Decu, il tuo primo
romanzo. Tu quante vite hai? Molte. A prescindere dalle esistenze, viviamo una vita nuova in ogni momento della giornata. Fino a qualche mese fa dalle 6 alle 9 del mattino scrivevo; poi,
dalle 9 alle 20 c’era la vita 2, l’ufficio; nelle pause tra l’una e l’altra la
vita 3, quella dell’organizzatore di giri in barca. Poi ci sono tante altre
vite, quanti i periodi della vita. E ne conti...? Tre: una fino a giugno ‘99,
un’altra fino a pochi mesi fa. La terza è adesso: ho lasciato il lavoro, l’ufficio. Un calcio alla carriera e alla pensione. Apparentemente ho fatto
una cazzata. E in realtà l’ho fatta - (ride) - ma non dal punto di vista
della libertà. Adesso sono povero, ma ho il privilegio di scrivere e navigare, le cose a cui tengo di più. Mi muovo nello spazio dell’autenticità,
fuori dal meccanismo privo di senso delle relazioni sociali finte e da un
mondo orientato a produrre, consumare, ad esaurirsi in questo. Chi non
si esaurisce, o è nevrotico o cambia. Pochissimi osano cambiare radicalmente, ma ci sono: è un fenomeno in aumento. Ricerca di essenzialità? Gli inglesi lo chiamano downshifting, scalare la marcia della propria
vita. L’essenzialità è lo strumento necessario per poterlo fare. Se non si
ha bisogno di molti simboli per vivere – la macchina, la casa – il cambiamento non è impossibile. Ha molto a che fare con l’andar per
mare... Col navigare a vela, sì: lì si sperimenta continuamente l’essenzialità. La navigazione è lenta, spesso se stai al timone mangi quando
hai finito il turno o quando il mare lo consente, non puoi avere tutto ciò
che vuoi quando lo vuoi. Però guadagni libertà, ebbrezza di essere lontano da terra. Ti avvicini all’obiettivo: essere felice. Una carriera brillante nella comunicazione, poi un cambiamento di rotta... Il passato ti pesa? No, assolutamente. Avevo un lavoro che mi ha arricchito
tantissimo, ma fare tutta la vita la stessa cosa secondo me non ha
senso. Sono laico, non credente, quindi l’unica cosa che posso fare è
andare in giro per il giardino e vedere cosa c’è. Un’unica inquadratura
non mi basta: sarebbe uno spreco di opportunità. Allora non cambi
vita per partito preso, ma per necessità naturale... Guarda, ho
un’insofferenza totale ai dogmatismi. Sento il bisogno di cambiare per
fare un’esperienza di me stesso nelle varie vite. Mi piace vivere fino in
fondo una vita, e poi cimentarmi in un’altra. Cercare se stessi attraverso la ricerca di tante prove diverse... Parliamo dello scrittore, a rovescio: come leggi? Sai, “come leggo io” è una dichiarazione di
poetica... Quando leggo mi voglio emozionare, come in tutto quel che
faccio. Voglio sentirmi al centro di un flusso di energia, con storie affascinanti, un’avventura complessa, con sentimenti, passato, futuro... Mi
piace il magico, amo i sudamericani. Tolstoj poi era un genio, riusciva ad
emozionare il lettore per settimane; a poche pagine dalla fine di Guerra
e pace ero sconvolto all’idea che il romanzo stesse per finire. Leggo un
po’ di tutto ma devo capire che dietro il libro, nella vita dell’autore, c’è
un mondo di emozioni. La storia, se mi emoziona, mi riguarda. Scrivere
ti ha reso un lettore più severo? Leggo con apertura verso chi scrive. Anche se oggi, con un’editoria che è diventata praticamente tipografia, sono molto selettivo. Hai parlato di “scrittura come prodotto di
artigianato”, tra la concretezza e lo studio... Scrivere è come fare
un oggetto con materiali diversi, fare in modo che stiano insieme. Alla
fine bisognerebbe avere i calli alle mani. E’ artigianato e battaglia aperta, un mix diabolico e tragico tra il lavoro del falegname e quello dell’asceta. Poi, secondo me, un buon romanzo comunica al lettore le sensazioni che l’autore ha provato scrivendo. E’ quasi un miracolo riuscire
all’ombra dei LIBRI
23
ad arrivare a un lettore lontano nello spazio e nel tempo. Bisogna studiare, per maneggiare i propri materiali; lavorare le frasi, le parole. Il
lavoro di editing non si fa quasi più, perché costa. E invece ricordo pagine in cui Valentino Bompiani diceva a Sciascia “molto bello, ma il capitolo 4 lo devi riscrivere”! E com’è andata con L’estate del disincanto? Ha quattro inizi, di cinquanta pagine l’uno: quattro romanzi diversi,
perché non riuscivo a trovare la via. Quando ho scritto l’ultimo incipit ho
capito che era quello giusto. Un libro emozionante, e anche “tecnico”: l’ambientazione d’epoca, il linguaggio marinaro... Infatti
qualcuno lo ha trovato “difficile”. Non sono d’accordo. La prossima volta
che qualcuno mi dice che ho scritto un romanzo difficile, lo picchio! E
comunque penso che la lettura non debba essere “facile”, o solo uno
svago: ci vuole impegno anche da parte di chi legge, disponibilità a spingersi su un territorio diverso. Non c’è molto mare nella letteratura
italiana... Che ne pensi? Su questo sto scrivendo un saggio. E’ un
mistero. Immaginare la letteratura russa senza la neve o la sudamericana senza il magico, il tango e Buenos Aires è impensabile. Noi abbiamo 5000 km di coste, grandi navigatori... eppure niente mare nelle
nostre storie. Saluto con gioia l’ultimo romanzo di Carlotto, Cristiani di
Allah, storia di marineria del Cinquecento: qualcosa che tutti quelli che
sono tornati da viaggi per mare avrebbero dovuto scrivere nei loro libri.
Ma non l’ hanno fatto. Bjorn Larsson, anche lui navigatore e scrittore, ti paragona a Conrad e Stevenson: che effetto ti fa? Sono
lusingato, è davvero il massimo. Soprattutto mi onora essere paragonato a Conrad, vero marinaio; gli altri scrittori invece hanno navigato poco.
Tu e Larsson vi conoscete? Sì. Gli ho mandato il libro, ha risposto
“leggerò, però se non mi piace glielo dico e non scrivo nulla”. Dopo che
ha scritto la quarta di copertina del mio libro ci siamo incontrati.
Abbiamo parlato di barche e del mio saggio. E’ stupito anche lui del fatto
che noi italiani non abbiamo scritto di tutte le cose importanti che abbiamo fatto, come l’emigrazione negli Stati Uniti, straordinario materiale
umano per uno scrittore. E parliamo dello scrittore che naviga:
com’è nata la passione per la vela? Avevo 16 anni, su una barca battente bandiera svizzera - all’epoca molto poco alla moda, non come oggi
che hanno vinto l’America’s Cup. Partenza da Formia e arrivo a Lipari.
Non ero mai stato in mare prima, ma il comandante andò a dormire affidandomi il timone. Ero solo, di notte. Non sapevo cosa fare, ma sono
rimasto stregato. Continuo a preferire la navigazione notturna: quel
viaggio è stato un imprinting. In barca: meglio da solo o in compagnia? Sempre. Quando faccio lo skipper mi piace avere la responsabilità della sorte dell’equipaggio, del benessere dei passeggeri. E’ bello
rispettare il mare, prevedere il tempo... farlo professionalmente o meno
non è rilevante. Il mare non ti fa paura? Deve farne! Se non fa paura,
sta per succedere qualcosa di brutto. Bisogna temere il più possibile,
aspettarsi di tutto. Le modificazioni climatiche rendono sconosciute le
zone conosciute. Pensa alle trombe marine: negli ultimi tempi ne vedo
cinque all’anno. Prima, in vent’anni di navigazione, non mi era mai capitato. Che lezioni insegna la barca? Il risparmio. In mare, tutto quel
che si può risparmiare va risparmiato: detersivi, acqua, gas... Si impara la parsimonia, a essere consapevoli del valore delle cose. E i rifiuti?
Entro 20 miglia dalla costa non si può buttare in acqua nulla. Oltre, si
possono gettare fuori bordo sostanze organiche, il vetro... Plastica assolutamente no, saponi il meno possibile. Si deve riciclare al massimo. Sei
in partenza per...? La Corsica. Salpo domani. In valigia? Il minimo
indispensabile. Una cerata, naturalmente. Devo comprare un libro.
Progetti per il rientro? Sto studiando per un nuovo romanzo.
«Per un barbaricino l’inverno è quasi una condizione naturale. Certo
per chi è abituato a pensare alla Sardegna smeraldizzata, alla
Sardegna come regione monostagionale, può sembrare una stranezza pensare alla montagna, al clima alpino, al freddo secco, alla
neve… Eppure basta voltarsi dal mare alla terra e si possono vedere le montagne che si gettano nell’acqua. Dentro a quelle montagne
abita la sostanza di un territorio ancora sconosciuto nella sostanza.»
Marcello Fois, In Sardegna non c’è il mare, Laterza, 2008
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all’ombra dei LIBRI
Serradifalco, provincia di Caltanissetta, pietra e zolfo. E' qui,
nel cuore della Sicilia, che Calò Montante, appassionato di
ciclismo nato - a volte, il caso - a ridosso del primo Giro
d’Italia, avvia negli anni Venti del Novecento la fabbrica dei
suoi Cicli Montante, che “per il carattere fantastico e ossimorico che spesso la storia rinserra” diverrà una delle
maggiori d'Italia. La volata di Calò, ultima fatica di
Gaetano Savatteri, biografia dal piglio di racconto d’avventura, è la storia di un uomo fantasioso che sin da
bambino sognò le due ruote, la meccanica e la corsa “...era come se io e la mia bici fossimo parte di quella meraviglia, come
se riuscissi a entrare dentro alla natura. Ero libero. Ecco perché per e la
bicicletta è vita”. E’ la storia, anche, di un destino non scontato. “Quante
sono le schiatte imprenditoriali nate un secolo fa in un'officina oscura di
Torino o di Detroit? Quante multinazionali sono figlie di un farmacista di
Atlanta che prepara un intruglio a base di foglie di coca e noci di cola?”
La differenza tra questa e tante storie di self made men ad altre latitudini sta nella variabile geografica, non solo un dettaglio dal momento
che l'intraprendenza imprenditoriale di Calò dovette fare i conti con la
“doppia geografia” marcata dalla criminalità mafiosa sulle mappe invisibili della consuetudine. Calò, uomo di poche parole e di molti fatti, “non
si fece mai affascinare dall'annacata, l'incedere dei padrini, carico di
boria e di prepotenza: preferì stare alla larga e quando qualcuno, come
capitò una volta, gli fece notare che avrebbe gradito una bicicletta in
regalo, lo trattò da cliente e si fece pagare il prezzo stabilito. Può sembrare poco, ma per quei tempi – e anche per questi nostri tempi, in certe
parti della Sicilia – è già tanto”. In apertura di volume, Una corsa verso
la libertà: nel 1943, un diciassettenne Camilleri in sella a una bici
Montante attraversò la Sicilia in pieno sbarco alleato.
IR
Due digressioni autobiografiche dalla penna vibrante di
Dickens, inedite in Italia, raccolte in un gradevolissimo
volumetto dall’aria raffinata e d’antan, appena uscito dai
tipi della Mattioli 1885.
Nessuno conobbe ed amò la capitale inglese come
Charles Dickens, che nelle due prose di Perdersi a
Londra (tratte rispettivamente da Household Words,
1853, e All the Year Round, 1860, testate da Dickens ideate e dirette) ritrae la città vittoriana nei suoi aspetti più
curiosi e nascosti: quelli “meno controllati dal super-io dell’ufficialità”, nota il curatore Alessandro Vescovi. Il metodo psicanalitico
delle libere associazioni sembra guidare lo sguardo di Dickens, bambino
perduto nella zona di St. Giles nel primo brano, adulto insonne con
“miglia e miglia di strade da percorrere in solitudine” in Passeggiate notturne, il secondo. Una galleria di personaggi comici o grotteschi, come
“l’uomo misterioso noto per via del suo polpettone”, che tira fuori dal
cappello e pugnala “come se fosse un nemico mortale” prima di mangiarlo con le dita. Con un’antica mappa di Londra, per visitare la città
seguendo le orme dello scrittore, e un saggio-postfazione su Dickens
giornalista urbano, di Alessandro Vescovi.
IR
La progressiva escalation malavitosa di Gennarino
Sorrentino, già tranquillo campione dell’”arte di
arrangiarsi” partenopea: cronaca di una discesa
agli inferi e ritorno, quando la coscienza parlerà di
vita e di riscatto. E’ Sfregi, di Francesco De Filippo
(Mondadori, 2006), coloratissimo pastiche di italiano, napoletano e sense of humour. In Assoluzione (Mondadori, 2008)
Antonio Monda racconta invece di Andrea Marigliano, giovane avvocato
di provincia che approda a Napoli nello studio di un noto penalista: una
storia che parte da un’inchiesta giudiziaria per interrogarsi sulla sostanza stessa della giustizia. La via (Einaudi, 2008), ultimo romanzo della
scrittrice napoletana Fabrizia Ramondino, scomparsa per un malore in
mare proprio prima dell’uscita del libro, è ambientata ad Acraia, immaginario microcosmo del sud Italia che la Via principale spacca in due
metà indivisibili e incongrue: come il mondo antico e la modernità.
all’ombra dei LIBRI
25
Lei, 46 anni, romana, giornalista a Panorama.
Lui, 46 anni, torinese, giornalista a TuttoSport.
Hanno coniato un acronimo destinato a vivere a lungo:
PAD, che sta per Partner A Distanza. Si sono conosciuti in
settimana bianca 5 anni fa e da allora vivono “felici e
lontani”. Antonella Piperno e Piero Valesio sono gli
autori di un esilarante ed intelligentissimo manuale sul
“perché conviene amarsi a distanza” (ed. Giulio
Perrone 2008). “Conviene perché l’amore pendolare,
quando arriva arriva. Ed essendo pendolare, poi parte”.
E poi? “Siete finalmente libere da fidanzati concittadini che vi
incantano con discorsi intelligenti (“finalmente ho incontrato un uomo
profondo, sai è buddista”, aveva dichiarato una sventurata che qualche
mese dopo si è riutrovata in casa un lui più maschilista che meditativo,
con una montagna di calzini sporchi buttati in terra”)... libere di non
accudire come crocerossine il fidanzato che dopo 6 anni di relazione
ancora “non si sente pronto a vivere insieme” ma si piazza a casa tua
quando viene colpito da ernia del disco. Il pad si ammala a casa sua. La
minestrina e le medicine gliele porterà la mamma. O magari il portiere”.
Libere di stravaccarsi sul divano e godersi l’Eredità... “Il pad è l’uomo
ideale per dare di noi l’immagine che vorremmo sempre vedere nello
specchio”. E il videotelefonino? “E se ti chiama e hai la faccia orrenda,
la magliettona e la pinza in testa?” A te non piace, ma a lui sì... “Per uso
erotico”. Già, lui scrive: “...altro che massacranti serie di telefonate: con
pochi secondi di videofilmati avrete una complicità a portata di dito quale
nessuna convivenza classica potrà proporvi”. Vi desiderate così tanto
dopo 5 anni? “E’ un sentimento molto forte, forse per merito della
distanza”. E la gestione della gelosia? A un certo punto domandi alle lettrici se ricordano tutti gli sms spediti con la formuletta “asterisco, enne,
cancelletto” (così da avere prova dell’orario di ricezione e scoprire a che
ora ha riacceso il cellulare). Mi pari ferrata, sull’argomento. “Ovvio, l’ho
fatto mille volte, nella mia vita”. E pedinamenti? “Una volta quando ero
ragazzina ho fatto tana al mio lui che riaccompagnava a casa l’ex fidanzata”. Miriam Ponzi? “No, quello mai”. E ora? “A 600 chilometri di distanza - che è quella giusta, così ti eviti massacranti visite infrasettimanali sei costretto a tenerti alla larga, a non ravvivare quel soffio di gelosia
che sei riuscita a disinnescare dopo anni di masochistiche sofferenze”. Il
libro. Come l’avete scritto? “Io durante i week end. Lui, dopo aver ricevuto la mia parte”. Deliziosa copertina... “Vero? Ci ha aiutato Lia Levi.
Eravamo a casa sua e ci ha mostrato un pubblicazione di Giovanna
Picciau. Il tappezziere era quella giusta per noi”. Progetti per il futuro?
“Per ora nulla. Anche il finale del libro è aperto. Se succedesse qualcosa, non potrebbe comunque essere peggiorativo della nostra situazione
professionale, sennò l’uno lo rinfaccerebbe all’altro”. Scelta di comodo?
“I detrattori sono tanti. Ma no, non è una scelta facile, è una scelta
PB
d’amore”.
Circe ascolta il Concerto d’Aranjuez, si scrive lettere in un diario, legge in
ogni giornata un colore, viene da Cuba e con il piccolo Ulises e un bonsai attraversa il mondo in cerca della sua città, quella che le chiederà di
restare; le radici le porta con sé: “la nostalgia è una droga che in dosi
eccessive nuoce al futuro”. Lucia, l’amica di gioventù, rimpiange l’isola
perduta e non si rassegna a una vita da esule. Si incontrano nuovamente a Roma e tutto cambia. Una scrittura vivace e musicale (ogni personaggio una colonna sonora, tanto che l’edizione spagnola ha avuto in
allegato un cd), un romanzo sull’essere donna al di fuori da ogni convenzione. Karla Suarez, cubana, è cantante, ingegnere informatico e scrittrice. Ha viaggiato probabilmente quanto la sua Circe. Vive a Parigi. Karla
Suarez, La viaggiatrice, Guanda, 1997.
La breve vita di quel lembo di terra d’Africa abitato dall’etnia igbo che per
un po’ fu indipendente e si chiamò Biafra, prima che una guerra civile
costata qualche milione di morti lo riportasse in Nigeria. Chimamanda
Ngozi Adichie - nigeriana, classe 1977 - racconta del Biafra e della propria gente in Metà di un sole giallo (Einaudi, 2008), il suo secondo
romanzo, vincitore dell’Orange Broadband Prize 2007.
26
all’ombra dei LIBRI
“Vedevo il mio futuro conficcato in un notabilato che
mi appariva torpido e pieno di sorprese, come se la mia
vita fosse già tutta scritta”. E’ il 2007 e dopo anni di impegno politico, di cui 13 nel governo locale della Capitale,
Mariella Gramaglia, assessore al Comune di Roma, decide
di farsi “un bellissimo regalo di libertà”. Partenza per
l’India, Gujarat e Tamil Nadu. Un incarico: seguire, per la
Cgil e la sua organizzazione non governativa di cooperazione Progetto Sviluppo, l’operato di Sewa, il Self
Employed Women’s Association, “l’unico grande sindacato
di donne del mondo”. Un milione di iscritte, un femminismo all’indiana, “senza radici nel filone americano ed europeo della
sex liberation”, ma fortemente attivo in settori cruciali per la promozione della donna, a cominciare da alfabetizzazione e formazione, “in
un paese dove circa metà della popolazione femminile è ancora analfabeta”, e “pedagogia della dignità”. Partita per l’India con l’idea di
”guardare meglio il mio paese domani. Magari con gli occhi resi più
precisi dalla lontananza con cui di solito guardiamo solo i paesi degli
altri”, con le “sorelle maggiori” di Sewa Mariella Gramaglia ha sperimentato gli aspetti complessi e contraddittori della “democrazia
più complicata del mondo”. Ne è nato un libro, Indiana (Donzelli,
2008), corredato da foto di Laura Salvinelli, presentato lo scorso 30
giugno alla sala stampa estera, a Roma. Non esotismi ma approccio “curatoriale” (la definizione è della storica Emma Fattorini) al
mondo indiano, che - come ha sottolineato Marina Forti - ha tante
riflessioni politiche e simboliche da suggerire alla realtà italiana. IR
Perché ci sono gli ingorghi? La democrazia è
giusta? Come mai la fila più lunga è sempre la
nostra? Sono solo alcune delle grandi domande a cui finalmente risponde questo libro, nel
presentarci un fatto fondamentale ma che troppo spesso ignoriamo: per fare una previsione,
risolvere un problema o prendere una decisione
saggia, i grandi gruppi sono più bravi di una persona sola, per quanto qualificata ed esperta.
James Surowiecki ci apre gli occhi su questa idea
rivoluzionaria. E riesce a rendere chiare e divertenti le analisi più sofisticate, passando con agilità dall'economia alla psicologia e da Keynes a Rino
Gattuso. Una chiave illuminante per capire meglio il
business, la politica e la nostra vita di tutti i giorni. La
saggezza della folla è stato Libro dell'anno di Forbes e
BusinessWeek. James Surowiecki scrive ogni settimana "The financial
page", la rubrica di economia del New Yorker. Collabora anche con
Wired, The New York Times, The Wall Street Journal, Artforum e
Slate. È nato nel 1967. Vive a Brooklyn, New York.
James Surowiecki, La saggezza della folla, Fusi Orari, 2008.
Un "divertissement", un guizzo anarchico dell'intelligenza. È
così che si possono definire queste pagine nelle quali Cipolla
abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul
filo del paradosso e dell'assurdo, costruisce due brevi saggi:
il primo, una ilare parodia della storia economica e sociale
del Medioevo; il secondo, "Le leggi fondamentali della stupidità umana", una sorta di scherzosa teoria generale della
stupidità umana. Lo stupido, spiega Cipolla, è "... una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di
persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per
sé o addirittura subendo una perdita".
Carlo Maria Cipolla, Allegro ma non troppo, Il Mulino,
2006.
all’ombra dei LIBRI
OTIUM, o la speranza intellettuale
27
Appena confezionato dalla Skira, esce questo
ben curato volume intitolato Otium.
Abbiamo pensato di suggerirvelo all’interno
del nostro speciale sui libri estivi, per una
riflessione attuale sul tempo libero nell’antichità, e perché no, per prenderne
anche qualche spunto. Il volume, uscito
in concomitanza con la mostra, omonima, tenuta a Ravenna, è un piccolo
gioiello sull’arte dell’ozio in epoca
romana. Scelta felice, visto che la
storia si fa soprattutto con gli usi e i
costumi di un popolo, scelta curiosa
perché nei vari saggi introduttivi, è incredibile
la frequenza con la quale ci si imbatte in citazioni latine, che sembrano consigli adattabili alla nostra stessa società.
L’ansia della città, l’impossibilità di dormire, di studiare, di riflettere,
tutto questo scatena una fuga dall’urbanizzato, che non poteva permettersi gli spazi di una villa adeguata tra le mura romane, spazio
ideale alla ricerca della giusta meditazione. Un libro sull’uomo latino,
senz’altro, affaccendato nel negotium, il giusto dovere che il cittadino
modello deve adempiere, nel commercio, nella vita politica, nelle cerimonie, e che viene intervallato dalla pace dell’otium. I primi furono gli
etruschi, richiamati dai romani, con accezione negativa, dei perditempo. Poi con la scoperta dell’ellenismo, i portici all’interno delle ville
andarono ad essere tappa fissa nella progettazione, poiché non c’è
deambulatio che si faccia se non tra le ristoranti ombre di colonnati, o
dei giardini interni pieni di vasche d’acqua. Quindi l’ozio contrapposto
all’impegno cittadino, non come semplice slacciatura di cinta, ma
come cura del corpo, dell’anima, dell’intelletto. Letture colte, conversazioni svolte con amici fidati, insieme a tutto quel sottile amore per
la bellezza, per la filosofia, per l’arte, che ha risvegliato in epoca
romantica mezza Europa. Otium quindi come arte dell’oziare, ma
anche come possibilità di una classe agiata di dedicarsi a questo stile
di vita, perché l’otium è un merito, come dice Veyne. Non manca un
elegante apparato fotografico, relativo alla mostra, dove scoprire gli
utensili della toilette, splendide bambole in avorio, statue e dadi ricavati da ossa.
E per dirla con Orazio:
“Era qui tutta la mia ambizione, un pezzo di terra non troppo grande,
un giardino con la sua brava sorgente sempre fresca vicino alla casa…
Quando ti rivedrò campagna mia? E quando mi sarà concesso, ora dai
libri degli antichi, ora dal sonno e dalle ore di riposo, assaporare il
dolce oblio di tutte le noie della vita.”
Questa è la speranza nella nostra vita cittadina, brivido è pensare che
2000 anni dopo ci siano gli stessi malesseri.
28
all’ombra dei LIBRI
a cura di Francesco Renzi (15 anni e mezzo)
Draghi tascabili
In quanto italiani, abbiamo forse da invidiare qualcosa agli altri stati mondiali?
Siamo campioni del mondo nel calcio, il
nostro cibo è apprezzato dappertutto e
anche negli altri sport non ce la caviamo
male... Forse siamo carenti solo in lettura. Ma in compenso i nostri scrittori non
hanno quasi nulla da invidiare ai grandi
come Tolkien, Lewis ecc... La biblioteca
italiana (nel caso scelto, fantasy) è
infatti arricchiata da bellissimi tomi,
scorrevoli e piacevoli, facili alla lettura in momenti di pausa o in
viaggio. Licia Troisi, romana, ventott’anni (di cui ho letto con piacere l’intervista fatta da Ilaria Romano per il Catone di giugno), ha
scritto più di sette libri, tra cui spiccano le due famosissime trilogie
Le Cronache e Le Guerre del Mondo emerso, oltre a La ragazza drago, pubblicato recentemente.
Altro grande esponente del fantasy italiano apprezzato nel mometo è sicuramente Christopher Paolini, autore del mitico Eragon e di
Eldest, suo seguito e secondo capitolo dell’Eredità, l’incantevole
serie della quale io stesso aspetto con impazienza il terzo libro.
Eragon è un normale ragazzo che vive nel paese di Carvahall, tra le
montagne di Alagaesia, la terra scenario, la cui vita viene sconvolta dall’apparizione di un uovo di drago, che segna il destino del protagonista: diventare uno dei leggendari e ormai estinti Cavalieri dei
Draghi e sconfiggere il nemico di Alagaesia, Galbatorix, che, come
nei libri della Troisi, è il classico tiranno dedito al potere e all’oppressione. Il primo e il secondo libro dell’Eredità narrano il raggiungimento di Eragon e del suo drago Saphira dei Varden, i nemici del
re, la sua battaglia contro alcune forze di Galbatorix e della sua vittoria su uno spettro, del suo addestramento presso la meravigliosa
terra degli Elfi, del suo ritorno e della scoperta che un amico, creduto morto, è in realtà suo fratello, ma....
Questo è il minimo scorcio che, in un solo articolo, è possibile darvi
della nostra letteratura fantasy. Ammesso e non concesso che i
nostri scrittori, come qualcuno sostiene, non siano forse ai livelli di
Tolkien e dell’epico Signore degli Anelli, posso certamente dire,
da accanito lettore di fantasy, che grandi e bambini non hanno proprio da restare delusi dagli autori di casa nostra.
Ma anche se è giusto tessere lodi dei nostri
beneamati autori italiani, è altresì di dovere dare
la giusta luce anche agli scrittori stranieri.
Se la saga de Il Signore degli Anelli vi ha affascinato, o se della sua estesissima vicenda qualcosa vi è rimasto all’oscuro, Tolkien rimedia con
altri volumi esterni alla saga.
Uno di questi, Il Silmarillion, fu l’opera da
Tolkien più amata e fu pubblicata dopo la sua
morte dal figlio Christopher. Lo scrittore la usò
come base per la scrittura dei suoi altri libri:
l’opera infatti narra delle vicende di Arda, il
mondo territorio di tutte le sue vicende e spiega
molte delle cose che nei suoi volumi più famosi
restano poco chiarite.
Oltre a questi citati, le opere di Tolkien sono svariate... I figli di Hùrin, che narra le vicende di
due abitanti della Terra di mezzo e I racconti
incompiuti, che racchiude approfondimenti sugli
altri tomi... solo per citarne due. Insomma, ce n’è
abbastanza per un estate intera, no?
CULTURA
Tuscolo
Siracusano
29
Il Dramma antico arriva alle
porte di Roma. Al teatro
Romano di Tuscolo (I sec a.C.)
va in scena l’11 e il 12 luglio
alle 21 l’Agamennone di
Eschilo, tratto dalla trilogia
dell’Orestiade, classico tra i
classici del dramma antico, con
tanto di coro e di orchestrali in
scena, secondo la migliore tradizione. L’evento si deve ad un
accordo artistico in corso tra la
Comunità Montana Castelli, proprietaria dell’area archeologica di
Tusculum, e l’Istituto Nazionale del Dramma Antico–INDA, che gestisce
da anni il prestigioso Teatro Greco di Siracusa, palcoscenico di richiamo
per il pubblico di tutta Europa appassionato di cultura del mondo antico.
L’ obiettivo è creare un nuovo circuito teatrale, che elegge il Teatro
Romano di Tuscolo a luogo d’eccellenza per le rappresentazioni classiche, a fianco di siti archeologici consolidati nella fama e nella qualità,
come Siracusa in Sicilia e Paestum in Campania. Lo stesso presidente
della Comunità Montana Giuseppe De Righi lo ha sottolineato nella lettera al Ministro Bondi, invitandolo alla prima. “Questo evento in via sperimentale intende anticipare un rapporto organico, che stabilizzi nel
tempo il Teatro di Tuscolo come punto di riferimento del dramma antico nell’Italia Centrale. Per noi è il coronamento di anni di impegno per
la valorizzazione e la tutela dell’area”.
Dopo dodici campagne di scavo e cinque anni di brevi rappresentazioni
teatrali, tutte sotto l’egida di Albertazzi, che nel 2003 ne ha segnato la
riapertura con la memorabile performance nei panni di Adriano, Tuscolo
e il suo Teatro sembrano oggi trovare la giusta vocazione, unica e particolare, puntando nella prossima estate all’allestimento di una intera
stagione di teatro antico, curata dall’INDA. “La particolarità del posto ci
ha colpito subito positivamente, non solo per la bellezza del Teatro, ma
per l’intero contesto ambientale in cui è inserito - commenta il
Soprintendente al Dramma Antico Fernando Balestra -, che lo fa sembrare fuori dal tempo e dalla modernità, come sospeso in uno spazio
immaginario, adatto proprio a ricreare le speciali atmosfere dell’antichità classica”. Come sempre, ha lavorato da tramite all’accordo, Salvatore
Aricò, già Direttore del Teatro Valle di Roma e consulente artistico del
Teatro di Tusculum, che sottolinea “E’ la prima volta che Siracusa, nella
sua storia centenaria segnata da spettacoli indimenticabili, decide di
esportare una sua produzione artistica in altri siti archeologici, arrivando a Tuscolo dopo una tappa a Paestum. Sono sicuro che questo evento aprirà per il sito una nuova stagione che focalizzerà l’attenzione sull’area”. L’Agamennone in scena al Tuscolo è quello della particolare traduzione, asciutta e moderna, che nel ’60 ne fece Pier Paolo Pasolini su
commissione di Vittorio Gassman. Il nuovo allestimento dell’opera è affidato al palermitano Pietro Cartiglio, che ne ha curato regia, scene e
costumi, con un cast che vanta la presenza, tra gli altri, di Giulio Brogi,
attore di lungo corso nei panni di Agamennone, e dei più giovani ma
affermatissimi Galatea Ranzi come Clitennestra e Maurizio Donandoni
come Messaggero. La prevendita dei biglietti (costo 15 euro) è attiva
presso la Mae Box di Frascati, e a Roma presso il circuito Green Ticket.
LAURA FRANGINI
Evento dedicato ai ragazzi. I Finley in concerto all’Abbazia di San
Nilo a Grottaferrata il 29 luglio, nell’ambito di Notti al Castello 2008. Il
gruppo pop punk di ventitreenni di Legnano, in vetta alle classifiche,
sbarca ai Castelli per la rassegna organizzata dal Comune di
Grottaferrata. Per gli autori di Tutto è possibile e Adrenalina, questo è
l’anno delle prime tappe live all’estero, dove i Finley sono stati chiamati ai più importanti festival europei del genere. (ingresso a pagamento
- 20 euro - Info 349/1148144 www.comune.grottaferrata.roma.it
30
Quadriportici
CULTURA
di marco morici
Io l’avrei fatto in una chiesa. E scusate se è poco. La spazialità di un portico non ha nulla da aggiungere alla sua capacità d’espansione di spirito,
ma alcune delle opere in mostra al Chiostro dell’arte, a Frascati, meritavano addirittura un ambiente più... oscuro. E quindi perché non le navate laterali di una chiesa, magari antica, che avrebbe esaltato la morfologia delle opere in mostra, in una scoperta che andava a sorprendere lo
sguardo del pellegrino artistico, passante di nicchia in nicchia, quando
alla vista avrebbe avuto difficoltà nell’estraniare certe opere dal contesto
ambientale chiesistico. Molto intelligente la volontà di accoppiare due differenti correnti poetiche, una coloristica/allegorica, l’altra
mistica/informale. Comunque avventurosa l’idea di scavalcare un mondo religioso con opere laiche, che speriamo
trovi spunti per nuove sperimentazioni future. Un ambiente meno luminoso avrebbe sicuramene aiutato la coppia
più riuscita: Alessio Deli si districa tra misticismo e dadaismo, come una sorta di frate carnevalesco, profondo anche
nel gioco scultoreo dell’uccello, profetico nelle sue visioni di
città, scacchiere tagliate in diagonale di cubi persi nel
deserto. Una potenza in crescita consapevole della sua
poetica, autonoma, che sa viaggiare indipendentemente
verso profondità artistiche degne di nota, il suo curriculm
parla da solo. Altrettanto mistica, Gilda Leoni scopre e
riscopre l’informale. L’esatta estetica dei suoi lavori sottolinea un’accurata ricerca formale e materiale, aiutata da una
monocromia contemporanea che fa di ogni superfice un
atto a sé stante, e che crea negli incontri spaziali, a volte
arrotolati oltre il quadro, notevoli piaceri estetiche, tanto da
supporre che il tema dei suoi lavori sia proprio in questi
confini. Viene da pensare che la Leoni nasca da un incrocio tra l’ultimo
Rothko e il più elegante dei Burri. Julietta Ferrero delizia. Illustratrice
d’eccezionale bravura, ci guida nello strambo mondo di Alice. Col sangue
alla testa, camminando sottosopra, troviamo i personaggi ricreati dalla
sua fantasia, il thè da prendere con i vari cappellai, pesci fumanti e barbuti che portano mazzi di lische come fiori. Bellissime le xilografie sul
circo, le acqueforti, gli acquerelli, la fantasia delle immagini nella donna
partorente. La Ferrero sa parlare alle nostre fantasia con le sue, verrebbe voglia di addormentarsi nel mondo che ha creato per noi.
Mostra etica, proposta da Ecocity in biblioteca a
Monte Porzio a fine giugno. Ingombri1-IN/UTILE:
titolo che vuol trascinare il pensiero, oltre che l’anima, dentro lente riflessioni tra materia e materiale, virtù e peso, asfissie e leggerezze, rifiuti, ricicli
e smaltimenti, in tanti codici da decifrare. Il bianco
e nero dello scatto di Francesco Giubilo coglie una
improvvisa, magica congiunzione di natura e ingombranti abbandonati. Il
Cubo CO2 di Franco Paolinelli è serbatoio sigillato, legno massiccio che
costudisce il gas: Arredo Utile, due volte. I tubi in PVC si trasformano con
Cristian Romei in luce che filtra dalle curve di stagionatura. Scorre sullo
schermo il lavoro di Flavio Barbaro di Modulus, raccolta di corti sulla
Differenziata realizzati con studenti della Provincia di Roma. La giornalista operatrice di Ricicla TV riprende atti e detti dell’inaugurazione: ne fa
parte, quasi come installazione. My week di Maria Vittoria Daddi sono
sentenze poetiche dai delicati tratti, a volte, come da violenti impatti
altre. Marco Caponera, filosofo e scrittore, è lettore di sé stesso: il suo
“Rifiutare l’inquinamento” è pubblicato direttamente nella carta riciclata
patinata della brochure, opera anch’essa di Ingombri1, autore Daniela
Zannetti. Che, in veste di curatrice come di artista, spiega: “ Si vuole suggerire il superamento dell’ottica quotidiana del consumo e rivalutare al
suo posto il recupero e il riciclo. Per questa attenzione, parafrasando Slow
food, si può coniare Slow waste, rifiuti lenti. Tanto più rallentiamo i conferimenti di rifiuti, tanto più abbiamo modo di osservarli e di scoprirne le
‘virtù’, la loro disponibilità ad essere materia secondaria per prodotti
nuovi”. Lentamente, inesorabilmente, si assapora l’eccellentissimo buffet,
opera dell’artista Fabio Camilli: qui nessun rifiuto.
PB
CULTURA
Piccole storie, grandi domande
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Sembrano riaperti i dibattiti di inizi ‘900,
quando la problematica del design, figura ancora sconosciuta, si volgeva su
come inquadrare un manufatto artigianale all’interno dell’aulicità architettonica. Morris fu il primo: collaborazione di
architetti e artigiani cercavano di contrastare l’industria pesante tramite la
bellezza dell’oggetto fatto a mano contro la sterile macchina stampa ferro. Poi
fu la volta della Bauhaus, con Gropius
capogruppo, la favolosa scuola tedesca
che tra le due guerre cercò di aprire le
porte architettoniche agli artisti. Gli studenti si ritrovavano così ad accostare
cemento armato e Paul Klee. Il design
di suo ha fatto passi da gigante, andando a facendo dei progettisti delle autentiche rock star, pregevoli di vizi e virtù
del genio contemporaneo, portati su
vassoi d’argento dalle case produttrici
che li pubblicizzano come top model in
procinto di affrontare una copertina di
Vogue. Alle Scuderie Aldobrandini la domanda antica, sull’autenticità del gesto manuale, torna di prepotenza in primo piano. Nella
mostra “Short Stories”, aperta dal 27 giugno al 3 agosto,
Massimiliano e Dorina Fuksas sperimentano un lussuoso incastro
d’arte al mobilio quotidiano, inserendo nei loro lavori straordinarie
toccate artistiche di Palladino. I mosaici si alternano agli sportelli di
un armadio elegantissimo, candelabri splendidi riflettono su una
lastra di specchio la luce delle fiammelle, gioielli ameboidi firmati
con le incisioni dell’artista sembrano reperti archeologici della
nostra civiltà. Un’oasi elegante, lussuosa, ripetibile nel limitato: esistono per ogni pezzo solamente nove esemplari. Ce la farà l’arte a
riscattare il design? Ci perdoneranno per questa festa costosa che
poco ha a che fare con ciò che ci circonda nelle nostre case medio
borghesi? Sono solo mobili per ricchi dunque? Il problema si sposta
sulla contaminazione. Aspettiamo inqueti che l’arte ci sollevi, cosa
non sempre possibile, oppure l’arte stessa abbassandosi dal suo
olimpo estatico si slabbrerà definitivamente abbandonando il suo
significato ulteriore? Rimane il dato di fatto: una mostra straordinaria piena di spunti di riflessione sul nostro vivere, così permeato dai
bassi prezzi del mobilio Ikea. Una stanza che riflette una volontà
intellettuale, quella di animare il vasto mercato del design contro
una non riproducibilità dei pezzi, e farne un unicum osservabile da
pochi. Addio ai salotti tutti uguali, ai brutti lampadari elettrici che
fomentano la nostra ansia da parcheggio, addio agli armadi minimi
ma capienti, addio alle decorazioni in plastica scadente. Questo il
manifesto che esce fuori dalle opere in mostra, e sul fatto che siano
opere c’è un giudizio puramente soggettivo. D’altronde Argan stesso ravvisava nel design l’unica salvezza possibile dell’arte contemporanea.
MARCO MORICI
E’ iniziata a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, la
quindicesima Quadriennale d’arte contemporanea.
Importante appuntamento, che quest’anno riscopre il
palazzo restaurato e che vede un omaggio a Luciano
Fabbro,scultore della scuola Sessanta, scomparso da
un anno. Imperdibile quindi la nuova edizione, che
evidenzia nell’intento la volontà di gettare uno sguardo sull’arte italiana d’oggi, per capire, capirci. Siamo sempre in ottiMM
me mani quando queste sono artistiche.
32
FRAmMENTI
CULTURA
I Semintesta germogliano proposte nuove, in attesa di Frammenti,
la manifestazione frascatana di
fine estate. Si annunciano concorsi, si preparano mostre e concerti,
il tutto per garantire l’ecletticità di
un festival, quello di Villa Sciarra
tra il 30 agosto e il 14 settembre,
che si preannuncia a dir poco variegato. Ci sarà la rassegna Corti
in testa, risultato della selezione di filmati partecipanti all’omonimo
concorso (nomi dei vincitori e programmazione dele proiezioni, si
sapranno a inizio agosto). Per le strade di Frascati, ci sarà
l’Invasione dei tartari, ovvero una mostra degli scatti digitali vincitori del concorso fotografico sul tema della “cultura contemporanea quale risultato di incontri ed attese dell’Altro”, ovvero intercultura, rapporto con l’alterità, orizzonti nascosti che a volte diventano barriere, celati nella complessità della società contemporanea”.
Sarà interessante leggere le didascalie, obbligo inderogabile per i
partecipanti, che devono corredare la foto di una parola, frase, pensiero, citazione, e anche spiegare i perché di quella scelta.
Anticipazioni di programma: il 30 agosto Les Troublamours, il 4
settembre Baustelle, il 6 settembre Caparezza.
Novità per l’edizione 2008, è FrammentiTeatro, ovvero una rassegna che - spiegano gli organizzatori - è la prosecuzionedi un percorso di studio e mappatura di gruppi teatrali e artisti semi-professionisti del territorio regionale e nazionale, svolto nelle precedenti
edizioni della manifestazione. Le opere verranno selezionate
“mediante avviso pubblico”, spettacoli e performance si svolgeranno all’interno dello Spazio Z.I.P. a Frascati. Obiettivo del festival “è
la promozione e la valorizzazione della rete teatrale autonoma e la
realizzazione di una vetrina culturale di qualità che contribuisca a
dare spazio e voce alle realtà invisibili dello scenario attuale. Una
vetrina di compagnie indipendenti del territorio di Roma e Provincia,
di differenti livelli di emersione e generazione, le quali sempre più
necessitano di uno slancio per la diffusione e la distribuzione.
FrammentiTeatro sarà in stretto contatto con i luoghi e non luoghi
del territorio. La rassegna, mediante la collaborazione con Festival
teatrali come Bella Ciao, Dialog Festival, Ubusettete, e con spazi
teatrali di Roma (Teatro Furio Camillo, teatro del Lido di Ostia) dedicati al teatro indipendente, proporra così Frammenti di un teatro
possibile che deve uscire allo scoperto, mostrando tutte le proprie
potenzialità.
“Una notte al Museo” di Zagarolo. Il 19 luglio, dalle 21 alle 3 di notte,
le sale del Museo del Giocattolo saranno improvvisamente e magicamente animate da inaspettate apparizioni: saranno personaggi ora
storici, ora fantastici, che si materializzano improvvisamente davanti
ai visitatori per raccontare le loro storie o per rappresentare le proprie
vicissitudini. Realizzato con la collaborazione della Compagnia
“Marionette senza fili”.
Notti da borgo
Pronto il calendario dell’Estate di Monte Compatri. Un calendario che ha
visto già (il 4, 5, 6 luglio) la seconda edizione di Monte Compatri in
festa, evento organizzato dal Corpo Folkloristico Musicale Compatrum
in collaborazione con il Borgo Le Prata e la Protezione Civile, e che lancia la prima edizione della Festa Propiziatoria alla Sfida dei Borghi di ferragosto. In tutti i week end di luglio, un Borgo alla volta (Le Prata, San
Michele, Ghetto, Pantano) organizza la propria festa in vista della Sfida
finale. Si giocherà al modo antico e popolare: corsa dei cerchi, corsa
delle conche, corsa delle notti, ma anche briscola, scacchi e dama. La
conquista del Palio avverrà facendo la somma dei punteggi di questa
prima fase con quelli della conclusiva, ovvero lo scontro degli arcieri.
CULTURA
Teatrale castellano
33
E’ arrivato UBU. E’ approdato a Marino il primo luglio, occupando una
chiesa sconsacrata, ora museo civico del comune, per presentare una
settimana di corti teatrali sperimentali, e non. Ubu fuori porta, promossa dall'Associazione Culturale Amnesia Vivace, è stato un importante appuntamento che ha visto i Castelli Romani come polo sperimentale per un teatro nuovo. Una sequela di compagnie romane sono state
invitate a salire sul palcoscenico della manifestazione dove abbiamo
avuto il piacere di gustare una pastiche kafkiano, andato in scena il giorno d’apertura. Kafka preso e scorticato, destrutturato, adagiato come
pretesto testuale per una metamorfosi dei gesti dell’attore. Una luce di
scena accesa bastava a scaturire un dialogo tutto gestuale, un’ondata di
fogli accartocciati, pronti per essere bruciati in enormi calici per un brindisi grottesco dedicato al Processo dello scrittore boemo. Mani stese su
tavoli verticali diventavano simboli della lotta della natura per la sopravvivenza e tutto questo in un riconoscersi reciproco di sguardi profondi,
di angosce rivelate ed esternate con violenza. Una sperimentazione teatrale che riempe lo sguardo, ma sopratutto la mente. Speriamo si ripeta anche il prossimo anno.
Altri palcoscenici invece si aprono ad Ariccia, in concomitanza del festival internazionale del folklore. Teatro per tutti, che propone un ricco cartellone, tra commedia ed opera lirica, in date intervallate dal 18 luglio al
primo agosto. Insomma, d’estate nei Castelli pare ci sia l’imbarazzo della
scelta. Andare a questi spettacoli è quasi un dovere civile, per non far
morire queste iniziative che meritano di arrivare a competere con i
migliori teatri.
MM
“Sono ginecologo e sono vergine”
Certo che un ginecologo non poteva essere che del segno della vergine
e addirittura coinvolto in una visita medica più che “approfondita”. Si
dice che tutto è scritto nelle stelle. Per gli artisti dell'associazione Sipario
Aperto 2M non ci sono dubbi; il nostro segno zodiacale è il burattinaio
del destino. Come un'inspiegabile disegno delle nostre azioni già tracciato. Tutto dipende da quando siamo venuti al mondo. Giorno, mese,
anno, ora e persino i minuti ci condizionano la vita. Pianeti di cattivo
umore o favorevoli? Giove che disturba, che stuzzica questa settimana
il Leone che ruggisce nervoso. Venus la vede brutta e deve per forza
intromettersi nel segno della Bilancia che pesa la situazione per ritrovare un certo equilibrio. 16 situazioni di vita, piccoli frammenti delle nostre
giornate a volte predisposte alla risata o al pianto. Zodiaco, regia di
Laura Teodori - a villa Torlonia il 29 giugno - propone nel Risveglio le
abitudini di una coppia la mattina: l'uomo si fa la barba mentre la donna
mette su il caffè e accende la radio. Una radio piuttosto speciale.
Umana, con barba e occhiali... “5 minuti dedicati all'oroscopo”. La coppia tende l'orecchio. Ciascuno ascolta il proprio, e rimane più o meno
soddisfatto. Ma non tiene ad ascoltare quello degli altri. Gli eventi scivolano e lasciano lo spazio ad una tipica lite che sconvolgerà il resto della
giornata. Una successione di eventi legati alla dipendenza dell'oroscopo,
HELENE DUVAL
droga spirituale, o meglio astrale.
34
CULTURA
Cartellone patchwork, quello del Festival delle Ville Tuscolane 2008,
dove ai nomi di grande richiamo (Giorgio Albertazzi 18 luglio, Maurizio
Crozza 28 luglio, Sergio Cammariere 24 luglio, Moni Ovadia 31 luglio,
Daniele Dibonaventura 12 luglio, per citarne alcuni) si affiancano saggi
delle scuole e laboratori teatrali, tutti democraticamente a pagamento.
Anche gli stili, e i generi, si alternano in un programma che da giugno
accompagna fino a metà agosto, attraverso 38 eventi che spaziano dalla
danza classica alla cubana, dall’Operetta a Shakespeare, dalla poesia al
teatro, dalla musica al one man show. Segnaliamo qualche data, oltre
all’interessantissima mostra di Doriana e Massimiliano Fuksas e Mimmo
Palladino alle Scuderie (vedi pag.31) da non perdere, cogliendo anche
noi democraticamente un po’ qua e un po’ là. Per la prosa/autori classici, Albertazzi propone un suo Sogno di una notte di mezz’estate il 18
luglio, per quella d’autore contemporaneo, invece, l’Amico di Papà di
Edoardo Scarpetta (30 luglio) e un brillante 45 giri di parole d’amore
musical-nostalgico diretto da Paolo Bessegato (20 luglio). L’operetta è
quella di Franz Lehar, l’intramontabile Vedova Allegra messa in scena
dalla Compagnia Italiana di Operetta (6 agosto). Per la musica classica,
chi meglio di Mozart, recitato da Moni Ovadia, con l’Orchestra Nova
Amadeus (31 luglio). Altra musica, gli Young Lust, cover Pink Floyd
tuscolani (25 luglio). E ancora altra, quella dei ritmi cubani, venezuelani e argentini della sezione internazionale che prevede, tra l’altro, il concerto di Ivan Lins (13 luglio). Poi l’elettronica di Christian Fennesz che
accompagna l’Oscar giapponese Ryuichi Sakamoto. Poi l’hip hop di
Chicago (3 agosto) e le danze indonesiane di Nilda Guerra (27 luglio).
Il Duomo di S. Gregorio Magno, a Monte
Porzio, moltiplica le eco, confonde, impasta, ma il risultato è più spirituale. Il coro
inglese del Wolfson di Cambridge, quello
italiano degli Amici in Musica, amalgamati dalla inappuntabile direzione del M°
Sergio La Stella, e dall’esecuzione precisa dell’Ensemble Internazionale, hanno
regalato un Gloria di Vivaldi di pregevole
interpretazione e la geniale Kronunsmesse mozartiana con le nitide voci
soliste di Yuri Takenaka, Lynette Alcantara, David Ciavarella e Edoardo
Rossi ad un grande pubblico entusiasta.
CULTURA
Una vecchia storia a Monteporzio
35
Cammino con Vanda, la mia cagnetta, e con i mei pensieri, L’aria è
dolce. Mi riapproprio di un sentiero non percorso da anni. I pensieri
volano in qualche isola e si posano su un fazzoletto di terra da coltivare, intono i libri, le tele, la bici, più giù il mare e la barca.
Affondo i passi nella discesa, alzo gli occhi, c’è un cane lupo, vecchio,
barba bianca, pupille enormi dilatate dall’età. Cerco il padrone. Più in
là una vecchia signora, un po’ curva ma abbastanza ferma nel passo,
il capo coperto da una paglia, il viso di cartapecora, un abbigliamento
allgro, insolito, quasi bambinesco.
“E’ buono?” dico
“Si, si, buono” risponde.
Lei mi incrocia. Il cane non si fida, si fa di lato e aspetta che sia io a
passare.
“Buona passeggiata” auguro.
Continuo giù tra forre e buchi di sole, olivi e prati, pochi profumi ancora.
Arrivo a Frascati. Il cammino è tutto agibile. “Ci porto Lucia” penso.
Poi torno sui passi, allegro, scherzando con Vanda: “piano, piano che
è salita e siamo vecchietti...”
Nel boschetto di querce rivedo il cane. Nessuno ha più paura: il sentiero non è più stretto, ora è radura e poi ci conosciamo. Più dietro la
vecchia signora. Non ha sorrisi. Un fare compunto, forse compreso in
una realtà quasi solo sua.
Mi fermo.
“Già di ritorno” dico.
“Sì, cercavo agrifogli, ma son quasi tutti senza bacche rosse”.
“Forse non è tempo per le bacche”.
“No, no - ecco - vede?” e mi apre una borsetta un po’ hippy: ne viene
una cascata di erbe e c’è l’agrifoglio con le bacche rosse.
“Che bello” dico.
“Guardi, là ce n’è uno” le indico.
“Dove?”
“Lì. Lo prendo io, dove devo coglierlo?”
“No, no, faccio io” risponde.
“Ma è sullo strapiombo!”
“Farò piano” e accompgnandosi col bastone che è un manico di scopa,
si sporge. La lascio fare ma la seguo pronto.
“E’ bellissimo” dico. “Li raccoglie per piacere o servono per qualcosa?”
“Li prendo per passare il tempo - sa - l’ospizio - poi mi piacciono dopo li porto nella chiesetta”
“Sì, è molto bello: è un pensiero che viaggia e sa dove andarsi a posare”.
Vanda aspetta. L’altro cane aspetta. Capisco ora che è un randagio e
la vecchia signora un’amica d’ospizio, di avanzi e di passeggio.
“Buon ritorno,” dico muovendomi, “arrivederci”.
“Arrivederci, vengo quasi tutti i giorni” mi risponde.
Già abbiamo ripreso le strade, faccio appena i primi passi quando, non
so perché, incontrollabile, prepotente, erompe il pianto, forte e mi
accompagna per un pezzo. Come un bambino. Forse una mancanza.
Forse un ritrovamento.
Non c’è più l’isola, non c’è più l’orto, qui c’è tutto: tutte le fantasie e
tutte le realtà.
E’ un luogo magico, dove il tempo si dilata, succedono cose, accadono incontri.
E’ il luogo della mia vita, della mia famiglia, del mio amore.
DANIELE GIUBILO
cantaporcellino
è sparito il numero della pagina?
l’abbiamo fatto affinchè non te lo giocassi al lotto summer edition
Satira è bella, se non è litigarella: vecchio saggio tardo austroungarico che prescrive i dettami di questa antica disciplina degna della migliore civltà greca. Dunque
satira è bella, ma mai prenderla troppo seriamente. La satira è un rovescio, e serve
principalmente a ridere di noi, degli altri, ma di tutto quello che ci circonda, per
stare un po’ più leggeri rispetto alle disgrazie, più meno veritiere. D’altronde c’è
chi ci ha preso un premio Nobel perché faceva satira. Quindi perché non provare
anche noi, nel nostro piccolo. Naturalmente siamo aperti ai suggerimenti di tutti.
Con un unico obiettivo: non offendere gratuitamente. Crediamo nell’eleganza delle
risa, speriamo sarete con noi in questa battaglia contro la pesantezza.
Il sindaco dichiara: la piscina si farà, ma l’acqua ve la portate da
casa.
Queste mese con il nuovo numero de “ I misteri di Monteporzio”:
-Hiroshima, Monteporzio era in semifinale per lo sgancio della
bomba atomica.
-gli sharks? Derivano da una tribù Maja che giocava a pallavolo con i
fichi secchi.
-risolti i misteri sugli autobus che non partono, intervista al vicepresidente: pensavamo andassero ad olio di mais.
Clamoroso al vaticano: l’acqua di Monteporzio sotto esperimento per
trasformazione in vino.
Gemellaggio, parlano i francesi ospiti: è stato molto divertente
rompersi le palle sulle panchine di Monteporzio.
Attaco ufo a Monteporzio: gli alieni se so fregati la piscina.
Piscina a Monteporzio, parla il sindaco: stiamo contrattando con gli
alieni.
Problemi di spazio per la piscina a Monteporzio, parla l’architetto: abbiamo pensato un kit gonfiabile da soggiorno.
Pronto il tetto della piscina di Monteporzio, parla l’ingenere:
l’abbiamo fatto de fretta, se casca so’ affari vostra.
Speciale i misteri di Monteporzio: in questo numero
-la piscina fu voluta da papa Urbano II
-Nostradamus predisse che sull’acqua della piscina avrebbe camminato il nuovo messia
-era scritto nei Promessi Sposi: questa piscina non s’ha da fare.
Speciale sport: segnato il primo gol della squadra di Monteporzio
Catone. L’attaccante dichiara: è stata difficile ma dopo 7 anni ce l’abbiamo fatta.
Primo Piano: crollato il tetto della piscina di Monteporzio. Il sindaco
dichiara: meno male che ancora non l’avevamo manco progettata.
Chiuso il night dopo lo scandalo del tecnico del MPC football club
Il proprietario: pe’ forza, era il nostro unico cliente.
APERTO
spazioA
37
Caro Direttore,
in giro in questi giorni, anche alla festa della banda dove si incontra
tanta gente che ha voglia di chiacchierare, non si parla che si due cose:
una è la mancanza d’acqua, argomento sentitissimo soprattutto da chi
abita in centro storico e all’improvviso, senza preavviso, scopre che non
esce dal rubinetto per ore ed ore, mentre alla festa della banda non
manca mai. L’altra cosa di cui si parla a Monte Porzio è il calcio e il
campo sintetico, i bambini che se ne dovranno andare a Frascati o a
Colonna, i più grandi che già se ne sono andati, gli allenatori che sanno
tirare calci alla palla ma non sanno educare i bambini etc... La gente
parla, parla, parla. Si lamenta che a Monte Porzio non c’è un impianto
sportivo degno di questo nome. Gli spogliatoi che fanno pena, il campo
che è un pantano, gli spalti che ci si cade...
Ho sentito qualcuno dire che il Comune quest’estate farà i lavori per
migliorare le strutture di via Romoli. Bene, mi fa piacere. Qualcosa però
la vorrei dire anche io. Perché a Monte Porzio, come pure in tutti gli altri
paesi dei Castelli, non esiste la possibilità di far fare sport ai disabili? So
per esperienza personale che l’assessore alle politiche sociali Laura
Toccini ce la mette tutta per venire incontro alle esigenze delle famiglie
con disabili. L’assistenza è perfetta, i servizi validi ed efficienti. Nulla da
ridire, su questo punto. Non è questo, infatti, il problema. Mio figlio, con
disabilità fisica, non ha la possibilità di fare sport perché le strutture
sportive, tutte quelle che ho avvicinato ai Castelli nel tentativo di fargli
fare qualche cosa, sono in mano a persone che non hanno alcuna idea
di come approcciarsi alle disabilità e che preferiscono scansare il problema lasciando l’impossibile soluzione alle famiglie.
Di questo però non si parla mai. Sarà anche un problema di pochi, quello che viviamo mio figlio ed io. Quel che non è di pochi, invece, è la
necessità costruire una società civile fondata sulla solidarietà e il rispetto di ogni alterità.
lettera firmata
La ZZi’ Marple del Catone, al secolo Maria Fiorelli, interviene sulla
questione calcio spolverando qualche ricordo, che pubblichiamo
così come riferito: “Il calcio a Monte Porzio è nato intorno al 1950. Il
viceparroco don Salvatore Busco aveva capito che i ragazzi avevano
bisogno di un posto dove fare sport ed è riuscito a convincere Isaura
Egidi a donare il terreno alla Chiesa. Poi si è dato da fare, andava per
stracci e libri per mettere su un po’ di soldi per il campo di via Romoli.
Ci fece fare pure una Madonnina, da un pittore che stava vicino a
Giovannella. Quando fu mandato a Grottaferrata, venne sostituito da
don Tobia, che però non era un entusiasta dello sport, così decise di dare
il campo al Comune. Dai tempi di Sandro Salvati e don Leonardo sono
passati 40 anni e la Polisportiva era unita. Ora spero che si riesca ad
andare avanti, che non sia dia più retta alle voci e alle dicerie, sennò si
sfascia tutto. Ne parlavo qualche giorno fa con Sandro Donati, il famoso tecnico di atletica che per anni ha dato il suo contributo alla polisportiva. Si parlava dei ragazzi, perché aveva visto l’articolo sulla scuola
media che il 20 maggio era all’Olimpico. I ragazzi devono crescere con
lo sport, con allenatori che sappiano cosa fanno...”
MARIA FIORELLI
38
APERTO
spazioA
PARLIAMO d’acqua
Gentile direttore,
manca l’acqua. Come tanti altri abitanti di Monte Porzio e dei
Castelli, in questo periodo sono vittima di questo disagio. Mi
lamento quando non veniamo avvertiti delle interruzioni, quando la
sera torno a casa e non posso farmi la doccia perché l’acqua non
c’è, e aspetto con ansia la bolletta che arriverà, probabilmente puntuale anche dopo tanti disagi.
Però... Ci hanno informati che le falde acquifere della zona sono
calate. L’allarme acqua è un problema mondiale. Non facciamo i
finti tonti: dipenderà anche da Acea la situazione degli ultimi tempi,
ma è un fatto che stiamo diventando un po’ spreconi: i “bisogni”
crescono e pure i consumi. Penso che su questo dovremmo riflettere ogni giorno, non soltanto quando l’acqua manca o se arriva
un’ordinanza del sindaco a chiederci di non riempire le piscine o di
non lavare le auto. L’acqua è una risorsa esauribile: consumarla
responsabilmente deve diventare un’abitudine, e dovremmo iniziare a pensare che un giorno, Acea o no, potremmo restare senza.
Non è perché le fontane di Roma buttano acqua da duemila anni
che l’acqua non finirà mai. Vorrei stimolare i miei concittadini a un
po’ più di sensibilità ambientale.
lettera firmata
Gentile signore,
Lei ha perfettamente ragione. Dobbiamo davvero prendere coscienza del fatto che l’acqua è un bene prezioso e come tale va trattato,
indipendentemente dalle decisioni dei sindaci o delle aziende che la
gestiscono. E’ vero pure che le fontane di Roma buttano acqua da
duemila anni, ma ciò non vuol dire che non possa finire. Quel che ci
sorprende, però, è che da duemila anni, e pure in questi giorni, a
Roma l’acqua non manca: la prende anche dai nostri Castelli, che
invece sono al razionamento. Nel frattempo, si pensa di costruire un
inceneritore che se ne berrà 3 milioni di litri a settimana...
PB
APERTO
spazioA
39
Marilyn Juda Orlandi, cittadina
monteporziana, ha inviato ai Vigili
Urbani e per conoscenza all’Editore e
al Direttore del Catone la copia di una
denucia alla Procura della Repubblica
che porta la data del 24 giugno,
denuncia con molte firme allegate alla quale è seguita una ulteriore raccolta di firme dei cittadini per una
nuova denuncia per interruzione di
pubblico servizio - accompagnandola
dalla seguente lettera:
Nel fare il giro per raccogliere le firme
dei cittadini che inviano l’esposto,
sono emerse le seguenti situazioni e
domande. Una signora anziana, dopo
aver provato inutilmente a prendere
la sera un bicchiere d’acqua per il
marito in sedia a rotelle, si è accorta che non aveva chiuso bene il
rubinetto perché tanto non usciva acqua, e la mattina dopo quando si è alzata c’era acqua per terra, è scivolata battendo la testa: 5
punti, al pronto soccorso. Ho sentito numerose storie di segnalazione di rottura di tubi d’acqua per strada con il conseguente spreco
d’acqua per settimane intere, senza che l’ACEA ATO2 provvedesse
ad un pronto intervento. Io stessa ho dovuto scrivere alla Procura
della Repubblica prima che l’ACEA riparasse un danno per strada
che durava da 10 giorni. Ho anche parlato con numerose persone
che escono di casa per andare al lavoro prima che l’acqua torni, e
tornano dopo che la fornitura d’acqua è sospesa. Erano disperate e
giustamente arrabbiate. Se siamo in una situazione di emergenza,
perché il Comune non provvede a chiudere la fontana in piazza?
...tanta acqua potabile che in questo momento particolare è uno
spreco. Quanta acqua al giorno esce
da quella fontana senza essere utilizzata? La fontana è molto bella
quando l’acqua c’è, ma lasciarla
scorrere adesso è come lasciare la
macchina accesa senza usarla quando manca la benzina. Dove sono le
autobotti che sono state promesse
dall’Acea ad alcune cittadine ed
esercizi pubblici? A tutt’oggi non se
n’è vista una. Perché non è mancata l’acqua in questa maniera e per
un periodo così lungo quando c’era
la Doganella? Ci lamentavamo della
Doganella, ma pare che siamo caduMJO
ti dalla padella nella brace.
40
APERTO
spazioA
Nucleare? Preferisco gli aquiloni
Chi non ha seguito la notizia, sicuramente non trovera’ il nesso. Così,
anche se è un discorso molto tecnico, provero’ a spiegarlo in parole
povere. Siamo a Chieri (Torino). Massimo Ippolito, kite surfer, cioe’ uno
di quegli spericolati che fanno surf sulle onde trainati da robusti aquiloni, e Mario Milanese, docente al Politecnico di Torino, hanno battezzato
il loro progetto KiteGen. Mettiamo che un appassionato di surf e un
docente universitario stiano sviluppando un’idea che potrebbe ridicolizzare chi ora pensa di costruire nuove centrali nucleari per produrre energia (vero Silvio?). Questi due signori stanno lavorando ad un progetto
che prevede l’impiego di aquiloni per produrre energia, e qui credo che
sia il caso di scrivere senza alcun dubbio PULITA. Come? Milanese e
Ippolito hanno preso un aquilone di medie dimensioni, lo hanno legato
alle due estremita’ con una corda lunga 800 metri (l’altezza e’ importante perche’ a quella quota il vento soffia ad una velocita’ di 7,2 metri
al secondo (circa 26 chilometri l’ora). Nello srotolarsi la corda fa girare
due cilindri. Il loro movimento genera energia come se fosse una dinamo. Ora, considerato che il prototipo ha generato energia per 2,5
Kilowatt rispettando sia le simulazioni che le previsioni calcolate dal
computer, i due “Scienziati” con la S maiuscola hanno pensato che collegando, per esempio, 200 aquiloni non a due cilindri ma a una
macchina circolare (immaginate una giostra dal diametro di
1500 metri) si potrebbero ricavare ben 1000 Megawatt: quanto
una media centrale nucleare spendendo solamente un sesto del
costo della potenziale bomba atomica.Certo le scorie che produrranno gli aquiloni sono difficili da smaltire, infatti dove potremmo mettere la serenita’, dove potremmo stipare la tranquillità. Avevamo fatto
un referendum sul nucleare e ora è carta straccia. Ma prima di pensare
di costruire centrali nucleari già vecchie, non si potrebbe esplorare questo tipo di risorsa come stanno facendo anche in Olanda e in California?
O forse ci sono troppi interessi dietro la costruzione di queste possibili
Cernobil? Una ultima considerazione…basta con la frase: “L’Italia è circondata da centrali atomiche”, vi chiedo: quale famiglia vorrebbe una
centrale nucleare per vicino di casa?
ERNESTO STACCHIOLA
APERTO
spazioA
41
Caro direttore,
le chiedo cortesemente di fare una
indagine sullo sfascio di Villa
Gammarelli. Si tratta di un bellissimo
parco, almeno potenzialmente, che
potrebbe essere messo a disposizione
dei bambini di Monte Porzio. Ci si
lamenta tanto che mancano gli spazi,
qualche mese fa c’è stata pure una raccolta di firme per il parco Gramsci, che,
onestamente, è vero che è l’unico
parco (quello vicino alla materna mi
sembra fatto solo per i più piccoli), ma
a me pare che non sia questo gran
ché. Dobbiamo andare all’Ombrellino,
se vogliamo correre ed avere tanti giochi. Lo facciamo, in effetti, quando non
ci prende il panico del traffico e del
parcheggio. Altrimenti andiamo al
parco Gramsci, ma è un peccato avere
solo quello spazio. Non ci fosse alternativa!
Invece c’è villa Gammarelli, dove ricordo una bella festa con i bambini della scuola qualche anno fa. E’ grande, è bella, è un rudere per
incuria, ma non è affossata tra le macchine di via Roma e via
Pilozzo. Perché non viene risistemata?
Caro direttore, il Catone potrebbe occuparsi di scoprire cosa sta
accadendo? Perché avevo letto tempo fa, proprio sul suo giornale,
che c’era l’intenzione di restaurare quantomeno il parco e poi in un
secondo momento anche l’edificio. C’erano dei finanziamenti.
Perché non è stato fatto nulla? Perché il Comune non si muove? E’
assurdo che in una cittadina come Monte Porzio, immersa nel verde
del parco dei Castelli, non si metta mano ad una villa così bella per
renderla vivibile alla cittadinanza.
Una mamma
(lettera firmata)
Gentile signora,
purtroppo la sua lettera è arrivata in chiusura delle pagine di questo numero de Il Catone. La redazione, quindi, non ha fatto in
tempo ad occuparsi della questione da lei sollevata. Sarà comunque
nostra cura approfondire l’argomento sul prossimo numero.
paola bolaffio
Precisazione:
L’articolo pervenuto in redazione e pubblicato nello Spazio Aperto
del numero di giugno/luglio 2008 a proposito degli Scouts con la
firma del Gruppo Scout Monte Porzio 1 era in realtà firmato da
Mario Vanzo, vicecapogruppo Scout Monte Porzio.
42
- da ROMA a ROCCA PRIORA -
6.00 (l/s)- 7.00 (l/s) - 7.30 (l/s) 8.00 (l/s) - 8.30 (l/s) - 9.00 (l/s) 9.45 (l/s) - 10.20 (l/s) -11.00 (tvl/v) -11.20 (l/s) - 11.50 (l/s) 12.10 (l/s) - 12.50 (l/s) -13.10
(gf- l/v) -13.20 (l/s) -13.45 (l/s) 14.30 (bu-frs) - 14.30 (l/s) - 14.50
(tv-l/v) - 15.20 (l/s) - 15.50 (l/v) 16.20 (l/s) -16.50 (l/v) - 17.00
(bu-l/s)- 17.20 (l/s)-17.45 (l/v) 18.15 (l/s)-18.50 (l/s)-19.15 (l/s)
- 19.40 (l/s) - 20.20 (l/s)- 21.00
(l/s) -21.45 (l/s)- 22.50 (l/s)
DOMENICA E FEST. : 7.00 - 8.30
10.00- 11.30- 13.00-14.30 -16.0017.30 -18.15 -19.00 -19.45- 20.3022.00 - 22.30
Orario in vigore dal 30/06/2008 al
03/08/2008
gli orari sono scaricabili su www.cotralspa.it
bus
SERVIZI
- da ROCCA PRIORA a ROMA -
5.00 (l/s) - 5.30 (l/s) - 5.50 (l/s) 6.10 (l/s)- 6.30 (l/s)- 6.30 (l/s)6.45 (l/s) - 6.50 (bu frs)- 7.05 (l/s)
- 7.25( tv-l/s)- 7.30 (l/s)- 8.00
(l/s) - 8.35 (l/s) - 9.00 (l/s)- 10.30
(l/s)-11.30 (l/s)- 12.20 (l/s)13.30 (l/s) - 13.30 (l/s - bu) -14.00
(l/s) -14.30 (l/s-bu)-14.45 (l/s) 15.25 (l/s) 16.10 (l/s) - 16.25 (bugf l/s) -17.00 (l/s) -17.50 (l/s) 18.45 (l/s) - 19.30 (l/s bu) - 20.00
(l/s) - 21.30 (l/s)
DOMENICA E FESTIVI: 6.00- 7.00 8.00 - 8.45 -9.30 - 10.30 -12.00 13.30 -15.00 -16.30 -18.00 -19.0020.00 - 21.00- 21.30
Orario in vigore dal 30/06/2008 al
03/08/2008
gli orari sono scaricabili su www.cotralspa.it
l/s = Si effettua dal lunedì al sabato - l/v = Si effettua dal lunedì al venerdì
frs =l Frascati gf = Grottaferrata - tv = Tor Vergata
bu = Buero, no MPC
tempo di percorrenza: 40 minuti circa l’intera corsa - per MPC circa 20’
- da COLONNA a FRASCATI -
7.20 (L/S) - 7.30 (L/S) - 9.00* - 11.00 (L/S) - 13.30 (L/S) - 14.05 (S) 14.30 (L/S) - 14.40 (L/V) - 15.40 (L/V) - 17.00 (L/S) - 17.30* - 19.00
(L/S) - 20.30 (L/S).
* solo domenica e festivi
- da FRASCATI a COLONNA -
6.30 (L/S) - 6.40 (L/S) - 8.30 * - 10.30 (L/S) - 13.00 (L/S) - 13.40 (L/S)
- 13.50 (L/V) - 13.55 (L/V) - 14.10 (S) - 14.15 (S) - 14.55 (L/V) - 16.30
(L/S) - 17.00 * - 18.20 (L/S) - 20.00 (L/S).
* solo domenica e festivi
- METRO - da ROMA LAZIALI a PANTANO
dal lunedì al venerdì, dalle 05.29 ogni 4 minuti fino alle 22.27
sabato dalle 05.27 ogni 8 minuti fino alle 22.20
domenica e festivi dalle 05.20 ogni 8 minuti fino alle 22.20
- METRO - da PANTANO a ROMA LAZIALI
dal lunedì al venerdì, dalle 05.20 ogni 6 minuti fino alle 22.25
sabato dalle 05.20 ogni 8 minuti fino alle 22.20
domenica e festivi dalle 05.20 ogni 8 minuti fino alle 22.20
Il Catone non è responsabile di variazioni degli orari o delle corse mancate.
43
bus
SERVIZI
linea monteporziana
P. Borghese - Colle Mattia
P.Borghese - Valle Verde
Valle Verde - piazza Borghese
P.Borghese - Cimitero
Cimitero - P. Borghese
Fontana Candida - P. Borghese
P. Borghese - Fontana Candida
P.Borghese - P.Borghese
6.50-7.30-8.35-11.55-13.35-14.35
15.35-16.35-17.30-18.30-19.30
7.05-7.45-8.55-12.10-13.55-14.55
15.55-16.55-17.55-18.55-19.55
8.00-9.25-12.25-19.10
8.10-9.45-12.35-19.15
8.20-10.15-10.45-15.10-16.10-17.10
8.30-10.30-11.00-15.25-16.20-17.15
11.30
11.15-18.00
9.45-12.45-13.00-15.05-17.05
P.Borghese - P.Borghese
12.45-13.00-15.20
P.Borghese - P.Borghese
17.15
Colle Mattia - P. Borghese
(costagrande, 2 giugno, 2 settembre, Romoli, p.Trieste)
(p.Trieste, Posta, Trieste, costagrande, 2 settembre, Romoli, Trieste)
(costagrande, 2 giugno, 2 settembre, Romoli, v.Roma, Cimitero)
19.00-19.15
P.Borghese - P.Borghese
(costagrande, 2 settembre, Romoli)
P.Borghese - Pratone
(p.Borghese, via Roma, p.Trieste, Posta, Pratone)
Pratone - P.Borghese
(Pratone, Posta, p.Trieste, via Roma, p.Borghese)
14.15 - 14.25
14.25 - 14.35
Da luglio la linea Monteporziana effettua fermate solo nel
territorio di Monteporzio.
La domenica il servizio è sospeso.
Linea speciale
p. Borghese - p. Borghese
7.50 - 11.15 - 13.00 - 14.10
(via Frascati - Sacram - via Frasc.-Colonna - Pilozzo - V.Verde - p.Borghese)
Bus da Cocciano a Tor Vergata
6.45 - 8.30 - 11.30 - 14.00 - 15.00 - 16.25
da via La Malfa a Policlinico di Tor Vergata - Passa a p. Marconi
10’ dopo la partenza e da stazione Fs di T. Vergata dopo 20’
Ritorno: 7.15 - 9.00 - 12.00 - 14.30 - 15.30 - 16.55
(passa da Stazione Tor Vergata dopo 15’, da p. Marconi dopo 20’)
Da Cocciano via La Malfa a Stazione Tor Vergata:
6.05 - 6.45 - 8.30 - 11.30 - 14.00 - 15.00 - 16.25
Ritorno: 6.20 - 7.30 - 9.15 - 12.15 - 14.45 - 15.45 - 17.10
Il Polo Museale della Città (Museo della Città, Museo del Vino, Area
archeologica Barco Borghese) è aperto ogni venerdì, sabato e domenica (9-13/15-19). Il Barco è accessibile solo con la guida. Per prenotazioni
Tel. 06.94.28.333 ([email protected]).
44
SERVIZI
treni
COLLE MATTIA - ROMA TERMINI
05,28 - 06,13* - 06,41 - 07,10° 07,18 - 07,49 - 08,04 solo fest. 08,53 - 10,54*- 12,10 - 14,08* 15,10 - 16,17* - 16,55* - 17,36°
- 18,10 - 19,11 - 19,37° - 20,0920,36° - 21,10* - 21.50° 22,06* - 23,11
ROMA TERMINI - COLLE MATTIA
05.25 - 08,20* - 09,20 - 10,20*
- 12,20 - 12,47 solo fest - 13,20
- 14,20 - 15,00°- 15,20* - 16,20
- 17,00° - 17,20 - 18,00° - 18,20
- 19,00° - 19,20 - 20,25* - 21,20*
- 22,20*
Tu r n i be n z
in ai
Domenica 13 Luglio
FRASCATI - ROMA TERMINI
05,10 - 06,26 - 07,30 - 08,29*
- 09,29 - 10,34*° - 12,29* 13,49 - 14,29* - 15,29 16,29* - 17,29 - 18,29* 19,29 - 20,29* - 21,29 22,29°
ROMA TERMINI - FRASCATI
03,38°° - 05,46 - 06,32 07,33* - 08,42 - 09,52* 11,52* - 12,52 - 13,52* 14,52 -15,52*- 16,52 - 17,52*
-18,52- 19,52* - 20,52 - 21,52
* anche festivo
° no il sabato
*anche festivo/ °cambio Ciampino
°°part. Rm Tib e cambio Ciampino
dalle ore 07.00 alle ore 12.30
dalle ore 15.30 alle ore 19.00
Verardi, via Fontana Candida
Berardinelli, piazza Trieste
Domenica 20 Luglio
Domenica 27 Luglio
Calcioli, Maremmana Inferiore
Domenica 10 Agosto
Berardinelli, piazza Trieste
Domenica 24 Agosto
Verardi, via Fontana Candida
Domenica 03 Agosto
Verardi, via Fontana Candida
Domenica 17 Agosto
Polinari
Subrizi
Calcioli, Maremmana Inferiore
farmacie
Via degli Olmi, 77
Rocca Priora
Piazza Borghese, 3
Monte Porzio Catone
Costanzo Via Frascati, 19
Califano
Mairo
Polinari
Monte Porzio Catone
P.za V. Emanuele 6
Colonna
P.za M. Mastrofini, 25
Montecompatri
Via degli Olmi, 77
Rocca Priora
Costanzo Via Frascati, 19
Monte Porzio Catone
06-9470006
06-9449010
06-9449657
06-9447238
06-9438023
06-9485030
06-9470006
06-9449657
06-9447238
UFFICI
COMUNALI
dal lun. al ven.
8.30 - 12.30
mar. - gio. anche
15.30 - 17.30
Biblioteca
Comunale
lun-mer-gio-ven
9.00 13.30
lun-mar-gio
15.00 19.15
dal 12.07.2008
al 18.07.2008
dal 19.07.2008
al 25.07.2008
dal 26.07.2008
al 01.08.2008
dal 02.08.2008
al 08.08.2008
dal 09.08.2008
al 15.08.2008
dal 16.08.2008
al 22.08.2008
dal 23.08.2008
al 29.08.2008
45
SERVIZI
numeriUTILI
URP - ufficio relazioni con il pubblico
Centralino Comune Monte Porzio Catone
Ufficio Tecnico - Città di MPC
Polizia Municipale - Città di MPC
Museo della Città
Prenotazioni CUP
Asilo Nido
Scuola Materna
Scuola Elementare
Scuola Media
Istituto Comprensivo
Osservatorio Astronomico
Biblioteca
Ludoteca
Guardia Medica
Centro Anziani
Museo Diffuso del Vino
Protezione Civile
Ufficio Postale
Carabinieri
Parrocchia
Consultorio familiare
Croce Rossa Italiana MPC - Ambulanza
Enel - Segnalazione guasti
Italgas - Guasti e Dispersioni
Consorzio Acquedotto Doganella - C. A. D.
Commissariato di PS di Frascati
Vigili del Fuoco - Distaccamento di Frascati
Agenzia delle Entrate di Frascati
Centro per l'Impiego
Policlinico “Tor Vergata”
Giudice di Pace - sede di Frascati
XI Comunità Montana
Cinema Multisala “Politeama” - Frascati
Cinema Multisala “Supercinema”
Trasporti Tribioli - Frascati
CO.TRA.L.
Taxi
Scuola di Musica Iseo Ilari
06-9428323
06-9428310/20
06-9428328
06-9428336/43
06-94341031
802323
06-9448852
06-9447184
06-9447487-06-9448918
06-9449282
06-9449282 - 06-9447479
06-9428641 - 06-9448315
06-9447528
328-9088010/ 06. 9449405
06-9334049/39/61
06-94340052
06-94341027
3472779690
06-9449086/96
06-9449002
06-9449049
06-9448380
06-9447388
800.900.800
800.900.999
06-9420555-06-9428683
06-9428671
06-9420000
06-9401931
06-9420036
06-20901-800.986.868
06-94015270
06-9470944
06-9401705-06-9420479
06-9420193
06-9420211
800-150008
06-633666
06.9428333/23
Consultorio Monte Porzio C. via IV Novembre, 6 - tel.06.9448380
Vaccinazioni
Ostetricia
Pediatra
per appuntamento
Ven. 9.00/12.00
Lun: 9.00/12.30
Mer: 9.00/12.30
Gio: 11.30/13.30
Uff. San.
Ginecologo
Psicologo
per appuntamento
Lun:09.00/12.30
Ven:10.30/12.30
Lun: 9.30/12.30
Mer:13.30/15.00
Mer: 9.30/12.30
Il CAAF, centro assistenza fiscale (modello isee, dichiarazione dei redditi, 730, pensioni, invalidità,...) è aperto a Monte Porzio il giovedì pomeriggio (dalle 15.00 alle 18.00) presso l’URP in via Roma. A Frascati, è
aperto tutti i giorni. Per info e appuntamenti, telefonare al 06.941.76.84
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calendario
LUGLIO AGOSTO
fino al 3 agosto
'Short Stories - Racconti in libertà'
Scuderie Aldobrandini - Piazza Marconi 6 - Frascati
12
fino al 1 Agosto (dal lunedì al venerdì h 8-16)
Rocca Ragazzi estate 2008
Rocca di Papa Dal 12 al 20 luglio
dal 12 al 20 luglio
eventi pomer. e spettacoli alle 21.30 (vedi pag. lskfp)
Etnica – Festival VI Edizione
Campo dei Preti del Pino – V. S.Antonino – Monte Porzio C.
dal 12 al 27 luglio
Tango – personale di Massimo Pennacchini per Etnica
Biblioteca Comunale – Monte Porzio C.
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12 luglio - ore 21
Daniele Dibonaventura - Ritus - Solo Bandoneon
Villa Torlonia - Frascati
13 luglio - ore 21.30
Itinerario Brasile -Ivan Lins in concerto
Villa Torlonia - Frascati
14 luglio - ore 19
Iseorock – concerto gruppo della scuola di musica
21.30
Uscita d'insicurezza - di e con Andrea Rivera
Campo dei Preti del Pino - Via S. Antonino - Monte Porzio
18 luglio - ore 21.30
Sogno di una notte di mezza estate - G. Albertazzi
Ninfeo di Villa Aldobrandini - Frascati
20 luglio - ore 21.30
45 Giri di parole d’amore - a cura di Lunetta Savino
Villa Torlonia - Frascati
24 luglio - ore 21.30
Sergio Cammariere
Villa Aldobrandini - Via Cardinal Massaia 18 - Frascati
Dal 25 al 27 luglio – proiez ore 18.30/concerti alle 21.30
Etnica – Festival VI edizione
Piazza Porzio Catone – Monte Porzio C.
25 luglio - ore 21.30
Young Lust in concerto
Villa Torlonia
28 luglio - ore 21.30
Maurizio Crozza One Man Show
Ninfeo di Villa Aldobrandini - Frascati
29 luglio - ore 21.30
Finley in concerto
Fossato Abbazia di San Nilo - Grottaferrata
SETTEMBRE
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30 luglio- ore 21.30
L’amico di Papà - di E. Scarpetta - Comp. teatro Muse
Villa Torlonia - Frascati
31 luglio - ore 21.30
Il Flauto Magico di Mozart con voce di M. Ovadia
Villa Torlonia - Frascati
1 agosto - ore 21.30
La storia del Guerin Meschino - di e con Marco Renzi
piazza Mazzini, Belvedere di Ariccia
2 agosto - ore 21.30
Tango Nuevo - con Compañia Argentina de Buenos Aires
Villa Torlonia - Frascati
3 agosto - ore 21.30
Rhythm Nation 2008 - Comp. Direct Effect - Hip Hop
Villa Torlonia - Frascati
6 agosto - ore 21.30
La Vedova Allegra - Comp. Italiana Operetta
Villa Torlonia - Frascati
8 agostyo - ore 21.30
La Traviata narrata da Alfredo Germont - con G.Zito
piazza Mazzini, Belvedere di Ariccia
9 agosto - ore 21.30
La Casina - Compagnia dei Cenci con C. Tedeschi
Villa Torlonia - Frascati
14/17 agosto
2° Festival Internazionale Scacchi
dei Castelli Romani e Prenestini
Villa Bruni - Via Tuscolana Km 28,500 - Rocca Priora
30 agosto - 12 settembre
Frammenti
Villa Sciarra - Frascati
30 agosto - ore 21
Les Troublamours - Frammenti
Villa Sciarra - Frascati
4 settembre - ore 21
Baustelle - Frammenti
Villa Sciarra - Frascati
6 settembre - ore 21
Caparezza - Frammenti
Villa Sciarra - Frascati
12 settembre – ore 21
Le strane coppie - di e con M. Fiorentini e M. Podeschi
piazza Mazzini, Belvedere di Ariccia
Il Catone non è responsabile per eventuali cambiamenti nelle date e negli orari degli
appuntamenti segnalati. Le informazioni pubblicate sono state riportate sulla base di
quanto a conoscenza della redazione prima della chiusura delle pagine in tipografia.
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