centrali nucleari a fissione

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centrali nucleari a fissione
TOMASINI VERONICA
GIOLO SONIA
GUSMEROLI GIULIA
3°G LICEO SCIENTIFICO DI GALLARATE “L. DA VINCI”
a.s. 2015/2016
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE
I nuclei e le reazioni nucleari
La materia che ci circonda è fatta di atomi. L’esistenza del nucleo fu scoperta dal
fisico inglese Rutherford e dai suoi collaboratori nel 1911. Rutherford studiava le
deviazioni subite da un fascio di particelle α (particelle cariche positivamente, di
massa uguale a quella di un atomo di elio, emesse da alcune sostanza radioattive)
quando esse traversavano un sottile foglio di metallo.
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Egli trovò che alcune delle particelle α rimbalzavano indietro, come se avessero
incontrato un ostacolo molto massiccio e molto piccolo, poiché la maggior parte
riusciva ad attraversare il foglio senza grandi deviazioni. Sapendo già che negli
atomi le particelle negative, o elettroni, avevano massa molto piccola, Rutherford
arrivò alla conclusione che la massa e la carica positiva dell’atomo dovevano
essere concentrate in un “nucleo” centrale, intorno al quale si muovevano gli
elettroni. L’esperienza di Rutherford fu la prima di una lunga serie di esperimenti
successivi, in cui un fascio di particelle viene adoperato per studiare la struttura
dei nuclei o delle particelle subnucleari.
- com’ è formata la struttura dei nuclei e cosa sono gli atomi?Gli atomi sono delle strutture nelle quali è organizzata la materia nel mondo fisico
o in natura. Sono costituiti da un "guscio" e da un nucleo. Il guscio elettronico ha
un diametro di circa un 100 milionesimo di centimetro. Il nucleo è circa 10.000
volte più piccolo: tuttavia la massa e quindi il peso degli atomi è quasi tutta
concentrata nei nuclei. I nuclei a loro volta sono costituiti da un agglomerato di
neutroni e protoni. In un atomo gli elettroni che costituiscono il guscio sono in
numero uguale a quello dei protoni del nucleo. Ogni atomo è caratterizzato da un
suo numero di elettroni. Sotto questo profilo esistono in natura una novantina
circa di atomi; dal più semplice (idrogeno con un elettrone) al più complesso
(uranio, con 92 elettroni). A parità di guscio, cioè di numero di elettroni, uno
stesso atomo può esistere in varianti leggermente diverse, a seconda del numero
di neutroni agglomerati nel sul nucleo.
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Atomi che hanno nuclei con lo stesso numero di protoni e diverso numero di
neutroni si chiamano isotopi. Ad ogni atomo possono corrispondere più isotopi.
Isotopi dell'idrogeno sono per esempio il deuterio (guscio costituito da un
elettrone e un nucleo costituito da un protone e un neutrone). Differenti isotopi
differiscono per la loro massa. La varietà e molteplicità dei materiali dell'ambiente
si realizzano dalla varietà e dalla molteplicità con cui si possono combinare vari
atomi. Il minimo insieme di vari atomi che dà origine a un certo "materiale"
stabile si chiama molecola.
-
Cosa sono le reazioni nucleari?-
In fisica nucleare una reazione nucleare è un tipo di trasformazione della materia
che, a differenza di una reazione chimica in cui sono coinvolti gli elettroni esterni
di legame e forze di natura elettrostatica, riguarda invece il nucleo di un atomo di
uno specifico elemento chimico, che viene convertito in un altro a diverso numero
atomico, coinvolgendo le cosiddette forze nucleari, che agiscono all’interno del
nucleo atomico.
Le reazioni nucleari possono essere di fissione e di fusione. Nelle prime il nucleo
di un atomo pesante si disgrega in due nuclei più piccoli ed eventualmente altri
piccoli frammenti (neutroni).
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LA FISSIONE NUCLEARE
Nelle seconde, nuclei molto leggeri si aggregano a formare nuclei più pesanti.
Quando questi processi si possono realizzare con guadagno di energia, essi
possono essere usati in linea di principio in maniera simile alle combustioni
chimiche, per " riscaldare" l'ambiente circostante, perciò possono essere sfruttati
come sorgenti di energia, con il vantaggio, come accennato prima, di mobilitare,
per ogni atomo coinvolto nelle reazioni nucleari, quantità di energia milioni di
volte maggiori che nelle combustioni chimiche.
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LA FUSIONE NUCLEARE
Da un punto di vista pratico, per quanto riguarda la fissione, si è dimostrato che
in natura esiste un nucleo, quello di un particolare isotopo dell'uranio (U-235),
per il quale è possibile la fissione con guadagno di energia. Si è anche scoperto
che è possibile costruire atomi artificiali i cui nuclei (artificiali) possono essere
fissionabili con guadagno di energie: uno di questi è un particolare isotopo del
plutonio (Pu-239).
- Che cosa hanno generato i processi di fissione e fusione? Lo sfruttamento dei processi di fissione di questi nuclei ha dato origine da un lato
alle bombe atomiche, dall'altro alle centrali nucleari attualmente esistenti sul
mercato. Per quanto riguarda la fusione si sono individuati in molti processi
potenziali che possono avvenire con guadagno di energia. Per tutti però
l'avviamento del processo si è rilevato estremamente complesso. Finora si è solo
imparato ad avviare tali processi usando il calore sprigionato da una bomba
atomica, senza poter controllare le varie fasi. Purtroppo queste conoscenze sono
stati sufficienti a costruire le bombe comunemente dette "all'idrogeno" o bombe
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H, ancora più spaventose delle bombe atomiche, ma non sono ancora sufficienti
per poter sfruttare le reazioni di fusione in forma controllata e perciò pacifica.
La fissione
- Quando avviene la fissione?La fissione nucleare, cioè il processo per cui un nucleo pesante si spacca in due
nuclei più piccoli, è energeticamente favorevole per tutti i nuclei che si trovano
nella regione finale della tavola periodica. Infatti in questa zona la repulsione
elettrica tra i protoni diventa paragonabile alla trazione nucleare.
un modello elaborato dai primi studiosi della fissione, è il modello a "goccia"
spiega in modo più preciso le ragioni di questo comportamento. Il nucleo si
comporta come una goccia d'acqua, la cui energia di legame è tanto maggiore
quanto minore è la superficie. La goccia tende perciò ad assumere la forma di
minor superficie, cioè quella sferica. La forza che fa contrarre la goccia si chiama
tensione superficiale. Il nucleo può essere paragonato ad una goccia carica
elettricamente: la repulsione tende a dividerla in gocce più piccole. Per farlo essa
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deve però deformarsi, passando dalla forma sferica a quella ellittica e a
“salsicciotto”. La deformazione è però ostacolata dalla tensione superficiale, che
tende a mantenere la forma sferica. Occorre perciò che la gocciolina riceva
dall'esterno, per esempio se viene scossa o fatta vibrare, abbastanza energia da
dividersi spontaneamente.
SCHEMA DI FUNZIONAMENTO:
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Nelle barre di uranio contenute nel nocciolo del reattore avvengono le fissioni nelle quali si
producono nuclei veloci di massa circa metà rispetto a quella del nucleo di uranio.
Questi nuclei perdono la propria energia cinetica poiché sono frenati dalla materia
circostante. Ciò determina un aumento di temperatura del nocciolo e quindi dell’acqua che vi
circola (acqua supercritica). L’acqua calda, che si trova all’interno di un circuito chiuso, entra
in uno scambiatore di calore dove produce vapore d’acqua ad alta temperatura. Esso mette in
rotazione la turbina e quindi l’alternatore o generatore che produce energia elettrica. Per
“spegnere” il reattore si inseriscono tra le barre di uranio le barre di controllo le quali
assorbono neutroni, impedendo loro di innescare nuove fissioni. Il nocciolo però continua a
rimanere caldo, a causa dei decadimenti radioattivi dei nuclei prodotti nelle fissioni.
- Come avviene la fissione dell’uranio 235?Nel 1938 i fisici Hahn e Strassmann scoprirono che il nucleo dell' uranio 235,
elemento raro in natura, sottoposto a bombardamento di neutroni, si scinde in
due grossi frammenti più 2-3 altri piccoli frammenti e neutroni pronti a loro volta
a spaccare altri nuclei di U-235. Tale fantastico fenomeno, detto fissione, offre la
possibilità di una reazione a catena. In una certa misura potremmo paragonare i
nuclei degli atomi a delle gocce di liquido. La goccia grossa (U-235), urtata da un
neutrone, esplode in due gocce più piccole più qualche gocciolina (neutrone) che
può andare a urtare a sua volta altre gocce grosse che esplodono, e così via. Con
l'esplosione le gocce piccole vengono proiettate lontano con grande velocità. Sul
loro cammino esse trovano come ostacoli, sparsi un po' ovunque, altri nuclei che
a loro volta vengono agitati in varia misura e come risultato finale molto tangibile,
il materiale nel quale avvengono queste micro esplosioni si "scalda". è abbastanza
ovvio che la rapidità con cui si scalda il materiale dipende da queste esplosioni
avvengono nel materiale; e il numero di esplosioni dipende da quante bombe
potenziali sono sparse nel materiale (cioè dalla quantità di U-235) e dall'efficienza
dei detonatori (neutroni).
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- Cosa si capì negli anni Quaranta?Negli anni Quaranta si capì che la fissione a catena avrebbe potuto liberare un
enorme quantità di energia in maniera quasi istantanea e questo avrebbe dato
adito a un'esplosione di proporzioni inaudite, bomba atomica.
Per alcuni anni, negli Stati Uniti, uno sceltissimo gruppo di scienziati fra i quali
molti europei studiarono le condizioni necessarie per realizzare una tale
esplosione Progetto Manhattan infine riusciranno nell'impresa.
- Cosa si dimostrò?Fu dimostrato infatti che una ventina di Kg U-235 allo stato quasi puro,
bombardati con neutroni, erano sufficienti affinché la serie di piccole esplosioni
(fissioni) generata, in un crescendo vertiginoso, coinvolgessero l'uranio in
un'immane catastrofica esplosione; nel cuore del polverone la temperatura
avrebbe raggiunto le decine di milioni di gradi.
Finita la guerra, anche per rendere più accettabili gli enormi investimenti
destinati ad ampliare e potenziare l'arsenale militare nucleare, si cominciò a
guardare alla fissione con intenti pacifici e ci si preoccupò di "controllare" la
fissione a catena si era capito infatti che se le micro esplosioni dell'uranio 235
vengono provocate con ritmo costante opportuno, il materiale si riscalda con
lentezza fino a qualche centinaio di gradi e quindi con un tale corpo (reattore) si
può usare come sorgente di calore, per esempio per vaporizzare dell'acqua, la
quale a sua volta può essere utilizzata per far funzionare una turbina (centrale
nucleare a fissione).
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Le centrali nucleari alle origini
Enrico Fermi
La fissione nucleare fu ottenuta sperimentalmente per la prima volta dal gruppo
guidato da Enrico Fermi ( 29 settembre 1901, 28 novembre 1954) nel 1934
"bombardando" l'uranio con neutroni opportunamente rallentati con un blocco di
paraffina. Tuttavia i fisici italiani non compresero correttamente il processo che
avevano creato identificando erroneamente i prodotti di fissione con nuovi
elementi transuranici la cui creazione spiegavano mediante decadimento beta.
Nel 1938, praticamente nel periodo in cui Fermi era a Stoccolma a ritirare il
premio Nobel, la spiegazione corretta del fenomeno venne descritta dai chimici
tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann, congiuntamente ai fisici austriaci Lise
Meitner e Otto Robert Frisch.
- Cosa determinarono questi scienziati?Essi determinarono che il neutrone, relativamente piccolo, è in grado di scindere
il nucleo dei pesanti atomi di uranio in due parti pressoché uguali. Numerosi
scienziati (tra i primi Leó Szilárd) compresero che le reazioni di fissione
rilasciavano ulteriori neutroni, con il risultato di potere originare una reazione
nucleare a catena in grado di autoalimentarsi. Gli scienziati in molte nazioni
(inclusi gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, la Germania e l'URSS) furono
spronati dai risultati sperimentali a chiedere ai loro rispettivi governi un supporto
alla ricerca sulla fissione nucleare.
Fermi, recatosi a Stoccolma nel 1938 per ritirare il premio Nobel assegnatogli per
la fisica, non rientrò in Italia a causa delle leggi razziali (sua moglie era ebrea) ed
emigrò negli Stati Uniti d'America, così come gran parte delle personalità della
fisica europea. A Chicago gli fu affidata la direzione della realizzazione del primo
reattore nucleare, conosciuto come Chicago Pile-1, che entrò in funzione il 2
dicembre 1942. Famosa rimane la frase in codice con la quale fu comunicata alle
autorità il successo dell'esperimento: «Il navigatore italiano ha raggiunto il nuovo
mondo» parafrasando la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo.
Questa attività fu condotta nell'ambito del progetto Manhattan, che portò anche
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alla costruzione di alcuni reattori a Hanford allo scopo di produrre plutonio da
utilizzare per le prime armi nucleari (parallelamente fu approntato un piano di
arricchimento dell'uranio).
Dopo la seconda guerra mondiale, il timore che la ricerca sui reattori nucleari
potesse incoraggiare un rapido sviluppo di armi nucleari e l'opinione di molti
scienziati che invece ritenevano occorresse un lungo periodo di sviluppo, spinsero
i Governi a tenere sotto stretto controllo la ricerca in questo settore (celebre il
carteggio tra Albert Einstein e il presidente statunitense Franklin Delano
Roosevelt). La maggioranza delle ricerche sui reattori nucleari fu pertanto
indirizzata a fini puramente militari e per diversi anni le principali scoperte nel
campo delle applicazioni dell'energia atomica continuarono ad essere circoscritte
alle armi con la realizzazione di migliaia di testate atomiche in grado di
alimentare quel timore costante di una guerra nucleare tra superpotenze che fu
la base della guerra fredda.
A scopi puramente civili invece l'elettricità venne prodotta per la prima volta da
un reattore nucleare il 20 dicembre 1951, alla stazione sperimentale EBR-I
(Experimental Breeder Reactor I) vicino ad Arco, che inizialmente produceva circa
100 kW (fu anche il primo reattore a subire un incidente di parziale fusione del
nocciolo nel 1955). Nel 1953 un discorso del presidente Dwight Eisenhower,
«Atomi per la pace», enfatizzò l'utilizzo dell'atomo per scopi civili e sostenne un
piano politico per porre in primo piano gli Stati Uniti in un'ottica di sviluppo
internazionale del nucleare. Nel 1954 Lewis Strauss, presidente della United
States Atomic Energy Commission, in un convegno di scrittori scientifici
sostenne: «Non è troppo aspettarsi che i nostri figli usufruiranno nelle loro case di
energia elettrica troppo economica per poter essere misurata».
- Cosa si intende per centrale nucleare?Con centrale nucleare si intende generalmente una centrale elettrica che,
attraverso l'uso di uno o più reattori nucleari a fissione, sfrutta il calore prodotto
da una reazione di fissione nucleare a catena auto-alimentata e controllata per
generare vapore a temperatura e pressione elevate, col fine di azionare delle
turbine a vapore accoppiate ad alternatori, e produrre così, infine, elettricità.
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- Cosa avviene all’interno di una centrale nucleare a fissione?-
Il calore sviluppato dalla reazione di fissione all'interno del reattore viene
trasferito tramite un fluido refrigerante a un flusso di acqua che genera vapore
saturo. Il vapore alimenta una turbina che tramite un generatore produce la
corrente che alimenterà la rete elettrica.
In una centrale nucleare a fissione refrigerata ad acqua leggera, come ogni
centrale elettrica basata su un ciclo al vapore, avviene una reazione che libera
calore utilizzato per la vaporizzazione dell'acqua e quindi la generazione di lavoro
meccanico.
- Qual è il principio fisico che sta alla base delle centrali
nucleari?Il principio fisico alla base della generazione del calore in una centrale nucleare a
fissione è la fissione nucleare, ovvero la scissione del nucleo di atomi pesanti
quali uranio e plutonio.
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Funzionamento dei reattori nucleari
Schema di funzionamento di un reattore nucleare
In un reattore nucleare avvengono reazioni nucleari di natura diversa che presentano le
seguenti caratteristiche:
a) la reazione deve essere esoenergetica;
b) la reazione deve procedere con continuità nel tempo senza necessità di interventi
dall’esterno;
c) la reazione deve risultare controllabile;
Un reattore nucleare può definirsi un convertitore di energia
nucleare in energia termica.
L’immagine rappresenta il nocciolo di un reattore
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Cosa avviene in un reattore
- Qual è l’unico elemento fissile presente in natura? L’ unico elemento fissile presente in natura è l’uranio, costituito da diversi isotopi
quali U234, U235 e U238. L’U238 risulta fissile solo per neutroni con energie elevata
mentre U235 e U234 sono fissili per neutroni di tutte le energie.
L’85% di energia liberata dalla fissione dell’ U235 è energia cinetica mentre il
restante 15% è associato ai neutroni e ad altre particelle nucleari prodotte.
L’energia delle particelle viene dissipata sotto forma di calore. Bisogna tuttavia
ricordare che la sezione d’urto di fissione dell’ l’U235, cioè la probabilità che il
nucleo sia colpito da un neutrone e dia luogo a fissione, è di 1,4 barn
(1barn=10-28m2) per neutroni ad elevata energia, mentre è di 580 barn per
neutroni lenti o termici (cioè neutroni la cui energia è solo dovuta alla
temperatura dell’ambiente circostante). Risulta quindi conveniente rallentare i
neutroni tramite un moderatore, cioè un materiale che non assorbe i neutroni e
che ha basso peso atomico.
- Cosa possono subire i neutroni a contatto con determinati
materiali?-
I neutroni prodotti possono subire tre tipi di interazione con i materiali presenti
nel reattore: diffusione anelastica in cui si avrebbe perdita di energia, cattura,
cioè assorbimento senza che si abbia fissione e infine la fissione stessa.
Poiché i neutroni vengono facilmente degradati a livelli energetici inferiori alla
soglia di fissione dell’U238 è difficile mantenere la reazione a catena puntando su
tale isotopo. L’attenzione pertanto si è spostata sulla fissione dell’U235 che dopo
l’U238 è l’isotopo più presente in natura e che dà fissione con neutroni di qualsiasi
energia soprattutto con neutroni cosiddetti termici. È necessario quindi inserire
un moderatore per abbassare il livello energetico dei neutroni in modo da
aumentare la possibilità che avvenga la fissione con gli isotopi fissili dell’uranio.
- Da cosa è ostacolato il mantenimento della reazione? -
Il mantenimento della reazione è ostacolato dalla presenza di elementi come il
fluido refrigerante e la struttura stessa del reattore. Si introduce una costante di
moltiplicazione k definita come il numero di neutroni prodotti per ogni neutrone
comunque catturato. Esso dipende dalla natura del materiale fissile, dal
moderatore e dai materiali strutturali. Viene introdotta inoltre una costante di
criticità che tiene conto anche dei neutroni che possono sfuggire dal contorno. La
determinazione di k costituisce l’obiettivo principale della teoria dei reattori.
Si distinguono i due casi principali:
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1)se k>1 la reazione tende a crescere e il reattore aumenta di potenza;
2)se k<1 la reazione tende ad esaurirsi e il reattore diminuisce di potenza.
- Da cosa dipende la costante k?La costante k dipende solo dal materiale reattivo mentre la probabilità di fuga dei
neutroni dal contorno dipende dal rapporto superficie-volume del reattore. Per
minimizzare la dispersione di neutroni si usa inserire come isolante intorno al
nocciolo un elemento diffondente i neutroni, come la grafite.
Le scorie nucleari
- Cosa sono le scorie nucleari?Con il termine di scorie nucleari si intende indicare il combustibile esausto
originatosi all’interno dei reattori nucleari nel corso dell’esercizio. Esse
rappresentano un sottoinsieme dei rifiuti radioattivi che a loro volta sono
suddivisibili, in base al livello di attività, in tre categorie: basso, intermedio ed
alto.
Esempio di rifiuti a basso livello sono costituiti dagli indumenti usa e getta usati
nelle centrali nucleari; il 90% dei rifiuti radioattivi prodotti appartengono a questa
categoria, ma contengono solo il 1% della radioattività di provenienza
antropogenica.
Rifiuti a livello intermedio sono costituiti ad esempio dall’incamiciatura del
combustibile e costituiscono il 7% del volume dei rifiuti radioattivi prodotti nel
mondo ma contengono solo il 4% della radioattività.
Al contrario le scorie ad alto livello costituiscono solo il 3% del volume prodotto
nelle attività umane, ma contengono il 95% della radioattività. Tipico esempio è
costituito dal combustibile esausto delle centrali nucleari. I 436 reattori nucleari
presenti in 31 nazioni infatti producono annualmente migliaia di tonnellate di
scorie.
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- Stime sul problema delle scorie radioattiveLa radiotossicità del combustibile esausto decresce nel tempo. Essa pareggia
quella dell’uranio inizialmente caricato nel reattore solo dopo 250.000 anni.
Il contributo maggiore alla pericolosità delle scorie è dato dal plutonio che si
riduce dell’80% dopo 300 anni e del 90% dopo 500 anni; dopo il plutonio i
maggiori contributori sono gli attinidi minori che contribuiscono per un ordine di
grandezza meno del plutonio ma circa mille volte più dei prodotti di fissione; gli
attinidi rappresentano dunque il maggiore pericolo potenziale delle scorie
nucleari; tuttavia bisogna tener conto anche di alcuni prodotti di fissione quali
alcuni isotopi dello iodio, del tecnezio e del cesio, data la loro maggiore mobilità
nella biosfera e la loro maggiore affinità biologica (vie di ritorno per l’uomo).
Dato che le scorie radioattive, al contrario dei rifiuti convenzionali, decadono nel
tempo, si osserva che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli
attinidi minori per circa 10.000 anni, il plutonio per circa 250.000 anni.
I vantaggi e gli svantaggi del nucleare
SVANTAGGI:
•
Gravi danni in caso di incidenti.
La storia ha già mostrato la gravità delle conseguenze in caso di incidenti
alle centrali nucleari. Le radiazioni hanno una grave portata e pericolosità
per le popolazioni di molti paesi (maggiore rischio di morte per leucemia e
tumore). Vedi il caso di Chernobyl.
•
I rifiuti (scorie) sono altamente pericolosi per la vita umana.
La ricerca di un deposito sicuro è uno degli obiettivi che si pongono sia UE
sia Usa. Nonostante questa volontà, sono necessari anni di studi e grandi
investimenti nella ricerca.
•
Opposizione locale delle popolazioni.
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Qualsiasi popolazione locale tenderà ad opporsi all'ipotesi di ospitare sia
centrali nucleari, sia depositi di scorie radioattive. La Sardegna, la Puglia,
la Basilicata sono solo esempi italiani del 2003, persino in Corea una
comunità locale si è opposta con determinazione contro la decisione del
governo coreano di costruire un deposito geologico di scorie. Se poi
consideriamo la protesta di Caorso che da 20 anni chiede lo
smantellamento delle centrali nucleari, il quadro si completa.
•
Il trasporto di materiale nucleare.
Il trasporto di scorie e di materiale nucleare è uno degli aspetti più critici.
In queste fasi, oltre all'opposizione delle popolazioni che vedranno passare
treni o navi con carichi radioattivi vicino alle proprie abitazioni, si unisce
anche il rischio di incidenti o di attentati terroristici con conseguenti danni
di portata globale.
VANTAGGI:
Il nucleare presenta anche vantaggi:
•
Il nucleare non emette CO2
Le centrali nucleari non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e
di zolfo, ovvero le principali cause del buco nell'ozono.
•
Vantaggio nella bilancia dei pagamenti.
La produzione energetica dal nucleare riduce l'importazione di petrolio,
consentendo ai governi un minore carico di spesa nella bilancia dei
pagamenti con l'estero.
•
Maggiore stabilità politica
Le principali riserve petrolifere sono concentrate in pochi paesi ad elevata
instabilità politica (Medio Oriente). Poiché il petrolio assume una
connotazione strategica in tutto il mondo, l'instabilità politica di questi
paesi rischia di trasmettersi ovunque. L'uso del nucleare consente pertanto
una minore dipendenza occidentale dalle zone del medio oriente.
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BIBLIOGRAFIA:
- L’ ABC DELL’ENERGIA NUCLEARE di Renzo Leonardi, editore
Lantana;
- IL PROBLEMA DELL’ENERGIA: FISSIONE NUCLEARE di
Antonella Prat Bastai, Editore Zanichelli;
-
TORNARE AL NUCLEARE? Di Chicco Testa, editore Gli struzzi
Einaudi;
- ENERGIA OGGI E DOMANI, di Felice Ippolito, editore Le Scienze
(1979)
- FISICA GENERALE di J. Orear
- LA STRUTTURA DEL NUCLEO di B. Quassiati, editore Loescher
- ENERGIA DELL’ATOMO di Felice Ippolito, editore Le Scienze
SITOGRAFIA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_a_fis
sione
https://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare
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