MAL DI TESTA E DI CUORE Massimo è un uomo che ha tutto. Un

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MAL DI TESTA E DI CUORE Massimo è un uomo che ha tutto. Un
MAL DI TESTA E DI CUORE
Massimo è un uomo che ha tutto. Un bel lavoro, una moglie graziosa, allegra e dolce. Un figlio intelligente
che va bene a scuola e che odia le droghe, una figlia di cinque mesi che dorme la notte e di giorno fa il
pisolino, e quattro amici fedeli e divertenti. Ma la sua vita, apparentemente perfetta è macchiata da un
dolore continuo e irreversibile. Il mal di testa. Non un semplice fastidio o un disagio. No. Un morso che gli
trafigge le tempie. Una terribile compagnia che non lo lascia un istante. Massimo da sette mesi vuole solo
morire. Non servono gli antidolorifici, l’agopuntura, l’ipnosi, i massaggi tailandesi, la pranoterapia,
l’hashish, il caffé, la dieta dissociata, la dieta drastica, l’eliminazione del lievito ecc. L’emicrania non si
allontana neanche nei sogni. Nel mondo dell’inconscio si trasforma in lupi che gli staccano la testa, in
coltelli che gli trafiggono gli occhi. Ma lui non si lamenta mai. Ascolta i racconti della moglie sulle amiche
zitelle, accompagna il figlio alle partite di calcetto, coccola la piccola Sara e ride delle battute degli amici.
Tutto procede per il meglio. Il giorno del suo compleanno riceve una promozione importante e la moglie
gli regala addirittura un quadro di Enrico Calabria, uno dei suoi pittori preferiti. Massimo ringrazia, brinda,
si commuove, ma dentro di sé prega il cielo di togliergli la vita seduta stante. E così tutto fila liscio come
l’olio e il suo dolore aumenta ogni giorno di più. Ma ecco che una mattina una piccola crepa si palesa nella
sua vita perfetta. «Amore, mi sento in crisi. Non so più cosa voglio!» confessa la moglie. Massimo è
stordito, non ha idea di come affrontare le difficoltà. La crepa in pochi giorni diventa un vero e proprio
canyon. «Amore tu sei meraviglioso, ma io non ti sopporto più! Devo andarmene!» Massimo è senza
parole. Infatti resta muto. La guarda fare le valigie. Vorrebbe trattenerla, ma una sensazione di pace gli
fa girare la testa. Il dolore è sparito. Anna lo guarda per l’ultima volta, con lo sguardo gli chiede perdono.
Massimo sorride e mormora: «Grazie anima mia!».
Vincenzo Cerami. Il Messaggero. 14.01.2010