capitano non giocatore
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Anno II - Numero 291 - Mercoledì 11 dicembre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Il caso Economia Esteri Storace e L’Unità, commenti positivi Aumentano in Italia i bambini poveri Storico incontro Obama-Castro a pag. 2 Musumeci a pag. 3 Castellino a pag. 5 N E G L I S C H I E R A M E N T I P R E VA L G O N O I C A M P I O N I C H E C O M A N D A N O D A L L A PA N C H I N A di Francesco Storace mprecano contro Grillo, che urla le consuete baggianate per eccitare ad una rivolta che sarebbe pericolosissima per il paese, ma non si rendono conto che rischiano di fargli dare ragione da chi protesta. Il politicantume che sta a Palazzo è ormai asserragliato su se stesso; e non si rende conto di essere sempre più isolato. Ormai è meglio stare fuori dal Parlamento, a fare il capitano non giocatore. Non solo Grillo, ma ora anche Renzi e Berlusconi si eserciteranno come si conviene nel ruolo di chi dalla panchina comanda sulla squadra. All'esterno del Palazzo c'è un popolo che è infuriato ed è sbagliato prenderlo di petto con frasi sbagliate. La protesta divampa. Bisogna abituarsi a dire la verità, che non sopportano più frescacce, come quelle che ogni giorno ci rifila Enrico Letta sotto la protezione speciale del Capo dello Stato. Ma per il premier è finito il tempo. Anche lui dovrà cambiare verso nella seduta di oggi in cui torna in Parlamento dopo la sciagurata scissione di Alfano e soci da Berlusconi. Vuoi o non vuoi, Letta dovrà aggrapparsi alle caviglie del sindaco di Firenze I Letta dovrebbe promettere una sola cosa, invece: che non si metterà di traverso ad una legge elettorale che eviti il ritorno all'antico, quel tempo caratterizzato dai governi che erano fatti e disfatti dai partiti, esattamente come il suo. è il popolo che deve tornare finalmente a decidere chi ha il diritto-dovere di governare e servono norme chiare e trasparenti che ci facciano scegliere anche i parlamentari. Si potrebbe addirittura votare con questa legge, depurata dal premio di maggioranza e dalle liste bloccate: non credo, in quel caso, che sarebbe possibile restare ancorati a coalizioni, e andrebbe piuttosto lanciata un'idea di premiership per l'Italia, pur se drammaticamente proporzionale. Se si afferma un'idea di bipolarismo, spetterà alle forze politiche scegliere la coalizione. E non c'è dubbio che orienteremo i consensi di cui disponiamo verso opzioni che mettano al bando l'acquiescenza a questo modello europeo, all'immigrazione clandestina come regola, e valorizzino finalmente l'importanza dell'etica in politica. Non serviranno forconi, ma matite copiative. CAPITANO NON GIOCATORE Divampa la protesta. Il Parlamento vari la legge elettorale e si vada al voto per non scivolare nel baratro, mentre alle sue tenteranno di restare agganciati i ministri che hanno seguito Angelino nel divorzio dal Cavaliere. Penosi. Letta torna alle Camere su mandato di Napolitano; continuerà a promettere che le tasse sulla casa non aumentano, ma è una bugia che hanno compreso tutti; dovrà spiegare con grande chiarezza che cosa significhera' entrare nel tunnel ESTREMA SINISTRA E GRILLINI CAVALCANO IL MALCONTENTO Sul carro dei forconi del fiscal compact di qui a qualche mese, quando saremo travolti da una valanga di tasse, e allora altro che forconi. E già, perché intanto non si sbaraccano le province e il Senato resta così come è. SEI ITALIANO? NON PUOI ENTRARE NELLA FILIALE PER SOLI CINESI “C’è posta pel te” di Barbara Fruch Vignola a pag. 7 a Cina è vicina. Anzi è ormai tutto intorno a noi. È stato inaugurato ieri a Prato, nel cuore della Chinatown, un ufficio postale “mono-etnico” dedicato, per l’appunto, alla comunità cinese. L’idea arriva direttamente da Poste Italiane (l’aggettivo nazionale ancora perdura, non sappiamo per quanto) che ha dovuto “ristrutturare” uno storico sportello, dopo averlo negli anni rinforzato con traduttori per la grande presenza di immigrati dell’estremo oriente. D’altronde anche gli emigranti italiani trovavano nei paesi ospitanti servizi in cui si parla la lingua di Dante. Ma ai cinesi questo pare che non sia bastato: d’altra parte, per quanti sforzi chieda (agli italiani) la Kyenge, sono notoriamente un popolo assai poco predisposto alla “integrazione”. E così è nato il loro ufficio, forse perché non vogliono mischiarsi con i ‘musi bianchi’. L Così a “Plato” concedono oltre 200 metri quadrati di servizi specificatamente pensati e studiati sulle necessità della comunità: ci sarà “una grande attenzione alla comunità orientale”, spiegano le veline dell’azienda. Ci saranno soprattutto dipendenti cinesi, giacché di italiani disoccupati ce ne sono sempre troppo pochi. E ci saranno pure brochure e volantini scritti ad ideogrammi... Non sono mancate le polemiche: sul caso il senatore Riccardo Mazzoni (Forza Italia), ha anche presentato un'interrogazione ai ministri competenti. “Chiedo di sapere con urgenza se il ministero dell'Economia, che detiene il 100 per cento del capitale di Poste Italiane Spa e il ministero dell'Integrazione non ritengano che questa improvvida iniziativa sia discriminatoria degli utenti italiani e di tutte le altre etnie presenti nella realtà pratese”. Ma no! Senz’altro è solo essere al passo con i tempi. E pazienza se una vecchia filiale della posta chiude. A proposito, quella sede, uno storico sportello postale, è stata messa in vendita: 210mila euro. A farsi avanti è stato un imprenditore. Cinese, ovviamente. D’altronde, i soldi in mano, ormai in Italia chi può averli? 2 Mercoledì 11 dicembre 2013 Attualità IL NEOSEGRETARIO DEL PD ALLE PRESE CON I PRIMI GROSSI PROBL E MI INT E RNI AL PART IT O Tra le spine di Renzi c’è anche una… Rosy Il sindaco vuole ministri della sua corrente, ma la Bindi preme per una poltrona PARLAMENTINO DELL’EX PCI ALLE 7 DEL MATTINO! di Igor Traboni atteo Renzi ancora non si è ripreso dalla ‘sbornia’ delle primarie che già inizia ad occupare il partito democratico, ben oltre la legittima vittoria, e tutto quello che ne consegue. Lo staff renziano, mediaticamente sempre più forte già poche ore dopo l’affermazione del sindaco di Firenze (vedi altro articolo in pagina) si è subito affrettato a diffondere la notizia secondo la quale ‘il capo’ avrebbe la maggioranza assoluta dell'Assemblea del Pd anche senza i 'franceschiniani'. Sempre secondo quanto viene riferito, infatti, i renziani 'doc' sarebbero 510, 75 i franceschiniani e 15 i lettiani. Insomma: il partito saldamente nelle mani del Fonzie alla fiorentina, che intanto (vedi box qui accanto) ha convocato la prima segreteria per le 7 del mattino di oggi. Prima di vedere i suoi, però, Renzi avrebbe già incontrato altri punti di riferimento del suo modo di fare e intendere la politica, ad iniziare dall’ambasciatore americano a Roma, come riferito da Velina rossa, l’agenzia di stampa solitamente bene informata delle cose che si muovo attorno al Pd e al suo mondo. ''Mi faccio le mie iniziative, poi vado avanti e indietro tra Firenze e Roma'' si è affrettato a spiegare Renzi che intanto ieri ha ripreso il suo tradizionale tour da sindaco del martedì mattina per le scuole fiorentine. “Fare il sindaco di Firenze è il mestiere più bello del mondo” aveva detto qualche tempo fa. Dal che se ne deduce che fare Riunione al canto del gallo e scoppia l’ironia del web M di Giorgio Musumeci è da scommettere che, con la vittoria di Matteo Renzi per la segreteria del Partito Democratico, gossip e ironia sul network non mancheranno. Vedi quanto è accaduto ieri mattina, quando il sindaco di Firenze fresco fresco di vittoria, incontrando i giornalisti dopo una visita alla scuola Bechi della sua città, ha voluto lanciare in pasto alla stampa la sua prima convocazione per la segreteria del Pd. Niente di anomalo, se non fosse che il neo segretario ha convocato il vertici del suo partito a via del Nazareno, udite udite, alle 7 del mattino. “Ci diamo questa linea –ha dichiarato a petto in fuori Renzi- dalle 7.30 alle 9 si faranno le segreterie”. Diramata la notizia, sui social è stato un susseguirsi di commenti: da quelli ironici a quelli più amari. C’è chi apre le danze citano la celebre frase di «Apocalypse Now» con tanto di video per C’ invece il segretario del Pd non deve essere altrettanto bello, anche se più gratificate come potere. Quel potere che Renzi ha già fatto intendere a Letta, nel mini-vertice a due dell’altro ieri: diversi ministri devono sloggiare dall’esecutivo, per far posto ai renziani. Per il segretario del Pd non sarà però facilissimo trovare la quadratura del cerchio, visto che altre anime del partito premono, so- prattutto se si riuscisse a fare a meno della componente alfaniana. Anime che non collimano con quella di Renzi e che per questo cercherebbero però il classico ‘ristoro’. Ad iniziare da Rosy Bindi: secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale d’Italia, il ruolo di presidente dell’Antimafia starebbe assai stretto alla donna di Siena, intenzionata a riprendersi quanto prima una poltrona da ministro. Renzi o non Renzi. rinfrescare la memoria. La sequenza - sotto la frase “Renzi convoca all’alba la prima segreteria del #Pd” - è quella in cui il colonnello Kilgore (Robert Duvall) ammette soddisfatto: “Mi piace l’odore del napalm al mattino” (@ClaudioBozza). @EdoardoBuffoni, invece, intuisce quale sarà il primo punto affrontato dalla segreteria: “#Renzi convoca la segreteria domani alle 7 del mattino. Al primo punto c’è da sciogliere un nodo politico: Ringo o Togo?”. Più rassegnato il commento di @D—Etrusca: “Renzi convoca segreteria alle 7 del mattino. Xchè mi sento ke ogni giorno ci sarà occasione x parlare di lui? Votiamo al + presto, vi prego!”. Più sarcastico, invece, il commento di @hagakure—jfp, che fa riferimento al leader di Forza Italia: “L’ironia su #renzi che ha fissato la riunione di Segreteria alle 7 del mattino. #Berlusconi, le poche che faceva, le teneva alle 2 di notte”. Se il buongiorno si vede dal mattino… L E R E A Z I O N I A L L A S E N T E N Z A A FAV O R E D I F R A N C E S C O S T O R A C E Capezzone:“Ma l’Unità se l’è cavata solo con una ramanzina dall’Ordine” di Robert Vignola a soddisfazione c’è, ma l’amarezza pure. E anche il giorno dopo la sentenza sul caso L’Unità-Storace fa ballare i sentimenti degli osservatori politici, ma non soltanto i loro, sul cornicione di quest’ambivalenza. Si può essere davvero soddisfatti davanti ad un epilogo, quando a precederlo c’è una storia come quella del 2005 e del processo che ne è scaturito? È vera giustizia? Sembra chiederselo Daniele Ca- L pezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera. “Apprendo dalla lettura dei giornali che dopo nove anni la testata giornalistica "L'Unità" sarebbe stata condannata per diffamazione, avendo diffuso nel 2005 una notizia totalmente inventata riguardante il padre di Francesco Storace, definito, assurdamente e incautamente, un torturatore di ebrei. A parte la falsità della notizia e il dato non poco significativo in base al quale all'epoca dei fatti riportati dal giornale il padre di Storace aveva solo 12 anni, mi chiedo chi potrà realmente risarcire Francesco Storace e la sua famiglia per l'infamia subita? E' davvero questo il livello raggiunto dal giornalismo italiano e da un Ordine che, nonostante la diffusione di una notizia lesiva della dignità di una persona e dei suoi familiari, si è limitato ad una sorta di "ramanzina"?”. Toni amari, ma comunque di sollievo, quelli che usa Mario Borghezio, europarlamentare della Lega. “Sia pure impiegandoci anni, la nostra giustizia civile ha, come doveroso, condannato il giornale l’Unità per la pesante diffamazione portata a termine per danneggiare un avversario politico temuto come l’on. Storace nella maniera peggiore e cioè qualificandone il padre come ‘torturatore di ebrei’. Pur non essendo favorevole alle norme che limitano la libertà di stampa, ri- tengo questa sentenza una vittoria proprio di un principio fondamentale ed altrettanto degno di tutela: il diritto di ogni cittadino a veder preservata la propria immagine”. L’ESPONENTE DI FORZA ITALIA SI SCAGLIA CONTRO IL CONDUTTORE REVOCATI I DOMICILIARI A MARCHIONNI E TALARICO. NIENTE DA FARE PER ERBETTA L’ira Brunetta:“Fazio e la Rai sono già ai piedi di Renzi” FonSai, obbligo di firma per Salvatore Ligresti Prove di regime renziano da Fazio, il direttore generale Gubitosi e quello della terza rete Vianello aspettano in diretta il nuovo padrone. Ne risponderà la Rai dinanzi all’Agcom e alla commissione di Vigilanza. Capiamo la cronaca, non che i capi di Viale Mazzini facciano i valletti d’onore al Nuovo Principe”. Sul suo profilo facebook, senza mezzi termini e giri di parole, Renato Brunetta critica fortemente il talk show Che tempo che fa e si scaglia contro Fabio Fazio, reo di precipitarsi in fretta e furia dove tira il vento, riuscendo sempre a restare a galla. L’ira funesta dell’esponente di Forza Italia si abbatte non solo contro quello che si è autodefinito come “il paladino dell’informazione libera” (solo quando si tratta di criticare persone vicine all’ambiente di “ centrodestra), ma anche sul dg Rai e il direttore di Rai 3. Brunetta non ha mandato giù la diretta di domenica scorsa sulle primarie del Pd guidata proprio da Fazio, che ha letteralmente ribaltato il suo programma “occupato da un singolo evento interno ad un partito, con inviati, relativi collegamenti audio – video ed ospiti ad hoc – tipici di un canale all news, piuttosto che di una trasmissione definita di infotainment”. Renzi si è già preso la Rai. Fazio è ai suoi piedi, i vari direttori anche. E adesso il nuovo segretario del Pd sta per trovare anche un’ambitissima poltrona a Mario Sechi. Dopo aver sedotto e abbandonato Mario Monti, l’ex direttore del Tempo è pronto a sbarcare al Gr Radio Rai. F.Co. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile S alvatore Ligresti, l’ex dominus della galassia FonSai, non è più agli arresti domiciliari. Il Tribunale di Torino, dove è in corso il processo che lo vede fra gli imputati per falso in bilancio e aggiotaggio, ha deciso che per l’Ingegnere sarà sufficiente solo ed esclusivamente l’obbligo di firma. L’immobiliarista siciliano era finito ai domiciliari lo scorso 17 luglio, quando erano scattate le manette anche per le figlie Jonella e Giulia. Il provvedimento riguarda anche Antonio Talarico e Fausto Marchionni, rispettivamente ex vicepresidente e ex amministratore delegato di FonSai. Il “vecchio” numero due del colosso assicurativo, già dalla prossima domenica, potrà finalmente tornare a partecipare alla Santa Messa. Un diritto più volte negato al professionista da parte del Gip Eleonora Montserrat Pappalettere, che per diversi mesi ha ignorato anche il codice di diritto canonico per una persona che, certamente, non rientra – e non rientrava - nella categoria dei “delinquenti abituali”. Le decisioni del Tribunale di Torino non riguardano invece l’altro ex amministratore delegato Emanuele Erbetta, che resta quindi agli arresti domiciliari. Finisce dunque l’incubo di Don Salvatore, che torna sì libero, ma non del tutto. Per 3 volte alla settimana avrà infatti l’obbligo di firma che, comunque, rappresenta una limitazione della libertà personale. F.Co. Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] 3 Mercoledì 11 dicembre 2013 Attualità DAT I ALLARMANTI SVELATI DA SAVE THE CHILDREN. IN ITALIA UN MILIONE DI ADOL E S CE NT I VIVE IN POVE RT À Il conto della crisi pagato dai bambini di Giorgio Musumeci pagare più di tutti il prezzo di una crisi economica che, come una tenaglia, stringe sempre più ai fianchi degli italiani, sono i più piccoli. Quando svelato dall’Atlante dell’infanzia a rischio di Save The Children, è sconcertante: nel nostro Paese, più di un milione di bambini vive nella povertà assoluta. Un dato che, dal 2007 al 2012, si è praticamente raddoppiato, passando da 500 mila a oltre un milione. Una condizione che dilaga su tutta la Penisola, da Nord a Sud. Nell’ultimo anno, infatti, il numero dei minori in povertà è cresciuto del 30% rispetto all’anno precedente, con un vero e proprio boom al Nord (con un incremento del 43% rispetto al 2011) e al Centro (¬¬più 41%). La crisi dei Comuni in bancarotta e la conseguente necessità di alzare il numero di imposte fiscali, porta le famiglie con bambini a carico a rinunciare persino alle necessità più immediate, quali le cure mediche. Già, perché dalla condizione economica della famiglia dipende la salute dei figli. Emblematico, in tal senso, l’esempio posto dall’organizzazione, che evidenzia come il pericolo denti storti riguarda quasi 2 milioni di bambini e ragazzi italiani, e un bambino su tre non può permettersi l’apparecchio. Si compra cibo al discount, pochi o nessun libro, scuola solo la mattina senza neanche un’ora in più A per attività di svago e socializzazione, e poi a casa, in uno spazio piccolo e soffocante, nient’altro da fare nel tempo libero. Analizzando nel particolare le casse delle famiglie italiane, una coppia con bambino fino a tre anni che risiede in un’area metropolitana del Nord, può spendere mensilmente una quota pari o inferiore a 1.252 euro, 880 euro se risiede, invece, in un piccolo comune del Sud. Naturale conseguenza di questo disagio è il taglio delle spese: negli ultimi cinque anni, infatti, si è registrato in media un taglio di 138 euro: tra il 2007 e il 2012 le famiglie con almeno un bambino hanno ridotto del 4,6% il proprio bilancio. La tendenza si aggrava se nel 2012 due famiglie su tre con figli - ovvero ben 4 milioni 400 mila nuclei familiari - hanno ridotto la qualità/quantità della spesa per almeno un ge- nere alimentare. Se, infatti, il budget per l’alimentazione nel complesso ha avuto una riduzione modesta a livello nazionale, di circa 3 euro, al Sud invece la spesa media alimentare è scesa del 5,8%. Le famiglie disagiate – ha spiegato l’ong - possono destinare in media 11 euro al mese ai libri e alla scuola (venti volte meno di quello che spendono le famiglie più ricche); 23 euro al mese è la cifra destinata al tempo libero, alla cultura e ai giochi, a fronte dei 360 euro delle famiglie più abbienti. Altra piega del disagio sociale riguarda le abitazioni: ben 1 milione e 344 mila tra bambini e ragazzi, il 12% della popolazione di riferimento, infatti, vive in situazioni di particolare disagio, sovraffollamento, in alloggi privi di alcuni servizi e con problemi strutturali, con un incremento del 25% rispetto al 2007. Questo anche perché l’Italia occupa le ultime posizioni della classifica europea in quanto a presenza di case popolari e alloggi sociali: se in paesi come la Svezia, l’Olanda e Belgio superano il 30%, da noi gli alloggi sociali (o appartenenti a cooperative) in affitto si fermano al 5,3% del costruito. Per Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, “un numero così grande e crescente di minori in situazione di estremo disagio, ci dice una cosa semplice: la febbre è troppo alta e persistente e i palliativi non bastano più, serve una cura forte e strutturata”. MILANO E’ allarme crescente anche nella capitale della moda di Francesca Ceccarelli N emmeno il nord Italia sembra risparmiarsi dai colpi più forti della cisi economica: così anche Milano si ritrova impoverita e piena di disoccupati. Sono persone che mangiano alle mense dei poveri, comprano cibo e verdure nei centri di ascolto e nelle parrocchie milanesi: usufruiscono di percorsi formativi e di reinserimento al lavoro per superare le difficoltà e rimettersi in gioco. Dunque, oltre ai “vecchi” poveri pur sempre in aumento,oggi arriva anche il ceto medio a bussare per la prima volta ai servizi della Caritas ambrosiana. I nuovi bisognosi sono insegnanti, dirigenti, impiegati, operai specializzati, tutti stremati dalla crisi. Settori imponenti come l’edilizia o l’alta tecnologia non sono più una sicurezza. Ci si ritrova senza lavoro e soli, vittime di una cultura individualista che allontana qualsiasi logica di mutuo soccorso. Diventa così sempre più difficile pagare la rata del mutuo, l’affitto, le bollette: impossibile mantenere il tenore di vita avuto finora, anche in una città dove il benessere non era mai mancato come Milano. Così molti, pur avendo casa, auto e telefonino, preferiscono risparmiare sul cibo, pur di arrivare a fine mese: negli ultimi cinque anni sono aumentate del 31,4% le richieste di pacchi viveri. Un dato su tutti? Nei 330 centri d’ascolto parrocchiali della Caritas vengono distribuiti 63mila pacchi viveri al mese. I L D I R E T T O R E D E L L’ A G E N Z I A D E L L E E N T R AT E S T R I G L I A I L G O V E R N O : “ I N I TA L I A C ’ È M O LTA S T R A D A D A F A R E ” “Evasione incompatibile con la democrazia” n occasione del suo saluto inviato al convegno “La legalità fiscale italiana: asimmetrie e convergenze con l’Europa”, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, non usa mezzi termini: “C’è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l’elusione e l’evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico”. E in tal I senso, nel nostro Paese “c’è ancora molta strada da fare”. Già, perché secondo un calcolo della Corte dei Conti, le cifre che “i furbetti delle tasse” sottraggono alle casse dello Stato, sono esorbitanti: 130 miliardi di euro all’anno. Cifre che, per intenderci, spazzerebbero via in un attimo qualunque problema relativo ad Imu, ammortizzatori sociali e sostegni alle imprese. Di fatto, però, questo enorme flusso di denaro resta ad oggi sommerso. Secondo Befera, le conseguenze di una così consistente evasione "si manifestano sia direttamente, sul versante delle entrate erariali, oltre che falsando la normale e corretta concorrenza tra le imprese, sia indirettamente, sul versante delle prestazioni sociali". Il capo dell’Agenzia delle Entrate punta l’attenzione anche sulla mancata dichiarazione dei redditi conseguiti, che genera “un accesso indebito a quelle prestazioni sociali a cui, in gran parte, si accede sulla base della dichiarazione Isee, generando iniquità e perpetuando aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico”. Proprio la diseguaglianza reddituale, che si sta sempre più accentuandosi, è, secondo Befera, “la vera patologia della nostra epoca” dal momento che “minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale”. “Nella nuova fase di competizione globale e dovendo fare i conti con l’attuale fase recessiva -ha concluso Befera- nessuna economia può sopportare livelli di evasione come quelli registrati in Italia”. Intanto, mentre da un lato i contribuenti si preparano ad essere, ancora una volta, martoriati dalle nuove imposte, dall’altro, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, mette le mani avanti e dichiara che “bisogna evitare di trasformare il sistema fiscale in un ostacolo per la crescita dell’economia nazionale”. Sulla lotta all’evasione fiscale poi, piuttosto che spiegare quali azioni abbia messo in atto il Governo di cui fa parte per frenare il fenomeno, la butta sull’internazionale, spiegando che “ci vorrebbero risposte coordinate tra tutti gli Stati Ue, e che bisognerebbe incentivare il cittadino ad utilizzare la moneta elettronica”. Dunque, un modo come l’altro per dire che di carne al fuoco non ce n’è. Se poi il Governo Letta è lo stesso che, anziché pretendere dai colossi del gioco d’azzardo l’intera somma sottratta al fisco, li tutela con un maxi condono, il gioco è ben G.M. presto spiegato. I N U M E R I F O R N I T I D A L L’ I N P S N O N L A S C I A N O S P E R A R E N E L L’ I N V E R S I O N E D I T E N D E N Z A Nuova impennata record della cassa integrazione ei primi dieci mesi del 2013 sono state presentate 1.726.898 domande di cassa integrazione, con un aumento del 31,2% rispetto alle domande presentate nel corrispondente periodo del 2012, che erano state 1.316.515. I dati vengono resi noti dall’Inps. Nel mese di novembre 2013 sono state autorizzate 110,0 milioni di ore di cassa integrazione, tra interventi ordinari, straordinari e in deroga. Lo comunica l''Inps. Rispetto a novembre 2012, quando le N ore autorizzate erano state 108,3 milioni, si registra una aumento del +1,7%, imputabile agli aumenti degli interventi di cassa integrazione straordinaria e in deroga, mentre la cassa integrazione ordinaria fa segnare una consistente diminuzione. Nel dettaglio, infatti, si registra un calo delle ore autorizzate per la cassa integrazione ordinaria (Cigo), che a novembre 2013 sono state 26,7 milioni, mentre quelle autorizzate a novembre 2012 erano state 33,0 milioni, con una diminuzione tenden- ziale del -19,1%. In particolare, la variazione e'' stata pari a -25,5% nel settore Industria, mentre al contrario nel settore Edilizia vi e'' stata una crescita del +14,5%. Il numero delle ore di cassa integrazione straordinaria (Cigs) e'' stato a novembre 2013 superiore a quello dello stesso mese dello scorso anno: 53,0 milioni, con un aumento del +14,8% rispetto a novembre 2012, quando le ore autorizzate erano state 46,1 milioni. Anche gli interventi in deroga (Cigd), pari a 30,4 milioni di ore a novembre 2013, fanno segnare un andamento crescente (+ 4,4%) se raffrontati con quelli del mese di novembre 2012, nel quale furono autorizzate 29,1 milioni di ore. Complessivamente, nel periodo gennaio-novembre 2013, per tutte le diverse forme di cassa integrazione (Cigo, Cigs, Cigd), sono state autorizzate 989,9 milioni di ore, con una diminuzione dell''1,41% rispetto allo stesso periodo dell''anno precedente (1.004,1 milioni di ore). Ag. Dire 4 Mercoledì 11 dicembre 2013 Storia Le parole di Niccolai disegnano un ritratto perfetto del rivoluzionario, la sua “bontà, povertà, passione” Il sogno nazionale e popolare di Bombacci /5 “La nobiltà dell'uomo sta nel pensiero. Si può cambiare idea, guai se ciò non fosse. Solo i paracarri stanno fermi” di Emma Moriconi er 50 anni (19001945) Bombacci si batterà, sia pure a modo suo, per questa miseria e per questa fame, tirando le fila umane della lotta rivoluzionaria. E la follia aberrante del bolscevismo lo cancellerà come fenomeno umano per sostituirlo, con i risultati fallimentari che si vedono, con i freddi ragionatori della teoria che non si arresteranno nemmeno dinanzi ai crimini. Nella vita di Nicola Bombacci non troverete crimini. Dalla sua vita: bontà, povertà, passione. Per una rivoluzione nostra, tutta italiana”. È ancora Beppe Niccolai a parlare di Nicolino Bombacci. Abbiamo citato spesso Niccolai in questo speciale dedicato a un personaggio così intenso e potente perché le sue parole ne tratteggiano un ritratto estremamente vero e appassionato. Vivo. È Niccolai che parla del “sogno nazionale e popolare di Nicolino Bombacci”. È ancora Niccolai a parlare di “carica umana virile, disperata, carica di sentimento”. Ed è ancora lui a dire che “Bombacci fu, nel 1927, espulso dal partito perché su di lui pesava il discorso pronunciato alla Camera il 30 novembre del ’23, quando Mussolini annunciando che l’Italia - la prima nazione del mondo - si accingeva a riconoscere lo Stato sovietico uscito dalla rivoluzione di Ottobre. Bombacci continua Niccolai - nella replica disse che «quello era l’incontro fra due Rivoluzioni». Quasi inneggiando alla lotta di classe internazionale delle Nazioni pro- “P Beppe Niccolai con Annamaria Bombacci letarie contro quelle plutocratiche; il sangue contro l’oro. Pesava su Nicolino Bombacci - insiste Niccolai - l’aver tentato a Fiume negli anni ’20, dinanzi all’ incapacità rivoluzionaria del partito della classe operaia, un collegamento con le forze dannunziane, secondo l’auspicio dello stesso Lenin e dello stesso Gramsci”. L’analisi del personaggio è perfetta, (foto archivio Alessandro Amorese) esatta, soprattutto quando incalza: “Un convertito? Un opportunista, dunque? La conversione, le conversioni sono possibili. La nobiltà dell’uomo sta nel pensiero. Si può cambiare idea, guai se ciò non fosse. Solo i paracarri stanno fermi. Ma è importante, direi decisivo, domandarsi, davanti a chi si converte, a chi cambia campo, in quale contesto politico e storico quel «cambiare» avviene. Quali conver- sioni sono sospette? Le conversioni in senso vantaggioso. Quelle, per fare l’esempio definitivo, che vanno verso chi ha vinto. Incontro al vincitore. Portando loro magari le proprie donne, come è avvenuto nel 1945. Bombacci non è fra questi. Quando va, con Mussolini, a vivere la disperata esperienza della Rsi, sceglie volontariamente la via del sacrificio senza speranza, la via della sconfitta, la via dell’impopolarità. Si schiera con chi, in quel momento, è perdente. E finirà a piazzale Loreto, insieme a Lui, all’amico d’infanzia, dal quale la cultura delle rivoluzioni lo aveva diviso su due diversi disegni di rinnovamento della società italiana, per ritrovarlo di nuovo nell’unico esperimento rivoluzionario parzialmente attuato in Italia con l’ordinamento corporativo del Ventennio e con la socializzazione … per cadere infine (insieme) sul lago di Como, sotto i colpi del riformismo democratico a cui si prestarono, come braccio secolare, i comunisti, illusi di servire una rivoluzione che da parte loro non si è fatta, e non si farà più”. Ma Niccolai fa anche un’analisi precisa della storia, in controtendenza rispetto ai libri (che, si sa, sono scritti dai vincitori). Citare Niccolai per raccontare Bombacci è una scelta che affonda le sue radici nella volontà di rendere un servizio al lettore, affinché sia possibile approfondire le vicende di quegli anni ascoltando una voce vera e nobile. Dice dunque Niccolai, citando anche Giano Accame: “Può piacere, può dispiacere, può fare anche male, ma i fatti ci dicono che l’unica Rivoluzione d’Italia è quella che va dal Risorgimento al Fascismo o, per dare meglio il senso d’incompiutezza (come scrive lo storico saggista Giano Accame) e di dramma dalla Repubblica romana di Mazzini, Garibaldi, Mameli, Pisacane, schiacciata da un esercito francese, alla Rsi di Mussolini, Gentile, Marinetti Pound, Bombacci schiacciata dalla Vª Armata Americana”. (… continua…) [email protected] 5 Mercoledì 11 dicembre 2013 Esteri A Johannesburg lo storico incontro Obama-Castro, ma anche la lontananza della gente comune Per Mandela una parata di potenti di Giuliano Castellino a ieri le tv di tutto il mondo stanno trasmettendo l’estremo saluto all’ex presidente del Sudafrica Nelson Mandela. Più che un funerale, uno show. Tutto è iniziato con i cancelli dello stadio dove si disputò la finale del mondiale del 2010, aperti alle 6 ora locale. Poi, una vera e propria parata di star, attori, vip, personaggi famosi, cantanti e politici. Un G8 allargato. Erano presenti le persone più potenti del mondo, dai presidenti di Stato ai membri del Gruppo Bilderberg, fino agli “illuminati” più illustri. C’erano il presidente afghano Hamid Karzai, quello palestinese Abu Mazen e quello del Venezuela Nicola Maduro. Il governo sudafricano ha pubblicato una lista ufficiale di 91 capi di stato o di governo. Tra i più importanti la leader brasiliana Dilma Rousseff, il francese Francois Hollande e il britannico David Cameron. Folla in delirio per Charlize Theron, giunta anche lei allo stadio Fnb per rendere omaggio al premio Nobel per la Pace. Insomma, una grande parata mondiale. Perché poi la salma del “grande vecchio”, come viene chiamato dai suoi, verrà esposta per tre giorni a Pretoria da oggi e i veri e solenni funerali di Nelson Mandela si svolgeranno il 15 dicembre a Qunu, il suo villaggio, nella provincia di East Cape. Tra canti, balli e danze, nello stadio di Johannesburg tutto il mondo si è fermato, soprattutto quando, incrociandosi, Obama e Raul Castro si sono stretti la D il presidente americano Barack Obama stringe la mano al cubano Raul Castro mano. Un boato ha seguito questo gesto, ripreso in diretta dal maxischermo dello stadio. Un gesto di disgelo senza precedenti tra il capo della Casa Bianca e il leader cubano. Non solo: dopo lo storico gesto, di nuovo inquadrato,il presidente Usa è stato salutato dalla folla con una vera e propria ovazione. Obama e la first lady Michelle, seduta accanto a lui, hanno risposto salutando e ringraziando il popolo sudafricano. Subito dopo le urla di gioia hanno lasciato il posto ai fischi per l’inquadratura successiva, quando sul maxischermo è comparso il presidente Jacob Zuma. È però giusto commentare, per onor di verità e di cronaca, che a cerimonia iniziata da più di un’ora, le tribune e le curve inferiori dello stadio erano praticamente vuote. La folla oceanica che tutti si aspettavano non c’è stata. Segno che forse la figura di Mandela è stata enfatizzata più nel mondo che nel Sud Africa. Per carità, gli U2 gli hanno dedicato una canzone e presto anche un concerto in sua memoria, Obama lo ha definito un “gigante della storia”, arrivando “a ringraziare il popolo sudafricano” per aver “condiviso Mandela con noi”. Ma i vuoti allo stadio di ieri sono di quelli che lasciano il segno. Presente al “grande circo” anche Enrico Letta: “Nelson Mandela, un uomo che ha lottato e unito, è un grande esempio per la nostra politica e quella europea. La filosofia di Madiba rappresenta una lezione per l’Europa, perché venendo qui si capisce che o l’Europa si unisce o l’Europa non conta niente. Nelson Mandela è stato un riferimento per tutta l’umanità. Per me è un dovere essere qui” ha detto il premier italiano. Dopo le preghiere confessionali allo stadio di Johannesburg si è alzato il grido di “Viva Madiba”. E la folla ha cantato in coro “ringraziamo il nostro leader Mandela”, tra balli e ovazioni. “Mi dispiace che stia piovendo, ma a Mandela sarebbe piaciuto così, nella tradizione africana”, ha invece detto il vicepresidente dell’Anc, Cyril Ramaphosa, inaugurando la cerimonia di commemorazione. Tutti i discorsi sono stati tradotti nella lingua dei segni. Insomma: la parata sembra essere andata in scena, tutti i dettagli sono stati curati alla perfezione. Un’altra icona è stata consegnata ai sostenitori del “nuovo ordine mondiale”, un altro “eroe e martire” è stato consacrato al mondo globalizzato. Tante sono le domande “politicamente scorrette” che ci verrebbero da fare… Ma una è quella che proprio sorge spontanea: ma se Mandela era nemico del mondialismo, un vero pacifista, una bandiera per i no-global, un anti-razzista, un avversario feroce degli sfruttatori, perché al suo funerale c’erano tutti i mondialisti, gli imperialisti, i guerrafondai, i globalisti, i razzisti, gli sfruttatori? È forse un caso che Mandela è sempre stato sostenuto da Londra, anche quando ordinava di piazzare bombe e seminava morte e terrore per il Sud Africa? Un ‘dettaglio’ che troppo spesso media e storici omettono quando parlano della detenzione di Mandela e del perché era detenuto. 6 Mercoledì 11 dicembre 2013 Da Roma e dal Lazio ASSEMBLEE SINDACALI CONTRO IL CAMPIDOGLIO MENTRE ERA IN VIGORE IL PROVVEDIMENTO ANTI-SMOG Targhe alterne, i vigili non vigilano: traffico in tilt Già proclamato lo sciopero del 29 gennaio. Ma i sindacati promettono battaglia anche per fine anno: a rischio la sorveglianza nella notte di San Silvestro arghe alterne alla carlona: questa la prelibata pietanza che lo chef Marino ha servito ieri sulla tavola imbandita dei romani. Il contorno? Rallentamenti e code su via Salaria, via Flaminia, via Cassia, via Tuscolana, via Pontina, via Laurentina, via Aurelia, via Casilina, sulla tangenziale Est e in zona San Giovanni. Praticamente ovunque. Il tutto annaffiato con l’amaro: quello che hanno potuto assaporare soprattutto i romani che quel divieto lo hanno rispettato: giacché a controllare l’ultima cifra della targa delle auto in circolazione ieri non c’era praticamente nessuno… E oggi si replica, con le stesse modalità. La misura anti-inquinamento voluta dal Campidoglio insomma non ha certamente contribuito a rilanciare l’immagine ormai offuscata del sindaco chirurgo: anzi, ha prestato il fianco alle rivendicazioni di una categoria, quella dei vigili urbani, che mai come in questi mesi è stata in rotta di collisione con il Comune. Troppo facile, quindi, per i pizzardoni, affondare il dito nella T piaga. E laddove il ciclista pretendeva due giornate con metà delle auto in circolazione per le tante strade della Capitale, loro si sono limitati a partecipare alle assemblee sindacali già indette. Risultato: nessuno presidiava incroci e varchi… Oggi lo schema si ripete e tutto lascia pensare che il caos sulle consolari sarà lo stesso, se non peggiore. Ma occhio al calendario, perché il 2013 potrebbe fornire altre sorprese. Lo si intuisce sgranando le dichiarazioni dei sindacalisti. Francesco Croce, della Uil, non ha esitato a… imbracciare il forcone. “Abbiamo fermato Roma, dalle 7 alle 9 gli agenti sono tutti stati in assemblea. L'adesione è stata pressoché totale in ogni gruppo. Il senso di sconcerto e di abbandono che i lavoratori manifestano nei confronti dell'amministrazione è molto forte”. Tanto che lo sciopero è dietro l’angolo, non appena sarà con- VITERBO Poca trasparenza sulle assunzioni Il capogruppo Storace interroga il Presidente della Regione Lazio I l capogruppo de La Destra verso Alleanza Nazionale, Francesco Storace, ha presentato una interrogazione al presidente delle Regione Lazio, Nicola Zingaretti per chiedere chiarimenti sulle assunzioni presso la società a capitale misto pubblico e privato SATE che si occupa della raccolta differenziata porta a porta, e sull'incendio che ha coinvolto la catena commerciale “Maury’s” di Civita Castellana. Nei giorni scorsi - si legge nell'interrogazione - il consigliere comunale Luciano Soldateschi, definito come “L’uomo dei curriculum” in riferimento alle assunzioni presso la catena commerciale “Maury’s" è stato intervistato per spiegare il suo punto di vista in merito alla cosiddetta “parentopoli viterbese”. Nell'intervista Luciano Soldateschi ha tirato pesantemente in ballo l’Amministrazione di Civita Castellana in merito alla recente assunzione di una ventina di persone da parte della società SATE( società mista, metà pubblica e metà privata) per la raccolta differenziata porta a porta, gettando ombre sulla trasparenza e sui criteri adottati per tali assunzioni. Il Soldateschi ha dichiarato “di sicuro io in giro non ho visto né manifesti né bandi. Ma comunque non mi scandalizzo. Le cose sono sempre andate così". Dopo le polemiche politicoamministrative dei giorni scorsi sulla “parentopoli viterbese”- continua l'interrogazione - nella notte tra l’8 e il 9 dicembre intorno all’una e mezza presso il supermercato “Maury’s”, è scoppiato un vastissimo incendio che ha distrutto gran parte della struttura commerciale inaugurata solo alcuni giorni fa. I carabinieri, che nella notte di lunedì hanno fatto scattare l’allarme, evitando che le fiamme coinvolgessero un vicino distributore di benzina, stanno indagando. E' stata aperta anche un’inchiesta da parte della Procura di Viterbo, ma al momento resta ignota la causa che ha portato all’incendio del centro commerciale. Il capogruppo de La Destra verso AN, Francesco Storace, nella sua interrogazione chiede al presidente Zingaretti se intende intervenire presso il comune di Civita Castellana per verificare la legittimità dell’iter che ha portato alle assunzioni dei dipendenti della società mista SATE con capitale per metà pubblico; e per chiedere ulteriori chiarimenti sulla vicenda delle assunzioni presso la catena commerciale “Maury’s” alla luce degli ultimi eventi che si sono verificati nella notte dell’8 dicembre scorso". Tra l’altro, si rammenta che in una precedente interrogazione del 19 novembre 2013, il capogruppo Storace aveva già sottoposto la questione al Presidente Zingaretti, circa le assunzioni poco chiare del Supermercato “Maury’s” in quanto quest’ultime paventavano un legame parentale o in altro modo collegabili agli amministratori locali di Civita Castellana, ora è la volta della SATE, tale metodologia sembra essere una consuetudine nella provincia viterbese. Chantal Capasso sentito, cioè dopo le feste natalizie. Ieri l'incontro in Prefettura tra Campidoglio, vertici della polizia municipale e i dirigenti dell'Ospol-Csa si è risolto con una fumata nera, tanto che la data del primo storico sciopero dei pizzardoni è stata fissata. L'organizzazione sindacale ha infatti indetto per il 29 gennaio uno sciopero di 24 ore di tutti i vigili urbani contro l'"immobilismo" dell'amministrazione comunale che non soddisfa le sue ri- chieste su 18 punti che sono l'oggetto della proclamazione dello stato di agitazione. Tra questi, organico, medicina preventiva, vestiario, previdenza integrativa. Ma anche le prossime festività sono a rischio. A spiegarlo è Marco D’Emilia, della Cgil. “Abbiamo appreso dai giornali che per il periodo di Natale ci saranno 400 vigili in più al giorno: ma dove li prendono? Per non parlare del 31 dicembre: ad oggi ancora non sap- È UNA 25ENNE RUMENA SENZA PATENTE. RESTA ANCORA MOLTO DA CHIARIRE Incidente al Prenestino, confessa “il pirata” I l “pirata” che lo scorso sabato pomeriggio ha investito cinque persone ad una fermata Atac nel Prenestino, adesso ha un volto e un nome. È una 25enne rumena, che dopo essere stata rintracciata e condotta in commissariato, ha confessato di aver commesso il fatto e di non avere la patente. In questa vicenda, tuttavia, nonostante sia stato identificato il responsabile, restano molte zone d’ombra. Il primo mistero riguarda proprio il ventenne figlio del proprietario dell’auto incidentata, una potente Audi “TT”. Il ragazzo, infatti, un’ora e mezza dopo l’incidente al Prenestino, si è rivolto ai Carabinieri per denunciare il furto della sua auto. Sta di fatto, però, che il ragazzo e la rumena arrestata intrattenevano una storia da qualche settimana. A confermare la relazione è stata la stessa straniera, che durante l’interrogatorio con gli agenti della municipale ha anche dichiarato di essere sola al momento dello schianto: “La macchina me l’ha prestata il mio ragazzo: mi ha dato le chiavi e ho voluto fare un giro. Dopo il botto, sono scappata per la paura”. La tesi che la straniera fosse sola al momento dell’incidente, troverebbe la conferma degli inquirenti. Ciò nonostante, per gli uomini del reparto operativo del Gruppo Sicurezza Urbana della Municipale resta da chiarire il ruolo del ragazzo in tutta la vicenda. Ad esempio, perché mai il giovane, figlio di un professionista di Sacrofano, avrebbe prestato un’auto così costosa a una persona conosciuta da poco e si sarebbe deciso in quattro e quattr’otto a coprirla denunciando un furto mai avvenuto? Un’infatuazione potrebbe spiegare il gesto, ma le incongruenze restano. È credibile, si chiedono gli uomini della Municipale, che una persona se ne resti tranquilla a Bagni di Tivoli -dove vive la rumena, a una dozzina di chilometri dal Prenestinomentre la ragazza se ne va a spasso chissà dove con il bolide del padre di lui? Un’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti è che il giovane, al momento dell’incidente, si trovava in un’auto che seguiva la “TT”, e che, in preda al panico, abbia avuto l’idea di rientrare a Bagni di Tivoli inscenando poi un furto. Intanto è stata bloccata nella notte dagli agenti della polizia municipale del gruppo sociale sicurezza urbana, guidato da Maurizio Maggi, anche la seconda ragazza che si trovava a bordo dell'auto. A quanto si apprende anche questa ragazza, italiana, è stata denunciata per favoreggiamento e omissione di soccorso. Resta, quindi, il giallo dell’ultimo dei passeggeri sull’Audi, un uomo dai capelli lunghi, che non è ancora stato rintracciato ma che avrebbe ormai le ore contate. Al momento, l’unica certezza è che il giovane compagno della rumena è stato denunciato per simulazione di reato, mentre la ragazza è accusata di lesioni, omissione di soccorso e guida senza patente. Il magistrato, dopo averla fatta sentire dalla Municipale, ha deciso di metterla ai domiciliari. Giorgio Musumeci piamo nulla di come intende organizzarsi l'amministrazione. Come si affronterà il problema? Gli altri anni erano impegnati 700-800 vigili. Non è possibile che all'ultimo momento i vigili vengano spostati da un posto a un altro per carenze di risorse umane ed economiche. L'amministrazione non può sottrarsi al confronto”. L’intento che sta conquistando sempre più cuori tra i caschi bianchi lo spiega ancora Croce. “La nostra protesta andrà avanti applicando in maniera pedissequa tutte le norme: se il sindaco continuerà ad ignorarci dovremo intensificare le nostre iniziative. Ad esempio i vigili non prenderanno più servizio direttamente ai semafori ma andranno prima nelle sedi dei gruppi, nel rispetto della norma. Oppure le auto non verranno utilizzate se non in condizioni di efficienza meccanica o igienica dell'abitacolo. Fino ad arrivare a vedere in strada i vigili senza divisa ma solo con addosso la casacca rifrangente e paletta”. Il che sarebbe il meno… Robert Vignola SAN FELICE CIRCEO Anziana morta in casa: uccisa per rapina? n giallo, dietro al quale può nascondersi un atroce delitto. Una donna di 81 anni, Anna Vastola, è stata trovata senza vita ieri mattina nella sua abitazione di San Felice Circeo. Sul suo corpo sono stati riscontrati segni di violenza. A lanciare l’allarme un vicino, che non vedendo l’81enne, che viveva sola nella zona di borgo Montenero, ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono giunti i carabinieri che si sono trovati davanti la scena di un probabile furto, degenerato prima in rapina e poi in omicidio. Dai primi rilievi, è stato individuato il varco che sconosciuti avrebbero aperto nella rete per entrare nella proprietà della donna. Ad ucciderla sarebbero stati alcuni colpi inferti alla testa. Anna Vastola viveva in una modesta casa alla strada d’ingresso del cimitero di borgo Montenero, a San Felice Circeo. L’anziana, in passato, si guadagnava da vivere vendendo la verdura. Gustavo Lidis U 7 Mercoledì 11 dicembre 2013 ANCORA MANIFESTAZIONI E PRESIDI DAL NORD AL SUD I Forconi alzano il tiro: si rischia la paralisi totale Disagi al traffico e attività commerciali chiuse. A Imperia un dimostrante è stato investito da un’auto mentre al Pirellone hanno sfilato i trattori a paralisi totale. La protesta dei forconi alza il tiro. Oltre ai blocchi arrivano anche le minace ai commercianti che non chiudono le loro attività. Se la mobilitazione continua, dunque, il paese potrebbe subire il brocco totale. A mobilitarsi infatti, creando forti disagi al traffico in alcune città, sono stati agricoltori, allevatori e pastori, a cui si sono aggiunti autotrasportatori e disoccupati, pensionati e precari e, più in generale, tutti coloro che si dichiarano delusi dalla situazione economica e sociale. Continuano così a fiorire, dal nord al sud, cortei e scioperi a catena. Ancora caos il Piemonte – A Torino, teatro lunedì di tensioni e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, le proteste hanno continuato a creare disagi rallentando le corse dei mezzi pubblici. Per il lancio di una bomba carta nel pomeriggio nei pressi della stazione Porta Nuova, è stato fermato un uomo. Otto invece le persone denunciate dalla Questura di Torno: quattro manifestanti per interruzione di pubblico servizio e altri quattro per violenza privata. Sedicenti manifestanti hanno istituito forme di picchettaggio davanti ai supermercati torinesi e della prima cintura, impedendo ai clienti di entrare. Al Pam e all’Esselunga di Corso Traiano sono intervenuti i Carabinieri, ma si sono registrati problemi anche al centro commerciale Le Gru di Grugliasco (Torino). Mentre altri grandi supermercati alle porte di Torino hanno scelto di chiudere. Manifestazioni anche in provincia di Torino, comprese Val Susa e Pinerolese. Non sono mancati i disagi al trasporto Disordini in Liguria – Un uomo di 46 anni, che stava manifestando sul lungomare di Imperia, è finito in ospedale L dopo essere stato investito da un auto che ha forzato il blocco dei dimostranti. Nello schianto, avvenuto intorno alle 16, il manifestante è caduto e ha battuto la testa, riportando un leggero trauma cranico. Sempre a Imperia un gruppo di giovani che sfilavano in corteo, hanno intimato ai negozianti di abbassare le saracinesche. Disordini anche a Savona, dove i dimostranti si sono ritrovati davanti alla Prefettura, e hanno raggiunto il centro lanciando petardi e fumogeni. Disagi anche alla circolazione ferroviaria. Trattori al Pirellone - Disagi anche in centro a Milano. I manifestanti si sono radunati prima al Luna Park dell’Idroscalo, per poi convogliare verso il Palazzo della Regione in piazza Duca D’Aosta. Per le strade di Milano hanno sfilato in segno di protesta 300 trattori guidati da produttori di latte vicini ai Cobas. I manifestanti di Copagri provenienti da tutta la Lombardia hanno realizzato un presidio per chiedere provvedimenti in sostegno dei settori suinicolo e lattiero caseario. Da un furgone hanno scaricato nello spiazzo davanti a Palazzo Lombardia, un mucchio di pallet di legno. Hanno intenzione di bruciare i pallet per scaldarsi. Traffico in tilt in piazzale Loreto, snodo cruciale per la viabilità. La manifestazione è terminata alle 19 e la situazione, pian piano, è tornata alla normalità. Presidi nelle Isole – Ancora presidi pacifici in Sicilia. A Giardini Naxos (Me) un uomo, in coda in un distributore di benzina per lo sciopero dei Forconi, ha colpito con una chiave da meccanico, al culmine di una lite un altro automobilista. È stato arrestato. Niente blocchi né presidi ma una protesta pacifica davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate a Cagliari. Nelle atre regioni - Ancora disagi in alcune autostrade in Veneto e in Emilia, dove continua il presidio a Parma. In Friuli Venezia Giulia un migliaio di persone ha bloccato per un paio d’ore la circolazione stradale a Monfalcone (Gorizia). Presidio continuo invece ad Ancona, davanti al Teatro delle Muse dove un gruppetto di manifestanti ha esposto cartelli e striscioni contro “Stato” e “tasse”. Irruzioni di manifestanti in centri commerciali del barese, bloccate per alcune ore a Barletta la zona industriale e la litoranea di Levante. I commercianti sono stati costretti a chiudere i negozi, così come ad Andria, dove si sarebbero mescolati ultrà della locale squadra di calcio: indagano le forze dell’ordine. Barbara Fruch IL BILANCIO DEL 9 DICEMBRE NELLA CAPITALE La cronaca della protesta a Roma ulla situazione a Roma si registra la presa di posizione del Movimento sociale Europeo. “Il 9 dicembre il Movimento Sociale Europeo ha aderito alla protesta nazionale, scendendo in strada per attaccare i simboli della disinformazione mediatica, dello strapotere bancario e del malaffare politico. Perché il 9 dicembre non era la giornata dei "Forconi", ma dell'Italia che si ribellava. E così abbiamo deciso di mobilitarci. La risposta repressiva del sistema colpito al cuore non si è fatto attendere e 12 uomini del Movimento Sociale Europeo sono stati fermati, denunciati e tenuti in questura per oltre 5 ore, nonostante il blocco imposto a via Cristoforo Colombo nei pressi della Regione Lazio fosse già stato tolto. Una sola colpa: aver manifestato il proprio dissenso contro un sistema politico ed economico che sta trascinando nella sua irreversibile l’intero popolo italiano. La forza dell’azione re- S pressiva di risposta ci dimostra che eravamo nel giusto quando abbiamo attaccato i simboli della disinformazione mediatica, dello strapotere bancario e del malaffare politico. Ci dimostra che il sistema comincia a sentire i primi scricchiolii e la sua potenza venire meno. Con queste certezze, la nostra quotidiana lotta al sistema continuerà fino alla vittoria!”. “Mentre a Roma il movimento dei Forconi agitava l’arnese per poi scendere in piazza autorizzato, scortato ed in poche decine, la protesta è stata attuata, per tutta la giornata e a macchia di leopardo dal Movimento Sociale Europeo. Ci teniamo a non essere confusi con altre organizzazioni ed altre mobilitazioni per una questione di merito e di metodo. Non ci piace chi agita il forcone e poi marcia con l’autorizzazione, chi proclama oceaniche manifestazioni e poi si presenta in poche decine di persone. Abbiamo sempre diffidato da queste iniziative senza sigle e senza bandiere. Preferiamo metterci la faccia, il nome, le bandiere, il simbolo e le conseguenze che ciò ne porta (arresti e denunce comprese)”. “Anche perché mentre i “guerrilleros forchettari” marciavano con la polizia senza casco i nostri militanti, 12 per la precisione, venivano fermati, portati al Commissariato Colombo di Roma e trattenuti fino a tarda sera”. Dal Commissariato Colombo dove era ancora in stato di fermo Giuliano Castellino ha dichiarato: “La repressione non ferma la lotta. Sappiamo di aver 'colpito' bene: La Repubblica, Banca d'Italia, Equitalia, i palazzi della politica sono i nemici del popolo. È inutile che il sistema usa la repressione, la lotta per la libertà, la sovranità e la giustizia sociale è appena iniziata. Contro il sistema oggi abbiamo bloccato Roma, ma se ci tolgono il futuro, come abbiamo cantato oggi per le vie della capitale, bloccheremo ancora tutta la città”. B.S. Dall’Italia A SINISTRA DANNO FASTIDIO. E GRILLO… Avviso ai naviganti: chi cerca di cavalcarli può restare infilzato rotesta, rivoluzione o reazione? Di destra o di sinistra? Sicuramente è un fenomeno che è partito senza simboli e ciò ne ha consentito infiltrazioni. Come quella di No Tav e elementi dei centri sociali, che hanno approfittato del 9 dicembre per seminare violenza gratuita a Torino. Ma proprio il capoluogo piemontese ieri ha fatto da cartina tornasole al reale sentimento che alberga a sinistra nei confronti di Forconi e affini. È accaduto sotto il palazzo del consiglio regionale in via Lascaris. Operai, sindacalisti Fiom e studenti della mensa occupata stavano partecipando a una manifestazione già organizzata, quando sono arrivati anche i Forconi. Mentre questi ultimi sventolavano tricolori, dai primi si è intonato “Bella ciao”: sulle prime i poco organizzati dimostranti della mobilitazione iniziata lunedì hanno assistito, poi si sono accorti che quel canto era rivolto “contro” di loro, giacché le prime file di Fiom e studenti si mostrava il pugno alzato nella loro direzione, con altri gesti meno carini. A quel punto, la cantilena dei sinistri è stata sommersa dal grido “Vergogna, vergogna” dei Forconi, prevalentemente piccoli commercianti, mercatali e artigiani, e la presenza di un cordone di polizia a dividere i due blocchi si è rivelata provvidenziale. L’imbarazzo, quando non l’aperto P fastidio, nei confronti delle proteste di questi giorni serpeggia anche tra i sostenitori della sinistra attraverso i social network. I più diligenti nei confronti delle parole d’ordine di sempre del cosiddetto schieramento “progressista” non mancano di dileggiare chi in queste ore sta inscenando blocchi e contestazioni in giro per l’Italia, bollando li spesso e volentieri come “fascisti” e facendo opera di picchettaggio virtuale al contrario nei confronti di chi cerca informazioni per scendere in piazza. Certamente chi sta cercando di cavalcare la tigre delle manifestazioni in atto è Beppe Grillo. Ma, ostinatamente, i coordinatori di queste azioni di protesta ignorano ogni simile tentativo: e in piazza non si vedono bandiere a cinque stelle, ma solo con il tricolore. Tra loro ci sono tutti, ma proprio tutti. Di politico per la verità, nei Forconi, c’è solo il nemico, ed è il Governo. E la sensazione nettissima è che chi cercherà di cavalcarli resterà, com’è normale che sia, infilzato… Robert Vignola 8 Mercoledì 11 dicembre 2013 Palermo - L’operazione della Mobile Non paga il pizzo: preso a martellate Il commerciante denuncia gli aggressori: in manette otto affiliati al clan Noce i è rifiutato di pagare il pizzo, minacciando anche di denunciare tutto alla polizia. Ma la rappresaglia di Cosa Nostra non ha tardato ad arrivare. Poi il 2 novembre, dopo un battibecco con un minore che gli aveva dato dello sbirro, è scattata la spedizione punitiva, durante la quale il commerciante anti-racket di Palermo è stato massacrato di botte dagli uomini del clan Noce, che lo hanno aggredito a calci e pugni, colpendolo anche 13 volte con un martello da muratore. Il raid, però, è stato documentato dalla telecamera di sicurezza che lo stesso commerciante aveva fatto installare nel suo negozio, che aveva aperto senza chiedere l’autorizzazione a cosa nostra. Anche grazie al video, le forze dell’ordine sono riuscite a mettere le manette ai polsi di otto persone. Tra loro il capo degli aggressori, Massimiliano Di Majo, 26 anni, che oltre a prendersela con il negoziante si è accanito contro suo genero, rimasto due giorni in coma per i colpi ricevuti. In cella sono finiti anche i due complici, l’italiano S Dall’Italia Nuovo duro colpo, portato a termine dalla Dia, alla malavita campana Terra dei fuochi, arrestato Chianese considerato il padre delle ecomafie L’avvocato dei Casalesi accusato di estorsione ai danni di una società di trasporti avrebbe anche commissionato la morte di un magistrato di Napoli Angelo De Stefano e il nordafricano Chercki El Gana, come lui accusati di tentato omicidio ed estorsione. Arrestati ieri nel corso dell’operazione denominata ‘Agrion’, anche Giuseppe Castelluccio, di 37 anni, considerato dagli inquirenti il boss del gruppo criminale; Carlo Russo, di 53 anni, Giovanni Buscemi, di 45, e Marco Neri, di 39. L’ottavo arrestato è un minorenne. Per loro l’accusa è di associazione mafiosa. È stata proprio la denuncia del commerciante a dare impulso alle indagini. “Ero uscito dal negozio - ha riferito agli inquirenti -per andare al bar con un amico. Poi, dieci minuti dopo, vidi arrivare davanti al mio negozio sei persone. Iniziarono a urlare, mi picchiavano. Dicevano: ‘Sei cornuto e sbirro’. Ricevuto il primo colpo, all’occhio, sono caduto per terra e non ho avuto la possibilità di reagire; ho cercato di proteggermi la testa e il volto con le braccia, perché quel giovane continuava a colpirmi ripetutamente e con furia alla testa, utilizzando un martello”. Carlotta Bravo Un grande successo per le forze dell’Ordine per la lotta alla malavita: la Dia di Napoli ha arrestato Cipriano Chianese, 62 anni, imprenditore legato al clan dei Casalesi. Il boss è accusato di aver estorto quote e gestione di una società di trasporti. Un nome non nuovo agli inquirenti, poiché fu proprio Chianese, per conto dei Casalesi, a inventare e gestire il traffico illecito dei rifiuti confluiti anche nella Terra dei Fuochi. Il malvivente, già ai domiciliari, è stato portato in carcere. La società al centro di questa inchiesta è la Mary Trans, attiva nel trasporto di persone e di rifiuti solidi urbani e speciali. Secondo le indagini l'avvocato-imprenditore dei Casalesi Cipriano Chianese riuscì a cederla a suo fratello Francesco nel dicembre del 2005. Sempre Chianese è stato il primo a essere rinviato a giudizio, in Italia, negli anni '90 per disastro ambientale ed avvelenamento delle falde acquifere, mentre ad aprile, per ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, gli sono stati confiscati beni per 82 milioni di euro, che erano stati sequestrati nel dicembre del 2006. Oltre l'imprenditore, la Dia ha arrestato S anche Carlo Verde, 37 anni, suo collaboratore. Ma non finisce qui: pare che l'avvocato-imprenditore del clan dei Casalesi o Chianese, commissionò per un milione di euro l'omicidio di un magistrato della Dda di Napoli che stava indagando sul suo conto. A rivelarlo è la persona incaricata dell'assassinio, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia. Al pentito si rivolse, per conto di Chianese, proprio Carlo Verde. Agli inquirenti è stato anche riferito che l'av- vocato intendeva liberarsi della pressione esercitata dal magistrato, sotto pagamento di 500mila euro, cifra aumentata e concordata dal pentito a un milione di euro. Un progetto mai portato a termine poichè Chianese, il 4 gennaio del 2006, venne arrestato. Rimasto anonimo il pm antimafia in pericolo di vita poiché il collaboratore di giustizia riferì agli inquirenti di non ricordare il nome.. Tant’è. F.Ce. TERREMOTO GIUDIZIARIO Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. L’ex sindaco di Mascali finisce in carcere Il Comune etneo già sciolto per infiltrazioni mafiose lo scorso aprile. Dieci persone fermate erremoto giudiziario a Mascali, in provincia di Catania. L’ex sindaco ed ex deputato regionale, Biagio Susinni, e l’ex presidente del consiglio comunale, Filippo Monteforte, sono stati arrestati dai carabinieri nell’ambito di un’operazione antimafia. In tutto sono dieci i provvedimenti notificati ad altrettante persone ritenute responsabili a vario titolo di corruzione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine era stata avviata due anni fa e aveva già portato, nell’aprile scorso, allo scioglimento del consiglio comunale di Mascali per infiltrazioni mafiose derivanti da un patto tra amministratori locali, imprenditori e referenti del clan Laudani. Biagio Susinni non è nuovo al freddo delle manette. Infatti venne già arrestato nel marzo del 1991 su ordine di cattura del giudice istruttore Felice Lima per abuso d’ufficio a fine di lucro. Ai tempi era capogruppo all'Assemblea Regionale Siciliana per il Partito repubblicano e sindaco di Mascali. In quell’occasione finì in manette pure Monteforte (allora della Dc), assessore alla Viabilità e al traffico. In quell’inchiesta il sindaco e altri T La parte migliore è quando si torna a casa Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. 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Oltre a Susinni, tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare emessi ieri mattina, c'è anche l’imprenditore Alfio Luciano Massimino, 53 anni. Appartenente alla famiglia di noti costruttori edili, Alfio Luciano Massimino ha legato il suo nome anche alla storia del Calcio Catania. Figlio di Luigi e nipote di Angelo e Salvatore, aveva ricoperto la carica di dirigente della società tra il 1991 e il 1992, quando il presidente era suo zio Turi. La società rischiò il fallimento dopo la messa in liquidazione disposta dal Tribunale del capoluogo etneo su richiesta della Figc per irregolarità nei bilanci. Il Calcio Catania fu salvato da Angelo Massimino che, con un aumento di capitale, consentì l’iscrizione della squadra nel girone B del campionato di Serie C1. Giorgio Musumeci 9 Mercoledì 11 dicembre 2013 Napoli - Una discarica a cielo aperto fuori della Materdomini di Montesanto Chiesa chiusa per immondizia: i fedeli scrivono a De Magistris L’arciconfraternita, a pochi giorni dal Natale insorge contro il sindaco: “Qui giacciono nell’indifferenza degli enti, rifiuti di ogni genere” he a Napoli ci sia un problema rifiuti non è di certo cosa nuova. Ma sapere che addirittura una Chiesa non può accogliere i suoi fedeli perché l’ingresso è sbarrato dall’immondizia è difficile da immaginare. Eppure succede anche questo nella città capitanata dal Sindaco Luigi De Magistris: la chiesa di Materdomini di Montesanto, sito di rilevante valore culturale e storicoartistico inserita nel percorso del Complesso Museale dei Pellegrini, da mesi è infatti ridotta a discarica di ogni genere di rifiuto, compresi ingombranti, inquinanti e speciali. A denunciare i fatti è il ‘Corriere del Mezzogiorno’ che riporta la protesta dell’Arciconfraternita dei Pellegrini e dei cittadini residenti nella zona, insorti a pochi giorni dalla Notte d’Arte (il 14 dicembre), evento che prevede una mostra sui paramenti sacri e sui tesori del luogo di culti. Iniziativa che difficilmente può essere organizzata se fuori dalla chiesa c’è una distesa di ‘monnezza’. Proprio dall’Arciconfraternita è partita una lettera indirizzata al sindaco De Magistris, C ma anche al presidente di Asìa, Raffaele del Giudice. “L’ingresso e lo spazio antistante della chiesa di Santa Maria Materdomini - è scritto - in largo Fabrizio Pignatelli, sito di rilevante valore religioso nonché storico-artistico nonché contiguo ad uno degli ingressi dell’Ospedale dei Pellegrini è oramai ridotto ad una discarica a cielo aperto dove giacciono oramai da settimane e nell’indifferenza degli enti preposti al controllo del territorio, rifiuti di ogni genere, anche speciali e inquinanti. A questo proposito spiace dover rilevare che le numerose e documentate segnalazioni inviate alle SS.LL. da 6 mesi a questa parte non hanno sortito alcun effetto. Si chiede quindi che finalmente l’ingresso della chiesa venga ripulito e che si provveda alla ‘normale raccolta quotidiana dei rifiuti’. E si annuncia che la presente comunicazione sarà inoltrata anche alla Procura della Repubblica per quanto di competenza”. Chissà se il Sindaco arancione provvederà a rimuovere i rifiuti e pulire l’ingresso di una delle più belle chiese del centro storico? Di certo di tempo ce n’è ben poco. D’altra parte se Giggino non si muove non solo andrà a rotoli la Notte d’Arte ma anche la Messa di Natale. Barbara Fruch Dall’Italia BOLOGNA - LA DECISIONE SLITTA Domiciliari alla Franzoni? il Tribunale prende tempo La donna dopo essere stata ammessa al lavoro esterno potrebbe tornare a casa Niente domiciliari per la Anna Maria Franzioni, non per ora almeno. La decisione arriva dal tribunale di Sorveglianza di Bologna, dove ieri mattina era prevista l’udienza sulla richiesta di detenzione domiciliare presentata dalla difesa della donna, condannata a 16 anni di reclusione per il delitto del figlio Samuele nel gennaio del 2002 a Cogne. Il collegio dei giudici, presieduto dal presidente del tribunale di sorveglianza Francesco Maisto, si è riservato la decisione, anche se la Procura Generale ha espresso parere negativo. La Franzoni, né all’arrivo e né al termine ha rilasciato dichiarazioni. A parlare è stato invece il suo avvocato Paola Savio “Anna Maria ovviamente aspetta con ansia la risposta” ha detto spiegando che in aula è stata ribadita la richiesta di detenzione domiciliare per assistere il figlio più piccolo, Gioele. “Non abbiamo chiesto nulla di diverso da quello che era già stato fatto in passato e che era già stato scritto – ha ribadito – Il procuratore generale ha espresso parere contrario, noi abbiamo sostenuto le nostre motivazioni” ha detto, aggiungendo che la Sorveglianza si è riservata sulla decisione. Tempi? “I tempi del tribunale N non li conosco, si prenderanno il loro tempo”. La Franzoni da alcune settimane è stata ammessa al lavoro esterno, ed esce di giorno dal carcere della Dozza per andare a lavorare in una cooperativa sociale annessa alla parrocchia di Don Nicolini. Sempre qualche settimana fa inoltre alla donna era stato concesso di passare alcuni giorni a casa con la famiglia. Scelta che aveva fatto discutere. Ora sarà il tribunale a decidere le sorti. Le verrà accordata l’opportunità di scontare il resto della pena in casa con il marito e i figli? Oppure rimarrà in carcere? Sicuramente potrebbe sembrare paradossale far tornare a casa dai figli una donna accusata di aver ucciso un loro fratellino. B.F. FRIULI-VENEZIA GIULIA Ronchi dei Legionari ripudia Mussolini Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. Il sindaco in guerra contro il Duce: “Revocheremo cittadinanza onoraria” onchi dei Legionari ha un cittadino onorario assai illustre, ma politicamente molto scomodo. E' Benito Mussolini, che nel 1924 ha ricevuto l'onorificenza che ora, a quanto pare, gli si vorrebbe revocare. La notizia è riportata in un articolo de il Messaggero Veneto, che cita le dichiarazioni del sindaco – ovviamente di centro sinistra Roberto Fontanot. Secondo il primo cittadino di quella che in molti vorrebbero chiamare solo “Ronchi” (togliendo ufficialmente ogni legame storico e/o politico con i legionari dannunziani e quel che hanno rappresentato), la giunta municipale ha intenzione di portare al vaglio del Consiglio comunale, al quale spetta la decisione, la proposta di revocare la cittadinanza onoraria concessa quasi novant'anni fa a Benito Mussolini. “Le vicende storiche – dichiara Fontanot – hanno visto la nostra città protagonista della guerra di Liberazione, tanto che il gonfalone, oggi, è impreziosito dalla medaglia d’argento al valor militare proprio per i sacrifici sopportati durante la Resistenza. Scartabellando nei nostri archivi, è venuta a galla una delibera che non ha più senso di esistere, non ha attinenza con il nostro passato e con la nostra idea di democrazia. Ecco perché – aggiunge Fontanot – sarà il Consiglio comunale, convocato ad hoc nei prossimi mesi, a dire da- R vanti alla gente e alle associazioni se è sua volontà cancellare questa tappa del suo passato che, come detto, non ha più alcuna utilità”. Verrebbe da chiedere che senso ha parlare di “utilità” in relazione ad un’onorificenza che, in quanto tale, rappresenta un attestato conferito per stima e meriti. Esattamente come la tanto esaltata – questa si da evidenziare, in quanto politicamente corretta! - medaglia d’argento della Resistenza. Due riconoscimenti che, su fronti opposti, richiamano ad ideali di un tempo che fu, di cui alcuni, da una parte e dall’altra, vanno tutt’ora fieri. E allora delle due l’una: o si decide di mantenerli entrambi oppure si fa tabula rasa del passato. Di tutto il passato. A ben vedere però, c'è anche una terza via: quella di concentrarsi su provvedimenti ed iniziative in qualche modo determinanti per il futuro della città. È a questo che una buona amministrazione dovrebbe pensare. E non a qualcosa che, per quanto simbolico, è soltanto formale. Cristina Di Giorgi Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 10 Mercoledì 11 dicembre 2013 Cultura Dal capoluogo trentino un’importante iniziativa di promozione culturale Trento, tutti a “Nanna” al museo Al Muse l’arte si scopre anche in notturna: aperture straordinarie per il mesi di dicembre di Francesca Ceccarelli romuovere l’arte sempre e comunque: così il Muse, Museo delle Scienze di Trento decide di aprire anche di notte. La proposta, innovativa e affascinante, condotta dal museo disegnato da Renzo Piano si chiama “Nanna al Museo” e prevede la possibilità per i più piccoli (5-12 anni) di trascorrere le ore notturne, accompagnati dai loro genitori o in autonomia, dentro le mura del museo. Un’iniziativa non nuova nella sede storica del museo tridentino dove ha sempre riscontrato un ottimo successo. Oggi torna rinnovata nel format, nei numeri e negli spazi : una notte speciale da vivere tra dinosauri, lupi, orsi e per conoscere da vicino i nostri antenati preistorici. La notte inizia con un’avvincente caccia al tesoro e prosegue con attività creative, spettacoli a tema scientifico, giochi e approfondimenti. In una atmosfera tutta particolare, tra luci soffuse e speciali sonorità, i partecipanti possono scoprire tutti i segreti del museo, affacciarsi dalle vette che ospitano i ghiacci perenni, inoltrarsi nel “labirinto della biodiversità” dove scoprire gli animali e le diverse anime del bosco. Per i bambini diventano così piacevoli e facili da comprendere temi come le tappe della formazione delle Dolomiti, la nascita delle Alpi e, con le età glaciali, l’ingresso delle prime comunità di cacciatori-raccoglitori. Il percorso naturalistico si conclude al piano interrato con un racconto che parte dall’origine della vita, per giungere alla spettacolare mostra di dinosauri dell’arco alpino. Dopo aver ammirato i fiori e le piante tropicali, tra i rettili delle montagne, o sotto lo scheletro della balena, i bambini potranno addormentarsi e vivere mille avventure. Al mattino, prima che il museo riapra le sue porte al pubblico, l’avventura termina con una nutriente colazione “scientifica”. Una particolarità, al Muse la Nanna coinvolgerà circa 200 tra bambini e adulti: alcune date saranno riservate alla sola fruizione da parte dei più piccoli, altre invece daranno l’opportunità ai ragazzi di vivere questa avventura assieme ai loro genitori. Il nuovo Muse Museo delle Scienze di Trento inaugurato alla fine di luglio - propone un modo P innovativo di confrontarsi con il pubblico, che è il vero protagonista della visita. All’interno del Muse, infatti, il visitatore può interagire con exhibit multimediali, giochi interattivi, ambienti immersivi, sperimentando in prima persona e intrecciando la cultura col “fare pratico”. Attraverso strumenti di apprendimento informale, studiati per raggiungere tutte le fasce di età, il Muse racconta le meraviglie dell’ambiente alpino e della natura che ci circonda, toccando al contempo temi di interesse planetario, come lo sviluppo sostenibile e la conservazione della natura e con uno sguardo rivolto verso il futuro. Ma il Muse non è solo uno spazio espositivo, è una vera e propria fucina di idee. Piazza aperta, la lobby ospita eventi, spettacoli a tema scientifico, concerti e iniziative all’insegna della creatività e della commistione tra arte e scienza. Tra le proposte più attrattive, aperitivi scientifici e speciali aperture in orario serale accompagnate da attività sempre nuove non mancano di coinvolgere il pubblico dei giovani. Anche Trenitalia pensa a dare sostegno ai suoi clienti. I titolari della carta fedeltà che raggiungeranno Trento con il Frecciargento possono usufruire, insieme a tutta la famiglia, di una riduzione del 20% sul prezzo d’ingresso al Muse-Museo delle Scienze per partecipare a “Nanna al Museo”. Un’occasione per avvicinare, soprattutto i più piccoli, al mondo della scienza, attraverso un’esperienza unica ed emozionante. Per usufruire delle riduzioni applicate dal Muse è necessario prenotare la “Nanna al Museo” telefonando al numero 0461-270311 e inviare, via mail, copia della CartaFreccia e del biglietto di viaggio (gli stessi dovranno essere comunque esibiti alla biglietteria del museo il giorno dell’arrivo). L’iniziativa è frutto di un accordo fra Trenitalia, il Muse e l’Azienda di promozione turistica di Trento che prevede anche speciali pacchetti turistici destinati ai clienti Trenitalia. I pacchetti comprendono la “Nanna al Museo”, una notte in hotel, B&B o agriturismo, una cena in un ristorante tipico trentino, visite guidate sia al castello del Buonconsiglio sia nel centro storico di Trento e altre attività pensate sempre per la famiglia. I pacchetti, i cui prezzi variano a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, si prenotano telefonando all’Apt di Trento al numero 0461-216000. Giunti in città, i titolari CartaFreccia dovranno esibire, presso l’Apt, la propria carta fedeltà e i biglietti Frecciargento per ricevere il kit di benvenuto. I biglietti ferroviari devono riportare una data di viaggio antecedente al massimo di un giorno quella prescelta per l’arrivo a Trento. IL CONSERVATORIO DI FROSINONE COLLEZIONA UN ALTRO GRANDE SUCCESSO Torino Film Fest: premiato il Refice Lo studente Vincenzo Core si è aggiudicato il riconoscimento della giuria nella sezione cortometraggi n successo dopo l’altro per il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone: stavolta il merito spetta al compositore del Centro di Ricerca ed Elaborazione Audiovisiva (Crea) Vincenzo Core. Al 31° Festival del Cinema di Torino, il trentunenne allievo del M° Alessandro Cipriani, iscritto al biennio di composizione audiovisiva digitale, è stato proclamato vincitore del Premio Speciale della Giuria nella sezione cortometraggi con l’opera audiovisiva No More Lonely Nights (Italia, 2013), realizzata in collaborazione con il regista Fabio Scacchioli. A consegnare il prestigioso riconoscimento a Vincenzo Core è stato il regista di Ovosodo e de La prima cosa bella Paolo Virzì, direttore dell’edizione 2013 del Torino Film Festival. Questa la motivazione del premio: ”Per la capacità di tradurre in tessuto narrativo di straniante impatto la dimensione artificiale nel quale un certo immaginario cinematografico ha collocato il rapporto amoroso e la solitudine che spesso lo accompagna. Da sottolineare, inoltre, come l’uso del registro sonoro assume il carattere di una vera e propria partitura sensoriale, dando consistenza quasi fisica al vuoto che l’opera intende raccontare”. U Parole di elogio, quindi, che accompagnano un premio di eccezionale importanza con cui Core impreziosisce un curriculum già ricco di successi e di partecipazioni ai più importanti appuntamenti internazionali dedicati all’audio- visivo, tra cui il Festival del Cinema di Venezia, il Lausanne Underground Film Festival, l’International Computer Music Conference, il Premio nazionale delle Arti e poi numerose altre rassegne e manifestazioni in tutto il mondo: India, Giappone, Cuba, Europa, Stati Uniti. Al successo di Vincenzo Core al Torino Film Festival si aggiunge un ulteriore importante risultato conseguito da un altro allievo del Conservatorio di Frosinone. Infatti, la composizione originale, dal titolo Come Morso in Corpo, scritta per violino ed elettronica da Valerio De Bonis, laureando in Musica elettronica presso il “Licinio Refice”, sarà eseguita il 22 dicembre a Roma da Marco Rogliano, uno dei più importanti violinisti di musica contemporanea. Grande orgoglio e soddisfazione sono stati espressi dal direttore del Conservatorio di Frosinone Raffele Ramunto, dal presidente prof. Marcello Carlino e dall’intero istituto per i riconoscimenti assegnati a Core e a De Bonis, entrambi protagonisti, tra l’altro, insieme ai loro colleghi della Scuola di Musica elettronica, della mostra di arte audiovisiva “Lo sguardo di Orfeo”, organizzata dal “Refice” il 28 novembre scorso presso l’Auditorium Vescovile di Frosinone nell’ambito della manifestazione “La Settimana della Contemporaneità”, evento annuale che il Conservatorio frusinate dedica alla musica contemporanea e alle arti audiovisive. F.Ce. 11 Mercoledì 11 dicembre 2013 Spettacolo N E L L E S A L E I TA L I A N E I N Q U E S T I G I O R N I I L S I L E N Z I O A S S O R D A N T E D E L M E R I D I O N E Se “Il Sud è niente” Il film di Fabio Mollo regala allo spettatore una finestra inedita su una realtà spesso dimenticata di Francesca Ceccarelli entre il botteghino italiano si prepara ad accogliere le solite pellicole strappa-risata, o meglio strappa-biglietto, arriva a ritemprare l’attenzione dello spettatore e della critica il film di Fabio Mollo “Il Sud è niente”. Un’opera indipendente non solo in termini di distribuzione, ma soprattutto in termini di qualità e innovazione: un film così non si vedeva da tempo. Una storia particolare portata sul grande schermo da un cast ibrido, tra conferme e nuove scoperte: Vinicio Marchioni, Miriam Karlkvist, Va- M lentina Lodovini, Andrea Bellisario, Giorgio Musumeci e Alessandra Costanzo. Tutti irrimediabilmente bravi e calati ad hoc nel personaggio. La vicenda è quella di un’adolescente introversa, Grazia, che non riesce ad avere un dialogo con il papà Cristiano, un venditore di pesce stocco della periferia di Reggio Calabria, a sua volta sempre più pressato dalle richieste di un malavitoso locale. Quando, durante un bagno notturno, la ragazza crede di vedere il fratello Pietro, morto anni prima in circostanze poche chiare, uscire dall'acqua e avviarsi verso la città, cercherà di avere quelle risposte che non ha mai avuto. Sarà anche l'in- contro con Carmelo, figlio di giostrai che dopo la festa del patrono cambieranno di nuovo città, ad aiutarla in una difficile fase di transizione “Se le cose non le dici non possono fare male”: su queste parole pronunciate dalla nonna della protagonista si può dire che si snoda tutto il film. Un silenzio omertoso o necessario diffuso nella società moderna che raggiunge un’amplificazione massima in terre particolari come quelle del Sud Italia. Non parla il padre con la figlia del lutto che li ha colpiti, non parla Grazia con Carmelo della propria vita e così il paese intero rimane cieco di fronte alle problematiche finanziarie che stanno colpendo la famiglia di Cristiano, costretto a cedere la sua attività e la sua casa pur di assicurare a lui e a sua figlia un futuro, che sia di rinascita e soprattutto di catarsi dal dolore da cui sono costantemente soggiogati. Un film che lascia molto spazio ai silenzi e alle pause, parte integrante di una sceneggiatura che spesso lascia ampio spazio agli sguardi piuttosto che alle parole: un esempio su tutti una delle scene finali in cui padre e figlio defunto si scambiano un estremo saluto, il tutto in una dimensione pseudo-onirica. Un continuo gioco di rimandi tra realtà, ricordo e illusione che guidano lo spettatore nella dolorosa vicenda di questa famiglia meridionale minata non solo dalla morte e dalla crisi economica, ma anche dall’indifferenza e la superficialità umana che molto spesso rasenta la crudeltà. Nessuno chiede per non sapere: così sembra si risolvono i problemi al giorno d’oggi. Ed è qui che il Sud di Fabio Mollo assume dei connotati diversi, universali. Non ci si riferisce più solo alla dimensione di Reggio Calabria o La protagonista del film, Miriam Karlkvist di un qualsivoglia comune del Meridione, ma alla società odierna intenta a farsi carico di statue di Madonne e Santi e non delle sofferenze altrui. E qui che non sfugge una riflessione critica anche sul valore della religione oggi, spesso oggetto di ipocrisie intrise di becera umanità piuttosto che alto valore cristiano. I due giovani produttori francesi, Jean-Denis Le Dinahet e Sebastien Msika ci hanno visto giusto: supportare un lavoro come quello di Fabio Mollo è stata davvero una mossa azzeccata nel mare magnum delle pellicole prive di contenuto che si vedono susseguirsi nei cinema italiani ogni settimana. Un film pieno di passione a partire non solo dal regista, ma anche dal cast che ha saputo regalare momenti di forte tensione emotiva anche con un semplice sguardo. Marchioni, Lodovino, Musumeci e l’esordiente Karlkvist hanno aggiunto un piccolo tassello nel panorama cinematografico italiano: che sia indipendente o “di nicchia”, poco importa, potrebbe anzi essere la vera carta vincente. Epocale musical “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo” Shakespeare al Gran Teatro di Roma per deliziare le nostre feste fino al 6 gennaio di Chantal Capasso a tragica ma appassionante storia d’amore di Romeo Giulietta, incanta tutti, anche i meno appassionati di teatro. Tutti conoscono l’amore contrastato dei giovani amanti veronesi la cui unica colpa è quella di appartenere a due famiglie che si odiano. Chi non ha mai ascoltato almeno per una volta da bambina, o l’ha letto a scuola o sentito raccontare dalle melodiose voci del mondo cinematografico. Le stesse storie che nascono secoli e secoli prima di te, ma sono sempre così attuali e profonde da far parlare il tuo cuore; le stesse che posseggono la facoltà di far esaltare i sensi, trasportandoti in un mondo dominato da un’aura di sogno. “Romeo e Giulietta”, capolavoro di Shakespeare datato 1597, è la rappresentazione di un amore puro e dal triste epilogo, il simbolo di un amore sfociato in tragedia per l’impossibilità di essere liberamente e pienamente vissuto. Ora a teatro in uno spettacolare musical. L'opera, tratta dal capolavoro di William Shakespeare con musica e libretto del grande compositore francese Gérard Presgurvic, è prodotta da David Zard e L nella versione italiana ha la regia di Giuliano Peparini ed i testi a cura di Vincenzo Incenzo. Ama e cambia il mondo", con le sue musiche e le sue magiche atmosfere, ha incantato il pubblico scrivendo una nuova pagina del teatro musicale in Italia e facendo rivivere, in una veste originale, la storia d'amore per eccellenza. in Italia la regia è affidata al giovane e talentuoso Giuliano Peparini, considerato uno dei coreografi più innovativi della sua generazione. Dopo lo straordinario successo di Notre Dame de Paris, Davi Zard ritorna per farci sognare con un nuovo fantastico progetto musicale: “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo“. Ecco i numeri di un progetto ambizioso da togliere il fiato: 45 artisti sul palco, oltre 30 tra ballerini e acrobati che indosseranno oltre 200 costumi disegnati da Frédéric Olivier; 55 persone di produzione tra cui 35 solo di equipe tecnica per gestire il colossale allestimento scenico di circa 550 mq tra palco e aree tecniche e di backstage. Una equipe artistica e tecnica di rilievo internazionale per la nuova produzione targata Zard. Sono i fatti a testimoniare il grande successo, dopo il debutto all'Arena di Verona il 2 e 3 ottobre di fronte ad oltre 20.000 persone, "Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo" sta conquistando il pubblico di Roma dove è in scena al Gran Teatro dallo scorso 17 ottobre e rimarrà a grande richiesta, fino al 6 gennaio, offrendo, così, la possibilità a tutti gli appassionati del genere, di assistere allo spettacolo, anche durante le feste natalizie. La storia d’amore afferma Vincenzo Incenzo “Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo” è una rivendicazione del diritto all’amore, qualunque latitudine sessuale, culturale o geografica abbia, al di là dei confini tra le etnie ed i popoli. L’amore è il sentimento assoluto con il quale i due innamorati trovano il loro posto nel mondo. Ognuno dei due trova scopre se stesso nell’altro e comprende che per esistere deve fuggire dai limiti di una condizione che gli è stata imposta. La ribellione dei due veronesi diventa così metafora totale dei nostri contrastati tempi e l’obiettivo principale dello spettacolo è rivolgere un appello ad un mondo che spesso non ascolta”. Un musical da far sgranare gli occhi non appena il sipario si apre, con un magnifico cast ed una produzione d’eccellenza. 12 Mercoledì 11 dicembre 2013 Sport Champions League, nell’ultima giornata della fase a gironi le due italiane si giocano la qualificazione agli ottavi Milan e Napoli: la storia in 90 minuti In una sfida che riporta alla mente grandi emozioni del passato, ai rossoneri contro l’Ajax basta un punto. Contro l’Arsenal, i partenopei sono chiamati a un’impresa titanica: vincere con 3 gol di scarto o sperare nel Marsiglia di Federico Colosimo ovanta minuti che possono valere un’intera stagione. Per Milan e Napoli è una serata da dentro o fuori. Nell’ultima giornata della fase a gironi, le italiane impegnate in Champions League si giocano la qualificazione agli ottavi di finale. Un traguardo fondamentale, sia in termini economici che pratici. I rossoneri affrontano tra le mura amiche gli olandesi dell’Ajax. La sfida con i lancieri non è e non sarà mai una partita qualunque. Ma un “classico” che riporta alla mente grandi emozioni del passato. Dalla Coppa dei Campioni del 1969 alla Champions del 2003. La storia del calcio è passata da qui. Da Milano, da Amsterdam, da San Siro, ma anche dal Santiago Bernabeu di Madrid. Dove il 28 maggio di 44 anni fa si disputò una meravigliosa finale. Dopo aver eliminato Malmoe e Celtic, il Milan, guidato in panchina dal Paron, Nereo Rocco, e in campo da un fenomeno chiamato Gianni Rivera, è chiamato all’ennesima impresa. Tanta attesa per la partitissima contro un altro dei “signori” del calcio, Johan Cruijff. Quella finalissima di Champions segnò un trionfo per i rossoneri. Vittoria rotonda (4-1) e seconda Coppa dei Campioni in bacheca, dopo quella del 1963, sempre sotto la guida di Rocco. Artefice di quella mera- N vigliosa conquista, Pierino Prati, autore di un’incredibile tripletta. Milan-Ajax, è bene ripeterlo, non è una partita come le altre. Da Pierino Prati a Pippo Inzaghi, autentico Re indiscusso di coppe. E’ il 23 aprile 2013, dopo uno scialbo 0-0 all’Amsterdam Arena, allo stadio San Siro va in scena il ritorno dei quarti di finale della competizione più ambita d’Europa. Una notte che i tifosi e non solo loro - rossoneri ricorderanno tra le più entusiasmanti di sempre. A dodici minuti dal termine Pieenar segna la rete del 2-2 che qualificherebbe di fatto i lancieri. Lo stadio è ammutolito. La gente trema, prega e spera. Tre minuti di recupero, capitan Maldini prova il lancio lungo, Ambrosini fa da torre per Inzaghi che anticipa l’uscita di Lobont con un pallonetto. La palla non vuole entrare e serve il piedino di Tomasson per spingerla dentro. Rete, boato. San Siro passa dalla paura alla gioia. Qualcosa di magico doveva pur accadere in Milan-Ajax. E’ il preludio di un grande successo. Il Diavolo nel penultimo atto fa fuori anche i rivali storici dell’Inter e in una finale thriller, all’Old Trafford, sconfigge Cercateci e ci troverete ovunque. All’indirizzo www.ilgiornaleditalia.org , con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/ilgiornaleditalia.portale. Siamo anche abili cinguettatori, su Twitter, @Giornaleditalia. Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d’Italia. Se volete scriverci, potete farlo all’indirizzo e-mail: [email protected] la Juventus ai calci di rigore. Altro giro altra corsa. Questa sera ai rossoneri di Allegri per ottenere il passaggio agli ottavi serve un punto. Il fascino che da sempre avvolge questo match è diminuito. Ma oggi la posta in palio è altissima. Allegri, appeso a un filo, si affida al ritrovato Balotelli e all’evergreen Kakà. De Boer, tecnico dei lancieri, si gioca il tutto per tutto e schiera una formazione super offensiva per mettere alle corde, sin dal primo minuto di gioco, Abbiati e compagni. Napoli, adesso o mai più. L’impresa per gli uomini di Benitez è a dir poco titanica. Ed è meglio precisarlo subito. Vincere 3-0 per passare agli ottavi di Champions League contro l’Arsenal è - in queste condizioni - quasi impossibile e molto più semplice sperare in un favore dell’Olympique Marsiglia. Al Velodrome, i francesi ospitano i vicecampioni d’Europa del Borussia Dortmund. Partenopei e tedeschi sono appaiati al secondo posto in classifica a quota 9 punti; in caso di contemporaneo successo per Napoli e Dortmund, in classifica ci sarebbero tre squadre a 12 punti. E a questo punto entrerebbe in gioco la classifica avulsa, con la squadra italiana chiamata ad una missione impossibile. Far capitolare l’Arsenal. Il tecnico spagnolo, accolto come l’uomo della Provvidenza, non può più sbagliare. Il patron De Laurentiis è infastidito, e i fischi che gli hanno riservato i suoi tifosi dopo il pareggio con l’Udinese proprio non li ha digeriti. Con il San Paolo vestito a festa, il modo migliore per mascherare i problemi difensivi è quello di attaccare. Un solo dubbio per Benitez: Mertens o Insigne nel terzetto d’attacco composto da Pandev e Callejon alle spalle di Higuain? L’impressione è che lo scugnizzo napoletano questa volta potrebbe finire in panchina. Tutto in una notte per le due italiane impegnate in Champions. O adesso o mai più. Vincere, per scrivere la storia.