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Lello VECCHIARINO La voce del PASTORE SULLE ORME DI PIETRO E PAOLO + Domenico CORNACCHIA I l 29 aprile la nostra diocesi di Lucera-Troia ha vissuto il suo pellegrinaggio paolino a Roma. Eravamo circa settecento persone, da quasi tutte le parrocchie, accompagnate da più di venti sacerdoti diocesani. Ci siamo ritrovati davanti a Pietro, il papa Benedetto XVI, per essere da lui incoraggiati e sostenuti nel cammino di fede, speranza e carità. Egli ci ha detto che il cristiano deve farsi sacramento visibile di Cristo. L’emozione di tutti ha avuto il suo apice, quando il papa è passato accanto a noi benedicente, fissandoci negli occhi, quasi a voler percepire i nostri desideri e i nostri sogni. Ci siamo scambiate impressioni ed emozioni. In tutti la stanchezza del viaggio e la sosta sotto il sole sampietrino si sono dileguate in un attimo. Dopo la breve pausa meridiana, ci siamo recati nell’imponente basilica patriarcale di san Paolo fuori le Mura. Varcata la Porta Santa per lucrare l’indulgenza giubilare, abbiamo preso parte alla solenne concelebrazione. I medaglioni dei pontefici, collocati sulle colonne della navata laterale, ci han- PAG 2 Fondo CEI per le famiglie no scortato fino all’altare maggiore. Con coloro che hanno fatto la storia della Chiesa, ci siamo sentiti quasi accolti per mano e condotti al Signore. Dopo la foto di gruppo, i pullman ci hanno riportati nella nostra terra. Bello è stato sentire che ancora altri, forse perché informati in ritardo, avrebbero preso parte al nostro viaggio. A loro e a tutti coloro che sono rimasti a casa, i pellegrini romani desiderano far conoscere e gustare la bellezza e la profondità di quanto il Signore ci ha dato. Con l’apostolo Giovanni vi diciamo: “Quello che abbiamo udito e visto, toccato con le nostre mani, quanto ha ravvivato la nostra fede, noi lo annunciamo a voi, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv. 1,1ss.). Il breve e intenso soggiorno romano diventi trampolino di lancio verso un modo nuovo di vivere la fede e di testimoniarla, sull’esempio dell’ apostolo Paolo, in famiglia, in parrocchia, sul lavoro e nel quotidiano. Al Signore il nostro grazie per questa bella esperienza di comunione! Su tutti invoco la benedizione che ho chiesto personalmente al Santo Padre. PAG 3 Festa della gioventù I l terremoto ci appartiene e noi apparteniamo al terremoto. Noi che versiamo lacrime o le vediamo versare. Noi del prima e del dopo. Lo sconquasso che ha riguardato l’Abruzzo ci riporta a sette anni fa, quando il sisma nostro non fu poi tanto vigliacco perché si annunciò alla luce del sole e non avvolto dalle ombre della notte come è avvenuto a L’Aquila; si riportò in Cielo i piccoli ‘angeli’ di San Giuliano di Puglia, e da noi seminò paura, crolli e, manco a dirlo, speranza di rinascita. E li ricordo quei giorni a Casalnuovo Monterotaro, quando a guardare negli occhi degli anziani seduti in strada sulle loro sedie di paglia sembrava volessero dire di una morsa al cuore che non era paura, ma cupo presentimento. Sette anni fa anche da noi ci furono lacrime. Anche da queste nostre parti, in principio era un sasso e una goccia d’acqua. Il sasso ristette, la goccia s’ingrossò fino a diventare serpentello d’acqua, poi ruscelletto e poi torrente. Ci sono due grandi torrenti, sempre dalle nostre parti. Uno è il Fortore, l’altro è la paura, soprattutto quando il sasso si muove. E si mosse intrepido, quel 31 ottobre del 2002: quasi a ricordare agli uomini un monito di provvisorietà. Un boato, lo spostamento d’aria che incupì finanche i pensieri. Poi il solito scenario fatto di promesse, di furbizie, di speranze un tanto a delibera comunale o decreto ministeriale. E se c’è un prima c’è anche un dopo; dopo le lacrime… PAG Dalle nostre parti il sisma causò danni in alcuni comuni del Preappennino dauno: a Celenza Valfortore, a Carlantino, a Pietramontecorvino e soprattutto a Casalnuovo Monterotaro. Le ferite sono ancora ben visibili a imperituro ricordo nel piccolo paese ora alle prese con la ricostruzione che, fino ad oggi, si è mostrata lenta, nonostante le tante promesse quando ancora dalle macerie si alzava la polvere fresca di scossa. Qualche mese fa i sindaci del cratere sismico rassegnarono le dimissioni nelle mani dei rispettivi prefetti perché esasperati per il mancato arrivo dei fondi utili a completare la ricostruzione e per la perdita delle agevolazioni fiscali. Quella protesta, però, non ha prodotto tangibili risultati. “Siamo ancora in attesa dei soldi previsti dalla legge finanziaria del 2008, tanto che qui c’è gente che vive ancora fuori casa perché l’immobile è inagibile”, ha denunciato il sindaco di Casalnuovo, Pasquale De Vita. Casalnuovo Monterotaro fu il paese più danneggiato, e fino ad oggi ha ricevuto 17 milioni e 733 mila euro. I progetti per la fascia A, ovvero i residenti con ordinanza di sgombero, ammontano a 175, di cui 146 già finanziati, la rimanenza è stata ricollocata in graduatoria, perché – spiegano al Municipio – nel corso d’istruzione delle pratiche sono stati riscontrate delle anomalie. Molti ‘casi’ sono rimasti fuori: i soldi non bastano. E anche le lacrime sono agli sgoccioli. La rabbia no. 4 Oasi Betania di Lucera pagina 2 maggio 2009 n. 4 FORMAZIONEeCULTURA FONDO CEI PER LE FAMIGLIE S i chiama Prestito della Speranza, ed è la nuova iniziativa della Conferenza episcopale italiana per sostenere le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica. Grazie a una colletta nazionale straordinaria, indetta per il 31 maggio, la Chiesa italiana costituirà un fondo di garanzia in collaborazione con l’Associazione bancaria italiana. In pratica, il capitale raccolto dalle comunità parrocchiali servirà a garantire un meccanismo di prestiti che la Cei e la Caritas italiana gestiranno insieme agli istituti di credito. Potranno accedervi famiglie che hanno perso l’unico reddito, con almeno tre figli a carico o che vivono la presenza di problemi di malattia grave o disabilità: in totale, secondo, le stime, tra i venti e i trentamila nuclei familiari. A ciascuna famiglia potranno andare fino a un massimo di cinquecento euro al mese per un anno, prorogabile per altri dodici mesi se le condizioni di difficoltà iniziali non saranno cambiate. Saranno le parrocchie e le Caritas locali a verificare inizialmente i requisiti, indicando subito dopo a quale banca rivolgersi per l’erogazione che - promettono i vertici Abi avverrà in tempi rapidi. Comode le condizioni per la restituzione: si attenderà che la famiglia recuperi il proprio reddito, quando sarà in grado di sostenere le rate che avranno una durata massima di cinque anni e un TAEG del 4,5%, ovvero la metà del livello medio attuale. “La scelta di aiutare proprio la famiglia non è casuale, evidentemente, ma corrisponde ad una convinzione profonda che vede in essa non soltanto l’ammortizzatore sociale più efficiente, ma anche la trama relazionale più necessaria per un armonico sviluppo delle persone e dunque della società”, ha spiegato il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, presentando l’iniziativa alla stampa. Inoltre, ha continuato l’arcivescovo, “la colletta nazionale riveste un grande valore pedagogico perché rappresenta un’azione che educa in concreto alla solidarietà e alla condivisione, all’apertura del cuore e alla generosità. Non solo: aiuta pure a vivere questo momento di obiettiva difficoltà per tanti con una scelta concreta che intende rimuovere la cause profonde della crisi e cioè l’avidità del denaro e la cupidigia del possedere”. Simone ESPOSITO Fidarsi è fondamento delle relazioni S o a chi ho dato la mia fiducia (2Tm 1,12) è lo slogan della 46a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che si è celebrata in tutte le comunità cristiane il 3 maggio. In questo anno speciale di grazia, che Benedetto XVI ha indetto nel bimillenario della nascita di san Paolo, anche la pastorale vocazionale si colloca in questo solco ecclesiale utilizzando le parole che l’Apostolo indirizzò a Timoteo, suo amato amico, affidandogli la comunità di Efeso mentre si trovava prigioniero a Roma. Oggi tale esortazione viene rivolta a ciascuno di noi chiamati dal Signore a dare senso e sapore alla nostra vita ricentrandola in Cristo Gesù e ravvivare così la nostra fede. ‘Fidarsi’ è il verbo che ci apre alla relazione, ci mette in movimento invitandoci ad uscire dal proprio io, per andare verso l’altro, sicuramente diverso da noi e bisognoso di amore. L’esperienza di Paolo è quella di un uomo che ha avuto il coraggio di guardare con verità la propria esistenza paralizzata da false sicurezze e paure. Con stupore e meraviglia scopre di essere da sempre amato da Gesù, vera Luce, e decide di orientarsi verso di Lui, che lo abbaglia all’improvviso a mezzogiorno. Sulla strada, con ardore e passione, da persecutore di Cristo diviene annunciatore instancabile di quel tesoro, il Vangelo, che scopre deposto in lui, fragile vaso di creta. Le sue debolezze sono come una spina nella carne, ma il saper essere perdonato è il balsamo che trasforma tali ferite in accoglienti feritoie. Allora non solo si mette in movimento ma addirittura corre perché ha ben chiara la meta, l’Amore: Gesù Cristo. Anche noi invasi dall’attrazione del Maestro, Gesù, siamo chiamati a seguirLo rispondendo con la nostra vita ai diversi appelli suscitati dallo Spirito Santo in noi. La molteplicità delle vocazioni dice il modo concreto attraverso cui possiamo rendere tangibile il nostro ‘sì’. Quindi giovani, catechisti, famiglie, animatori, comunità parrocchiali, pastori, ciascuno per la sua parte e la propria responsabilità si adopereranno affinché la voce del Maestro possa essere riconosciuta ed accolta, affinché tutti sappiamo in Chi riporre la propria fiducia! Francesca PALAMA’ Ordine francescano, in cammino da 800 anni “Apparve anche a me” “S iamo chiamati per andare”. La vita di Francesco si mette in movimento nella primavera del 1209, quando con pochi ma fedeli frati, si incamminò da Assisi verso Roma, per presentare e farsi approvare da papa Innocenzo III, la sua “forma di vita evangelica”. Da quel momento in poi, non si è fermata più. Continua ad andare, nonostante una prima accoglienza non facile da parte del papa che non riconobbe subito i segni della grazia, negli stracci poco eleganti dei primi frati. Eppure, ci volle poco e il pontefice romano accolse e benedisse la prima espressione cartacea della vita dei frati minori, dentro la quale c’è un fuoco fraterno che continua ad ardere, attraverso le sue quattro famiglie francescane dell’unico Ordine da lui fondato. Tutto questo diventa un evento internazionale, quando dal 15 al 18 aprile 2009, nella città di Assisi, si è celebrato il ‘Capitolo delle stuoie’. Fin dai primi battiti della liturgia di accoglienza è risuonato un invito dal forte sapore evangelico che ha riacceso il cuore di circa duemila frati (c’ero anch’io), radunati da ogni parte del mondo e che ha accompagnato i vari appuntamenti celebrativi : “Siamo chiamati per andare”. Andare per il mondo, gratuitamente, scegliendo la trasparenza più che l’apparenza, la familiarità più che l’efficienza. Tra le tante celebrazioni, suggestiva quanto significativa, è stata la marcia penitenziale che dalla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli ci ha diretti verso la tomba del Poverello di Assisi. E’ stata una ‘liturgia della strada’ che ha purificato i passi dei duemila frati e li ha preparati per andare verso il 18 aprile a Castelgandolfo da papa Benedetto. Con queste parole, il vescovo di Roma ci inviava: “Andate e continuate a riparare la casa del Signore Gesù Cristo, la sua Chiesa”. Come pellegrini e forestieri in questo mondo, abbiamo ripreso il cammino con il ‘fuoco dentro’, lasciando tutto e portando con noi soltanto ‘la perla preziosa’ della fraternità. F ra le tante autorevoli voci ascoltate in questi mesi alla ricerca di san Paolo e del suo messaggio, questo mese vorrei presentarvi la più autorevole. La voce proprio di San Paolo! Scorrendo le sue lettere riceviamo un messaggio forte. “Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo…”, con questo linguaggio schietto, san Paolo (1Cor. 15) ci prepara al suo annuncio della Pasqua, che è anche la sua professione di fede. A questa fede “ricevuta”, l’apostolo con umiltà e voce vibrante unisce la sua esperienza del Cristo Risorto: “Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono neppure degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio”. Come non cogliere il suo profondo cambiamento di vita che nasce dall’incontro concreto con Gesù sulla via di Damasco? Il nemico di Cristo e dei cristiani che diviene l’apostolo dei lontani, di coloro che erano perduti e considerati indegni dalla sua prima fede professata. Chi opera, per suo stesso dire, è la forza viva della Grazia che non è mai vana, in ogni tempo dell’umanità e che accompagna sempre il cammino della Chiesa. E’ un’esperienza spirituale profonda, da fare singolarmente e come comunità, ricevere l’annuncio di Pasqua direttamente da colui che ha riconosciuto Cristo primizia della nuova umanità redenta. Conoscere san Paolo, attraverso san Paolo. Giovanni FOGGETTA Michele CUTTANO n. 4 maggio 2009 pagina 3 CRONACHEedESPERIENZE La diocesi ha due nuovi diaconi Foto: G. Peter secondo di Lucera, hanno studiato presso il pontificio seminario regionale di Molfetta dove hanno conseguito il baccalaureato in teologia e attualmente proseguono gli studi di specializzazione, rispettivamente in diritto canonico e in beni culturali. E’ una ricchezza per la nostra diocesi, dove occorrono sempre nuove e fresche forze sacerdotali. E quasi a simboleggiare la continuità del cammino sacerdotale, il 29 marzo scorso, don Erminio Di Bello ha celebrato il venticinquesimo di ordinazione sacerdotale. Venticinque anni a servizio del popolo di Dio vissuti prima nella parrocchia di Casalvecchio di Puglia e attualmente in quella di Santa Maria delle Grazie in Lucera. Una costante e fervorosa preghiera si deve innalzare al Padrone della messe perché continui a mandare operai nella sua vigna. Il problema delle vocazioni non è riservato solo agli addetti lavori, ma è un problema che interessa e coinvolge l’intera comunità diocesana: parrocchie, associazioni, famiglie, catechisti e ammalati, perché tutti e ciascuno possono dare il loro prezioso contributo affinché fioriscano nuove vocazioni sacerdotali e religiose. Allora impegno concreto di tutti è pregare sempre per le vocazioni a partire dalla famiglia dove nasce e si coltiva ogni vocazione. Donato COPPOLELLA Foto: R. Battista E’ iniziata una nuova Pentecoste per la diocesi di Lucera-Troia. Venerdì 17 aprile scorso, nella basilica cattedrale di Lucera, mons. Domenico Cornacchia ha ordinato diaconi gli accoliti Costanzo De Marco e Gaetano Schiraldi. Sono le prime ordinazioni del nostro vescovo dall’inizio del suo ministero episcopale in diocesi. Durante la celebrazione egli ha ricordato i compiti propri del diacono: il servizio all’altare, il servizio della carità, la proclamazione e l’annunzio della Parola di Dio, la cura e lo zelo per gli ammalati, l’amministrazione del battesimo e la celebrazione del rito del matrimonio. I due giovani seminaristi, il primo originario di Castelnuovo della Daunia e il FESTA DELLA GIOVENTU’ A T P er l’Anno paolino la nostra diocesi ncora una volta grande partecipazione di fedeli ai riti della Settimana Santa che quest’anno a Lucera si è aperta con la celebrazione della Via Crucis itinerante per le strade del centro storico. Organizzata il lunedì dall’Azione Cattolica Diocesana, l’iniziativa ha visto la presenza del vescovo Domenico Cornacchia e ha coinvolto parrocchie, associazioni e gruppi ecclesiali che si sono stretti in preghiera anche sull’onda dell’emozione suscitata del terremoto in Abruzzo avvenuto poche ore prima. L’evento più importante resta comunque quello della processione del Venerdì Santo di Gesù morto e dell’Addolorata, icone venerate nell’omonima cappella di san Francesco. Anche in questa occasione grande e nutrita la partecipazione di confraternite e fedeli. utto lo scenario rievoca fedelmente quello in cui Gesù, dopo essere stato tradito, vive le sue ultime ore. Domenica pomeriggio 5 aprile a Troia. Un corteo di sacerdoti e soldati, giunto dal Getsemani, conduce Gesù, (Nicola De Cesare) al sinedrio riunitosi di notte per giudicare il Figlio dell’Uomo. Vogliono che a condannarlo sia Ponzio Pilato, il quale dopo averlo condotto presso Erode e fatto flagellare, lo consegna alla folla che implora la sua crocifissione. Si avvia quindi una Via crucis che si snoda lungo il centro storico. Si è aperta così, la lunga serie delle tradizioni troiane in preparazione alla Santa Pasqua: giovedì santo con la visita ai ‘Sepolcri’; venerdì santo con ‘le Catene’ e ‘la Processione dei Misteri Dolorosi’; giorno di Pasqua con il ‘Bacio’. il 29 aprile è andata pellegrina a Roma. Tanta è stata la gioia nel vederci così numerosi, accomunati da un unico sentimento di comunione. Stupendo spettacolo! Bambini, adulti, giovani e disabili, tutti insieme con la luce negli occhi. Il Santo Padre ci ha rivolto un appello: “Siate innamorati di Cristo! Cristo si fa presente nella chiesa. Dobbiamo imparare a vedere nella chiesa, nel volto dei santi, in tutti noi la presenza di Dio”. Nel pomeriggio abbiamo attraversatola Porta Santa in ‘san Paolo fuori le mura’ e partecipato alla Messa presieduta dal nostro vescovo. Egli ci ha rivolto l’augurio che la ricchezza dell'insegnamento di Paolo ci aiuti a portare l'unità e la concordia fra tutti. Meravigliosa giornata che ha arricchito il cuore di tutti! Enza GAGLIARDI Piergiorgio AQUILINO Antonietta BARONE Diario del DIRETTORE S ergio Marchionne, numero uno della Fiat, oggi è l’abruzzese più famoso. Il 30 aprile ha siglato lo storico accordo Fiat-Chrysler. L’Italia in soccorso dell’America. La prima volta nel 1492 con Cristoforo Colombo! In aprile il terremoto nell’Abruzzo ha dominato la cronaca. Macerie, morti e lacrime hanno provocato il grande abbraccio dell’Italia, grazie anche a TV, radio e giornali. Tacitate le polemiche, ma non quelle di Michele Santoro, ‘provocatore e martire’. La gente d’Abruzzo ha mescolato con saggezza lacrime composte e sorrisi di gratitudine. L’Aquila, macerie e abbracci Il papa ha visitato L’Aquila il 28 aprile. Con parole e gesti ha riassunto l’affettuosa vicinanza di tutti. “Vi sono stato vicino fin dal primo momento. Ho seguito con apprensione le notizie. Ora sono qui: vorrei abbracciarvi con affetto uno ad uno. La Chiesa tutta è qui con me, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese e aziende”. Ha offerto con semplicità il suo amore di padre e tutti hanno ritrovato il sorriso. Ricordando Gesù e i discepoli di Emmaus, il papa ha detto: “La mia povera presenza tra voi vuole essere un segno tangibile del fatto che il Signore non vi abbandona, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie. Certo la sua risposta concreta passa attraverso la nostra solidarietà”. Dall’Abruzzo alla Capitanata. In aprile un po’ di paura anche per noi. Piogge abbondanti, esondazioni di torrenti, evacuazioni di famiglie, frane e smottamenti di strade. Terremoti e inondazioni le chiamano ‘calamità naturali’. Ma i danni maggiori li provocano l’incuria e l’egoismo dell’uomo. ‘Italiani brava gente’ nelle emergenze! E dopo? Giovanni G. IASI A vete presente il sole a mezzogiorno? Il 4 aprile Lucera è stata avvolta dal sole, sì, quel sole che sanno portare solo i giovani quando si ritrovano per vivere la XXIV giornata mondiale della gioventù! I ragazzi provenienti da quasi tutte le parrocchie della diocesi, sono stati nel pomeriggio accolti a san Matteo al Carmine, a Cristo Re e a san Giovanni Battista, dove rispettivamente don Leonardo Catalano, suor Francesca Palamà e padre Fernando Maddalena hanno tenuto una catechesi sul tema della giornata:”Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente”. I ragazzi si sono riempiti di gioia nel dar vita a quello che sarebbe stato lo striscione da deporre durante la veglia ai piedi dell’altare. Successivamente i ragazzi dalle singole parrocchie si sono trasferiti in cattedrale dove il nostro vescovo mons. Domenico Cornacchia ha presieduto la veglia durante la quale ci ha ricordato che solo rimanendo in Cristo, come i tralci alla vite, porteremo molto frutto. La giornata si è conclusa nel cortile del palazzo vescovile cantando e danzando sulle note musicali dei ‘Purpurea’. Un grazie di cuore va al Servizio diocesano della pastorale giovanile, diretto da don Rocco Coppolella, che ha permesso la realizzazione di questo evento e ha fatto comprendere che realmente tutto cambia se poniamo la nostra speranza nel Dio Vivente e se lasciamo fare a Lui! Raffaella D’APOLLO TESTIMONE DI UNA CULTURA DI PACE I l 28 marzo il santuario san Francesco Antonio Fasani di Lucera è entrato a far parte della lista nazionale dei siti UNESCO Testimoni di una cultura di pace. E’ il primo riconoscimento del genere accordato ad un monumento in Capitanata. Alla affollata cerimonia erano presenti la presidente nazionale dei Centri e Club Unesco, Maria Luisa Stringa, il nostro vescovo, mons. Domenico Cornacchia, la vicepresidente della Provincia, Maria Elvira Consiglio, la subcommissaria del Comune di Lucera, Michelina Soccio, il rettore del santuario, p. Giovanni Iasi, e i frati della comunità, numerosi studenti e cittadini. Nella chiesa si sono svolti gli interventi. Poi è stata scoperta la targa, situata sulla parete esterna del tempio. La candidatura della chiesa lucerina venne avanzata dal Club Unesco “Federico II” di Lucera nel 2008, previo sondaggio telematico sul proprio sito, alla Commissione italiana per l’UNESCO di Roma e, attraverso questa, all’ufficio responsabile del programma che ha sede a Parigi. I monumenti e siti testimoni di pace rientrano nel programma per la cultura di pace istituito dall'UNESCO nel 2000 e identificano quei luoghi che la comunità locale considera simboli di pace. Massimiliano MONACO pagina 4 maggio 2009 n. 4 QUARTAPAGINA M ancano solo le palme, però ci sono gli ulivi, anche se alcuni hanno dovuto fare spazio a quella che poi sarebbe diventata Betania, l’Oasi in cui tutto quanto è stato concepito proprio per accogliere pellegrini, gruppi di preghiera e persone desiderose di un contatto più stretto con Dio. Sono passati esattamente 15 anni, infatti, da quel 18 giugno 1994 quando il cardinale Eduard Gagnon e il vescovo Raffaele Castielli tagliarono il nastro davanti alla porta del sogno accarezzato da don Giovanni Mace, il sacerdote che ancora oggi conduce la struttura sulla strada per Troia e che, attraverso la Famiglia Betania nata nel 1981, ha in un certo senso riprodotto il clima evangelico della casa delle sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, fatto di contemplazione e servizio, ma anche di silenzio e preghiera, con coppie e singole persone che insieme vivono, pregano, lavorano e amano al servizio dei fratelli. L’Oasi Betania dal LA DIOCESI PER I TERREMOTATI Anche le comunità parrocchiali e conventuali, le rettorie e le confraternite del territorio diocesano stanno partecipando al movimento di solidarietà a favore delle popolazioni abruzzesi, duramente messe alla prova dal terremoto del 6 aprile. Fino all’8 maggio la Caritas diocesana la ricevuto la somma di euro 31.570. Naturalmente la raccolta continua. Intanto si ringraziano tutti i donatori. Le somme raccolte man mano vengono inviate alla Caritas nazionale. 2000 è nel patrimonio della diocesi Lucera-Troia e, con i suoi 80 posti letto, 150 per la ristorazione, ma anche una chiesa e una sala convegni, sfugge ai dati ufficiali della ricettiva turistica, anche perché i suoi ospiti hanno le precise caratteristiche di chi desidera l’accrescimento spirituale nelle diverse pratiche cristiane. I numeri che produce ogni anno sono da capogiro, perché capace di attrarre pellegrini anche dal resto d’Europa e dagli Stati Uniti, tutta gente in grado di trovare a Betania l’incontro con Dio. “Dopo 15 anni il sogno è diventato realtà e cammina secondo la direzione prefissa - ha detto don Giovanni Mace - anche se ora pare sia diventato più grande di noi. C’è ancora molto da fare, specie nell’allargamento della Famiglia Betania bisognosa di ulteriori vocazioni per poter sempre meglio sopperire alle necessità materiali e soprattutto spirituali dei fratelli”. Riccardo ZINGARO Auguri a Meeting degli insegnanti padre Foggetta di religione Celebrato sabato 25 aprile a Roma il Meeting degli Insegnanti di Religione con il papa Benedetto XVI. Dei 25.000 IdR italiani nell’aula Paolo VI erano presenti in rappresentanza 8.000. Della nostra diocesi hanno partecipato Rosa Buffalo, Concetta Bellucci e Mirella Di Giovine. Il pontefice ha ricordato agli Insegnanti di Religione che “l’ora di religione dà laicamente un’anima alla scuola” e “la dimensione religiosa rende l’uomo più uomo”. Così la famosa sala delle udienze generali in Vaticano si è trasformata nella scuola più grande d’Italia, grazie al discorso del papa, giunto al culmine del meeting, punto di arrivo a sua volta del Congresso per gli Insegnanti di Religione svoltosi nei giorni precedenti, che aveva come idea guida il versetto paolino “Io non mi vergogno del vangelo”, durante il quale ha tenuto una relazione anche il nostro mons. Antonio Pitta. Pio ZUPPA I frati minori conventuali, cui è affidato il santuario san Francesco Antonio Fasani di Lucera, e le altre otto comunità conventuali della Puglia, hanno il nuovo padre Provinciale: Michele Pellegrini, 42 anni, di Ruvo di P. (BA). Il vicario provinciale è padre Giovanni Foggetta, 40 anni, della comunità lucerina. Il ‘Definitorio provinciale’ è composto ancora dai padri: Giuseppe Tondo, segretario, Daniele Maiorano, economo, Nicola Rosa. Agli eletti ed in particolare a padre Foggetta gli auguri fraterni de Il Sentiero e di tutta la comunità diocesana! PROSSIMAMENTE Veglia diocesana di Pentecoste 30 maggio, ore 20.00 presso la parrocchia di san Matteo al Carmine di Lucera. Festa diocesana dell’ACR 2 giugno, nella parrocchia san Francesco Antonio Fasani a lucera. Esercizi spirituali del monastero invisibile 16-19 giugno a san Giovanni Rotondo. I NOSTRI SANTI T ra il III e IV secolo si fa risalire la vicenda terrena del vescovo Marco nella Daunia, descritta nel 1631 da D. Pietropaoli nell’Historia della vita, morte, miracoli e traslazione di S. Marco confessore, vescovo di Lucera e protettore della città di Bovino, e riportata anche negli Acta Sanctorum dei Padri Bollandisti . Secondo la tradizione, Marco nacque ad Ecana nel 266 da famiglia benestante e religiosa. Alla morte del padre divise i suoi averi e scelse di vivere in umiltà. Calunniato ingiustamente dai suoi concittadini, fu denunciato al vescovo Giovanni e costretto a recarsi a Lucera per discolparsi. Nel cammino, però, compì una serie di miracoli tali per cui la fama della sua santità si diffuse tra il popolo lucerino che, alla morte del beato Giovanni, lo volle suo pastore. Rimase a capo della locale comunità cristiana per circa 26 anni. Alla sua morte, poiché Lucera e Troia se ne contendevano i resti e poiché la disputa si era già inasprita, la leggenda vuole che i due popoli decretarono di mettere il corpo del santo su di un carro trainato da due giovenchi senza guida. Le spoglie sarebbero appartenute alla città nella quale gli animali si sarebbero fermati. Si slanciò il carro subito verso Ecana, ma gli indomiti giovenchi non vi si fermarono, e proseguirono per luoghi impervi verso Vibinium (Bovino), dove il corpo fu tumulato e i cittadini edificarono un tempio al Santo vescovo, eleggendolo a loro protettore. Massimiliano MONACO NOTIZIE IN BREVE MOSTRA DELLE CONFRATERNITE Aperta nel castello di Bovino fino al 31 agosto, una Mostra di abiti liturgici, insegne e ornamenti confraternali. Il distretto culturale Daunia Vetus ha curato questa esposizione. Le Confraternite nascono con le prime espressioni del cristianesimo. Come le conosciamo oggi sorsero nel XII secolo, per l'esercizio della carità, della pietà e della preghiera. La massima diffusione avviene nel XIII secolo. Le Confraternite assommavano nella loro azione due aspetti, quello missionario e quello della carità: accogliendo i pellegrini, assistendo i carcerati, seppellendo i morti, costruendo ospedali per i malati. Daunia Vetus DONATORI DI SANGUE Prosegue con eccellenti risultati l’iniziativa per la donazione di sangue che da più di un anno vede impegnata la parrocchia san Francesco Antonio Fasani, nel quartiere Lucera 2, in collaborazione con gli Ospedali Riuniti di Foggia e con l’AVIS di Lucera. Sono infatti già più di cento i donatori regolari e molti altri, di domenica in domenica, portano il loro prezioso contributo: una stupenda partecipazione che sta ispirando l’istituzione di un gruppo fisso di donatori. Prossimo appuntamento a giugno. Annalisa Molfetta COMITATO FESTE PATRONALI A un mese dalla nomina, il presidente del Comitato Feste Patronali, Claudio Finizio, e Paolo Monaco nella veste di coordinatore e vice-presidente, hanno formato e presentato alla Curia Diocesana la lista dei componenti il Comitato, per la festa di Santa Maria Patrona di Lucera nei giorni 14-15 e 16 agosto 2009. Il presidente Claudio Finizio ha convocato e nominato i seguenti componenti: Mario Balletta, Tullio Candeloro, Giuseppe Clemente, Ciro Danese, Bruno M. De Mare, Mario De Sabato, Antonio De Troia, Mario Di Corso, Mario Perna, Aldo Rubino, Alberto Vitacchione. Mensile di informazione della diocesi di Lucera-Troia Editore Diocesi di Lucera-Troia Direttore responsabile Matteo Francavilla Direttore editoriale Giovanni Goffredo Iasi Redazione Donato Coppolella Rocco Coppolella Enza Gagliardi Riccardo Zingaro Sede piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia Tel/Fax 0881 520882 e-mail: [email protected] Stampa Centro Grafico Francescano - Foggia Anno I, numero 4 maggio 2009 Autorizzazione del Tribunale di Lucera n. 139 del 27 gennaio 2009.