clicca qui - Unione Terre Verdiane
Transcript
clicca qui - Unione Terre Verdiane
n Italia, dal Gran San Bernardo a Roma, la Via Francigena attraversa territori che sono uno scrigno di opere d’arte ma anche di altrettanto speciali prodotti alimentari, nati in territori con molteplici e straordinarie risorse agricole. Le caratteristiche dei territori, le competenze e le tradizioni locali interagiscono e si coniugano, dando vita ad eccellenze enogastronomiche conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Nell’attuale scenario del mercato, a fronte delle dinamiche massificanti della globalizzazione, si assiste ad una crescente domanda di qualità da parte dei cittadini, che apprezzano prodotti ben identificati dal punto di vista della filiera produttiva e che possano rispondere ad un diffuso bisogno di benessere, nel rispetto dell’ambiente naturale di provenienza. Con queste premesse, il progetto “La Via del Gusto: D.O.P. e I.G.P. lungo la Via Francigena” ha l’obiettivo di abbinare la notorietà del tema Via Francigena con la necessità di valorizzazione delle tipicità alimentari di eccellenza dei territori da essa attraversati. La proposta è orientata alla valorizzazione dei prodotti che si trovano lungo il percorso della Via Francigena o nelle immediate vicinanze. Gli Enti promotori di questa importante iniziativa, focalizzata sul tema del gusto e dei sapori locali, sono: l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF – www.viafrancigena.eu), la Provincia di Parma (sede dell’EFSA: Ente garante per la sicurezza alimentare), il Comune di Fidenza, il Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano e l’Editore Studio Guidotti. Obiettivo dell’iniziativa è quello di creare una RETE tra i consorzi che, mediante il vettore della Via Francigena, potrà promuovere le loro produzioni e li farà partecipare ad incontri di specialità enogastronomiche, non solo a livello italiano, ma anche a livello europeo, appoggiandosi alle forti relazioni dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) con i Partner esteri. I temi del gusto e della salute suscitano nel pubblico grande interesse e attenzione; per questo si ritiene si tratti di un progetto importante, spendibile in un contesto di turismo sostenibile che, oltre ad offrire ai territori citati una buona promozione, permetterà anche utili riflessioni culturali e di costume sulla storia di borghi e territori meno conosciuti. L’adesione alla rete di consorzi, la creazione di un catalogo e l’organizzazione di mostre mercato a tema, favoriranno una visibilità che potrà contribuire a migliorare il posizionamento del marchio dei prodotti, permettendo, a chi si metterà alla scoperta della Via Francigena, di fruire di una mappa alimentare di eccellenze che si potranno acquistare e degustare nei singoli territori. Sembra opportuno sottolineare l’eccezionalità dei prodotti a “Denominazione di Origine Protetta - D.O.P.” e “Indicazione Geografica Protetta - I.G.P.”, alimenti che si ottengono solo se la produzione, la trasformazione e l’elaborazione della materia prima avvengono nell’area di produzione. In particolare D.O.P. unifica luogo d’origine della materia prima con quello della lavorazione; I.G.P., invece, attribuisce all’ambiente geografico la particolare qualità della produzione, mentre la trasformazione può avvenire al di fuori di una zona geografica delimitata, conformemente ai metodi tradizionali e specifici del luogo. La Via del Gusto The Trail of Taste D.O.P. e I.G.P. LUNGO LA VIA FRANCIGENA P.D.O. AND P.G.I. PRODUCTS ALONG THE VIA FRANCIGENA di Chiara Lusignani La caratteristica puntinatura delle forme del formaggio Parmigiano-Reggiano The typical dot-stencilled trademark of Parmigiano-Reggiano Foto-Photo: Andrea Resmini Come viene ricordato anche dal Presidente AEVF Massimo Tedeschi: “L’adesione dei consorzi all’iniziativa consentirà di creare una rete che permetterà, anche ad associazioni di piccoli e meno organizzati produttori, di prendere parte ad un’iniziativa importante di valorizzazione territoriale che, grazie al filo conduttore della Via Francigena, avrà un respiro internazionale.” I 28 prodotti D.O.P. e 12 I.G.P. che sono stati selezionati lungo la Via Francigena sono opere d’arte nate dall’interazione tra uomo e natura. Si tratta di formaggi, salumi, cereali, ortaggi, oli e altre specialità che in ogni zona assumono gusti diversi. E’ una moltitudine di fragranze e sapori che si connotano per le condizioni geo-fisiche e climatiche delle regioni dove nascono e in cui vengono plasmati da azioni congiunte tra i produttori e i consorzi che fungono da garanti delle tecniche di produzione e da promotori dei marchi, anche a livello internazionale. Così i piaceri del palato potranno rendere più piacevole e interessante la fruizione turistica della Via Francigena. Un viaggio di qualità che parte dalle alte e ripide montagne della Valle D’Aosta, dai cui prati e pascoli deriva un latte unico e forte che, lavorato con passione 15 Via Francigena Via Francigena 16 © Studio Guidotti 2008 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 5 11 7 12 13 14 10 7 15 13 16 17 18 19 20 21 10 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 10 35 36 24 37 38 39 40 32 10 17 VALLE D'AOSTA Formaggi - Cheeses: Fontina (D.O.P.) Valle D'Aosta Fromadzo (D.O.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Valle d'Aosta Jambon de Bosses (D.O.P.) Valle d'Aosta Lard d'Arnad (D.O.P.) PIEMONTE Formaggi - Cheeses: Gorgonzola (D.O.P.) Toma Piemontese (D.O.P.) Grana Padano (D.O.P.) Ortofrutticoli e cereali - Vegetables, fruit, cereals: Nocciola del Piemonte (I.G.P.) Riso di Baraggia Biellese e Vercellese (I.G.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Salamini Italiani alla Cacciatora (I.G.P.) LOMBARDIA Formaggi - Cheeses: Gorgonzola (D.O.P.) Taleggio (D.O.P. Grana Padano (D.O.P.) Quartirolo Lombardo (D.O.P.) Provolone Valpadana (D.O.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Salame d'Oca di Mortara (I.G.P.) Salamini Italiani alla Cacciatora (I.G.P.) EMILIA ROMAGNA Formaggi - Cheeses: Grana Padano (D.O.P.) Parmigiano-Reggiano (D.O.P.) Provolone Valpadana (D.O.P.) Ortofrutticoli e cereali - Vegetables, fruit, cereals: Fungo di Borgotaro (I.G.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Coppa Piacentina (D.O.P.) Pancetta Piacentina (D.O.P.) Salame Piacentino (D.O.P.) Prosciutto di Parma (D.O.P.) Culatello di Zibello(D.O.P.) Salamini Italiani alla Cacciatora (I.G.P.) LIGURIA Oli di oliva - Olive oils: Olio Riviera Ligure (D.O.P.) Ortofrutticoli e cereali - Vegetables, fruit, cereals: Basilico Genovese (D.O.P.) TOSCANA Formaggi - Cheeses: Pecorino Toscano (D.O.P.) Oli di oliva - Olive oils: Chianti Classico (D.O.P.). Terre di Siena (D.O.P.) Toscano (I.G.P.) Lucca (I.G.P.) Ortofrutticoli e cereali - Vegetables, fruit, cereals: Farina di Neccio della Garfagnana (D.O.P.) Farro della Garfagnana (I.G.P.) Castagna del Monte Amiata (I.G.P.) Carni - Meat: Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale (I.G.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Prosciutto Toscano (D.O.P.) Lardo di Colonnata (I.G.P.) Salamini Italiani alla Cacciatora (I.G.P.) Altri prodotti di origine animale (uova, miele, prodotti lattiero-caseari, ad eccezione del burro, ecc.) - Other products (eggs, honey, dairy products excluding butter, etc.): Miele della Lunigiana (D.O.P.) Altri prodotti (spezie ecc.) - Other products (spices, etc.): Zafferano di San Gimignano (D.O.P.) LAZIO Formaggi - Cheeses: Pecorino Toscano (D.O.P.) Pecorino Romano (D.O.P.) Oli di oliva - Olive oils: Olio di Oliva Canino (D.O.P.) Tuscia(D.O.P.) Ortofrutticoli e cereali - Vegetables, fruit, cereals: Carciofo Romanesco del Lazio (I.G.P.) Carni - Meat: Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale (I.G.P.) Preparazione di carni - Cured meats: Salamini Italiani alla Cacciatora (I.G.P.) Via Francigena Forme di Parmigiano-Reggiano in stagionatura Ageing wheels of Parmigiano-Reggiano Foto-Photo: Andrea Resmini dà origine a formaggi gustosi e saporiti, come la Fontina e il Fromadzo. Dalla sorgente della Dora Baltea, che attraversa i boschi in cui si raccoglie la golosa nocciola, si scende seguendo i suoi argini che conducono nella pianura piemontese, dove le messi di riso disegnano durante le diverse stagioni altrettanto diversi paesaggi. Oltrepassato il Piemonte si apre il territorio lombardo, che discende verso le propaggini della pianura, dove si incontrano specialità locali come il morbido e piccante Gorgonzola o il particolare Salame d’Oca di Mortara. La zona di produzione dello squisito Provolone della Valpadana lega la Lombardia all’Emilia Romagna, terra d’origine del Re dei formaggi: il Parmigiano-Reggiano e dei delicati salumi: il Culatello ed il Prosciutto di Parma. Camminando lungo i faticosi sentieri dell’Appennino parmense, ai cui margini si raccoglie il prelibato Fungo di Borgotaro, si giunge sulla cima di Monte Bardone, da dove inizia la piacevole discesa verso gli orti della Liguria che ci donano il verde e profumato basilico. Lasciandosi alle spalle il golfo ligure si giunge in Toscana, regione da sempre caratterizzata da una tradizione culinaria basata su sapori essenziali e semplici, quali i fantastici oli d’oliva usati nei condimenti o il singolare sapore dello Zafferano di San Gimignano. Da non dimenticare il Miele della Lunigiana, che risulta ottimo per addolcire la sapidità e piccantezza del Pecorino Toscano e Romano. Proprio quest’ultimo prodotto ci porta nel Lazio, regione che vede sbocciare nelle sue campagne il Carciofo Romanesco che decreta l’arrivo a Roma lungo questa affascinante, antica Via Francigena. rom the Grand St. Bernard Pass to Rome, the Via Francigena crosses territories that are a casket of art treasures but also of special agricultural products and food of excellent quality. The characteristics of the different territories, skills and local traditions are combined to make excellent food specialities appreciated the world over. Despite the mass production techniques required by globalisation and the present market demands, there is a growing request for quality food from all those people who Via Francigena 18 appreciate products bearing the mark of well-identified production processes, which safeguard our wealth and the natural environment they come from. The “Trail of taste: P.D.O. and P.G.I. products along the Via Francigena” project originates from this pre-requisite, with the purpose of combining the wide reputation of the Via Francigena with the promotion of the excellent local food products from the territories the route goes through. The promoting organisations of this project focusing on the theme of taste and local flavours are: the European Association of Vie Francigene (www.viafrancigena.eu), Provincia di Parma (the town is seat of EFSA- European Food and Safety Authority), Fidenza Town Council, Consortium of Parmigiano-Reggiano and Studio Guidotti. The aim of the project is to create a NETWORK among the consortia that, through the Via Francigena, will be able to promote their products and foster “meetings” of different wine-and-food specialities not only from Italy, but also at a European level, relying on the EAVF’s strong links with foreign partners. The themes of health and taste arouse widespread interest; Pier Luigi Ferrari, Vicepresidente della Provincia di Parma e Assessore all’Agricoltura e alle Attività Produttive. Deputy President of Provincia di Parma and Councillor for Agriculture and Productive Activities Prodotti D.O.P. e I.G.P. sotto l’egida della Provincia di Parma. “Credo in questo progetto e in qualità di Vicepresidente della Provincia di Parma e Assessore all’Agricoltura e alle Attività produttive sono fortemente convinto che la forza di un territorio e le sue possibilità di sviluppo camminino di pari passo con le capacità di conservazione delle tradizioni produttive e delle tipicità dei suoi prodotti. In un’era globalizzata come l’attuale, soltanto una grande consapevolezza delle tipicità e delle loro economie locali ci potranno essere di grande aiuto a non subire le dinamiche di un mercato sempre più massificato e sempre meno identitario”. P.D.O. and P.G.I. products under the protection of Provincia di Parma “I think it is a valid project and as Deputy President of Provincia di Parma and Councillor for Agriculture and Productive Activities I am strongly convinced that the potential of a territory and its prospects of development keep pace with the preservation of productive traditions and of the typical characteristics of local products. In our present globalised world, it is only the awareness that typicality and local economies will be of great help to face the challenge of an increasinlgly standardized market”. that is why we think this is an important project, in tune with the development of sustainable tourism, which can effectively help the promotion of the areas and also stimulate cultural reflection on the history and traditions of still little known villages and areas. The agreement of consortia to the network , the creation of a catalogue and the organisation of special shows and markets, will foster visibility of the products and will contribute to make the brandmark better known. The pilgrims and tourists going along the Via Francigena will be able to have a food map with all the quality products that can be purchased or tasted in each area and place. It is right to point out the extraordinary quality of the products with a Protected Designation of Origin (P.D.O.) and Protected Geographical Indication (P.G.I.). Products can be covered by such designations only if the production and processing of the raw material occur within the production area. P.D.O., in particular, unifies the place of origin of the raw material with its processing; P.G.I., on he other hand, attributes the special quality of production to a special geographical environment, whereas processing can occur even outside that area, provided that the local traditional processing methods are used. Massimo Tedeschi, EAVF’s President, says, ‘The agreement of the consortia to the project will help create a network, which will also give the associations of minor producers of excellent agricultural products, the opportunity of taking advantage from the implementation of the project. In addition to the promotion of local areas, the project will have an international scope, thanks to the Via Francigena’. Twenty-eight P.D.O. and twelve P.G.I. products have been chosen along the Via Francigena; they are true works of art resulting from a balanced interaction between man and nature. They are cheeses, pork cuts, cereals, vegetables, oils and other specialities that have distinctive, special flavours in the different areas; a multitude of fragrances and flavours resulting from the geographical and climatic features of the regions where they are produced. A palatable break will make the walk along the Via Francigena more pleasant and interesting. It is going to be a quality journey starting from the high and steep mountains of Valle d’Aosta, where grazing land provides the ideal nourishment for the production of excellent milk, which is used to make such tasty cheeses as Fontina and Fromadzo. From the region where the Dora Baltea has its spring and through the woods where delicious hazelnuts are picked, the route slopes down into the Piedmont plain, where rice fields pattern the landscape. Further on, in Lombardy, soft and strong Gorgonzola or Goose Salami of Mortara are mouthwatering local specialities. The area where delicious Provolone della Valpadana is made lies between Lombardy and Emilia Romagna, the region where the king of cheeses, Parmigiano-Reggiano is made, in addition to such dainty pork cuts as Culatello and Prosciutto di Parma. Close to the hard paths of the Apennine the delicious Mushroom of Borgotaro is picked and once the Monte Bardone pass has been crossed, we are welcomed by the verdant vegetable gardens of Liguria pleasantly smelling of basil. Once we reach Tuscany we get in touch with a culinary tradition based on simple tastes, to start from the selection of excellent olive oils used for dressings and seasonings to the unique flavour of the Saffron of San Gimignano. Another product worth mention is Honey from Lunigiana, which is excellent to sweeten the strong flavour of Pecorino Toscano and Stefano Cavazzini, Presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano, Sezione di Parma Stefano Cavazzini, President of Consorzio Parmigiano-Reggiano from Parma Un protagonista del progetto “Il Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano ha creduto fortemente nel progetto “La Via del Gusto”, in quanto esso tenta di costituire una rete tra i consorzi e rendere dialoganti una serie di soggetti legati alle dinamiche dei prodotti D.O.P. e I.G.P. all’interno di un contesto tematico unificante come quello dell’universo francigeno. La Via Francigena può ormai considerarsi come un vero e proprio marchio in grado di favorire la comunicazione, lo scambio di esperienze e i processi di accrescimento culturale”. A protagonist of the project “The Parmigiano-Reggiano Consortium heartily supports the “Le Vie del Gusto” (The Trails of Taste) project, which aims at creating a network among the consortia and fostering dialogue among all the people and institutions concerned with P.D.O. and P.G.I. products within the framework outlined by the route of the Via Francigena. The Via Francigena can be considered a real trademark which can encourage communication, the exchange of experiences and the processes of cultural growth”. Pecorino Romano. We have now reached Latium and will walk across fields where Carciofo (Artickhoke) Romanesco is grown. Rome is a short way ahead, at the end of fascinating Via Francigena. 19 I salumi D.O.P. della provincia di Piacenza P.D.O. salami from the province of Piacenza Via Francigena IL RUOLO DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE PER IL PATRIMONIO GASTRONOMICO E CULTURALE EUROPEO THE IMPORTANCE OF P.G.I. DESIGNATIONS FOR THE GASTRONOMIC AND CULTURAL HERITAGE OF EUROPE di Leo Bertozzi Marchiatura del formaggio Parmigiano-Reggiano Parmigiano-Reggiano being trademarked Foto-Photo: Andrea Resmini Via Francigena ’attività agricola ha portato nel corso del tempo allo sviluppo di prodotti tradizionali che, attraverso gli usi locali, leali e costanti, sono ancorati al territorio d’origine, di cui rappresentano un elemento del patrimonio culturale. Alcuni di questi prodotti hanno acquisito nel tempo una progressiva notorietà e si sono affermati su mercati sempre più distanti dal luogo di produzione. Di conseguenza, è emersa la necessità di una loro protezione e tutela a favore sia dei produttori che dei consumatori, per garantirne la vera origine, che si è tradotta nelle legislazioni nazionali e in accordi internazionali. Nell’Unione Europea, i Regolamenti n. 2081 del 1992 e n. 510 del 2006 hanno permesso di riconoscere i prodotti tradizionali del territorio, definendo le loro caratteristiche attraverso i disciplinari di produzione e tutelando le denominazioni geografiche. Questa legislazione ha permesso di adottare uno strumento fondamentale per collegare le produzioni agroalimentari ai territori d’origine, attraverso quel 20 concetto di multifunzionalità che è stato posto alla base delle successive politiche agricole comuni. La tutela deve essere accompagnata alla promozione ed alla valorizzazione di tale patrimonio ed il prodotto tradizionale deve dunque essere percepito non solo come il risultato di una attività economica, ma come un elemento che caratterizza tutto il territorio. Analizzando il processo di mutazione dell’attività agricola dei paesi europei, col passaggio dalla società contadina alla società globalizzata, possiamo verificare la rapida evoluzione che ha caratterizzato gli ultimi decenni in cui è stata abbandonata la società “contadina”, basata su di un sistema stabile di economia famigliare che operava nella policoltura in piccole unità produttive disperse, con una relativa autonomia, inserita in una rete di interconnessioni, con la mediazione di notabili di riferimento. L’inizio degli anni ’60 è stato caratterizzato dal progresso tecnico e dall’imponente esodo dalle campagne per il miraggio della città che poteva fornire lavoro e sicurezza. L’esodo rurale cambiava natura: non appariva più come un declino dell’agricoltura e del mondo rurale, ma come la conseguenza di un ampliamento delle aziende agricole, per adattarle alle esigenze della meccanizzazione. Si assistiva all’apogeo della crescita e l’integrazione della modernità tecnica era presentata come la sola via per uscire da una marginalità sociale che provocava anche reazioni e critiche, preannunciando una rottura fatale della tradizione rurale. La politica agricola comportava una serie di misure atte a facilitare le trasformazioni agricole e regolare il disequilibrio socioeconomico dei territori rurali. La creazione del Mercato Comune Europeo e, successivamente, la realizzazione della Politica Agricola Comune (PAC), confortano il modello produttivista, che diventa il dogma dominante. Fino agli anni 70 predominava una politica settoriale basata sul produttivismo, che non escludeva però misure ed iniziative endogene derivanti da un approccio più territoriale e che si è tradotta successivamente in una ricomposizione sociale, con l’affiancarsi ad un mondo agricolo numericamente sempre più ridotto, di un mondo rurale che diversifica la sua popolazione e le sue attività. In tale contesto si affermano i concetti di gestione del territorio e di sviluppo locale, che sono propedeutici alla riscoperta dei prodotti tradizionali. Negli anni ‘80 l’agricoltura era spesso accusata per l’inquinamento, la scarsa qualità di prodotti sempre più standardizzati e le molteplici sovvenzioni. Questo periodo di crisi rivela anche la disparità fra i territori. Appaiono territori di produzione massificata, territori sfavoriti, ma anche territori diversificati vicini al modello tradizionale, di adattamento, per il ritorno al locale, con la valorizzazione di tutte le risorse umane e materiali ignorate dal mercato, l’impiego della diversità delle strutture locali, l’adozione di tecnologie appropriate, la realizzazione di circuiti corti di commercializzazione. Lo sviluppo locale è dunque considerato come una progressiva trasformazione delle politiche agricole in materia di gestione del territorio e dello sviluppo rurale. Nel contesto della globalizzazione si assiste alla perdita del legame fra la gente ed i suoi alimenti e diventa sempre più difficoltoso recuperare, difendere e promuovere il legame fra le caratteristiche del prodotto e la sua origine, intesa nella doppia dimensione geografica e storica. Dall’origine nasce la distinzione che genera il gusto e il sapore, ma la relazione con l’origine è una relazione complessa, che non è scontata e che bisogna provare. I segni di identificazione della qualità e dell’origine servono per: rispondere alle attese dei consumatori in materia di diversità ed identificazione dei prodotti, rinforzare il settore agroalimentare attraverso il mantenimento della qualità e la chiara segmentazione del mercato, permettere l’attività agricola ed economica dei territori che debbono competere sullo scenario mondiale, con i prezzi mondiali. La ricerca di nuove forme di competitività locali nel contesto globale, porta allo sviluppo del cosiddetto marketing territoriale ed alla scoperta del giacimento gastronomico come medium del territorio. I territori diventano meta di viaggiatori in cerca di profumi e sapori, per rispondere ad una domanda potenziale di turismo legato al sistema cibo, dovuta anche alla crescente volontà dei consumatori di conoscere la provenienza, i luoghi di produzione, la storia, la tradizione, l’apporto di manualità e di persone che si celano dietro ad un formaggio, un salume, una conserva, un dolce che arrivano sulle mense. A questa domanda di saperi e sapori fa riscontro il patrimonio di beni naturali e culturali del territorio, tutti elementi che contribuiscono ad attrarre il visitatore e ad offrire quella diversità locale che significa un potenziale di competitività. Si tratta, in altri termini, di ricercare tutte le possibili sinergie fra gli elementi del patrimonio culturale del territorio, di cui la nutrizione è da sempre parte integrante. Questa non è di certo una scoperta originale, in quanto i rapporti fra nutrizione e cultura hanno radici antichissime, ma questa dimensione deve essere riaffermata, dopo le trasformazioni che il mondo rurale ha subito durante la seconda metà del secolo scorso. Le politiche ambientali, culturali ed agricole vanno dunque più che mai coordinate, utilizzando opportuni strumenti legislativi di riferimento. In tale contesto si collocano i prodotti ad Indicazione Geografica, che possono rappresentare una alternativa al modello globalizzato che fa del prezzo e della standardizzazione gli elementi di successo sul mercato. In tale contesto si colloca il Parmigiano-Reggiano: un formaggio frutto naturale del suo territorio, ottenuto a partire dal XII secolo, che ha saputo mantenere quei fattori distintivi che lo caratterizzano. La diffusa rete di caseifici, 430 per una produzione complessiva di circa 100.000 tonnellate, rappresenta bene il carattere artigianale di un prodotto ottenuto ogni giorno da latte crudo, usando solo fermenti naturali, senza additivi e con la più lunga stagionatura fra i formaggi attuali. Da qui ne derivano le caratteristiche sensoriali: innanzitutto la struttura friabile, cristallina ed il sapore intenso e persistente. Il Parmigiano-Reggiano è una D.O.P.; tale protezione permette di tutelare il patrimonio produttivo e culturale proprio del territorio, in modo da affermarne i valori che esso esprime e poter attuare una competizione originale su di un mercato sempre più globale. L’origine è percepita come una garanzia dell’eccellenza sociale radicata in un territorio specifico. Di conseguenza, i prodotti debbono distinguersi per referenze di qualità. Tali referenze però non possono essere ricercate nella dimensione che le riduce al solo rispetto di norme e standard od in quella dove la qualità è solamente in funzione del prezzo. Quindi l’interesse per i prodotti Leo Bertozzi, Direttore del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Director of Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano tipici di un territorio si iscrive in una ricerca di identità culturale e geografica, rispondendo ad una necessità di valorizzazione economica. Non basta, dunque, che un prodotto sia riconosciuto per attribuirgli valore e notorietà; esso deve distinguersi per referenze di qualità e per il coordinamento fra i vari soggetti che agiscono nell’ambito della filiera produttiva. In altri termini, bisogna provare l’autenticità del prodotto e mantenere il tessuto collettivo della sua produzione. La recente sentenza della Corte Europea di Giustizia che ha definito come il termine Parmesan serva per identificare solo la denominazione Parmigiano-Reggiano, rappresenta poi l’elemento fondamentale per assicurare la protezione che permette la competitività. arming activities have led to the development of traditional products that, owing to constant and genuine local traditions, are deeply rooted in the area of origin, of which they represent a part of the cultural heritage. Some of these products have acquired, in the course of time, increasing reputation and have become successful on markets that are farther and farther away from their area of origin. As a consequence, the necessity of safeguarding their quality standards and guarantee their real origin is paramount for both producers and consumers; thus national legislation and international agreements have been passed for the purpose.The European Union‘s Regulations no. 2081/1992 and no. 510/2006, have given the possibility of recognition for local traditional products, by defining their characteristis according to production specifications and by protecting geographical indications. That legislation has made it possible to adopt a fundamental instrument to associate agricultural and food products and areas of origin, thanks to the idea of multifunctionality, which lies at the foundation of recent common agricultural policies. Protection must be complemented by the promotion of such heritage and traditional products should therefore be intended not just as the result of an economic activity, but as a characteristic that identifies a whole territory. If we analyse the changes in the agricultural activities of the European countries following the transition from a peasant society to a globalised one, we can verify that a quick evolution occurred during the last decades of survival of the “peasant” society, based on a stable system of family economy concerned with polyculture through small, relatively independent productive units scattered over the territory within a network of interconnections mediated by few notables. The early 1960s were characterized by technical progress and a massive exodus from the countryside. Rural exodus, however, was now of a different nature: it 21 Via Francigena Espertizzazione di una forma di Parmigiano-Reggiano A wheel of Parmigiano-Reggiano being tested Foto-Photo: Andrea Resmini Via Francigena was no longer the result of the decline of agriculture and of the rural world, but rather the consequence of the expansion of farms to cope with the requirements of mechanization. Modern techniques were now considered the only way to escape social marginality, which also caused reactions and criticism since it foreshadowed a fatal break of rural tradition. Agricultural policies entailed a series of measures meant to ease changes in agriculture and to regulate the socio-economic disruption of rural areas. The creation of the European Common Market and the successive implementation of a Common Agricultural Policy stressed the importance of productivity. Until the 1970s the sectional policy based on productivity was predominant, which however did not exclude measures meant to focus on the importance of the territory, which would then lead to a social reorganization where a new rural society that diversified its population and activities came up beside the increasingly numerically reduced rural world. The ideas of management of the territory and of local development,which are prerequisites for the re-discovery of traditional products, became successful in that context. In the 1980s agriculture was often blamed for pollution, for the poor quality of increasingly standardized products and for receiving too many subsidies. It was a period of crisis, revealing the disparity among territories. There were areas of standardised production, areas with unfavourable conditions, but also areas close to the traditional pattern where adaptability, the stress upon local produce , the promotion of those human and material resources that the market seemed to ignore, the adoption of appropriate technologies and the implementation of short marketing circuits were becoming the leading strategies. Local development was therefore thought to be linked to a progressive change of agricultural policies as far as territory management and rural development were concerned. In the context of globalisation we have witnessed the loss of the connection between people and their food and it is more and more difficult to recover, defend and promote the link between the characterictics of a product and its geographical and historical origin. The origin accounts for differences in taste and flavour, but theirs is a complex relation, which is not to be taken for 22 granted and must be demonstrated. The criteria of identification of quality and origin are necessary to respond to the consumers’ expectations as far as product diversity and identification are concerned and to strengthen the agricultural and food sector by safeguarding quality standards and a well-defined market segmentation. Moreover, the farming and economic activity of the territories, which should be competitive at a global level, could be secured. The search for new forms of local competitiveness within the global context, leads to the development of territorial marketing and to the discovery of a gastronomic field as a territorial medium. The territories become the destinations of travellers looking for flavours and tastes, and can therefore fulfil the request of tourist flows linked with the “food system”, originating from most consumers’ growing desire of knowing the place of origin, history, tradition, handmaking contribution that lie behind, let’s say, a cheese, a type of salami, a preserve or a dessert that reach our table. This hunt for learning and savouring is matched by the heritage of natural and cultural wealth of the territory, which contributes to attract the visitors and offer local products and to foster competitiveness. It is therefore important to activate all the elements that constitute the cultural heritage of a territory, of which food is always an integral part. The relation between food and culture is rooted in the distant past, but it must be reasserted after the changes that the rural world underwent in the second half of the past century. Environmental, cultural and agricultural policies should therefore be coordinated, making the best use of legislation on the matter. Protected Geographical Indication products fall within such context and they represent a valid alternative to the globalised pattern that considers price and standardization as the elements of successful marketing. This is also the context suitable for Parmigiano-Reggiano: a cheese that has been the natural fruit of its territory since the 12th century and has kept unaltered those distinctive factors that characterise it. A network of 430 cheese factories with an overall production of about 100,000 tons, well represents the handcrafted character of a product which is made daily from raw milk and natural enzymes, with no additives and with the longest seasoning time for cheese. The result is the distinctive quality of Parmigiano-Reggiano: its crumbly, crystalline structure and an intense, persistent taste. Parmigiano-Reggiano is a P.D.O. product and this designation guarantees the safeguard of the productive and cultural heritage of the territory and makes it competitive in a more and more global market. The origin is perceived as a guarantee of the social excellence of a territory, therefore its products must excel for their quality standards. Such standards are not simply based on conformity to rules and on a favourable price-quality ratio. The interest for the local products of a defined territory lies within a wider search for cultural and geographical identity, which is also a stimulus towards economic promotion. It is not only designation that makes a product particularly appreciated; it must be distinctive for its quality and for the coordinated activity af all the people involved in its production process, which means that the product authenticity is to be proved within the collective fabric of its production. The recent decision of the European Court of Justice stating that the term Parmesan can only be used to identify the Parmigiano-Reggiano designation, is a fundamental step to ensure the protection that allows competitiveness. 2 & 3 novembre 2008 Fornovo Taro - Parma Italy Salone di vignaioli Italiani e francesi www.vinidivignaioli.com PROVINCIA DI PARMA COMUNE DI FORNOVO DI TARO PRO LOCO DI FORNOVO DI TARO