Le micotossine: il rilevamento della patulina nei derivati della mela
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Le micotossine: il rilevamento della patulina nei derivati della mela
Notiziario ERSA 2/2009 Frutticoltura Stefano Micolini, Franco Battistutta, Roberto Zironi Università degli Studi di Udine, Dipartimento Scienze degli Alimenti LE MICOTOSSINE: IL RILEVAMENTO DELLA PATULINA NEI DERIVATI DELLA MELA IN FVG La Patulina è un metabolita secondario prodotto da un numeroso gruppo di funghi (Penicillium spp., Aspergillus, Bysochlamys species) (1), ma la sua presenza è correlata soprattutto alla contaminazione da Penicillium expansum, un comune patogeno della frutta e, in modo particolare, delle mele (2). Il grado di contaminazione è generalmente proporzionale a quello di ammuffimento, e la tossina rimane confinata nelle parti colpite (3). Essendo la patulina resistente ai processi industriali di lavorazione della frutta, i prodotti derivanti da questi costituiscono le principali fonti di assunzione per questa tossina. La fermentazione alcolica è in grado di distruggere la patulina, pertanto i prodotti ottenuti dalla completa fermentazione degli zuccheri presenti nel succo, come il sidro e l’aceto di mele o pere, non contengono patulina. Da studi condotti sugli animali, la patulina ha mostrato immunotossicità, neurotossicità ed effetti dannosi sullo sviluppo del feto e sul tratto gastrointestinale. Inoltre, inibisce in vitro numerosi enzimi, incluse la DNA polimerasi e l’RNA polimerasi. Nel 1993 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha classificato la patulina nel Gruppo 3, cioè come “non classificabile come agente cancerogeno per l’uomo” (4). Questa micotossina quindi è considerata mutagena, ma non cancerogena. 1 Muffa verde-azzurra da Penicillium expansum su mela (Foto Archivio Criof) 1 Le problematiche inerenti questa micotossina sono conosciute e affrontate nella maggior parte dei paesi produttori di derivati della mela. Nel 2003 l’Unione Europea ha pubblicato un codice di prassi per la prevenzione e riduzione della contaminazione da patulina, rivolto ai produttori di mele ed ai trasformatori, dove sono riportate le modalità di intervento, dalla produzione di mele fino al confezionamento del succo o di altri derivati (L 203/54 del 12/08/2003; L 203/59 del 12/08/2003). IL MONITORAGGIO L’Università degli Studi di Udine, in collaborazione con i principali trasformatori di mele della regione Friuli Venezia Giulia e l’azienda “ERSAGRICOLA S.P.A”., ha eseguito un’analisi della patulina con il metodo ufficiale AOAC (5), nei succhi di mela raccolti a campione nel corso di differenti annate, dal 2004 al 2007. Questo studio è nato dall’esigenza di eseguire un monitoraggio della produzione regionale di succo di mela, per valutare il livello qualitativo di questo prodotto, conseguente alle modalità di col- 6 tivazione, raccolta, stoccaggio e trasformazione delle mele. Inoltre, e non meno importante, lo studio era volto a garantire la salubrità del succo di mela ottenuto da linee di tipo artigianale, con le mele della regione Friuli Venezia Giulia. È stata raccolta per ogni stagione produttiva una campionatura di succhi provenienti da diversi centri di trasformazione, ottenuti con mele da agricoltura convenzionale e biologica, coltivate nella bassa e nell’alta pianura, e nelle aree montane della regione. Provenienza mele Anno produzione Patulina (µg/kg) Conduzione frutteto CERVIGNANO VERZEGNIS CARNIA MEDIO FRIULI CODROIPO VAL CANALE LATISANA BASSO FRIULI TOLMEZZO GEMONA GEMONA GEMONA non nota (GDO 1) non nota (GDO 2) non nota (GDO 3) 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2003 2004 2004 2003 2003 2003 28,0 10,3 29,6 < 5,0 28,5 12,7 13,7 < 5,0 < 5,0 < 5,0 5,1 < 5,0 16,1 < 5,0 < 5,0 CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV BIO BIO BIO CONV CONV CONV Provenienza mele Anno produzione Patulina (µg/kg) Conduzione frutteto 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 BIO CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV BIO BIO BIO CONV BIO CONV CONV BIO LATISANA PONTEBBA PULFERO ZOPPOLA PAVIA DI UDINE GRADISCA D’ISONZO VERZEGNIS BAGNARIA ARSA MORTEGLIANO BAGNARIA ARSA TOLMEZZO RUDA CORMONS MORTEGLIANO SEDEGLIANO POZZUOLO DEL FRIULI CODROIPO PORTOGRUARO VIVARO PREMARIACCO VERZEGNIS PREPOTTO CHIUSAFORTE GEMONA DEL FRIULI I campioni sono stati prelevati casualmente all’interno dei lotti di produzione e acquistati presso punti vendita e supermercati. Durante il primo anno di monitoraggio sono stati esaminati anche succhi di mela presenti nella grande distribuzione. Nelle seguenti tabelle sono riportate le zone di produzione delle mele utilizzate per l’ottenimento del succo, l’anno di produzione e la dicitura BIO per le mele derivanti da coltivazioni biologiche e CONV per quelle provenienti da coltivazioni di tipo convenzionale. Controllo 2005. I valori più alti, relativi a tre campioni, sono al di sotto dei 30 µg/kg. Nessun campione analizzato ha un valore di concentrazione della patulina superiore al limite di legge (50 µg/kg) Tab.1 Controllo 2006. Tutti i campioni hanno un valore di concentrazione al di sotto del limite di rilevabilità dello strumento (5 µg/kg) Tab.2 Notiziario ERSA 2/2009 Provenienza mele VERZEGNIS LATISANA ZOPPOLA PONTEBBA GRADISCA D’ISONZO CORMONS LATISANA MONTEREALE VALCELLINA RONCHI DEI LEGIONARI VIVARO PREMARIACCO FAEDIS S.PIETRO NATISONE POZZUOLO DEL FRIULI TALMASSONS PANTIANICCO PANTIANICCO PANTIANICCO VERZEGNIS PANTIANICCO VERZEGNIS MORTEGLIANO Provenienza mele CAVASSO NUOVO CORDENONS RIVIGNANO MONTEREALE VALCELLINA VERZEGNIS CARNIA PANTIANICCO TEOR CAVAZZO MANIAGO PONTEBBA VIVARO SEQUALS CASTIONS DI ZOPPOLA ZOPPOLA BEANO CODROIPO BANNIA FIUME VENETO LATISANA VITTORIO VENETO CAVAZZO ARTA TERME VITTORIO VENETO GEMONA PONTEBBA Anno produzione Patulina (µg/kg) Conduzione frutteto 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 32,2 6,7 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 < 5,0 15,1 < 5,0 < 5,0 < 5,0 CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV BIO CONV BIO CONV BIO CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV CONV Anno produzione Patulina (µg/kg) Conduzione frutteto 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 2007 10,8 9,7 8,0 34,5 9,5 12,0 16,6 19,4 19,7 14,5 28,3 8,8 10,0 6,2 < 5,0 25,8 5,2 19,3 11,3 8,7 < 5,0 26,2 46,8 17,6 CONV CONV BIO BIO CONV CONV CONV CONV CONV CONV BIO BIO BIO CONV CONV CONV CONV CONV BIO BIO CONV BIO BIO BIO RISULTATI Dall’analisi dei dati ottenuti si evidenzia che i frutticoltori della regione sono a conoscenza dei metodi di coltivazione e di conservazione delle mele, tali da mantenere le caratteristiche igienico-sanitarie e di qualità della materia prima in condizioni ottimali. Anche i trasformatori hanno dimostrato di avere un ruolo molto importante, in quanto durante la prima fase di lavorazione, che Controllo 2007. I dati misurati evidenziano valori al di sotto del limite di rilevabilità dello strumento, ad eccezione di tre campioni. Il valore più alto di questi è di poco superiore a 30 µg/kg Tab.3 Controllo 2008. In questa annata i valori di patulina misurati hanno dimostrato un valore medio più alto (15 µg/kg) rispetto alle scorse stagioni, solo il dato di un campione risulta essere elevato, ma al di sotto del limite legale corrispondente a 50 µg/kg Tab.4 consiste nella cernita, ovvero nell’eliminazione delle mele aventi la polpa in condizioni non perfette, l’attenzione è risultata essere costantemente elevata. La sommatoria di questi interventi comporta un livello qualitativo, dal punto di vista igienico-sanitario, molto buono. Sono riportati in tabella anche alcuni prodotti che hanno valori di concentrazione della patulina vicini al limite legale. Questi 8 dati possono essere ipoteticamente giustificati dal fatto che il marciume che colpisce la polpa, con il conseguente incremento della concentrazione della micotossina, si sia sviluppato soprattutto sotto la buccia, a causa di colpi (es. grandine), ma in modo non facilmente visibile all’esterno, nel momento della trasformazione. La distinzione tra prodotti derivanti da agricoltura biologica e convenzionale non ha manifestato sostanziali differenze, però i primi hanno dimostrato una maggiore variabilità dei valori della concentrazione della patulina. Questo può essere imputabile al fatto che, sebbene la conoscenza delle tecniche di coltivazione in agricoltura biologica sono ampliamente note e permettono di ottenere un prodotto perfettamente sano, esistono situazioni in cui i produttori biologici non applicano perfettamente queste tecniche e, al momento della raccolta, rischiano di ritrovarsi con la materia prima contaminata da micotossine. In conclusione, lo studio svolto sottolinea la notevole competenza dei frutticoltori e dei trasformatori regionali nella produzione di mele e di succo di mela, dato rafforzato dalla comparazione di questo derivato con analoghi presenti sul territorio nazionale (6). In seguito ai risultati di questo monitoraggio e per offrire maggiori garanzie al consumatore, il Dipartimento di Scienze degli Alimenti è intenzionato a controllare i succhi di mela prodotti nel territorio del Friuli Venezia Giulia anche nei prossimi anni, per seguire l’andamento delle contaminazioni e trovare una correlazione con il clima, nonché per confrontare questa tipologia di derivato con altri similari provenienti dall’Austria, Slovenia, Veneto e Trentino. RINGRAZIAMENTI Questo studio è stato svolto in collaborazione con l’Az. Agr. Ersagricola S.P.A. di Pantianicco (UD) e con l’Az. Agr. “Ecomela La Carnica” di Verzegnis (UD). (1) Baert K. et al. (2007), Free and bound patulin in cloudy apple juice, Food Chemistry 100 1278–1282. (2) Sydenham E.W. et al. (1995), Reduction of patulin in apple juice samples – influence of initial processing, Food Control, Vol. 6, No. 4, pp. 195-200. (3) Betina, V., (1984). In Betina, V. (Ed.), Mycotoxins–Production, Isolation, Separation and Purification (Developments in Food Science, Vol. 8) (pp. 217–236). Elsevier, Amsterdam, the Netherland. (4) Da Silva S. et al. (2007), Patulin in food: state-of-the-art and analytical trends, Rev. Bras. Frutic., Jaboticabal - SP, v. 29, n. 2, pp. 406-413. (5) “AOAC Official Method 2000.02”, (6) Versari A. et al. (2008), Contaminazione di patulina in succhi di mela provenienti da agricoltura biologica e convenzionale, Industrie delle bevande – XXXVII giugno, pp. 219-223. Notiziario ERSA 2/2009 ALLEGATO - REGOLAMENTO (CE) N. 1425/2003 DELLA COMMISSIONE dell’11 agosto 2003 recante modifica del regolamento (CE) n. 466/2001 per quanto riguarda la patulina (Testo rilevante ai fini del SEE) 1) Succhi di frutta, compresi i succhi di frutta ottenuti da succhi concentrati, i succhi di frutta concentrati e il nettare di frutta, secondo quanto definito agli allegati 1 e 2 della direttiva 2001/112/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, concernente i succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all’alimentazione umana (GU L 10 del 12.1.2002, pag. 58). 2) Bevande spiritose, secondo quanto definito nell’articolo 1 del regolamento (CEE) n. 1576/89 del Consiglio, del 29 maggio 1989, che stabilisce le regole generali relative alla definizione, alla designazione e alla presentazione delle bevande spiritose (GU L 160 del 12.6.1989, pag. 1), modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 3378/94 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 366 del 31.12.1994, pag. 1). 3) Lattanti e bambini nella prima infanzia, secondo quanto definito nell’articolo 1 della direttiva 91/321/CEE della Commissione, del 14 maggio 1991, sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento (GU L 175 del 4.7.1991, pag. 35), modificata da ultimo dalla direttiva 2003/14/CE (GU L 41 del 14.2.2003, pag. 37) e nell’articolo 1 della direttiva 96/5/CE della Commissione, del 16 febbraio 1996, sugli alimenti a base di cereali e gli altri alimenti destinati ai lattanti e ai bambini (GU L 49 del 28.2.1996, pag. 17), modificata da ultimo dalla direttiva 2003/13/CE (GU L 41 del 14.2.2003, pag. 33). 4) Un metodo di analisi sarà validato mediante prove interlaboratorio svolte a livello di collaborazione internazionale prima del 1o novembre 2003 e finalizzate a dimostrare che il tenore di patulina di 10 µg/kg può essere determinato in modo affidabile. Qualora entro il 1o novembre non risulti che il livello di patulina di 10 µg/kg possa essere determinato in modo affidabile, si applica il livello di 25 µg/kg. 5) Alimenti per bambini ai sensi dell’articolo 1 della direttiva 96/5/CE della Commissione, del 16 febbraio 1996, sugli alimenti a base di cereali e gli altri alimenti destinati ai lattanti e ai bambini (GU L 49 del 28.2.1996, pag. 17), modificata da ultimo dalla direttiva 2003/13/CE (GU L 41 del 14.2.2003, pag. 33).