Piano Formativo Regionale - Legno arredamento

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Piano Formativo Regionale - Legno arredamento
ALLEGATO B
PIANO FORMATIVO cod____ 1
LINEA 1
SVILUPPO TERRITORIALE
TITOLO PIANO FORMATIVO SETTORE LEGNO ARREDAMENTO
REGIONE UMBRIA
Di seguito si fornisce uno schema con le indicazioni di massima dei principali contenuti e caratteristiche cui le Parti Sociali possono attenersi nella predisposizione del Piano Formativo.
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
Ambito di
riferimento e
tipologia
dell’intervento
formativo
1
 Aziendale
 Interaziendale
 Intersettoriale
 Pluriaziendale
 Territoriale
 Distrettuale
 Filiera
 Settoriale
 Individuale
Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
Sono ritenuti coerenti con il presente Piano i progetti formativi destinati a lavoratori di imprese che afferiscono al settore
Legno Arredo della Regione Umbria, con particolare riferimento alle seguenti attività come da Codici ATECO 2007
Settore/i
produttivo/i
16
INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO (ESCLUSI I
MOBILI); FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PAGLIA E MATERIALI DA
INTRECCIO
16.1
TAGLIO E PIALLATURA DEL LEGNO
16.10
Taglio e piallatura del legno
16.10.0
16.10.00
16.2
16.21
Taglio e piallatura del legno
Taglio e piallatura del legno
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN LEGNO, SUGHERO, PAGLIA E MATERIALI
DA INTRECCIO
Fabbricazione di fogli da impiallacciatura e di pannelli a base di legno
16.21.0
16.21.00
16.22
Fabbricazione di fogli da impiallacciatura e di pannelli a base di legno
Fabbricazione di fogli da impiallacciatura e di pannelli a base di legno
Fabbricazione di pavimenti in parquet assemblato
16.22.0
16.22.00
16.23
16.23.1
16.23.10
16.23.2
16.23.20
16.24
Fabbricazione di pavimenti in parquet assemblato
Fabbricazione di pavimenti in parquet assemblato
Fabbricazione di altri prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per
l'edilizia
Fabbricazione di porte e finestre in legno (escluse porte blindate)
Fabbricazione di porte e finestre in legno (escluse porte blindate)
Fabbricazione di altri elementi in legno e di falegnameria per l'edilizia
Fabbricazione di altri elementi in legno e di falegnameria per l'edilizia
Fabbricazione di imballaggi in legno
16.24.0
16.24.00
16.29
Fabbricazione di imballaggi in legno
Fabbricazione di imballaggi in legno
Fabbricazione di altri prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio
16.29.1
16.29.11
16.29.12
Fabbricazione di prodotti vari in legno (esclusi i mobili)
Fabbricazione di parti in legno per calzature
Fabbricazione di manici di ombrelli, bastoni e simile
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
16.29.19
16.29.2
16.29.20
16.29.3
16.29.30
16.29.4
16.29.40
31
Fabbricazione di altri prodotti vari in legno (esclusi i mobili)
Fabbricazione dei prodotti della lavorazione del sughero
Fabbricazione dei prodotti della lavorazione del sughero
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio
Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio
Laboratori di corniciai
Laboratori di corniciai
FABBRICAZIONE DI MOBILI
31.0
FABBRICAZIONE DI MOBILI
31.01
Fabbricazione di mobili per ufficio e negozi
31.01.1
31.01.10
31.01.2
31.01.21
31.01.22
31.02
Fabbricazione di sedie e poltrone per ufficio e negozi
Fabbricazione di sedie e poltrone per ufficio e negozi
Fabbricazione di altri mobili per ufficio e negozi
Fabbricazione di altri mobili metallici per ufficio e negozi
Fabbricazione di altri mobili non metallici per ufficio e negozi
Fabbricazione di mobili per cucina
31.02.0
31.02.00
31.03
Fabbricazione di mobili per cucina
Fabbricazione di mobili per cucina
Fabbricazione di materassi
31.03.0
31.03.00
31.09
Fabbricazione di materassi
Fabbricazione di materassi
Fabbricazione di altri mobili
31.09.1
31.09.10
31.09.2
Fabbricazione di mobili per arredo domestico
Fabbricazione di mobili per arredo domestico
Fabbricazione di sedie e sedili (esclusi quelli per aeromobili, autoveicoli, navi, treni,
ufficio e negozi)
31.09.20
Fabbricazione di sedie e sedili (esclusi quelli per aeromobili, autoveicoli, navi, treni,
ufficio e negozi)
Fabbricazione di poltrone e divani
Fabbricazione di poltrone e divani
Fabbricazione di parti e accessori di mobili
Fabbricazione di parti e accessori di mobili
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31.09.30
31.09.4
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31.09.5
31.09.50
31.09.9
31.09.90
Territorio/i
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
Finitura di mobili
Finitura di mobili
Fabbricazione di altri mobili (inclusi quelli per arredo esterno)
Fabbricazione di altri mobili (inclusi quelli per arredo esterno)
Regione Umbria
Nel quadro degli indirizzi generali condivisi dalle parti sociali relativi ad analisi dei fabbisogni formativi, analisi previsionali e
tendenze dei settori e dei territori di riferimento (vedi: ASSET - Linee Guida Legno, PFS nazionale Legno pubblicati nel sito di
Fondartigianato), della corrispondente valutazione delle competenze professionali richieste, il presente Piano formativo tiene
conto dell’attuale situazione del contesto economico e produttivo del settore Legno Arredo in Italia in generale ed in Umbria in
particolare, focalizzando l’attenzione sulle peculiarità specifiche delle aziende ubicate nel territorio umbro e sulle loro possibilità
di sviluppo e di innovazione nonché dei relativi fabbisogni formativi e conferma, quindi, le seguenti priorità:
Priorità, orientamenti e obiettivi generali:
Nel panorama produttivo e lavorativo attuale, il livello di competenze e conoscenze possedute, nonché il modo in cui le stesse
vengono agite, condivise ed aggiornate, é uno dei principali fattori di successo per l’impresa e una garanzia di occupabilità per
i lavoratori.
In questo quadro il presente Piano Formativo Regione Umbria – Settore Legno - Arredamento rappresenta uno strumento
determinante che individua lo scenario di riferimento e le azioni condivise per dare risposte efficaci a quanto previsto
dall’Invito 1 – 2011 - Linea 1 - Sostegno ai sistemi territoriali di competenza e competitività
Priorità




Priorità



macro:
favorire lo sviluppo di nuove e migliori competenze a sostegno delle economie territoriali;
sostenere i processi di integrazione dei sistemi locali di sviluppo economico produttivo;
rafforzare le politiche di promozione e di sostegno allo sviluppo del mercato del lavoro dei territori;
sviluppare politiche di inclusione nel mercato del lavoro locale.
specifiche
promuovere interventi mirati al sostegno di strategie e innovazioni organizzative e produttive e di mercato;
favorire e sostenere processi di crescita professionale e di carriera;
incentivare la partecipazione delle donne ai percorsi formativi e sostenere l’occupazione femminile:
 per rafforzare l’occupazione/occupabilità e le pari opportunità nel mercato del lavoro;
 per ridurre le disparità di genere;
 valorizzando le competenze distintive;
 per favorire percorsi di carriera creando e/o rafforzando le responsabilità tecnico/organizzative;
 innovando/armonizzando l’organizzazione del lavoro (es.:interventi sui tempi tempi/orari di lavoro e loro
conciliazione con i doveri di cura; sperimentazione di nuovi modelli organizzativi)
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ALLEGATO B
favorire la partecipazione dei lavoratori stranieri alla formazione continua:
o per sostenere i processi di integrazione lavorativa e sociale;
o per rafforzare la presenza nel mercato del lavoro;
o per sostenere i processi di mobilità nei mercati del lavoro degli stati dell’ unione europea.
Obiettivi
In relazione alle suddette priorità sono rilevabili le seguenti finalizzazioni per obiettivi:
 sostenere le persone e le organizzazioni nei processi di cambiamento;
 favorire politiche integrate di sviluppo locale;
 innovare i processi le metodologie e i modelli di erogazione della formazione continua;
 incentivare la partecipazione e le pari opportunità dei meno avvantaggiati.
In particolare, per quanto attiene alla priorità specifica relativa all’occupazione femminile:
 favorire l’accesso alla formazione e la innovazione dei sistemi e dei processi organizzativi aziendali;
 affermare politiche e prassi di mainstreaming.
Per lavoratori stranieri:
 mettere a disposizione attività di formazione continua mirata alla tipologia di utenza individuata;
 affermare politiche e prassi di inclusione;
 realizzare azioni di pari opportunità.

Obiettivi specifici:
 Favorire la riconversione delle micro-imprese artigiane attraverso la riqualificazione del personale anche in ambiti o
tecnologie non ancora presenti nell’impresa, al fine di facilitare l’inserimento di nuove attività produttive, in un’ottica di
riconversione aziendale;
 Favorire la formazione di figure professionali trasversali legate all’area commerciale e a quella tecnica (tecnicocommerciale). Gli interventi dovranno essere finalizzati all’integrazione delle competenze già in possesso di un
soggetto che ricopre uno dei due ruoli tradizionali (tecnico o commerciale), in modo da creare una figura intermedia
che sappia gestire i rapporti commerciali con i committenti o i subfornitori, sapendo, tuttavia, risolvere problematiche
di carattere tecnico legate alla produzione;
 Favorire l’innovazione produttiva attraverso interventi finalizzati all’aggiornamento tecnico-specialistico, in relazione ad
attrezzature, impianti e processi produttivi, per favorire la competitività dell’impresa;
 Favorire la formazione di nuove competenze “di sistema” rivolte a rispondere ad esigenze complesse di integrazione
interna (filiere, distretti, catene di fornitura, etc), verso la creazione di economie di scopo, cognitive e di adattamento
esterno (promozione e raccordo funzionale con i nuovi mercati di sbocco).
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ALLEGATO B
Finalità
Validità e
durata Piano
Eventuale
Interazione/Integ
razione con altri
interventi di
formazione ed
altre fonti di
finanziamento
Risorse
necessarie
per gli
interventi
previsti
 Competitività di Sistema  Sviluppo Locale  Competitività di impresa  Qualità prodotto/processo
 Innovazioni
a valere sull’insieme delle scadenze dell’Invito: 1 - 2011
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
(specificando eventuali fonti di finanziamento diverse dal Fondo) Euro ………………………………
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ALLEGATO B
Descrizione contesto e sua evoluzione
Il comparto della produzione di mobili in Umbria si colloca tra i settori di attività più consolidati e di più antica costituzione. Vede
una concentrazione di unità produttive nell’Alta Valle del Tevere, dove e’ tradizionale la produzione di mobili ‘in stile’ da parte di
piccole imprese, e nel perugino dove sono presenti aziende di medie dimensioni attive in particolare nei sottosettori ‘mobili da
cucina’, ‘mobili da giardino’, ‘mobili da ufficio’, infissi.
Questi i ‘numeri’ Movimprese delle aziende del comparto (codd. ATECO 2007 C 16 E C 31) presenti nel territorio regionale al
2011. Le tabelle riportano il totale delle imprese del settore (Tav 1.1) ed il numero delle imprese artigiane (Tav. 2.1) :
Tavola 1.1 : Distribuzione delle Sedi
Territorio esaminato = UMBRIA Periodo di osservazione ANNO - 2011
Sezioni e divisioni attività
Sociale
Economico
Produttivo
Registrate
Attive Iscritte Cessate
C 16
Industria
del legno e
dei prodotti
in legno e
sughero
(es...
771
701
20
40
C 31
Fabbricazione di mobili
504
428
9
33
Tavola 2.1 : Distribuzione delle Sedi Artigiane
UMBRIA, Anno 2011
Sezioni e divisioni attività
Registrate
Attive
C 16
Industria
del legno e
dei prodotti
in legno e
sughero
(es...
Iscrizioni Cessazioni
590
588
21
37
C 31
Fabbricazione di mobili
339
336
13
26
(Fonte MOVIMPRESE)
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Complessivamente il comparto nella regione conta circa 1.130 Aziende delle quali circa 920 artigiane con quasi 9.000 dipendenti
(83% Maschi; 17% Femmine; il 9% della forza lavoro complessiva del settore è costituita da cittadini Immigrati).
Il 74,8% delle imprese del Settore in Umbria risulta essere di piccole dimensioni, la loro produzione è caratterizzata da alta
qualità, flessibilità, tradizionale capacità e competenza nella realizzazione del “su misura”, in grado quindi di corrispondere al
meglio alla domanda di una committenza qualificata ed esigente.
La maggioranza di queste producono mobili per la casa in legno; a seguire, ordinate per consistenza numerica, le produzioni di:
mobili per ufficio e per negozi in legno, metallo, vetro ecc.; mobili imbottiti, poltrone, divani, letti; mobili da cucina; porte, infissi
e serramenti in legno, alluminio e materie plastiche; produzione di sedie e sedili in genere; tavoli in ferro con piani in legno o
ceramica e cotto. Al comparto mobiliero si affianca quello dei complementi di arredo, dei materassi artigianali e dei tessuti da
decorazione, alcune di queste ultime sono note a livello nazionale ed internazionale.
Da non trascurare la nascita negli ultimi anni di aziende attente alle attuali nuove tendenze nell’utilizzo del legno per
l’edilizia e la costruzione di edifici e altre strutture settore, questo, che con la Certificazione Energetica degli edifici ha
segnato un elevato trend di crescita. Molte delle restanti imprese, per la maggioranza di piccole dimensioni, operano come
‘terziste’ per la fornitura di componentistica.
Sociale
Economico
Produttivo
Va evidenziata inoltre l’esistenza nel ternano di una filiera di piccole imprese specializzate nella lavorazione di legni pregiati,
pezzi in ottone, pezzi in ferro, cristalli per l’arredamento, che, a fronte di commesse acquisite da aziende più grandi, operano
insieme a livello nazionale per la realizzazione di manufatti per banche, musei, yacht e per la fornitura ‘chiavi in mano’ di opere
complete (es.: Auditorium di Renzo Piano a Roma).
Studi pubblicati da Unioncamere, ricerche e pubblicazioni a livello nazionale evidenziano come il comprensorio dell’alta Umbria
sia polo di eccellenza per una serie di produzioni. In particolare, la professionalità acquisita nel settore del legno ha portato
all’Istituzione del “Marchio del ‘mobile in stile’ prodotto nei comuni di: Città di Castello, San Giustino, Citerna,
Umbertide, Pietralunga, Montone, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Gubbio” riconoscimento della
qualità e della tipicità del prodotto artigianale del mobile in stile Umbro in Italia e all’estero.
L’Altotevere e l’Alta Umbria rappresenta infatti uno dei distretti artigianali più apprezzati del paese. Alcune cifre :
- la filiera del mobile e della lavorazione del legno attualmente conta oltre 350 unità locali di imprese artigiane;
- a Città di Castello le unità locali sono cresciute notevolmente in termini di addetti presentando anche una realtà
consortile in forma di cooperativa, lo SMAI, che raggruppa e promuove la produzione di oltre 60 imprese artigiane.
Pur valutando le grandi potenzialità del settore, è necessario prendere atto che anche in Umbria, come nel resto del paese, la
crisi industriale degli ultimi anni ha portato alla chiusura di alcuni insediamenti produttivi con la conseguente messa in mobilità
o ricorso alla Cassa Integrazione, di un numero consistente di lavoratori e lavoratrici, spesso in età avanzata e con immaginabili
problemi di reinserimento nel ciclo produttivo.
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Dall’indagine congiunturale trimestrale sulle PMI industriali da 1 a 500 dipendenti realizzata da Unioncamere (Analisi
Congiunturale Uniocamere II° trim. 2011) si evince, per il settore industrie del Legno e del mobile, un calo tendenziale della
produzione e del fatturato tra marzo e giugno 2011 che colpisce soprattutto le piccole imprese della fascia 1-49 dipendenti (1,8% la produzione e –1,7% il fatturato) un pò meglio nelle aziende di dimensioni maggiori (-0,2% la produzione e +1,9% il
fatturato).
Andamento della PRODUZIONE rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, per classe dimensionale, ripartizione geografica e settore di attività (distribuzione %
risposte delle imprese e variazioni %)
ITALIA
2° trimestre 2011
Totale imprese
stab dimin
aume
iuvar.%
n- to
lità zione
TOTALE
- di cui: Artigianato
Mercato
Imprese 1-49 dip.
aume
n- to
stabilità
diminuzione
aumento
var.%
Imprese 50 dip. e oltre
dimin
stabi- lità
uvar.%
zione
43
32
35
43
22
25
2,9
0,6
38
32
39
43
23
25
1,8
0,6
46
--
33
--
22
--
3,5
--
30
48
22
0,1
22
54
24
-0,8
36
43
21
0,8
36
25
36
45
28
30
1,6
-1,1
33
25
40
45
27
30
0,1
-1,8
39
24
32
46
29
31
3,0
-0,2
44
51
42
35
30
36
21
19
23
1,9
5,8
3,0
40
49
39
39
32
39
21
19
22
1,4
4,8
2,4
45
53
43
34
28
34
21
18
23
2,1
6,7
3,3
51
36
29
39
20
25
4,8
0,3
44
30
35
41
20
29
4,2
-0,9
53
40
27
38
20
22
5,1
1,4
Nord Ovest
50
27
23
4,6
48
27
25
4,1
51
27
22
4,9
Nord Est
47
36
17
3,7
41
40
19
2,3
51
33
16
4,7
Centro
31
46
23
0,2
27
47
26
-0,8
33
46
21
0,9
Sud e Isole
26
44
31
-1,1
16
57
27
-2,3
32
35
33
-0,3
SETTORI DI ATTIVITA'
Industrie alimentari
Industrie tessili, dell'abbigliamento e
delle calzature
Industrie del legno e del mobile
Industrie chimiche, petrolifere e delle
materie plastiche
Industrie dei metalli
Industrie elettriche ed elettroniche
Industrie meccaniche e dei mezzi di
trasporto
Altre industrie
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera
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ALLEGATO B
Andamento del FATTURATO TOTALE (a prezzi correnti) rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, per classe dimensionale, ripartizione geografica e settore di
attività (distribuzione % risposte delle imprese e variazioni %)
ITALIA
2° trimestre 2011
Totale imprese
Aumento
TOTALE
- di cui: Artigianato
stabilità
diminuzione
Imprese 1-49 dip.
aumen stabi- diminu- to
lità
zione
var.%
Imprese 50 dip. e oltre
var.%
aumento
stabilità
diminu
- zione
var.%
48
33
31
41
20
26
4,3
0,9
40
33
37
41
24
26
2,6
0,9
54
--
28
--
18
--
5,4
--
40
43
17
1,8
26
54
20
0,2
50
35
14
2,8
47
33
29
39
24
28
3,5
-0,2
35
27
39
42
26
31
1,1
-1,7
60
40
19
36
22
24
5,9
1,9
52
51
30
31
18
18
4,3
6,9
43
47
35
33
22
20
2,3
5,2
55
56
28
29
17
15
4,9
8,6
57
24
19
5,4
43
33
24
3,5
62
21
17
6,1
53
39
27
35
20
26
5,8
1,3
46
36
33
35
21
29
5,0
0,5
56
42
25
34
19
24
6,1
2,0
Nord Ovest
60
18
22
6,8
52
21
27
5,1
65
16
19
7,7
Nord Est
47
37
16
4,4
40
41
19
2,4
52
34
14
5,8
Centro
36
41
23
1,9
29
43
28
1,0
41
39
20
2,4
Sud e Isole
31
46
23
-0,2
16
61
23
-1,7
41
36
23
0,8
SETTORI DI ATTIVITA'
Industrie alimentari
Industrie tessili,
dell'abbigliamento e delle
calzature
Industrie del legno e del mobile
Industrie chimiche, petrolifere
e delle materie plastiche
Industrie dei metalli
Industrie elettriche ed
elettroniche
Industrie meccaniche e dei
mezzi di trasporto
Altre industrie
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera
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Anche per quanto riguarda il fatturato estero lo squilibrio tra imprese di dimensioni ridotte (-0,3%) e quelle medio/grandi
(+3,5%) rimane:
Andamento del FATTURATO ESTERO (a prezzi correnti) rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, per classe dimensionale, ripartizione geografica e settore di
attività (distribuzione % risposte delle imprese e variazioni %)
2° trimestre
2011
ITALIA
Totale imprese
stabilità
diminuzione
6,9
-0,8
39
27
42
54
19
18
3,2
-0,8
58
--
23
--
19
--
8,2
--
14
4,6
32
57
11
2,4
57
27
16
5,5
34
42
18
22
6,6
1,9
29
27
54
50
16
23
1,7
-0,3
59
44
23
35
18
21
9,2
3,5
51
52
62
27
26
19
23
21
19
5,9
6,9
5,8
40
42
49
40
39
32
20
19
19
2,4
2,5
6,7
53
59
65
24
19
16
23
22
19
6,7
9,4
5,6
60
40
24
38
16
22
11,2
2,3
49
30
32
48
19
22
7,9
0,2
63
46
22
31
15
22
12,1
3,5
Nord Ovest
59
19
23
7,7
49
26
26
4,1
62
16
22
8,9
Nord Est
55
31
14
7,9
45
39
16
4,7
59
28
13
9,0
Centro
37
49
14
5,2
14
75
10
-0,1
51
33
17
8,4
Sud e Isole
46
29
25
2,2
36
49
15
2,9
48
25
27
2,1
SETTORI DI ATTIVITA'
Industrie alimentari
Industrie tessili, dell'abbigliamento e
delle calzature
Industrie del legno e del mobile
Industrie chimiche, petrolifere e delle
materie plastiche
Industrie dei metalli
Industrie elettriche ed elettroniche
Industrie meccaniche e dei mezzi di
trasporto
Altre industrie
stabilità
diminuzione
53
27
28
54
19
18
50
36
49
37
Imprese 50 dip. e oltre
aumento
TOTALE
- di cui: Artigianato
aumento
Imprese 1-49 dip.
var.%
var.%
aumento
stabilità
diminuzione
var.%
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera
La lettura dei dati dell’indagine conferma uno scenario ‘stagnante’ per il mantenimento e lo sviluppo delle aziende del settore,
soprattutto se raffrontati con quelli degli altri settori oggetto di indagine. Il segno meno è quasi esclusivamente ad appannaggio
delle industrie del legno e del mobile. I mesi successivi del 2011 non hanno migliorato la situazione nella nostra regione come
possiamo leggere dalla ‘fotografia’ dell’economia Umbra ‘scattata’ dalla Banca d’Italia e dalla stessa pubblicata nella serie:
Economie regionali - L’economia dell’Umbria - Aggiornamento congiunturale - Numero 33 - novembre 2011:
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
“Per l’economia umbra i segnali di ripresa che erano emersi alla fine del 2010 si sono progressivamente affievoliti nel corso
dell’anno. Nell’industria, al recupero degli ordini e della produzione nel primo semestre del 2011 ha fatto seguito un marcato
rallentamento nei mesi successivi. Le prospettive appaiono improntate a una elevata incertezza; i piani degli imprenditori per i
prossimi mesi hanno risentito in misura significativa delle recenti turbolenze dei mercati finanziari. In presenza di una capacità
produttiva ancora sottoutilizzata, gli investimenti hanno ristagnato e il contenuto recupero dell’occupazione è stato circoscritto ai
contratti di lavoro a tempo determinato. Si sono aggravate le difficoltà nell’edilizia, soprattutto nel comparto residenziale. Nei
servizi, il commercio ha risentito dell’andamento negativo della distribuzione tradizionale; i flussi turistici, pur restando inferiori
ai livelli precedenti la crisi, sono aumentati. L’espansione dei prestiti è stata rallentata dall’andamento dei finanziamenti alle
famiglie, soprattutto da parte dei primi cinque gruppi bancari nazionali. In presenza di una domanda ancora debole e finalizzata
prevalentemente alla ristrutturazione delle posizioni in essere, le banche hanno reso più selettive le condizioni di accesso al
credito, intervenendo soprattutto sui costi. Si è accentuato il deterioramento della qualità del credito, in particolare al comparto
produttivo. È proseguito il calo dei depositi bancari delle famiglie.”
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
Descrizione processi e loro evoluzione
Lavorativi
Va da se che, in linea generale quando parliamo di PMI artigiane, la caratteristica principale dell’economia della conoscenza è
rappresentata dalle trasformazioni dei processi lavorativi, che tendono ad essere sempre più caratterizzati da contenuti di conoscenza
in continua evoluzione, dalla rielaborazione di antiche conoscenze, da aspetti relazionali, di creatività e di iniziativa personale; tutte
componenti caratteristiche di quello che possiamo definire ‘lavoro di qualità’. Una delle variabili più importanti che determina il
successo di un’impresa, soprattutto di quelle artigiane e di piccole dimensioni, sono gli aspetti intangibili legati alle qualità personali, al
bagaglio di conoscenze e competenze condivise, al capitale umano, all’insieme delle relazioni di coloro che a vario titolo sono coinvolti
nel processo lavorativo, cioè all’insieme del saper essere e del saper fare delle persone ed alla capacità di mettere al centro delle
organizzazioni la conoscenza, come valori per i singoli e per la realtà aziendale. Il successo di un’impresa è determinato anche dalle
qualità, dalle conoscenze, dalle competenze e dal comportamento di chi vi lavora e dalle relazioni che, all’interno del contesto
lavorativo, si instaurano tra le persone. Il punto di forza delle attività artigianali è sicuramente legato alla notevole conoscenza tecnica,
all’elevato grado di specializzazione e all’alta qualità produttiva raggiunta. Tuttavia, nell’attuale contesto dell’economia globalizzata
questo modello è minato dalla consuetudine del lavoro isolato, con scarsa volontà di confronto, comunicazione e collaborazione. E’ in
tale direzione che il presente Piano Formativo intende agire, nella consapevolezza che le metodologie di trasferimento delle
competenze, di gestione delle differenze, incidono sia sui processi gestionali-organizzativi che su quelli tecnico-produttivi, collocandosi
pertanto in maniera trasversale rispetto ai fabbisogni di professionalità espressi dalle aziende del territorio. Il processo lavorativo e le
sue fasi del settore legno arredo si diversifica a seconda se l’attività lavorativa viene affidata o meno all’esterno e dalla specializzazione
delle imprese subfornitrici. La fase di progettazione viene svolta normalmente all'interno delle imprese che collocano sul mercato il
prodotto finito (mobilieri ad es.). All'interno delle lavorazioni di fase si distingue solitamente fra prima lavorazione (sezionatura,
squadratura, bordatura) e seconda lavorazione (carteggiatura, verniciatura, foratura). Tali fasi possono anche essere esternalizzate ad
imprese specializzate nel caso in cui le stesse richiedano l'utilizzo di macchinari specifici che i piccoli mobilieri non trovano conveniente
acquistare. I mobilieri che puntano maggiormente sulla qualità del prodotto finito tendono, invece, a re-internalizzare le seconde
lavorazioni, al fine di garantirsi un maggior controllo di qualità sul prodotto e la loro competitività è affidata alla flessibilità ed al
rapporto qualità/prezzo. I terzisti possono essere considerati secondo due tipologie:
 da un lato quelli con rapporti stabili (di rete) con i grandi mobilieri;
 dall'altro quelli che si muovono con maggiore libertà nell'assunzione delle commesse.
Questi ultimi rappresentano l'anello più debole del sistema, in quanto sono i primi a subire eventuali cali di domanda, ma sono anche
gli elementi che conferiscono maggiore flessibilità ai mobilieri. In alcuni casi, i piccoli terzisti instaurano rapporti di subfornitura con i
grandi terzisti piuttosto che con i produttori finali.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
Organizzativi
Innovazione
Per quanto riguarda il livello di organizzazione, il settore legno è caratterizzato dalla presenza di una notevole quantità di aziende,
generalmente di piccole e micro dimensioni, che operano nelle diverse fasi della lavorazione, ognuna con modalità produttive e
organizzazione spesso incentrata sulla propria tradizione, sulla propria storia. Si possono riscontrare alcuni casi identificabili come
filiere o distretti, ma si tratta di situazioni specifiche e isolate, mentre in generale si assiste a una forte frammentazione del settore e
alla difficoltà di costruire una vera filiera di sistema, magari basata su distretti territoriali specializzati (come nel caso dell’Alta Umbria e
la cooperativa SMAI, con la produzione del mobile in stile, anche se nello specifico non si tratta di una vera e propria filiera di
produzione ma di promozione del prodotto). In molti casi l’organizzazione interna dei processi e delle lavorazioni ha carattere
prettamente artigianale, sotto la guida diretta e il coordinamento dell’imprenditore (spesso anche lui occupato direttamente nella
produzione) e con processi e procedure rigidamente ancorate a tradizioni o prassi formatesi empiricamente e consolidatesi con la
ripetizione.
Se si eccettua la produzione del mobile “in Stile” che viene per lo più svolta internamente all’azienda, la frammentazione produttiva, in
questo settore come in ogni altro che abbia una filiera organizzata, porta le imprese, siano esse di produzione che terziste, a dover
rispondere ad esigenze organizzative complesse di integrazione sia dal punto di vista verticale della catena di filiera, in un dialogo tra
produttore e terzista, che orizzontale, nel dialogo tra produttori o tra terzisti e anche verso i fornitori degli uni e degli altri.
Allo stesso tempo, esse devono rispondere all’esigenza organizzativa volta all’adattamento esterno (promozione e raccordo funzionale
con i nuovi mercati di sbocco, integrazione fra aspetti di risolutività tecnica e aspetti commerciali).
In entrambi i casi, il processo organizzativo fondamentale riguarda le Risorse Umane, piuttosto che il prodotto e la tecnologia.
In un panorama produttivo dove domina la limitata dimensione media delle imprese con la prevalenza delle ditte individuali e società di
persone rispetto alle società di capitali, la risorsa umana polifunzionale e flessibile si rivela centrale e strategica sopratutto per quanto
riguarda le funzioni organizzative. Di particolare importanza, quindi, risultano le competenze dirette (comunicazione, marketing, etc) o
indirette (informatica, tecnologia innovativa di prodotto, etc) alla gestione dei rapporti nelle reti, siano esse d’impresa che commerciali.
In un contesto così articolato e parcellizzato, è quasi impossibile compiere un esame dettagliato dei tanti e differenti cicli produttivi e
delle numerose, differenti e continue innovazioni che pian piano stanno sempre più cambiando l’assetto produttivo ed organizzativo
delle aziende mobiliere. Ciò che ci si auspica, è di aver individuato gli indicatori messi in atto dalle PMI per essere sempre al passo,
internazionalmente concorrenziali e migliorare sempre più il già apprezzato “made in Italy".
Gli indicatori base che monitorano il processo produttivo dei mobili e le innovazioni in continua evoluzione sono così raggruppabili:
1.
Progettazione e design con la forte importanza data all'interazione tra progetto/prodotto, nonché tra progettista ed azienda
produttrice.
2.
Rivoluzione tecnologica dei materiali con forte impulso a favore dei progettisti ed aziende.
3.
Simultanea evoluzione delle tecniche operative e dei metodi di lavoro, con la comparsa di attrezzature, macchine ed impianti
sempre più flessibili e personalizzati.
4.
Trasformazione ed elementarizzazione dei cicli e dei processi produttivi con il forte impulso all’organizzazione aziendale ed
alla produzione, senza trascurare l’ingegnerizzazione del sistema produttivo con la successiva ricaduta sul prodotto.
5.
Sfrenata ricerca della specializzazione e sub fornitura di specialità per le singole fasi produttive con ricaduta sulla
frammentazione del sistema produttivo.
6.
Standardizzazione e semplificazione della produzione, nonché unificazione dei componenti elementari del prodotto.
7.
Forte e mirata distribuzione dei prodotti con le strategie di marketing utili per la completa conoscenza dei prodotti.
8.
Ruolo fondamentale della ricerca e dello sviluppo del prodotto, nonché di tutte le altre attività strategiche ed operative per
qualificare ed aumentare il plus valore dei prodotti.
9.
Accelerazione alla qualità di prodotto, intesa sia come certificazione del sistema aziendale (ISO 9000.2000) poco applicata
dalle aziende artigiane pesarsi, ma soprattutto del manufatto rispettando le normative tecniche comunitarie ed internazionali,
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ALLEGATO B
ma anche inizio a considerare la qualità nei confronti dell’ambiente (norme ISO 14.001); della conservazione del patrimonio
forestale e rintracciabilità del materiale legno (disciplinari standard FSC; PEFC), marcatura CE (ora solo per io serramenti),
per l’etica professionale non utilizzando lavoro minorile (norme SA 8.000); certificazione della gestione dei sistemi di
sicurezza aziendale (norme OHSAS 18001); certificazione dei siti internet (norme QWEB) e certificazione relativa alla
formazione professionale ed informazione. Tutto ciò, per fornire al cliente la garanzia dello standard del risultato del processo
produttivo ossia della qualità del sistema e dei manufatti e, non meno importante, per assicurare la sicurezza e conformità
all’uso dei prodotti immessi sul mercato.
Mercato
1. Progettazione e Design
Mentre fino a pochi anni fa il progettista eseguiva il progetto seguendo l'intuito e l'esperienza; da diversi anni il processo produttivo è
svolto sulla base di tecniche e metodi appropriati che permettono al designer di formulare, analizzare e risolvere nel modo più consono
e conveniente per l'azienda, i problemi progettuali che sorgono all'interno e all'esterno delle unità produttive.
Il nuovo designer progettista ha come priorità quella di curare la forma, le dimensioni, i materiali e conoscere sia le tecniche
costruttive, sia il processo produttivo esistente nell'azienda. Sono poche le aziende impegnate in attività di "ricerca applicata" e di
"sviluppo tecnologico di prodotto", mentre sono più che numerose le imprese che si caratterizzano per l'evoluzione organizzativa delle
attività progettuali che hanno determinato il più razionale processo di progettazione, oppure che attuano un sistema progettuale che,
seppure non completamente adeguato alle cambiate esigenze del mercato, sono in grado di rispondere alle esigenze. Si può asserire
che nel prossimo futuro non ci sarà molto spazio per le aziende che non sapranno coordinare l'attività del design e della produzione
con le altre funzioni aziendali, ossia che non integrano il design con il processo produttivo.
2.Materie prime, semilavorati ed accessori
L'applicazione delle nuove tecniche nella progettazione e la maggior penetrazione dell’industrial-design per la realizzazione e
costruzione di mobili ed arredi giungendo alla cosiddetta "rivoluzione tecnologica del materiale" consistente nella sempre più diffusa
sostituzione del legno naturale massiccio con altri materiali e prodotti sintetici (soprattutto semilavorati e componenti già pronti per
l'uso) realizzati da micro e piccole aziende per scopi specifici e con caratteri qualitativi peculiari.
Da questa nuova realtà, si può asserire che l'impiego dei nuovi materiali/semilavorati ha causato profonde modifiche nella struttura
aziendale, sia per ciò che concerne l'organizzazione interna che i nei rapporti tra imprese fornitrici ed utilizzatrici.
3.Impianti, macchine ed attrezzature
La razionalizzazione dell'attività produttiva e la standardizzazione dei componenti messa in atto nelle aziende del mobile è stata
possibile per la contemporanea ed accentuata specializzazione delle aziende produttrici di macchine, attrezzature ed impianti. Queste,
hanno messo a punto sistemi e tecniche di fabbricazione che hanno permesso di costituire il ciclo continuo di lavorazioni in linea, che
fino a pochi anni fa richiedeva un grosso contributo manuale. Un aspetto fondamentale che continua a facilitare lo sviluppo del
comparto macchine/impianti è il connubio tra la grande esperienza nel campo della meccanica e la profonda conoscenza del processo
di trasformazione tecnologica del legno, dei pannelli, dei semilavorati, prodotti adesivi e vernicianti.
Il progresso e le innovazioni tecnologiche per le macchine e gli impianti dipende dalla collaborazione tra aziende costruttrici e
utilizzatrici. Alle prime spetta il compito di realizzare la messa a punto delle attrezzature e la rispondenza alle peculiari necessità dei
vari tipi di produzione, alle seconde quello di svolgere un'attività nel promuovere il progresso tecnico. A fronte di ciò, non è certo
utopistico pensare che prossimamente l'innovazione tecnologica porterà al realizzo della cosiddetta "fabbrica a luci spente" in cui,
grazie alle tecniche informatiche come CAD; CAM e CIM, l'apporto degli addetti non sarà operativo ma di "controllo e supervisione
della linea".
4.Cambiamento dei processi di fabbricazione
La produzione di un mobile consiste nella costruzione di diversi elementi e che il prodotto spesso, consiste nel realizzare ante, spalle,
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ALLEGATO B
ripiani, basamenti e piani.
La continua integrazione tra le differenti aziende produttrici esistenti nel territorio e la più razionale progettazione e razionalizzazione
degli elementi e componenti del prodotto, sono gli input delle motivazioni tecnologiche che hanno indotto sia i produttori di
semilavorati che di macchine ed impianti, a ridisegnare, progettare e realizzare prodotti, attrezzature, macchine ed impianti che
rispondessero sempre più e meglio alle mutate esigenze. Pertanto, si assiste a processi produttivi molto differenziati per la
fabbricazione di mobili, arredi e complementi d’arredo.
Per quanto riguarda la ‘peculiarità’ dell’Umbria, il Mobile in Stile, c’è da ravvisare che nonostante nel territorio dell’Alta Umbria e l’Alta
Valle del Tevere, ovvero quello che ha la più alta concentrazione di realtà produttive specializzate nella realizzazione di mobili in stile, ,
le aziende si sono in un certo senso “organizzate” per la promozione e commercializzazione dei propri prodotti (Consorzio SMAI) e,
nonostante si sia arrivati di recente a riconoscere la qualità e la tipicità del prodotto artigianale del mobile in stile Umbro in
Italia e all’estero (Istituzione del “Marchio del ‘mobile in stile’ prodotto nei comuni di: Città di castello, San Giustino, Citerna,
Umbertide, Pietralunga, Montone, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Gubbio”), molte imprese risultano tuttora ancorate a
vecchi schemi di relazione con il mercato, centrati sulla localizzazione e il contatto diretto e personale con il cliente, basati su schemi
tradizionali di commercializzazione. La mancanza di una vera cultura imprenditoriale centrata sullo sviluppo strategico ha limitato la
crescita del settore e quindi la penetrazione dei mercati non solo locali; questo approccio ‘tradizionale’ si rispecchia anche nella
difficoltà di andare oltre il quotidiano: nell’ambito dei nuovi orizzonti di sviluppo dell’utilizzo del legno nell’edilizia, le aziende, ad
esempio, non pongono in essere azioni promozionali verso progettisti, architetti o altre figure professionali simili, pur riconoscendoli
molto influenti, e non sono portatori di vision e strategie sviluppo.
Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
Tecnologie
Il settore legno ha visto negli anni l’ingresso e la sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie di lavorazione, basate su
macchine a controllo numerico e la diffusione delle ICT in tutte le fasi produttive, dalla progettazione, alla realizzazione e fino alla
logistica e alla commercializzazione. Ed è proprio alle ICT che va rivolta l’attenzione, e soprattutto alle professionalità ad essa
collegate (design, grafica, progettazione, marketing, etc) che forniscono una sostanziale spinta dal punto di vista commerciale, in un
momento storico ovviamente rivolto al virtuale e alla rapida e ampia diffusione delle informazioni.
A queste nuove tecnologie si sono aggiunte innovazioni riguardanti la lavorazione, con nuovi prodotti (colle, vernici, ecc.) e nuove
modalità di realizzare semi-lavorati e prodotti finiti (procedure di lavorazione e assemblaggio specifiche, …). Introdurre e integrare tali
tecnologie nell’azienda costituisce non solo un fattore di vantaggio competitivo, ma in molti casi è una necessità se si vuole competere
con concorrenti nazionali e internazionali che offrono prodotti a basso costo, spesso grazie al ricorso a situazioni e condizioni di costi
più favorevoli.
Dal punto di vista delle tecnologie costruttive e di prodotto, uno degli ambiti più interessanti, come già rimarcato, è costituito dal
nuovo trend dell’edilizia in legno.
L’innovazione è una delle leve decisive per portare il sistema regionale del settore del legno verso posizioni di forza nel contesto
competitivo nazionale ed internazionale. Una robusta capacità innovativa, ad esempio, consentirebbe a diverse imprese di superare
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ALLEGATO B
Prodotto/i
definitivamente la fase in cui l’internazionalizzazione è limitata a una modesta attività di export spesso occasionale. Attualmente, non
tutti gli aspetti dell’innovazione appaiono presidiati: se da una parte vengono effettuati investimenti in macchinari, che comportano
dunque miglioramenti anche nel prodotto, dall’altra l’organizzazione della produzione rimane un anello debole della catena del valore.
Rilevante è poi sia la ricerca e l’innovazione su materiali alternativi al legno (vetro, plastica, alluminio, ecc.), mirante ad arricchire la
varietà del prodotto, sia il design, riguardo al quale appare crescente e sempre più stretta la collaborazione con designer esterni,
anche di fama nazionale e internazionale, considerati sempre più importanti nel settore. La spinta all’innovazione della struttura
organizzativa appare invece più debole. Non particolarmente forte è poi il ricorso all’ ICT, che potrebbe intervenire risolutivamente in
molte delle debolezze del sistema produttivo, sia per quel che riguarda l’organizzazione della produzione che per quanto concerne il
servizio correlato alla vendita. Anche nel comparto del mobile, come negli altri settori, si rendono infatti sempre più necessari i supporti
informatici: il cliente vuole progettare il proprio arredamento prima di procedere all’acquisto, per avere soluzioni ottimali e in linea con
i suoi bisogni. Inoltre, deve essere garantita un’ampia serie di servizi connessi alla vendita, quali il ritiro dell’usato, la consegna, il
montaggio. Attualmente queste attività sono gestite dalla distribuzione, per cui la loro qualità non può essere controllata dalle imprese
produttrici; questo fatto può compromettere la qualità totale (reale o percepita) del bene venduto, facendo perdere di competitività il
prodotto. Il superamento di questa divisione può essere supportato dall’innovazione tecnologica e dall’utilizzo delle ICT, che collegano
la filiera con la distribuzione e favoriscono la nascita di rapporti tra i soggetti, allo scopo di migliorare il servizio di vendita e anche il
prodotto, promuovendone la progettazione coordinata.
Abbiamo già detto come in Umbria oltre un terzo delle aziende del settore producono mobili in legno per la casa ed un altro terzo circa
sono aziende di subfornitura. E’ interessante notare come il restante terzo diversifichi le proprie produzioni spaziando a 360° nelle
possibilità offerte dal mercato, si va dalla produzione di mobili imbottiti (poltrone, divani, sofà), alla produzione di sedie o altri singoli
componenti tipo tavoli, che utilizzano ed integrano al legno materiali diversi, dalla produzione di porte ed infissi alla produzione di
‘casette’ in legno (questa attività ha risentito della ulteriore spinta di mercato rappresentata dagli eventi sismici nelle Marche ed in
Umbria ma pure di recente in Abruzzo), e altro ancora.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
L’analisi di contesto e l’approfondimento dei gap formativi condotti mettono in evidenza il bisogno di crescere le abilità degli
operatori del settore nell’ambito della creazione di maggiori relazioni e sistemi di collaborazione, sia di filiera sia di distretto. Si
tratta di abilità chiave per la crescita dell’intero settore. Accanto a tali abilità di tipo relazionale, è necessario aiutare le imprese a
individuare progetti catalizzatori di piccole e grandi dimensioni, stimolare la capacità di dialogo e collaborazione, agevolando il
relazionarsi con attori che non fanno ancora rete, suggerire spazi di mercato inesplorati, coordinare l’immagine e individuare
nuove opportunità in un mercato che, al di là della crisi attuale, vede spazi ancora molto interessanti, nonostante le dimensioni
ridotte delle aziende umbre. Questo può essere ottenuto attraverso azioni formative centrate su competenze manageriali,
organizzative e di tipo strategico.
Relazionali
Dal punto di vista relazionale si riscontra la necessità di:
 sviluppare la capacità di gestione di gruppi di lavoro, in un’ottica di condivisione degli obiettivi, di pianificazione delle
attività, di distribuzione dei carichi di lavoro e di rispetto dei tempi nel caso di sub fornitura;
 sviluppare maggiore consapevolezza rispetto al proprio ruolo all’interno dell’impresa;
 sviluppare maggiore capacità di diagnosi sulle competenze e le potenzialità delle risorse umane disponibili e necessarie
all’attuazione delle strategie aziendali pianificate;
 sviluppare maggiore capacità di autodiagnosi rispetto alle competenze possedute e ai comportamenti professionali
tenuti, in un’ottica di miglioramento dell’efficacia ed efficienza e di soddisfazione professionale individuale e collettiva.
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ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
Così come indicato nelle Linee Guida PFS Nazionale, per il settore Legno è possibile descrivere e distinguere in due macroaree
i diversi ambiti di attività:Supporto alla gestione - Supporto alla produzione
Queste due macroaree definiscono in maniera teorica i macroprocessi operativi, sulla base dei quali leggere e interpretare i
fabbisogni e la domanda formativa del settore di riferimento. Di conseguenza, i due ambiti generali in base ai quali organizzare e
pianificare interventi di formazione continua sono:
 macroprocesso gestionale-organizzativo
 macroprocesso tecnico-produttivo
Di processo
Per quanto riguarda il macroprocesso gestionale-organizzativo i principali ambiti di intervento sono:
 pianificazione strategica e direzione aziendale,
 gestione commerciale,
 gestione degli approvvigionamenti,
 gestione segretariale,
 gestione delle risorse umane,
 gestione economico-finanziaria,
 sicurezza ambiente e gestione rifiuti,
 organizzazione della produzione e produzione,
 gestione del sistema qualità,
 gestione del magazzino e della logistica,
 erogazione del servizio,
 gestione delle nuove tecnologie dell’ITC nella gestione e organizzazione del lavoro,
 gestione dei processi di terziarizzazione ed outsourcing.
Per quanto riguarda il macroprocesso tecnico-produttivo, i principali ambiti sono:
 progettazione e disegno,
 il processo produttivo: produzione, automazione e specializzazione,
 il processo di erogazione del servizio,
 innovazione dei prodotti e dei servizi,
 innovazione delle procedure di intervento,
 nuove tecnologie dell’ICT nella gestione e nella produzione,
 installazione,
 sicurezza e ambiente,
 qualità.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – Invito 1° – 2011 Linea 1 “SVILUPPO TERRITORIALE”
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ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
(altro)
Anche il settore del Legno Arredo ha conosciuto, nell’ultimo decennio, il fenomeno dell’incremento di manodopera straniera
spesso con scarse competenze linguistiche e culturali necessarie invece per comprendere i propri ruoli e mansioni, per assimilare
al meglio le norme in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni, per favorire quei processi di integrazione che
consentono, se non altro, un maggior spirito collaborativo che in aziende di piccole dimensioni diventa il motore principale.
Pertanto sarebbero auspicabili azioni formative rivolte a questi lavoratori per l’acquisizione di nuove competenze.
Inoltre, c’è da prevenire il problema degli over 45 e la loro vulnerabilità nell’uscire dal mercato del lavoro in tempi di crisi come
questo, riqualificandoli con interventi mirati, quando ancora sono in azienda, per consentire loro di mantenere il proprio livello di
occupabilità.
Descrizione processi di apprendimento
I requisiti di qualità
I requisiti, che stanno alla base della qualità formativa, si basano su cinque aspetti di ordine generale che cercano di rispondere ai fabbisogni e alla
domanda di formazione espressi dalle imprese e dai lavoratori. E’ opportuno che tali requisiti siano sempre ben presenti e soddisfatti nella ideazione e nella
progettazione di interventi formativi:
 Proporre e definire obiettivi formativi specifici, che diano luogo a risultati attesi e strategici, con una chiara visione del punto da cui si è partiti e
del punto di arrivo, cioè del "sapere fare dopo";
 Progettare interventi di formazione in cui le conoscenze e le competenze acquisibili e acquisite si possano rendere esplicite e riconoscere
all’interno dei contesti professionali e lavorativi di riferimento;
 Avere sempre chiaro e ben definito il target a cui si rivolge l’intervento di formazione (persone, settori, aziende, ruoli), individuando la modalità di
erogazione più opportuna e adeguata;
 Distinguere sempre chiaramente i contenuti della formazione, differenziando almeno i due macroprocessi principali di intervento e pianificando gli
interventi sulla base di essi;
 Predisporre modalità di erogazione della formazione di tipo continuo, brevi ma ripetuti nel tempo.
Metodologie
Il Piano formativo vuole privilegiare l’attuazione di metodologie attive che garantiscano ai singoli soggetti coinvolti di porsi come
“promotori” stessi dell’azione formativa. Essendo volte a respingere il ruolo passivo, tali strategie formative tendono a stimolare
una loro partecipazione attiva, sentita e consapevole.
Utilizzando un approccio metodologico prevalentemente basato sui principi dell’“apprendere attraverso il fare”, l’obiettivo
diventa, da un lato, quello di sviluppare conoscenze e metodologie coerenti non solo con le esigenze del lavoro e della prassi
professionale, ma anche con le aspettative, le competenze pregresse e le motivazioni dei lavoratori e, dall’altro, quello di
ancorare i singoli progetti formativi alla realtà concreta (di lavoro e organizzativa) dell’azienda, promuovendo il collegamento
stretto fra il processo di apprendimento individuale e i cambiamenti organizzativi attesi. Sulla scorta di tale impostazione,
modalità d’apprendimento quali “giochi di ruolo”, “analisi di casi”, “work-group”, assieme ad esercitazioni pratiche individuali e
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ALLEGATO B
di gruppo possono rendere l'acquisizione concettuale interattiva e duratura nel tempo.
Tenendo ben presenti i “Fabbisogni di Apprendimento”, intesi come l’insieme delle condizioni necessarie per rendere la
formazione coerente con i funzionamenti e le percezioni degli attori cui la formazione si rivolge, sono da intendersi preferibili le
seguenti pratiche metodologiche:
 l’integrazione degli attori di impresa (imprenditori artigiani + lavoratori) nei contesti formativi formali (aula), attraverso
forme metodologiche che rafforzino i processi di trasmissione dei saperi chiave e di apprendimento collettivo (una sorta
di Gestione della Conoscenza);
 l’integrazione fra forme di apprendimento formali e non formali (fra aula e “training on the job”, piuttosto che tra FAD o
Coaching ad esempio), di modo che i primi servano a migliorare i modi con cui sono svolti i secondi;
 l’acquisizione della capacità di gestione delle competenze acquisite.
Strumenti
Pertanto, accanto alle metodologie più tradizionali, ciascun intervento dovrà orientarsi verso un’integrazione tra alcuni approcci
alternativi strettamente coerenti e funzionali al conseguimento degli obiettivi generali dei differenti interventi formativi,
nell’intento di creare una reale comunità di pratiche e di apprendimento.
L’attuazione di un approccio metodologico integrato è da intendersi come la traduzione immediata dei contenuti appresi in
attività pratiche realizzate dai partecipanti, costituendo allo stesso tempo un importante strumento di verifica sia in itinere,
relativamente agli obiettivi dei singoli progetti/unità formative, sia alla conclusione del percorso, in funzione della potenziale
adozione di un sistema di certificazione (dichiarazione) di competenze.
In funzione degli argomenti specifici che verranno individuati all’interno dei singoli progetti rispondenti al presente Piano,
dovranno essere utilizzati strumenti e materiali idonei allo svolgimento dei singoli percorsi e delle unità formative. In via
esclusivamente esemplificativa vengono individuati strumenti quali:
 lavagne luminose;
 lavagne a fogli mobili;
 PC con videoproiettore;
 dispense strutturate, abstract legislativi, testi specialistici.
In relazione all’utilizzo di laboratori tecnici, professionali e della attività di training on the job:
 attrezzature
 impianti
 strumentazioni tecniche
Modalità
organizzative
I progetti rispondenti al presente Piano dovranno prevedere, in linea generale, modalità organizzative rispondenti alle richieste
del Fondo e, in particolare, quelle indicate nell’ Invito 1 - 2011.
I progetti, in linea generale, dovranno prevedere che l’ente gestore disponga di adeguate risorse organizzative capaci di gestire
i seguenti processi:
 Il coordinamento didattico ed organizzativo nelle relazioni con i partecipanti.
 L’amministrazione e la gestione delle relazioni con l’ente finanziatore.
 La valutazione dei risultati e validazione del percorso formativo.
 La predisposizione della documentazione per la rendicontazione amministrativa e didattica.
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A sostegno dei percorsi formativi dovranno essere previste, inoltre, delle attività di Orientamento inteso come azione formativa
mirante a mettere in grado gli allievi ad orientarsi nella propria realtà aziendale e nello specifico posto di lavoro fornendo loro
non solo le motivazioni che devono tradursi nell’adesione a un percorso di cambiamento personale, ma che deve, anche,
trasferirsi nell’azienda di appartenenza attraverso l’apprendimento di nuove logiche, approcci, strumenti e la costruzione e
consolidamento di relazioni virtuose di esempio ed emulazione.
La specifica attenzione a questo tema è determinata dalla consapevolezza che le attività di orientamento possono svolgere un
ruolo centrale nell'azione formativa, sia per il recupero di situazioni negative (demotivazione allo studio, scarso rendimento,
vissuti di disagio), sia per la valorizzazione e promozione di diversi tipi di attitudini e interessi personali degli allievi.
L’orientamento andrà svolto, quindi, mirando ai seguenti obiettivi:
 Formare abilità e capacità funzionali al "saper scegliere" nelle situazioni del quotidiano come nelle situazioni a
maggior grado di complessità.
 Promuovere capacità di impostazione e di soluzione dei problemi.
 Riconoscere le competenze di base acquisite e motivare ad ulteriori approfondimenti.
L'azione orientativa, quindi, si configura come azione di Counseling individuale. Sviluppata in un colloquio di orientamento
empowerment oriented, in diversi momenti del percorso formativo.
Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
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Contenuti formativi da sviluppare
Sulla scorta di quando detto finora, risulta fondamentale sostenere interventi formativi strutturati, ovvero che comprendano l’acquisizione di
competenze sia professionalizzanti, ma anche e soprattutto “trasversali”, ad integrazione delle carenze/differenze conoscitive (disomogeneità di
preparazione tecnica e culturale dell’utenza, ad esempio) che formano il substrato necessario per migliorare le prestazioni professionali.
Pertanto, vengono individuati “ambiti di intervento” a cui i progetti formativi che faranno riferimento al presente Piano dovranno ricondursi,
sviluppando conoscenze e competenze attraverso percorsi integrati e articolati, con momenti trasversali e professionalizzanti:
 Pianificazione strategica e organizzativa: riguarda tutte le conoscenze che permettono di effettuare un’analisi del presente ed una
pianificazione del futuro dell’impresa, sotto tutti i punti di vista, sia tecnico (ricerca e sviluppo, redazione business plan, pianificazione di
azioni di riconversione, innovazione o ampliamento di mercato dell’impresa, analisi di fabbisogno, valutazioni economico-finanziarie,
controllo di gestione, sviluppo delle risorse umane, etc);
 Internazionalizzazione: riguarda tutti quegli interventi atti a favorire ed assistere le aziende nei processi di ricerca di mercati di sbocco
all’estero;
 Gestione risorse umane: riguardano gli interventi volti a migliorare i processi lavorativi attraverso il corretto utilizzo del potenziale fornito
dalle risorse umane presenti e da inserire intervenendo nello sviluppo di competenze attraverso anche una corretta lettura delle aspettative
e delle potenzialità possedute dalle singole persone (selezione del personale, valutazione delle competenze in funzione dei ruoli lavorativi,
valutazione della qualità, gestione dei team di lavoro, valutazione e promozione delle prestazioni, gestione dei fornitori, tecniche di
relazione, gestione dei clienti e della comunicazione, etc);
 Gestione commerciale: questo ambito comprende sia le attività riguardanti il mercato esterno (marketing, tecniche di vendita, visual
merchandising, esposizioni pubbliche, analisi dei mercati, etc) che la gestione del mercato interno di filiera (marketing, gestione delle reti di
imprese, gestione organizzativa dei fornitori e dei clienti, relazioni con i clienti e comunicazione, gestione reclami, valutazione della qualità
dei servizi, customer satisfaction, etc);
 Produzione ed erogazione del servizio: comprende qualunque attività attenga al processo produttivo, sia esso prodotto o servizio
(competenze tecniche relative a impianti, apparecchiature, manutenzione e utilizzo, software specifici, applicazione della normativa sulla
sicurezza e sulla tutela ambientale, gestione dei rifiuti, utilizzo di materiali eco-compatibili, valutazione della qualità del servizio, customer
satisfaction, etc);
 Innovazione di prodotto e di processo: interessa soprattutto gli interventi che sostengono i processi di riconversione, riqualificazione o
rinnovo aziendale (ricerca e sviluppo, gestione marchi e brevetti, certificazione qualità, organizzazione processi lavorativi e organizzativi,
sviluppo di figure professionali innovative e/o polifunzionali, riqualificazione professionale del personale, etc).
 Politiche di genere: rientrano in questo ambito gli interventi a favore di lavoratori over 45 ed immigrati. Aggiornamento/riqualificazione
per i primi, competenze linguistiche e culturali atti a favorire il loro processo di integrazione in Italia per i secondi.
 Gestione degli aspetti legati alla sicurezza ed all’ambiente
 Gestione della Qualità
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Priorità dell’intervento
“PREVENTIVO”:
 anticipare i bisogni di formazione
 aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
 adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATIVO”:
 rispondere ai bisogni formativi specifici
 riqualificare i lavoratori
 aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
 acquisire nuove qualificazioni professionali
Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell’azione
Ruoli
Come per molte attività artigiane, i confini di un ruolo da un altro sono difficilmente distinguibili in aziende di medio piccole
dimensioni come quelle che caratterizzano il Settore Legno Arredamento in Umbria. In un’economia regionale come la nostra, è
ovvio, pertanto, che un dipendente ricopra più ruoli, così come è facile trovare lo stesso titolare che lavora direttamente alla
produzione, oltre a dirigere, organizzare, pianificare, gestire i clienti e i fornitori, etc.
D’altra parte, lo stesso mercato del lavoro promuove ormai da tempo la flessibilità professionale, ossia la capacità di ricoprire
più ruoli allo stesso tempo.
Là dove il numero dei dipendenti aumenta, si strutturano i processi e con essi i ruoli. Più piccola è l’impresa, meno definiti sono i
ruoli.
Alla luce di tali considerazioni è pertanto difficile definire dei ruoli specifici, se non quelli tradizionali e facilmente riscontrabili in
ogni realtà imprenditoriale del territorio, per quanto grande, piccola o piccolissima che sia. Pertanto il personale destinatario
degli interventi sarà:
Personale tecnico: addetti alla produzione/erogazione servizio, commerciali, assistenza, etc;
Personale impiegatizio: amministrativo, contabile, progettisti, commerciale, etc;
Personale dirigente: titolari/soci, dirigenti, quadri, responsabili di area, di processo, di comparto, etc.
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Vale il discorso fatto sopra per i ruoli e l’impossibilità di distinguerli. In linea generale quindi i profili professionali destinatari della
formazione sono tutti gli quelli del sistema Legno-Arredamento (vedi elenco sotto), comprendendo le figure lungo l’intera filiera e
dell’intero ciclo produttivo, dal commerciale alla progettazione, dalla pianificazione alle figure coinvolte in produzione, installazione e
manutenzione, fino alle figure in ruoli dirigenziali (con compiti di carattere strategico e direttivo), di controllo e certificazione di qualità
e di collegamento e collaborazione con tutti gli altri soggetti della filiera, soggetti della ricerca e altri che a qualsiasi titolo
contribuiscono alla mission aziendale ed allo sviluppo del settore.
Le figure professionali specializzate ritenute necessarie per le aziende artigianali impegnate nella fabbricazione di mobilie sono 25 ed
interessano sia l’area progettuale che quelle tecnica, produttiva (in tutte le sue sfaccettature), tecnico-commerciale e della finitura;
seguite da figure professionali legate agli aspetti della qualità e sicurezza per concludersi con le tipiche figure professionali specifiche
per la tappezzeria ed i serramenti, come visibili nello schema che segue:
Profili
professionali
Figura Professionale
Designer / Progettista
Responsabile di produzione (programmazione e tempistica produzione)
Mobiliere Polifunzionale (Jolly)
Conoscitore utilizzatore sistemi software per le macchine (ad es. CAM)
Verniciatore Laccatore
Ufficio Tecnico / Sviluppo prodotto (ingegnerizzazione del prodotto)
Mobiliere Ebanista (Falegname Finito)
Conoscitore utilizzatore sistemi informatici per disegno (ad es. CAD)
Agente Tecnico – Commerciale
Arredatore / Interior designer
Mobiliere Macchinista
Mobiliere Conduttore linea/C entri lavoro (es. Squadrabordatrice)
Manutentore sistemi, macchine, attrezzature; accessori, utensili.
Responsabile qualità di Sistema; Processo /Prodotto / Sicurezza
Montatore Mobili/Arredi/Allestimenti
Verniciatore Indoratore
Verniciatore Trattamenti superfici (Invecchiamento ecc.)
Mobiliere Intagliatore / Intarsiatore
Allestitore ambienti (Hotel, Natanti, Camper, Roulotte, Contract, ecc)
Tappezziere Taglio e cucito stoffe, pelli e tessuti per mobili imbottiti
Tappezziere per Preparazione semilavorati per mobili imbottiti)
Tappezziere Assemblatore mobili imbottiti
Falegname per fusti e scocche di mobili imbottiti
Serramentista (Operatore alla produzione)
Montatore Serramenti Esterni /Interni
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ALLEGATO B
AZIENDE/TERRITORI
(descrizione dei bacini di riferimento e
Aziende del settore Legno Arredamento (Codd. ATECO 2007 C 16 e sottocategorie; C 31 e sottocategorie) aderenti
al Fondartigianato che operano nell’intero territorio della regione Umbria.
della tipologia, numero delle aziende e dei
territori interessati)
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
Piano Formativo)
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ALLEGATO B
Timbro e Firme in originale
PARTI SOCIALI
Perugia, 19 marzo 2012
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