l`agriturismo in sicilia: stato dell`arte e prospettive
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l`agriturismo in sicilia: stato dell`arte e prospettive
Regione Siciliana PROGETTO DI RICERCA L’AGRITURISMO IN SICILIA: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE Ricerche nell’ambito delle attività istituzionali dell’Osservatorio sul Sistema dell’Economia Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS) Responsabile della Ricerca: Dott. Carmela LA MALFA _____________________________ CATANIA, Dicembre 2007 I Si ringraziano per la cortese collaborazione: - Dott. D. Carta, Dirigente Servizio IV – Dipartimento Interventi Strutturali, U.O.B n. 19 - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste. - Sig. G. Provito, Sig. O. Mastrangelo – Dipartimento Interventi Strutturali, U.O.B n. 19 - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste. - Dott. G. Messina – Dipartimento Interventi Strutturali, U.O.B n. 19 - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste. - Dott. C. Marino – Funzionario dell’Osservatorio Turistico – Regione Siciliana. II INDICE PREMESSA .............................................................................................................................. 1 1. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ................................................................... 3 1.1 LA NORMATIVA COMUNITARIA E NAZIONALE........................................................3 1.2 LA NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA................................................................6 2. L’AGRITURISMO IN ITALIA ............................................................................................. 12 2.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA............................................................12 2.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA......................................................22 3. L’AGRITURISMO IN SICILIA ........................................................................................... 31 3.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA ..........................................................31 3.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA.....................................................41 4 . METODO D’INDAGINE .................................................................................................... 56 5. ANALISI DEI RISULTATI ................................................................................................ 58 5.1 PRINCIPALI CARATTERI STRUTTURALI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE IN SICILIA .......................................................................................58 5.1.1 LA STRUTTURA DELL’OFFERTA AGRITURISTICA ............................................. 68 5.1.2 LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA AGRITURISTICA.......... 84 5.1.3 L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ....................................................................... 87 5.2 PRINCIPALI CARATTERI ECONOMICI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ..........................................................................................................88 5.3 CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ E CERTIFICAZIONI AMBIENTALI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE.......................................................95 6. ANALISI S.W.O.T. DEL SETTORE AGRITURISTICO SICILIANO.................................. 98 7. CONCLUSIONI ................................................................................................................ 102 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................... 108 INDICE DELLE TABELLE .................................................................................................. 111 INDICE DELLE FIGURE ..................................................................................................... 115 II PREMESSA Nell’ambito delle politiche comunitarie di sviluppo rurale, per il miglioramento della competitività delle imprese agricole, un ruolo centrale è riconosciuto alle attività complementari ed alternative alla tradizionale offerta di prodotti agricoli, tra i quali rientra l’attività agrituristica. Quest’ultima, creando fonti alternative di reddito contribuisce alla diversificazione economica del territorio consentendo, al contempo, il recupero di risorse che altrimenti rischiano di scomparire (produzioni agroalimentari tradizionali), di degradarsi (paesaggio rurale, edifici rurali, monumenti, ecc.) e/o di rimanere sotto-utilizzate. Peraltro, il forte aumento della domanda di servizi e strutture finalizzate alla vacanza e/o soggiorni in campagna, quale risposta ad iniziative di valorizzazione turistica del territorio, ha contribuito a diffondere una maggiore consapevolezza delle opportunità di sviluppo offerte da un uso sostenibile e integrato delle risorse locali. Lo sviluppo del comparto agrituristico - che, com’è noto, nel panorama del turismo rurale europeo costituisce sul piano normativo una specificità esclusivamente italiana - è correlato anche alla crescente attenzione degli operatori alle esigenze della clientela sempre più esigente. Tale fenomeno li ha spinti ad incamminarsi verso un percorso che ha visto, soprattutto negli ultimi anni, crescere il livello qualitativo dei servizi, sostenuto anche da apposite normative che garantiscono specifici livelli di qualità (di prodotti e/o di servizi) e sicurezza in un’ottica di massima soddisfazione dei clienti/consumatori. In tale contesto la ricerca, condotta mediante un’indagine campionaria, si propone di analizzare l’evoluzione del comparto e di valutarne le prospettive di sviluppo. In particolare, l’indagine è finalizzata a cogliere i principali caratteri strutturali ed economici delle aziende agrituristiche siciliane ed a valutare le differenti tipologie di servizi offerti alla clientela, alla luce delle principali tendenze che caratterizzano l’evoluzione della domanda. La ricerca intende, inoltre, porre l’accento sulla composizione dell’offerta enogastronomica proposta dalle imprese rilevate - dato il peso significativo che questa assume nelle strategie di differenziazione e di “attrazione” della clientela oltre che di fatturato - valutando il grado di impiego nell’offerta ristorativa delle produzioni di qualità a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc). Peraltro, si propone di verificare il ruolo di tali aziende nel contesto territoriale nel quale esse operano, in termini di componente strategica di sviluppo, valutandone il livello d’integrazione con il territorio circostante e la presenza di sinergie con le realtà economiche del territorio, sia in termini di proposta di vendita diretta di prodotti “tipici”, sia di visite al patrimonio storico-architettonico, ecc. La ricerca ha, tra l’altro, lo scopo di verificare il grado di conoscenza e l’implementazione nelle aziende agrituristiche siciliane dei sistemi certificati di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9000) e/o di gestione ambientale (UNI EN ISO 14000) e le motivazioni della loro non applicazione. Infine, si analizzeranno i punti di forza e di debolezza, le opportunità ed i rischi del comparto (SWOT Analysis), indispensabile base di partenza per l’individuazione dei relativi fabbisogni d’intervento, utile supporto per l’orientamento delle decisioni pubbliche degli organi istituzionali locali, nell’ottica di accrescimento della competitività del comparto agrituristico siciliano. 2 1. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 1.1 LA NORMATIVA COMUNITARIA E NAZIONALE Le prime misure comunitarie a favore dell’agriturismo e del turismo rurale risalgono alla metà degli anni ’80 con i regolamenti CEE n. 797 e n. 2088 del 1985. In particolare, il primo concedeva, all’interno del regime di aiuti agli investimenti in aziende agricole per i piani di miglioramento, la possibilità di effettuare investimenti a carattere turistico o artigianale nelle zone svantaggiate; mentre il secondo, prevedeva la concessione di incentivi per l’adeguamento dei fabbricati rurali destinati allo svolgimento di attività turistiche e per interventi di promozione del turismo in aree rurali. L’attuale sviluppo del settore agrituristico, è legato al ruolo dei Regolamenti Comunitari, emanati nel 1999, in approvazione della riforma dei Fondi Strutturali e quelli relativi alle politiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. In particolare, il Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEAOG (CE 1257/1999), diretto ad incentivare e sostenere processi di sviluppo rurale integrato e sostenibile, all’art. 33, prevede tre misure per la diversificazione aziendale ed economica, di cui la Misura “p” relativa a “Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività affini” individua, tra l’altro, interventi a sostegno d’investimenti aziendali per attività e strutture agrituristiche. Recentemente, nuova enfasi al ruolo multifunzionale dell’impresa agricola è stata data dalla nuova PAC, a cui il secondo pilastro (le politiche di sviluppo rurale) ha attribuito maggiore centralità con misure strutturali destinate al potenziamento del settore agricolo, agroalimentare e forestale; alla salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio rurale; al miglioramento della competitività nelle zone rurali mediante la diversificazione del tessuto produttivo. Interventi, quest’ultimi, che travalicano la logica strettamente settoriale e mirano, mediante l’incentivazione di attività complementari ed alternative alla tradizionale offerta di prodotti agricoli (quali:l’attività agrituristica, la ristrutturazione ed l’adeguamento di fabbricati rurali, la realizzazione di strutture sportive e ricettive, l’adeguamento e riadattamento di 3 spazi aperti per le varie attività agrituristiche, ecc.), alla diversificazione economica del territorio, creando fonti alternative di reddito. La normativa italiana in materia di agriturismo, nonostante la prima legge quadro è stata emanata nel 1985, risale agli inizi degli anni ’50. Difatti, con la legge 991 del 1952 ai coltivatori diretti è stata riconosciuta la possibilità di accedere a mutui per migliorie di carattere igienico e ricettivo da eseguirsi in strutture interne all’azienda agricola destinate ad ospitare i turisti. Successivamente, la legge 352/76, in attuazione della Direttiva Comunitaria sull’agricoltura di montagna e sulle aree svantaggiate (Dir. 268/75), ha previsto (art.10) anche la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici per effettuare investimenti di carattere turistico o artigianale realizzati nell’ambito dell’azienda agricola. Tale norma si è rivelata innovativa sia perché ha consentito, per l’esercizio dell’attività ricettiva, l’impiego di altre unità immobiliari interne all’azienda non adibite ad abitazione privata del proprietario, sia perché ha dato l’opportunità di praticare attività artigianali all’interno dell’unità produttiva. Ciononostante, giuridicamente non veniva riconosciuta la polivalenza dell’attività agricola e si riteneva che l’attività turistica espletata in un’azienda agricola fosse “collaterale ed estranea all’attività agraria in senso stretto” e da considerarsi commerciale. Soltanto dopo l'introduzione della Legge Quadro n. 730/1985 “Disciplina dell’Agriturismo”, che ha regolato fino a tutto il 2005 l'attività del settore, l’agriturismo1 ha ottenuto una sua collocazione nel panorama delle attività imprenditoriali. Con tale normativa, si è evidenziata la necessità di monitorare il rapporto di complementarietà tra le due attività, al fine di garantire la predominanza dell’attività agricola su quella turistica, onde prevenire la dismissione della prima a favore della seconda. Tali indicazioni sono scaturite nella successiva circolare ministeriale n° 10 del 27.06.1986 nella quale, per definire il rapporto di connessione tra le due attività e valutare l’integrazione del reddito agricolo con quello proveniente 1 L’articolo 2 della legge 730/85 definisce giuridicamente l’attività agrituristica la quale “…comprende, esclusivamente, le attività di ricezione ed ospitalità esercitate da imprenditori agricoli di cui all’art 2135 del codice civile, singoli o associati, e da loro familiari di cui all’art 230 bis del c.c., attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione e complementarietà rispetto alla coltivazione del fondo, silvicoltura ed allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere le attività principali dell’azienda”. 4 dall’attività agrituristica, è stata indicata la preferenza del criterio del lavoro piuttosto di quella del reddito. Un’altra importante tappa normativa per il settore è rappresentata dal Decreto Legislativo n. 228 del 18 maggio 2001 che, all’art. 3 prevede, fra le altre attività agrituristiche, l’organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, di pratiche sportive, escursionistiche e d’ippoturismo, nonché la degustazione dei prodotti aziendali, ancorché svolte all’esterno dell’azienda. Dal 2006, la legge quadro del 1985 in materia di agriturismo è stata sostituita con la nuova legge quadro n. 96 del 20/02/2006. Anche con questa nuova norma le regioni continuano ad avere un'ampia autonomia nel settore dell'agriturismo e sono chiamate, entro 6 mesi dalla sua entrata in vigore, ad adeguare le leggi e i loro regolamenti di attuazione alle nuove norme nazionali. I principali punti della nuova legge sono: ¾ favorire la multifunzionalità in agricoltura e la differenziazione dei redditi agricoli; ¾ la spinta alla valorizzazione e alla incentivazione delle produzioni di qualità e tipiche; ¾ il recupero del patrimonio edilizio rurale; ¾ l'equilibrio nel rapporto stato-regioni che mette in risalto un sistema univoco di classificazione, ma lascia alle competenze locali il compito di dettare criteri e limiti per l'esercizio dell'attività agrituristica ed i relativi requisiti igienicoambientali; ¾ la promozione delle attività di turismo equestre e di pescaturismo; ¾ la costituzione di un Osservatorio Nazionale sull’agriturismo, che pubblicherà ogni anno un rapporto nazionale sull'andamento del settore, presso il quale tutte le regioni dovranno far confluire annualmente i loro rapporti di monitoraggio regionale del settore, secondo quanto disposto nell’art. 13, comma 1, della Legge quadro 2006. Il perno della nuova norma è una notevole semplificazione burocratica: le aziende più piccole, cioè quelle fino a dieci posti letto ed ad altrettanti “coperti” a tavola, sono dispensate da diversi obblighi. Il primo tra tutti quello di dimostrare, attraverso 5 complicatissimi calcoli, che l’attività agricola è preponderante rispetto a quella agrituristica. Inoltre, la nuova legge quadro dispone che i piccoli agriturismi (sino a 10 posti) potranno utilizzare la cucina di casa per dare piatti caldi, e sarà sufficiente dimostrare la semplice abitabilità dei locali, senza dover per questo sottostare a complesse prescrizioni previste per le locazioni alberghiere o quelle simili (sanitarie, antincendio o di abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio). Per di più, anche le aziende più grandi beneficiano di una radicale semplificazione: ad esempio, per l’immediato avvio all’esercizio basterà una semplice “comunicazione di inizio attività” ed il Comune avrà tempo sessanta giorni per formulare motivati rilievi al piano aziendale. Peraltro, la sospensione dell’attività sarà possibile solo in caso di gravi carenze o irregolarità. E’ un bel cambiamento, tenuto conto che ad oggi, in molte regioni, i permessi sono sottoposti a iter particolarmente faticosi e prevedono l’assenso esplicito al piano da parte delle autorità preposte. 1.2 LA NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA In Sicilia, la prima legge di disciplina organica del settore agrituristico si è avuta soltanto nel 1995 con la L.R. n. 25 che, con ben 9 anni di ritardo, ha recepito le direttive della legge quadro nazionale (Legge 730/85). Precedentemente, le norme regionali riguardanti l’attività agrituristica sono stati inseriti in ambiti diversi quali, ad esempio, la Legge regionale 98/81 e la Legge 27/91 recanti, rispettivamente, le norme per l’istituzione di parchi e riserve naturali nella regione siciliana e gli interventi a favore dell’occupazione. La legge regionale n. 25/94 attribuisce all’agriturismo finalità ben precise, indicate nell’art. 1 e, in particolare: o favorire lo sviluppo agricolo e forestale e il riequilibrio del territorio; o agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle aree rurali valorizzando e recuperando il patrimonio naturale ed edilizio; o concorrere alla tutela ed alla conservazione dell’ambiente e del paesaggio; 6 o recuperare le tradizioni culturali del mondo rurale; o promuovere la conoscenza e l’offerta dei prodotti tipici; o favorire il rapporto campagna-città. In linea con la legge quadro nazionale (L. 730/85), l’art. 17 della L.R. 25/94, modificato dalla legge regionale 27/95, prevede la concessione di aiuti regionali a coloro che esercitano attività agrituristica, quindi già in possesso delle necessarie autorizzazioni comunali e del nulla osta dell’IPA. Successivamente, l’evoluzione della normativa del settore, con la legge regionale n. 27 del 6 aprile 1996 “Norme per il turismo”, ha portato ad assimilare sul piano qualitativo il settore agrituristico a quello turistico prevedendone, al pari delle strutture ricettive tradizionali (alberghi, ostelli, ecc.), la classificazione in “stelle” ad opera delle Aziende Autonome Provinciali per l’Incremento Turistico (A.A.P.P.I.T.). Nel 1997, la Circolare n. 239 del 27 Luglio 1997, diramata dalla Regione Siciliana, ha posto limiti significativi all’esercizio dell’attività agrituristica, fissando, in merito alla somministrazione di pasti sul posto, l’obbligo di esercizio congiunto con quello di ospitalità in locali aziendali o all’aperto (agricampeggio). Pertanto, da quella data, tutte quelle aziende agricole che offrivano solo il servizio di ristorazione non erano più considerati agriturismi. Recentemente, al fine d’incentivare il progressivo ampliamento della gamma dei servizi offerti dalle aziende agrituristiche è stato emanato dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali il Decreto 28 maggio 2004 “Disposizioni in materia di agriturismo” che, abrogando il decreto 14 giugno 1997 e la circolare assessoriale n. 239 del 23 luglio 1997, ha riformulato i limiti dell’attività agrituristica. Pertanto, diversamente dalle disposizioni normative precedenti, con tale Decreto si ritiene “auspicabile” e “preferibile” che all'attività di ristorazione venga sempre affiancata almeno quella di ospitalità. Inoltre, tale normativa dispone “l'obbligo di esercitare le attività di organizzazione di attività ricreative, culturali, di vendita diretta dei prodotti agricoli etc., congiuntamente con l'offerta di ospitalità e/o l'agricampeggio e/o la ristorazione”. Ovviamente, le attività ricettive, culturali e didattiche devono porsi in sinergia con l'attività agricola che, comunque, deve rimanere quella principale. Ne deriva che l'attività agrituristica non può essere oggetto di gestione separata (contabile e fiscale) 7 da quella relativa all'attività agricola, che deve essere svolta dal medesimo soggetto, e non può rientrare fra le tipologie degli esercizi ricettivi classificabili come turistici. Con riferimento all’attività di ristorazione, (art 8 al punto 8.3) il suddetto decreto precisa che “.. la ristorazione agrituristica può essere attuata nell'azienda agricola sia autonomamente, che unitamente all'offerta di ospitalità nei locali aziendali e/o in spazi aperti. In ogni caso, devono essere rispettate le peculiarità dell'azienda agricola, dell'ambiente rurale presente nel territorio e della tipicità dei piatti regionali. Pertanto, è obbligatorio l'utilizzo di pietanze e bevande di provenienza prevalentemente aziendale e di produzioni tipiche regionali. In particolare, la ristorazione deve privilegiare gli alimenti caratteristici del comprensorio rurale, con specifico riguardo agli itinerari per la promozione e valorizzazione delle produzioni regionali (strade del vino, olio, formaggi, etc.)”. Si precisa che, in ogni caso, fra gli alimenti somministrati agli ospiti deve essere assicurata la presenza, anche parziale, di prodotti di provenienza aziendale. In linea generale, il dimensionamento dell'attività di ristorazione dovrà tenere conto delle effettive potenzialità delle risorse aziendali, anche in termini di alimenti utilizzati. Pertanto, nonostante la normativa vigente estende il numero massimo di posti per l’offerta dei pasti in 230 per azienda singola e 300 per azienda associata, “non risulta con ciò coerente un'offerta pasti con un numero di posti eccessivo e non confacente ai principi di un'ospitalità rurale contenuta e di qualità” (art. 8.3). Inoltre, i locali destinati alla preparazione dei pasti (cucine e/o laboratori) dovranno possedere tutti i requisiti igienico-sanitari previsti dalla vigente normativa, mentre la sala ristorazione può essere destinata, in apposito reparto separato e previa adozione di tutti gli accorgimenti igienico-sanitari, all’esposizione e vendita di prodotti. Per quanto concerne “la degustazione e l'assaggio dei prodotti aziendali” (art. 8.6) devono riguardare i prodotti aziendali non trasformati, o che necessitano di trasformazione (es. vino, olio, formaggi, marmellate). Si precisa che il prodotto aziendale non può essere posto in assaggio e degustazione con le caratteristiche di un pasto, configurandosi in tal caso l'attività di ristorazione”. Tale Decreto ha anche ampliato i limiti imposti dalla legge regionale 25/94 per l’offerta di ospitalità in locali aziendali prevedendo, al punto 19.2, un numero massimo di 55 posti letto per azienda singola e di 100 per aziende associate rispetto al 8 limite massimo di 30-60 posti letto previsto, rispettivamente, per le aziende individuali ed associate. Infine, un importante evoluzione normativa del settore si è avuta con il Decreto n. 175 del 28/02/06 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Strutturali che, in conformità a quanto previsto dagli articoli 1 e 3 del Decreto Legislativo n. 228 del 18/5/2001, dall’art. 2 del Titolo I del Decreto 28 maggio 2004 e dal Piano regionale agrituristico (approvato con delibera n. 266/2005), secondo i quali le aziende agrituristiche autorizzate ai sensi della L. R. n. 25/94 non sono individuabili come imprese turistiche, ne dispone la loro riclassificazione “in spighe”, dichiarando inapplicabili per tale tipologia di aziende le disposizioni dell’art. 4 della L.R. 6 aprile 1996 n. 27, il Decreto 29/11/2001 dell’Assessorato Turismo, Comunicazioni e Trasporti, in base al quale anche gli agriturismi venivano classificati qualitativamente con attribuzione delle “stelle”, nonché l’art. 42 della L.R. n.2/2002 che precisa le tipologie d’imprese turistiche. Tale Decreto di riclassificazione mira a trasferire sempre più nella realtà operativa i principi fondamentali ispiratori dell’attività agrituristica, creando una differenza, non solo formale ma anche sostanziale, nella classificazione qualitativa di tali strutture ricettive rispetto a quelle turistiche tradizionali. Difatti, l’attribuzione di “una spiga”, ossia il livello minimo di qualità previsto dal nuovo Decreto, prevede non solo l’adeguamento alle vigenti normative igienico-sanitarie e per il superamento delle barriere architettoniche, ma anche che, laddove venga offerta ospitalità, le aziende agrituristiche dispongano di: edifici in buono stato di manutenzione sia interna che esterna; attrezzature di primo soccorso efficaci e in buono stato di conservazione; attrezzatura minima in dotazione per ogni camera e/o appartamento (dettagliatamente indicata al punto 2.2, 2.3 e 2.4 dell’Allegato I al Decreto); assicurazione per la responsabilità civile nei confronti dei terzi; tabella informativa con i numeri di telefono per le emergenze; segnaletica indicante i servizi a disposizione degli ospiti; illuminazione degli spazi esterni sufficiente per un agevole movimento dei visitatori; e, non ultimo, assicurino la cura e la pulizia degli spazi interni ed esterni. Per quanto concerne il servizio di ristorazione - momento di legame tra mondo rurale e tradizione culinaria- al fine di incentivare l’uso di prodotti tradizionali e/o tipici 9 esiste obbligo di utilizzare anche la produzione aziendale, prevedendo menù stagionali caratterizzati da piatti tipici caratteristici della cucina locale. Tra i requisiti previsti per la classificazione di livello minimo (una spiga) rientrano anche il rispetto della normativa obbligatoria in materia di ambiente, di smaltimento rifiuti (con ritiro giornaliero dei rifiuti dai contenitori appositamente predisposti) e di igiene e benessere degli animali allevati. Inoltre, con lo scopo di legare sempre più l’azienda al contesto territoriale in cui si trova inserita è obbligatorio disporre di materiale informativo e divulgativo concernente il territorio in cui è localizzata l’azienda e, vista l’importanza dell’accoglienza nella “fidelizzazione” del cliente/agriturista, ogni struttura deve disporre di un addetto alla ricezione, nel periodo di apertura, per almeno otto ore giornaliere. L’attribuzione di livelli qualitativi superiori prevede che l’azienda, oltre ai predetti requisiti obbligatori, abbia almeno 8 dei 33 requisiti indicati nel paragrafo 4 dell’Allegato I al relativo Decreto, per ottenere le “2 spighe”, ed almeno 12 dei 33 caratteri per l’assegnazione delle “3 spighe”. L’attribuzione di “4 spighe” consente invece all’imprenditore di usare, ai fini pubblicitari e promozionali, la denominazione di “Agriturismo di qualità riconosciuta dalla Regione siciliana”. Tale assegnazione, ad opera esclusiva del Servizio IV – U.O.B. 19 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, su proposta congiunta dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura e dell’Unità Operativa di assistenza tecnica competenti per territorio, è destinata solamente alle strutture ricettive già in possesso dei requisiti per le 3 spighe che, in aggiunta, riservano la somministrazione dei pasti agli ospiti, o anche ad utenti non ospiti in misura non superiore al 50% dei posti letto autorizzati, prevedendo l’utilizzo di menù stagionali caratterizzati da piatti tipici (almeno due piatti caratteristici della cucina locale, legati alle antiche tradizioni contadine). Inoltre, per tale riconoscimento, è necessario che utilizzino per la ristorazione e/o la degustazione non meno del 50% delle materie prime, in termini di valore, di produzione aziendale, con esclusione delle bevande. Per la restante quota, almeno il 50% deve provenire da produzione acquistata direttamente presso aziende agricole della Regione. La peculiarità di tale norma è che la riclassificazione non avviene automaticamente ma deve essere richiesta dall’operatore agrituristico, mediante apposita domanda 10 all’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura competente, entro 90 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del presente Decreto. Peraltro, il mantenimento dei requisiti previsti per l’attribuzione delle spighe è soggetto a verifica almeno ogni due anni. Inoltre, in mancanza di relativa classificazione “in spighe” le aziende agrituristiche di nuovo avvio non potranno ottenere l’autorizzazione comunale e, per di più, a partire dal 2007, nessuna struttura potrà accedere ai finanziamenti pubblici previsti dalla Regione a sostegno di tale attività. Tali finanziamenti, in precedenza contenuti nella Misura 4.15-A del POR Sicilia 2000-2006, sono attualmente previsti dal PSR 2007-2013 nell’Asse III che individua le misure per la “qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale”. Questi interventi, sotto forma di sostegno alle attività produttive svolte in ambiente rurale per produrre un incremento dei livelli di redditività aziendale, riguardano: l’offerta di servizi o di attività aggiuntive a quella agricola principale (misura 3.1.1); la creazione e/o il consolidamento di microimprese che operano nei comparti extragricoli (misura 3.1.2); il sostegno (misura 3.1.3) a tutte le iniziative volte ad incentivare le attività turistiche in ambiente rurale, da cui possono derivare opportunità di integrazione del reddito vista la presenza di un patrimonio ambientale di pregio. 11 2. L’AGRITURISMO IN ITALIA 2.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA Dall’analisi dei dati inerenti l’offerta agrituristica in Italia è possibile rilevare (Tab. 2.1), tra il 1998-2005, una significativa crescita (+58%) del numero delle strutture ricettive (15.327 unità al 2005). Tale incremento, che interessa tutte le regioni, si mostra più significativo in quelle centro-meridionali, dove si concentrano il 54% degli agriturismi autorizzati in Italia, e in modo particolare riguarda la Campania, il Molise, il Lazio e la Sicilia. Nel Nord Italia sono, rispettivamente, Piemonte e Veneto a mostrare l’incremento strutturale più significativo. Più in dettaglio, tra le regioni, leader per consistenza di aziende agrituristiche si conferma la Toscana (23% del totale), seguita dal Trentino Alto Adige (18,7%), dal Veneto (6,6%), dalla Lombardia e dall’Umbria (5,8%). Nel Mezzogiorno l’attività agrituristica presenta dimensioni significative in Campania, Sardegna ed Abruzzo; appena il 2,2% delle strutture totali risultano ubicate in Sicilia (Tab. 2.1). La dinamica delle aziende agrituristiche per tipologia di autorizzazione mostra (Tab. 2.2 - 2.5), tra il 1998-2005, una crescita significativa soprattutto nelle regioni centro-meridionali, delle autorizzazioni all’alloggio (+57%), alla ristorazione (+52%), alla degustazione (+2,7 volte) e ad “altre attività” (equitazione, escursionismo, mountain-bike, osservazioni naturalistiche, trekking, sport, varie) (+ 2,1 volte). Nel complesso, l’analisi dei dati evidenzia il forte incremento di un settore che pur restando di nicchia nel panorama turistico italiano (Fig. 2.1), cresce molto sia a livello complessivo sia nelle singole tipologie (Tab. 2.1-2.5). L’alloggio e la ristorazione si confermano come le principali attività agrituristiche, spesso arricchite dalla degustazione (16,5% dei casi) e dalle “altre attività” (il 57% del totale aziende contro il 42% del 1998). A tal riguardo, la consistenza nazionale di strutture autorizzate ad “altre attività” è più che raddoppiata, rispetto al 1998, interessando, in modo non uniforme, tutte le regioni italiane e mostrandosi (Tab. 2.5) più marcata in quelle del Nord-est, dove risulta triplicata, e nel Centro dove è raddoppiata. Tra le regioni meridionali spiccano la Campania che, rispetto al 1998, fa registrare un aumento di 12 15 volte degli agriturismi autorizzati ad altre attività, la Sicilia (+4 volte) ed il Lazio (+3 volte). Anche la ricettività del settore è cresciuta in modo significativo, complessivamente al 2005 sono oltre 150 mila i posti letto degli agriturismi autorizzati (+61% rispetto al 1998). La dinamica su base territoriale mostra (Tab. 2.6) un calo nelle regioni del Nord (35% del totale posti disponibili contro il 47% del 1998), a fronte di significativo incremento nelle aree del Centro e del Mezzogiorno dove si concentra, rispettivamente, il 44% ed il 20% dell’offerta ricettiva agrituristica. Tra le regioni meridionali è la Sicilia, con appena il 3,8% del totale posti letto, ad aver avuto, rispetto al 1998, la maggiore crescita (+5,9 volte) di ricettività, seguono la Campania (+5,4 volte), ed il Molise (+4,4 volte). In controtendenza, nello stesso periodo, l’offerta di ospitalità all’aperto (Tab. 2.6), le cui piazzole per agricampeggio, distribuite in 18 delle 20 regioni italiane, si sono ridotte del 55%. Tale contrazione ha interessato tutte aree del Paese, mostrandosi marcata in quelle centro-meridionali con eccezione della Campania, dove, contrariamente, si registra una crescita di piazzole pari a 10 volte quelle esistenti al 1998, della Sicilia (+4,5 volte) e della Sardegna (+2,5 volte). In sintesi, la disamina mette in luce come l’asse dell’ospitalità agrituristica si stia spostando dal Nord-est verso il Centro-sud che, attualmente, detiene ben il 54,4% delle strutture nazionali autorizzate, il 64,5% dei posti letto ed il 59% degli spiazzi attrezzati. Nel complesso, tra il 1998 ed il 2006, i dati sulla ricettività media (Fig. 2.2), nonostante un leggera crescita dei posti letto per azienda (12 letti contro i 10 del 1998), confermano la persistente frammentazione dell’offerta di ospitalità tra una crescente miriade di strutture agrituristiche. 13 Fig. Fig. 2.1 2.1 -–Incidenza Incidenza del del comparto comparto agrituristico agrituristicosul sulsettore settore in Italia (*) turistico inturistico Italia (Trend 1998-2005) (*) 16,0% Strutture agrituristiche/Totale Strutture ricettive 14,0% 12,0% Posti letto agriturismi/Totale posti esercizi ricettivi 14,0% 10,0% 11,5% 11,1% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 3,1% 2,6% 3,6% 0,0% 1998 2003 2005 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 14 Tab. 2.1 – Dinamica delle aziende agrituristiche autorizzate in Italia per regione (*) 1998 REGIONI n. PIEMONTE 2003 % 358 3,7 100 VALLE D'AOSTA 49 710 0,5 2.847 7,3 713 29,3 233 LIGURIA 273 7,3 1.454 440 258 291 134 15,0 313 4,5 21 3,0 132 1,4 302 3,2 238 0,2 113 1,4 146 3,1 377 2,4 9.718 1,2 1.390 1,5 4.367 3,9 2.319 100,0 1.119 14,3 523 270 266 308 543 13.019 1.572 44,9 4.373 5,2 4.377 3,1 1.846 2,6 5,4 851 163 654 4,3 3.527 23,0 890 5,8 526 3,4 423 2,8 316 3,5 459 3,0 147 0,5 78 0,5 371 4,5 710 4,6 538 1,6 207 1,4 69 2,1 249 1,6 105 2,0 313 2,0 277 2,4 342 2,2 234 4,1 611 4,0 162 100,0 15.327 100,0 158 12,1 2.048 13,3 147 33,6 4.944 32,3 113 33,6 5.366 35,0 231 14,2 165 100 2,1 181 189 11,5 2,7 202 100 23,9 6,6 243 113 100 Isole 22,7 134 100 Sud 203 18,7 114 144 100 Centro 4,2 211 100 Nord-est 581 5,8 118 235 100 Nord-ovest 68 0,4 177 113 100 ITALIA 323 67 100 SARDEGNA 458 1.012 2,0 440 100 SICILIA 345 2.865 413 324 100 CALABRIA 407 883 2,7 146 100 BASILICATA 672 56 142 257 100 PUGLIA 6,5 140 100 CAMPANIA 2.953 5,1 101 153 100 MOLISE 20,2 203 100 ABRUZZO 547 786 124 95 100 LAZIO 5,6 95 5,9 % 114 150 100 MARCHE 840 2,8 100 UMBRIA 2.636 350 100 TOSCANA 728 2,4 100 574 0,4 118 100 EMILIA-ROMAGNA 53 n. 220 93 100 FRIULI-VENEZIA GIULIA 4,1 103 100 VENETO 533 108 100 TRENTINO-ALTO ADIGE % 149 100 LOMBARDIA n. 2005 2.016 13,2 180 6,5 953 6,2 182 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 15 Tab. 2.2 - Dinamica delle aziende agrituristiche autorizzate all’alloggio in Italia (*) R E G IO N I P IE M O N T E 1998 n. 2003 % 240 3 ,0 100 V A L L E D 'A O S T A 41 0 ,5 520 6 ,5 2 .5 2 8 3 1 ,5 259 3 ,2 52 0 ,6 232 2 ,9 473 5 ,9 1 .4 4 2 1 7 ,9 440 5 ,5 287 3 ,6 98 1 ,2 271 3 ,4 18 0 ,2 99 1 ,2 289 3 ,6 236 2 ,9 110 1 ,4 69 0 ,9 330 8 .0 3 4 4 ,1 1 0 0 ,0 1 .0 3 3 1 2 ,9 3 .3 1 2 4 1 ,2 2 .2 6 7 2 8 ,2 2 ,5 401 47 499 202 241 227 278 411 1 .0 2 3 399 100 1 0 .7 6 7 998 3 .2 4 8 4 .2 1 5 1 2 ,7 1 .6 1 7 3 ,8 689 173 1 ,5 257 2 ,0 456 3 ,6 3 .5 0 5 2 7 ,8 890 7 ,1 444 3 ,5 316 2 ,5 404 3 ,2 149 0 ,4 54 0 ,4 300 4 ,6 528 4 ,2 533 1 ,9 206 1 ,6 71 2 ,2 222 1 ,8 94 2 ,1 267 2 ,2 243 2 ,6 313 2 ,5 454 3 ,8 461 3 ,7 140 1 0 0 ,0 1 2 .5 9 3 1 0 0 ,0 157 9 ,3 1 .2 9 6 1 0 ,4 125 3 0 ,2 3 .6 8 7 2 9 ,3 111 3 9 ,1 5 .1 5 5 4 0 ,9 227 1 5 ,0 158 5 ,0 186 322 186 100 Is o le 266 4 ,3 155 98 100 S ud 3 ,1 97 100 C e n tro 336 536 202 134 100 N o rd -e s t 6 ,2 125 100 N o rd -o v e s t 672 1 9 ,9 243 403 100 IT A L IA 2 7 ,3 206 100 SARDEGNA 2 .9 4 1 2 .5 0 9 96 102 100 S IC IL IA 3 ,3 70 100 C A L A B R IA 359 3 ,5 111 504 100 B A S IL IC A T A 1 ,9 261 100 P U G L IA 200 447 358 148 100 C A M P A N IA 1 ,3 271 100 M O L IS E 142 0 ,3 207 117 100 ABRUZZO 3 ,8 153 100 L A Z IO 404 44 99 204 100 MARCHE 2 1 ,8 76 100 U M B R IA 2 .3 4 3 4 ,4 86 86 100 TOSCANA 3 ,5 273 100 E M IL IA -R O M A G N A 382 % 107 156 100 L IG U R IA 0 ,4 93 100 F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA 42 n. 548 228 73 100 VENETO 3 ,5 102 100 T R E N T IN O -A L T O A D IG E % 156 100 L O M B A R D IA n. 374 2005 1 .6 8 1 1 3 ,3 164 6 ,4 774 6 ,1 194 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 16 Tab. 2.3 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche autorizzate alla ristorazione (*) R E G IO N I P IE M O N T E 1998 n. 2003 % 308 n. 6 ,5 100 V A L L E D 'A O S T A 21 651 0 ,4 494 1 3 ,8 524 1 0 ,5 1 1 ,1 214 4 ,5 191 505 4 ,0 1 0 ,7 405 8 ,6 87 1 ,8 20 0 ,4 98 2 ,1 183 3 ,9 18 0 ,4 94 2 ,0 268 5 ,7 107 2 ,3 99 2 ,1 77 1 ,6 360 4 .7 2 4 7 ,6 1 .1 7 1 1 0 0 ,0 1 .7 3 7 2 4 ,8 610 3 6 ,8 769 1 2 ,9 3 ,8 287 60 530 125 126 70 260 502 6 .1 9 3 1 .1 9 6 1 .7 6 4 1 .2 7 3 1 6 ,3 437 100 1 .1 9 8 4 ,6 762 174 4 ,5 212 2 ,9 538 7 ,5 761 1 0 ,6 250 3 ,5 287 4 ,0 290 4 ,0 281 3 ,9 154 1 ,0 69 1 ,0 383 8 ,6 531 7 ,3 565 2 ,0 127 1 ,8 47 2 ,0 133 1 ,7 124 1 ,1 261 3 ,6 264 4 ,2 284 3 ,9 369 8 ,1 548 7 ,6 152 1 0 0 ,0 7 .2 0 1 1 0 0 ,0 152 1 9 ,3 1 .4 1 5 1 9 ,7 121 2 8 ,5 1 .9 6 4 2 7 ,2 113 2 0 ,6 1 .5 8 8 2 2 ,1 260 1 9 ,3 156 9 ,2 321 296 209 100 Is o le 235 8 ,5 1 .4 3 5 102 100 S ud 3 ,5 102 100 C e n tro 216 611 287 131 100 N o rd -e s t 3 ,3 139 100 N o rd -o v e s t 203 6 ,9 188 338 100 IT A L IA 1 0 ,0 71 100 SARDEGNA 619 494 107 118 100 S IC IL IA 7 ,3 47 100 C A L A B R IA 453 9 ,7 111 564 100 B A S IL IC A T A 3 ,2 333 100 P U G L IA 196 697 150 157 100 C A M P A N IA 4 ,4 240 100 M O L IS E 272 0 ,4 117 1 .0 8 0 100 ABRUZZO 9 ,4 233 100 L A Z IO 583 26 100 153 100 MARCHE 7 ,4 90 100 U M B R IA 456 6 ,7 107 103 100 TOSCANA 9 ,9 127 100 E M IL IA -R O M A G N A 614 % 124 111 100 L IG U R IA 0 ,4 92 100 F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA 24 n. 480 156 94 100 VENETO 5 ,8 114 100 T R E N T IN O -A L T O A D IG E % 362 118 100 L O M B A R D IA 2005 1 .4 0 2 1 9 ,4 182 1 2 ,3 832 1 1 ,6 190 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 17 Tab. 2.4 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche autorizzate alla degustazione (*) R E G IO N I P IE M O N T E 1998 n. 45 2003 % 4 ,0 100 V A L L E D 'A O S T A 0 ,1 17 VENETO 254 1 ,5 2 2 ,7 E M IL IA -R O M A G N A TOSCANA 3 ,2 301 1 8 ,6 L A Z IO ABRUZZO M O L IS E 2 6 ,9 13 - 1 ,3 2 0 ,2 24 115 2 ,2 1 0 ,3 73 6 ,5 28 IT A L IA 1 .1 1 7 2 ,5 1 0 0 ,0 63 290 5 ,6 509 2 6 ,0 227 4 5 ,6 49 40 2 .4 2 6 270 226 1 .2 7 3 2 0 ,3 28 100 617 8 ,6 40 143 0 ,4 - - - - 1 .1 7 5 4 6 ,2 245 9 ,6 81 - - - - - - - 2 0 ,1 100 0 ,8 19 0 ,7 146 1 8 ,8 251 9 ,9 1 2 .5 5 0 0 ,5 13 0 ,5 54 3 ,3 69 2 ,7 60 2 ,0 43 1 ,8 59 1 ,6 46 1 ,8 164 - - - - 1 0 0 ,0 2 .5 4 2 1 0 0 ,0 228 1 1 ,1 248 9 ,8 394 9 ,4 431 1 7 ,0 149 5 2 ,5 1 .4 2 0 5 5 ,9 279 2 5 ,4 272 2 ,5 9 565 250 100 Is o le 4 3 ,9 78 100 Sud 81 1 5 ,5 - 429 100 C e n tro 11 395 - 217 100 N o rd -e s t 456 1 ,1 - 143 100 N o rd -o v e s t 20 27 - 67 100 SARDEGNA 209 1 ,2 25 70 100 S IC IL IA 0 ,1 46 100 C A L A B R IA 1 .0 6 4 31 156 2 2 .8 0 0 100 B A S IL IC A T A 8 ,1 154 100 P U G L IA 3 1 ,0 100 69 100 C A M P A N IA 1 ,1 512 100 MARCHE 196 26 182 8 100 U M B R IA 1 ,2 77 36 208 27 % 7 ,5 2 .6 0 0 100 100 L IG U R IA 28 n. 191 424 1 ,0 165 100 F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA 24 2 .4 0 0 100 T R E N T IN O -A L T O A D IG E 2005 % 9 ,0 484 1 100 L O M B A R D IA n. 218 397 1 5 ,6 175 1 ,6 46 1 ,7 164 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 18 Tab. 2.5 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche italiane autorizzate ad “altre attività” (*) R E G IO N I P IE M O N T E 1998 n. 118 2003 % 2 ,9 100 V A L L E D 'A O S T A 4 246 0 ,1 50 6 ,0 205 1 ,2 53 5 ,0 110 1 ,3 487 2 ,7 1 .0 0 6 1 1 ,9 440 2 4 ,6 267 1 0 ,8 85 6 ,5 116 2 ,1 23 2 ,8 29 0 ,6 150 0 ,7 178 3 ,7 90 4 ,4 67 2 ,2 364 1 ,6 4 .0 8 8 8 ,9 478 1 0 0 ,0 795 1 1 ,7 1 .7 9 8 1 9 ,4 586 4 4 ,0 431 189 42 422 126 161 115 236 227 7 .4 3 6 891 2 .0 5 3 2 .9 7 4 1 4 ,4 1 .0 5 5 2 ,5 1 0 ,5 463 107 2 ,0 71 0 ,8 519 5 ,9 2 .4 8 8 2 8 ,4 767 8 ,8 213 2 ,4 264 3 ,0 196 2 ,2 169 0 ,6 47 0 ,5 204 5 ,7 453 5 ,2 1 .5 6 2 1 ,7 186 2 ,1 124 2 ,2 157 1 ,8 88 1 ,5 111 1 ,4 123 3 ,2 267 3 ,0 399 3 ,1 224 2 ,6 62 1 0 0 ,0 8 .7 5 5 1 0 0 ,0 214 1 2 ,0 986 1 1 ,3 206 2 7 ,6 2 .3 9 6 2 7 ,4 301 4 0 ,0 3 .7 3 2 4 2 ,6 208 1 4 ,2 180 100 177 311 165 100 Is o le 3 ,1 258 100 S ud 234 3 ,2 80 186 100 C e n tro 1 ,6 182 100 N o rd -e s t 123 283 174 62 100 N o rd -o v e s t 8 ,1 352 100 IT A L IA 602 1 6 ,2 247 128 100 SARDEGNA 2 7 ,1 90 100 S IC IL IA 2 .0 1 5 1 .4 1 7 107 84 100 C A L A B R IA 5 ,7 1 .4 5 5 100 B A S IL IC A T A 427 4 ,4 65 183 100 P U G L IA 0 ,9 163 100 C A M P A N IA 69 382 334 275 100 M O L IS E 1 ,3 46 100 ABRUZZO 96 0 ,0 138 137 100 L A Z IO 3 ,5 200 100 MARCHE 258 2 2 .8 3 4 88 100 U M B R IA 1 7 ,1 63 100 TOSCANA 1 .2 7 2 6 ,1 155 181 100 E M IL IA -R O M A G N A 3 ,9 126 100 L IG U R IA 287 % 531 50 2 .5 4 4 100 F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA 0 ,0 117 100 VENETO 2 n. 450 50 100 T R E N T IN O -A L T O A D IG E 533 2005 % 7 ,2 452 100 L O M B A R D IA n. 1 .1 5 0 1 3 ,1 196 6 ,2 491 5 ,6 114 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 19 Tab. 2.6 – Evoluzione dell’offerta ricettiva degli agriturismi per regione (*) REGIONI Piemonte 1998 n. 2.158 % 2,3 100 Valle d'Aosta 343 193 0,4 100 Lombardia 7.503 23.765 8,0 2.897 25,3 537 3,1 2.188 0,6 4.826 2,3 17.550 5,1 11.735 18,7 3.522 12,5 1.749 3,8 2.387 1,9 141 2,5 879 0,2 3.801 0,9 2.439 4,1 1.411 2,6 975 1,5 3.018 1,0 93.824 3,2 44.217 100,0 12.192 47,0 32.025 13,0 34.556 34,1 15.051 36,9 11.058 16,0 3.993 100 4.879 4.224 3.534 2.666 5.194 3.851 0,4 11.707 33.589 55.635 29.264 11,8 20.219 3,7 9.045 227 1,8 2.952 5.090 42.794 13.747 5.154 5.232 4.310 626 4.808 3,3 4.001 2,0 3.328 3,4 3.071 28,4 5.754 9,1 4.482 3,4 37.765 66.927 0,4 30.380 3,1 20.144 2,7 10.236 256 37 1.895 2,2 6.189 9,2 134 7,6 75 0,3 396 2,7 3,1 2.414 - 975 0,5 1.439 0,2 1.777 14,6 8.787 47,6 8.316 1,0 471 100 1,6 849 7 2 645 98 117 0,6 295 5,6 382 3,6 391 4.540 18,7 231 1.431 0,2 78 800 0,0 216 631 14,2 164 714 2,2 837 2.395 2,6 15 1.718 6,5 398 677 144 6,8 661 11,3 106 1,8 96 1,7 339 5,8 452 8,3 990 17,0 250 100,0 5.826 100,0 45 31,5 1.695 29,0 70 17,6 815 14,0 84 13,8 880 15,0 61 15,7 689 11,8 39 52,7 3.442 59,1 39 37,8 21 3,6 0,3 72 27 64,1 14,4 2 40 67,6 2,8 35 44 13,6 3,7 1.076 82 11,0 1,4 25 59 7,5 4,0 99 35 18,6 6,8 40 96 100,0 6,0 63 393 3,2 1,8 200 87 100 6,9 163 349 2 100 13,4 256 97 23 34 100 20,2 4,9 5 100 44,4 71 6,5 33 11 100 25,0 6,3 100 100 10,5 224 378 55 40 100 35,6 5,7 74 100 12.978 284 0,3 323 182 100 3,0 1,4 23 100 3,8 260 14 190 24 100 2,0 6,3 41 100 182 6,9 4,9 100 202 15,5 61 63 150 2,6 64 210 100 194 22,5 0,2 - 118 42,7 345 2,9 129 25,8 39 100 - 121 15.784 988 405 161 9,0 1.188 3,5 150.856 100,0 53.549 635 284 127 - 143 100 149 34,7 1,5 100 590 3,0 30 - 2005 n. % 316 5,4 142 5,6 - 100 218 4,0 0,2 100 136 2,0 199 252 214 100 105 2,7 0,9 100 547 183 4,2 2.697 118 100 444 130.195 100,0 45.296 4,4 181 194 100 Isole 3,4 161 100 Sud 554 6.675 - 22 Piazzole 2003 n. % 288 6,3 130 - 100 299 105 100 Mezzogiorno 3,5 96 100 Centro 4.362 15,4 146 102 100 Nord-est 2,8 139 100 Nord-ovest 4.536 23.303 % 1,7 100 117 128 100 Nord 8,7 533 100 ITALIA 3.570 3,4 244 189 100 Sardegna 27,8 145 100 Sicilia 11.333 5.164 105 111 100 Calabria 3,5 555 100 Basilicata 36.196 100 - 135 393 100 Puglia 1,7 183 100 Campania 4.515 0,3 502 259 100 Molise 1,5 101 100 Abruzzo 2.268 460 230 97 100 Lazio 4,0 206 100 Marche 2.018 n. 222 98 94 100 Umbria 16,8 104 100 Toscana 5.158 % 4,8 69 376 100 Emilia-Romagna 3,7 178 100 Liguria 21.898 n. 7.208 1998 134 92 100 Friuli-Venezia Giulia 4.842 2005 334 0,3 65 100 Veneto 427 124 100 Trentino-Alto Adige Posti letto 2003 n. % 4.170 3,2 2.113 36,3 25 14,9 1.329 282 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 20 22,8 Numero posti letto*azienda Numero medio posti letto per azienda Fig. 2.2 - Evoluzione della ricettività media negli agriturismi italiani (*) 12 10 8 12 10 10 10 1998 2003 2005 6 4 2 0 2006 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT (varie annate) ed Agriturist (2006). 21 2.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA L’analisi dei dati relativi ai flussi agrituristici in Italia mostra (Tab. 2.7, 2.8) che, nonostante la significativa crescita della domanda (+64% di arrivi, +41% di presenze), avutasi nell’ultimo biennio rispetto al 2000-2001, il peso del comparto sul settore turistico italiano continua a restare marginale, sia in termini di arrivi (2,2% del totale nazionale) che di presenze2 (1,8%). Peraltro, anche i dati di permanenza media3 degli agrituristi, dai quali si evince (Tab. 2.9) una generale contrazione dei periodi di soggiorno, confermano anche per questo segmento di mercato la tendenza ad un turismo sempre più “mordi e fuggi”. Tab. 2.7 - Dinamica degli arrivi complessivi e verso gli agriturismi in Italia (*) Flussi turistici Complessivi 2000 - 2001 n. % 80.903 100,0 100 Agriturismi 1.148 Arrivi (migliaia) 2002 - 2003 n. % 82.378 100,0 2004 - 2005 n. % 87.113 100,0 102 1,4 100 1.564 108 1,9 1.889 136 2,2 164 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. Tab. 2.8 - Dinamica delle presenze turistiche complessive e negli agriturismi in Italia (*) Presenze (migliaia) Flussi turistici Complessivi 2000 - 2001 n. % 344.604 100,0 100 Agriturismi 4.422 2002 - 2003 n. % 344.830 100,0 2004 - 2005 n. % 350.317 100,0 100 1,3 100 5.534 102 1,6 6.218 125 1,8 141 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. 2 Le presenze sono date dal numero di notti di pernottamento nelle strutture ricettive. 3 La permanenza media è data dal rapporto tra le presenze e gli arrivi. 22 Tab. 2.9 - Evoluzione della permanenza media nelle strutture ricettive e negli agriturismi in Italia (*) F lu s s i tu ris tic i P e rm a n e n z a m e d ia (g io rn i) 2 0 0 0 -2 0 0 1 2 0 0 2 -2 0 0 3 2 0 0 4 -2 0 0 5 C o m p le s s iv i 4 ,3 4 ,2 4 ,0 A g ritu ris m i 3 ,9 3 ,5 3 ,3 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT. Più in dettaglio, i dati di flusso regionali (Tab. 2.10) mettono in luce che, anche nell’ultimo biennio, quasi metà degli agrituristi continuano a preferire le classiche mete italiane, concentrandosi in strutture del centro Italia, principalmente toscane e umbre. Poco più di un terzo quelli arrivati negli agriturismi del nord Italia, soprattutto in Trentino Alto Adige e in Veneto, mentre solo il 17% dei turisti ha scelto il meridione e, in particolar modo, la Sicilia (6,6% del totale) e la Campania (5,6%). Purtuttavia, nel complesso sono proprio le regioni del Mezzogiorno a mostrare, rispetto al biennio 2000-2001, la maggiore crescita di domanda (+2,4 volte). Al 2005, in Italia la domanda agrituristica incide per appena l’8,4% sul settore extralberghiero nazionale (Fig. 2.3), mentre a livello regionale, il suo peso risulta maggiore per le aree centro-meridionali, in particolare, Umbria (28%), Molise (18%), Sicilia (17%), Trentino (16%) e Toscana (15%). Anche per quanto concerne le presenze, ossia il numero di giornate di soggiorno, si rileva (Tab. 2.11) una situazione evolutiva analoga a quanto detto innanzi per gli arrivi, con trend maggiormente crescente al meridione. Ciononostante, nel Mezzogiorno si concentrano appena il 13% delle presenze complessivamente registrate negli agriturismi italiani, mentre la maggior quota interessa le regioni del Centro e del Nord. La permanenza media (Tab. 2.12) in calo in tutte le regioni mostra, rispetto al 1998, riduzioni maggiori nel Mezzogiorno, e in particolar modo in Sicilia (appena 1,9 giorni contro una media nazionale di 3,3). 23 Un importante indicatore dell’evoluzione del settore è sicuramente il fatturato complessivo (Tab. 2.13) che, al 2005, si osserva in significativa crescita (+29%) rispetto al 2001. L’ulteriore aumento (+9,5%) avutosi nel 2006, secondo dati Agriturist, ha portato a 964 milioni di Euro il volume d’affari complessivo del settore agrituristico (+41% rispetto al 2001) ed il trend è stimato crescente anche per il 2007. Per contro, nell’ultimo sessennio, il fatturato medio di tali aziende si è ridotto del 10%, attestandosi sui 57,5 mila Euro contro gli oltre 63 mila Euro del 2001, ed in ulteriore decremento (-2%) si stima per il 2007 (56,3 mila Euro). Ciò, è sicuramente dovuto alla crescita nella consistenza delle strutture agrituristiche che, indubbiamente, ha prodotto una maggiore frammentazione della domanda creando, al contempo, maggiore competitività sul mercato e, in molti casi, una contrazione delle tariffe praticate alla clientela, vista anche la congiuntura economica poco favorevole. Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a fermare la tendenza degli ospiti a fare vacanze sempre più brevi. Per contro, i costi di gestione delle imprese sono cresciuti (circa 5% all’anno), soprattutto per la necessità di diversificare i servizi di accoglienza e di aumentare gli investimenti in pubblicità, concorrendo ad assottigliare il fatturato medio aziendale. 24 Tab. 2.10 – Dinamica degli arrivi nelle aziende agrituristiche italiane per regione (*) REGIONI Piemonte 2000-2001 % n. 2,2 24.696 100 Valle d'Aosta 7.750 180 0,7 100 Lombardia 25.630 259.449 2,2 26.420 22,6 9.514 2,3 14.753 0,8 30.664 1,3 416.594 2,7 156.283 36,3 38.214 13,6 5.514 9.160 3.338 56.408 20.017 28.697 0,8 11.781 1,8 6.285 3,4 83.838 34,4 42.853 12,1 - 4.046 2.883 0,3 100 Sicilia 32.509 2,7 ITALIA 1.148.473 100,0 398.876 34,7 616.604 53,7 132.994 801.460 11,6 223.536 168 1,7 3,4 31,4 11,8 4,2 1,5 515 0,8 15.566 0,8 170 0,4 6.063 0,3 182 5,3 98.959 5,3 175 2,6 53.008 2,8 185 0,3 11.117 0,6 275 0,4 14.113 0,7 490 4,2 124.070 6,6 382 - 271 0,0 100 100,0 1.889.095 100,0 164 34,5 643.753 34,1 161 51,2 130 100 1,5 202 135 100 Mezzogiorno 539.314 222.419 28.397 136 100 Centro 1.564.310 594.029 1,4 209 100 Nord 67.809 64.666 77.332 240 100 Sardegna 6.926 31.578 3,6 100 Calabria 28.125 142 149 - 4,4 143 149 2,5 83.327 211 188 4,9 17,1 214 129 0,3 323.393 296 363 100 Basilicata 1,3 149 100 Puglia 188.539 0,5 100 Campania 535.994 56.910 100 Molise 52.861 3,3 100 Abruzzo 27.744 2,1 315 121 100 Lazio 3,2 129 100 Marche 20.397 39.682 125 172 100 Umbria 19,2 188 100 Toscana 49.780 0,5 155 214 100 Emilia-Romagna 2,2 188 100 Liguria 300.638 9.898 128 116 100 Friuli-Venezia Giulia 33.804 2004-2005 n. % 3,3 63.086 255 0,6 132 100 Veneto 9.605 124 100 Trentino-Alto Adige 2002-2003 n. % 2,8 44.487 922.176 48,8 150 14,3 323.166 17,1 243 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT. 25 Fig. 2.3 – Incidenza della domanda agrituristica sul settore Fig. 2.2 - Incidenza della domanda agrituristica sul extralberghiero settore nelle regioni italianeitaliane (2005) (*) extralberghiero nelle regioni (2005) (*) IT A LIA 8,4 0,0 S a rde gna V e ne t o 1,7 2,0 La zio V a lle d' A o s t a 2,9 F riuli- V e ne zia G iulia 3,6 Lo m ba rdia 3,7 Liguria 3,9 5,2 E m ilia - R o ma gna 6,3 C ala bria A bruzzo 6,6 7,2 P uglia P ie m o nt e 7,9 9,6 M a rc he 10,8 B a s ilic a t a C a m pa nia 11,6 15,4 T o sc a na 16,3 T re nt ino - A lt o A dige 17,1 Sic ilia 18,2 M o lis e Um bria 28,9 0 5 10 15 20 25 30 35 % arrivi negli agriturismi sul totale extralberghieri (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT. 26 Tab. 2.11 - Dinamica delle presenze nelle aziende agrituristiche italiane per regione (*) Piemonte 2000-2001 n. % 49.664 1,1 Valle d'Aosta 23.952 REGIONI 100 169 0,5 100 Lombardia 81.974 1.257.539 1,9 28,4 84.406 1,9 23.340 0,5 37.596 0,9 71.068 1.637.187 1,6 476.373 37,0 10,8 162.865 3,7 22.148 0,5 34.150 0,8 11.511 0,3 254.860 5,8 Calabria 107.777 ITALIA 2.298.572 0,2 494.117 269.473 18.376 1,8 141.299 10,2 100,0 5.534.319 4,1 2.018.077 1,2 2.861.698 0,8 11,2 654.545 132 1,5 135.818 2,2 2.111.992 34,0 631.114 10,1 258.910 4,2 101.723 1,6 60.766 1,0 178 0,3 12.654 0,3 110 4,8 279.608 4,5 110 2,7 181.150 0,3 27.255 2,9 168 0,4 211 0,3 31.790 0,5 473 2,6 233.519 3,8 295 - 769 0,0 100 100,0 6.218.388 100,0 141 36,5 2.287.140 36,8 140 51,7 124 100 91.188 459 124 52,0 1,1 159 125 36,8 67.786 132 179 - 3,7 129 273 100 Mezzogiorno 16.240 12.901 100 Centro 36,2 100 79.096 1.629.538 44.380 - 100 Nord 65.860 232.282 191 141 6.724 4.422.227 226.309 151.879 100 Sardegna 566.184 2,3 100 Sicilia 2,1 106 100 Basilicata 2.003.346 24,0 243 141 100 Puglia 1,3 130 100 Campania 114.351 1.495.410 290 297 100 Molise 0,9 139 100 Abruzzo 70.763 1,8 275 119 100 Lazio 2,8 122 100 Marche 50.960 112.358 119 161 100 Umbria 25,5 188 100 Toscana 155.229 0,4 137 218 100 Emilia-Romagna 1,9 184 100 Liguria 1.411.526 27.331 114 112 100 Friuli-Venezia Giulia 104.954 2004-2005 n. % 124.970 2,0 252 0,5 128 100 Veneto 26.526 111 100 Trentino-Alto Adige 2002-2003 n. % 83.769 1,5 3.103.739 49,9 135 11,8 827.509 13,3 167 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT. 27 Tab. 2.12 – Permanenza media negli agriturismi italiani per regione (*) REGIONI Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Nord Centro Mezzogiorno 2000-2001 giorni 2,0 3,1 3,2 4,8 3,2 2,5 2,5 2,3 3,9 3,0 4,3 4,0 3,7 3,4 4,5 3,8 2,3 2,4 3,9 4,1 3,7 3,7 2002-2003 giorni 1,9 2,8 3,1 4,7 3,1 2,5 2,6 2,2 3,7 3,0 4,0 3,3 3,8 2,6 3,2 3,5 3,2 2,7 2,1 3,5 3,7 3,6 2,9 2004-2005 giorni 2,0 2,8 2,8 4,6 2,8 2,4 2,9 2,1 3,6 2,8 3,3 3,6 3,9 2,1 2,8 3,4 2,5 2,3 1,9 2,8 3,3 3,6 3,4 2,6 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT. Tab. 2.13 – Evoluzione del fatturato annuo del settore agrituristico in Italia (*) Indicazioni Fatturato annuo settore (Milioni di Euro) Fatturato medio per azienda (Euro) 2001 2003 2005 2006 2007 682 750 880 964 1.008 100 110 129 141 148 63.712 57.608 57.415 57.500 56.350 100 90 90 90 88 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Agriturist, varie annate. In un mercato sempre più concorrenziale il successo dell’impresa agrituristica è, indubbiamente, legato anche alla capacità dell’imprenditore di adeguare l’offerta alle tendenze della domanda, investendo sulla qualità. Per soddisfare e conquistare il 28 cliente puntare su una migliore qualità dei servizi significa: preferire l’uso di prodotti certificati, menù che ripropongono le tradizioni culinarie locali, attenzione e cura nell’offrire agli ospiti la possibilità di “vivere” l’azienda ed il territorio, organizzazione di corsi di degustazione e non che, oltre a costituire una ulteriore occasione di intrattenimento per gli ospiti, aiuta le aziende a formare consumatori più consapevoli. L’analisi delle tendenze della domanda, secondo un’indagine condotta da Turismo Verde, l’associazione della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), ha evidenziato che l’agriturista italiano ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni, si sposta sempre con la famiglia (composta da tre-quattro persone), ha un reddito medio-alto ed un livello culturale medio, ama la natura ed i piatti tipici, soprattutto quelli biologici. La scelta della vacanza in un’azienda agrituristica, secondo l’indagine, é dettata principalmente dal desiderio di tranquillità, di contatto con l’ambiente rurale e con il paesaggio, dalla ricerca di prodotti genuini legati alla tradizione italiana e, non ultimo, dall’accoglienza familiare dell’azienda preferita al rapporto impersonale degli alberghi. Negli ultimi anni, anche la domanda degli ospiti stranieri è cambiata. Difatti, secondo l’indagine di Turismo Verde, anch’essi preferiscono la vacanza breve, in genere il week-end lungo, che scelgono consultando, nel 60% dei casi, le guide on-line. Pur tuttavia, ancora forte è il ruolo promozionale del “passaparola”, che significa premiare quelle aziende che hanno fatto dell’ospitalità una forma di accoglienza attenta, curata e professionale. Peraltro, l’agriturista straniero, anch’esso amante della tranquillità rurale e dei buoni cibi genuini, sempre secondo l'indagine, predilige le aziende dell’Italia centrale (inglesi e tedeschi, in particolare) e, specialmente, quelle vicine alle città d’arte e ai luoghi che hanno attrattive culturali (musei, mostre) e religiose (conventi, abbazie), ma anche in zone dove ci sono terme. Quindi, non solo buona tavola e tranquillità ma anche cultura e aspetti salutistici sono sempre più richiesti, specie in questi ultimi anni, anche dagli agrituristi italiani. Inoltre, il turista straniero ama molto fare passeggiate a cavallo e il relax in piscina, che risulta uno dei servizi più richiesti. 29 La buona cucina della tradizione italiana, fatta di cibi tipici e genuini che non si trovano nei normali circuiti commerciali, e la tranquillità dell’azienda, dove si ha un clima familiare, restano i motivi principali della scelta agrituristica degli stranieri che, per di più, sono molto abitudinari e scelgono di trascorrere la vacanza sempre nella stessa azienda. . 30 3. L’AGRITURISMO IN SICILIA 3.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA Il comparto agrituristico in Sicilia, pur mantenendo un ruolo di nicchia nel panorama dell’offerta turistica siciliana (Fig. 3.1, 3.2), denota un’evoluzione positiva con significativi incrementi di consistenza dell’offerta, più che raddoppiata tra il 2001 ed il 2006 (Tab. 3.1). Nell’ultimo sessennio, la crescita su base territoriale ha interessato tutte le province siciliane, mostrandosi più marcata in quelle di Palermo (+3,8 volte), Siracusa e Catania (+2,6 volte). Nel complesso, al 2006, il 69% delle strutture autorizzate in Sicilia insistono sui territori delle province di Messina, Siracusa, Palermo e Catania. In termini di offerta di ospitalità (Tab. 3.2), l’incremento delle aziende ha avuto positive ripercussioni anche sui posti letto disponibili aumentati, percentualmente, più della media nazionale (+2,8 volte, a fronte di +1,8 volte di quelli italiani). Pur tuttavia, il peso dell’offerta ricettiva siciliana sul settore agrituristico italiano continua a rimanere marginale (appena il 3,2% del totale posti letto si trovano in Sicilia). L’analisi evolutiva, su base provinciale, evidenzia (Tab. 3.2) come, tra il 2001 ed il 2006, la crescita di posti letto abbia interessato in modo non uniforme tutte le province mostrandosi maggiore per quelle di Caltanissetta (+ 4,2 volte), Catania e Trapani, entrambe quest’ultime con un’offerta quasi quadruplicata rispetto al 2001. Significativo anche l’incremento di posti negli agriturismi del Capoluogo di regione (+ 3,6 volte) e nel territorio ragusano (+3,2 volte). Purtuttavia, al 2006, il 70% dell’offerta ricettiva agrituristica continua ad essere concentrata in 4 delle 9 province (Palermo, Messina, Siracusa e Catania). Conseguentemente, anche la ricettività media regionale (Fig. 3.3) risulta in aumento, con un numero di posti letto per azienda passati dagli 11 del 2001 ai 13 del 2006. Su base territoriale, le strutture ricadenti nelle province di Palermo e Siracusa, nonostante il calo della ricettività media rispetto al 2001, mostrano, cosi come quelle dell’area di Siracusa e Trapani, valori medi di ricettività superiori a quelli regionali. 31 Anche i posti per agricampeggio, presenti in tutte le province siciliane eccetto quella di Caltanissetta, risultano triplicati nel periodo in esame (pari a 1.450, il 22% della ricettività complessiva del settore) (Tab. 3.3) ed insistono, principalmente, nella provincia di Ragusa (24% dei posti totali); seguono, in ordine di peso percentuale, quelle di Catania, Trapani, Messina ed Enna. L’evoluzione del settore ha interessato in modo significativo anche l’offerta ristorativa degli agriturismi siciliani (Tab. 3.4) con un accrescimento di quasi 3 volte, rispetto al 2001, dei posti complessivamente autorizzati per la ristorazione, per lo più concentrati nelle aziende delle province di Palermo, Messina, Ragusa e Siracusa. Per quanto concerne l’autorizzazione all’esercizio di “altre attività”, la carenza di informazioni a riguardo desumibili dai dati dell’Assessorato Regionale Agricoltura (voce non contemplata nel Mod. E trasmesso alla Regione Siciliana dagli Ispettorati Provinciali Agrari) ha reso necessario il ricorso a dati ISTAT. La loro analisi conferma (Fig. 3.4) la tendenza delle strutture agrituristiche siciliane, in linea con il trend nazionale, ad offrire pacchetti sempre più completi di proposte, arricchendo l’offerta di alloggio con altre attività (equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, sport, corsi, ecc.), diretti a meglio qualificare e differenziare l’attività agrituristica, legandola al territorio in cui è ubicata l’azienda. Ciò al fine di fidelizzare i clienti e d’incrementare il numero degli ospiti. L’analisi dei principali indirizzi colturali presenti negli agriturismi siciliani evidenzia (Fig. 3.5) una preponderante presenza di aziende (51% del totale) con superfici investite a seminativi, seguono quelle con colture olivicole, agrumicole e viticole. Più in dettaglio (Fig. 3.6), il 70% di quelle con seminativi risultano ubicate nelle province di Siracusa, Palermo, Ragusa e Messina; quelle con produzioni olivicole si concentrano nei territori del messinese, del trapanese e del siracusano, mentre quelle agrumicole insistono, per lo più, nelle imprese delle province di Messina, Catania e Siracusa. I sistemi di produzione biologica (Fig. 3.7), praticati da appena il 17% delle imprese agrituristiche regionali, sono in prevalenza (53% del totale) diffusi nelle strutture della provincia di Messina, seguono quelle della provincia di Catania, di Enna e di Ragusa. Del tutto assenti aziende agrituristiche biologiche nelle altre province siciliane. 32 Fig. Incidenza % del settore Fig. 3.1 3.1 – - Incidenza del settoreagrituristico agrituristicosu suquello quello extralberghiero e turistico in Sicilia (*) extralberghiero e turistico in Sicilia (Periodo 2000-2006) (*) 33,4 35 % strutture agrituristiche/Totale strutture extralberghiere 27,7 30 25 % 20 % strutture agrituristiche/Totale strutture ricettive 11,5 11,0 15 10 5 0 2000 2006 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19 (Agriturismo); Osservatorio Turistico – Regione Siciliana, 2007. Fig. dell'offertaricettiva ricettivaagrituristica agrituristicasul sulsettore settore Fig.3.2 3.2- –Incidenza Incidenza%dell’offerta extralberghiero in Sicilia2000-2006) (*) extralberghiero e turistico einturistico Sicilia (Periodo (*) 17,3 18 % Posti letto agriturismi/Totale posti strutture extralberghiere 16 14 12 % 8,9 10 8 6 3,2 1,8 % Posti letto agriturismi/posti totale strutture ricettive 4 2 0 2000 2006 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19 (Agriturismo); Osservatorio Turistico – Regione Siciliana, 2007. 33 Tab. 3.1 - Evoluzione delle aziende agrituristiche autorizzate in Sicilia per provincia (*) Province Agrigento 2001 n. 8 2002 % 4,7 100 Caltanissetta 5 19 10 11,2 54 5,9 16 31,8 21 9,4 25 12 14,7 170 100 5,0 33 26 30 7,1 13 25,9 15,0 14,0 69 41 26 5,2 37 26,0 19 15,5 156 15 71 50 32 12,9 42 5,1 25 24,1 295 174 44 17 78 16,9 58 38 12,9 54 5,0 27 22,8 342 201 2,9 50 13,1 18 4,7 86 22,5 159 17,0 62 16,2 388 11,1 41 10,7 195 15,8 66 17,3 264 7,8 225 100,0 11 180 216 8,5 % 4,7 263 181 14,2 18 220 363 10,8 n. 225 3,2 144 208 100,0 11 170 168 7,2 % 4,4 232 152 14,0 15 220 313 9,8 158 265 38 n. 2006 188 3,4 131 148 5,9 10 150 124 13,6 % 4,1 200 256 11,8 220 100,0 129 14 12 200 128 108 100,0 37 n. 2005 150 3,8 140 120 100 SICILIA 57 10 195 124 100 Trapani 13,3 206 12,4 100 Siracusa 11 % 4,5 200 106 100 Ragusa 29 n. 12 2004 150 4,5 110 100 Palermo 10 153 100 Messina % 5,0 200 100 Enna 11 138 2,8 100 Catania n. 2003 30 7,9 250 100,0 382 100,0 225 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n.19 (Agriturismo). 34 Tab. 3.2 – Evoluzione dell’offerta ricettiva nelle aziende agrituristiche in Sicilia per provincia (*) Posti letto Province 2001 n. Agrigento 87 2002 % 4,8 n. 147 1,9 131 100 Caltanissetta 34 160 8,9 108 6,0 480 307 26,7 134 17,1 385 7,4 104 21,4 ITALIA % Sicilia/Italia 1.799 20,0 198 457 5,8 125 25,3 2.612 131 4,0 122 376 163 685 784 7,6 212 11,5 510 5,0 208 3.271 10,8 20,8 719 4,6 977 18,7 302 25,3 609 7,9 318 15,8 3.842 146 521 185 850 1.091 412 739 8,3 328 4.526 2,8 429 11,5 636 12,4 398 4,1 193 3,8 179 18,8 993 19,3 207 24,1 1.106 21,5 360 9,2 440 8,6 328 16,3 907 17,6 236 7,2 414 315 100,0 % 5,9 351 192 306 100,0 3,2 307 158 6,4 146 355 225 15,6 305 177 318 6,5 5,6 171 150 24,0 254 n. 326 162 200 100,0 175 2006 % 429 259 132 4,8 414 n. 292 3,2 359 158 17,5 2005 % 5,4 237 255 120 100,0 206 143 119 100 SICILIA 661 6,2 151 148 100 Trapani 4,4 215 100 Siracusa 522 202 n. 235 109 100 Ragusa 9,8 107 100 Palerm o 116 2004 % 385 159 100 Messina 255 n. 232 5,0 385 100 Enna % 5,6 169 100 Catania 2003 8,1 398 100,0 5.140 100 145 182 214 252 286 88.993 102.981 111.066 123.392 152.700 160.000 100 116 125 139 172 180 2,0 2,5 2,9 3,1 3,0 3,2 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – (Agriturismo); ISTAT, Annuario Statistico Italiano, varie annate. 100,0 U.O.B. n.19 35 Fig. 3.3 Fig. – Evoluzione della ricettività media negli agriturismi in Siciliain e per provincia (*) 3.1 - Evoluzione della ricettività media negli agriturismi Sicilia. Trend 2001-2006 (*) Posti letto x azienda 25 20 15 10 5 0 Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani SICILIA 2001 11 7 8 11 9 19 6 15 9 11 2002 13 13 9 11 9 20 8 15 10 12 2003 17 13 10 12 10 19 8 14 11 12 2004 17 12 11 12 10 20 9 15 13 13 2005 17 13 12 11 11 19 11 14 12 13 2006 17 13 13 11 12 18 11 14 14 13 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n.19 (Agriturismo). 36 Tab. 3.3 – Dinamica dell’ospitalità all’aperto (posti per agricampeggio) negli agriturismi siciliani per provincia (*) Province Agrigento 2001 n. 16 2002 % 3,4 100 Caltanissetta Catania 0 40 92 8,5 30 19,6 0 76 6,4 30 28,9 20 12,5 120 25,5 100 Siracusa 92 4,9 80 3,2 17,0 Totale posti letto in agriturism i (n.) (b) Totale ( c)= (a)+(b) % (a)/( c) 470 80 610 30 80 19,7 60 15,1 112 12,9 80 4,0 746 96 138 10,7 140 17,5 300 15,0 112 7,9 11,4 11,5 1.214 15,6 138 140 24,7 352 9,2 112 11,9 10,2 10,4 1.350 0,0 14,6 160 11,0 198 13,7 140 9,7 700 26,1 352 8,3 112 24,3 293 7,7 122 11,9 200 100,0 0 212 660 122 160 % 5,2 174 293 11,5 76 530 700 175 100,0 160 n. 475 0,0 460 122 140 0 212 174 250 10,8 76 2006 % 5,6 530 700 8,0 n. 475 0,0 460 100 100,0 0 212 104 122 13,1 76 2005 % 6,3 530 50 100 100,0 28,4 400 100 100 SICILIA (a) 92 96 n. 475 0,0 100 100 19,6 100 Trapani 120 0 212 104 100 Ragusa 76 2004 % 10,2 530 100 0,0 n. 475 0,0 83 100 Palerm o 0 176 440 100 M essina 16 2003 % 2,6 100 0,0 100 Enna n. 200 13,8 250 100,0 1.450 100 130 159 258 287 309 1.799 2.612 3.271 3.842 4.526 5.140 100 145 182 214 252 286 2.269 3.222 4.017 5.056 5.876 6.590 100 142 177 223 259 290 20,7 18,9 18,6 24,0 23,0 22,0 100,0 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19 (Agriturismo). 37 Tab. 3.4 - Dinamica dell’offerta ristorativa nelle aziende agrituristiche siciliane per provincia (*) 2001 n. % 118 2,2 Province Agrigento 100 Caltanissetta 30 158 0,6 100 Catania 403 389 7,4 733 7,2 1.399 13,5 1.213 25,8 770 22,4 361 14,2 5.416 100 823 2.819 1.420 853 6,7 511 10,2 8.040 148 390 868 638 1.136 35,1 3.602 3,8 1.579 8,4 1.066 6,2 736 11,1 10.278 190 2,7 948 688 1.295 35,0 4.626 8,0 1.745 5,8 1.146 10,9 864 38,9 11.882 219 3,0 415 773 1.543 5.232 14,7 2.055 7,9 1.242 1.540 5,5 823 924 11,1 1.835 13.955 11,7 250 37,5 5.434 34,6 388 14,7 2.290 14,6 189 11,0 2.014 12,8 262 6,6 1.204 256 100,0 5,3 212 200 7,3 7,9 308 169 9,6 2,6 1.383 374 239 100,0 1.103 2,8 372 211 149 7,2 415 % 439 199 144 10,3 2,7 274 331 15,4 370 n. 1.383 177 204 100,0 315 2006 % 314 177 138 6,3 2,1 235 130 10,6 255 n. 1.050 257 17,7 2005 % 216 155 142 100,0 2,6 164 111 100 SICILIA 5,0 117 100 Trapani 403 263 n. 215 202 100 Siracusa 7,9 112 100 Ragusa 634 2004 % 1.300 104 100 Palermo 4,9 157 100 Messina 390 2003 n. 223 1.300 100 Enna 2002 n. % 187 2,3 7,7 334 100,0 15.696 258 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – 100,0 290 U.O.B. n. 19 (Agriturismo). 38 Fig. 3.4 – Dinamica delle aziende autorizzate ad Fig. 3.3 - Dinamica delleagrituristiche aziende agrituristiche “altre attività” in Sicilia e in Italia (*) autorizzate ad "altre attività" in Sicilia ed in Italia (*) % agriturismi autorizzati ad altre attività/Totale 80 57,1 70 60 78,1 76,6 90 57,1 Sicilia 45,9 Italia 42,1 50 40 30 20 10 0 1998 2003 2005 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT. Fig. agrituristiche Fig.3.4 3.5 -–Indirizzi Indirizzi colturali produttividelle delleaziende aziende agrituristiche siciliane (*) siciliane Florovivaismo 1,9 Indirizzi colturali Indirizzi produttivi Cappereto 0,5 Piante officinali 1,4 Seminativo 51,8 6,8 Forestale e/o frassinicolo 14,6 Frutta secca Frutticolo compreso uva da tavola 10,8 Olivicolo 33,3 Viticolo 17,6 Agrumicolo 29,8 0 10 20 30 40 50 60 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre 2006. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente più indirizzi produttivi. 39 Fig. 3.6 – Principali indirizzi produttivi presenti nelle aziende agrituristiche siciliane per Fig. 3.5 - Aziende agrituristiche per principali indirizzi colturali e per provincia (*) provincia (2005) (*) 70 60 % aziende 50 40 30 20 10 0 Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Agrumicolo 4,5 0 26,4 0,9 28,2 5,5 4,5 21,8 Trapani 8,2 Viticolo 9,2 3,1 10,8 0 13,8 16,9 9,3 4,6 32,3 Olivicolo 8,1 3,3 8,1 7,2 23,6 10,6 8,1 12,3 18,7 Frutticolo compreso uva da tavola 7,5 2,5 42,5 7,5 0 7,5 5 2,5 25 Frutta secca 3,7 0,0 18,5 3,7 38,8 1,9 14,6 14,6 3,6 4 4 12 4 64 0 4 0 8 Seminativo 6,3 4,2 6,2 4,7 10,5 18,8 18,4 22,5 8,4 Piante officinali 20 0 0 0 60 0 20 0 0 Cappereto 0 0 0 0 0 0 50 0 50 Florovivaismo 0 0 14,3 0 0 14,3 42,8 0 28,6 Forestale e/o frassinicolo (*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre 2006. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente più indirizzi produttivi. 40 - Quota didel aziende agrituristiche con sistema di Fig.Fig. 3.7 –3.6Incidenza “biologico” nelle aziende agrituristiche siciliane per provincia (*) produzione biologico per provincia (*) 60 53,1 % aziende biologiche 50 40 28,1 30 20 14,1 10 4,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Tr ap an i Si ra cu sa a R ag us Pa le rm o M es si na En na a C at an i Ag ri g en to C al ta ni ss et ta 0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre 2006. 3.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA In Sicilia, la domanda agrituristica (Tab. 3.5), nonostante mostri nell’ultimo biennio, livelli di crescita (+3,9 volte), rispetto al 2000-2001, superiori sia a quelli del comparto extralberghiero sia a quelli turistici complessivi, rappresenta appena il 2,1% degli arrivi totali nell’Isola. Tale incremento che interessa in misura diversa tutte le province, risulta percentualmente maggiore per quelle di Caltanissetta, Agrigento e Trapani dove, in toto, si concentrano soltanto il 22% degli arrivi regionali dell’ultimo biennio. In termini di flussi, provincia capofila risulta il Capoluogo di regione, con il 19,8% del totale arrivi, seguono Catania, Messina e Siracusa che, nel complesso, assorbono quasi metà della domanda complessiva. 41 L’analisi degli arrivi per aree di provenienza degli agro-turisti mostra (Tab. 3.6), rispetto al 2000-2001, come nonostante la domanda straniera sia cresciuta (+5 volte) più di quella italiana (+3,6 volte), quest’ultima continua a rappresentare la maggior quota degli arrivi sia nelle aziende agrituristiche che nel mercato turistico siciliano (Tabb. 3.6, 3.7). Più in dettaglio, nell’ultimo biennio, gli arrivi si concentrano, in ordine decrescente di peso, negli agriturismi delle province di Palermo, Catania, Messina, Trapani e Siracusa che, in toto, assorbono l’82% degli afflussi complessivi di italiani ed il 79% di quelli stranieri. Al contempo, le presenze, ossia i pernottamenti nelle strutture agrituristiche siciliane, grazie soprattutto ai turisti stranieri, risultano più che triplicate rispetto al 2000-2001 (Tab. 3.8, 3.9). Tale evoluzione coinvolge tutte le province mostrandosi maggiore per quelle di Caltanissetta (+52 volte), Agrigento (+35 volte), Trapani (+6 volte) e Palermo (+4,5 volte) (Tab. 3.9, 3.10). Pur tuttavia, i dati di permanenza media mostrano (Tab. 3.11) una generale tendenza alla contrazione dei tempi di soggiorno, sia nell’intero settore turistico siciliano e sia nel comparto agrituristico, per il quale si rilevano pernottamenti medi (2,8 giorni nell’ultimo biennio) al di sotto di quelli osservati per l’intero mercato turistico regionale (3,2 giorni) imputabili, principalmente, agli agrituristi italiani. Su base provinciale, tempi di permanenza superiori alla media regionale si rilevano per gli agriturismi del siracusano (3,5 giorni), seguono quelli delle province di Agrigento, Messina e Trapani; al di sotto della media regionale quelli delle altre 5 province. Nel complesso, tale sviluppo ha accresciuto al 17,5% il peso del comparto sul settore extralberghiero siciliano (Tab. 3.12). Più in dettaglio, nell’ultimo biennio, gli agriturismi siciliani hanno assorbito, rispettivamente, il 17,2% dei turisti italiani ed il 18,0% di quelli stranieri affluiti nelle strutture extralberghiere. Marginale continua a rimanere l’incidenza del comparto sul settore turistico regionale visto che, nell’ultimo biennio, le aziende agrituristiche sono state scelte come luogo di soggiorno da appena il 2,3% del totale dei turisti italiani e dall’1,4% di quelli stranieri arrivati in Sicilia. 42 Tab. 3.5 – Dinamica degli arrivi negli agriturismi in Sicilia e per provincia (*) Province Agrigento 2000-2001 n. 2005-2006 % 235 n. 1,0 6.405 0,2 1.667 100 Caltanissetta 54 % 2.731 - Catania 3.559 Enna 1.475 15,4 17.512 6,4 3.617 Palermo 4.155 13,9 15.733 17,9 18.780 5.578 14,9 5.702 1.510 24,0 10.320 Flussi extralberghieri Sicilia Flussi turistici Totali Sicilia 23.272 11,2 185 6,5 12.439 100 SICILIA (a) 6,2 164 100 Trapani 20,4 452 100 Siracusa 17,1 487 100 3.475 3,9 245 100 Ragusa 19,0 492 100 3.233 1,8 100 100 Messina 6,9 13,5 824 100,0 92.174 100 396 335.023 526.851 100 157 3.994.573 4.468.315 100 112 100,0 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 43 Tab. 3.6 – Dinamica degli arrivi negli agriturismi siciliani per provenienza (*) Arrivi italiani Province 2000-2001 n. Agrigento 85 2005-2006 % 0,5 100 Caltanissetta 54 2.461 0,3 1.029 13,9 2.461 5,8 3.416 13,9 2.851 19,3 4.240 16,1 1.114 23,9 Flussi extralberghieri regionali Flussi totali regionali 17.710 3,7 12.852 18,1 6,7 8.610 20,1 64.096 - 446 772 739 6,6 624 19,7 1.338 8,0 396 13,9 5.563 100 0,7 5.284 18,8 1.218 4,3 4.145 14,8 537 13,2 5.928 21,2 802 11,2 1.463 5,3 234 22,2 3.017 10,7 225 7,1 100 100,0 209 273 100 13,4 10,6 481 100 11,4 % 100 100 773 100,0 1.098 n. 2.987 1.991 100 4.239 7.303 % 2,7 100 172 100 SICILIA 2.400 11.588 150 100 149 100 Trapani 19,1 376 100 Siracusa 2,3 471 100 Ragusa 1.459 12.228 n. 2005-2006 100 233 100 Palerm o % 5,3 497 100 Messina 3.419 2.726 100 Enna n. 2000-2001 4.046 100 Catania Arrivi stranieri 3.829 13,6 967 100,0 28.078 100 362 232.948 371.581 102.076 155.270 100 362 100 152 2.460.528 2.794.738 1.534.045 1.673.577 100 114 100 109 100,0 505 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 44 Tab. 3.7 – Composizione % degli arrivi negli agriturismi siciliani per provincia (*) P r o v in c e A g r ig e n t o C a lt a n is s e t t a C a t a n ia Enna M e s s in a P a le r m o R agusa S ir a c u s a T ra p a n i S IC IL IA 2 0 0 0 -2 0 0 1 % 3 6 ,0 6 4 ,0 6 9 ,1 3 0 ,9 6 9 ,8 3 0 ,2 7 6 ,1 2 3 ,9 8 2 ,2 1 7 ,8 8 2 ,0 1 8 ,0 7 6 ,0 2 4 ,0 7 3 ,8 2 6 ,2 7 6 ,1 2 3 ,9 P r o v e n ie n z a I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i 2 0 0 5 -2 0 0 6 % 5 3 ,4 4 6 ,6 8 7 ,5 1 2 ,5 6 9 ,8 3 0 ,2 6 6 ,3 3 3 ,7 7 3 ,7 2 6 ,3 6 8 ,4 3 1 ,6 7 4 ,3 2 5 ,7 7 0 ,8 2 9 ,2 6 9 ,2 3 0 ,8 6 9 ,5 3 0 ,5 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. Tab. 3.8 – Dinamica delle presenze negli agriturismi siciliani per provincia (*) P r o v in c e A g r ig e n to 2 0 0 0 -2 0 0 1 n. % 606 0 ,8 100 C a lta n is s e tta 77 3 .5 9 4 0 ,1 100 C a ta n ia 1 0 .2 1 0 2 .7 9 7 1 2 ,9 1 2 .2 3 7 3 ,5 9 .7 3 2 1 5 ,5 8 .5 9 0 1 2 ,3 2 8 .3 9 4 1 0 ,9 6 .4 3 8 3 5 ,9 P re s e n z e e x tra lb e rg h ie re S ic ilia P re s e n z e tu ris tic h e to ta li S ic ilia 7 9 .0 8 0 4 7 .6 3 4 1 8 ,3 4 4 .1 9 1 1 7 ,0 1 4 .8 2 8 5 ,7 3 6 .4 9 5 1 4 ,0 129 8 ,1 100 S IC IL IA 2 ,6 173 100 T ra p a n i 6 .9 2 8 454 100 S ira c u s a 1 7 ,5 389 100 R agusa 4 5 .5 3 3 248 100 P a le rm o 1 ,6 446 100 M e s s in a 4 .0 5 6 5 .2 6 7 100 Enna 2 0 0 5 -2 0 0 6 n. % 2 1 .7 8 2 8 ,4 3 8 .7 0 6 1 4 ,9 601 1 0 0 ,0 2 6 0 .1 5 0 100 329 3 3 5 .0 2 3 1 .7 5 7 .4 2 7 100 525 3 .9 9 4 .5 7 3 1 3 .4 1 5 .5 4 6 100 336 1 0 0 ,0 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 45 Tab. 3.9 - Dinamica delle presenze negli agriturismi siciliani per provenienza (*) Presenze italiani Province Agrigento 2000-2001 n. % 0,5 297 100 Caltanissetta 77 6.894 0,1 3.587 11,9 27.970 1.805 Messina 8.580 3,1 6.547 14,8 6.773 11,3 22.300 11,7 4.813 38,4 58.084 18,9 23.566 10.639 25.577 8,2 25.975 14,4 163.608 3.316 992 3.657 3.185 6,5 1.817 3.580 469 15,8 17.563 6.095 1.625 4,7 20.996 2.324 2,4 234 17,4 16.645 17,2 455 15,2 20.626 21,4 648 8,7 4.189 4,3 231 29,0 10.918 11,3 179 7,7 100 100,0 18,2 530 100 15,9 0,5 100 100 15,7 2005-2006 n. % 11,5 11.080 - 100 540 100,0 1,5 100 115 100 SICILIA 30.989 310 100 157 100 Trapani 2,8 360 100 Siracusa 4.604 % 100 361 100 Ragusa 17,1 255 100 Palerm o 2,2 406 100 2000-2001 n. 100 4.658 100 Enna 2005-2006 n. % 6,5 10.702 3.609 100 Catania Presenze stranieri 12.731 13,2 783 100,0 96.543 100 282 100 460 Presenze extralberghiere Sicilia 1.238.190 1.620.576 519.237 610.517 100 131 100 118 Presenze turistiche totali Sicilia 8.119.580 8.751.005 5.295.966 5.473.708 100 108 100 103 100,0 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 46 Tab. 3.10 – Composizione % delle presenze negli agriturismi siciliani per provincia (*) P r o v in c e A g r ig e n to C a lt a n is s e t t a C a ta n ia Enna M e s s in a P a le r m o R agusa S ir a c u s a T ra p a n i S IC IL IA 2 0 0 0 -2 0 0 1 % 4 8 ,9 5 1 ,1 1 0 0 ,0 0 ,0 6 7 ,5 3 2 ,5 6 4 ,5 3 5 ,5 7 0 ,1 2 9 ,9 6 7 ,3 3 2 ,7 7 8 ,8 2 1 ,2 7 8 ,5 2 0 0 5 -2 0 0 6 % 4 9 ,1 5 0 ,9 8 8 ,4 1 1 ,6 6 1 ,4 3 8 ,6 6 6 ,5 3 3 ,5 6 5 ,1 3 4 ,9 5 3 ,3 4 6 ,7 7 1 ,7 2 8 ,3 7 0 ,1 S t r a n ie r i I t a lia n i 2 1 ,5 7 4 ,8 2 9 ,9 6 7 ,1 S t r a n ie r i I t a lia n i S t r a n ie r i 2 5 ,2 7 3 ,4 2 6 ,6 3 2 ,9 6 2 ,9 3 7 ,1 P r o v e n ie n z a I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i S t r a n ie I t a lia n i ri ri ri ri ri ri ri (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 47 Tab. 3.11 – Permanenza media (giorni) di italiani e stranieri nelle aziende agrituristiche siciliane per provincia (*) P ro vin c e Ita lia n i S tra n ie ri 2 0 0 0 -2 0 0 1 3 ,5 2 0 0 5 -2 0 0 6 3 ,1 C a lta n is s e tta 1 ,4 C a ta n ia 2 ,8 Enna In c o m p le s s o 2 0 0 0 -2 0 0 1 2 ,1 2 0 0 5 -2 0 0 6 3 ,7 2 0 0 0 -2 0 0 1 2 ,6 2 0 0 5 -2 0 0 6 3 ,4 2 ,5 - 2 ,2 1 ,4 2 ,4 2 ,3 3 ,0 3 ,3 2 ,9 2 ,6 1 ,8 1 ,9 2 ,2 1 ,9 1 ,9 1 ,9 M e s s in a 3 ,5 2 ,7 4 ,7 4 ,0 3 ,8 3 ,0 P a le rm o 1 ,9 1 ,8 4 ,3 3 ,5 2 ,3 2 ,4 R agusa 2 ,4 2 ,5 2 ,9 2 ,9 2 ,5 2 ,6 S ira c u s a 5 ,3 3 ,5 4 ,6 3 ,6 5 ,1 3 ,5 T ra p a n i 4 ,3 3 ,0 4 ,1 3 ,3 4 ,3 3 ,1 S IC IL IA S tru ttu re e x tra lb e rg h ie re S ic ilia T o ta le S tru ttu re ric e ttive S ic ilia 3 ,3 2 ,6 3 ,8 3 ,4 3 ,4 2 ,8 5 ,3 4 ,4 5 ,1 3 ,9 5 ,2 4 ,2 3 ,3 3 ,1 3 ,5 3 ,3 3 ,4 3 ,2 A g rig e n to (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. 48 Tab. 3.12 - Incidenza della domanda agrituristica sul settore extralberghiero e su quello turistico in Sicilia (*) Settori Italiani 2000-2001 2005-2006 % % Stranieri 2000-2001 2005-2006 % % In complesso 2000-2001 2005-2006 % % Extralberghiero 7,6 17,2 5,4 18,1 6,9 17,5 Turistico (alberghiero + extralberghiero) 0,7 2,3 0,4 1,7 0,6 2,1 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana. L’analisi dei flussi per provenienza (Fig. 3.8, 3.9), sulla base degli ultimi dati disponibili forniti dall’Osservatorio turistico della Regione Siciliana, mette in evidenza come - nonostante nell’ultimo biennio la domanda straniera sia cresciuta- la maggior parte degli arrivi negli agriturismi siciliani sono rappresentati da turisti italiani (65% degli arrivi, 58% delle presenze). Più in dettaglio, si rileva che il segmento di domanda nazionale è costituito, per oltre il 60%, da turismo regionale (Fig. 3.10), modesti gli arrivi e le presenze di agrituristi provenienti da altre regioni italiane con in testa la Lombardia, seguono il Lazio, la Toscana, la Campania e l’Emilia Romagna. Con riferimento alla domanda straniera (Fig. 3.11, 3.12), prevalgono gli arrivi da Paesi Europei (87% del totale) e, principalmente, da Germania, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera. Appena il 3,6% i turisti provenienti da Paesi extraeuropei, soprattutto dagli Stati Uniti (68% degli arrivi), seguono in ordine di peso percentuale, quelli Australiani, Canadesi, Giapponesi e Israeliani. Un importante indicatore dello sviluppo del comparto e delle relative potenzialità ricettive è dato dall’indice di utilizzazione lorda4 delle strutture agrituristiche. Quest’ultimo, nonostante sia cresciuto rispetto al 2001, mostrandosi (Tab. 3.13) addirittura superiore all’indice di utilizzazione lorda delle strutture in Italia, nel 4 L’indice di utilizzazione lorda è dato dal rapporto tra le presenze e la disponibilità dei letti al lordo delle chiusure stagionali. 49 complesso rimane ancora basso (14%) rispetto alle potenzialità del settore. In altri termini, l’86% dell’offerta ricettiva lorda degli agriturismi siciliani è, a tutt’oggi, una risorsa inutilizzata, ciò anche a causa della concentrazione degli arrivi nei mesi estivi. Peraltro, anche l’indice di utilizzazione netta5 mostra (Fig. 3.13) un elevato tasso (77%) d’inutilizzo delle reali potenzialità ricettive regionali che si rileva più marcato per le aziende delle province di Caltanissetta, Ragusa, Siracusa ed Enna. In antitesi all’andamento regionale, l’indice di utilizzazione netta per le strutture dell’agrigentino e per quelle delle province di Trapani, Palermo e Catania con valori superiori, e in qualche caso doppi, rispetto alla media regionale. Tutto questo sottolinea, ancor di più, la necessità di adeguate ed efficaci strategie promozionali per il settore, che puntino ad una destagionalizzazione dei flussi, garantendo livelli accettabili di utilizzo delle strutture e, nel contempo, un sostegno costante e non stagionale all’economia dei territori interessati. Fig.3.8 3.7-– Composizione Fig. Composizione % %degli degli arrivi arrivi negli negli agriturismi agriturismi sicilianisiciliani per provenienza degli agroturisti per provenienza (*) nel biennio 2005-2006 (*) 80 71,6 67,5 2005 70 2006 60 % 50 24,8 40 28,3 30 3,6 20 4,2 10 0 Turisti italiani Turisti europei Turisti extraeuropei (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007. 5 È ottenuto dal rapporto tra le presenze e la disponibilità dei posti letto al netto delle chiusure stagionali. 50 Fig. 3.8 - Composizione delle presenze negli Fig. 3.9 – Composizione % delle presenze negli agriturismi agriturismi siciliani per siciliani perprovenienza provenienzadei (*) turisti nel biennio 2005-2006 (*) 70 65,5 58,2 2005 60 % 2006 37,4 50 31,1 40 30 20 3,4 10 4,4 0 Turisti italiani Turisti europei Turisti extraeuropei (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007. 51 Fig. arrivieedelle delle presenze principali regioni Fig.3.9 3.10- –Composizione Composizione %degli degli arrivi presenze negliper agriturismi siciliani per regioni italiane provenienza (2006) italianeprincipali di provenienza deglidiagro-turisti (anno(*)2006) (*) 70 63,5 55,7 60 Arrivi Presenze 50 % 40 30 20 7,1 10,9 5,8 10 13,7 8,4 3,6 4,9 3,2 4,9 10,7 3,1 4,5 0 Sicilia Lombardia Lazio Toscana Campania Emilia Romagna Altre Regioni (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007. 52 3.10 Composizione %% degli arrivi e delle presenze negli agriturismi siciliani per Fig.Fig. 3.11 – -Composizione degli arrivi e delle presenze negli agriturismi siciliani principali Paesi Europei provenienza dei flussi (anno 2006)(*) (*) per principali PaesidiEuropei di provenienza (2006) 32,5 35 30 Arrivi Presenze 25,7 25 % 18,2 16,6 17,2 20 13,3 13,1 15 13,5 13,4 12,3 9,0 10 7,3 4,5 3,4 5 0 Germania Francia Paesi Bassi Regno Unito Svizzera e Liechtenstein Spagna Altri Paesi Europei (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007. Fig. 3.11 - Composizione % di arrivi e presenze per principali Paesi Fig. 3.12 – Composizione % degli arrivi e delle presenze negli agriturismi Extraeuropei di provenienza degli agro-turisti (anno 2006)2006) (*) (*) siciliani per principali Paesi Extraeuropei di provenienza (anno 80 68,3 70,2 70 Arrivi 60 Presenze 50 % 40 30 20 7,7 6,9 10,2 10,8 6,5 5,8 4,3 3,9 10 3,0 2,4 0 Stati Uniti Australia Canada Giappone Israele Altri Paesi Extraeuropei (*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007. 53 Tab. 3.13 - Evoluzione dell'indice di utilizzazione lorda 6 degli agriturismi: confronto Italia, Sicilia e province (*) P r o v in c e 2001 2002 2003 2004 2005 A g r ig e n to 1 ,6 % d i u tiliz z a z io n e lo r d a 2 ,8 6 ,2 9 ,4 C a lta n is s e t ta 1 ,2 3 ,7 9 ,7 1 9 ,6 1 9 ,2 6 ,5 M e s s in a P a le r m o 2006 2 0 ,4 2 2 ,1 1 0 ,4 7 ,9 7 ,3 2 3 ,6 2 5 ,0 2 2 ,2 2 1 ,0 8 ,1 1 0 ,0 1 4 ,7 1 0 ,8 9 ,3 1 0 ,4 9 ,4 1 0 ,0 1 2 ,8 1 5 ,8 1 2 ,7 9 ,4 6 ,8 8 ,0 1 0 ,1 1 0 ,9 1 1 ,2 R agusa 2 2 ,9 1 4 ,5 1 6 ,2 1 1 ,4 9 ,1 1 0 ,0 S ir a c u s a 2 1 ,3 1 9 ,8 1 8 ,8 19 1 4 ,5 1 0 ,2 T ra p a n i 1 9 ,1 2 7 ,7 3 7 ,7 3 3 ,5 3 2 ,7 2 5 ,3 S I C I L IA 1 4 ,0 1 2 ,0 1 4 ,4 1 5 ,7 1 5 ,6 1 4 ,0 IT A L IA 1 4 ,0 1 4 ,4 1 4 ,0 1 3 ,1 1 1 ,7 1 9 ,5 C a ta n ia Enna (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; Osservatorio Turistico Regione Siciliana; Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Interventi Strutturali, Servizio IV, U.O.B. n.19 (Agriturismo). Per l’anno 2006 il dato “Italia” è stato calcolato su fonte AGRITURIST. 6 L’indice di utilizzazione lorda è dato dal rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la disponibilità di letti espressa in termini di giornate - letto. Più in dettaglio, l’indice viene calcolato secondo la seguente formula: I = P/(L*G) *100 dove: P sono le presenze registrate negli esercizi, L i letti degli esercizi corrispondenti, G il numero di giornate di disponibilità dei letti al lordo delle chiusure stagionali. 54 Fig. 3.12 Indicedidiutilizzazione utilizzazionenetta netta5 delle delle strutture strutture agrituristiche Fig. 3.13 – -Indice agrituristichein in Sicilia e per provincia (anno 2006) (*) Sicilia e per provincia (2006) (*) 50 45,0 45 32,8 40 35 % 25 20 27,7 26,4 30 16,7 13,1 22,5 21,4 14,0 14,0 15 10 5 SI C IL IA Tr ap an i M es si na Pa le rm o R ag us a Si ra cu sa En na at an ia C Ag ri g en to C al ta ni ss et ta 0 (*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; Osservatorio Turistico Regione Siciliana, 2007; Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Interventi Strutturali, Servizio IV, U.O.B. n.19 (Agriturismo). 7 7 L’indice di utilizzazione netta è dato dal rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la disponibilità di letti espressa in termini di giornate - letto. Più in dettaglio, l’indice viene calcolato secondo la seguente formula: I = P/(L*G) *100 dove: “P” sono le presenze registrate negli esercizi, “L” i letti degli esercizi corrispondenti, “G” il numero di giornate di disponibilità dei letti al netto delle chiusure stagionali. Nel caso in esame, per ciascuna provincia il numero di giornate “G” è dato dalla media delle giornate di apertura autorizzate per le aziende agrituristiche. 55 4 . METODO D’INDAGINE L’acquisizione dei dati quanto più possibile articolati e completi, sui caratteri strutturali ed economici delle aziende agrituristiche siciliane è stata realizzata attraverso indagini campionarie condotte, in parte direttamente in azienda e, in parte, mediante intervista telefonica degli imprenditori. Per la definizione del campione, dopo aver censito il numero di aziende regolarmente autorizzate presenti in ciascuna provincia siciliana, si è stabilito, data la scarsa collaborazione degli addetti al settore, d’individuare un campione rappresentativo pari al 20% del totale regionale. Nello specifico, partendo dalla consistenza delle aziende agrituristiche presenti sul territorio siciliano al 31/12/2006, pari a 382 unità (secondo i dati forniti dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste), si è provveduto ad individuare, sulla base dell’obiettivo del 20%, le strutture da contattare in complesso per ciascuna provincia. Dalla definizione del campione è emerso che il numero minimo sufficiente di aziende da rilevare è pari a 76. Ai fini dell’indagine campionaria è stata predisposta una scheda questionario che consta di tre parti fondamentali. Nella prima parte della scheda vengono richieste informazioni sui caratteri generali dell’azienda (indirizzo, telefono, e-mail, sito web), sulla forma giuridica, sul profilo dell’imprenditore agrituristico (età, studi, lingue parlate, residenza in azienda, attività esercitate, frequenza di specifici corsi di formazione per operatore agrituristico). La seconda parte del questionario fa, invece, riferimento ai caratteri strutturali dell’azienda agrituristica con riguardo a: dimensioni aziendali (superficie aziendale e altimetria), caratteristiche degli alloggi, servizi aggiuntivi offerti alla clientela (servizi per disabili, servizi per attività sportive e ricreative, servizi turisticonaturalistici), dati dell’attività agrituristica (periodo d’apertura, numero dei clienti/anno, tipologia di ospiti/clienti), dati sull’organizzazione del lavoro (manodopera coinvolta nell’attività distinta in familiari e personale esterno, mansioni dei collaboratori, modalità di assunzione), dati sulla produzione (tipologie di prodotti, allevamenti, prodotti consumati per il ristoro degli ospiti, prodotti destinati alla vendita diretta e alla vendita a terze imprese, grado di somministrazione di prodotti tipici e/o tradizionali, presenza di punti di vendita diretta di tali prodotti), 56 informazioni sull’integrazione dell’azienda con il territorio circostante (proposta di visite al patrimonio storico-architettonico, offerta di partecipazione del cliente a mostre, mercati, sagre, di prodotti tipici realizzati da terze imprese, ecc.), dati volti a verificare la conoscenza e l’implementazione di sistemi certificati di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001) e/o di gestione ambientale (UNI EN ISO 14001) e le motivazioni della loro non applicazione. Inoltre, il questionario contiene domande inerenti le forme di promozione e di commercializzazione dell’attività agrituristica più utilizzate dagli operatori. La terza parte della scheda-questionario punta ad individuare i principali caratteri economico-gestionali delle realtà aziendali esaminate. Difatti, sono richiesti: le tariffe praticate alla clientela per l’alloggio e quelle per i vari servizi aggiuntivi; il fatturato annuo; il contributo alla composizione del ricavo aziendale dei principali servizi offerti; e, infine, i livelli d’investimento per l’avvio dell’attività agrituristica e le relative fonti di finanziamento utilizzate dagli operatori. Nello svolgimento dell’indagine campionaria, sono state incontrate notevoli difficoltà dovute alla scarsa collaborazione degli operatori nel fornire alcuni dati, soprattutto di carattere economico. La scarsa disponibilità degli operatori è, peraltro, attribuibile alla “criticità” del periodo in cui è stata condotta l’indagine, ossia i mesi estivi e preautunnali, di massima attività per le strutture agrituristiche. Alla fine, dopo aver contattato telefonicamente il 95% delle strutture autorizzate esistenti sul territorio siciliano, soltanto 78 agriturismi (2 in più del campione minimo) si sono dichiarati disposti a collaborare all’indagine. Di questi, 61 unità offrono sia alloggio che ristorazione, 12 soltanto alloggio, 4 svolgono solo attività di ristorazione ed 1 azienda solo degustazione dei prodotti aziendali e/o tipici della zona. 57 5. ANALISI DEI RISULTATI 5.1 PRINCIPALI CARATTERI STRUTTURALI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE IN SICILIA L’indagine territoriale è stata condotta su 78 aziende che rappresentano il 20,4% del totale agriturismi siciliani autorizzati al servizio di alloggio e/o quello di ristorazione e/o degustazione. Tali aziende, due in più del campione minimo individuato, ricadono in tutte le province siciliane, secondo la distribuzione indicata nella tabella 5.1. Di queste, 61 unità (78% del totale) offrono sia alloggio che ristorazione, 12 strutture solo alloggio, 4 svolgono solo attività di ristorazione ed 1 solo degustazione dei prodotti aziendali e/o tipici della zona. Tab. 5.1 - Consistenza delle aziende agrituristiche del campione rilevato per provincia (*) Province Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani TOTALE % (b)/(a) Aziende (a) n. % 4,7 18 2,9 11 13,1 50 4,7 18 22,5 86 16,2 62 10,7 41 17,3 66 7,9 30 100,0 382 Aziende del campione (b) n. % 5,2 4 2,6 2 15,4 12 3,8 3 20,5 16 19,2 15 9,0 7 17,9 14 6,4 5 100,0 78 20,4 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Dall’analisi dei dati rilevati, in base al campione suindicato, si rileva (Fig. 5.1) che, la forma giuridica prevalente di tali imprese è la ditta individuale (87,2%), solo l’11% di esse presenta struttura societaria, mentre marginale risulta la forma 58 cooperativa (1,3%). Il 55% delle strutture è ubicato in collina, poco più del 30% quelle situate in pianura, mentre il restante 18% si trova in montagna (Fig. 5.2). Peraltro, tali aziende sono guidate, per lo più (38% dei casi), da imprenditori con un età compresa tra i 40 ed i 60 anni, un altro 23% di esse fa capo ad ultrasessantenni e ben il 15% ad ultrasettantenni, modesta la quota (14%) di titolari giovani con età inferiore ai 40 anni (Tab. 5.2). Gli operatori hanno, prevalentemente, una formazione di livello superiore (39,5% Diploma) ed universitario (39,5% Laurea) ed il 18% di essi dichiara di svolgere anche attività diverse da quella prettamente agrituristica (liberi professionisti quali avvocati, ingegneri, agronomi, ecc.). Inoltre, in tema di formazione, è interessante osservare la modesta presenza (28%) di titolari d’impresa che risultano aver seguito corsi di formazione specifici per operatore agrituristico, a fronte di una grande quota (72%) di soggetti che si sono improntati imprenditori agrituristici (Fig. 5.5). L’elevata percentuale (70%) di operatori che dichiara di risiedere in azienda costituisce un elemento positivo poiché consente loro di organizzare e seguire meglio l’attività agrituristica creando, in molti casi, situazioni di “fidelizzazione” del cliente, grazie alla possibilità d’instaurare un rapporto stretto con l’agriturista. In un mercato sempre più globalizzato, la conoscenza delle lingue straniere è vitale anche nelle strutture agrituristiche per l’ampliamento della domanda. A tal riguardo, dall’indagine emerge che quella più parlata è l’inglese (83% delle aziende intervistate), seguono il francese (47%), il tedesco (12,8%) e lo spagnolo (11,5%). Tra le “altre” lingue, sono diffuse il russo, il polacco, il portoghese ed il rumeno; per contro, nel 10% delle aziende esaminate non si parlano lingue straniere (Fig.5.6). Ciò, costituisce indubbiamente un grosso handicap per l’incapacità di fronteggiare adeguatamente la domanda estera. Inoltre, si è rilevato (Tab. 5.3) che il 39% degli agriturismi del campione sono di recente avvio (tra il 2001 ed il 2006), ciò a dimostrazione di come la forte espansione del settore sia correlata agli interventi pubblici di sostegno8 di quest’ultimi anni. Un ulteriore 28% degli agriturismi sono sorti tra il 1997 ed il 2000, il 10% quelli avviati tra il 1994 ed il 1996 e ben 11% di essi hanno iniziato l’attività di ospitalità rurale prima della legge regionale del 1994. 8 P.O.R. Sicilia 2000-2006, Misura 4.15 A – Agriturismo. 59 Relativamente alle dimensioni aziendali (Tab. 5.4) si osserva, più che altro, la presenza di strutture medio-piccole. In particolare, il 36% delle aziende agrituristiche esaminate ha una estensione non superiore ai 10 ettari, oltre metà (54%) di esse presenta superfici inferiori ai 20 ettari, appena un quinto risultano quelle con dimensioni comprese tra i 21 ed i 50 ettari. Modesta la quota di agriturismi di grandi dimensioni, con estensioni superiori ai 50 ettari (Tab. 5.4). Fig. 5.1 - Forma giuridica delle aziende agrituristiche del campione (*) Altro 1,3% Società 11,5% Ditta individuale 87,2% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Fig. 5.2 - Aziende agrituristiche esaminate per zona altimetrica (*) 27,0 % Pianura 55,1% Collina 17,9% Montagna 0 10 20 30 40 50 60 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 60 Tab. 5.2 – Età del titolare Aziende Classi di età n. < 30 anni 30 - 40 anni 41 - 50 anni 51 - 60 anni 61 - 70 anni > 70 anni Non indicata Totale % 3 8 15 15 18 12 7 78 3,8 10,3 19,2 19,2 23,1 15,4 9,0 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Tab. 5.3 – Avvio attività agrituristica A ziende A nni n. < 1994 1994 - 1996 1997 - 2000 2001 - 2002 2003 - 2004 2005 - 2006 N on indicata T otale 9 8 22 20 6 5 8 78 % 11,5 10,3 28,2 25,6 7,7 6,4 10,3 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Fig. 5.3 - Titolo di studio degli operatori agrituristici del campione (*) Elem entare 7,7% Non indicato 6,4% Laurea 35,9% Licenza Media 14,1% Diplom a 35,9 % (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 61 Fig. 5.4 - Quota di gestori residenti in azienda (*) Non risponde 5,1% NO 24,4% SI 70,5% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Fig. 5.5 - Quota di gestori che hanno seguito corsi di formazione per operatore agrituristico (*) Si 28,2% No 71,8% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 62 Fig. 5.6 - Lingue straniere parlate nelle aziende agrituristiche esaminate (*) Altre Lingue 5,1% Spagnolo 11,5% Nessuna lingua straniera 10,3% Inglese 83,3% Tedesco 12,8% Francese 47,4% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% poiché in ciascuna azienda possono essere parlate più lingue straniere. Tab. 5.4 - Aziende agrituristiche esaminate per classi di superficie (*) C la s s i d i s u p e rfic ie (h a ) < 5 5 - 10 11 - 20 21 - 50 51 - 80 > 80 N o n ris p o n d e T o ta le A zie n d e n. % 7 21 14 16 6 9 5 78 9 ,0 2 6 ,9 1 7 ,9 2 0 ,5 7 ,8 1 1 ,5 6 ,4 1 0 0 ,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Inoltre, il 49% delle aziende esaminate sono aperte tutto l’anno, mentre il 40% di quest’ultime ha un’apertura superiore ai 120 giorni all’anno (Fig. 5.7). Tuttavia, quasi tutti gli operatori dichiarano punte massime di attività nei week-end e in 63 concomitanza con i giorni festivi, in primavera e nei mesi che vanno da giugno a settembre. Fig. 5.7 - Incidenza delle aziende agrituristiche in funzione del periodo di apertura (*) Periodo d'apertura Tutto l'anno 48,7 > 120 gg 39,8 91-120 gg 6,4 90 gg 5,1 0 10 20 30 40 50 60 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. L’analisi degli ordinamenti produttivi di queste aziende (Fig. 5.8) mostra che le colture prevalenti sono l’orticoltura e l’olivicoltura, con valori percentuali che raggiungono, rispettivamente, l’80,8% ed il 78,2% del totale. Seguono le imprese con coltivazioni frutticole (58% frutta fresca e 29% frutta secca), quelle agrumicole, che insistono nella metà delle aziende esaminate, e quelle vitivinicole (33,3% delle aziende). Tra i prodotti trasformati prevale il sottocomparto delle marmellate (44,9%) e delle conserve (35,9%) la cui produzione è rivolta sia all’utilizzo all’interno dell’azienda, per attività di degustazione e ristorazione degli ospiti, sia alla vendita diretta agli ospiti e/o a clienti di passaggio. I formaggi freschi e stagionati, sono realizzati da un modesto numero d’imprese, rispettivamente il 19% ed il 10% ciò, probabilmente, anche a causa delle restrittive norme igienico-sanitarie correlate alla loro produzione. La voce “altri prodotti” che, per lo più, comprende la produzione di miele e liquori, interessa il 30% del campione intervistato. 64 Inoltre, soltanto il 40% delle imprese realizza produzioni biologiche certificate, del restante 60% soltanto il 10,6% sono quelle in fase di conversione al biologico ed il 32,0% quelle che pensano d’introdurre sistemi di produzione biologica certificata. Poco più di un terzo degli operatori intervistati non ritiene il biologico certificato un valido strumento di differenziazione del prodotto e di creazione di valore aggiunto ma, bensì, lo considera come un ulteriore e dispendioso sistema di accrescimento dei costi aziendali e, per questo, essi dichiarano di attuare sistemi di coltivazione biologica ma di non avere alcuna intenzione di certificare le loro produzioni. Per quanto riguarda gli allevamenti (Fig. 5.9), presenti solo nel 42% delle aziende esaminate, largamente diffusi sono quelli di avicoli (69,7% dei casi), caprini (45,5%) ed equini (42,4%), quest’ultimi destinati alle attività sportivo-ricreative degli ospiti, seguono quelli di suini (39,4%), ovini (36,4%), bovini (33,3% delle aziende con allevamenti) e cunicoli. Tra i prodotti degli allevamenti riutilizzati nell’azienda per la ristorazione (Fig. 5.10) primeggiano le uova (48,5% delle aziende), le carni suine (33,3%), ovine (27,3%) e quelle di pollo (27,3%). Seguono le carni bovine e caprine usate, rispettivamente, dal 24% delle imprese con allevamenti, e quelle di coniglio (18%). Marginale l’uso di carne di tacchino e di altre carni quali quella di cinghiale (3% delle imprese). Tra i derivati largamente usato è il latte bovino (21%), minimo l’impiego di latte ovino (3% dei casi), appena il 12% le imprese che realizzano ed usano salumi di propria produzione. 65 Fig. 5.8 - Incidenza di prodotti freschi e trasformati realizzati nelle aziende agrituristiche rilevate (*) 30,8 Altro 44,9 Marmellate 35,9 Conserve 10,3 Formaggi stagionati 19,2 Formaggi freschi 33,3 Uva da vino e/o vino 6,4 Uva da tavola Olive e olio 78,2 29,5 Frutta secca (noci, nocciole, ecc.) Frutta Fresca 57,7 50,0 Agrumi 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può produrre contemporaneamente più tipi di prodotti. 66 Fig. 5.9 - Incidenza delle principali tipologie di allevamenti nelle aziende agrituristiche rilevate (*) 9,1 Altro 42,4 Tipologie di allevamenti Equini 33,3 Bovini 39,4 Suini 45,5 Caprini 36,4 Ovini 30,3 Cunicoli 69,7 Avicoli 0 10 20 30 40 50 % aziende 60 70 80 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Fig. 5.10 - Incidenza dei principali prodotti da allevamenti aziendali nell'attività di ristorazione degli agriturismi rilevati (*) Altro 3,0 Latte bovino 21,2 0,0 Prodotti degli allevamenti Latte caprino Latte ovino 3,0 12,1 Salumi Carne suina 33,3 Carne bovina 24,2 Carne caprina 24,2 27,3 Carne ovina Carne di Coniglio 18,2 Carne di tacchino 3,0 27,3 Carne di pollo 48,5 Uova 0 10 20 30 40 50 60 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 67 5.1.1 LA STRUTTURA DELL’OFFERTA AGRITURISTICA La struttura dell’offerta agrituristica è basata essenzialmente sull’alloggio, in camere e/o in appartamenti indipendenti, e sulla ristorazione. Sempre più frequente è l’offerta di servizi collaterali (sportivi, ricreativi e culturali) volti ad accrescere il soddisfacimento dell’agriturista sempre più desideroso di coniugare la vacanza con qualche forma d’impegno, sia esso di natura intellettuale/culturale, di tipo sportivo, o formativo (corsi di vario tipo), dove l’elemento dello stimolo e della sperimentazione si sposa armoniosamente con l’aspetto più riposante e rigenerante di vivere a diretto contatto con la natura. Con riferimento al servizio di alloggio si rileva come, nel 52% delle aziende, viene fornito esclusivamente mediante camere, il 25% di esse dispone sia di camere che di appartamenti indipendenti ed il restante 23% offre ospitalità solo in appartamenti. Peraltro, la quasi totalità delle camere sono dotate di bagno indipendente e di attrezzature necessarie a rendere confortevole il soggiorno. Più in dettaglio (Fig. 5.11), il 63% degli agriturismi ha camere fornite di riscaldamento e di TV, il 55% dispone di camere con aria condizionata ed il 30% ha alloggi dotati di frigobar. Per quanto concerne gli appartamenti (Fig. 5.12), le attrezzature maggiormente presenti sono: il riscaldamento (68% delle aziende con appartamenti), l’angolo cottura (63%), l’aria condizionata e TV (54%) ed il frigobar. Nel complesso, i dati rilevati mostrano (Tab. 5.5) l’eccessiva frammentazione delle unità ricettive; difatti, quasi la metà degli agriturismi ha un numero di camere non superiore a 6 ed il relativo numero di posti letto, nel 43% dei casi, non supera le 15 unità. Inoltre, il 63% delle aziende con appartamenti non ne ha più di 3 e, nel 60% dei casi, gli alloggi indipendenti non dispongono di più di 10 posti letto. La maggior quota (23,3%) di agriturismi del campione ha un’offerta ricettiva totale compresa tra 16-20 unità, oltre un quinto quelli che, in totale, non hanno più di 10 posti letto. Marginale la consistenza di strutture con numero totale di letti superiore a 40 ed a 50 unità. Per di più, la maggior parte delle aziende (79,5%) offre alloggio anche per una notte, soltanto l’11% di esse richiede un minimo di 2 notti e appena il 9% quelle che chiedono la prenotazione per un minimo di 3 notti. 68 L’offerta di ospitalità all’aperto, ossia in agricampeggio, interessa soltanto il 13,7% delle strutture esaminate che, complessivamente, dispongono di 200 posti per la sosta. La modesta disponibilità di tale forma di ricettività è legata anche ad una domanda ristretta, per lo più, ad una fascia di turismo giovanile, disposto ad accettare forme di ospitalità più spontanee e, al contempo, più economiche. Nel complesso, si riscontra anche un buon livello di adeguamento alle normative in materia di abbattimento delle barriere architettoniche (Fig. 5.13), difatti l’86% degli agriturismi dispone di alloggi adeguatamente attrezzati per i portatori di handicap. 69 Tab. 5.5 – Caratteristiche dell’ospitalità agrituristica nelle aziende esaminate (*) N. Camere/azienda Aziende n. 1 - 3 4 - 6 7 - 9 10 - 12 > 12 Totale N. Appartamenti/azienda 6 21 11 12 6 56 Aziende n. 1 - 3 4 - 6 7 - 10 11 - 15 > 15 Totale N. Posti letto in camere/azienda 22 7 5 1 0 35 Aziende n. 1 - 4 5 - 10 11 - 15 16 - 20 21 - 25 26 - 30 > 30 Totale N. Posti letto in appartamenti/azienda n. 9 12 2 4 4 3 1 35 Aziende n. 1 - 4 5 - 10 11 - 15 16 - 20 21 - 25 26 - 30 31 - 40 41 - 50 51 - 60 > 60 Totale Periodo minimo di permanenza richiesto Alloggio anche per 1 notte minimo 2 notti minimo 3 notti Totale Agricampeggio Si No Non risponde Totale % 62,9 20,0 14,2 2,9 0,0 100,0 % 1 11 13 10 9 7 5 56 Aziende 1 - 4 5 - 10 11 - 15 16 - 20 21 - 25 26 - 30 > 30 Totale N. Posti letto complessivi/azienda % 10,7 37,5 19,6 21,4 10,8 100,0 1,8 19,6 23,2 17,9 16,1 12,5 8,9 100,0 % 25,7 34,3 5,7 11,4 11,4 8,6 2,9 100,0 % 4 11 11 17 12 10 2 2 3 1 73 Aziende 5,5 15,1 15,1 23,3 16,4 13,7 2,7 2,7 4,1 1,4 100,0 n. % 58 79,5 8 11,0 7 9,5 73 100,0 Aziende n. % 10 13,7 61 83,6 2 2,7 73 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 70 Fig. 5.11 - Incidenza delle principali tipologie di attrezzature nelle camere delle aziende agrituristiche rilevate (*) 26,8 Altre attrezzature 3,6 Insonorizzazione 30,4 Frigobar 14,3 Telefono 3,6 Radio 62,5 TV 55,4 Aria condizionata 62,5 Riscaldamento 0 10 20 30 40 50 60 70 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può disporre contemporaneamente di più tipologie di attrezzature. Fig. 5.12 - Incidenza delle principali tipologie di attrezzature negli appartamenti delle aziende agrituristiche rilevate (*) 14,3 Altre attrezzature 5,7 Insonorizzazione 62,9 Angolo cottura Frigobar 34,3 Telefono 14,3 11,4 Radio TV 54,3 Aria condizionata 54,3 Riscaldam ento 68,6 0 10 20 30 40 50 60 70 80 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può disporre contemporaneamente di più tipologie di attrezzature. 71 Fig. 5.13 - Accessibilità ai disabili delle strutture agrituristiche (*) No 6,4% Non risponde 7,7% Si 85,9% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Oltre all’ospitalità agrituristica in senso stretto, tali strutture offrono, sempre più, servizi collaterali quali: la ristorazione, servizi sportivi, ricreativi e/o culturali. L’attività di ristorazione, momento unico di valorizzazione dei prodotti agro-alimentari aziendali e del territorio, siano essi tipici tradizionali e/o a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.), è un servizio largamente diffuso che interessa l’83% delle strutture esaminate e per il 6,4% di esse costituisce l’unico servizio ricettivo. A tal riguardo, secondo quanto dichiarato dagli operatori, si rileva che l’attività di ristorazione viene svolta ai massimi livelli solo durante i fine settimana, per le feste pasquali, natalizie e nel periodo estivo. Peraltro, soltanto il 10,8% delle aziende destina tale servizio esclusivamente agli ospiti alloggiati, la stragrande maggioranza degli operatori (89%) vede nella ristorazione un valido strumento d’integrazione del reddito aziendale e, pertanto, dispone di strutture idonee ad offrire il servizio anche ai clienti di passaggio. Più in dettaglio, il 37% degli agriturismi con servizio di ristoro ha tra 30 e 50 posti per la ristorazione (Tab. 5.6), un altro terzo delle strutture dispone di un numero di coperti compreso tra 51 e 100. Marginale, ma comunque significativa, la quota di aziende (7,7%) che ha di più di 200 coperti per la ristorazione. Ciò, indubbiamente fa pensare a dei veri e propri “ristoranti di campagna” senza connessione con i 72 criteri di ospitalità rurale intesa in senso stretto. Complessivamente, il numero di posti per la ristorazione rilevato negli agriturismi oggetto d’indagine è 4,5 volte superiore ai posti per l’alloggio (4.895 posti di ristorazione contro i 1.083 posti letto). Tab. 5.6 – Aziende agrituristiche con ristorazione esaminate per classi di posti disponibili (*) C la s s i d i p o s t i p e r la r is t o r a z io n e A z ie n d e c o n r is t o r a z io n e n. % 2 3 ,1 21 - 50 24 3 6 ,9 51 - 100 < 20 22 3 3 ,8 101 - 200 6 9 ,2 > 200 5 7 ,7 N o n r is p o n d e 6 9 ,3 65 1 0 0 ,0 T o ta le (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. L’attività di ristorazione - oggi riammessa anche disgiuntamente dal servizio di alloggio9 - rappresenta “in primis” un importante momento di valorizzazione dei prodotti dell’azienda; difatti, il 12% degli operatori dichiara di destinare ad essa l’intera produzione (Fig. 5.14), appena un quinto le imprese che utilizzano nell’attività culinaria meno della metà dei loro prodotti, oltre metà quelli che dichiarano d’impiegare nell’attività di ristoro dal 60% al 95% dell’intera produzione aziendale. Per quanto concerne la qualità dell’offerta enogastronomica emerge come, soltanto il 15,4% degli agriturismi esaminati realizza prodotti tipici a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC-DOCG, IGT) e, tra questi, primeggiano oli e vini. Nel complesso, il 41,5% delle aziende che offrono il servizio di ristoro dichiarano di far uso di prodotti a denominazione per le preparazioni culinarie (Fig. 5.15). 9 Regione Siciliana – A.A.F.F. – Dipartimento Interventi Strutturali- Decreto 28 maggio 2004 “Disposizioni in materia di agriturismo”. 73 Fig. 5.14 - Quota di prodotti aziendali destinati alla ristorazione negli agriturismi esaminati (*) 16,9 % di prodotti Non risponde Una quota della produzione (da indicare) 44,6 Tutta la produzione 12,3 Più della metà 6,2 Meno della metà 20,0 0 10 20 30 40 50 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Fig. 5.15 - Quota di agriturismi che utilizzano nell'attività di ristorazione prodotti a marchio DOP/IGP - DOC-DOCG/IGT (*) Si 41,5% No 58,5% (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. D’altro canto, solo metà degli agriturismi con alloggio esaminati offre la pensione completa (Tab. 5.7), la stragrande maggioranza (63%) propone la mezza pensione 74 ed il 23% soltanto il B&B (pernottamento con colazione). Dalle dichiarazioni degli operatori emerge come la limitata offerta di pensione completa sia strettamente correlata alle tendenze della domanda, in quanto spesso gli agrituristi, attratti dalle attività escursionistiche a sfondo culturale e natural-paesaggistico del territorio dove soggiornano, richiedono soltanto la cena. Tab. 5.7 – Aziende agrituristiche con alloggio per tipologia di ospitalità offerta (*) Tipologia di ospitalità Bed & Breakfast Mezza Pensione Pensione Com pleta Totale aziende con alloggio Altre tipologie di servizi Alloggi gratis per bim bi in culla Sconti per alloggio bam bini Aziende n. 17 46 37 73 % 23,3 63,0 50,7 100,0 48 47 65,8 64,4 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda con alloggio può offrire più tipologie di ospitalità. Con riferimento all’offerta di servizi per attività sportive e ricreative, in generale, l’orientamento degli imprenditori agrituristici è quello di ricalcare l’offerta turistica classica proponendo, al contempo, una serie di servizi sempre più strettamente connessi con lo spirito agrituristico e con la valorizzazione dei beni ambientali presenti sul territorio. Difatti, metà delle aziende è dotata di piscina (50%) ed il 46,5% offre la bicicletta, spesso gratis, per le passeggiate in mezzo ai sentieri naturali. Inoltre, significativa è l’offerta di attrezzature per il ping-pong (38% dei casi) e per attività di trekking (37 % delle aziende) (Fig. 5.16). Il campo da bocce è presente nel 36% degli agriturismi ed il 29% di essi è dotato di un maneggio per l’attività di equitazione, modesta la presenza di campi di calcetto (18%) e di attrezzature per attività ricreative, fisicamente meno impegnative, quali il biliardo (14% delle aziende). Sul piano sportivo, a parte il nuoto, l’equitazione ed il calcetto, scarsamente presenti sono gli impianti per il tiro con l’arco (11%), 75 marginale la presenza di palestre e di attrezzi per la pallacanestro, di campi da golf, di piscine termali e/o coperte. Nell’ambito dei servizi turistico/naturalistici (Fig. 5.17) si rileva che, 7 operatori su 10 organizzano visite guidate alle attività dell’azienda (es. visita alla cantine, al fondo, al frantoio,ecc.), poco più della metà quelli che accompagnano i turisti lungo percorsi naturalistici, appena il 30,8% le aziende che offrono visite guidate al patrimonio storico-architettonico della zona e/o alle aree protette vicine. Stessa quota le strutture che tengono corsi di cucina per la preparazione i piatti tipici della zona, per contro il 59% degli agriturismi organizza degustazioni dei prodotti aziendali e/o della zona e 8 su 10 forniscono materiale informativo agli agro-turisti. Oltre ai predetti servizi, la capacità di differenziazione qualitativa delle strutture passa anche attraverso l’offerta di servizi aggiuntivi che, in molti casi, giocano un ruolo determinante nella scelta dell’agriturista sul luogo dove soggiornare. A tal riguardo, dai dati rilevati (Fig. 5.18) è emerso che, oltre alla diffusa presenza di parco o giardino intorno all’edificio rurale destinato all’alloggio, il 60% degli agriturismi accetta anche animali domestici, i 2/3 sono dotati di parco giochi per i bambini e nel 57% delle aziende è possibile pagare anche con carta di credito. Inoltre, quasi la metà (47,5%) delle strutture ha una sala TV separata e quasi un terzo quelle dotate di accesso ad internet e che effettuano il servizio navetta per i clienti non automuniti, un terzo delle imprese dispone di sala per congressi/riunioni ed oltre un quinto offre il servizio di custodia di valori in cassaforte. Interessante, inoltre, osservare come più della metà degli agriturismi esaminati abbia uno spaccio aziendale per la vendita diretta dei loro prodotti e/o di quelli della zona. La vendita diretta rappresenta un momento importante di integrazione del reddito aziendale che consente di riportare all’interno dell’azienda il valore aggiunto che, altrimenti, finirebbe nelle mani di altri operatori della filiera agroalimentare. A tal proposito, è stato rilevato che oltre i ¾ delle aziende agrituristiche vende direttamente i propri prodotti che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono certificati anche se fanno parte della tradizione colturale tipica della zona. Appena il 18% degli agriturismi offrono prodotti aziendali certificati (DOP/IGP, DOC-DOCG/IGT, ecc.) e soltanto nel 31,7% delle strutture con vendita diretta è 76 possibile trovare prodotti di qualità a denominazione di origine certificata realizzati da altre imprese. Tutto ciò, sottolinea la carenza di adeguate sinergie tra gli operatori agricoli del territorio, con il conseguente venir meno per le strutture agrituristiche del ruolo fondamentale di “vetrina dei prodotti agroalimentari di qualità” e, quindi, anche di promotori della riscoperta e valorizzazione di questi prodotti. Appena il 36% le aziende agrituristiche che vendono i propri prodotti (principalmente olio, vino, agrumi e ortaggi) a terze imprese. Fig. 5.16 - Incidenza delle varie tipologie di servizi sportivi e ricreativi offerti nelle aziende agrituristiche rilevate (*) 14,1 A ltro 1,3 Sauna 37,2 Trekking 1,3 Sci mo ntano 38,5 P ing-P o ng 2,6 Tipologie di servizi sportivi e/o ricreativi P esca Spo rtiva P allacanestro 1,3 P alestra 1,3 Go lf 1,3 11,5 Tiro co n l'arco 29,5 Equitaz.-maneg. 1,3 Calcio Calcetto 17,9 1,3 B o wling 35,9 B o cce 14,1 B iliardo 46,2 B icicletta 1,3 P iscina termale P iscina co perta 2,6 Spiaggia privata 2,6 50,0 P iscina 11,5 Campo da tennis 0 10 20 30 40 50 60 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi sportivi e/o ricreativi. 77 Fig. -5.17 – Incidenza delle tipologie di servizi e/o Fig. 5.17 Aziende agrituristiche pervarie tipologia di servizi turistici turistici e/o naturalistici naturalistici offerti dalleofferti aziende (*) agrituristiche rilevate (*) 12,8 A ltro Tipologie di servizi turistici e/o naturalistici Sagre 6,4 M ercati 5,1 M o stre 5,1 24,4 Equitazio ne 30,8 Co rsi di cucina per piatti tipici 82,1 M ateriale info rmativo per turismo culturale Visite guidate al patrimo nio sto rico -archit. della zo na 30,8 Visite guidate alle aree pro tette vicine 30,8 Degustazio ne dei pro do tti tipici aziendali o della zo na 59,0 Visite guidate alle attività aziendali 71,8 53,8 P erco rsi naturalistici e didattici 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi turistici e/o naturalistici. 78 Fig. 5.18 - Incidenza delle varie tipologie di servizi aggiuntivi offerti dalle aziende agrituristiche rilevate (*) Altro 11,5 Sala e serv izio congressi 3 3 ,3 Nav igazione internet 3 2 ,1 Serv izio baby -sitting 9 ,0 Pay tv 12 ,8 Sala Tv separata 4 7 ,4 Tipologie di servizi aggiuntivi Parco o giardino 7 9 ,5 Trasporto clienti 3 2 ,1 Spaccio aziendale 5 1,3 Ascensore 3 ,8 Accettazione animali domestici 6 0 ,3 Carta di credito 5 7 ,7 Autorimessa 2 ,6 Parcheggio custodito 4 3 ,6 Parco giochi per bambini 6 5 ,4 Serv izio di lav anderia e stireria indumenti 3 4 ,6 Custodia in cassaforte di v alori e gioielli 2 0 ,5 Cucina Vegetariana 5 0 ,0 Serv izio in camera 15 ,4 Bar 2 9 ,5 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi aggiuntivi. 79 La promozione dell’attività agrituristica (Fig. 5.19), a parte i cartelli stradali, è sempre più affidata al sistema cibernetico. Difatti, la quasi totalità delle aziende (92,3%) dichiara di promuovere l’attività mediante il proprio sito internet, il 56% di esse è presente su guide turistiche, poco meno della metà pubblicizzano l’agriturismo mediante la distribuzione di propri depliants. Peraltro, appena 4 aziende su 10 investono in pubblicità su stampa specializzata italiana, poco più di un quarto quelle che sono inserite in cataloghi di Tour operators italiani. Soltanto il 24% delle strutture è presente sui cataloghi di Tour operators esteri ed altrettante investono in pubblicità su stampa specializzata estera. Un’azienda su 10 partecipa alla Borsa del Turismo, marginale (6,4%) risulta la promozione dell’attività mediante spot televisivi e/o radiofonici. Tra le “altre forme di promozione” si conferma indiscusso il “passaparola” (80,8% delle aziende), valido sistema di pubblicità a costo zero che, indubbiamente, premia quelle strutture che hanno fatto dell’ospitalità una forma di accoglienza attenta, curata e professionale. La commercializzazione continua ad essere effettuata direttamente dall’imprenditore, quasi esclusivamente (93% delle aziende) mediante la prenotazione telefonica ed il fax (Fig. 5.20). La vendita diretta senza prenotazione viene comunque garantita da oltre un quinto degli agriturismi esaminati. Molto diffusa risulta anche la prenotazione tramite internet (oltre i ¾ delle aziende esaminate) ma, generalmente, rappresenta solo il primo contatto tra operatore e cliente cui segue quello telefonico. Inoltre, il 32% delle aziende dichiara di affidarsi per la commercializzazione anche a tour operators esteri, poco più di un quarto quelle che fanno ricorso a tour operators italiani, appena il 14% le strutture che utilizzano singoli intermediari turistici italiani ed il 9% quelle che si appoggiano anche ad intermediari esteri per la vendita dei loro pacchetti turistici. Estremamente modesto il ruolo di supporto nella commercializzazione fornito dalle associazioni di categoria, appena il 12,5% degli agriturismi dichiara di aver ricevuto clienti tramite la pubblicità effettuata dalle associazioni agrituristiche. Marginale risulta anche la quota (6,4%) di strutture che fanno parte di consorzi di settore. Tutto ciò, sottolinea una significativa prevalenza dello spirito individualistico nella gestione dell’attività d’impresa che, ovviamente, rappresenta una grossa limitazione sia per l’implementazione di politiche di 80 sviluppo integrato del territorio, sia, soprattutto, per le piccole realtà agrituristiche che, talvolta fuori dagli itinerari dei principali flussi turistici, rischiano la marginalizzazione, laddove non dispongano di sufficienti risorse finanziarie da poter investire per un’adeguata promozione individuale. Fig. 5.19 - Principali forme di promozione dell'attività agrituristica nelle aziende del campione (*) Altra forma di promozione 80,8 Cartelli stradali 87,2 Proprio depliant 46,2 56,4 Guida turistica Modalità di promozione Consorzi di promozione turistica 9,0 92,3 Internet Pagine Gialle 26,9 APT 30,8 Borse del Turismo 10,3 Enti Locali 9,0 Stampa specializzata estera 24,4 Stampa specializzata italiana 41,0 TV/radio estera 1,3 TV/radio italiana 6,4 Cataloghi di Tour operator esteri 24,4 Cataloghi di Tour operator italiani 26,9 Inserimento in itinerari 12,8 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda usa spesso più modalità di promozione. 81 Fig. 5.20 - Forme di commercializzazione impiegate nelle aziende agrituristiche esaminate (*) A ltra fo rma di co mmercializzazio ne 0,0 6,4 Fome di commercializzazione Co o perative e/o co nso rzi Vendita diretta senza preno tazio ne 21,8 Vendita diretta co n preno tazio ne internet 75,6 93,6 Vendita diretta co n preno tazio ne telefo nica o fax 9,0 Intermediari singo li esteri 14,1 Intermediari singo li italiani 32,1 To ur o perato r esteri 26,9 To ur o perato r italiani 12,8 A sso ciazio ni agrituristiche 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda ricorre a più forme di commercializzazione. Sul piano normativo, un sostegno utile al consumatore per individuare la qualità delle strutture con le quali entra in contatto deriva dalla riclassificazione delle aziende agrituristiche “in spighe”, secondo i dettami più restrittivi del Decreto n. 175 del 28/02/2006 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, in luogo delle “stelle” precedentemente attribuite per norma dalle AAPIT. A tal proposito, va sottolineato come, nonostante i buoni propositi dell’Assessorato Regionale Agricoltura di far emergere, in questo modo, le vere strutture agrituristiche di qualità dalla miriade di realtà non autorizzate presenti sul territorio, a tutt’oggi, secondo quanto rilevato con l’indagine campionaria, in molte imprese il suddetto Decreto risulta del tutto sconosciuto e/o inapplicato. Ciò è anche dovuto al 82 fatto che la riqualificazione non avviene automaticamente d’ufficio, bensì, secondo quanto indicato nell’art. 6 del relativo decreto, devono essere gli imprenditori a richiedere, con apposita domanda indirizzata agli Ispettorati Provinciali Agrari di competenza, entro 90 giorni dalla pubblicazione del Decreto, la riclassificazione “in spighe” della propria struttura agrituristica. L’elevata quota (60%) di aziende esaminate non riclassificate, come dimostrato nella tabella 5.8, è anche indice di una totale assenza di sostegno e d’informazione agli operatori da parte delle associazioni di categoria e degli enti pubblici periferici competenti. Per contro, va evidenziato come nella predetta quota rientrino gli imprenditori che, pur affermando di conoscere il Decreto lo ritengono incompleto e fuorviante per i consumatori e, quindi, preferiscono non procedere alla riclassificazione. Tab. 5.8 – Consistenza delle aziende agrituristiche del campione con classificazione in spighe (*) Classificazione in spighe Si No Aziende n. % 26 47 33,3 60,2 5 6,5 Totale 78 100,0 di cui con classificazione: 1 Spiga 2 Spighe 3 Spighe 4 Spighe 2 5 18 1 7,7 19,3 69,2 3,8 Totale 26 100,0 Non tenuti alla classificaz. (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 83 5.1.2 LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA AGRITURISTICA Ai fini di una valutazione della congiuntura del settore agrituristico e, indirettamente, della relativa redditività delle imprese in esso operanti risulta interessante indagare sull’andamento della domanda, vista la generale difficoltà degli operatori ad indicare, in modo puntuale, il numero di arrivi e presenze annue. A tal proposito, i dati rilevati hanno messo in luce (Fig. 5.21) che, nel 2006, il 61,5% delle aziende ha registrato un aumento degli arrivi rispetto all’anno precedente; per contro, quasi un quarto degli operatori ha riscontrato una diminuzione degli afflussi, mentre per 1 su 10 la domanda si è mantenuta stabile nei due anni a confronto. Più in dettaglio (Tab. 5.9), per la maggior parte delle aziende che hanno indicato un aumento, gli afflussi sono cresciuti, rispettivamente, del 5-10% e del 10-20%. Nel 10% dei casi sono aumentati del 20-30%. Marginale la quota (3,8%) di strutture il cui incremento degli arrivi tra il 2005 ed il 2006 ha superato il 30%. Tra gli agriturismi che hanno registrato una diminuzione degli arrivi, per lo più il calo è risultato compreso tra il 10-20%, appena il 5% del campione indica un decremento tra il 20-30%. Gli ospiti sono, in prevalenza (oltre 70% dei casi), composti da coppie e/o da famiglie (Fig. 5.22). Soltanto il 15% delle aziende dichiara la presenza di comitive di giovani e di singles, appena il 10% gli agriturismi che hanno ospitato comitive di anziani. L’analisi dei flussi di turisti per provenienza mostra (Tab. 5.10) che, per il 16% delle aziende esaminate oltre il 90% degli arrivi sono turisti italiani, per oltre un quinto di esse gli ospiti nazionali oscillano tra il 70-90%, mentre nel 24,7% dei casi gli italiani rappresentano il 50-70% degli arrivi complessivi. La quota di turisti stranieri, nella maggior parte delle strutture censite, oscilla tra il 30-50% del totale ed in oltre ¼ di esse non supera il 10% . Modesta la quota (11%) di agriturismi i cui ospiti provenienti dall’estero costituiscono il 70-90% degli afflussi totali. La permanenza media, per lo più (42% dei casi), non supera i 3-4 giorni e, per quasi un quarto delle aziende esaminate, non va oltre le 2 notti (Tab. 5.11). Marginali le realtà (5%) che dichiarano pernottamenti compresi tra i 5-6 giorni e tra 84 7-8 giorni, ciò si riscontra, soprattutto, in aziende che offrono alloggio in appartamenti indipendenti. Fig. 5.19 Evoluzione degli arrivi tra arrivi il 2005negli ed il agriturismi 2006 negli agriturismi Fig.- 5.21 – Evoluzione degli del del campione (*) (*) campione (2006/2005) 3,8 Afflusso ospiti Non risponde 10,3 Stabile 24,4 Diminuito 61,5 Aumentato 0 10 20 30 40 50 60 70 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Tab. 5.9 - Evoluzione dei flussi di “agrituristi” nelle aziende del campione (2006/2005) (*) Flussi di agrituristi Classi di variazione % In aumento In diminuzione Aziende Aziende n. n. % % < 5% 5 - 10% 10 - 20% 20 - 30% > 30% % variazione flussi non indicata Totale 7 9 14 8 3 9,0 11,5 17,9 10,3 3,8 2 4 7 4 2 2,6 5,1 9,0 5,1 2,6 7 9,0 0 0,0 48 61,5 19 24,4 Totale aziende campione 78 100,0 78 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 85 Fig. 5.22 - Incidenza delle varie tipologie di ospiti nelle aziende agrituristiche esaminate (*) 71,8 Tipologie di ospiti Altro (Coppie, ecc.) 10,3 Comitive di anziani 15,4 Comitive di giovani 1,3 Studenti 15,4 Singles 70,5 Famiglie 0 20 40 60 80 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente più tipologie di ospiti. Tab. 5.10 – Composizione (%) degli arrivi negli agriturismi con servizio di alloggio esaminati per provenienza dei turisti (*) A rriv i (% ) T u ris ti ita lia n i n . a z ie n d e T u ris ti s tra n ie ri < 5 5 - 10 2 5 % 2 ,7 6 ,8 n . a z ie n d e 10 9 % 10 - 20 2 2 ,7 6 8 ,2 20 - 30 8 1 1 ,0 13 1 7 ,8 30 - 50 10 1 3 ,8 15 2 0 ,5 50 - 70 18 2 4 ,7 10 1 3 ,7 70 - 90 16 2 1 ,9 8 1 1 ,0 > 90 12 1 6 ,4 2 2 ,8 T o ta le 73 1 0 0 ,0 73 1 0 0 ,0 1 3 ,7 1 2 ,3 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 86 Tab. 5.11 – Permanenza media negli agriturismi con alloggio esaminati (*) Perm anenza m edia (gg) Aziende n. % 1-2 3-4 5-6 7-8 >8 N on risponde 18 31 4 4 0 16 24,6 42,5 5,5 5,5 0,0 21,9 T otale 73 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 5.1.3 L’ ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO L’esercizio dell’attività agrituristica comporta per le aziende agricole una crescita del numero di ore di lavoro, necessarie per la gestione dell’attività ricettiva e/o ristorativa e per tutte le attività connesse proposte agli ospiti (es. equitazione, piscina, ecc.). Ciò si traduce in una crescita della forza lavoro con benefiche conseguenze sull’economia di territori che, generalmente, presentano alti livelli di disoccupazione. L’indagine condotta relativamente all’organizzazione del lavoro nelle aziende agrituristiche ha messo in evidenza il ruolo determinante della famiglia. Difatti, l’83% delle aziende è gestito prevalentemente con manodopera familiare e soltanto il 17% degli imprenditori dichiara di non avere alcun familiare coinvolto nell’attività e di far ricorso al personale esterno. Dall’indagine è emerso (Tab. 5.12) che, il 30% delle aziende occupa nell’attività agrituristica solo un familiare, generalmente il coniuge, un quarto di esse coinvolge, rispettivamente, due e tre familiari ed il 14% addirittura 4 parenti e/o affini. Notevole anche il ricorso a manodopera esterna (84% delle aziende) con assunzioni, per lo più, a carattere stagionale. Più in dettaglio, il 21% delle aziende dichiara di avere solo un addetto esterno, il 16% di esse impiega 2 persone, appena il 14% le strutture che assorbono 3 persone. Modesto (9%) il numero di aziende che dichiarano più di 6 addetti esterni. 87 Complessivamente, soltanto il 25% della forza lavoro totale risulta assunta a tempo indeterminato, per contro, il 75% dei collaboratori ha un occupazione a tempo determinato. Tab. 5.12 – Consistenza della “forza lavoro” nelle aziende agrituristiche esaminate (*) Aziende con manodopera familiare n. % 82,1 64 Indicazioni Si No Totale Numero addetti: 1 2 3 4 5 6 più di 6 Aziende con manodopera esterna n. % 84,6 66 14 78 17,9 100,0 12 78 15,4 100,0 20 16 16 9 1 2 0 31,3 25,0 25,0 14,0 1,6 3,1 0,0 17 13 11 13 3 2 7 21,8 16,7 14,1 16,7 3,8 2,6 9,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 5.2 PRINCIPALI CARATTERI ECONOMICI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE La valutazione dei caratteri imprenditoriali ed economici relativi alle aziende agrituristiche incontra notevoli difficoltà a causa della scarsa collaborazione degli operatori nel fornire alcune notizie di carattere economico-finanziario. Dai dati raccolti emerge (Fig. 5.23) che, l’investimento per l’avvio dell’attività, nella maggior parte dei casi, è compreso tra i 200 ed i 500 mila euro, con punte superiori oscillanti tra 750-1.000 mila euro (12%) ed oltre 1 milione di euro (9%). 88 Per contro, quasi un quinto delle aziende dichiara investimenti iniziali inferiori ai 100 mila Euro. Tale investimento per il 30,4% delle aziende è stato totalmente autofinanziato, nel 58% dei casi è stato parzialmente autofinanziato, il 12,5% degli imprenditori hanno fatto ricorso anche al prestito bancario ordinario ed il 62% sono quelli che dichiarano di aver ricevuto incentivi pubblici POP o POR, Legge, 25/94, Legge 488-ambiente per l’avvio dell’attività. Tra i parametri economici che orientano la domanda e, conseguentemente, la redditività delle imprese agrituristiche, un ruolo importante assumono le tariffe praticate dagli operatori per i vari servizi offerti. A tal proposito, nella maggior parte delle aziende si osserva (Tab. 5.13) come il prezzo minimo e massimo, ossia quello applicato in bassa ed alta stagione, per l’alloggio in camera singola sia, per lo più, compreso tra i 31-50 Euro/notte, per arrivare, in un quarto dei casi agli 80-100 Euro/notte nei periodi di alta stagione. Per contro, il 35% delle strutture pratica per la camera singola un prezzo unico compreso tra 20-30 Euro/notte. Per la camera doppia, la maggior quota delle aziende indica tariffe minime tra 51-80 Euro/notte e massime tra 81-100 Euro/notte. Quasi un terzo le realtà con tariffe massime per camera doppia superiori ai 100 Euro/notte. Peraltro, in molti agriturismi esaminati, il prezzo per il servizio di alloggio viene indicato per persona/notte e risulta, per lo più, compreso tra 31-50 Euro/persona. Per quanto concerne la mezza pensione (Tab. 5.14), i prezzi minimi e massimi si attestano, in prevalenza, sui 41-60 Euro per arrivare ai 60-80 Euro/giorno/persona nei periodi di alta stagione. La pensione completa presenta, nella maggior parte dei casi, tariffe tra 61-80 Euro/giorno/persona. Il solo servizio di ristoro senza alloggio comporta dei costi compresi, per lo più, tra i 21-30 Euro/persona, bevande escluse. Nel 41% delle aziende esaminate il costo per pranzo e/o cena si aggira tra 15-20 Euro/persona, mentre marginale è la quota di agriturismi che praticano per la ristorazione prezzi superiori ai 30 Euro/persona (Tab. 5.15). Dall’analisi del fatturato, importante indicatore della redditività aziendale, emerge (Fig. 5.24) la profonda dicotomia esistente tra le imprese operanti nel settore. Da una parte, realtà ben consolidate ed organizzate (un quinto delle strutture esaminate) che presentano livelli di fatturato compresi tra i 100 mila Euro e gli oltre 89 200 mila Euro annui; dall’altra, imprese (quasi un quinto del campione) che indicano classi di fatturato tra 20 e 40 mila Euro/anno o, peggio ancora, al di sotto dei 20 mila Euro/anno (16% delle aziende). Modesta la quota (12%) di agriturismi con fatturato compreso tra i 60-100 mila Euro/anno. Appena, il 10,6% quelli che hanno dichiarato un volume d’affari tra 40-50 mila Euro/anno. Più in dettaglio, l’indagine sul peso percentuale delle varie attività aziendali alla formazione del ricavo d’impresa ha messo in luce (Tab. 5.16) che, il servizio di alloggio e quello di ristorazione, nella maggior parte delle aziende rilevate, concorre per il 31-50% alla formazione del ricavo aziendale, mentre la vendita diretta o a terze imprese dei prodotti aziendali contribuisce, per lo più, per il 5-10%. Per il 31% degli agriturismi esaminati alla vendita diretta è imputabile un contributo inferiore al 5%, stessa quota le realtà che indicano per tale attività entrate comprese tra il 5-10% del totale. Marginale (< 5%) il peso sul ricavo complessivo aziendale degli introiti derivanti dalla somministrazione di altri servizi aggiuntivi (equitazione, servizio lavanderia, ecc.). Fig. 5.23 - Incidenza degli investimenti per l'avvio dell'attività nelle aziende agrituristiche esaminate (*) 9,8 > 1000 Migliaia di Euro 750-1000 12,2 9,8 500 - 750 200 - 500 36,6 150 - 200 7,3 100 - 150 4,8 19,5 <100 0 5 10 15 20 25 30 35 40 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 90 Tab. 5.13 – Prezzi minimi e massimi praticati per l’alloggio nelle strutture agrituristiche esaminate (2006) (*) Classi di prezzi (Euro/giorno) < 20 20 - 30 31 - 50 51 - 80 81 - 100 > 100 Camera Singola Min. n. aziende 7 8 4 1 % 35,0 40,0 20,0 5,0 Max. n. aziende 5 1 2 - Camera Doppia % 62,5 12,5 25,0 - Min. n. aziende 5 17 2 3 % 18,5 63,0 7,4 11,1 Max. n. aziende 6 7 6 Prezzo a persona/notte % 31,6 36,8 31,6 Min. n. aziende 1 10 19 1 2 % 3,0 30,3 57,6 3,0 6,1 Max. n. aziende 2 19 3 1 % 8,0 76,0 12,0 4,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 91 Tab. 5.14 – Prezzi minimi e massimi praticati per la mezza pensione e per la pensione completa (Euro/giorno/persona) (*) Classi di prezzi (Euro/persona) < 30 30 - 40 41 - 60 61 - 80 81 - 100 100 - 120 > 120 M ezza Pensione Min. n. aziende 9 30 6 1 1 1 % - Max. n. aziende - 18,7 62,5 12,5 2,1 2,1 2,1 12 9 3 1 % - Pensione Com pleta Min. Max. n. aziende % n. aziende - 48,0 36,0 12,0 4,0 10 24 1 1 1 27,0 64,9 2,7 2,7 2,7 1 9 6 3 1 % 5,0 45,0 30,0 15,0 5,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Tab. 5.15 – Prezzi praticati per pranzo e/o cena senza alloggio (*) E u r o /p e r s o n a < 15 15 - 20 21 - 30 > 30 N o n r is p o n d e T o ta le A z ie n d e n. % 1 27 28 1 8 65 1 ,6 4 1 ,5 4 3 ,1 1 ,5 1 2 ,3 1 0 0 ,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 92 - Aziende agrituristiche classi di fatturato annuo Fig. Fig. 5.24 5.22 – Aziende agrituristiche per per classi di fatturato annuo (*) (*) 21,8 Non risponde 9,0 oltre 200.000 11,5 100.000-200.000 3,8 Fatturato annuo (Euro) 90.000-100.000 1,3 80.000-90.000 3,8 70.000-80.000 60.000-70.000 1,3 50.000-60.000 1,3 10,3 40.000-50.000 30.000-40.000 6,4 25.000-30.000 6,4 20.000-25.000 6,4 9,0 15.000-20.000 6,4 10.000-15.000 1,3 Meno di 10.000 0 5 10 15 20 25 % aziende (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 93 Tab. 5.16 – Contributo percentuale dei principali servizi agrituristici alla formazione del ricavo aziendale (*) Contributo % al ricavo aziendale <5 5 - 10 11 - 20 21 - 30 31 - 50 51 - 80 > 80 Alloggio n. aziende % 1,6 1 1,6 1 6,5 4 19,4 12 33,9 21 22,5 14 14,5 9 Ristorazione n. aziende % 3,5 2 7,0 4 8,8 5 7,0 4 36,8 21 28,1 16 8,8 5 Vendita prodotti aziendali n. aziende % 31,3 15 31,3 15 16,6 8 8,3 4 8,3 4 2,1 1 2,1 1 Equitazione n. aziende % 70,0 7 20,0 2 10,0 1 - Altri servizi n. aziende % 100,0 2 - (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 94 5.3 CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ E CERTIFICAZIONI AMBIENTALI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE La certificazione volontaria del sistema aziendale, ad opera di un Ente di Certificazione indipendente dall’impresa, rappresenta un valido strumento che consente di offrire ai clienti/consumatori una garanzia sulla gestione aziendale e, pertanto, costituisce un vantaggio competitivo per tutte quelle aziende, anche agroalimentari, che, costrette ad operare in un mercato sempre più concorrenziale, possono così acquisire quel vantaggio competitivo utile a mantenere le loro posizioni di mercato o, meglio ancora, accedere a nuovi spazi di mercato. I sistemi di certificazione volontaria possono avere per oggetto la gestione della qualità del sistema aziendale o anche il rispetto e la tutela dell’ambiente (“qualità ambientale”). Per quanto concerne i sistemi di gestione per la qualità, la normativa volontaria (UNI EN ISO 9001:2000) consente di avviare un processo continuo di miglioramento dell’organizzazione aziendale, attraverso il mantenimento di un sistema di qualità controllato e documentato, che permette di soddisfare i bisogni e le esigenze del cliente, di rispettare la normativa cogente e, nel contempo, di abbassare i costi della “non qualità”. In un mercato sempre più esigente, tale certificazione assume una forte valenza in termini di garanzia sull’affidabilità e serietà del prodotto/servizio offerto dall’azienda e, quindi, rappresenta un fattore di competitività commerciale. Peraltro, vista la crescente attenzione dei consumatori alle tematiche ambientali, per le aziende che considerano il rispetto dell’ambiente parte integrante della loro attività è fuor di dubbio il vantaggio competitivo derivante dall’implementazione di un sistema di gestione ambientale secondo la norma UNI EN ISO 14001. Quest’ultima, consente all’impresa di gestire la propria attività nella salvaguardia dell’ambiente, non solo attraverso il rispetto della legislazione ambientale vigente ma, anche, dotandosi di una propria politica ambientale con la quale l’imprenditore si impegna a migliorare continuamente le proprie prestazioni ambientali. Dall’indagine condotta nelle aziende agrituristiche, con riferimento alla valutazione della conoscenza dei sistemi certificati di gestione per la qualità e di gestione 95 ambientale è emerso (Tab. 5.17) che, purtroppo, tali normative sono ampiamente ignorate dagli operatori del settore. Più in dettaglio, maggiormente diffusa risulta la conoscenza dei sistemi di gestione per la qualità ISO 9001 (41% degli operatori intervistati), mentre appena un quarto sono quelli che conoscono la norma sui sistemi di gestione ambientale (ISO 14001). Tale conoscenza deriva, per lo più, da informazione fornita da terzi soggetti (consulenti per la certificazione d’impresa). Interessante osservare (Tab. 5.17), peraltro, la maggiore importanza attribuita dagli imprenditori alla certificazione del sistema di qualità (90% degli operatori consapevoli) rispetto a quella del sistema di gestione ambientale (70% degli operatori informati). D’altronde, la priorità attribuita alla certificazione di qualità (ISO 9001) emerge anche dai dati di consistenza delle imprese agrituristiche certificate e di quelle in corso di certificazione. Dalla comparazione dei dati si evince (Tab. 5.18) che, soltanto il 21% degli imprenditori che conoscono la certificazione di qualità hanno già implementato il sistema, mentre appena il 10% di quelli informati sulla ISO 14001 risultano avere tale certificazione. Secondo le dichiarazioni degli imprenditori informati su tali norme volontarie, le cause della loro modesta implementazione sono da ricercarsi, principalmente, nei costi eccessivi per ottenere e mantenere tali certificazioni. Al contempo, ciò ha dimostrato ancora una volta la mancanza d’informazione degli operatori circa le opportunità non sfruttate derivanti da diverse Misure del POR Sicilia 2000-2006 quali: la Misura 4.13 - sottomisura 4.13 b “Sostegno alla creazione, al riconoscimento comunitario ed al controllo dei prodotti regionali di qualità” che prevedeva dei contributi per l’introduzione nelle imprese dei sistemi di gestione per la qualità e di gestione ambientale, la Misura 4.06 “Investimenti aziendali per l’irrobustimento delle filiere agricola e zootecnica” con cui s’incentivava l’introduzione di tali sistemi di certificazione, e la Misura 4.09 “Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione” con la quale venivano concessi contributi per l’adeguamento degli impianti esistenti nelle imprese ai sistemi di gestione ambientale e per la qualità. Altre opportunità di finanziamento non sfruttate dal comparto agrituristico per l’implementazione dei sistemi di gestione certificati risultano inserite nell’iniziativa “Leader Plus” Sicilia 2000-2006. 96 Ciò dimostra, ancora una volta, il prevalente spirito individualistico di gestione che attanaglia il settore e che, spesso, si traduce in isolamento dalle opportunità di crescita qualitativa e competitiva del sistema impresa. Tab. 5.17 - Grado di conoscenza ed importanza delle norme volontarie di certificazione nelle aziende agrituristiche esaminate (*) ISO 9001 Indicazioni n. aziende Conoscenza della normativa e dei vantaggi del sistema di certificazione. Importanza della certificazione per l'imprenditore ISO 14001 % n. aziende % Si 32 41,0 20 25,6 No 46 59,0 58 74,4 Si 29 90,6 14 70,0 No 3 9,4 6 30,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Tab. 5.18 - Consistenza delle strutture agrituristiche esaminate con certificazioni volontarie e/o in corso di certificazione (*) ISO 9001 Indicazioni Certificazione In corso di certificazione n. aziende ISO 14001 Si No 7 71 % 9,0 91,0 n. aziende 2 76 Si 4 5,6 No 67 94,4 EMAS % 2,6 97,4 n. aziende 0 78 % 2 2,6 0 0,0 74 97,4 78 100,0 0,0 100,0 (*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. 97 6. ANALISI S.W.O.T. DEL SETTORE AGRITURISTICO SICILIANO Di seguito viene riportata l’analisi S.W.O.T., in cui si evidenziano i punti di forza e di debolezza, le opportunità ed i limiti del comparto agrituristico siciliano, strumento indispensabile ad individuare le priorità d’intervento necessarie a sostenere l’accrescimento di competitività del comparto esaminato. ANALISI SWOT Punti di forza - Ricco patrimonio storicoarcheologico e naturalistico; - Esistenza di numerose sagre e manifestazioni folkloristiche legate alla cultura siciliana; - Presenza di ambienti naturali ad elevata valenza sottoposti a tutela (parchi, riserve, ZPS, SIC, ecc.) ; - Ricco patrimonio enogastronomico; - Significativa presenza di prodotti tipici (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.) e di prodotti tradizionali e/o storici; - Diffuso senso dell’ospitalità; - Rispetto dei principi di tipicità dell’offerta enogastronomica; Punti di debolezza Opportunità - Basso profilo formativo degli operatori; - Crescente domanda, soprattutto estera, di questa forma alternativa di turismo; - resistenza all’associazionismo ed alla cooperazione; - associazioni di categoria operativamente assenti; - - scarsa capacità gestionale di molti operatori che si traduce anche in incapacità d’intercettare la domanda; - lento adeguamento alle normative e scarsa conoscenza della normativa di settore; - livello qualitativo prevalentemente medio-basso degli esercizi agrituristici; - modesta consistenza di aziende con certificazione di qualità (UNI EN ISO 9000) e di quelle con certificazione ambientale (UNI EN ISO 14001, EMAS); - - diffusa mancanza di sinergie con le realtà socio-culturali del territorio e con quelle imprenditoriali che realizzano produzioni di qualità riconosciute; - modesta presenza nell’offertaenograstronomica di prodotti tipici a denominazione di origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.), con conseguente - Rischi - Presenza di strutture ricettive non autorizzate che offrono servizi , spesso di bassa qualità, non rispondenti ai Destagionalizzazione dei principi della ricettività flussi turistici; agrituristica, creando confusione e sfiducia nel attivazioni di concrete potenziale agriturista; sinergie con le realtà imprenditoriali e socio- Offerta eno-gastronomica culturali del territorio non rispondente ai per realizzare itinerari principi di tipicità e/o tematici che, nell’ottica tradizione produttiva e di un’offerta turistica culinaria (ristoranti di integrata, possano campagna); contribuire a sviluppare - Spopolamento ed flussi turistici di una abbandono del territorio certa consistenza soprattutto da parte dei (ovvero sinergie con giovani; produttori di prodotti con denominazione di - Confusione del turista origine e/o di prodotti nell’individuazione tradizionali, maneggi, qualitativa della struttura strutture sportive, musei, (numero di spighe da 1 a cantine, frantoi, ecc.); 4 può creare confusione con le stelle facendo destagionalizzazione di credere al cliente abituato manifestazioni alle stelle che il livello folkloristiche e di altri qualitativo non supera le eventi culturali di grande 4 stelle); richiamo dei flussi, nell’ottica di - Domanda agrituristica destagionalizzazione assolutamente voluttuaria degli arrivi; e, quindi, influenzata dalla perdita del potere di massiccia campagna di acquisto di salari e promozione nelle stipendi; opportune sedi (BIT e altre fiere - Degrado estetico del internazionali), svolta da paesaggio e aumento del enti pubblici e/o misti, 98 venir meno del ruolo di volano di tali strutture nella promozione dei prodotti tipici riconosciuti ; - carenza organizzativa e scollegamento tra imprese ed operatori turistici (tour operator e/o centri specializzati in grado di gestire ed organizzare i flussi turistici); - Limitata attività di marketing e di adozione di adeguati strumenti e strategie di promozione e comunicazione (modesta capacità d’investire in pubblicità, promozione basata, per lo più, sul passaparola); - offerta di ospitalità piuttosto piatta dovuta, in particolar modo, all’assenza di iniziative di specializzazione delle strutture agrituristiche; - mancanza d’informazione e di conoscenza relativamente ai temi ed ai principi base dell’agriturismo; - stagionalizzazione dei flussi turistici con conseguente scarso utilizzo delle potenzialità ricettive del settore (indice di utilizzazione lorda dei posti letto esistenti negli agriturismi siciliani pari al 16%); mirata all’incremento destagionalizzato dei flussi e, quindi, del tasso di utilizzazione dei posti letto esistenti; rischio idrogeologico per diminuzione del presidio umano. - Implementazione di sistemi di gestione ambientale e di sistemi di qualità che rappresentano per le imprese un ritorno d’immagine ad alto valore aggiunto vista anche la possibilità di ridurre in questo modo i loro costi della “non qualità”. - Contenimento dei prezzi di pernottamento che devono risultare concorrenziali con quelli delle strutture ricettive tradizionali (alberghi, ostelli, ecc.); - Specializzazione dell’offerta agrituristica qualificando i servizi in relazione a target particolari; - Presenza di numerosi prodotti tipici che, anche se non riconosciuti ufficialmente, fanno parte e della tradizione culinaria siciliana. - riduzione della permanenza media (media regionale 2 notti di pernottamento). - scarsa presenza di circuiti ed itinerari tematici organizzati e realmente funzionanti; 99 Sulla base delle risultanze della suindicata analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e dei rischi per il settore agrituristico siciliano sono stati individuati i seguenti fabbisogni d’intervento: - Formazione specifica degli operatori; - Incentivazione del ricambio generazionale; - Investimenti sia strutturali, per ristrutturazione di edifici esistenti (es. casali e pertinenze) e per miglioramento dei comfort, nel rispetto dei principi di ruralità e di libertà di accesso a tutti i soggetti anche quelli diversamente abili; - Investimenti a sostegno d’interventi tecnologici (diffusione di sistemi di risparmio idrico ed energetico); - Investimenti per migliorare ed ampliare i servizi ricreativi e sportivi offerti (es. piscine, campi di calcetto, maneggi, ecc.) e per migliorare le infrastrutture esistenti (vie di collegamento); - Sostegno per la realizzazione, all’interno dell’azienda, di punti di vendita diretta dei prodotti agricoli; - Interventi volti a contenere l’offerta ristorativa alle dimensioni dell’offerta di ospitalità (limitazione dei posti alla ristorazione); - Incentivi volti a sostenere l’impiego diffuso, nel pacchetto eno-gastronomico, di prodotti a denominazione di origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.) che, notoriamente, comportano costi maggiori rispetto ai prodotti tradizionali non riconosciuti; - Investimenti finalizzati al miglioramento della qualità aziendale (contributi per la certificazione di qualità e per la certificazione ambientale), alla tutela dell’ambiente naturale e all’autosufficienza energetica; - Investimenti volti a sostenere campagne promozionali del settore; - Sostegno alle iniziative di cooperazione tra gli operatori agrituristici e gli altri attori presenti sul territorio, finalizzate ad una reale offerta turistica integrata; - Interventi per la costituzione di un centro specializzato per l’organizzazione e la gestione dei flussi agrituristici, finalizzato a creare il collegamento 100 mancante tra imprese agrituristiche e tour operators, nonché a stimolare processi di destagionalizzazione degli arrivi su un territorio ad alta valenza storico-naturalistica ed enogastronomica qual è quello siciliano; - Investimenti negli studi di settore utili, agli operatori ed alle istituzioni, per meglio comprenderne le dinamiche ed orientare le scelte gestionali, nell’ottica di accrescimento della relativa competitività. 101 7. CONCLUSIONI Negli ultimi anni, l’espansione dell’attività agrituristica, complementare ed alternativa a quella tradizionale d’offerta dei prodotti agricoli, è indicatore evidente della trasformazione che sta interessando il settore agricolo, sempre più alla ricerca di sistemi diversi d’integrazione del reddito e di miglioramento delle condizioni socio-economiche degli operatori che, com’è noto, sono “in primis” imprenditori agricoli. Quest’ultimi investiti - nell’ambito del ruolo multifunzionale riconosciuto all’azienda agricola anche dalle politiche comunitarie - della funzione di trovare il giusto connubio tra esigenze di tutela del territorio, dei valori rurali, ambientali e culturali e le necessità di una domanda turistica ad essi particolarmente attenta ed in continua evoluzione. In Italia, i dati relativi alla consistenza delle aziende agrituristiche mostrano, sia a livello complessivo che nelle singole tipologie di offerta, una crescita vertiginosa (+ 58% tra il 1998 ed il 2005) del settore che, pur tuttavia, rimane di nicchia nel panorama della ricettività turistica complessiva. Tale espansione strutturale, sostenuta anche dall’incremento della domanda di tale forma di turismo alternativo (+64% di arrivi rispetto al biennio 2000-2001) che ha generato anche significativi aumenti di fatturato del settore (+ 41% tra il 2001 ed il 2006), ha interessato maggiormente le regioni centro-meridionali e, in particolar modo, la Sicilia. Nell’Isola, tra il 2001-2006, la consistenza delle aziende agrituristiche è più che raddoppiata e quasi triplicata risulta la disponibilità dei posti letto. A livello territoriale, lo sviluppo strutturale ha coinvolto tutte le province siciliane interessando, principalmente, le zone costiere tirreniche e ioniche a maggiore vocazione turistica dove si riscontra, tra l’altro, una crescente domanda, prevalentemente italiana (69% degli arrivi dell’ultimo biennio), di tale forma di ospitalità. L’analisi dei principali caratteri strutturali delle imprese agrituristiche siciliane ha confermato la persistente frammentazione dell’offerta di ospitalità, con un numero medio di posti letto per azienda che, seppur in crescita rispetto al 2001, rimane 102 ancora modesto ma, comunque, superiore alla media nazionale (13 posti contro una media italiana di 12 letti per azienda). L’indagine campionaria ha, peraltro, evidenziato come tali imprese sono, per buona parte, di recente avvio (tra il 2001 ed il 2006), hanno prevalentemente forma giuridica di ditta individuale e sono guidate, per lo più, da operatori con formazione di livello superiore ed universitario che, nella maggior parte dei casi, hanno un’età avanzata (ultrasessantenni) e che, talvolta, sono anche liberi professionisti. Modesta è risultata la presenza di titolari d’impresa che hanno seguito specifici corsi di formazione per operatore agrituristico, mentre la stragrande maggioranza di essi (72%) si sono improntati operatori agrituristici. Inoltre, sul piano strutturale è stata osservata la prevalenza di aziende con dimensioni medio-piccole dedite, più che altro, a produzioni orticole ed olivicole, anche se non mancano quelle con coltivazioni frutticole, agrumicole e vitivinicole. Nel complesso, tali imprese risultano anche più attente all’ambiente; difatti, il 40% di esse realizzano produzioni biologiche certificate, 1 su 10 è in fase di conversione al biologico, mentre 3 su 10 pensano d’introdurre tali sistemi produttivi a ridotto impatto ambientale. Per contro, poco più di un terzo degli operatori considera inutile l’adozione della certificazione biologica non ritenendola un valido sistema di differenziazione del prodotto e di creazione di valore aggiunto, ma, bensì, soltanto un dispendioso sistema di accrescimento dei costi di gestione. Gli allevamenti, presenti soltanto nel 42% delle aziende esaminate, sono, per lo più, quelli avicoli, caprini ed equini, quest’ultimi destinati all’attività di equitazione; più contenuta la presenza di allevamenti di suini, ovini e bovini (33% delle aziende). L’analisi strutturale dell’offerta di ospitalità, ha messo in evidenza un buon livello qualitativo degli alloggi, costituiti in prevalenza da camere, quasi tutte dotate di bagno e di attrezzature (riscaldamento, aria condizionata, TV, ecc.) destinate a rendere sempre più confortevole e piacevole il soggiorno. Stesso livello di comfort è stato osservato per gli appartamenti indipendenti - unica forma di struttura ricettiva per il 23% delle imprese esaminate – che, nella maggior parte dei casi, risultano attrezzati anche di angolo cottura. Complessivamente, è stato rilevato anche un buon adeguamento delle imprese alla normativa per l’abbattimento delle barriere architettoniche che consente la fruibilità 103 delle strutture ai diversamente abili (l’86% delle aziende è dotata di alloggi e servizi per l’accoglienza dei portatori di handicap). Inoltre, sempre più, l’offerta agrituristica non si limita soltanto all’alloggio ma comprende servizi collaterali quali la ristorazione e servizi per attività sportive e culturali/ricreative. L’attività di ristorazione interessa oltre i ¾ degli agriturismi con alloggio esaminati e per una modesta quota (6,4%) di essi costituisce l’unica forma di ospitalità. Interessante osservare come, soltanto 1 azienda su 10, destini il servizio di ristoro esclusivamente agli ospiti alloggiati, mentre la quasi totalità vede in esso un valido strumento d’integrazione del reddito aziendale e, a tal fine, ha ampliato, talvolta eccessivamente, le strutture ristorative in modo da poter destinare il servizio anche agli ospiti di passaggio. In alcune realtà (7% del totale), sono stati rilevati più di 200 posti per la ristorazione; ciò fa pensare più a dei “ristoranti di campagna” senza connessione con i criteri di ospitalità rurale contenuta e di qualità che caratterizzano le vere strutture agrituristiche. In complesso, i posti per la ristorazione censiti nelle aziende del campione sono risultati 4,5 volte superiori a quelli per l’alloggio. Con riferimento alla qualità dell’offerta enogastronomica emerge come, l’attività di ristorazione rappresenti in primis un importante momento di valorizzazione dei prodotti dell’azienda. Difatti, il 12% degli operatori dichiara di destinare l’intera produzione alla ristorazione, oltre metà quelli che utilizzano per le preparazioni culinarie tra il 60 e 95% dei prodotti aziendali. I prodotti di qualità a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.), che ovviamente hanno costi maggiori, vengono impiegati soltanto nel 41% delle imprese con ristorazione esaminate, mentre, nella maggior parte dei casi, i menù prevedono l’uso di prodotti che fanno parte della tradizione colturale tipica della zona ma che non hanno alcun riconoscimento. Ciò è anche dovuto all’esigenza degli imprenditori agrituristici di contenere i costi per risultare competitivi con le strutture di ristorazione tradizionali. La carenza di adeguate sinergie tra le aziende agrituristiche e le realtà produttive del territorio emerge anche con riferimento alla vendita diretta dei prodotti, praticata da oltre i ¾ delle imprese. Tale attività - vista dagli operatori come importante strumento per internalizzare il valore aggiunto che, altrimenti, finirebbe nelle mani di 104 altri operatori della filiera agro-alimentare - riguarda, più che altro, i prodotti dell’azienda non certificati, soltanto il 32% delle imprese pone in vendita diretta anche alimenti a denominazione d’origine (soprattutto vini ed oli) di produzione propria e/o di altre imprese della regione. Tutto ciò comporta per le aziende agrituristiche il venir meno del loro ruolo di “vetrina dei prodotti agroalimentari di qualità” e, quindi, di promotori della riscoperta e valorizzazione dei prodotti tipici riconosciuti. Con riferimento ai servizi aggiuntivi (servizi sportivi, ricreativi e culturali), l’orientamento degli operatori è quello di proporre tipologie che ricalchino i modelli classici dell’offerta turistica ma in stretta connessione con lo spirito agrituristico. Difatti, accanto ai servizi per le classiche attività sportive e ludico-ricreative (piscina, campo di calcetto, bocce, biliardo, ecc.), sono presenti proposte per la valorizzazione dei beni ambientali presenti sul territorio (attività di trekking, equitazione, corsi di cucina tipica, ecc.). Peraltro, sempre più diffusa è l’organizzazione di visite guidate alle attività aziendali e/o lungo percorsi naturalistici. Marginale risulta, invece, l’integrazione delle aziende agrituristiche con realtà economico-ricreative del territorio quali: mostre, mercati e sagre. Inoltre, bisogna sottolineare come, in un sistema di mercato sempre più basato sul credito al consumo, la contenuta presenza di strutture (57% del totale) che accettano pagamenti con carte di credito genera, indubbiamente, influenze negative sui livelli di domanda per quelle realtà non adeguate ai nuovi sistemi di pagamento. Le strategie promozionali e commerciali adottate dagli imprenditori agrituristici siciliani sono prevalentemente basate sul passaparola e sul sistema cibernetico (siti internet); scarsamente diffuso, visti gli elevati costi, il ricorso a pubblicità su riviste specializzate e o TV nazionali e/o locali. Peraltro, estremamente modesta è la quota (6,4%) di agriturismi che fanno parte di consorzi di settore, a conferma del prevalente spirito individualistico di gestione che, ovviamente, rappresenta una grossa limitazione sia per l’implementazione di politiche di sviluppo integrato del territorio, sia per le piccole realtà agrituristiche che, talvolta fuori dagli itinerari dei principali flussi turistici, laddove non dispongano di sufficienti risorse finanziarie da poter investire per un’adeguata promozione individuale, rischiano la marginalizzazione. Situazione questa, evidenziata anche dalla profonda dicotomia tra 105 i livelli di fatturato delle aziende esaminate che vede premiate le strutture ben consolidate, con un’offerta di servizi qualificata e diversificata (i cui livelli di fatturato sono compresi tra 100 mila ed oltre 200 mila Euro/anno), diversamente dalle piccole realtà agrituristiche che dichiarano un fatturato inferiore ai 20 mila Euro/anno. Un altro limite del settore è rappresentato dal lento adeguamento alle normative applicabili, in parte dovuto alla non conoscenza della legislazione di settore (il 60% degli operatori intervistati non conosce e/o non ha richiesto la riclassificazione “in spighe” dell’azienda, secondo quanto disposto dal Decreto Assessoriale per le strutture agrituristiche entrato in vigore nel Marzo del 2006). Anche la scarsa presenza di strutture agrituristiche con certificazione di qualità (UNI EN ISO 9001) e, ancor di più, di quelle con certificazione ambientale (UNI EN ISO 14001, EMAS) costituisce, un punto di debolezza. La certificazione volontaria del sistema aziendale è, per il consumatore, una garanzia della qualità dei servizi offerti e, quindi, rappresenta un vantaggio competitivo per tutte quelle imprese certificate che, costrette ad operare in un mercato sempre più concorrenziale, possono così mantenere più facilmente la posizione acquisita o, meglio ancora, accedere a nuovi spazi di mercato, vista la crescente richiesta di “qualità” da parte dei consumatori. Le motivazioni della scarsa diffusione delle certificazioni volontarie nel settore agrituristico siciliano sono da ricercarsi, in parte, nell’ignoranza della normativa volontaria (il 59% degli operatori non conosce i sistemi di gestione per la qualità ed il 75% ignora quelli di gestione ambientale) e, in parte, negli elevati costi necessari all’implementazione di tali sistemi di gestione certificati. A tal proposito, è emerso che gran parte degli operatori ignora l’esistenza di strumenti di sostegno pubblico previsti per l’implementazione di tali sistemi di gestione (es. contributi delle Misure 4.06, 4.09, 4.13 b del POR Sicilia 2000-2006). Dal lato della domanda - caratterizzata in prevalenza da un turismo regionale (63% degli arrivi sono turisti siciliani) sempre più “mordi e fuggi”- oltre alla contrazione della permanenza media, un punto debole del comparto agrituristico siciliano è la concentrazione dei flussi nei mesi estivi, che comporta elevati tassi d’inutilizzo delle potenzialità ricettive lorde e nette (l’86% delle giornate letto lorde ed il 77% di 106 quelle nette), del tutto inaccettabili viste anche le particolari condizioni climatiche favorevoli di cui gode, per gran parte dell’anno, il territorio siciliano. Ciò sottolinea, ancor di più, la necessità di adeguate ed efficaci campagne promozionali del settore, ad opera di enti pubblici e/o misti che, supportate da un’adeguata programmazione scaglionata di eventi culturali di grande richiamo dei turisti, puntino ad una “destagionalizzazione” dei flussi, garantendo livelli accettabili di utilizzo delle strutture e, nel contempo, un sostegno costante e non periodico all’economia dei territori interessati. Interessanti prospettive di sviluppo per il comparto sono legate alla crescente domanda, anche da parte di turisti, provenienti da Paesi emergenti sia europei che extraeuropei, sempre più attratti dalle peculiarità pedo-climatiche, storicoarchitettoniche e naturalistiche dell’Isola, nonché da un patrimonio enogastronomico ricco di prodotti tipici di qualità, riconosciuta e non, tradizionali dell’arte culinaria siciliana. Vista la tendenza dei consumatori a ricercare pacchetti turistici completi diviene sempre più urgente la necessità di superare il diffuso spirito individualistico di gestione per facilitare l’attivazione di sinergie con le realtà socio-economiche e culturali del territorio, realizzando itinerari tematici che, nell’ottica di un’offerta turistica integrata, possano contribuire a sviluppare flussi agro-turistici di una certa consistenza, con ripercussioni positive sulla crescita economica di tali aziende e delle aree rurali in cui esse operano, in piena sintonia con il ruolo multifunzionale attribuito all’attività agrituristica. 107 BIBLIOGRAFIA P. PARISI – C. MAZZAMUTO (2002) – “L’agriturismo in Sicilia:dalla legge regionale ad oggi” - Annali della Facoltà di Economia dell’Università di Catania, Anno XLVIII, p. 333- 441 A. CELANT – C. MAGNI (2001) - “Sviluppo rurale e agriturismo di qualità nel Mezzogiorno: il caso delle regioni Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia” – Patron Editore, Cap IX – “L’agriturismo in Sicilia” – V. RUGGIERO – L. SCROFANI (a cura di) LEGGE 20 febbraio 2006, n. 96 “Disciplina dell'agriturismo”. ASSESSORATO DELL’AGRICOLTURA E DELLE FORESTE – Dipartimento Regionale Interventi Strutturali – Servizio IV – “Elenco Ufficiale aziende agrituristiche autorizzate” - Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana n. 55 - Parte I – del 1 Dicembre 2006. ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE - “DECRETO 28 maggio 2004. Disposizioni in materia di agriturismo” – Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana del 29/05/2004 ASSESSORATO DELL’AGRICOLTURA E DELLE FORESTE – Dipartimento Regionale Interventi Strutturali – Servizio IV - “D. D. G. n. 175 del 28/02/2006. Classificazione in spighe delle aziende agrituristiche” – www.regione.sicilia.it ISTAT AGRICOLTURA - STATISTICHE IN BREVE – “Le aziende agrituristiche in Italia al 31 dicembre 2003”, Settembre 2005 – www.istat.it ISTAT AGRICOLTURA - STATISTICHE IN BREVE – “Le aziende agrituristiche in Italia al 31 dicembre 2005”, Aprile 2007 – www.istat.it ISTAT – “Annuario Statistico Italiano 2002” – www.istat.it 108 ISTAT – “Annuario Statistico Italiano 2006” – www.istat.it CIA – Turismo Verde – “L’identikit dell’agriturista” – www.cia.it V. PARMEGIANO PALMERI, L. ARCAMONE, N. FALOCCI, A. LELLI L’agriturismo in Italia ed in Umbria, Giugno 2006. PROGETTO PON OB. 3 IT 053, PO 007, AVVISO 6/01 FASCICOLO N. 184 “Nuovi modelli di formazione continua per il settore agricolo legati a nuove forme flessibili di lavoro e ai mutamenti dell’organizzazione del lavoro” - “Manuale di Marketing” – I.R.I.P.A. (Istituto Regionale Interventi Promozionali Agricoltura) Federazione Regionale Coldiretti Toscana. C. LA MALFA - “Indagine sulle aziende agrituristiche siciliane e relativa offerta enogastronomica” - Report 2005 - CORERAS – http://www.coreras.it. C. LA MALFA – “Analisi d’impatto della Politica Strutturale 2000-2006 nel settore agrituristico in Sicilia” – Report 2006, CORERAS – http://www.coreras.it. REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE CORERAS – “La qualità certificata nel sistema agroalimentare italiano” – Rapporto 2004 – OESAAS. AGRITURIST - “ Statistiche Agriturismo, Consuntivo 2006 previsioni 2007” – http://www.agriturist.it. C. MARINO – Database Flussi turistici provinciali (anni dal 2000 al 2005)Osservatorio Turistico - Regione Siciliana, 2006. REGIONE SICILIANA – ASSESSORATO DEL TURISMO DELLE COMUNICAZIONI E DEI TRASPORTI – “Primo Rapporto sul Turismo in Sicilia” – Mercury S.r.l., 2001 - http://www.regione.sicilia.it/turismo/. 109 REGIONE SICILIANA – ASSESSORATO DEL TURISMO DELLE COMUNICAZIONI E DEI TRASPORTI – “Rapporto sul turismo in Sicilia 20022003. Scenari italiani ed internazionali 2004. Analisi – Riflessioni – Commenti” http://www.regione.sicilia.it/turismo/. 110 INDICE DELLE TABELLE TAB. 2.1 - DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE IN ITALIA PER REGIONE ................................................................................... 15 TAB. 2.2 - DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE ALL’ALLOGGIO IN ITALIA .................................................................................. 16 TAB. 2.3 - DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE ALLA RISTORAZIONE.............................................................. 17 TAB. 2.4 - DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE ALLA DEGUSTAZIONE ............................................................ 18 TAB. 2.5 - DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ITALIANE AUTORIZZATE AD “ALTRE ATTIVITÀ” ...................................................................................... 19 TAB. 2.6 - EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RICETTIVA DEGLI AGRITURISMI PER REGIONE .......................................................................... 20 TAB. 2.7 - DINAMICA DEGLI ARRIVI COMPLESSIVI E VERSO GLI AGRITURISMI IN ITALIA.............................................................................. 22 TAB. 2.8 - DINAMICA DELLE PRESENZE TURISTICHE COMPLESSIVE E NEGLI AGRITURISMI IN ITALIA ..................................................................... 22 TAB. 2.9 - EVOLUZIONE DELLA PERMANENZA MEDIA NELLE STRUTTURE RICETTIVE E NEGLI AGRITURISMI IN ITALIA ......................... 23 TAB. 2.10 - DINAMICA DEGLI ARRIVI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ITALIANE PER REGIONE ................................................... 25 TAB. 2.11 - DINAMICA DELLE PRESENZE NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ITALIANE PER REGIONE ................................................... 27 111 TAB. 2.12 - PERMANENZA MEDIA NEGLI AGRITURISMI ITALIANI PER REGIONE.................................................................................................... 28 TAB. 2.13 - EVOLUZIONE DEL FATTURATO ANNUO DEL SETTORE AGRITURISTICO IN ITALIA ................................................................................ 28 TAB. 3.1 - EVOLUZIONE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE IN SICILIA PER PROVINCIA ................................................... 34 TAB. 3.2 - EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RICETTIVA NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE IN SICILIA PER PROVINCIA .............................................. 35 TAB. 3.3 - DINAMICA DELL’OSPITALITÀ ALL’APERTO (POSTI PER AGRICAMPEGGIO) NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVINCIA ......... 37 TAB. 3.4 - EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RISTORATIVA NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ................ 38 TAB. 3.5 - DINAMICA DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI IN SICILIA E PER PROVINCIA ............................................................................................ 43 TAB. 3.6 - DINAMICA DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVENIENZA .................................................................................................. 44 TAB. 3.7 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVINCIA .............................................................................. 45 TAB. 3.8 - DINAMICA DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVINCIA .............................................................................. 45 TAB. 3.9 - DINAMICA DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVENIENZA ........................................................................ 46 TAB. 3.10 - COMPOSIZIONE % DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVINCIA ............................................................................. 47 112 TAB. 3.11 - PERMANENZA MEDIA (GIORNI) DI ITALIANI E STRANIERI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ................. 48 TAB. 3.12 - INCIDENZA DELLA DOMANDA AGRITURISTICA SUL SETTORE EXTRALBERGHIERO E SU QUELLO TURISTICO IN SICILIA ...................................................................................... 49 TAB. 3.13 - EVOLUZIONE DELL'INDICE DI UTILIZZAZIONE LORDA DEGLI AGRITURISMI: CONFRONTO ITALIA, SICILIA E PROVINCE .......................... 54 TAB. 5.1 - CONSISTENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE DEL CAMPIONE RILEVATO PER PROVINCIA ......................................................... 59 TAB. 5.2 - ETÀ DEL TITOLARE ........................................................................................... 61 TAB. 5.3 - AVVIO ATTIVITÀ AGRITURISTICA .................................................................... 61 TAB. 5.4 - AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE PER CLASSI DI SUPERFICIE..................................................................................... 63 TAB. 5.5 - CARATTERISTICHE DELL’OSPITALITÀ AGRITURISTICA NELLE AZIENDE ESAMINATE .......................................................................... 70 TAB. 5.6 - AZIENDE AGRITURISTICHE CON RISTORAZIONE ESAMINATE PER CLASSI DI POSTI DISPONIBILI................................................................. 73 TAB. 5.7 - AZIENDE AGRITURISTICHE CON ALLOGGIO PER TIPOLOGIA DI OSPITALITÀ OFFERTA ................................................................................. 74 TAB. 5.8 - CONSISTENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE DEL CAMPIONE CON CLASSIFICAZIONE IN SPIGHE ........................................... 84 TAB. 5.9 - EVOLUZIONE DEI FLUSSI DI “AGRITURISTI” NELLE AZIENDE DEL CAMPIONE (2006/2005) ........................................................... 86 TAB. 5.10 - COMPOSIZIONE (%) DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI CON SERVIZIO DI ALLOGGIO ESAMINATI PER PROVENIENZA DEI TURISTI...... 87 113 TAB. 5.11 - PERMANENZA MEDIA NEGLI AGRITURISMI CON ALLOGGIO ESAMINATI ........................................................................................................ 88 TAB. 5.12 - CONSISTENZA DELLA “FORZA LAVORO” NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ........................................................................ 89 TAB. 5.13 - PREZZI MINIMI E MASSIMI PRATICATI PER L’ALLOGGIO NELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE ESAMINATE .................................... 92 TAB. 5.14 - PREZZI MINIMI E MASSIMI PRATICATI PER LA MEZZA PENSIONE E PER LA PENSIONE COMPLETA (EURO/GIORNO/PERSONA) ................... 93 TAB. 5.15 - PREZZI PRATICATI PER PRANZO E/O CENA SENZA ALLOGGIO................. 93 TAB. 5.16 - CONTRIBUTO PERCENTUALE DEI PRINCIPALI SERVIZI AGRITURISTICI ALLA FORMAZIONE DEL RICAVO AZIENDALE .................. 95 TAB. 5.17 - GRADO DI CONOSCENZA ED IMPORTANZA DELLE NORME VOLONTARIE DI CERTIFICAZIONE NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ....................................................................... 98 TAB. 5.18 - CONSISTENZA DELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE ESAMINATE CON CERTIFICAZIONI VOLONTARIE E/O IN CORSO DI CERTIFICAZIONE ............................................................... 98 114 INDICE DELLE FIGURE FIG. 2.1 - INCIDENZA DEL COMPARTO AGRITURISTICO SUL SETTORE TURISTICO IN ITALIA .................................................................... 14 FIG. 2.2 - EVOLUZIONE DELLA RICETTIVITA’ MEDIA NEGLI AGRITURISMI ITALIANI ................................................................................... 21 FIG. 2.3 - INCIDENZA DELLA DOMANDA AGRITURISTICA SUL SETTORE EXTRALBERGHIERO NELLE REGIONI ITALIANE (2005) ............. 26 FIG. 3.1 - INCIDENZA DEL SETTORE AGRITURISTICO SU QUELLO EXTRALBERGHIERO E TURISTICO IN SICILIA .............................................. 33 FIG. 3.2 - INCIDENZA DELL’OFFERTA RICETTIVA AGRITURISTICA SUL SETTORE EXTRALBERGHIERO E TURISTICO IN SICILIA ............................ 33 FIG. 3.3 - EVOLUZIONE DELLA RICETTIVITA’ MEDIA NEGLI AGRITURISMI IN SICILIA E PER PROVINCIA .......................................................................... 36 FIG. 3.4 - DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE AD “ALTRE ATTIVITÁ” IN SICILIA ED IN ITALIA .................................................... 39 FIG. 3.5 - INDIRIZZI PRODUTTIVI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE ....... 39 FIG. 3.6 - PRINCIPALI INDIRIZZI PRODUTTIVI PRESENTI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ............................................. 40 115 FIG. 3.7 - INCIDENZA DEL “BIOLOGICO” NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ............................................................................. 41 FIG. 3.8 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVENIENZA .......................................................................................... 50 FIG. 3.9 - COMPOSIZIONE % DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVENIENZA .......................................................................................... 51 FIG. 3.10 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI REGIONI ITALIANE DI PROVENIENZA (2006).................................................................. 52 FIG. 3.11 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI PAESI EUROPEI DI PROVENIENZA (2006).................................................................. 53 FIG. 3.12 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI PAESI EXTRAEUROPEI DI PROVENIENZA (2006)...................................................... 53 FIG. 3.13 - INDICE DI UTILIZZAZIONE NETTA DELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE IN SICILIA E PER PROVINCIA (2006) ................................ 55 FIG. 5.1 - FORMA GIURIDICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE DEL CAMPIONE ............................................................................................... 60 FIG. 5.2 - AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE PER ZONA ALTIMETRICA ................................................................................................... 60 116 FIG. 5.3 - TITOLO DI STUDIO DEGLI OPERATORI AGRITURISTICI DEL CAMPIONE ................................................................................................. 61 FIG. 5.4 - QUOTA DI GESTORI RESIDENTI IN AZIENDA ................................................ 62 FIG. 5.5 - QUOTA DI GESTORI CHE HANNO SEGUITO CORSI DI FORMAZIONE PER OPERATORE AGRITURISTICO ...................................... 62 FIG. 5.6 - LINGUE STRANIERE PARLATE NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ...................................................................... 63 FIG. 5.7 - INCIDENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE IN FUNZIONE DEL PERIODO DI APERTURA .......................................................................... 64 FIG. 5.8 - INCIDENZA DI PRODOTTI FRESCHI E TRASFORMATI REALIZZATI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ......................... 66 FIG. 5.9 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE .............................................. 67 FIG. 5.10 - INCIDENZA DEI PRODOTTI DA ALLEVAMENTI AZIENDALI NELL’ATTIVITÁ DI RISTORAZIONE DEGLI AGRITURISMI RILEVATI............. 67 FIG. 5.11 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI ATTREZZATURE NELLE CAMERE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ................. 71 FIG. 5.12 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI ATTREZZATURE NEGLI APPARTAMENTI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ........................................................................... 71 117 FIG. 5.13 - ACCESSIBILITÁ AI DISABILI DELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE ......... 72 FIG. 5.14 - QUOTA DI PRODOTTI AZIENDALI DESTINATI ALLA RISTORAZIONE NEGLI AGRITURISMI ESAMINATI ........................................ 75 FIG. 5.15 - QUOTA DI AGRITURISMI CHE UTILIZZANO NELL’ATTIVITÁ DI RISTORAZIONE PRODOTTI A MARCHIO DOP/IGP – DOC-DOCG/IGT .............................................................................. 75 FIG. 5.16 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI SPORTIVI E RICREATIVI OFFERTI DALLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE............................................................................ 78 FIG. 5.17 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI TURISTICI E/O NATURALISTICI OFFERTI DALLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ........................................................................... 79 FIG. 5.18 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI AGGIUNTIVI OFFERTI DALLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ............................. 80 FIG. 5.19 - PRINCIPALI FORME DI PROMOZIONE DELL’ATTIVITÁ AGRITURISTICA NELLE AZIENDE DEL CAMPIONE ....................................... 82 FIG. 5.20 - FORME DI COMMERCIALIZZAZIONE IMPIEGATE NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ....................................................................... 83 FIG. 5.21 - EVOLUZIONE DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI DEL CAMPIONE (2006/2005) .................................................. 86 118 FIG. 5.22 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI OSPITI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ..................................................................... 87 FIG. 5.23 - INCIDENZA DEGLI INVESTIMENTI PER L’AVVIO DELL’ATTIVITÁ NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ............. 91 FIG. 5.24 - AZIENDE AGRITURISTICHE PER CLASSI DI FATTURATO ANNUO ........... 94 119