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Corri dietro al tuo cuore MENSILE DI COLLEGAMENTO PER I GRUPPI DI PREGHIERA DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO N. 5 5 NOVEMBRE NOVEMBRE -- DICEMBRE DICEMBRE 2015 2015 N. 2 CORRI DIETRO AL TUO CUORE INDICE Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 3 Quando la chiesa italiana accoglieva i boat people . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 4 Persecuzione al Laos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 6 Martiri del Laos: Speranza per la chiesa in Asia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 7 40 anni dall’espulsione dal Laos (Indocina) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 8 I tre livelli di danno della pornografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 13 Aggredito a Roma al grido di “Omofo, fascista” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 15 Dio o niente: il libro best seller del Cardinale Sarah . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 17 La Comunità “Roveto Ardente” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 22 Celebrazioni con don Beppino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 23 Stampato presso la Tipografia Artigianelli in Pontremoli 3 CORRI DIETRO AL TUO CUORE EDITORIALE NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE don Beppino Quarant’anni dopo l’espulsione di tutti i missionari dal Laos (Indocina) da parte del nuovo governo comunista, che è lontano galassie dai comunisti nostrani di casa nostra, nessun giornale, compresi quelli cattolici, ne ha fatto un accenno. Soltanto la rivista mensile Missioni O. M.I. ne ha parlato nel mese di ottobre. Del resto, anche quando siamo arrivati in Italia alla fine di agosto 1975, buona parte del mondo cattolico ci ha accolto con indifferenza. Capisco, eravamo al tempo del famoso (si fa per dire!) compromesso storico tra DC e PCI. Ho scritto questa lettera al quotidiano “Libero” che l’ha pubblicata il 2 ottobre: “Da missionario dico che… Sono stato missionario al Laos (Indocina) per quattro anni, espulso nel ’75 dal nuovo governo comunista. Il trionfo del viaggio papale a Cuba mi ha messo a disagio perché ho visto che la ricerca del disgelo per quel Paese ha congelato altri Paesi che sono ancora sotto il rullo compressore del comunismo, come succede al Laos. Ecco l’ultima notizia che ho ricevuto da fonte sicura: Tiang, un cristiano del villaggio di Huey, è morto in prigione per diabete perché non gli è stato permesso di curarsi. Fu arrestato e condannato a nove mesi di carcere per aver pregato per la guarigione di una cristiana malata terminale. Tiang non ha protestato contro il regime, ha semplicemente pregato. Il tribunale aveva equiparato la preghiera di guarigione a un “trattamento medico” e Tiang era stato condannato per “abuso della professione medica” (sic). La Corte d’Appello dovrà pronunciarsi su altri quattro cristiani accusati dello stesso reato: aver pregato per una donna morente. Nessuno passa queste notizie in alto? don Beppino”. Dieci anni dopo l’espulsione avevo scritto un libro valido ancora oggi: LAOS: IL CALVARIO DI UN POPOLO. Ve lo consiglio! 4 CORRI DIETRO AL TUO CUORE QUANDO LA CHIESA ITALIANA ACCOGLIEVA I BOAT PEOPLE di padre Piero Gheddo Negli anni 1975-1980, con il Centro missionario Pime, diretto da padre Giacomo Girardi e la rivista “Mondo e Missione”, di cui ero direttore abbiamo fatto campagna per i “boat people” vietnamiti e cambogiani che ebbe un successo insperato. Il 22 giugno 1979, il Primo Ministro Giulio Andreotti invitò a palazzo Chigi padre Girardi e il sottoscritto per ringraziarci:”Avete fatto una campagna coraggiosa, provvidenziale e vittoriosa”, perché negli anno 19751980, proclamare che i due popoli fuggivano da Vietnam e Cambogia dopo la “liberazione” portata dai Vietcong e dai Khmer rossi, si veniva bollati, come minimo, da provocatori finanziati dalla Cia. Andreotti manda tre navi della Marina militare che portano in Italia 3.500 profughi. Con mons. Motolese, Presidente della Caritas italiana ho visitato alcuni dei 14 campi di profughi al confine con Laos e Cambogia, campi immensi, dove decine di migliaia di persone erano fuggite come oggi fuggono dal Nord Africa verso l’Italia. Vivevano sotto le tende della Croce Rossa o dell’Onu, circondati dal filo spinato e dai militari thailandesi. Ricordo come un incubo il campo di Kao I Dang con 13.000 profughi nel fango in attesa di acqua e cibo! Il popolo thailandese non li voleva, i pirati in mare li rapinavano, i pescatori li respingevano in mare. Anche l’esercito, la polizia e la guardia nazionale spingevano i profughi verso il confine con il Laos e Cambogia, tenendoli nel fango perché non fuggissero e lasciandoli indifesi quando i Khmer Rossi entravano nei CORRI DIETRO AL TUO CUORE campi con le loro incursioni ed esecuzioni. Erano gli anni dei beat people che provocavano e dividevano gli italiani. La piccola Chiesa thailandese si era mossa subito per accogliere i profughi e la Cei aveva sostenuto la campagna per accoglierli in Italia. La Caritas italiana, mobilitando il volontariato cattolico istituiva fra i profughi dei dispensari medici, tenuti da suore e volontari italiani. Nell’estate del 1978 il re Bhumibol, simbolo dell’identità culturale e del buddismo parlò in Tv e disse:”Dobbiamo accogliere i nostri fratelli cambogiani e vietnamiti, come fanno i cristiani, che ci danno un grande esempio. Sono nostri fratelli e 5 sorelle e dobbiamo accoglierli non respingerli in mare o rapinarli. Se voi respingete questi profughi, li derubate e li cacciate in mare mandandoli a morte sicura non siete dei buoni thailandesi”. Il discorso del Re aveva convinto i thailandesi a formare associazioni e volontariato per aiutare i profughi. Tra i buddisti thailandesi ci sono sempre state pochissime conversioni ma la gente cambiò atteggiamento: si diffondevano i valori di pace, giustizia, fraternità, condivisione, dialogo e tutti sapevano che sono valori evangelici. Anche la polizia incominciò a seguire l’esempio dei cristiani difendendo i profugh (Agenzia Zenit, 10 settembre 2015). 6 CORRI DIETRO AL TUO CUORE PERSECUZIONE AL LAOS Cristiani perseguitati al Laos; ancora violazioni alla libertà religiosa. A Khamla, unico cristiano in un villaggio della provincia di Luang Namtha, convertitosi dopo essere guarito da una lunga malattia, grazie alle preghiere di un amico di un villaggio vicino, le autorità hanno intimato di abbandonare la fede. Al rifiuto opposto, gli agenti lo hanno messo davanti a un’alternativa: rinunciare alla fede, oppure abbandonare la casa e il villaggio. Questo perché le autorità vogliono tenere il cristianesimo lontano dal villaggio. Non vi sono notizie sulla sorte di questo cristiano, a causa della censura rigida sulla vicenda. Nel mese di febbraio è stato dato l’ordine di espulsione da parte dei funzionari del distretto di Pakoo, provincia di Luang Prabang, nei confronti di 10 famiglie cristiane per un totale di 65 fedeli. Motivo: quelle famiglie si sono convertite al cristianesimo senza il permesso dell’ufficiale degli affari religiosi della zona che per questo motivo ha lanciato una dura campagna di persecuzione contro i cristiani. Fonte: AsiaNews 7 CORRI DIETRO AL TUO CUORE MARTIRI DEL LAOS: SPERANZA PER LA CHIESA IN ASIA Saranno beatificati 17 tra missionari e catechisti laotiani. I vescovi sperano in un’unica celebrazione con padre Mario Borzaga e Thoj Xyooj, già riconosciuti, da tenersi in questo piccolo paese del Sud est asiatico. Si avvera un sogno per la piccola Chiesa del Laos. Una speranza diventa realtà. Dopo il riconoscimento del martirio di padre Mario Borzaga e del primo catechista locale Paolo Thoj Xyooj, uccisi in odio alla fede nel 1960, la Santa Sede ha approvato il martirio del primo sacerdote laotiano, Giuseppe Tien Tao e di altri 14 compagni: dieci sono missionari appartenenti a due ordini religiosi che hanno operato al Laos: la Società delle Missioni Estere di Parigi (MEP) e la Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata (OMI), a cui appartiene padre Borzaga. I 17 martiri sono stati uccisi tra il 1954 e il 1970 dai guerriglieri comunisti Pathet Lao. La maggior parte dei martiri appartiene al vicariato di Luang Prabang, guidato da monsignor Tito Banchong, vescovo 68enne che ha conosciuto padre Mario Borzaga. Il vescovo ha verificato con ricerche personali la vicenda dell’uccisione di padre Borzaga e del suo catechista, gettati in una fossa mai identificata con precisione. Il motto scelto da monsignor Banchong è tratto dal passo evangelico “Se il chicco di grano non muore non porta frutto; se invece muore produce molto frutto”, che indica la prospettiva con cui guardare la vicenda dei martiri laotiani: non una rivendicazione per accusare il regime comunista, ma uno sguardo di 8 CORRI DIETRO AL TUO CUORE fede che celebra la vittoria sulla morte e sull’ingiustizia. Nel 1953 quando i militari comunisti invasero l’area di Sam Neua, molti missionari fuggirono per sicurezza. Giuseppe Tien Thao, giovane sacerdote laotiano, ordinato nel 1949 decise di restare dicendo:” Resto tra la mia gente. Sono pronto a dare la mia vita per i miei fratelli e sorelle”. Catturato, un anno dopo fu condannato a morte e fucilato, dopo aver rifiutato di rinunciare al sacerdozio. Gli annali ricordano la gioia con cui i missionari accolsero le istruzioni della Santa Sede che nel 1959, in piena espansione dei guerriglieri, chiedeva ai sacerdoti e ai religiosi di “restare nel paese finché non fossero stati espulsi”. Un confratello dei martiri ha scritto:”Sono stati missionari eccezionali e lodevoli, pronti a qualsiasi sacrificio. Vivevano in condizioni di povertà assoluta, desiderando soltanto di dare la vita a Cristo”. NB. Nell’agosto 1975, anch’io sono stato espulso dal Laos. don Beppino. *** 40 ANNI DALL’ESPULSIONE DAL LAOS (INDOCINA) Il Vangelo che dava fastidio Per non dimenticare… (di monsignor Alessandro Staccioli) Il 31 agosto sono passati 40 anni da quando, accompagnato dai soldati Pathet Lao armati, assieme a tutti gli altri missionari del Vicariato Apostolico di Luang Prabang, salii per l’ultima volta sul DC3 della compagnia di aviazione laotiana, obbligato a lasciare il paese per sempre. Era una tempesta di inaudita violenza che si era abbattuta sulla nostra missione, tempesta prevista da tempo, immaginata, ma, al dunque dei fatti, la realtà aveva superato l’immaginazione. La guerra era ormai agli ultimi sprazzi; Vietnam e Cambogia erano già saldamente in mano alle forze comuniste. Il Laos stava seguendo a ruota, divenendo comunista a poco a poco CORRI DIETRO AL TUO CUORE 9 ed in forma meno cruenta, senza avere nella stampa il rilievo che avevano gli altri due paesi. Ci eravamo preparati all’ipotesi di convivere con autorità ostili alla nostra missione, ma alla fine di giugno avevamo capito che la convivenza non ci sarebbe stata e che prima o poi dovevamo partire. UN RIENTRO FORZATO Ci eravamo prodigati per la cura dei lebbrosi ed avevamo aiutato la gente di interi villaggi a migliorare il lavoro agricolo costruendo canali per l’irrigazione, comperando trattori… Inoltre noi missionari eravamo stati mandati al Laos dalle nostre autorità religiose:cosa potevamo dire a proposito del nostro forzato ritorno a chi ci aveva inviato? La risposta ci fu consegnata il giorno dopo in un documento firmato e timbrato dove si diceva senza mezzi termini:”A causa del vostro insegnamento religioso non consono né utile al popolo laotiano, viene ordinato a tutti di uscire dal Laos entro la fine di questo mese di agosto 1975”. Non potevamo replicare nulla; eravamo venuti per annunciare il Vangelo ed era proprio il Van- gelo che dava fastidio. Non siamo stati accusati di essere delle spie al soldo di una potenza straniera, come era avvenuto ad esempio in Cina e in Vietnam, né che ci eravamo comportati male violando le leggi o altro. Ci sono venute in mente le parole di Gesù:”Non hanno rifiutato voi, hanno rifiutato me”. Tuttavia non abbiamo voluto scuotere la polvere dalle nostre scarpe come dice il Vangelo. Abbiamo invece raccolto le chiavi delle porte delle nostre scuole e dei nostri dispensari e siamo andati a 10 consegnarle alle autorità dicendo: ”Abbiamo costruito ed organizzato tutte queste opere per il popolo laotiano, adesso, dato che non ci è più concesso di occuparci del servizio al popolo e dato che voi dite di voler fare questo servizio, vi consegniamo le chiavi delle opere sociali”. Il patriarca buddista che risiedeva a Luang Prabang, lo stesso che due anni prima avevo presentato a papa Paolo VI in un’udienza memorabile a Roma, ci invitò alla pagoda reale per un saluto solenne durante il quale, dopo le cerimonie rituali, ci augurò:”Che potessimo tornare presto al Laos per continuare a fare il bene che avevamo fatto al popolo laotiano fino ad allora”. STRAPPATI DALLA NOSTRA GENTE CORRI DIETRO AL TUO CUORE Inesorabile arrivò anche il giorno della partenza. Ci era stato detto di non prendere nulla con noi e abbiamo obbedito. Ciascuno di noi partenti aveva soltanto un cambio di biancheria. Io arrivato in Italia ho dovuto ricomprare perfino il breviario. All’aeroporto eravamo accompagnati dai militari. Era stato ordinato che nessuno dovesse venire a salutarci, ma di gente ce n’era tanta, perfino una delegazione di bonzi che fu fatta allontanare all’ultimo momento. Prima di salire sull’aereo siamo riusciti a fare qualche cenno di saluto e a stringere qualche mano. Ricordo che una ragazza cristiana si avvicinò piangendo e un militare la fermò dicendole:”Perché piangi? Questa gente che viene mandata via è gente cattiva!”. E la ragazza rispose prontamente:”Io conosco i padri da quando avevo quattro anni e non mi sono mai accorta che fossero cattivi”. Salimmo sull’aereo strappati dalla nostra gente. In Italia, dopo qualche tempo, mettendo assie- CORRI DIETRO AL TUO CUORE 11 12 me alcune lettere giunte fortunosamente, potemmo conoscere l’epilogo della nostra missione. Dopo la nostra partenza i cristiani passarono le prime notti dormendo davanti alla porta della cattedrale per sbarrare il passo alle autorità che volevano occuparla. Poi arrivarono i militari ed è chiaro che chi è armato finisce per aver ragione. L’ultima messa fu celebrata da un sacerdote laotiano arrivato da Vientiane che ci scrisse in una lettera “Fu una messa molto dolorosa per tutti. Durante la celebrazione c’erano una decina di sodati armati vicino all’altare. Dopo il vangelo volevo fare l’omelia ma non potevo; dentro di me volevo esprimere tante cose per incoraggiare i cristiani ma non potevo. Mi sono seduto in silenzio e mi sono messo a piangere come un bambino. I cristiani mi hanno visto e tutti hanno incominciato a piangere. Ho cercato di farmi coraggio e ho ripreso la celebrazione. Durante la messa fissandoci negli occhi ci dicevamo: ”Coraggio, Gesù porterà i nostri dolori”. La cattedrale fu subito occupata e divenne l’ufficio della polizia e lo è ancora oggi, dopo 40 anni. In altre lettere si legge il grido di una chiesa che si vuole soffocare ma che non accetta di morire. “Non si può più insegnare il catechismo. E’ proibito riunirsi per la pre- CORRI DIETRO AL TUO CUORE ghiera. La popolazione fugge. Molti sono scappati e molti vengono uccisi e portati via dalla corrente del Mekong. Ci stanno schiacciando poco a poco… Molti cristiani hanno detto che preferiscono essere uccisi ma non rinunciano alla loro fede”. A causa della situazione è incominciato un esodo dal Laos di mezzo milione di persone su un totale di tre milioni e mezzo di abitanti. ALCUNE APERTURE In un mondo che cambia anche al Laos qualche piccola cosa è cambiata. In questi ultimi tempi il governo ha aperto il paese al turismo e così sono tornato a Luang Prabang per alcuni giorni come un semplice turista. Ho rivisto volti noti e cari ma soltanto di nascosto. Le scuole della missione sono rimaste scuole del governo. Dei nostri dispensari non ne è rimasto neppure uno. Le chiese sono diventate sale di riunioni o magazzini. In una pagoda vicino al Mekong, in un angolo del cortile, sotto alcune frasche, giace la campana di bronzo della cattedrale. E’ là in attesa di una mano che la suoni, ma la mano c’è già: è la mano di Maria, la “missionaria” che è rimasta e al suono e alla sua voce, torneranno tutti i suoi figli dispersi. (Fonte: Missioni OMI, ottobre 2015) 13 CORRI DIETRO AL TUO CUORE I TRE LIVELLI DI DANNO DELLA PORNOGRAFIA di Roberta Sciamplicotti L’effetto della pornografia è come una droga ma l’aspetto più preoccupante è l’accesso semplice, perché basta un semplice clic. DANNEGGIA IL CERVELLO La pornografia è come una droga. Ad un primo approccio la cocaina e la pornografia non sembrano avere molto in comune, ma gli studi hanno dimostrato che l’uso della pornografia fa sì che il cervello liberi prodotti chimici di piacere allo stesso modo con cui lo fanno le droghe. L’aspetto più preoccupante di questa “nuova droga” è che il suo accesso e facile per tutti. La pornografia cambia il cervello: come il tossicodipendente, il consumatore della pornografia richiederà una dose sempre maggiore per soddisfare i desideri di piacere. La pornografia può influire anche sul modo con cui si risolvono i problemi quotidiani e la cosa più terrificante è che più pornografia consuma una persona, più grave è il danno al suo cervello e più diventa difficile liberarsene. Ci sono però buone notizie: il fenomeno funziona nei due sensi, ovvero il danno al cervello può essere eliminato quando la persona si allontana da questo tipo di condotta e di comportamento non salutare. La pornografia crea dipendenza perché influisce sul comportamento: molti consumatori di pornografia cercano vari modi per eccitarsi attraverso cose che prima disdegnavano. Con il passare del tempo il cervello inizia a normalizzare quel tipo di atti ritenendoli senza alcuna importanza a livello morale. La dipendenza dalla pornografia si intensifica sempre più e per provare un sensazione di normalità, l’individuo aumenta la dose di pornografia di cui usufruisce. Più tempo passa, più è difficile raggiungere lo stesso livello di soddisfazione. DANNEGGIA LE RELAZIONI La pornografia uccide l’amore. Studi recenti dimostrano che dopo essere stati esposti alla pornografia gli individui definiscono se stessi con minore capacità di amare rispetto agli individui che non hanno avuto contatto con la pornografia. 14 La pornografia inoltre è una menzogna: tutto è bugia , dagli sguardi alle presunte ragioni dell’atto sessuale. I consumatori di pornografia sono ossessionati dal fatto di inseguire qualcosa che non è reale. La pornografia lascia soli perché più si fa uso di pornografia, più per la persona è difficile intavolare rapporti reali. Come risultato, i consumatori sentono che qualche cosa non va in loro e non riescono a tornare indietro. DANNEGGIA LA SOCIETA’ L’esperienza di chi appartiene al mondo della pornografia è spesso intrisa di droghe, malattie, schiavitù e abusi. La pornografia porta alla violenza. Inoltre dà idee distorte del sesso, CORRI DIETRO AL TUO CUORE perché anche se molti non vogliono crederlo, gli adolescenti stanno ricevendo l’educazione sessuale attraverso la pornografia. Chi ha visto grande quantità di materiale pornografico è più propenso a iniziare un rapporto sessuale prima del matrimonio con varie persone. Un altro aspetto è quello del fenomeno del “sexsting”, fusione dei due termini inglesi sex e texting che indicano l’invio di testi erotici attraverso i telefoni cellulari. Oggi le dimensioni del fenomeno sono cresciute in modo esponenziale, al punto che esistono milioni di siti e video, disponibili 24 ore su 24. (Fonte: La Madonna di Fontanellato, maggio-giugno 2015) CORRI DIETRO AL TUO CUORE 15 AGGREDITO A ROMA AL GRIDO DI “OMOFO, FASCISTA” di Vito Salinaro “Non avrei mai pensato di poter essere perseguitato per aver indossato una maglietta che raffigura una famiglia: padre, madre e due bambini che si tengono per mano”. E’ ancora sbigottito Michele, 34enne romano. Approfittando della festività del Primo maggio, ha preso parte a un picnic in un parco della zona Tiburtina a Roma. Buon cibo, gli amici giusti e un apprezzato sottofondo musicale offerto da una band che se la cava bene con jazz e blues. Tutto perfetto, se non fosse stato per la maglietta. E quell’immagine. Una famiglia naturale, il logo dell’associazione “La Manif Pour Tous” che persegue l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. “IO SONO GAY, NON SOPPORTO QUESTE MAGLIETTE E PICCHIO CHI LE INDOSSA”. Troppo, per non incorrere nel giudizio e nella relativa punizione dei “difensori della libertà”. Che, stando al racconto di Michele non hanno perso tempo. “Prima sono stato affrontato da un uomo. Mi ha dato del fascista, proprio a me che passo per essere un cattocomunista”. Evidentemente il mio interlocutore non aveva voglia di scherzare. Mi ha insultato e ha ribattuto:”Sei solo un cristiano integralista”. Inutili le mie parole: ”Non esistono cristiani integralisti; esistono cristiani e basta!”. Evidentemente Michele doveva stare zitto. Così devono aver pensato altre due persone non contente delle sue argomentazioni. “Prima una donna, 60 anni circaafferma Michele -, che indossava una maglietta con la scritta “no agli sfratti”. Se l’è presa con l’associazione che ha per logo la famiglia:”Siete dei retrogradi, volte costringere le donne a soffrire, a stare a casa con i figli”. Nulla rispetto alle pretese di una terza persona “un 50enne che mi ha raggiunto con aria minacciosa – continua Michele- dicendo: ”Te ne devi andare, sei un fascista. Se vuoi restare togliti la maglietta”. Gli ho fatto presente che eravamo in un parco pubblico e non poteva cacciarmi. Ma lui ha alzato la voce: ”Io sono gay, son un anarchico, non sopporto queste magliette e picchio chi le indossa”. 16 MI HA PRESO PER IL COLLO E MI HA STRAPPATO LA MAGLIETTA Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. “Mi ha strattonato e fatto cadere. Quando mi sono rialzato mi ha preso per il collo e mi ha strappato la maglietta. “Adesso la puoi tenere” ha esclamato soddisfatto. Nessuno è intervenuto in mia difesa. Anche i CORRI DIETRO AL TUO CUORE miei amici si sono spaventati. Ho accettato l’umiliazione, ma da cristiano ho ricevuto consolazione ripensando al discorso sulla montagna di Gesù e a coloro che sono perseguitati per la giustizia”. Quanto è accaduto a Roma testimonia la volontà di intimidire chi difende la famiglia, Fonte: Avvenire, 8 maggio 2015. 17 CORRI DIETRO AL TUO CUORE DIO O NIENTE: IL LIBRO BEST SELLER DEL CARDINALE SARAH don Beppino E’ in libreria un libro che attendevo da tempo, scritto dal cardinale Robert Sarah che conosco bene. Il titolo del libro è: Dio o niente. E’ un libro attuale e pertinente, scritto a partire da una lunga intervista. Ho conosciuto il cardinale Sarah quando era il vescovo più giovane del mondo: aveva soltanto 33 anni e venne in Senegal, nella mia missione di Koungheul, nel 1980, a battezzare il primo gruppo di 30 cristiani appartenenti alla sua razza, i Cogniagui. Allora ne parlarono alcuni giornali locali perché fu un avvenimento eccezionale. Ho incontrato nuovamente il vescovo Sarah nella sua sede, a Conakry, quando fui invitato ad animare una settimana di Ritiro spirituale a una comunità delle sue suore, a Dalaba sulle montagne. Una persona gentilissima, attaccato alla madre Africa che ancora oggi continua a portare nel cuore pur lavorando da anni in Vaticano. Aperto alle novità, mi offrì perfino la Cattedrale se avessi voluto celebrare una messa carismatica. (Edizioni Cantagalli) sta scalando le classifiche dei più venduti, il cardinale Sarah è intervenuto a Philadelphia (USA) in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie, concluso con la celebrazione del Papa. “Anche i membri della Chiesa possono essere tentati di attenuare l’insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia” ha detto il cardinale”. Quindi ha ribadito un concetto già espresso anche nel libro. La tentazione di attenuare l’insegnamento di Cristo “consisterebbe nel porre il Magistero in una bella scatola, separandolo dalla pratica pastorale, che potrebbe evolvere secondo circostanze e mode. Questa è una forma di eresia e una patologia pericolosa”. IL SINODO SULLA FAMIGLIA Entrando nel vivo dei temi che riguardano anche il Sinodo sulla famiglia, il cardinale Sarah, Prefetto della congregazione vaticana per il 18 CORRI DIETRO AL TUO CUORE proprio peccato e da quello degli altri, i divorziati e i separati, coloro che convivono o che fanno parte di qualunque tipo di unione egoistica, possono e devono trovare nella Chiesa un posto dove essere rigenerati, senza vedersi puntato un dito addosso”. Culto Divino, ha sottolineato che è la consapevolezza del proprio peccato che “ci rende pronti a ricevere la Buona Novella e accogliere la misericordia di Dio”. In questo senso la Chiesa deve farsi trovare pronta per spalancare le braccia verso coloro che si sentono bisognosi. “Tutti coloro che sono feriti dal SE NON ANDIAMO ALLA FONTE NON C A M B I A NULLA Nel suo intervento a Philadelphia il cardinale africano ha ribadito che la famiglia cristiana è chiamata oggi a testimoniare con forza che “l’amore per sempre è possibile”. “Il mondo di oggi-ha detto Sarah -ha bisogno di santi capaci di una testimonianza eroica per difendere e promuovere la famiglia. Aprendoci alla grazia di Dio e a quella del suo Santo Spirito che vive in noi, le nostre case e le CORRI DIETRO AL TUO CUORE nostre famiglie possono permettere alla bontà di entrare nel mondo”. Citando Papa Francesco il cardinale ha rilevato che la famiglia è “la sorgente della fede”, perché la fede “ha bisogno di un luogo dove può nascere e crescere, dove può diventare un’esperienza vissuta. Fin dall’inizio della creazione Dio ha scelto la famiglia per questo”. 19 Nella famiglia si sperimenta quell’amore capace di sacrificio che è la vera natura dell’amore. Aperta alla vita, capace di difenderla e valorizzarla sempre, anche prendendosi cura dei deboli, dei malati e degli anziani. “La famiglia-ha detto Sarah- è il luogo in cui la solitudine e l’egoismo trovano guarigione”. “L’accettazione delle radici del peccato nei nostri cuori è la saggezza. Ed è proprio per questo motivo che tutti abbiamo bisogno di Cristo. Ognuno di noi ha bisogno di Lui. Ogni persona sulla terra ha bisogno di Lui. Ognuno è in grado di peccare, ma può anche ricevere la misericordia di Dio”. Il cardinale ha quindi riflettuto sulle conseguenze del peccato: le rotture nelle relazioni, i conflitti personali e problemi come la tossicodipendenza, l’aborto, la persecuzione 20 CORRI DIETRO AL TUO CUORE religiosa e il terrorismo. “Se non andiamo alla fonte che è il peccato, non cambia nulla. O Dio, o niente”. *** Riassumo quello che mi ha colpito maggiormente leggendo il libro: o Dio o niente. *Domanda: Non è facile capire come il figlio della campagna africana sia potuto diventare cardinale. Risposta: Lei ha perfettamente ragione! E’ difficile comprendere come sono diventato quello che sono oggi in considerazione delle mie origini così modeste. Quando penso all’ambiente pagano, profondamente attaccato alle sue tradizioni, da cui il Signore mi ha tratto per fare di me un cristiano, un prete, un vescovo, un cardinale e uno degli stretti collaboratori del Papa, mi sento prendere da una grande emozione. Il villaggio in cui sono nato, Ourus, uno dei più piccoli della Guinea, dista 500 chilometri dalla capitale Conakry. I missionari francesi hanno convertito molti pagani al cristianesimo perché da noi l’Islam non era molto presente. Oggi il mio villaggio di circa mille abitanti è interamente cristiano. *Domanda: I problemi da vesco- vo nel suo paese. Risposta: Il mio predecessore, monsignor Tchidimbo fece 10 anni di prigione a causa del regime marxista, regime di terrore instaurato dal presidente di allora, Sekou Touré. Poi fu espulso dal paese . In seguito il presidente fece l’impossibile perché non fossi eletto come vescovo suo successore, ma la mobilitazione di altri paesi africani fece piegare anche il presidente. Il mio paese sprofondava in una spirale infernale e niente riusciva a fermare il delirio ideologico del presidente. Malgrado i rischi di finire in prigione o peggio di essere assassinato, ho sempre preso la decisione di parlare: da pastore non potevo tacere davanti alle ingiustizie, alla miseria del mio popolo e agli orrori che vedevo ogni giorno. Sia i cattolici che i musulmani non sono mai riusciti a convincermi a non correre tanti rischi. Io però non ho mai avuto paura perché mi dicevo che, anche se venivo arrestato, almeno ne sarebbe valsa la pena. Morto il presidente Sekou Touré in circostanze molto strane, durante un intervento cardiaco in America, i rapporti con il nuovo Presidente diventarono rapidamente tesi, per- CORRI DIETRO AL TUO CUORE ché io mi prendevo la libertà di continuare a parlare contro la corruzione e l’ingiustizia. In seguito, per far fronte alle mie battaglie interiori, pensando di essere incapace a guidare la Chiesa di Conakry, avevo stabilito un programma di ritiri spirituali regolari: ogni due mesi partivo da solo e andavo in un luogo isolato, dove per tre giorni mi impegnavo in un digiuno assoluto, senza acqua né cibo. Portavo con me solo la Bibbia e il materiale necessario 21 per celebrare la messa. Questa vita di solitudine mi ha permesso di ritemprarmi e di riprendere il combattimento. Io penso che un vescovo, per assumere la sua funzione, abbia bisogno di fare penitenza, di digiunare, di essere in ascolto del Signore, di pregare a lungo nel silenzio e nella sua solitudine. Cristo si è ritirato per 40 giorni nel deserto; i successori degli apostoli hanno l’obbligo di imitare il più possibile fedelmente Cristo. 22 CORRI DIETRO AL TUO CUORE La Comunità “ROVETO ARDENTE” in via Groppolo a Sarzana (SP) è aperta ai giovani e alle coppie giovani che sono in ricerca spirituale. Tempo di preghiera personale e comunitaria; tempo di ascolto della Parola di Dio; accoglienza e lavoro, in un ambiente silenzioso immerso nella natura. Possibilità di partecipare a W.E. di condivisione e di formazione spirituale. INFO: don Beppino 338-5616088 www.padrebeppino.it [email protected] Ritiro spirituale aperto a tutti: dal 27 dicembre 2015 al 1 gennaio 2016. Ritiro spirituale aperto a tutti: dal 2 al 6 gennaio 2016 INFO: 0187.607301 CORRI DIETRO AL TUO CUORE CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI CON DON BEPPINO NOVEMBRE: *DOMENICA 1: A DESIO (MI) ORE 14 *DOMENICA 8: A LUGAGNANO (VR) ORE 14.30 *SABATO 14: A CASTELNUOVO DON BOSCO (TO) ORE 15 *DOMENICA 15: A MONTEGROTTO (PD) ORE 14.30 *SABATO 21: SANTUARIO DI MONTE FASCE (GE) ORE 14.30 TEL. MARIA 3480436543 - 3403281362 DOPO LE ORE 14 PER INFORMAZIONI. *DOMENICA 22: A DESIO (MI) ORE 14 *VENERDI’27-SABATO 28-DOMENICA 29: RITIRO A ANGOLO TERME (BS) DICEMBRE: *DOMENICA 6: SOLESINO (PD) ORE 14.30 *SABATO 7: SANTUARIO DELLA MADONNETTA (GE) ORE 15 TEL. PADRE EUGENIO 0102725308 PER INFORMAZIONI *DOMENICA 20: DESIO (MI) ORE 14 *DAL 27 DICEMBRE 2015 AL 1° GENNAIO 2016 RITIRO A SARZANA (SP) *** A TUTTI BUONE FESTE NEL SIGNORE! 23