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AMBIENTE E AGRICOLTURA CONCETTO DI “ECOLOGIA” Ecologia è un termine usato fin dal secolo scorso per definire la scienza che studia i rapporti fra organismi viventi e l'ambiente in cui questi organismi vivono. E' una scienza quindi che si basa in particolare sulle osservazioni dirette e che utilizza sia i metodi tradizionali dei naturalisti (classificazione delle specie, studio dei comportamenti, ecc.) sia modelli matematici in grado di simulare la dinamica ambientale. DEFINIZIONE DI ECOSISTEMA L'insieme di ambiente e organismi viventi che interagiscono tra loro in modo continuo formano l'ecosistema. Per un cacciatore conoscere tale realtà ambientale è molto importante. Un ecosistema può essere limitato ad una pozza d'acqua o comprendere tutta la Terra (biosfera). I suoi componenti sono: - Lo spazio che occupa (terra, acqua, aria), comprensivo di tutti i suoi fattori ecologici di tipo chimico-fisico, quali luce, temperatura, pressione, componenti del suolo, umidità, ecc. Questo spazio ben caratterizzato viene definito biotopo. - L'insieme di vegetali ed animali che vivono in questo spazio ambientale viene definito biocenosi. La selvaggina fa parte, assieme a tutte le altre forme animali e vegetali, della comunità vivente (biocenosi). Quest`ultima, assieme alle componenti non viventi (ambiente) che sono rappresentate ad esempio dal terreno, dalle rocce, dall’acqua, dall’aria o dalla luce, formano l`ecosistema. Biocenosi + Ambiente = ECOSISTEMA CATENA ALIMENTARE I legami all’interno dell’ecosistema fra le diverse comunità o componenti formano complesse catene e cicli. In un ecosistema tutto sta in stretta relazione, per cui ogni cambiamento si ripercuote in un modo più o meno marcato sulle componenti dell’ecosistema stesso, influenzandone l’equilibrio.La catena alimentare o il ciclo energetico della vita può essere identificata come segue: - Produttori, cioè gli organismi vegetali autotrofi (le piante) che attraverso la fotosintesi immagazzinano l'energia luminosa del sole trasformandola in energia chimica (zuccheri), ottenendo come prodotto di rifiuto l'ossigeno, utilizzato poi dalla maggior parte degli organismi viventi. -Consumatori di 1° ordine, che si nutrono di vegetali. (erbivori) -Consumatori di 2° ordine che si nutrono dei consumatori di 1° ordine (predatori di erbivori). -Consumatori di 3° ordine che si nutrono dei consumatori di 2° ordine (predatori di carnivori). -Decompositori, cioè organismi quali le muffe e i batteri che decompongono gli organismi morti (vegetali e animali) in sostanze inorganiche (sali minerali, ammoniaca) che tornano al terreno a disposizione dei produttori. Da qui il ciclo ricomincia... I rapporti preda - predatore rientrano nel contesto alimentare e qui ci sono molteplici esempi delle ripercussioni che l’abbondanza di una determinata specie può avere sul suo diretto predatore. Nell’esempio proposto l’aumento di una popolazione di topi, porta ad un maggior successo riproduttivo in una popolazione di rapaci notturni. Per contro, se la disponibilità alimentare è ridotta, delle 4 uova deposte da ogni copia solo un piccolo o addirittura nessuno riuscirà ad essere svezzato, comportando la diminuzione dei predatori. In un ambiente naturale si crea quindi un’oscillazione periodica tra gli effettivi delle prede e quelle dei predatori. In generale comunque un predatore naturale non arriverà mai ad annientare o estinguere la sua preda cosa che invece può fare l’uomo. Infatti se una preda diventa troppo rara per il predatore non sarà più redditizio cacciarla e quindi si rivolgerà ad altre fonti di nutrimento o sarà condannato all’estinzione. Un ecosistema è bilanciato e vitale quando tutte le componenti del ciclo sono equamente rappresentate ed attive. Mancando anche una sola componente, l'equilibrio verrebbe alterato e gli sviluppi potrebbero essere devastanti; ad esempio, in caso di mancanza di predatori l’incremento numerico delle prede sarebbe incontrollato a discapito della componente vegetale (es. I cinghiali). L'HABITAT L'ambiente idoneo dove un organismo vive rappresenta il suo habitat: può essere terrestre, nell'acqua, o nell'aria. LA NICCHIA ECOLOGICA L'habitat deve soddisfare tutte le necessità di un organismo: deve fornirgli cibo e protezione e dargli la possibilità di riprodursi. Ogni organismo svolge nel proprio habitat la sua professione, occupa cioè la propria nicchia ecologica. LA POPOLAZIONE Un gruppo di organismi della stessa specie che vive nello stesso habitat costituisce una popolazione. LE COMUNITÀ Nello stesso habitat possono vivere insieme molte differenti popolazioni di organismi diversi. Esse costituiscono una comunità. L'insieme di una comunità e dell'ambiente non vivente (suolo, aria, luce, temperatura, sali minerali, ecc.) con qui essa è in relazione di reciproca dipendenza costituisce un ecosistema: lo stagno, per esempio, è un ecosistema. BIOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA Il primo passo per un cacciatore verso la ricerca di una determinata specie è rappresentato dalla risposta ad alcune domande basilari. Dobbiamo ad esempio domandarci: Dove troviamo una determinata specie? Bisogna conoscere la sua distribuzione e l’habitat in cui vive. Quanti individui sono presenti su una determinata superficie? Dobbiamo avere un idea dei suoi effettivi (stima); saper riconoscere l’animale secondo il sesso e, se possibile l’età. Come vive una determinata specie? Bisogna osservarla, conoscere il suo ciclo biologico, il suo comportamento sessuale e sociale, e le sue abitudini. Perché la troviamo in questo posto? Questa domanda è sicuramente più complessa, in quanto dobbiamo scoprire i fattori che determinano la distribuzione sul territorio. Dobbiamo prendere in considerazione i fattori fisici come ad esempio la luce o la temperatura; i fattori ecologici; come ad esempio la presenza del bosco, dei pascoli o di determinate specie di piante; i disturbi; la concorrenza con altre specie e via di seguito. Si entra così sempre più nei dettagli delle connessioni tra l’animale e l’ambiente che lo circonda e ci si rende conto che tutto è collegato in un complesso di relazioni cicliche di tipo causa ed effetto. AMBIENTI DI CACCIA Gli scenari della pratica venatoria sono abbastanza vari e diversificati e comprendono i principali ecosistemi presenti nella nostra regione, e possono essere distinti in maniera semplificata nelle suddette zone: INCOLTI: sono delle zone ondulate con rilievi e depressioni destinate a pascolo, e non idonei alla coltivazione, presentano essenze erbacee e arbustive spontanee; rappresentano luoghi ideali per il rifugio e la riproduzione della fauna selvatica, di conseguenza risultano essere luoghi ideali per la caccia. COLTURE ERBACEE: sono caratterizzati dalle coltivazioni di essenze a scopo agricolo alimentare o zootecnico (frumento, avena, fieno). L’attività venatoria in queste zone si svolge solamente nel periodo dopo la raccolta nei cosiddetti residui colturali o stoppie, in quanto dalla semina al momento del raccolto sono considerati “colture in atto” quindi la caccia è vietata. Una caccia tipica che si svolge nelle stoppie e quella alla Quaglia. BOSCHI NATURALI: i boschi naturali della nostra regione sono caratterizzati dalla cosiddetta “macchia mediterranea” che è una formazione vegetale tipica della fascia altimetrica che va dalla costa all’alta collina. Questa è formata principalmente da arbusti( ginestre, ginepri)e alberi di basso fusto (roverella, frassino). ZONE UMIDE: si definiscono “zone umide “tutti gli acquitrini, le paludi, le torbiere, le acque libere naturali e artificiali, temporanee o permanenti, ferme o correnti, dolci, salmastre o salate, inclusi i tratti di mare la cui profondità durante la bassa marea non sia superiore ai sei metri”. Le zone umide in Sicilia ad oggi non sono molto abbondanti, infatti, per motivi legati a scelte economiche o per problemi socio-sanitari sono state distrutte su ampia scala, la maggiore scomparsa degli ambienti umidi è avvenuta tra il 1920 ed il 1950. Gli invasi artificiali, realizzati nell’ultimo trentennio mediante la costruzione di dighe per l’utilizzo delle acque in agricoltura e per fini potabili, ne costituiscono la maggior parte. Le zone umide sono ambienti di altissima valenza ambientale, cui sono legate moltissime specie di uccelli acquatici. COLTURE ARBOREE SPECIALIZZATE: Le colture arboree sono rappresentate dai frutteti (pescheti, noccioleti, agrumeti) gli oliveti e i vigneti. Ai fini dell’esercizio venatorio, è importante ricordare che queste colture sono “in atto” (quindi vietati alla caccia) dalla fioritura al raccolto, ed in alcuni casi in maniera permanente (limoneti). La fauna è caratterizzata da turdidi, BOSCHI D’ALTO FUSTO: In Sicilia i boschi di alto fusto sono caratterizzati per lo più da impianti artificiali di conifere (demani forestali e ex zone di occupazione temporanee) e da impianti di eucalipptus nella zone centrale dell’isola. Questi boschi anche se di poco pregio naturalistico sono ottimi rifugi per la fauna migratoria. (colombacci, tortore e beccacce) PRATI E PASCOLI MONTANI: questi prati e pascoli sono rappresentati da quelle zone lasciate libere dai boschi nelle montagne più alte. Sono caratterizzati dalla presenza di una vegetazione erbacea poco sviluppata. La fauna è caratterizzata dalla presenza della lepre e risulta l’habitat ideale per la Coturnice siciliana. TUTELA DELL’AMBIENTE Il cacciatore durante lo svolgimento dell’attività venatoria deve stare molto attento non solo a non procurare danni all’ambiente in genere, dovuti ad esempio all’abbandono di mozziconi di sigarette, di rifiuti ecc.; ma anche a non danneggiare le produzioni agricole, quindi bisogna stare molto attenti a non calpestare coltivazioni in atto, asportare frutta e maltrattare piante, sia di persona che con il cane o con gli spari. Solo rispettando queste regole il cacciatore potrà assumere quel ruolo importantissimo nella tutela ambientale e divenire talaltro il maggiore alleato degli agricoltori per la salvaguardia e lo sviluppo dell’ambiente e quindi e della fauna selvatica; condizione indispensabile e prioritaria per continuare ad esercitare con gratificazione l’attività venatoria. ARMI E MINIZIONI DA CACCIA Nella pratica della caccia l’arma assume un’importanza fondamentale, occorre pertanto conoscerne a fondo le componenti e il funzionamento, in modo da poterla usare con l’indispensabile sicurezza. Usare in libertà un’arma, impone una severa presa di coscienza delle responsabilità che si assumono nei confronti della sicurezza personale e di quella di terze persone. Disattenzione, negligenza, superficialità possono essere fatali. Saper colpire con precisione un bersaglio non è sufficiente, bisogna saper anche usare con molta prudenza un fucile, se si vogliono evitare incidenti o addirittura tragedie. Vi sono regole che vanno studiate non solo per gli esami di idoneità all’esercizio venatorio, ma che ognuno deve assimilare e, soprattutto applicare ogni volta che userà delle armi, dimenticando ogni forma di spavalderia e superficialità. Per facilitare l’acquisizione di conoscenze e regole fondamentali, il candidato troverà qui di seguito una serie di informazioni che potrà approfondire con l’aiuto di pubblicazioni in materia oppure con specialisti di armi e di balistica o con cacciatori di lunga esperienza. ACQUISTO E DETENZIONE DELLE ARMI Per poter acquistare e detenere qualsiasi tipo di fucile da caccia con le relative munizioni è indispensabile essere muniti di regolare porto d’armi, oppure di un nulla osta che viene rilasciato dal Questore. La denuncia deve essere redatta in duplice copia, in carta libera, indirizzata al Questore o al Comandante della Stazione dei Carabinieri. Deve contenere generalità ed indirizzo del denunziante, calibro, marca, numero di matricola e caratteristiche dell’arma. Alla denuncia dovrà essere allegata la dichiarazione di vendita dell’armaiolo o del privato dal quale si è acquistata. Se il denunciante è già in possesso di altre armi, le deve elencare nell’ultima denuncia anche se sono state precedentemente denunciate. Ai sensi della vigente normativa il possessore di licenza di porto di fucile può detenere: - n° 6 armi catalogate sportive; - n° 3 armi comuni da sparo - Un numero illimitato di armi da caccia. Tutte le volte che un’arma cambia proprietario, il venditore deve prima di tutto accertarsi che il compratore sia in possesso di regolare porto d’armi o di nulla osta del Questore e quindi, a cessione avvenuta, deve segnalare all’autorità presso la quale l’arma è stata denunciata, il cambiamento di proprietario, indicando nome, cognome, indirizzo dell’acquirente, nonché gli estremi del suo porto d’armi o del nulla osta. La cessione temporanea, si chiama comodato, e può essere fatto solo per le armi sportive e da caccia. Chi detiene abusivamente armi comuni da sparo e relative munizioni, è punito con la reclusione da 8 mesi a 5 anni più la sanzione pecuniaria. ACQUISTO E DETENZIONE DI MUNIZIONI Anche per l’acquisto delle munizioni occorre essere muniti di porto d’armi o di nulla osta del questore cosi come per l’arma. Per quanto concerne le munizioni, la legge sulle armi e munizioni stabilisce che il privato cittadino può detenere liberamente senza denuncia fino a 1.000 cartucce a munizione spezzata; Per un quantitativo superiore e fino a 1.500 unità occorre aggiungere le munizioni nella denuncia di detenzione; Le cartucce caricate a palla sia per le armi a canna liscia che rigata, qualsiasi sia il loro numero, (anche una) devono essere sempre denunciate. La polvere da sparo per il confezionamento artigianale delle munizioni va sempre denunciata e non può superare i 5 Kg. Possono essere detenuti in quantità illimitata, e senza obbligo di denuncia, gli inneschi e i bossoli. PORTO E TRASPORTO DELLE ARMI Le armi possono uscire dal luogo in cui sono custodite solo in mano a persone munite di licenza di trasporto o porto d’armi. Per “porto” si definisce il portare con se l’arma pronta all’uso per le finalità di cui si è autorizzati. La licenza di porto d’armi per uso caccia autorizza infatti il porto dell’armi consentite per la caccia in tempo e nei luoghi di caccia consentita; autorizza inoltre il porto delle armi all’interno di poligoni, o campi di tiro, durante tutto l’anno. Trasportare un arma, significa, spostarla da un luogo ad un altro in condizioni tali da essere materialmente impossibile poterla usare, anche in casi di pericolo e quindi di legittima difesa. La licenza di porto di fucile per uso caccia, autorizza il trasporto dell’arma, in tutto il territorio nazionale, e durante tutto l’anno a condizioni che questa viaggi scarica o smontata, riposta all’interno di una custodia e non prontamente accessibile per l’uso. LE ARMI DA CACCIA Le armi consentite per l’esercizio venatorio possono essere divisi in tre gruppi: - Fucili a canna liscia. – Hanno l’interno della canna senza rigature e si usano con munizione spezzata, cioè cartucce caricate con una dose di pallini di piombo, o con cartucce a palla unica per la caccia agli ungulati. Sono i fucili da caccia più diffusi e possono essere ad una canna sola (monocanna), a due canne giustapposte (doppietta) o a due canne sovrapposte (sovrapposti). Possono essere anche ad una sola canna ma con ripetizione del colpo, sia semplice (fucili a pompa) sia a ripetizione semiautomatica (semiautomatici). - Fucili a canna rigata. – Hanno l’interno della canna solcato da rigature intervallate ad eguale distanza ed in rilievo che percorrono con andamento elicoidale l’intera lunghezza della canna stessa, queste rigature hanno lo scopo di imprimere al proiettile un movimento rotatorio con la quale superare la resistenza dell’aria e mantenere la precisione. Le armi ad una sola canna sono comunemente dette carabine. Queste impiegano cartucce a palla di vario calibro e vengono usate per il tiro di precisione su lunghe distanze, solitamente abbinate ad ottiche di puntamento. Quando montano due canne, sia nella versione doppietta che sovrapposto, prendono il nome di express e sono più adatte per tiri rapidi, ad esempio in battuta agli ungulati. - Combinati. – Poco diffusi nella nostra regione, sono fucili che montano una canna liscia superiore e una rigata inferiore (Billing), o due lisce superiori e una inferiore rigata (Drilling). Si possono avere anche due canne lisce appaiate e una canna rigata sottostante. Hanno la loro ragion d’essere soprattutto in ambiente dove si può avere l’occasione di cacciare indifferentemente sia la piccola selvaggina sia gli ungulati. Si ricorda che tutti i fucili da caccia ad anima liscia, devono avere al massimo tre canne, o un caricatore che non possa contenere, più di due cartucce; Il caricatore può avere in origine una capacità maggiore, ma sul terreno di caccia esso deve essere limitato in modo stabile alla capacità prescritta, vale a dire che il limitatore non deve poter essere eliminato sul posto. PARTI DEL FUCILE Normalmente il fucile si compone di tre parti principali: - canna o le canne. - astina o sottomano - calcio e bascula (per doppiette e sovrapposti) o calcio e carcassa (per semiautomatici) Canne – la lunghezza della canna o delle canne nei fucili da caccia varia dai 45 cm agli 80 cm e oltre. I fucili con canne pi corte vengono utilizzati per tiri più corti e per la maggiore maneggevolezza, invece i fucili con canne lunghe vengono utilizzati per tiri lunghi. Le canne dei fucili da caccia si differenziano oltre che per la struttura interna (anima rigata e anima liscia) anche per il calibro, cioè la misura del diametro interno della canna. Per i fucili ad anima liscia la vigente legislazione in materia di armi da caccia fissa nel calibro 12 il calibro massimo utilizzabile, per tanto si possono usare, il 12, 16, 20, 24, 28, 32, 36. I calibri più usati sono il 12 il 16 ed il 20. Nei fucili ad anima rigata il calibro si misura in millimetri, oppure in centesimi o millesimi di pollice, o con sigle convenzionali. Per i fucili ad anima rigata la vigente legislazione in materia, stabilisce che questi, devono impiegare cartucce con bossolo di diametro pari o superiore a 5,6 mm, se pari a 5,6 mm devono impiegare una cartuccia con bossolo di lunghezza superiore a 40 mm. In pratica la legge ha escluso i calibri più piccoli, cioè i calibri 22 a percussione anulare e il 22 Hornet. I calibri più usati per la caccia al cinghiale in queste armi sono il 30-06, 270 Win. e il 300Win. Mag. Nelle canne dei fucili ad anima liscia assume una notevole importanza la “strozzatura”. Per strozzatura si intende il restringimento dell’anima della canna verso la bocca, che permette un maggior restringimento della rosata e di conseguenza un allungamento del tiro. Il valore della strozzatura è dato dalla differenza tra il diametro dell’anima e il diametro della bocca della canna. Il valore massimo è di 11 decimi di mm e il minimo è di 1 decimo di mm. La strozzatura viene identificata tramite le stellette impresse direttamente sulle canne, secondo questo ordine: - strozzatura massima - * - strozzatura medio massima - ** - strozzatura media - *** - strozzata minima - **** - Senza strozzatura – CL (cilindrica) quindi un fucile con canna ad una stella (massima strozzatura) ha la capacità di portare la massima concentrazione di pallini alla massima distanza consentita dalla potenza della cartuccia impiegata. Astina o paramano – si trova nella parte inferiore delle canne (astina) delle doppiette e nei sovrapposti, o sotto la canna (paramano) nei fucili semiautomatici. Ha funzione prettamente meccanica. calcio e bascula (per doppiette e sovrapposti) o calcio e carcassa (per semiautomatici) – Il calcio è la parte di legno o di altro materiale che serve per appoggiare l’arma alla spalla del cacciatore, la bascula nelle doppiette e nei sovrapposti e la carcassa nei fucili semiautomatici sono le parti dove trovano collocazione le chiusure, i percussori, gli organi di scatto e le sicure. LE MUNIZIONI DA CACCIA Tutti i fucili moderni a retrocarica vengono caricati introducendo nella camera di scoppio una cartuccia. Le munizioni o cartucce da caccia si differenziano tra cartucce per fucili ad anima liscia (cartucce a pallini o a palla) e cartucce per fucili ad anima rigata (cartucce metalliche o proiettili). CARTUCCE PER FUCILIA AD ANIMA LISCIA Le cartucce a pallini (munizione spezzata) sono composti da: - Bosssolo in cartone o plastica - Fondello in metallo - Capsula - Carica di polvere da sparo - Contenitore in plastica oppure borra in feltro o sughero - Carica di pallini - Chiusura a stella o con cartoncino l’innesco è quel punto, che percorso dai percussori dell’arma, deflagra, accendendo cosi la carica di polvere che spingerà la borra che contiene la carica di pallini. La lunghezza delle cartuccie per i fucili a pallini può essere di: - 76 mm = 3" per i fucili magnum - 70 mm = 2 3/4 per i fucili con camera delle cartucce di 70 mm - 65 mm per i fucili con camera delle cartucce di 65 mm Si può impiegare (ma è sconsigliato) una cartuccia corta nella camera di cartucce più lunga, ma non il contrario. I pallini di una cartuccia sono formati da una lega di piombo e antimonio e sono di forma sferica, e la scelta del diametro deve essere fatta tenendo conto della selvaggina che si vuole colpire. La numerazione dei pallini in Italia corrisponde a quella "Europea"; più il “numero convenzionale” è piccolo e più i pallini sono grossi, sulle scatole delle cartucce troviamo sempre il “numero convenzionale” e il diametro in mm. Per i fucili cal 12 - 16 - 20 ci sono cartucce caricate con una sola palla, e sono le sole che si possono utilizzare per la caccia al cinghiale con i fucili ad anima liscia (è vietata la munizione spezzata per la caccia agli ungulati). In commercio ne troviamo di diverse qualità. Le più usate sono: brenneke, solengo, blondeau, slug, gualandi. Queste cartucce in generale hanno cariche superiori a quelle normali. CARTUCCE PER FUCILI AD ANIMA RIGATA La cartuccia per fucile ad anima rigata è composta da: 1. bossolo in metallo 2. fondello 3. innesco 4. carica di polvere da sparo 5. proiettile Il bossolo è generalmente in ottone. Contiene gli elementi della carica e l’innesco di accensione. Assicura la tenuta dei gas e fa da collegamento tra i vari costituenti la carica. I proiettili possono essere di diversa forma: - palla con punta cava (espansiva) - palla mezza blindata - palla H con punta vuota capovolta, piombo molle davanti e duro dietro - palla Nosler a espansione limitata - palla KS punta conica - palla ABC in metallo massiccio con punta riempita di piombo - palla blindata La cartuccia a palla è designata, normalmente, secondo il diametro del proiettile, la lunghezza del bossolo ed eventuali altre caratteristiche. Esempi: 8 X 57 JS = proiettile di diametro 8 mm lunghezza del bossolo di 57 mm, da sparare con canne JS; 9,3 X 74 R = proiettile di diametro 9,3 mm, lunghezza del bossolo di 74 mm, con bossolo a collarino sporgente; 8 mm Remington mag. = proiettile di diametro 8 mm, magnum della Remington. Ai fini della caccia con queste armi, specialmente nelle lunghe distanze, assume notevole importanza lo studio della traiettoria del proiettile. Nello schema della traiettoria sono indicati: a - il prolungamento dell’asse della canna b - la traiettoria del proiettile c - la linea di mira d – l’obiettivo (bersaglio o animale selvatico) La traiettoria del proiettile può dipendere oltre che dalla Velocità iniziale impressa dalla carica di lancio da altri fattori quali ad esempio: il peso del proiettile, l’angolo di tiro,la resistenza dell’aria, il vento laterale, l’altitudine. NOZIONI SUL TIRO CON ARMI DA CACCIA La portata utile di un arma è la distanza alla quale essa è efficace per uccidere la selvaggina, Per colpire a morte un selvatico, i pallini o la palla devono raggiungerlo in quantità e forza di penetrazione sufficiente. La distanza massima utile per colpire un selvatico con un fucile a pallini è di 35 a 45 m. La gittata massima è la distanza massima alla quale giungono i pallini o la palla, anche se inefficaci ad uccidere o ferire la selvaggina. La carica di pallini può provocare ferite fino a distanze di 150/200 m. Le cartucce a palla possono avere una gittata anche superiore al km. A secondo il calibro. La rosata è l’area circolare formata dalla carica di pallini dopo la fuoriuscita dalla canna del fucile. L’ampiezza e la portata di quest’ultima dipendono da diversi fattori tra quale: la lunghezza della canna, la strozzatura, il diametro dei pallini, ecc. NOZIONI SUL BUON COMPORTAMENTO A CACCIA CON L’USO DELLE ARMI Ogni cacciatore dovrebbe rispettare certe regole di prudenza, che, anche se la loro violazione non comporta sanzioni, la scrupolosa osservanza, oltre che a prevenire incidenti contro la propria persona, serve anche a minimizzare il pericolo di arrecare danni ad altri. Ecco alcuni consigli: - Ogni arma è da considerarsi carica. Per prima cosa quando si prende in mano un’arma si deve effettuare il movimento di scarica. - Un’arma deve sempre essere manipolata con prudenza, poiché potrebbe essere stata caricata a nostra insaputa - L’arma deve sempre essere in perfetto stato: ad es. un difetto alla sicura può essere all’origine di una disgrazia. Controllate di tanto in tanto anche la cinghia e le magliette che la reggono. - Adoperate solo munizione costruita per la vostra arma - Caricate l’arma solo in territorio di caccia, dopo aver controllato se le canne sono libere. - Prima di sparare assicuratevi che il colpo termini la sua corsa sull’obiettivo e, in caso di errore di tiro non causi pericolo a persone o ad animali domestici. - Non sparate contro il cielo (un colpo a palla può essere pericoloso a diversi Km di distanza) - Durante la caccia, evitate di rivolgere le canne verso una persona e portate l’arma con le stesse rivolte verso l’alto. - Prima di superare ostacoli, scaricate l’arma. - Non lasciate incustodita un’arma scarica. - Non appoggiate mai le mani sulla bocca delle canne del vostro fucile. - Non tenete la bocca della canna appoggiata su una scarpa. - Non usate mai il calcio del fucile come attrezzo percussore. - Non bevete alcol prima e durante la caccia. CINOLOGIA Il cane è un mammifero carnivoro della famiglia dei Canidi. Chi vuole praticare l’attività venatoria con il cane, ovvero si considera un cacciatore cinofilo, deve scegliere la razza di cane che meglio si addice alla caccia che intende praticare. La cinofila ufficiale è composta da diverse razze di cani. I cani da caccia si dividono in raggruppamenti a seconda delle caratteristiche di razza che li contraddistinguono. Ogni razza è in possesso di caratteristiche di lavoro che attraverso la selezione sono state fissate in uno "standard" ovvero in caratteristiche di lavoro che si estrinsecano nell'ausilio che viene prestato all'attività venatoria. I cani da caccia si distinguono nei seguenti raggruppamenti: - cani da ferma; - cani da seguita; - cani da cerca; - cani da tana. Cani da ferma - Il cane da ferma cerca la selvaggina spostandosi sul terreno e, quando capta le emanazioni del selvatico "ferma" immobile l’animale cercato. Nella sua ricerca guida il cacciatore che deve seguirlo. In ogni caso il cane deve avvicinare il selvatico con cautela e senza spaventarlo. A ferma effettuata, se ben addestrato, non lo rincorre ed eventualmente se colpito lo riporta solo su comando del cacciatore. Se si esce sul terreno con due cani è possibile che il secondo fermi pur non ricevendo l`emanazione del selvatico, ma solo vedendo il compagno in ferma. Si dice allora che il secondo cane ferma di consenso. Ogni razza da ferma possiede caratteristiche di lavoro e di ferma proprie. I cani da ferma inglesi hanno un cerca ad ampio raggio, ossia più vasta, che non i continentali. Le razze da ferma vengono distinte in: - Continentali italiani ( spinone italiano e bracco italiano); - Continentali esteri ( epagneul breton - Francia ; kurzharr - Germania); - Inglesi ( setter inglese- pointer - Inghilterra; setter irlandase - Irlanda; setter gordon - Scozia). Cani da seguita - La caccia con il cane da seguita si esercita con un cane, in coppia o anche con una muta (diversi cani). I segugi devono trovare i selvatici seguendo l’usta lasciata sul terreno, costringendoli ad abbandonare il loro covo o rifugio e poi inseguirli. Questa caccia si esercita tenendo dapprima i cani al guinzaglio per dare modo i compagni di battuta di recarsi alle poste prestabilite: in seguito si sciolgono i cani indirizzandoli dove si presume che durante la notte il selvatico sia venuto a pasturare (o cibarsi). Il segugio trovata la pista della selvaggina da pelo, avvisa il cacciatore abbaiando continuamente, poi con un altro tono di voce la insegue quasi obbligandola a passare vicino ad una posta, dove si trova un cacciatore. L’inseguimento termina solo se la selvaggina viene abbattuta o se il cane, per fattori particolari, "perde la pista". Ci sono segugi che seguono la pista senza abbaiare e solo alla vista del selvatico fanno sentire la propria voce: si dice allora che il cane è “muto in pastura”. Tra le principali razze ricordiamo: - il segugio italiano (a pelo forte e a pelo raso); - il beagle; - le varie razze di segugi esteri. Cani da cerca - Si possono considerare anello di congiunzione tra i cani da ferma e quelli da seguita, in quanto il lavoro che esplicano nel reperimento della selvaggina ha caratteristiche similari sia dell'uno che dell'altro raggruppamento. La cerca è abbastanza ristretta e per così dire viene svolta " a tiro di fucile" in quanto questi cani non si arrestano e quindi non fermano ma involano il selvatico o lo mettono in fuga, se abbattuto lo riportano. Le razze più conosciute e diffuse in campo venatorio sono: Lo springer spaniel; Il cocker spaniel. Il Cirneco dell’Etna, che oltre che per scovare, abbaia solo a vista, viene utilizzato per appostare i conigli rifugiati nella tana, consentendo l’uso del furetto. Cani da tana - Il cane da tana si usa in genere per stanare i predatori che vivono nei cunicoli sotterranei (in genere quasi sempre volpi); questi cani devono essere muniti di grande passione, di agilità e di una possente dentatura. Il loro lavoro prevede che in precedenza il cacciatore abbia localizzato una zona in cui esistono tane di predatori; in questo caso egli non dovrà che condurvi il cane, il quale, accertato che la tana è abitata o meno vi si introdurrà inducendo il predatore ad uscire allo scoperto. Le razze più impiegate per tale caccia sono: - I terriers (jagd e fox) - I bassotti. ANAGRAFE CANINA E ENCI Con il recepimento della legge contro randagismo, da parte della Regione Sicilia, ogni cane deve essere obbligatoriamente marchiato. La marchiatura rende agevole e favorisce l'individuazione certa del proprietario, verifica l'anno di nascita del cane, ed inoltre concorre a rendere meno facili i furti di cani. Attualmente vi sono due metodi di marchiatura dei cani: - il microcips ( piccolissima biglia inserita sottocute e riscontrabile esternamente tramite un rilevatore elettronico) obbligatorio per tutti i cani, viene usato dalle USL per l’anagrafe canina . - la punzonatura con la pinza a tenaglia nell’orecchio, usata dall’ENCI ai fini della selezione; l’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana ) che si occupa delle iscrizioni, dei cani tatuati, sui libri genealogici ( dai quali nasce il “pedigree” di ogni cane ossia la carta d’identità di ogni soggetto). L’E.N.C.I. organizza esposizioni e prove di lavoro al fine di segnalare i migliori riproduttori e quindi i potenziali migliori di razza. ALLEVAMENTO E ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CACCIA Per allevare un cane da caccia bisogna prima di tutto somministrare una dieta ben bilanciata quindi una alimentazione completa, ditte specializzate mettono in commercio mangimi bilanciati a seconda delle esigenze del cane.. Oltre a ciò è fondamentale una buona educazione e un ottimo addestramento al fine di valorizzare tutte le qualità naturali che un cane possiede. L'addestramento deve essere praticato nelle zone designate e costituite ai sensi dell'art.41 della L.R. 33/97 e succ. mod. ( zone cinologiche ); al di fuori di queste zone, addestrare cani da caccia costituisce violazione alle norme sopraccitate, l’addestramento e l’allenamento e però consentito in tutto il territorio cacciabile , tre settimane prima dell’apertura della caccia.. La legislazione siciliana prevede due tipi di zone cinologiche, e sono: - Zone cinologiche di tipo “A” – in queste zone è permesso l’addestramento e allenamento e le gare dei cani da caccia solo sulla selvaggina naturalmente presente nel posto, e senza abbattimento, con esclusione del periodo che va dal 15 marzo al 30 luglio. - Zone cinologiche di tipo “B” – in queste zone è permesso l’addestramento e allenamento e le gare dei cani da caccia con abbattimento dei selvatici appositamente liberati, durante tutto l’anno solare. La selvaggina usata a tale scopo deve pervenire da allevamenti autorizzati. PRICIPALI CANI DA CACCIA CANI DA FERMA CONTINENTALI ITALIANI SPINONE ITALIANO BRACCO ITALIANO CONTINETALI ESTERI BRACCO TEDESCO EPAGNEL BRETON INGLESI SETTER INGLESE POINTER SETTER IRLANDESE CANI DA CERCA CIRNECO DELL’ETNA COCKER SPANIEL CANI DA SEGUITA SPRINGER SPANIEL SEGUGIO ITALIANO BEAGLE GRIFFON BLE CANI DA TANA JAGD TERRIERS BASSOTTO TEDESCO NOZIONI DI PRONTO SOCCORSO Praticando una qualsiasi attività all’aria aperta, in zone presumibilmente a bassa densità di popolazione, è sempre meglio essere in grado di fare fronte ai piccoli incidenti che possono sempre capitare, sia al cacciatore che al suo ausiliare. Se togliere una spina e medicare una ferita leggera sono interventi alla portata di tutti, nel caso di incidenti o patologie più gravi il concetto di primo soccorso si esplica nel garantire il permanere delle funzioni minime per la sopravvivenza fino all’arrivo di soccorsi qualificati, oggi facilmente attivabili quasi da ogni luogo grazie alla telefonia cellulare. Il numero nazionale per le emergenze sanitarie è il 118 che, una volta contattato, provvederà ad avviare la macchina dei soccorsi secondo le reali necessità. Essenziale è rimanere calmi e fornire all’operatore tutte le informazioni richieste. Quello che a voi potrà sembrare una perdita di tempo in realtà serve per operare in modo mirato ed efficace. Spesso la centrale operativa del 118 è in grado di fornire anche i nominativi e i recapiti dei veterinari che prestano servizio nei giorni festivi. In caso di incidente al vostro cane quindi, anche se non potranno inviarvi soccorsi specifici, saranno comunque in grado di farvi risparmiare tempo prezioso nella ricerca di un medico veterinario. Un consiglio generale comunque è quello di usare sempre la massima prudenza e, possibilmente, non cacciare mai da soli. KIT DI PRIMO SOCCORSO Si trovano facilmente in commercio kit di medicazione di varie misure e diverso contenuto, che offrono tutto il necessario – e spesso anche di più – per poter provvedere alle prime cure. Un minimo essenziale è composto da: – compresse di garze sterili; – un piccolo rotolo di benda; – nastro di cerotto; – flacone con soluzione disinfettante; – pinzette; – uno specchietto; – laccio emostatico; – un paio di forbicine; – tubetto di pomata antisettica; – uno dei tanti stick in commercio per le punture di insetti; – antinevralgici; – spille di sicurezza. Andando a caccia possono purtroppo verificarsi incidenti più o meno gravi. Prendiamo in esame i più frequenti. - Punture di insetti - In caso di puntura di ape la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione, e successivamente applicare lo stick per le punture di insetti. Lo stick si applica anche in caso di puntura di vespe e calabroni che non lasciano il pungiglione all’interno della ferita. Il rischio nel caso di puntura di questi insetti non sta tanto nella puntura in sé, quanto nel possibile shock anafilattico che il veleno può far insorgere in individui predisposti. In questo caso le conseguenze possono essere particolarmente gravi e possono portare persino alla morte. Se la persona colpita sa di essere sensibile, dovrebbe avere sempre con sé un preparato a base di cortisone da iniettare per combattere l’insorgere dello shock. Per le punture di insetti minori, come zanzare o tafani, è solitamente sufficiente applicare l’apposito stick, ma è sempre possibile prevenirle distribuendo sugli abiti e sulla pelle – senza esagerare – i repellenti presenti sul mercato. In caso di puntura di zecca, non staccare mai l’animale forzandolo. Così facendo si lascerebbe all’interno della ferita l’apparato boccale dell’animale. Fare cadere prima sul corpo della zecca qualche goccia di olio, ammoniaca o benzina e attendere qualche minuto, per far sì che si stacchi completamente. Si può anche spruzzare l’animale con ghiaccio spray, ottenendo lo stesso risultato. - Ferite di punta e da taglio - Durante le operazioni di macellazione della selvaggina, o per altri casi, può capitare di procurarsi una ferita in questi casi, bisogna procedere come segue. Pulire la ferita possibilmente sotto acqua corrente, in modo da asportare tutti i residui di sporco, coprire con una garza sterile bloccata sui lati da cerotto. Non applicare quest’ultimo a croce lasciando i lembi della garza svolazzanti. Se la ferita sanguina abbondantemente, comprimere con più strati sovrapposti di garza. In questo caso, o se è comunque molto profonda, è necessario recarsi al pronto soccorso per l’applicazione eventuale di punti di sutura e profilassi antitetanica. In caso di emorragie arteriose gravi, può non essere sufficiente comprimere la ferita. In questo caso è necessario tentare di arrestare l’emorragia agendo sui cosiddetti "punti di compressione", il che significa comprimere, una volta individuata, l’arteria tra la ferita e il cuore, con il pollice o il pugno, a seconda dell’arteria in questione. Attenzione: l’applicazione di un laccio emostatico è un atto non esente da rischi, che deve essere posto in essere solo in casi di gravissima e assoluta necessità. Una volta applicato il laccio deve essere tolto solamente dal medico o da personale qualificato, perché può conseguirne uno shock mortale. - Fratture - Sono quelle più frequenti a seguito di urti o cadute. In presenza di fratture, l’arto dovrà essere immobilizzato per contenere la frattura stessa, e per mantenere una posizione che consenta il trasporto dell’infortunato. L’immobilizzazione si ottiene tramite l’uso di stecche che, nel caso di un incidente di caccia saranno ovviamente di fortuna e composte da rami o bastoni. Le stecche devono superare le articolazioni tra cui è compresa la frattura e devono essere applicate secondo una metodologia appropriata. - Frattura di una gamba. – Le due stecche vanno dal piede a mezza coscia. Si tenga presente che se proprio non si ha niente a disposizione, la gamba sana può fungere da stecca, avendo cura di inserire dei panni arrotolati fra i due arti. Anche un fucile può essere utilizzato come stecca. - Frattura del femore. – Una delle due stecche va dal piede all’inguine, l’altra dal piede all’ascella. - Frattura dell’avambraccio. – Due stecche vanno dal gomito al palmo e al dorso della mano. - Frattura del braccio. – È il torace imbottito a servire da stecca, ponendo l’arto piegato contro di esso e sostenendolo con una fascia. Se l’arto non può essere piegato a causa di una frattura del gomito, tenerlo fermo lungo il corpo. Attenzione: l’immobilizzazione non deve essere troppo stretta. La mano o il piede non devono diventare né cianotici né freddi o perdere di sensibilità. In caso di frattura esposta, cioè con fuoriuscita di parte dell’osso da una ferita, prima di immobilizzare si deve fasciare con una benda possibilmente sterile. - Distorsioni. – La distorsione è la distensione di un arto con stiramento e a volte lacerazione dei legamenti. L’articolazione si gonfia, i movimenti sono dolorosi ma possibili. In attesa dell’intervento del medico bisogna effettuare una fasciatura piuttosto stretta. - Lussazioni. – È la fuoriuscita di un osso dalla propria articolazione. Provoca l’assoluta impossibilità di movimento. La cura da parte di un soccorritore consiste nell’immobilizzazione dell’articolazione nella posizione in cui si trova, senza tentare alcuna manovra riduttiva. In caso di lussazione della spalla, molto frequente, bisogna porre un grosso rotolo, ad esempio un golf arrotolato, sotto l’ascella e sostenere l’arto con una legatura obliqua. - Ferite all’occhio. – Sono molto dolorose e spesso traumatizzanti. Non bisogna in nessun modo tentare di estrarre l’oggetto che ha provocato la ferita se è rimasto conficcato. Si potrà solo mettere una medicazione su entrambi gli occhi, anche su quello sano, per evitare movimenti oculari che possono aggravare la situazione, ricorrendo a soccorso qualificato il più presto possibile. - Congelamento. – In caso di congelamento bisogna avvolgere la vittima in una coperta e portarla in ambiente riparato e moderatamente riscaldato. Dare da bere bevande calde NON alcoliche. Riscaldare le parti congelate lentamente e organizzare al più presto il trasporto in ospedale. Nel trattamento dei congelamenti, ricordarsi sempre di evitare il riscaldamento troppo veloce e diretto dell’infortunato. - Colpo di calore. – È una patologia provocata da eccessiva esposizione al calore, che si manifesta con mal di testa, vertigini, nausea e vomito. Bisogna far stendere l’infortunato all’ombra e al fresco, avendo cura di mettere la testa in posizione più alta del resto del corpo, slacciare o togliere gli abiti, porre sulla testa impacchi umidi e far bere acqua fresca, ma non gelata. Rivolgersi rapidamente al medico. - Corpi estranei nell’occhio. – Si può tentare di estrarre il corpo estraneo a condizione che sia visibile, con l’aiuto dell’angolo del fazzoletto o di una compressa di garza pulita. Non insistere in caso di difficoltà e rivolgersi al medico. Corpi estranei nell’orecchio. – Evitare tentativi di estrazione o di lavaggi, coprire l’orecchio e rivolgersi al medico. Unica eccezione, se si tratta di un piccolo insetto, si può provare ad inserire nell’orecchio una goccia d’olio. - Morso di vipera. – È forse l’incidente più temuto dal cacciatore anche se solitamente raro per le caratteristiche della vipera, animale pauroso e propenso più alla fuga che all’attacco. Nel malaugurato caso di una morsicatura, la prima regola è quella di non lasciarsi prendere dal panico, ricordando anche che in persone adulte e in buono stato di salute solo in rarissimi casi l’evenienza costituisce pericolo di vita. Bisogna inoltre essere certi che il morso sia da attribuire ad una vipera e non ad un altro serpente innocuo (la vipera è l’unico ofide velenoso presente in natura nel nostro Paese). Caratteristica del morso di vipera è l’impronta dei due denti veleniferi, costituita da due punti distanti fra loro da 1 a 3 cm, marcatamente rossastri per la fuoriuscita di sangue e siero. In posizione posteriore seguono due serie di puntini più piccoli, che sono l’impronta degli altri denti. Un dolore lancinante e improvviso accompagna sempre il morso: segue tumefazione e decolorazione della parte lesa, con conseguente e graduale rammollimento, dovuto a formazione di sierosità rossastra che fuoriesce dalla breccia necrotica della cute. Dopo circa venti minuti la sintomatologia si acutizza e l’uomo avverte uno stato di angoscia con prostrazione marcata. La pelle diventa fredda e sudata, cala la pressione circolatoria, il polso si fa irregolare e la pupilla si dilata. Seguono nausea, vomito, emissione involontaria di feci, emorragie interne ed esterne, rotture dei capillari della mucosa orale e della congiuntiva. L’avvelenamento provoca sempre forte sete, ed il quadro patologico cui abbiamo accennato è assai più rapido se il veleno penetra direttamente in una vena, o in una parte del corpo fortemente irrorata, come nel collo. Le misure che comunque debbono essere adottate con urgenza sono basate sul principio di ostacolare la diffusione del veleno dal punto in cui è stato inoculato. Quindi immediata applicazione di un laccio a monte della morsicatura. Nel caso di un arto, immobilizzarlo per ridurre la diffusione del veleno. Il laccio deve essere spostato ogni 20 minuti sempre più a monte per evitare il ristagno del sangue che potrebbe causare disturbi all’arto. Si deve esercitare quindi una forte pressione con le dita per far sgorgare quanto più sangue possibile dai punti di inoculazione, ma è meglio evitare il vecchio e consigliato sistema di incidere le ferite, così come quello di succhiare la ferita con la bocca da parte del soccorritore, perché un piccolo taglio sulle labbra o sulla mucosa della bocca possono determinare avvelenamento. La ferita deve essere quindi lavata, disinfettata e coperta con garze sterili. Cercare di non far agitare e affaticare il malato, evitare la somministrazione di bevande alcoliche. Da sconsigliare anche l’impiego del siero antivipera, lasciandone la somministrazione al parere dei sanitari. Trasportare il soggetto colpito prima possibile in ospedale o in un posto di primo soccorso. - Il cane morsicato. – Maggior pericolo di essere morsicati lo corrono i cani, e per i cacciatori una possibilità di tal genere è già di per sé abbastanza grave, perché oltre a rovinare una giornata di caccia, pone seriamente in ansia il cacciatore per la vita del suo fedele ausiliare. Il cane, in caso di morsicatura, si lamenta immediatamente e i sintomi di avvelenamento che presenta sono simili a quelli che si possono notare nell’uomo. Le regioni più esposte al morso della vipera sono il muso, i fianchi e le zampe. La parte colpita si presenta prima tumefatta, arrossata e calda, successivamente fredda. L’animale è mogio, triste, non si interessa più alla caccia e si tiene vicino al padrone. I movimenti del corpo si fanno sempre più lenti ed impacciati. Seguono fenomeni paralitici che interessano il treno posteriore, il respiro diventa affaticato, il tremito muscolare si fa accentuato con conseguente stato di inerzia, la lingua è penzolante, la mascella contratta. A differenza dell’uomo, per il cane l’uso del siero antivipera è fortemente consigliato prima di trasportare l’animale dal veterinario più vicino. ESEMPI DI DOMANDE 1 ) 2 ) 3 ) 4 ) 5 ) 6 ) 7 ) 8 ) 9 ) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) Che cos'è la caccia ? R. La caccia è una ricerca diretta all'abbattimento della selvaggina mediante l'impiego dei mezzi consentiti. E’ consentito cacciare il Gracchio Corallino, la Volpoca, le Gru? R. No, perché sono specie particolarmente protette. Quando viene rilasciato il tesserino regionale? R. A richiesta ogni anno prima dell’apertura della caccia. Quale Ente o Autorità rilascia la licenza di caccia? R. Il Questore. Che cosa è il calendario venatorio? R. Il calendario venatorio è un decreto legge che indica i periodi di caccia, le zone di caccia e le specie cacciabili. Quale Ente o Autorità emana il calendario venatorio? R. L’assessore regionale all’agricoltura e foreste. Il tesserino Regionale è obbligatorio per tutti i cacciatori ? R. Si, è obbligatorio per tutti i cacciatori d'Italia. A chi deve essere restituito il tesserino di caccia debitamente compilato ed entro quale periodo? R. Il tesserino và restituito al Comune di residenza anche tramite le associazioni venatorie entro 60 giorni dalla fine della stagione venatoria. E’ consentito l’esercizio venatorio nei terreni in attualità di coltivazione? R. No, per non arrecare danni alle coltivazioni. E’ consentito cacciare da veicoli a motore ? R. No, perché espressamente vietato dalla legge. E’ consentito l’esercizio venatorio in un fondo privato? R. No, se vi sono tabelle di divieto. E’ consentito cacciare l’aquila? R. No, perché specie particolarmente protetta. E’ consentito catturare o uccidere selvaggina con l’ausilio dei fari? R. No, in nessun caso. E’ consentita la posta alla beccaccia? R. No, in nessun caso. E’ consentita la caccia da appostamento al beccaccino? R. No, perché vietato dalla legge. E’ consentita la caccia con fucili semiautomatici? R. Sì, purché i serbatoi siano limitati a contenere non più di tre colpi. E’ consentito durante la caccia fare uso di richiami elettroacustici? R. No, perché la legge lo vieta. E’ consentito l’uso di esche avvelenate? R. No, in nessun caso. Cosa si intende per caccia controllata? R. La caccia soggetta a limitazioni di capi, di specie, di tempi e di luoghi. La caccia al fagiano dove è consentita e in quale periodo? R .E' consentita solo nelle aziende faunistico-venatorie e nelle aziende agro-venatorie. La caccia alla starna è consentita in Sicilia? R. E' vietata in Sicilia in quanto specie alloctona non presente. In quale periodo dell’anno è consentita in Italia la caccia? 23) 24) 25) 26) 27) 28) 29) 30) 31) 32) 33) 34) 35) 36) 37) 38) 39) 40) 41) 42) 43) 44) R. Dalla terza domenica di Settembre al 31 gennaio o secondo quanto stabilito dal calendario venatorio per ogni regione. E’ sufficiente il possesso del porto d ’armi per esercitare la caccia? R. No, occorre essere in possesso anche del tesserino regionale, polizza di assicurazione e ricevuta dei versamenti delle tasse di concessione governativa, concessione regionale e di eventuali a.t.c.. Nelle oasi di protezione è consentito cacciare? R. No, la caccia è sempre vietata. E' consentito al cacciatore l'attraversamento di zone vietate alla caccia per raggiungere zone consentite con l'arma ? R. Si purché l'arma sia in custodia e scarica. In quale periodo dell’anno è consentita la caccia alla lepre comune? R. Non è consentita perché non esiste in Sicilia. Quando la caccia cosiddetta a rastrello è vietata? R. Se praticata con più di tre persone in linea. In quale periodo dell’anno è consentita la caccia alle allodole? R. Secondo le date che stabilisce di anno in anno il calendario venatorio. A chi appartiene la fauna selvatica? R. Allo Stato che la tutela nell’interesse della comunità Nazionale ed Internazionale. La legge consente l’uccellagione? R. Non è consentita. In quali ore del giorno è consentita la caccia? R. Da un’ora prima del sorgere del sole al tramonto. Qual è l’età minima per richiedere la licenza di caccia? R. 18 anni. Il tesserino regionale per la caccia è valido solo in Sicilia? R. No, in tutto il territorio nazionale. Da chi viene rilasciato il tesserino di caccia? R. Viene rilasciato dal Sindaco del Comune di residenza. A che cosa serve il tesserino Regionale per uso caccia? R. Serve per annotare le giornate di caccia e la selvaggina presa. Come si annota la giornata di caccia sul tesserino Regionale? R. La giornata di caccia si annota, prima di iniziare ad esercitare l’attività venatoria, registrando la data nell’apposito spazio del tesserino, e sbarrando la casella dell’ATC dove si esercita la caccia, se diverso da quello di residenza. Da quale legge è regolata la caccia nella Regione Siciliana? R. Dalla legge Regionale n.33 del 1 Settembre 1997. Da quale legge è regolata la caccia nello stato Italiano? R. Dalla legge Nazionale n.157 del '11 Febbraio 1992. Quante sono le giornate di caccia consentite in una settimana? R. tre. Quali sono le giornate di silenzio venatorio? R. Martedì e Venerdì. Quali sono le giornate di caccia consentite ? R. Sabato , Domenica, Lunedì e/o Mercoledì e/o Giovedì. Un guardia caccia volontario in caso di violazione della legge sulla caccia, cosa può fare? R. Redigere verbale di riferimento. In quale periodo è cacciabile il colombaccio ? R. Secondo le date che stabilisce di anno in anno il calendario venatorio. In quanti A. T. C. regionali si può esercitare la caccia alla migratoria? 45) 46) 47) 48) 49) 50) 51) 52) 53) 54) 55) 56) 57) 58) 59) 60) 61) R. solo in due ATC. Che validità ha la licenza di caccia R . La licenza ha la durata di sei anni. Può esercitare la caccia da solo un cacciatore che ha appena conseguito la licenza di caccia? R. No, deve essere accompagnato da un altro cacciatore con almeno tre anni di anzianità di licenza. Quale è la forma di caccia consentita alla beccaccia e al beccaccino ? R. E' consentita solo la caccia vagante. E' consentita la caccia negli uliveti e nei vigneti? R. No, finchè vi è frutto pendente. Dove si può esercitare la caccia dal 1° Gennaio? R. L'esercizio venatorio può essere praticato nei boschi, nei seminativi erborati, negli uliveti privi di frutto pendente, negli acquitrini, corsi d'acqua e laghetti artificiali, anche se le acque sono profonde oltre i tre metri. Quale razze di cani sono consentite sino al 31 Dicembre ? R. Tutte le razze.. A che distanza si può esercitare la caccia dai centri abitati ? R. La caccia si può esercitare dando le spalle ai centri abitati a distanza di metri 100. A che distanza si può sparare in direzione di linee ferrate, strade carrozzabili, edifici, ecc ? R. Si può sparare a 150 metri di distanza. A che distanza è consentito sparare in direzione di immobili o vie di comunicazione con un fucile ad anima rigata , carabine ecc.? R. E' consentito sparare a una distanza di una volta e mezzo del tiro utile di un fucile ad anima rigata. Quale distanza bisogna tenere dalle strade poderali ed interpoderali ? R. Nessuna. Quali sono le zone dove non si può esercitare la caccia ? R. La caccia non si può esercitare , nei parchi, nei giardini pubblici, nei terreni adibiti ad attività sportive, nelle riserve naturali, nelle oasi di protezione e rifugio della fauna, nelle zone di ripopolamento, nei centri pubblici e privati di produzione di selvaggina, negli allevamenti di animali, nei fondi chiusi e tabellati, nelle foreste demaniali, nelle zone militari, nelle aie e nei cortili. La caccia è consentita nei terreni coperti di neve? R. No, non è consentita. Si possono prendere o detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi o uccelli appartenente alla fauna selvatica ? R. No. E' consentito l'esercizio venatorio nelle piantagioni arboree e nei boschi distrutti da incendio? R. No, non è consentito ne nell’anno dell’incendio ne in quello successivo. Quali sono i mezzi non consentiti nell'esercizio venatorio ? R. I mezzi non consentiti sono: fari, registratori, dispositivi elettrici di qualsiasi genere , lacci, veleni, reti, trappole, vischio, fucili ad aria compressa, ecc. Quali sono i mezzi consentiti per l'esercizio venatorio ? R. L'esercizio venatorio è consentito con l'uso del fucile ad anima liscia di calibro non superiore a 12, a due colpi, a ripetizione e/o semiautomatico con caricatore contenente non più di due cartucce, nonché con fucile ad anima rigata, di calibro non superiore a 5,6 mm e con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a 40mm. E' consentito l'uso del fucile a due o tre canne, detto dribbling ? 62) 63) 64) 65) 66) 67) 68) 69) 70) 71) 72) 73) 74) 75) 76) 77) 78) 79) 80) R. Si, purché di calibro della canna o delle canne lisce non sia superiore a 12, ed una o le due rigate di calibro non inferiore a 5,6 e con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a 40mm. Si può esercitare la caccia con l'uso dell'arco e del falco ? R. Si, la caccia si può esercitare. Cosa deve farne il cacciatore delle cartucce sparate ? R. Li deve raccogliere e depositare negli apposito contenitori per evitare di inquinare l'ambiente. Il cacciatore è autorizzato a portare con sé utensili da punta e da taglio ? R. Si, per uso venatorio . Come bisogna portare il fucile per raggiungere i luoghi di caccia dal 1° di gennaio in poi ? R. Smontato o in custodia. Che differenza vi è tra trasporto e porto di armi ? R. Il trasporto dell'arma consiste nel trasportarla in condizione di un uso non immediato, mentre per porto di arma s'intende l'arma in condizione di uso immediato. Quando si possono portare le armi da caccia ? R. Le armi da caccia possono essere portate, da chi è munito di regolare porto di fucile in corso di validità, tutto l’anno e in tutto il territorio nazionale, purché smontate o in custodia. Quale tipo di munizioni è obbligatorio denunciare ? R. Vanno denunciate le munizioni a palla asciutta e le cartucce detenute in più a 1000 pezzi. Si può esercitare la caccia con un fucile ad aria compressa o a gas ? R. No, non sono armi consentiti per l'esercizio della caccia. Perché è importante non sparare fuori dal tiro utile di un fucile ? R. Per evitare che la selvaggina resti ferita e vada a morire in un secondo tempo. Qual'è il tiro utile di un fucile da caccia calibro 12 ? R. Il tiro utile di un fucile da caccia calibro 12 è di circa 33-40 metri. Che cosa è la strozzatura in un fucile da caccia ? R. Il restringimento dell'ultima parte della canna( vivo di volata), e serve per concentrare la rosata e allungare il tiro. Il diametro si misura in decimi di millimetro. Dove si trova la camera da scoppio in un fucile ? R. Si trova dove si inserisce la cartuccia. Come si divide il fucile ? R. Il fucile si divide in tre parti: calcio, canne, bascula. Dove sono collocati i ramponi ? R. Si trovano nelle doppiette e nei sovrapposti, sotto la camera di scoppio. Cosa bisogna fare quando si acquista un fucile da caccia ? R. Bisogna richiedere al venditore l'apposito attestato di acquisto e fare tempestiva denuncia alla Questura di residenza o alla locale stazione dei carabinieri. Quali sono gli elementi che compongono una cartuccia da caccia ? R. Il bossolo con la capsula contenente la miscela innescata, la polvere , il cartoncino impermeabile, la borra, il piombo e il cartoncino di chiusura. Quali sono le specie stanziali cacciabili in Sicilia ? R. Le specie stanziali cacciabili sono: Coniglio Selvatico, Volpe, Cinghiale, Coturnice. Quali sono le specie migratorie cacciabili in Sicilia? R. Le specie migratorie cacciabile sono: Allodola, Alzavola, Beccaccia, Beccaccini, Cesena, Codone, Colombaccio, Fischione, Fologa, Gallinella d’acqua, Gazza, Germano Reale, Merlo, Mestolone, Moriglione, Pavoncella, Quaglia Tortora, Tordo bottaccio e Tordo tassello. Quanti Ambiti Territoriali di Caccia può avere in totale un cacciatore? R. Può avere fino a 6 ATC, di cui uno di residenza, tre di ammissione,due per caccia alla migratoria. 81) 82) 83) 84) 85) 86) 87) 88) 89) 90) In quali zone è consentito cacciare dopo il 31 dicembre di ogni anno? R. Dopo il primo di Gennaio l’attività venatoria è consentita lungo i corsi d’acqua, gli acquitrini, le zone boschive non demaniali, i carrubeti, e nelle zone appositamente individuate dalle Ripartizioni Faunistico Venatorie, con l’ausilio dei soli cani da ferma; ed è fatto l’obbligo al cacciatore di raggiungere il luogo con l’arma scarica in custodia e/o smontata. Cosa si intende per selvaggina stanziale e cosa per migratoria? R. Per selvaggina stanziale si intende quella selvaggina stazionaria o sedentaria, che nasce cresce e muore nel territorio di origine (Es. Coturnice, Coniglio, Lepre ). Mentre col termine di selvaggina migratoria si suole indicare quei selvatici che durante tutta la loro esistenza operano degli spostamenti stagionali (migrazioni, chiamati volgarmente passo e ripasso). Tali spostamenti sono dettati da esigenze riproduttive oppure da esigenze climatiche. Infatti la migrazione autunnale viene per lo più dettata da esigenze climatiche ( I selvatici vengono a “svernare” nei nostri territori in quanto l’inverno è più mite.), mentre quella primaverile-estiva viene dettata da esigenze riproduttive. ( Quaglie e Tortore vengono a nidificare nei nostri territori). Che cosa è una Zona di Ripopolamento e Cattura ? R. Una zona ripopolamento e cattura è un territorio destinato alla riproduzione della fauna allo stato naturale, ed alla successiva cattura della stessa per l’immissione in altri luoghi in tempi e condizioni utili per il loro ambientamento e riproduzione. Cosa sono gli “Ambiti Territoriali di Caccia” (ATC)? R. Gli ATC sono delle unita di gestione e prelievo venatorio programmato di dimensione sub-provinciale; il cacciatore ha diritto all’ATC dove risiede, e ne può chiedere altri due inoltrando ogni anno la domanda in carta legale alla RFV competente per quel ATC. Cosa è il “Furetto”? R. Il furetto è un animale usato per stanare i conigli dalla tana, si può utilizzare e portare solo nei luoghi dove è consentito dal Calendario Venatorio, durante l’utilizzo e obbligatorio munire il furetto di museruola. Che differenza c’è tra un fucili ad anima liscia ed un fucili ad anima rigata (carabine)? R. La differenza sta nell’interno della canna, in quanto i primi hanno l’interno della camera perfettamente liscio e vengono usati per sparare munizione spezzata (cartucce a pallini), mentre i secondi hanno delle rigature che servono per dare precisione alla palla sparata e vengono utilizzati per sparare solo munizioni a palla. Nel caso in cui venga rinvenuto o abbattuto un volatile inanellato, cosa bisogna fare? R. In questi casi bisogna portare il volatile alla RFV competente per territorio, oppure al più vicino distaccamento forestale In caso di violazioni alle leggi sulla caccia, quanti tipi di sanzioni conosci? R. Esistono sanzioni penali, quando si caccia nelle oasi, nei parchi, in periodi di divieto o facendo uso di mezzi proibiti, e sono di competenza del pretore; poi vi sono le sanzioni amministrative che con il pagamento di una somma di denaro si estingue l’illecito commesso, e sono di competenza della RFV competente per territorio. In caso di violazione di legge cosa può essere sequestrato al cacciatore? R. I mezzi di caccia e la selvaggina; il cane ed il furetto non possono essere sequestrati. In caso di “morso di vipera” quale aiuto si può dare al compagno di caccia? R. Come primo soccorso e necessario con un laccio o una cinta serrare al di sopra del morso, poi incidere o succhiare nella ferita per far uscire il veleno; poi portare subito il compagno al pronto soccorso più vicino. 91) 92) 93) 94) 95) 96) 97) 98) 99) 100) Cosa fare in caso di “frattura”? R. Immediatamente si immobilizza l’arto fratturato con delle stecche di legno oppure dei rami, e poi si cerca aiuto. Conosci altri tipi di animali protetti che non sono ne uccelli, ne mammiferi? R. Si, tutte le testuggini di terra, di acqua dolce, e le tartarughe di mare. Cosa si intende per fauna autoctona, e cosa per fauna alloctona? R. Per fauna autoctona si intende quella fauna originaria di un certo territorio; per fauna alloctona si intende tutta quella fauna che viene introdotta in un territorio dove non era stata mai presente. Si può immettere selvaggina a scopo di ripopolamento? R. Si, ma dopo l’autorizzazione della RFV competente, che provvederà al controllo del tipo di fauna ed ai luoghi dove avverrà l’immissione. Quali categorie di cani da caccia conosci? R. Cani da ferma (pointer, setter, spinone, bracco italiano, epagneul breton) Cani da seguita (segugi, beagle) Cani da cerca (cirnechi dell’Etna, cocker, springer) La selvaggina può vivere indifferentemente in qualsiasi ambiente? R. No, ha di bisogno un suo Habitat (Ambiente) particolare. (es. la coturnice in montagna, le anatre nel lago). Quale è il maggiore degrado dei boschi e delle foreste? R. Il fuoco, perché bruciando gli alberi e l’erba del bosco, il terreno non trattiene più l’acqua creando smottamenti e frane. Cosa si intende per “Macchia Mediterranea”? R. Per Macchia Mediterranea si intende una particolare formazione boschiva tipica della penisola italiana e delle isole, che va dalla pianura all’alta collina. Cosa è l’ENCI ? R. L’E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana ) e quell’ente che si occupa delle iscrizioni, dei cani tatuati, sui libri genealogici, ne rilascia il “pedigree” ossia la carta d’identità di ogni cane. L’E.N.C.I. organizza esposizioni e prove di lavoro al fine di segnalare i migliori riproduttori e quindi i potenziali migliori di razza. Cosa deve fare il cacciatore se avvista un incendio? R. Deve immediatamente avvisare il Corpo Forestale tramite il numero verde 1515, dando le maggiori informazioni possibili sul luogo e sull’incendio. Marca da Bollo €. 10.33 ALLA RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI ______________________________ Via ____________________ CAP________ Prov (____) OGGETTO: Richiesta di ammissione agli esami per l’accertamento dell’idoneità all’abilitazione per l’esercizio venatorio. Il Sottoscritto ______________________ nato a ____________________________ il ____________ e residente a _______________________________________ in __________________________________________, C.A.P. _________________ , C.F. ________________________________ CHIEDE Di essere ammesso a sostenere gli esami per l’accertamento dell’idoneità all’abilitazione per l’esercizio venatorio. A tal fine allego alla presente i seguenti documenti: • Congedo militare o attestato TSN. • Autocertificazione del certificato di residenza. • Fotocopia del documento di identità. Palermo, li ____________ Con Osservanza ______________________________ INDIRIZZI DELLE RIPARTIZIONI FAUNISTICO VENATORIE 92100 AGRIGENTO – Via Airone, 51 Tel. 0922-24111 93100 CALTANISSETTA – Via Malta, 2 Tel. 0934-595096 95129 CATANIA – Viale XX Settembre, 47/E Tel. 095-448009 94100 ENNA – Corso Sicilia, 37 Tel. 0935-500404 98100 MESSINA – Piazza Crisafulli, 1 Tel. 090-662135 90123 PALERMO – Via Serraglio Vecchio, 28 Tel. 091-6170386 97100 RAGUSA – Via Klobe, (sn) (Sacra Famiglia) Tel. 0932-681333 96100 SIRACUSA – Corso Gelone, 103 Tel. 0931-69996 91100 TRAPANI – Via Colonnello Romej, 7 Tel. 0923-547878 INDIRIZZI ARCI CACCIA ARCI CACCIA NAZIONALE – Largo Nino Franchellucci, 65 – 00155 Roma Tel. 06-4067413 Fax 06-40800345 ARCI CACCIA SICILIA - Via Napoli, 84 – 90133 Palermo Tel. e Fax 091-6113644 329-9016900 ARCI CACCIA AGRIGENTO - Via Roma, 35 – 92025 Casteltermini Tel. 329-9016906 ARCI CACCIA CALTANISSETTA - Piazza Pirandello, 5 – 93100 Caltanissetta Tel. 0934-22721 329-9016878 ARCI CACCIA CATANIA - Piazza A. Pennini, 24 – 95024 Acireale Tel. e Fax 095- 7636105 329-9016872 ARCI CACCIA ENNA - Via Diana, 21 – 94015 Piazza Armerina Tel. 329-9016882 ARCI CACCIA MESSINA - Via Salita Porta, 42 – 98064 Librizzi Tel. 329-9016889 ARCI CACCIA PALERMO - Via Napoli, 84 – 90133 Palermo Tel. e Fax 091-6113644 329-9016903 ARCI CACCIA RAGUSA - Via Del Quarto, 84 – 97019 Vittoria Tel. 329-9016888 ARCI CACCIA SIRACUSA - Via A. da Messina, 4 – 96016 Lentini Tel. 329-9016905 ARCI CACCIA TRAPANI - C/da M. Rifugio, 236/A – 91025 Marsala Tel. 0923-745250 329-9016863 BIGLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Sergio Sorrentino http://www.caccia-ti.ch http://www.edolimpia.it http://luigicamillo.supereva.it http://www.frinchillucci.it http://www.earmi.it http://www.enci.it “Manuale per l’abilitazione all’esercizio venatorio” “Manualweb del cacciatore” “La Licenza di caccia on-line” “Uccelli del mondo” “Armeria Frinchillucci – Le armi e la legge” “Enciclopedia delle armi – E. Mori” “Ente Nazionale Cinofilia Italiana”