pena di morte - Comune di Empoli

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pena di morte - Comune di Empoli
Pena di morte
a cura di Antonella Di Stadio
Ottobre 2001
3* Michael Roberts
5* Robert Bacon
8* John Byrd Jr.
12* David Ward
18* Christopher Beck
22* Gerald Mitchell
Missouri
North Carolina
Ohio
North Carolina
Virginia
Texas
Novembre 2001
6* Terr y Clark
15* Emerson Rudd
16*Jeffery Ticker
30 Lonnie Pursley
30 Gary Black
30 Mark Christeson
New Mexico
Texas
Texas
Texas
Missouri
Missouri
A questi uomini, condannati e successivamente liberati,
il mondo libero ha offerto più sofferenza che felicità.
Testimonianze di ex condannati a morte
Ronald Keith Williamson è stato assolto e liberato dal braccio della morte dell’Oklahoma, dove aveva trascorso 9
anni facendo aventi e indietro nella sua cella di due metri per tre e urlando che non era stato lui a violentare ed uccidere la giovane donna che in città chiamavano Ada. Distrutto da una malattia mentale e dall’angoscia causata dalla
vita in carcere, Ronald non è in grado di conservare un lavoro e vive in una casa/accoglienza ad Oklahoma City.
Lo Stato non ha posto rimedio all’errore commesso che trasformò Ronald da eroe della squadra di baseball del liceo
al condannato a morte n. 134846. L’unico rimborso riconosciutogli è quello dei 50 dollari che vengono dati a tutti i
detenuti al momento del rilascio.
Attualmente 3.682 persone si trovano nei bracci della morte americani. Lo scorso anno ne sono state giustiziate
98, mentre soltanto 88 in questi anni sono state riconosciute innocenti e rilasciate. Circa la metà di questi rilasci,
di cui nove grazie al test del DNA, ha avuto luogo dal 1993 in poi.
Questa modesta ondata di assoluzioni ha favorito una nuova presa di coscienza circa il rischio di giustiziare persone innocenti. Mentre il dibattito sulla pena capitale si sta intensificando, non si parla quasi mai del destino di coloro che sono stati liberati dal braccio della morte.
Gli uomini di cui si parla sono stati condannati a morte e hanno trascorso anni nel braccio della morte in attesa,
giorno dopo giorno e notte dopo notte, di essere giustiziati. Hanno visto altri uomini, con alcuni dei quali erano diventati amici, essere portati via per essere uccisi. Alcuni di loro sono stati così vicini alla propria esecuzione al punto
da sentire i giudici o le autorità del carcere leggere a voce alta il proprio mandato di esecuzione, il giorno e l’ora
esatta in cui sarebbero stati uccisi tramite iniezione letale o avrebbero dovuto sedersi sulla sedia elettrica. Hanno
riempito i formulari della prigione con le loro volontà spiegando come disporre del proprio corpo dopo l’esecuzione.
Hanno lottato nel tentativo di ritornare alla normalità dopo l’isolamento nel braccio della morte, hanno combattuto
con la paura dell’esecuzione, la confusione, l’incredulità e la rabbia di essere stati ingiustamente etichettati come
assassini irrimediabili. Hanno dovuto fare i conti con matrimoni distrutti, discriminazioni nel mondo del lavoro,
sospetti da parte dei vicini di casa, colleghi e datori di lavoro. E hanno ricominciato le loro nuove vite con pochissimo aiuto. Gli Stati che hanno speso milioni per cercare di giustiziare questi uomini, non hanno offerto loro alcun
aiuto, alcun supporto economico.
Jerry Banks uccise sua moglie e poi si suicidò poco dopo essere stato rilasciato dal braccio della morte della
Georgia. Lasciò un biglietto con scritto “tutto ciò che avevo al mondo mi è stato portato via”.
Fred Macias, che era tossicodipendente prima di essere rinchiuso nel braccio della morte del Texas, è morto per
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overdose tre anni dopo il suo rilascio.
“E’ una cosa che distrugge completamente la vita di una persona”, ha detto Kirk Bloodsworth, uno degli uomini
liberati. “Ogni sassolino, ogni minima parte, ogni granello della tua esistenza viene buttato via. Devi ricominciare
tutto daccapo e alcune persone non ce la fanno. Alcune persone non saranno mai più le stesse”.
Kirk Noble Bloodsworth, Marylan, 40 anni, ha trascorso due dei suoi 6 anni nel braccio della morte del Maryland
per lo stupro e l’omicidio di una bambina di 9 anni. Ex marine senza precedenti penali, Bloodsworth venne condannato sulle identificazioni sbagliate di alcuni testimoni oculari. Nel 1993 il test del DNA effettuato su una goccia di
sperma trovata sulle mutandine della vittima e non notata in precedenza, scagionò Bloodsworth, che venne graziato dal Gov. William Donals Schaefer. Bloodsworth, sposato, ora lavora come pescatore di granchi in Maryland.
“Appena uscito dal carcere non riuscivo a trovare lavoro. Ho vissuto nel mio camion per un anno, saltando da lavoro a lavoro, nel tentativo di trovare un posto dove vivere. … La gente scriveva cose anonime nella polvere del mio
camion e mi lasciava biglietti sul parabrezza: omicida di bambini, assassino. Non importa quale sia la verità, la
gente comunque non ha fiducia in te. Una volta sono entrato in un supermercato in città e, non appena mi ha
visto, una donna ha preso in braccio la sua bambina. La bimba ha detto ‘quello è l’uomo che era alla TV, mamma’
e lei ha afferrato e stretto la bambina dicendole ‘non avvicinarti a lui’. Ho lasciato lì tutto e me ne sono andato.
… Non finisce mai. Mai. Mai. Non finirà mai”.
Rolando Cruz, Illinois, 37 anni, ha trascorso 12 anni in prigione per il rapimento, lo stupro e l’omicidio di una bambina di 10 anni avvenuto alla periferia di Chicago. Membro di una gang con precedenti per violazione di domicilio,
Cruz disse alla polizia di avere informazioni sull’omicidio della bambina. Un anno e mezzo dopo la polizia, sotto pressione poiché il caso era ancora irrisolto, arrestò Cruz. Nonostante uno stupratore già condannato disse di essere
l’omicida e nonostante il test del DNA scagionasse Cruz, egli restò nel braccio della morte fino a quando un funzionario di polizia non ammise di aver testimoniato il falso: solo allora Cruz venne prosciolto e rilasciato. Cruz vive a
Chicago ed è sposato con figliastri. Ha lavorato in una fabbrica di metallo. In settembre a lui e ad altri due uomini è
stato riconosciuto un indennizzo di 3,5 milioni di dollari dalla Contea di Du Page.
“Anagraficamente ho 37 anni, ma psicologicamente molto spesso mi sento più vecchio. Però qualche volta, quando esco, è come se avessi 25 anni. Non ho perduto quei 12 anni, loro me li hanno rubati. Io credo che quando ti
viene portato via del tempo in quel mondo e poi ritorni nella società, per così dire alla vita normale, automaticamente tendi a pensare agli anni perduti e ritorni all’età che avevi, come se il tempo si fosse fermato”.
James Richardson, Florida, 65 anni, venne condannato per l’avvelenamento con insetticida dei suoi 7 bambini. Dopo
la sua incarcerazione, un avvocato che seguiva il caso venne a sapere che la baby-sitter che aveva preparato il pranzo per i bambini nel 1955era stata condannata per l’omicidio del suo secondo marito. Janet Reno, all’epoca
Procuratore Distrettuale della Contea di Dade, dopo aver esaminato le informazioni fornite dall’avvocato e le dichiarazioni giurate di diverse persone che sostenevano che la baby-sitter aveva confessato gli omicidi, decise di riesaminare il caso e successivamente concluse che Richardson dovesse essere rimesso in libertà. Ora egli vive a
Wichita, Kansas, con sua moglie. Per mantenere la famiglia assiste la figlia del padrone del casa, affetta dalla sindrome di Down.
“Non mi voleva nessuno a lavorare perché ero stato operato al cuore ed ero stato in prigione. Una volta uscito
dal carcere volevo le cose che da sempre desideravo. Una chiesa, dove poter dire alla gente che Dio c’è e come
si può sopravvivere senza peccare tanto e affrontando le difficoltà della vita. Una casa e un mezzo di trasporto
per potermi muovere. Non volevo 10 o 15 milioni di dollari. Speravo soltanto di avere il necessario per vivere. Ma
non ho avuto niente. Spero ancora che qualcuno mi aiuti, spero di riuscire ad avere una casa”.
Ronald Keith Williamson, Oklahoma, 47 anni, ha trascorso 9 anni nel braccio della morte per lo stupro e l’omicidio
di una giovane donna. Williamson, che ha problemi di depressione maniacale, fu condannato in base alla testimonianza di un testimone discutibile. Inoltre, venne rappresentato da un avvocato che non aveva alcuna esperienza in
casi capitali e che rifiutò di essere lasciato solo col proprio cliente. Nel 1997 una corte federale capovolse la condanna di Williamson sulla base dell’inadeguata assistenza legale. Il test del DNA confermò che Williamson era innocente. Ora egli vive a Oklahoma City e si guadagna da vivere suonando la chitarra in un bar.
“Ogni giorno ci sono momenti in cui mi sembra di essere di nuovo in prigione. La mia mente rivede quei momen18
ti. So che sono libero, ma è più forte di me. A volte non riesco a non pensare d’essere ancora in prigione. Non so
se voglio continuare a vivere, ma non voglio suicidarmi”.
Walter McMillian, Alabama, 59 anni, ha trascorso sei anni nel braccio della morte dell’Alabama per l’omicidio di
una commessa bianca di 18 anni. Venne condannato grazie alla testimonianza di un criminale di carriera interessato ad un patto col Procuratore e di altre due persone. La giuria non tenne in alcuna considerazione la testimonianza di più di una dozzina di persone di colore che asserivano che McMillian si trovava con loro ad un pic-nic al momento dell’omicidio. McMillian è stato rilasciato dopo che un avvocato presentò un nastro registrato nel quale il testimone più importante dell’accusa dichiarava alla polizia che McMillian non aveva nulla a che fare con l’omicidio.
McMillian vive ora a Monroeville, Alabama. Nel 1995 si è rotto il collo tagliando un albero. Vive grazie all’assegno di
invalidità parziale e lavora part-time recuperando pezzi di metallo dalle auto in demolizione.
“A volte vorrei andarmene da qui e non tornare più. Molti mi dicono ‘io me ne andrei!’, ma io dico loro ‘questa è
la mia casa. Io sono innocente.’ Se me ne andassi la gente direbbe ‘è colpevole, se n’è andato’. Non vedo perché
dovrei lasciare la mia città natale. … A volte mi arrabbio, allora inforco la bicicletta e pedalo .. qualsiasi cosa pur
di non pensare. … Non ho mai ricevuto delle scuse. Li vedo – i poliziotti – molto spesso. Li vedo in giro, al negozio della frutta, e mi dicono ‘hey Johnny, come va?’
… Otto persone sono state giustiziate mentre ero nel braccio. Conosci un fratello, ci giochi a palla insieme, vai
in chiesa con lui, vi affezionate l’uno all’altro, e poi loro gli dicono ‘è arrivato il tuo giorno’. … Il carcere mi ha
dato 100 dollari come miglior prigioniero. Non ho mai avuto problemi: né con le guardie, né con altri detenuti, o
con il direttore. Non ho mai ricevuto un biglietto di punizione. Il direttore disse che si era dimenticato ch’io fossi
là”.
Zimbawe, impiccati tre condannati a morte
Tre uomini sono stati giustiziati mediante impiccagione in Zimbawe. La sentenza è stata eseguita dopo il processo
di appello e in seguito al rifiuto della grazia da parte del capo di stato, Robert Mugabe.
Prima esecuzione in New Mexico da quarant’anni
Per la prima volta dal 1960 il New Mexico è tornato ad applicare la pena capitale: 7 novembre 2001, in un penitenziario nei pressi della capitale Santa Fe è stato giustiziato mediante iniezione letale Terry Clarke.
Pakistan: impiccato
3 novembre 2001: Ali Sher, 21 anni, condannato per omicidio, è stato impiccato nella prigione distrettuale di
Timergarah in Pakistan. La prima esecuzione in assoluto tramite impiccagione nella storia del distretto di Lower Dir.
L’esecuzione di Sher è stato un brutto colpo per la Commissione Diritti Umani del Pakistan che aveva patrocinato il
suo caso davanti alla Corte Suprema e aveva programmato di convocare una ‘jirga’ (consiglio tribale) per convincere la famiglia della vittima a perdonarlo.
Comunque intorno alle 6 e 30 del mattino, il boia ha tolto la tavola sotto il condannato provocandone la morte.
Pechino
Cinque donne appartenenti alla minoranza religiosa del Falun Gong, fuorilegge in Cina, sono morte in carcere dopo
essere brutalmente maltrattate. Le vittime sono decedute in centri di detenzione o mentre erano in custodia della
polizia.
Trenta nuove esecuzioni in Cina
Nell’ultima settimana di settembre 2001 trenta persone riconosciute colpevoli di aver commesso reati di rapine, rapimenti e reati contro la persona sono state giustiziate. Queste nuove esecuzioni fanno salire a 1.800 il numero delle
esecuzioni in Cina dall’avvio, nell’aprile scorso, di una grande campagna delle forze dell’ordine contro la criminalità
organizzata.
No alla sedia elettrica, sì all’iniezione letale
La corte suprema della Giorgia ha stabilito che l’uso della sedia elettrica è anticostituzionale, ha così ordinato allo
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Stato di ricorrere all’iniezione letale per giustiziare i condannati a morte. Dopo la decisione, sono solo Alabama e
Nebraska gli stati che ancora prevedono la sedia elettrica. Negli altri 35 stati, vi è l’iniezione letale o la facoltà di
scegliere il metodo di esecuzione.
USA: Annullata condanna a morte
23 ottobre 2001, la Corte d’Appello del North Carolina Wade Barber ha annullato la condanna a morte di Bobby Lee
Harris per vizi procedurali. Harris, 35 anni, è uno dei 26 detenuti nel braccio della morte ritratti da Oliviero Toscani
nella campagna pubblicitaria di Benetton contro la pena di morte.
La sentenza era stata posticipata di sei mesi perché l'avvocato difensore stava combattendo contro un tumore alle
ossa e l’avvocato che l’aveva sostituito aveva bisogno di tempo per prepararsi. Nel frattempo la giuria era stata sciolta.
GIAPPONE: Parlamentari contro la pena di morte
Il Giappone deve abolire la pena di morte per eliminare la possibilità che siano per errore messe a morte persone
accusate ingiustamente, ha detto Shizuka Kamei, il parlamentare del Liberal Democratic Party.
"Nel nostro sistema giudiziario, nel quale i giudici nutrono una forte fiducia nei pubblici poteri, chiunque potrebbe
essere condannato per crimini che non ha commesso," ha detto Kamei. Il 2 novembre 2001 Kamei assumerà la presidenza di un gruppo trasversale di 75 parlamentari che propone l’abolizione della pena di morte. "Ho pensato che
la pena di morte va abolita sin da quando lavoravo in polizia. Alcuni ritengono che le persone vadano uccise per compensare i crimini commessi. Ma la voglia di vendetta delle vittime non avrà mai termine, e la pena di morte non è
una soluzione," ha detto Kamei.
Annullata la sentenza a Mumia Abu Jamal
Un giudice federale di Philadelphia ha annullato la sentenza di morte al gjornalista Mumia Abu - Jamal, da venti anni
nel braccio della morte. Una nuova udienza sarà fissata dallo Stato della Pennsylvania entro 180 giorni. Se questo
non accadrà, la pena di Abu Jamal sarà commutata automaticamente in ergastolo. La revisione del processo, come
richiesto dai legali della difesa di Abu – Jamal, però, non è stata accettata dal magistrato William Yohn. Munia è ritenuto colpevole di omicidio di primo grado. Per Abu – Jamal si è attivato anche Nelson Mandela. Abu – Jamal è stato
attivista per i diritti civili e Parigi gli ha assegnato la “cittadinanza onoraria”, scatenando così una polemica fra coloro che militano per i Diritti Umani e la stampa conservatrice americana del Wall Street Journal.
Rischia la pena capitale: ha introdotto alcune Bibbie in Cina
Un imprenditore cinese è stato condannato a morte per aver introdotto in Cina 16.280 Bibbie. L’uomo si chiama Li
Guangqiang e ha 38 anni. In sua causa si stanno muovendo molte persone. Nessuno Tocchi Caino, ha organizzato
una manifestazione a Roma davanti alla’Ambasciata cinese.
Giustiziato in California
Stephen Wayne Anderson è stato giustiziato il 31 gennaio 2002 in California. Morto per iniezione letale nel carcere
di San Quintino, dopo la respinta di un altro ricorso che aveva fatto. In carcere era diventato un poeta. Grazie alla
sua vena poetica, da un suo poema è nato uno spettacolo che è andato in scena a Broadway.
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