In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 12 «Molte cose ho
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In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 12 «Molte cose ho
il commento dei padri O Trinità indivisibile, mistero inesplorabile: Un Padre che genera, un Figlio unico veramente generato, da entrambi uno Spirito Santo procede. Il Padre è intelletto, il Figlio è parola, lo Spirito è voce, nella triade e nell’unità: un solo Signore. O Eterno, Nascosto, che sei glorificato nel cielo, Ti proclamano santo le potenze degli altissimi. O Creatore di ogni cosa, che hai ornato la creazione sottraendola al vuoto e al caos. Tu Spirito nascosto, hai creato il mondo e ciò che di esso si è svelato a chi guarda! Tu terribile nel nascondimento, i profeti ti hanno rivelato con l’ispirazione e la visione. A Te hanno innalzato offerte, ma gli angeli temono di gettare anche solo uno sguardo sulla tua natura divina, mentre la tua natura umana ha vissuto tra i miseri e in un mondo perituro! O popolo eletto di Dio, canta un verso di lode al Signore, il Cristo. Giovani, vecchi e bambini cantate il nome di Dio l’Altissimo per tutte le generazioni. O v 12 Lc 16, Siamo nel configli del regno cantate alla Trinità, Dio Uno, il Vivente per sempre. È dolce il rendimento di grazie e il canto: Santo! Santo! Santo! (…). 10: Chi è fedetesto dell’Ultima le in cose di poco Cena; di lì a poco altri autori cristiani conto, è fedele anche Gesù darà la sua vita. Adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi cinquanta anni, sessanta anni, è un bel tempo. Perché io ricordo in cose importanti; e chi Gesù dice: “Ho ancora molquando ero bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, anche nella mia: “No, a casa loro non possiamo andare, perché è disonesto in cose di poco te cose da dirvi, ma.…”. E ad non sono sposati per la Chiesa, eh”. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o conto, è disonesto anche in cose una prima lettura potremmo avere atei, non possiamo andare. Adesso, grazie a Dio, no, non si dice...L’annunzio della verità dipende dallo Spirito importanti. l’impressione di non essere adeguati. Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la Col 1, 19-20: È piaciuto infatti a Dio che Ma possiamo pensare che Gesù ci voglia verità”... <La verità> non entra in una enciclopedia; <è piuttosto l’>incontro con la somma verità: abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo offendere dicendo che siamo deboli? Perché Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità, neppure per difenderci. L’apostolo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le allora ci dice così? L’altra sera alla diaconia cose, avendo pacificato con il sangue della sua abbiamo letto la versione in inglese che non dice croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle così. Un conto è che ci dica che non siamo capaci di c 22 maggio 2016 che stanno nei cieli. portarne il peso; un’altra cosa invece è dire che per Gb 42, 2-5: “Comprendo che tu puoi tutto e che noi quello che Lui ha da dirci è troppo. Le cose che nessun progetto per te è impossibile.Chi è colui che, Gesù ha da dirci sono troppo per noi; non è che voi Aelluia, alleluia cf. Ap 1, 8 da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho siete piccolini. È che tutto è troppo, cioè va di sopra Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, esposto cose che non capisco, cose troppo meraviglio(trabocca): il bene che io vi voglio è molto di più di quello a Dio, che è, che era e che viene. se per me, che non comprendo. Ascoltami e io parlerò, che voi potete contenere. Se io continuo a versare e io t’interrogherò e tu mi istruirai!Io ti conoscevo solo l’acqua trabocca, è il bicchiere che è troppo piccolo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. o è troppa l’acqua che ho versato? È troppa l’acqua! Gv 16, 12-15 Sap 7, 21: Ho conosciuto tutte le cose nascoste e Ma l’importante è che il bicchiere sia pieno. Se noi quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, contenessimo tutta l’acqua significherebbe che non artefice di tutte le cose. ce ne sarebbe per tutti; è invece importante che ce ne Is 42,20: Hai visto molte cose, ma senza farvi sia ancora. Non è importante quanta ne conteniamo, attenzione, hai aperto gli orecchi, ma senza sentire. ma che siamo pieni. Allora il Signore dice: “Ho tante 12 Tb 12, 11: Voglio dirvi tutta la verità, senza nulla nacose da dirvi, ma per voi sono troppe”. Allora uno scondervi: vi ho già insegnato che è bene nascondere dice: “Noi non esauriremo mai l’amore del Signore, il segreto del re, mentre è motivo d’onore manifestare l’importante è che noi siamo pieni di Lui”. Un conto le opere di Dio. è dire: “Non siete capaci”. Un conto è dire: “Quello A Ger 23, 35-36: Direte l’uno all’altro: “Che cosa ha che ho da dirvi, il bene che vi voglio, è troppo per risposto il Signore?”, e: “Che cosa ha detto il Signovoi”. Noi non siamo della misura del Signore. Siamo 13 re?”. Non farete più menzione del peso del Signore, della misura del Signore quando come Lui e da Lui ci altrimenti per chiunque la sua stessa parola sarà lasciamo riempire del suo bene. È troppo. L’amore del B considerata un peso, per avere travisato le parole Signore per noi è troppo, ci sorprende sempre, non del Dio vivente, del Signore degli eserciti, nostro Dio. smette mai di riempirci. Allora la nostra vita trabocca Gal 6,1-5: Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche dell’amore del Signore, trabocca della sua Parola. colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito (A): La verità “pesante”, nella quale lo Spirito Santo di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere deve introdurre i discepoli, è la croce. Essa è davtentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri: così vero uno scandalo per chi cerca un Dio potente, C 14 adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa che risolva i problemi dell’uomo; se non lo fa, a che di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se serve? Eppure, la festa di oggi ci dice che è proprio stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta la croce a rivelare la natura intima di Dio: essa, infatti, e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e ci mostra l’indicibile dedizione reciproca di Dio e di non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il Gesù, “obbediente sino alla morte e alla morte di proprio fardello. croce”, dice la Lettera ai Filippesi; nello stesso tempo, 15 Eb 12, 1-2: Anche noi dunque, circondati da tale Dio è supremamente coinvolto in quell’atto di dono, moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che poiché, dice Giovanni, “Dio ha tanto amato il mondo D è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con da dare il suo Figlio”. Nell’amore ci sono l’amante perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo e l’amato, e chi ama desidera l’altro proprio come fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede altro, vive l’alterità come dono, non come limite, non e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che come distruzione dell’unità, ma come generazione gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezdell’unità. Concretamente, quando Dio si rivolge zando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. al mondo, ribelle e peccatore, il suo dono non può Is 1, 14: Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; prendere altra forma che quella della croce; altrimenti, per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. egli non potrebbe raggiungere l’ultimo degli uomini Dal Salmo 8 O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Santissima Trinità ✠ Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso . Quando verrà lui, lo Spirito della verità , vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future . Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio ; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore. ← paralleli e riferimenti biblici Prima lettura Dal libro dei Proverbi Pr 8, 22-31 Così parla la Sapienza di Dio: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. 23 Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. 24 Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; 25 prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, 26 quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. 27 Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, 28 quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, 29 quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, 30 io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, 31 giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo». Parola di Dio. 22 Diaconia n. 7, 2 giugno 2016 - pag. 7 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. Tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. le note del testo → Seconda lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 5, 1-5 Fratelli, 1 giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. 2 Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. 3 E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4 e la virtù provata la speranza. 5 La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Parola di Dio. 69 nell’abisso del suo peccato. Tuttavia, il dono del Figlio non può restare lo spettacolo che l’uomo contempla dall’esterno: ciò che si è compiuto a Gerusalemme e che viene celebrato nella liturgia è l’offerta alla creatura di lasciarsi introdurre nella relazione del Padre e del Figlio. Ma questo può avvenire solo grazie allo Spirito Santo, Dio in noi, che costruisce la nostra risposta, ci “guida a tutta la verità”: nel linguaggio giovanneo, la “verità” è la realtà intima di Dio che si comunica all’uomo). La Trinità è dunque un mistero di comunione, di un Dio che ama l’uomo al punto di volerlo introdurre nella sua stessa vita. (B): A coloro ai quali interessa solo la potenza di Dio, la Trinità non dice nulla. Gli imperatori dopo Costantino la negavano, perché dall’uguaglianza delle Persone divine sarebbe derivata l’uguaglianza delle persone umane, distruggendo il principio gerarchico, necessario per l’ordine del mondo. L’Islam la nega, proprio perché nega nello stesso tempo la morte in croce di Gesù: Dio non può abbassarsi veramente al livello dell’uomo (la morte ne è la condizione), perché, in ultima analisi, al Dio dell’Islam l’uomo non interessa veramente; Egli è benigno verso la sua creatura, le dona i principi del ben vivere e l’indicazione per ottenere la felicità dopo la morte, ma non può accettare che l’uomo entri veramente nella vita divina. Tuttavia, anche in ambiente cristiano, la Trinità imbarazza coloro che riducono la fede all’etica e la salvezza a una felicità non meglio definita, che meritiamo con le buone opere. Infatti, la Trinità rivela che Dio non è il legislatore e il giudice, ma che egli è l’origine: nulla potremmo se egli non ci amasse per primo; e nello stesso tempo egli è il compimento, poiché la “salvezza” altro non è che la comunione, la gioia dell’incontro e dell’inclusione nell’amore divino: “Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17,24). La Trinità postula una forma di Chiesa accogliente e fraterna, meno custode della moralità e dell’ordine e più compagna di strada dell’uomo, ministra di speranza, capace di porgere consolazione. La storia del Buon Samaritano dimostra che non ci si può prender cura l’uomo ferito se non si scende da cavallo. (C): Per descrivere adeguatamente l’esistenza cristiana occorre metterla in relazione col mistero trinitario. Tutto, dunque, avviene attraverso Gesù Cristo: per mezzo di lui, infatti, ci viene quella grazia che accogliamo mediante la fede e che costituisce il fondamento della nostra vita. L’esistenza cristiana si definisce anzitutto come dono; non quello che possediamo è l’essenziale, e nemmeno quello che conquistiamo col nostro lavoro, ma piuttosto quello che gratuitamente riceviamo attraverso Gesù Cristo. La “giustificazione” ad esempio; questa possibilità di stare davanti a Dio come giusti non si compie per una nostra virtù ma per un dono immediato e semplicemente accolto nella fede. (D): Attraverso Gesù Cristo muta il nostro rapporto con Dio Padre; se prima gli eravamo nemici a causa dei nostri peccati, ora siamo in pace con lui e a lui abbiamo libertà d’accesso. Dobbiamo sentire tutto lo stupore e tutta la forza liberante che è contenuta in questa semplice espressione: avere accesso a Dio! Potere accostarci a lui senza timore, poter accogliere la sua Parola rivelatrice, poter vivere rispondendo a lui. E non si tratta solo di un diritto dato all’uomo dall’esterno: piuttosto l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Attraverso il dono dello Spirito siamo fatti “innamorati” di Dio. Questo significa che non solo siamo in grado di compiere qualche atto di amore verso di lui, ma che l’amore per lui determina la nostra vita in tutte le sue dimensioni. Prefazio suggerito: “Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito santo sei un solo Dio, un solo Signore, non nell’unità di una sola persona, ma nella trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato nella tua gloria, noi lo crediamo, e con la stessa fede, senza differenza lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito santo. E nel proclamare te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la trinità delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza della maestà divina” (prefazio proprio). Diaconia N. 6, 2016 (n. prog. 318), 2 giugno 2016, settimanale • Proprietario: Ass. “Diaconia” • Dir. resp.: Antonio Burani • Stampato in proprio • Via Leuratti, 8 - Reggio Emilia • Poste Italiane s.p.a. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - RE Per ricevere Diaconia, scrivere a redazione Diaconia via don Leuratti 8 42123 Reggio E. (e-mail: diaconia@ diaconia.it), telefonare o inviare un sms al n. 388 8371318. Ci sosteniamo attraverso le offerte che ognuno è in grado di dare. CCP n 10520427 intestato a “Diaconia”, 42100 Reggio E. www.diaconia.it 70 Pietro ci dice: “Voi dovete dar conto della vostra speranza”. Sì, ma una cosa è dar conto della propria speranza e altra cosa è dire: “Noi abbiamo la verità: questa è! Se voi non la accettate, andate via”. <Gesù> ha sentito la samaritana, il dialogo con la samaritana; andava a pranzo con i farisei, con i peccatori, con i pubblicani, con i dottori della legge. Gesù ha sentito tutti e quando ha detto una parola di condanna, è stato alla fine, quando non c’era niente da fare… <La Chiesa> non cresce nel proselitismo; Benedetto XVI ce lo ha detto; ma cresce per attrazione, per la testimonianza, per la predicazione… I cristiani che hanno paura di fare i ponti e preferiscono costruire muri, sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo. E si difendono… Quelli che non camminano per non sbagliare fanno uno sbaglio più grave (dalle Omelie di papa Francesco a santa Marta; 8 maggio 2013; Gv 16,12-15). La testimonianza dei Monaci di Tibhirine. Lo spirito della verità è sempre da verificare, cioè è una verità da fare. E ciò dà il senso al mistero che celebriamo. Questo mistero che si rivela a noi non si può dimostrare, ma si può verificare. Il mistero di Dio non è un muro che ci impedisce di porci delle domande su Dio. Al contrario il mistero cristiano è uno squarcio che ci lascia intravedere un Dio che si rivela continuamente a noi, che ci guida a tutta la verità. Per l’umanità di Gesù, noi sappiamo che il mistero della Trinità è anche il mistero dell’uomo creato a immagine di Dio. E nella nostra umanità sapremo verificare nello Spirito ciò che lo Spirito stesso ci dice di Dio. E sapendo che esiste soltanto AMANDO, l’uomo verifica questo nome rivelato della Trinità: Dio è AMORE. Lo Spirito è anche il CONSOLATORE. Ci immaginiamo Dio in un universo desolato dove è solo. Lo Spirito abolisce la solitudine di Dio. Il Padre e il Figlio sono soli insieme. Ed eccoci consolati, chiamati a questo faccia a faccia. Dio non è un’isola. Ma quando l’uomo si isola, non può più verificare Dio, e cessa di esistere! Gesù poi ci dice anche che in questo passaggio del Padre in noi, lo Spirito è RIVELATORE del Figlio, cioè l’Altro a cui il Padre ha dato tutto. Lo Spirito è sempre colui che ci parla dell’Altro. L’Altro gli è necessario. Quando l’uomo rifiuta l’Altro, non può verificare Dio, e nega se stesso. Gesù ci dice ancora della condivisione di cui lo Spirito è testimone. Se la pluralità è in Dio, è perché l’AMORE esige di poter esistere soltanto in una COMUNIONE così perfetta che diventa unità. Dio non è il terzo di tre. È il Padre e Figlio e Spirito. Questa trinità unita di Persone lo fanno diventare “unicissimo”. Quando l’uomo si divide non può verificare Dio, e distrugge se stesso. Ibn Arabi: “Io professo la religione dell’AMORE qualunque sia il luogo dove si dirigono le sue carovane, e l’AMORE è la mia fede e la mia legge” (Père Christian de Chergé, L’autre que nous attendons, 29/5/1983). “Nel discorso di addio ai suoi Gesù dice: “Molte cose”, letteralmente “molto”, ho ancora da dirvi”, quindi Gesù assicura che continuerà a parlare anche quando non ci sarà. La Sua presenza nella comunità è una presenza reale ed è la presenza del maestro che insegna ai suoi. “Ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Perché Gesù dice questo? Perché può comprendere il messaggio di Gesù solo chi, come Lui, è pronto al dono della propria vita per gli altri. E i discepoli ancora non sono arrivati a questo livello. Gesù assicura alla comunità dei credenti di tutti i tempi che più si ama, più ci si dona, e più si comprende la Sua Parola. Poi Gesù prosegue dicendo: “Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità,” cioè c’è un cammino che la comunità deve compiere attraverso Gesù ed è nella verità. Gesù ha già definito se stesso quale “la via”, cioè la strada, ebbene lo spirito è colui che avvia, instrada nella verità. Quello che Dio è, quello che l’uomo è, non può essere pienamente conosciuto se non attraverso gradi di conoscenza e di esperienza sempre più profonda. Mano a mano che l’amore ricevuto dal Padre si trasforma in amore comunicato ai fratelli, la comunità cresce in questo amore e in questo dinamismo di crescita sarà sempre più chiaro il volto Padre. Èquesto il cammino della verità. Per questo la verità per Gesù non è una dottrina acquisita, non si ha la verità, ma si è verità e si fa la verità” (Alberto Maggi). Nm 11, 14-15: Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!”. Sal 66, 11-12: O Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai purificati come si purifica l’argento. Ci hai fatto cadere in un agguato hai stretto i nostri fianchi in una morsa. Hai fatto cavalcare uomini sopra le nostre teste; siamo passati per il fuoco e per l’acqua, poi ci hai fatto uscire verso l’abbondanza v 13 Lc 18, 31- 34: Poi prese con sé i Dodici e disse loro: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà”. Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto. Eb 10, 37: Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. At 2, 3-4: Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Gal 5, 25: Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 1 Gv 2, 18: Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 1 Gv 4,6: Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore. Sap 3,9: Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti. Gv 6, 47: In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 1 Gv 1, 3: quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. Ap 22, 8: Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le mostrava. Sir 43, 30-31: Nel glorificare il Signore, esaltatelo quanto più potete, perché non sarà mai abbastanza . Nell’esaltarlo moltiplicate la vostra forza, non stancatevi, perché non finirete mai. Chi lo ha contemplato e lo descriverà? Chi può magnificarlo come egli è? Vi sono molte cose nascoste più grandi di queste: noi contempliamo solo una parte delle sue opere. Sal 64, 10: Allora ognuno sarà preso da timore, annuncerà le opere di Dio e saprà discernere il suo agire. Gv 4, 23-26: Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”. Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa”. Le dice Gesù: “Sono io, che parlo con te”. Sir 42,17-19 : Neppure ai santi del Signore è dato di narrare tutte le sue meraviglie, che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito perché l’universo stesse saldo nella sua gloria. Egli scruta l’abisso e il cuore, e penetra tutti i loro segreti. L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi, annunciando le cose passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste. Gdt 9,5-6 : Tu hai fatto ciò che precedette quelle vicende, le vicende stesse e ciò che seguì. Tu hai stabilito le cose presenti e le future e quello che tu hai progettato si è compiuto. Le cose da te deliberate si sono presentate e hanno detto: “Eccoci!”. Perché tutte le tue vie sono preparate in anticipo e i tuoi giudizi sono preordinati. v 14 Sal 22, 23: Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l’unico mio bene. Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. Tu mi hai risposto! Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. Zc 9,10-12: Farà sparire il carro da guerra da Èfraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra. Quanto a te, per il sangue dell’alleanza con te, estrarrò i tuoi prigionieri dal pozzo senz’acqua. Ritornate alla cittadella, prigionieri della speranza! Ve l’annuncio oggi stesso: vi ripagherò due volte. v 15 Is 66,19: Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. Gv 3,27: Giovanni rispose: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Diaconia n. 7, 2 giugno 2016 - pag. 8