PKD - Allevamento della Fata Morgana

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PKD - Allevamento della Fata Morgana
PKD - SINDROME DEL RENE POLICISTICO:
Malattia Ereditaria del Gatto
DR.SSA MAURIZIA PALLANTE, MEDICO VETERINARIO - Visite a Domicilio (Roma e Provincia)
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COS'È LA PKD
La PKD (Sindrome del Rene Policistico) è un disordine renale ereditario, riportato in letteratura solo dal
1967. Tipicamente, già alla nascita, in entrambi i reni sono presenti numerosissime cisti. Le cisti non sono
altro che cavità piene di liquido, che aumentano di volume col crescere dell'animale, fino a raggiungere
anche i 2,5 cm di diametro. Il rene di un gatto colpito da PKD può ospitare da 20 a 200 cisti.
RAZZE PORTATRICI
La razza più colpita è, senza dubbio, quella dei Gatti Persiani. Tuttavia, possiamo ritrovare la malattia anche
in altre razze di gatti, che in passato furono incrociati con i Persiani. E' il caso delle seguenti razze: Exotic
Shorthair, Selkirk Rex, British Shorthair, Scottish Fold, Sacri di Birmania, Ragdoll, American Shorthair,
Devon Rex, Maine Coon, Norvegesi delle Foreste, Sphynx, Orientali, Cornish Rex, Abissina, Somala, Manx
e Burmese.
SINTOMI
Non sempre un gatto portatore manifesta segni di malattia. Ciò dipende da innumerevoli fattori, primi fra
tutti la dimensione ed il numero di cisti presenti in entrambi i reni. L'insufficienza renale diventerà evidente
solo quando le cisti occuperanno troppo spazio, alterando la normale architettura del parenchima renale e, di
conseguenza, compromettendo la sua funzione fisiologica, fino a raggiungere il blocco renale. Animali con
poche o piccole cisti probabilmente non si ammaleranno mai. I primi segni di malattia sono poco specifici e
compaiono fra i 3 ed i 10 anni d'età dell'animale. Innanzi tutto, aumenteranno frequenza e quantità di
abbeveramento (polidipsia) e minzione (poliuria). Successivamente, con l'aggravarsi della situazione, il gatto
può perdere appetito e dimagrire, il pelo diventerà meno luminoso e, saltuariamente, potranno esserci episodi
di vomito e di alitosi. Spesso si può ritrovare anche del sangue nelle urine (ematuria).
TRATTAMENTO E PROFILASSI
Poiché, a tutt'oggi, non esiste alcuna cura né alcun modo di prevenire l'insorgenza e lo sviluppo della PKD, si
consiglia di testare sempre i riproduttori prima di metterli in monta. L'unico mezzo di profilassi, infatti, resta
quello di eliminare dalla riproduzione i soggetti positivi al test per la PKD.
L'inizio del trattamento di un animale malato dovrebbe essere quanto più precoce possibile. Lo scopo è
quello di cercare di idratare l'animale, con fleboclisi o ipodermoclisi di soluzione fisiologica almeno 2 giorni
a settimana, fino stabilizzazione. Successivamente, si può operare sulla dieta dell'animale, somministrando
mangimi commerciali ipoproteici ed a scarso contenuto di fosforo. Nei casi più gravi, il protocollo prevede
l'utilizzo di farmaci ACE-inibitori e di antibiotici, in caso di necessità.
DIAGNOSI
La diagnosi tradizionale è basata su ecografia ed esami di laboratorio. L'ecografia è un esame facilmente
eseguibile, che, nella maggior parte dei casi, non necessita neanche della sedazione dell'animale. Il gatto
viene tosato sui fianchi o intorno all'ombelico, aree su cui viene apposta la sonda per esaminare i reni. Gli
ultrasuoni sono utili sugli animali anziani, perché permettono di valutare sia la numerosità che le dimensioni
delle cisti renali, tuttavia è necessario affidarsi ad un veterinario esperto che abbia anche la strumentazione
adatta. Questo discorso non vale per i gatti giovani, i quali potrebbero avere cisti talmente piccole da non
essere evidenziabili dall'ecografo. In questi casi, il mezzo diagnostico più affidabile è, senza dubbio, un test
genetico. Per farlo basta un semplice prelievo di sangue o di saliva: il risultato si ha, all'incirca, dopo 2
settimane.
Analisi di laboratorio di routine, quali emocromo, profilo biochimico dei parametri ematici ed esame delle
urine, aiuteranno il clinico a quantificare il danno ed ad impostare una corretta terapia. Per questo motivo,
nei gatti malati, si consiglia di ripetere questi esami ogni 6 mesi.
PKD: EREDITARIETÀ
La PKD è una malattia ereditaria, dovuta ad una mutazione genetica. Il gene anomalo non è localizzato sui
cromosomi sessuali, per cui la malattia si definisce "Autosomica" e può colpire gli individui sia di sesso
maschile che femminile. Il gene responsabile della PKD è anche dominante, ciò significa che basta un solo
genitore positivo per trasmettere la malattia al gattino. Nel caso in cui entrambi i genitori trasmettono il gene
mutato, il gattino sarà un omozigote dominante, che, molto probabilmente morirà prima o poco dopo il parto.
Poiché i geni derivano sia dal padre che dalla madre, il corredo genico di un individuo è duplicato. Ciò
significa che un gatto positivo non sempre genera gattini positivi. Le probabilità statistiche sono le seguenti:
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Entrambi i genitori PKD negativi: tutti i gattini saranno PKD negativi;
Entrambi i genitori eterozigoti: i gattini hanno il 75% di probabilità di ereditare la PKD;
1 genitore PKD negativo + 1 genitore eterozigote: i gattini hanno il 50% di probabilità di ereditare la
PKD.
COME GESTIRE LA PKD IN UN ALLEVAMENTO
Come già accennato, il primo passo consiste nell'identificazione di tutti i soggetti positivi, al fine di
escluderli dai piani di allevamento. Sarebbe auspicabile che ogni allevatore eseguisse lo screening
dei propri riproduttori.
Il test del DNA è il mezzo più economico e sicuro, perché permette di avere un risultato invariabile
nel tempo con un attendibilità del 100%.
BIBLIOGRAFIA
-
Criado-Fornelio A, Buling A, Barba-Carretero JC, " Identification of feline polycystic kidney
disease mutation using fret probes and melting curve analysis.", Res Vet Sci. 2008 Jun 13.
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Biller D.S., et al; "Inheritance of Polycystic Kidney Disease in Persian Cats", Journal of Heredity,
1996 Jan; 87(1): 1-5.