Migliorare il trading con VT 12 settembre 2015

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Migliorare il trading con VT 12 settembre 2015
MIGLIORARE IL PROPRIO TRADING CON
VISUAL TRADER VT5
dott. Enrico Malverti
[email protected]
www.enricomalverti.com
Quali sono gli errori più ricorrenti del trader?
Possiamo sintetizzare tutto con una immagine
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Vi ci siete ritrovati?
Molti sicuramente sì.
Più avete paura di perdere, più perderete.
Non dovete aver paura di generare minusvalenze, altrimenti
rimarrete fermi, non venderete quando il mercato si girerà.
Il trader retail che si brucerà guadagna con una frequenza
superiore a quella di un professionista: egli taglia i profitti
preso dall’ansia e lascia correre le perdite. Quando il mercato
risale tutto bene ma… Quando si inverte il ciclo iniziano i
dolori…
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Guardiamo cosa fa invece un sistema meccanico
nella stessa situazione:
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Nel trading dovete salvaguardare due cose.
1) Capitale monetario;
2) Capitale psicologico.
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Per il punto 1 serve:
avere consapevolezza degli strumenti finanziari,
dei rischi ad essi associati (ricordate che il
rischio zero non esiste);
- Avere una strategia
- Usare gli stop loss.
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Per il punto 2 occorre ridurre i tempi di permanenza
davanti al monitor (troppe ore a monitor provocano
stress e problemi di salute di cui nessuno parla). Le
strade:
1) Trading automatizzato (sono i modelli di trading a
gestire gli ordini; con le piattaforme più evolute
basta tenere gli allarmi sullo smartphone e non
occorre stare davanti al pc);
2) Fare trading daily o weekly con ordini impostati una
volta al giorno;
3) Fare trading intraday “quando voglio” un paio di ore
al giorno (per pochissimi, non per tutti).
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Per fare il trader e stimare i rischi
occorre innanzitutto conoscere gli
strumenti finanziari
A seguire la vostra scaletta di cose da
imparare sarebbe fatta da:
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I concetti di rischio e rendimento: imparare a non
sottostimare i rischi
Scegliere il time frame
Supporti e resistenze
Mediare in perdita: la scelta sbagliata
Operatività al ribasso
Impostare l’operatività: gli ordini da impartire al broker
Usare le Piattaforme di analisi tecnica
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Principali tipi di azioni previste dalla legge italiana
Le azioni compongono il capitale sociale di un'impresa, che è registrato come voce passiva
dello Stato Patrimoniale. Il passivo rappresenta i diritti vantati da terzi nei confronti
dell'impresa.
Azioni ordinarie
Sono le azioni che non rientrano in nessuna delle categorie seguenti. Assegnano diritti
patrimoniali quali il diritto al dividendo, diritto al rimborso del capitale in caso di
scioglimento della società e il diritto di opzione in caso di aumento del capitale;
assegnano anche diritti amministrativi tipicamente quello di voto nell'assemblea
ordinaria e straordinaria della società.
Azioni privilegiate
Le azioni privilegiate sono azioni nominative che assicurano all'azionista la precedenza nella
ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale all'atto dello scioglimento della
società. Dati questi privilegi i portatori di azioni privilegiate subiscono delle limitazioni
nel diritto di voto, che è precluso nelle assemblee ordinarie, mentre è concesso in quelle
straordinarie.
Azioni di risparmio
Sono azioni prive del diritto di voto nell'assemblea ma privilegiate nella distribuzione del
dividendo, poiché la società emittente deve distribuire utili ai titolari di queste azioni
fino ad almeno il 5% del valore nominale delle azioni stesse. Sono, solitamente,
destinate ai piccoli risparmiatori che cercano più il rendimento dell'investimento che
l'esercizio del diritto di voto.
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L'obbligazione (spesso chiamata con il termine inglese bond) è un
titolo di credito emesso da società o enti pubblici che attribuisce al
possessore il diritto al rimborso del capitale più un interesse.
Lo scopo di un'emissione obbligazionaria (o prestito obbligazionario) è il
reperimento di liquidità
Di solito, il rimborso del capitale avviene alla scadenza al valore nominale
e in un'unica soluzione, mentre gli interessi sono liquidati
periodicamente (trimestralmente, semestralmente o annualmente).
L‘interesse corrisposto periodicamente è detto cedola perché in
passato per riscuoterlo si doveva staccare il tagliando numerato unito
al certificato che rappresentava l'obbligazione.
Se l'emittente non paga una cedola (così come se è insolvente nei
confronti delle banche o di creditori commerciali), un singolo
obbligazionista può presentare istanza di fallimento.
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Duration
La duration è un indicatore della durata finanziaria del titolo, ovvero la vita
residua del titolo ponderata con il flusso di cedole che il titolo pagherà in
futuro. È dunque un numero che è funzione di 3 variabili: tassi di mercato, vita
residua, valore delle cedole. Il suo valore, espresso in anni, è compreso tra 0 e
la vita residua del titolo. È esattamente pari alla vita residua per gli Zero
Coupon Bond.
La duration è bassa per quei titoli con refixing a breve (tipo le obbligazioni a tasso
variabile che, indicizzate a prefissati tassi, adeguano l'importo della cedola alle
variazioni del parametro). La duration viene anche usata per determinare la
sensibilità del titolo ad una variazione dei tassi al quale è strettamente
correlata: all'aumentare (diminuire) della duration la sensibilità di prezzo del
titolo aumenta (si riduce).
Fattori che determinano il prezzo delle obbligazioni
Il prezzo di un'obbligazione è determinato da 4 parametri fondamentali:
• Tasso d'interesse di mercato
• Cedola (tasso d'interesse pagato dall'emittente)
• Scadenza dell'obbligazione (maturità)
•
Rating.
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Uno strumento derivato è ogni titolo il cui valore è basato sul valore di mercato di altri
beni (azioni, indici, valute, tassi ecc.). Esistono derivati strutturati per ogni esigenza e
basati su qualsiasi variabile. Gli utilizzi principali sono: arbitraggio, speculazione e
copertura (detta hedging).
I futures sono contratti a termine standardizzati per poter essere negoziati facilmente in
Borsa. Il contratto futures è un contratto uniforme a termine su strumenti finanziari, con
il quale le parti si obbligano a scambiarsi alla scadenza un certo quantitativo di
determinate attività finanziarie, ad un prezzo stabilito; ovvero, nel caso di futures su
indici, a liquidarsi una somma di denaro pari alla differenza fra il valore dell'indice di
riferimento alla stipula del contatto ed il valore dello stesso indice nel giorno di
scadenza
Con il termine opzione (o option) si intende quel particolare tipo di derivato che conferisce
al possessore il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere il titolo sul quale
l'opzione stessa è scritta, chiamato strumento sottostante, ad un determinato prezzo
(strike price) e/o entro una determinata data. Le opzioni possono avere i più diversi
sottostanti: azioni, commodities, tassi di interesse, etc.
La differenza fondamentale delle opzioni rispetto agli altri derivati consiste nella definizione
dei diritti del possessore: egli non è obbligato ad acquistare/vendere il sottostante, ma
può farlo se esercitando l'opzione ne trae una convenienza economica. Per tale ragione
sono detti titoli derivati asimmetrici.
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Ulteriori e complete informazioni su tutti gli strumenti
finanziari (compresi Forex, certificates, ecc..) li trovate nel
“Manuale del risparmiatore” di Hoepli scritto dal
sottoscritto con Edoardo Liuni e Saverio Berlinzani:
http://www.hoepli.it/libro/manuale-delrisparmiatore/9788820366919.html
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Solitamente il piccolo trader privato teme la volatilità. MA
la volatilità è una grande risorsa: maggiori rischi ma
maggiori possibilità di guadagno.
Imparare a gestire la volatilità significa anche riconoscere i
titoli dal maggior potenziale (range contraction) e i cicli di
borsa.
Contrazioni di volatilità dopo anni di ciclo rialzista
anticipano una distribuzione.
Contrazioni di volatilità dopo anni di ciclo ribassista
anticipano una accumulazione.
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Scaricate la dispensa sulla VOLATILITA’
QUI:
http://www.enricomalverti.com/2015/07/ilconcetto-di-volatilita/
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Il neofita deve imparare a riconoscere almeno i concetti di
supporto, resistenza e trendline, importanti per identificare i
punti di svolta nel trend in un trading di posizione daily o
weekly
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La piramide del rischio.
Fonte: “Il manuale del risparmiatore”, Hoepli, 2015
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Formula di Conway M. R., Behle A. N. per
normalizzare il rischio in base alla volatilità
Nos = (initcapital + netprofit) * riskamount / (DD * Volat)
Dove nos = numero di contratti;
Riskamount = parametro che esprime la tolleranza al rischio del trader;
DD = drawdown;
Volat = ATR % * Bigpointvalue
Ossia in base alla tolleranza al rischio dell’investitore calcoliamo una
percentuale del capitale iniziale, incrementato o decrementato volta per
volta dal risultato di ciascuna operazione, e lo dividiamo per il prodotto tra
il drawdown per singolo contratto e la volatilità dello strumento tradato.
Da “Money management professionale”, E. Malverti, Experta, 2005
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Acquisiti i concetti di rischio tra le diverse asset class si
comprende l’importanza della diversificazione
Dovete scegliere strumenti decorrelati su
cui fare trading.
Il top è diversificare per strumento, time
frame e per logica operativa
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I pattern sono configurazioni
grafiche ricorrenti facilmente
identificabili e programmabili
anche in Visual Trader per
scansioni automatiche.
Esempio: Un pattern per il day
trading sul Dax30 future
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Oops Sell
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Oops Buy
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Occorre dare importanza ai parametri
psicologici di un Trading system ed a quelli
di rischio
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Per l’utilizzo del Wizard di Visual Trader
per la scrittura e testing di strategie
leggete QUI:
http://www.enricomalverti.com/2015/08/il
-wizard-di-visualtrader/
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Il libro per avere 15
trading system già
codificati con relative
statistiche e risultati per
ricerche e spunti operativi
per le proprie strategie di
trading
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Il libro per sapere tutto
sugli strumenti finanziari,
sui concetti di
diversificazione, rischio e
su come scansare truffe
finanziarie e tanto altro
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Contatti:
Enrico Malverti
[email protected]
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www.tradingsystemsvincenti.it
www.robo-advisor.it
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