l`agriturismo in sicilia: stato dell`arte e prospettive

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l`agriturismo in sicilia: stato dell`arte e prospettive
Regione Siciliana
PROGETTO DI RICERCA
L’AGRITURISMO IN SICILIA:
STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE
Ricerche nell’ambito delle attività istituzionali
dell’Osservatorio sul Sistema dell’Economia
Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS)
Responsabile della Ricerca:
Dott. Carmela LA MALFA
_____________________________
CATANIA, Dicembre 2007
I
Si ringraziano per la cortese collaborazione:
-
Dott. D. Carta, Dirigente Servizio IV – Dipartimento Interventi Strutturali,
U.O.B n. 19 - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste.
-
Sig. G. Provito, Sig. O. Mastrangelo – Dipartimento Interventi Strutturali,
U.O.B n. 19 - Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste.
-
Dott. G. Messina
– Dipartimento Interventi Strutturali, U.O.B n. 19 -
Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste.
-
Dott. C. Marino – Funzionario dell’Osservatorio Turistico – Regione Siciliana.
II
INDICE
PREMESSA .............................................................................................................................. 1
1. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ................................................................... 3
1.1
LA NORMATIVA COMUNITARIA E NAZIONALE........................................................3
1.2
LA NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA................................................................6
2. L’AGRITURISMO IN ITALIA ............................................................................................. 12
2.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA............................................................12
2.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA......................................................22
3. L’AGRITURISMO IN SICILIA ........................................................................................... 31
3.1
EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA ..........................................................31
3.2
EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA.....................................................41
4 . METODO D’INDAGINE .................................................................................................... 56
5. ANALISI DEI RISULTATI ................................................................................................ 58
5.1
PRINCIPALI CARATTERI STRUTTURALI DELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE IN SICILIA .......................................................................................58
5.1.1
LA STRUTTURA DELL’OFFERTA AGRITURISTICA ............................................. 68
5.1.2
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA AGRITURISTICA.......... 84
5.1.3 L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ....................................................................... 87
5.2 PRINCIPALI CARATTERI ECONOMICI DELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ..........................................................................................................88
5.3
CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ E CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE.......................................................95
6. ANALISI S.W.O.T. DEL SETTORE AGRITURISTICO SICILIANO.................................. 98
7. CONCLUSIONI ................................................................................................................ 102
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................... 108
INDICE DELLE TABELLE .................................................................................................. 111
INDICE DELLE FIGURE ..................................................................................................... 115
II
PREMESSA
Nell’ambito delle politiche comunitarie di sviluppo rurale, per il miglioramento della
competitività delle imprese agricole, un ruolo centrale è riconosciuto alle attività
complementari ed alternative alla tradizionale offerta di prodotti agricoli, tra i quali
rientra l’attività agrituristica. Quest’ultima, creando fonti alternative di reddito
contribuisce alla diversificazione economica del territorio consentendo, al contempo,
il recupero di risorse che altrimenti rischiano di scomparire (produzioni agroalimentari
tradizionali), di degradarsi (paesaggio rurale, edifici rurali, monumenti, ecc.) e/o di
rimanere sotto-utilizzate. Peraltro, il forte aumento della domanda di servizi e strutture
finalizzate alla vacanza e/o soggiorni in campagna, quale risposta ad iniziative di
valorizzazione turistica del territorio, ha contribuito a diffondere una maggiore
consapevolezza delle opportunità di sviluppo offerte da un uso sostenibile e integrato
delle risorse locali.
Lo sviluppo del comparto agrituristico - che, com’è noto, nel panorama del turismo
rurale europeo costituisce sul piano normativo una specificità esclusivamente
italiana - è correlato anche alla crescente attenzione degli operatori alle esigenze della
clientela sempre più esigente. Tale fenomeno li ha spinti ad incamminarsi verso un
percorso che ha visto, soprattutto negli ultimi anni, crescere il livello qualitativo dei
servizi, sostenuto anche da apposite normative che garantiscono specifici livelli di
qualità (di prodotti e/o di servizi) e sicurezza in un’ottica di massima soddisfazione
dei clienti/consumatori.
In tale contesto la ricerca, condotta mediante un’indagine campionaria, si propone di
analizzare l’evoluzione del comparto e di valutarne le prospettive di sviluppo.
In particolare, l’indagine è finalizzata a cogliere i principali caratteri strutturali ed
economici delle aziende agrituristiche siciliane ed a valutare le differenti tipologie di
servizi offerti alla clientela, alla luce delle principali tendenze che caratterizzano
l’evoluzione della domanda. La ricerca intende, inoltre, porre l’accento sulla
composizione dell’offerta enogastronomica proposta dalle imprese rilevate - dato il
peso significativo che questa assume nelle strategie di differenziazione e di
“attrazione” della clientela oltre che di fatturato - valutando il grado di impiego
nell’offerta ristorativa delle produzioni di qualità a denominazione d’origine (DOP,
IGP, DOC, IGT, ecc). Peraltro, si propone di verificare il ruolo di tali aziende nel
contesto territoriale nel quale esse operano, in termini di componente strategica di
sviluppo, valutandone il livello d’integrazione con il territorio circostante e la
presenza di sinergie con le realtà economiche del territorio, sia in termini di proposta
di vendita diretta di prodotti “tipici”, sia di visite al patrimonio storico-architettonico,
ecc.
La ricerca ha, tra l’altro, lo scopo di verificare il grado di conoscenza e
l’implementazione nelle aziende agrituristiche siciliane dei sistemi certificati di
gestione per la qualità (UNI EN ISO 9000) e/o di gestione ambientale (UNI EN ISO
14000) e le motivazioni della loro non applicazione.
Infine, si analizzeranno i punti di forza e di debolezza, le opportunità ed i rischi del
comparto (SWOT Analysis), indispensabile base di partenza per l’individuazione dei
relativi fabbisogni d’intervento, utile supporto per l’orientamento delle decisioni
pubbliche degli organi istituzionali locali, nell’ottica di accrescimento della
competitività del comparto agrituristico siciliano.
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1. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
1.1 LA NORMATIVA COMUNITARIA E NAZIONALE
Le prime misure comunitarie a favore dell’agriturismo e del turismo rurale risalgono
alla metà degli anni ’80 con i regolamenti CEE n. 797 e n. 2088 del 1985. In
particolare, il primo concedeva, all’interno del regime di aiuti agli investimenti in
aziende agricole per i piani di miglioramento, la possibilità di effettuare investimenti
a carattere turistico o artigianale nelle zone svantaggiate; mentre il secondo,
prevedeva la concessione di incentivi per l’adeguamento dei fabbricati rurali destinati
allo svolgimento di attività turistiche e per interventi di promozione del turismo in
aree rurali.
L’attuale sviluppo del settore agrituristico, è legato al ruolo dei Regolamenti
Comunitari, emanati nel 1999, in approvazione della riforma dei Fondi Strutturali e
quelli relativi alle politiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. In particolare, il
Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEAOG (CE 1257/1999),
diretto ad incentivare e sostenere processi di sviluppo rurale integrato e sostenibile,
all’art. 33, prevede tre misure per la diversificazione aziendale ed economica, di cui
la Misura “p” relativa a “Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle
attività affini” individua, tra l’altro, interventi a sostegno d’investimenti aziendali per
attività e strutture agrituristiche.
Recentemente, nuova enfasi al ruolo multifunzionale dell’impresa agricola è stata
data dalla nuova PAC, a cui il secondo pilastro (le politiche di sviluppo rurale) ha
attribuito maggiore centralità con misure strutturali destinate al potenziamento del
settore agricolo, agroalimentare e forestale; alla salvaguardia dell’ambiente e del
patrimonio rurale; al miglioramento della competitività nelle zone rurali mediante la
diversificazione del tessuto produttivo. Interventi, quest’ultimi, che travalicano la
logica strettamente settoriale e mirano, mediante l’incentivazione di attività
complementari ed alternative alla tradizionale offerta di prodotti agricoli
(quali:l’attività agrituristica, la ristrutturazione ed l’adeguamento di fabbricati rurali,
la realizzazione di strutture sportive e ricettive, l’adeguamento e riadattamento di
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spazi aperti per le varie attività agrituristiche, ecc.), alla diversificazione economica
del territorio, creando fonti alternative di reddito.
La normativa italiana in materia di agriturismo, nonostante la prima legge quadro è
stata emanata nel 1985, risale agli inizi degli anni ’50. Difatti, con la legge 991 del
1952 ai coltivatori diretti è stata riconosciuta la possibilità di accedere a mutui per
migliorie di carattere igienico e ricettivo da eseguirsi in strutture interne all’azienda
agricola destinate ad ospitare i turisti. Successivamente, la legge 352/76, in attuazione
della Direttiva Comunitaria sull’agricoltura di montagna e sulle aree svantaggiate
(Dir. 268/75), ha previsto (art.10) anche la possibilità di accedere a finanziamenti
pubblici per effettuare investimenti di carattere turistico o artigianale realizzati
nell’ambito dell’azienda agricola. Tale norma si è rivelata innovativa sia perché ha
consentito, per l’esercizio dell’attività ricettiva, l’impiego di altre unità immobiliari
interne all’azienda non adibite ad abitazione privata del proprietario, sia perché ha
dato l’opportunità di praticare attività artigianali all’interno dell’unità produttiva.
Ciononostante, giuridicamente non veniva riconosciuta la polivalenza dell’attività
agricola e si riteneva che l’attività turistica espletata in un’azienda agricola fosse
“collaterale ed estranea all’attività agraria in senso stretto” e da considerarsi
commerciale.
Soltanto dopo l'introduzione della Legge Quadro n. 730/1985 “Disciplina
dell’Agriturismo”, che ha regolato fino a tutto il 2005 l'attività del settore,
l’agriturismo1 ha ottenuto una sua collocazione nel panorama delle attività
imprenditoriali. Con tale normativa, si è evidenziata la necessità di monitorare il
rapporto di complementarietà tra le due attività, al fine di garantire la predominanza
dell’attività agricola su quella turistica, onde prevenire la dismissione della prima a
favore della seconda. Tali indicazioni sono scaturite nella successiva circolare
ministeriale n° 10 del 27.06.1986 nella quale, per definire il rapporto di connessione
tra le due attività e valutare l’integrazione del reddito agricolo con quello proveniente
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L’articolo 2 della legge 730/85 definisce giuridicamente l’attività agrituristica la quale
“…comprende, esclusivamente, le attività di ricezione ed ospitalità esercitate da imprenditori agricoli
di cui all’art 2135 del codice civile, singoli o associati, e da loro familiari di cui all’art 230 bis del
c.c., attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione e complementarietà
rispetto alla coltivazione del fondo, silvicoltura ed allevamento del bestiame, che devono comunque
rimanere le attività principali dell’azienda”.
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dall’attività agrituristica, è stata indicata la preferenza del criterio del lavoro piuttosto
di quella del reddito.
Un’altra importante tappa normativa per il settore è rappresentata dal Decreto
Legislativo n. 228 del 18 maggio 2001 che, all’art. 3 prevede, fra le altre attività
agrituristiche, l’organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, di pratiche
sportive, escursionistiche e d’ippoturismo, nonché la degustazione dei prodotti
aziendali, ancorché svolte all’esterno dell’azienda.
Dal 2006, la legge quadro del 1985 in materia di agriturismo è stata sostituita con la
nuova legge quadro n. 96 del 20/02/2006. Anche con questa nuova norma le regioni
continuano ad avere un'ampia autonomia nel settore dell'agriturismo e sono chiamate,
entro 6 mesi dalla sua entrata in vigore, ad adeguare le leggi e i loro regolamenti di
attuazione alle nuove norme nazionali.
I principali punti della nuova legge sono:
¾ favorire la multifunzionalità in agricoltura e la differenziazione dei redditi
agricoli;
¾ la spinta alla valorizzazione e alla incentivazione delle produzioni di qualità e
tipiche;
¾ il recupero del patrimonio edilizio rurale;
¾ l'equilibrio nel rapporto stato-regioni che mette in risalto un sistema univoco di
classificazione, ma lascia alle competenze locali il compito di dettare criteri e
limiti per l'esercizio dell'attività agrituristica ed i relativi requisiti igienicoambientali;
¾ la promozione delle attività di turismo equestre e di pescaturismo;
¾ la costituzione di un Osservatorio Nazionale sull’agriturismo, che pubblicherà
ogni anno un rapporto nazionale sull'andamento del settore, presso il quale
tutte le regioni dovranno far confluire annualmente i loro rapporti di
monitoraggio regionale del settore, secondo quanto disposto nell’art. 13,
comma 1, della Legge quadro 2006.
Il perno della nuova norma è una notevole semplificazione burocratica: le aziende più
piccole, cioè quelle fino a dieci posti letto ed ad altrettanti “coperti” a tavola, sono
dispensate da diversi obblighi. Il primo tra tutti quello di dimostrare, attraverso
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complicatissimi calcoli, che l’attività agricola è preponderante rispetto a quella
agrituristica.
Inoltre, la nuova legge quadro dispone che i piccoli agriturismi (sino a 10 posti)
potranno utilizzare la cucina di casa per dare piatti caldi, e sarà sufficiente dimostrare
la semplice abitabilità dei locali, senza dover per questo sottostare a complesse
prescrizioni previste per le locazioni alberghiere o quelle simili (sanitarie, antincendio
o di abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio). Per di più, anche le
aziende più grandi beneficiano di una radicale semplificazione: ad esempio, per
l’immediato avvio all’esercizio basterà una semplice “comunicazione di inizio
attività” ed il Comune avrà tempo sessanta giorni per formulare motivati rilievi al
piano aziendale. Peraltro, la sospensione dell’attività sarà possibile solo in caso di
gravi carenze o irregolarità. E’ un bel cambiamento, tenuto conto che ad oggi, in
molte regioni, i permessi sono sottoposti a iter particolarmente faticosi e prevedono
l’assenso esplicito al piano da parte delle autorità preposte.
1.2 LA NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA
In Sicilia, la prima legge di disciplina organica del settore agrituristico si è avuta
soltanto nel 1995 con la L.R. n. 25 che, con ben 9 anni di ritardo, ha recepito le
direttive della legge quadro nazionale (Legge 730/85).
Precedentemente, le norme regionali riguardanti l’attività agrituristica sono stati
inseriti in ambiti diversi quali, ad esempio, la Legge regionale 98/81 e la Legge 27/91
recanti, rispettivamente, le norme per l’istituzione di parchi e riserve naturali nella
regione siciliana e gli interventi a favore dell’occupazione.
La legge regionale n. 25/94 attribuisce all’agriturismo finalità ben precise, indicate
nell’art. 1 e, in particolare:
o favorire lo sviluppo agricolo e forestale e il riequilibrio del territorio;
o agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle aree rurali
valorizzando e recuperando il patrimonio naturale ed edilizio;
o concorrere alla tutela ed alla conservazione dell’ambiente e del paesaggio;
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o recuperare le tradizioni culturali del mondo rurale;
o promuovere la conoscenza e l’offerta dei prodotti tipici;
o favorire il rapporto campagna-città.
In linea con la legge quadro nazionale (L. 730/85), l’art. 17 della L.R. 25/94,
modificato dalla legge regionale 27/95, prevede la concessione di aiuti regionali a
coloro che esercitano attività agrituristica, quindi già in possesso delle necessarie
autorizzazioni comunali e del nulla osta dell’IPA.
Successivamente, l’evoluzione della normativa del settore, con la legge regionale
n. 27 del 6 aprile 1996 “Norme per il turismo”, ha portato ad assimilare sul piano
qualitativo il settore agrituristico a quello turistico prevedendone, al pari delle
strutture ricettive tradizionali (alberghi, ostelli, ecc.), la classificazione in “stelle” ad
opera delle Aziende Autonome Provinciali per l’Incremento Turistico (A.A.P.P.I.T.).
Nel 1997, la Circolare n. 239 del 27 Luglio 1997, diramata dalla Regione Siciliana,
ha posto limiti significativi all’esercizio dell’attività agrituristica, fissando, in merito
alla somministrazione di pasti sul posto, l’obbligo di esercizio congiunto con quello
di ospitalità in locali aziendali o all’aperto (agricampeggio). Pertanto, da quella data,
tutte quelle aziende agricole che offrivano solo il servizio di ristorazione non erano
più considerati agriturismi.
Recentemente, al fine d’incentivare il progressivo ampliamento della gamma dei
servizi offerti dalle aziende agrituristiche è stato emanato dall’Assessorato Regionale
Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali il Decreto 28 maggio 2004
“Disposizioni in materia di agriturismo” che, abrogando il decreto 14 giugno 1997 e
la circolare assessoriale n. 239 del 23 luglio 1997, ha riformulato i limiti dell’attività
agrituristica. Pertanto, diversamente dalle disposizioni normative precedenti, con tale
Decreto si ritiene “auspicabile” e “preferibile” che all'attività di ristorazione venga
sempre affiancata almeno quella di ospitalità.
Inoltre, tale normativa dispone “l'obbligo di esercitare le attività di organizzazione di
attività ricreative, culturali, di vendita diretta dei prodotti agricoli etc.,
congiuntamente con l'offerta di ospitalità e/o l'agricampeggio e/o la ristorazione”.
Ovviamente, le attività ricettive, culturali e didattiche devono porsi in sinergia con
l'attività agricola che, comunque, deve rimanere quella principale. Ne deriva che
l'attività agrituristica non può essere oggetto di gestione separata (contabile e fiscale)
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da quella relativa all'attività agricola, che deve essere svolta dal medesimo soggetto, e
non può rientrare fra le tipologie degli esercizi ricettivi classificabili come turistici.
Con riferimento all’attività di ristorazione, (art 8 al punto 8.3) il suddetto decreto
precisa che “.. la ristorazione agrituristica può essere attuata nell'azienda agricola
sia autonomamente, che unitamente all'offerta di ospitalità nei locali aziendali e/o in
spazi aperti. In ogni caso, devono essere rispettate le peculiarità dell'azienda
agricola, dell'ambiente rurale presente nel territorio e della tipicità dei piatti
regionali. Pertanto, è obbligatorio l'utilizzo di pietanze e bevande di provenienza
prevalentemente aziendale e di produzioni tipiche regionali. In particolare, la
ristorazione deve privilegiare gli alimenti caratteristici del comprensorio rurale, con
specifico riguardo agli itinerari per la promozione e valorizzazione delle produzioni
regionali (strade del vino, olio, formaggi, etc.)”. Si precisa che, in ogni caso, fra gli
alimenti somministrati agli ospiti deve essere assicurata la presenza, anche parziale,
di prodotti di provenienza aziendale. In linea generale, il dimensionamento
dell'attività di ristorazione dovrà tenere conto delle effettive potenzialità delle risorse
aziendali, anche in termini di alimenti utilizzati. Pertanto, nonostante la normativa
vigente estende il numero massimo di posti per l’offerta dei pasti in 230 per azienda
singola e 300 per azienda associata, “non risulta con ciò coerente un'offerta pasti con
un numero di posti eccessivo e non confacente ai principi di un'ospitalità rurale
contenuta e di qualità” (art. 8.3). Inoltre, i locali destinati alla preparazione dei pasti
(cucine e/o laboratori) dovranno possedere tutti i requisiti igienico-sanitari previsti
dalla vigente normativa, mentre la sala ristorazione può essere destinata, in apposito
reparto separato e previa adozione di tutti gli accorgimenti igienico-sanitari,
all’esposizione e vendita di prodotti.
Per quanto concerne “la degustazione e l'assaggio dei prodotti aziendali” (art. 8.6)
devono riguardare i prodotti aziendali non trasformati, o che necessitano di
trasformazione (es. vino, olio, formaggi, marmellate). Si precisa che il prodotto
aziendale non può essere posto in assaggio e degustazione con le caratteristiche di
un pasto, configurandosi in tal caso l'attività di ristorazione”.
Tale Decreto ha anche ampliato i limiti imposti dalla legge regionale 25/94 per
l’offerta di ospitalità in locali aziendali prevedendo, al punto 19.2, un numero
massimo di 55 posti letto per azienda singola e di 100 per aziende associate rispetto al
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limite massimo di 30-60 posti letto previsto, rispettivamente, per le aziende
individuali ed associate.
Infine, un importante evoluzione normativa del settore si è avuta con il
Decreto n. 175 del 28/02/06 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Strutturali che, in conformità a quanto previsto dagli articoli
1 e 3 del Decreto Legislativo n. 228 del 18/5/2001, dall’art. 2 del Titolo I del Decreto
28 maggio 2004 e dal Piano regionale agrituristico (approvato con delibera
n. 266/2005), secondo i quali le aziende agrituristiche autorizzate ai sensi della
L. R. n. 25/94 non sono individuabili come imprese turistiche, ne dispone la loro
riclassificazione “in spighe”, dichiarando inapplicabili per tale tipologia di aziende le
disposizioni
dell’art. 4 della L.R. 6 aprile 1996
n. 27, il Decreto 29/11/2001
dell’Assessorato Turismo, Comunicazioni e Trasporti, in base al quale anche gli
agriturismi venivano classificati qualitativamente con attribuzione delle “stelle”,
nonché l’art. 42 della L.R. n.2/2002 che precisa le tipologie d’imprese turistiche.
Tale Decreto di riclassificazione mira a trasferire sempre più nella realtà operativa i
principi fondamentali ispiratori dell’attività agrituristica, creando una differenza, non
solo formale ma anche sostanziale, nella classificazione qualitativa di tali strutture
ricettive rispetto a quelle turistiche tradizionali. Difatti, l’attribuzione di “una spiga”,
ossia il livello minimo di qualità previsto dal nuovo Decreto, prevede non solo
l’adeguamento alle vigenti normative igienico-sanitarie e per il superamento delle
barriere architettoniche, ma anche che, laddove venga offerta ospitalità, le aziende
agrituristiche dispongano di: edifici in buono stato di manutenzione sia interna che
esterna; attrezzature di primo soccorso efficaci e in buono stato di conservazione;
attrezzatura minima in dotazione per ogni camera e/o appartamento (dettagliatamente
indicata al punto 2.2, 2.3 e 2.4 dell’Allegato I al Decreto); assicurazione per la
responsabilità civile nei confronti dei terzi; tabella informativa con i numeri di
telefono per le emergenze; segnaletica indicante i servizi a disposizione degli ospiti;
illuminazione degli spazi esterni sufficiente per un agevole movimento dei visitatori;
e, non ultimo, assicurino la cura e la pulizia degli spazi interni ed esterni.
Per quanto concerne il servizio di ristorazione - momento di legame tra mondo rurale
e tradizione culinaria- al fine di incentivare l’uso di prodotti tradizionali e/o tipici
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esiste obbligo di utilizzare anche la produzione aziendale, prevedendo menù
stagionali caratterizzati da piatti tipici caratteristici della cucina locale.
Tra i requisiti previsti per la classificazione di livello minimo (una spiga) rientrano
anche il rispetto della normativa obbligatoria in materia di ambiente, di smaltimento
rifiuti (con ritiro giornaliero dei rifiuti dai contenitori appositamente predisposti) e di
igiene e benessere degli animali allevati. Inoltre, con lo scopo di legare sempre più
l’azienda al contesto territoriale in cui si trova inserita è obbligatorio disporre di
materiale informativo e divulgativo concernente il territorio in cui è localizzata
l’azienda e, vista l’importanza dell’accoglienza nella “fidelizzazione” del
cliente/agriturista, ogni struttura deve disporre di un addetto alla ricezione, nel
periodo di apertura, per almeno otto ore giornaliere.
L’attribuzione di livelli qualitativi superiori prevede che l’azienda, oltre ai predetti
requisiti obbligatori, abbia almeno 8 dei 33 requisiti indicati nel paragrafo 4
dell’Allegato I al relativo Decreto, per ottenere le “2 spighe”, ed almeno 12 dei 33
caratteri per l’assegnazione delle “3 spighe”.
L’attribuzione di “4 spighe” consente invece all’imprenditore di usare, ai fini
pubblicitari e promozionali, la denominazione di “Agriturismo di qualità
riconosciuta dalla Regione siciliana”. Tale assegnazione, ad opera esclusiva del
Servizio IV – U.O.B. 19 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, su
proposta congiunta dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura e dell’Unità Operativa di
assistenza tecnica competenti per territorio, è destinata solamente alle strutture
ricettive già in possesso dei requisiti per le 3 spighe che, in aggiunta, riservano la
somministrazione dei pasti agli ospiti, o anche ad utenti non ospiti in misura non
superiore al 50% dei posti letto autorizzati, prevedendo l’utilizzo di menù stagionali
caratterizzati da piatti tipici (almeno due piatti caratteristici della cucina locale, legati
alle antiche tradizioni contadine). Inoltre, per tale riconoscimento, è necessario che
utilizzino per la ristorazione e/o la degustazione non meno del 50% delle materie
prime, in termini di valore, di produzione aziendale, con esclusione delle bevande.
Per la restante quota, almeno il 50% deve provenire da produzione acquistata
direttamente presso aziende agricole della Regione.
La peculiarità di tale norma è che la riclassificazione non avviene automaticamente
ma deve essere richiesta dall’operatore agrituristico, mediante apposita domanda
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all’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura competente, entro 90 giorni dalla
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del presente Decreto.
Peraltro, il mantenimento dei requisiti previsti per l’attribuzione delle spighe è
soggetto a verifica almeno ogni due anni. Inoltre, in mancanza di relativa
classificazione “in spighe” le aziende agrituristiche di nuovo avvio non potranno
ottenere l’autorizzazione comunale e, per di più, a partire dal 2007, nessuna struttura
potrà accedere ai finanziamenti pubblici previsti dalla Regione a sostegno di tale
attività.
Tali finanziamenti, in precedenza contenuti nella Misura 4.15-A del POR Sicilia
2000-2006, sono attualmente previsti dal PSR 2007-2013 nell’Asse III che individua
le misure per la “qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia
rurale”. Questi interventi, sotto forma di sostegno alle attività produttive svolte in
ambiente rurale per produrre un incremento dei livelli di redditività aziendale,
riguardano: l’offerta di servizi o di attività aggiuntive a quella agricola principale
(misura 3.1.1); la creazione e/o il consolidamento di microimprese che operano nei
comparti extragricoli (misura 3.1.2); il sostegno (misura 3.1.3) a tutte le iniziative
volte ad incentivare le attività turistiche in ambiente rurale, da cui possono derivare
opportunità di integrazione del reddito vista la presenza di un patrimonio ambientale
di pregio.
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2. L’AGRITURISMO IN ITALIA
2.1 EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA
Dall’analisi dei dati inerenti l’offerta agrituristica in Italia è possibile rilevare
(Tab. 2.1), tra il 1998-2005, una significativa crescita (+58%) del numero delle
strutture ricettive (15.327 unità al 2005). Tale incremento, che interessa tutte le
regioni, si mostra più significativo in quelle centro-meridionali, dove si concentrano il
54% degli agriturismi autorizzati in Italia, e in modo particolare riguarda la
Campania, il Molise, il Lazio e la Sicilia. Nel Nord Italia sono, rispettivamente,
Piemonte e Veneto a mostrare l’incremento strutturale più significativo.
Più in dettaglio, tra le regioni, leader per consistenza di aziende agrituristiche si
conferma la Toscana (23% del totale), seguita dal Trentino Alto Adige (18,7%), dal
Veneto (6,6%), dalla Lombardia e dall’Umbria (5,8%). Nel Mezzogiorno l’attività
agrituristica presenta dimensioni significative in Campania, Sardegna ed Abruzzo;
appena il 2,2% delle strutture totali risultano ubicate in Sicilia (Tab. 2.1).
La dinamica delle aziende agrituristiche per tipologia di autorizzazione mostra
(Tab. 2.2 - 2.5), tra il 1998-2005, una crescita significativa soprattutto nelle regioni
centro-meridionali, delle autorizzazioni all’alloggio (+57%), alla ristorazione (+52%),
alla degustazione (+2,7 volte) e ad “altre attività” (equitazione, escursionismo,
mountain-bike, osservazioni naturalistiche, trekking, sport, varie) (+ 2,1 volte).
Nel complesso, l’analisi dei dati evidenzia il forte incremento di un settore che pur
restando di nicchia nel panorama turistico italiano (Fig. 2.1), cresce molto sia a livello
complessivo sia nelle singole tipologie (Tab. 2.1-2.5). L’alloggio e la ristorazione si
confermano come le principali attività agrituristiche, spesso arricchite dalla
degustazione (16,5% dei casi) e dalle “altre attività” (il 57% del totale aziende contro
il 42% del 1998). A tal riguardo, la consistenza nazionale di strutture autorizzate ad
“altre attività” è più che raddoppiata, rispetto al 1998, interessando, in modo non
uniforme, tutte le regioni italiane e mostrandosi (Tab. 2.5) più marcata in quelle del
Nord-est, dove risulta triplicata, e nel Centro dove è raddoppiata. Tra le regioni
meridionali spiccano la Campania che, rispetto al 1998, fa registrare un aumento di
12
15 volte degli agriturismi autorizzati ad altre attività, la Sicilia (+4 volte) ed il Lazio
(+3 volte).
Anche la ricettività del settore è cresciuta in modo significativo, complessivamente al
2005 sono oltre 150 mila i posti letto degli agriturismi autorizzati (+61% rispetto al
1998). La dinamica su base territoriale mostra (Tab. 2.6) un calo nelle regioni del
Nord (35% del totale posti disponibili contro il 47% del 1998),
a fronte di
significativo incremento nelle aree del Centro e del Mezzogiorno dove si concentra,
rispettivamente, il 44% ed il 20% dell’offerta ricettiva agrituristica.
Tra le regioni meridionali è la Sicilia, con appena il 3,8% del totale posti letto, ad
aver avuto, rispetto al 1998, la maggiore crescita (+5,9 volte) di ricettività, seguono la
Campania (+5,4 volte), ed il Molise (+4,4 volte).
In controtendenza, nello stesso periodo, l’offerta di ospitalità all’aperto (Tab. 2.6), le
cui piazzole per agricampeggio, distribuite in 18 delle 20 regioni italiane, si sono
ridotte del 55%. Tale contrazione ha interessato tutte aree del Paese, mostrandosi
marcata in quelle centro-meridionali con eccezione della Campania, dove,
contrariamente, si registra una crescita di piazzole pari a 10 volte quelle esistenti al
1998, della Sicilia (+4,5 volte) e della Sardegna (+2,5 volte).
In sintesi, la disamina mette in luce come l’asse dell’ospitalità agrituristica si stia
spostando dal Nord-est verso il Centro-sud che, attualmente, detiene ben il 54,4%
delle strutture nazionali autorizzate, il 64,5% dei posti letto ed il 59% degli spiazzi
attrezzati.
Nel complesso, tra il 1998 ed il 2006, i dati sulla ricettività media (Fig. 2.2),
nonostante un leggera crescita dei posti letto per azienda (12 letti contro i 10 del
1998), confermano la persistente frammentazione dell’offerta di ospitalità tra una
crescente miriade di strutture agrituristiche.
13
Fig.
Fig. 2.1
2.1 -–Incidenza
Incidenza del
del comparto
comparto agrituristico
agrituristicosul
sulsettore
settore
in Italia
(*)
turistico inturistico
Italia (Trend
1998-2005)
(*)
16,0%
Strutture agrituristiche/Totale Strutture ricettive
14,0%
12,0%
Posti letto agriturismi/Totale posti esercizi ricettivi
14,0%
10,0%
11,5%
11,1%
8,0%
6,0%
4,0%
2,0%
3,1%
2,6%
3,6%
0,0%
1998
2003
2005
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
14
Tab. 2.1 – Dinamica delle aziende agrituristiche autorizzate in Italia per regione (*)
1998
REGIONI
n.
PIEMONTE
2003
%
358
3,7
100
VALLE D'AOSTA
49
710
0,5
2.847
7,3
713
29,3
233
LIGURIA
273
7,3
1.454
440
258
291
134
15,0
313
4,5
21
3,0
132
1,4
302
3,2
238
0,2
113
1,4
146
3,1
377
2,4
9.718
1,2
1.390
1,5
4.367
3,9
2.319
100,0
1.119
14,3
523
270
266
308
543
13.019
1.572
44,9
4.373
5,2
4.377
3,1
1.846
2,6
5,4
851
163
654
4,3
3.527
23,0
890
5,8
526
3,4
423
2,8
316
3,5
459
3,0
147
0,5
78
0,5
371
4,5
710
4,6
538
1,6
207
1,4
69
2,1
249
1,6
105
2,0
313
2,0
277
2,4
342
2,2
234
4,1
611
4,0
162
100,0
15.327
100,0
158
12,1
2.048
13,3
147
33,6
4.944
32,3
113
33,6
5.366
35,0
231
14,2
165
100
2,1
181
189
11,5
2,7
202
100
23,9
6,6
243
113
100
Isole
22,7
134
100
Sud
203
18,7
114
144
100
Centro
4,2
211
100
Nord-est
581
5,8
118
235
100
Nord-ovest
68
0,4
177
113
100
ITALIA
323
67
100
SARDEGNA
458
1.012
2,0
440
100
SICILIA
345
2.865
413
324
100
CALABRIA
407
883
2,7
146
100
BASILICATA
672
56
142
257
100
PUGLIA
6,5
140
100
CAMPANIA
2.953
5,1
101
153
100
MOLISE
20,2
203
100
ABRUZZO
547
786
124
95
100
LAZIO
5,6
95
5,9
%
114
150
100
MARCHE
840
2,8
100
UMBRIA
2.636
350
100
TOSCANA
728
2,4
100
574
0,4
118
100
EMILIA-ROMAGNA
53
n.
220
93
100
FRIULI-VENEZIA GIULIA
4,1
103
100
VENETO
533
108
100
TRENTINO-ALTO ADIGE
%
149
100
LOMBARDIA
n.
2005
2.016
13,2
180
6,5
953
6,2
182
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
15
Tab. 2.2 - Dinamica delle aziende agrituristiche autorizzate all’alloggio in Italia (*)
R E G IO N I
P IE M O N T E
1998
n.
2003
%
240
3 ,0
100
V A L L E D 'A O S T A
41
0 ,5
520
6 ,5
2 .5 2 8
3 1 ,5
259
3 ,2
52
0 ,6
232
2 ,9
473
5 ,9
1 .4 4 2
1 7 ,9
440
5 ,5
287
3 ,6
98
1 ,2
271
3 ,4
18
0 ,2
99
1 ,2
289
3 ,6
236
2 ,9
110
1 ,4
69
0 ,9
330
8 .0 3 4
4 ,1
1 0 0 ,0
1 .0 3 3
1 2 ,9
3 .3 1 2
4 1 ,2
2 .2 6 7
2 8 ,2
2 ,5
401
47
499
202
241
227
278
411
1 .0 2 3
399
100
1 0 .7 6 7
998
3 .2 4 8
4 .2 1 5
1 2 ,7
1 .6 1 7
3 ,8
689
173
1 ,5
257
2 ,0
456
3 ,6
3 .5 0 5
2 7 ,8
890
7 ,1
444
3 ,5
316
2 ,5
404
3 ,2
149
0 ,4
54
0 ,4
300
4 ,6
528
4 ,2
533
1 ,9
206
1 ,6
71
2 ,2
222
1 ,8
94
2 ,1
267
2 ,2
243
2 ,6
313
2 ,5
454
3 ,8
461
3 ,7
140
1 0 0 ,0
1 2 .5 9 3
1 0 0 ,0
157
9 ,3
1 .2 9 6
1 0 ,4
125
3 0 ,2
3 .6 8 7
2 9 ,3
111
3 9 ,1
5 .1 5 5
4 0 ,9
227
1 5 ,0
158
5 ,0
186
322
186
100
Is o le
266
4 ,3
155
98
100
S ud
3 ,1
97
100
C e n tro
336
536
202
134
100
N o rd -e s t
6 ,2
125
100
N o rd -o v e s t
672
1 9 ,9
243
403
100
IT A L IA
2 7 ,3
206
100
SARDEGNA
2 .9 4 1
2 .5 0 9
96
102
100
S IC IL IA
3 ,3
70
100
C A L A B R IA
359
3 ,5
111
504
100
B A S IL IC A T A
1 ,9
261
100
P U G L IA
200
447
358
148
100
C A M P A N IA
1 ,3
271
100
M O L IS E
142
0 ,3
207
117
100
ABRUZZO
3 ,8
153
100
L A Z IO
404
44
99
204
100
MARCHE
2 1 ,8
76
100
U M B R IA
2 .3 4 3
4 ,4
86
86
100
TOSCANA
3 ,5
273
100
E M IL IA -R O M A G N A
382
%
107
156
100
L IG U R IA
0 ,4
93
100
F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA
42
n.
548
228
73
100
VENETO
3 ,5
102
100
T R E N T IN O -A L T O A D IG E
%
156
100
L O M B A R D IA
n.
374
2005
1 .6 8 1
1 3 ,3
164
6 ,4
774
6 ,1
194
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
16
Tab. 2.3 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche autorizzate alla ristorazione (*)
R E G IO N I
P IE M O N T E
1998
n.
2003
%
308
n.
6 ,5
100
V A L L E D 'A O S T A
21
651
0 ,4
494
1 3 ,8
524
1 0 ,5
1 1 ,1
214
4 ,5
191
505
4 ,0
1 0 ,7
405
8 ,6
87
1 ,8
20
0 ,4
98
2 ,1
183
3 ,9
18
0 ,4
94
2 ,0
268
5 ,7
107
2 ,3
99
2 ,1
77
1 ,6
360
4 .7 2 4
7 ,6
1 .1 7 1
1 0 0 ,0
1 .7 3 7
2 4 ,8
610
3 6 ,8
769
1 2 ,9
3 ,8
287
60
530
125
126
70
260
502
6 .1 9 3
1 .1 9 6
1 .7 6 4
1 .2 7 3
1 6 ,3
437
100
1 .1 9 8
4 ,6
762
174
4 ,5
212
2 ,9
538
7 ,5
761
1 0 ,6
250
3 ,5
287
4 ,0
290
4 ,0
281
3 ,9
154
1 ,0
69
1 ,0
383
8 ,6
531
7 ,3
565
2 ,0
127
1 ,8
47
2 ,0
133
1 ,7
124
1 ,1
261
3 ,6
264
4 ,2
284
3 ,9
369
8 ,1
548
7 ,6
152
1 0 0 ,0
7 .2 0 1
1 0 0 ,0
152
1 9 ,3
1 .4 1 5
1 9 ,7
121
2 8 ,5
1 .9 6 4
2 7 ,2
113
2 0 ,6
1 .5 8 8
2 2 ,1
260
1 9 ,3
156
9 ,2
321
296
209
100
Is o le
235
8 ,5
1 .4 3 5
102
100
S ud
3 ,5
102
100
C e n tro
216
611
287
131
100
N o rd -e s t
3 ,3
139
100
N o rd -o v e s t
203
6 ,9
188
338
100
IT A L IA
1 0 ,0
71
100
SARDEGNA
619
494
107
118
100
S IC IL IA
7 ,3
47
100
C A L A B R IA
453
9 ,7
111
564
100
B A S IL IC A T A
3 ,2
333
100
P U G L IA
196
697
150
157
100
C A M P A N IA
4 ,4
240
100
M O L IS E
272
0 ,4
117
1 .0 8 0
100
ABRUZZO
9 ,4
233
100
L A Z IO
583
26
100
153
100
MARCHE
7 ,4
90
100
U M B R IA
456
6 ,7
107
103
100
TOSCANA
9 ,9
127
100
E M IL IA -R O M A G N A
614
%
124
111
100
L IG U R IA
0 ,4
92
100
F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA
24
n.
480
156
94
100
VENETO
5 ,8
114
100
T R E N T IN O -A L T O A D IG E
%
362
118
100
L O M B A R D IA
2005
1 .4 0 2
1 9 ,4
182
1 2 ,3
832
1 1 ,6
190
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
17
Tab. 2.4 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche autorizzate alla degustazione (*)
R E G IO N I
P IE M O N T E
1998
n.
45
2003
%
4 ,0
100
V A L L E D 'A O S T A
0 ,1
17
VENETO
254
1 ,5
2 2 ,7
E M IL IA -R O M A G N A
TOSCANA
3 ,2
301
1 8 ,6
L A Z IO
ABRUZZO
M O L IS E
2 6 ,9
13
-
1 ,3
2
0 ,2
24
115
2 ,2
1 0 ,3
73
6 ,5
28
IT A L IA
1 .1 1 7
2 ,5
1 0 0 ,0
63
290
5 ,6
509
2 6 ,0
227
4 5 ,6
49
40
2 .4 2 6
270
226
1 .2 7 3
2 0 ,3
28
100
617
8 ,6
40
143
0 ,4
-
-
-
-
1 .1 7 5
4 6 ,2
245
9 ,6
81
-
-
-
-
-
-
-
2
0 ,1
100
0 ,8
19
0 ,7
146
1 8 ,8
251
9 ,9
1 2 .5 5 0
0 ,5
13
0 ,5
54
3 ,3
69
2 ,7
60
2 ,0
43
1 ,8
59
1 ,6
46
1 ,8
164
-
-
-
-
1 0 0 ,0
2 .5 4 2
1 0 0 ,0
228
1 1 ,1
248
9 ,8
394
9 ,4
431
1 7 ,0
149
5 2 ,5
1 .4 2 0
5 5 ,9
279
2 5 ,4
272
2 ,5
9
565
250
100
Is o le
4 3 ,9
78
100
Sud
81
1 5 ,5
-
429
100
C e n tro
11
395
-
217
100
N o rd -e s t
456
1 ,1
-
143
100
N o rd -o v e s t
20
27
-
67
100
SARDEGNA
209
1 ,2
25
70
100
S IC IL IA
0 ,1
46
100
C A L A B R IA
1 .0 6 4
31
156
2 2 .8 0 0
100
B A S IL IC A T A
8 ,1
154
100
P U G L IA
3
1 ,0
100
69
100
C A M P A N IA
1 ,1
512
100
MARCHE
196
26
182
8
100
U M B R IA
1 ,2
77
36
208
27
%
7 ,5
2 .6 0 0
100
100
L IG U R IA
28
n.
191
424
1 ,0
165
100
F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA
24
2 .4 0 0
100
T R E N T IN O -A L T O A D IG E
2005
%
9 ,0
484
1
100
L O M B A R D IA
n.
218
397
1 5 ,6
175
1 ,6
46
1 ,7
164
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
18
Tab. 2.5 – Dinamica regionale delle aziende agrituristiche italiane autorizzate ad “altre
attività” (*)
R E G IO N I
P IE M O N T E
1998
n.
118
2003
%
2 ,9
100
V A L L E D 'A O S T A
4
246
0 ,1
50
6 ,0
205
1 ,2
53
5 ,0
110
1 ,3
487
2 ,7
1 .0 0 6
1 1 ,9
440
2 4 ,6
267
1 0 ,8
85
6 ,5
116
2 ,1
23
2 ,8
29
0 ,6
150
0 ,7
178
3 ,7
90
4 ,4
67
2 ,2
364
1 ,6
4 .0 8 8
8 ,9
478
1 0 0 ,0
795
1 1 ,7
1 .7 9 8
1 9 ,4
586
4 4 ,0
431
189
42
422
126
161
115
236
227
7 .4 3 6
891
2 .0 5 3
2 .9 7 4
1 4 ,4
1 .0 5 5
2 ,5
1 0 ,5
463
107
2 ,0
71
0 ,8
519
5 ,9
2 .4 8 8
2 8 ,4
767
8 ,8
213
2 ,4
264
3 ,0
196
2 ,2
169
0 ,6
47
0 ,5
204
5 ,7
453
5 ,2
1 .5 6 2
1 ,7
186
2 ,1
124
2 ,2
157
1 ,8
88
1 ,5
111
1 ,4
123
3 ,2
267
3 ,0
399
3 ,1
224
2 ,6
62
1 0 0 ,0
8 .7 5 5
1 0 0 ,0
214
1 2 ,0
986
1 1 ,3
206
2 7 ,6
2 .3 9 6
2 7 ,4
301
4 0 ,0
3 .7 3 2
4 2 ,6
208
1 4 ,2
180
100
177
311
165
100
Is o le
3 ,1
258
100
S ud
234
3 ,2
80
186
100
C e n tro
1 ,6
182
100
N o rd -e s t
123
283
174
62
100
N o rd -o v e s t
8 ,1
352
100
IT A L IA
602
1 6 ,2
247
128
100
SARDEGNA
2 7 ,1
90
100
S IC IL IA
2 .0 1 5
1 .4 1 7
107
84
100
C A L A B R IA
5 ,7
1 .4 5 5
100
B A S IL IC A T A
427
4 ,4
65
183
100
P U G L IA
0 ,9
163
100
C A M P A N IA
69
382
334
275
100
M O L IS E
1 ,3
46
100
ABRUZZO
96
0 ,0
138
137
100
L A Z IO
3 ,5
200
100
MARCHE
258
2
2 .8 3 4
88
100
U M B R IA
1 7 ,1
63
100
TOSCANA
1 .2 7 2
6 ,1
155
181
100
E M IL IA -R O M A G N A
3 ,9
126
100
L IG U R IA
287
%
531
50
2 .5 4 4
100
F R IU L I-V E N E Z IA G IU L IA
0 ,0
117
100
VENETO
2
n.
450
50
100
T R E N T IN O -A L T O A D IG E
533
2005
%
7 ,2
452
100
L O M B A R D IA
n.
1 .1 5 0
1 3 ,1
196
6 ,2
491
5 ,6
114
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
19
Tab. 2.6 – Evoluzione dell’offerta ricettiva degli agriturismi per regione (*)
REGIONI
Piemonte
1998
n.
2.158
%
2,3
100
Valle d'Aosta
343
193
0,4
100
Lombardia
7.503
23.765
8,0
2.897
25,3
537
3,1
2.188
0,6
4.826
2,3
17.550
5,1
11.735
18,7
3.522
12,5
1.749
3,8
2.387
1,9
141
2,5
879
0,2
3.801
0,9
2.439
4,1
1.411
2,6
975
1,5
3.018
1,0
93.824
3,2
44.217
100,0
12.192
47,0
32.025
13,0
34.556
34,1
15.051
36,9
11.058
16,0
3.993
100
4.879
4.224
3.534
2.666
5.194
3.851
0,4
11.707
33.589
55.635
29.264
11,8
20.219
3,7
9.045
227
1,8
2.952
5.090
42.794
13.747
5.154
5.232
4.310
626
4.808
3,3
4.001
2,0
3.328
3,4
3.071
28,4
5.754
9,1
4.482
3,4
37.765
66.927
0,4
30.380
3,1
20.144
2,7
10.236
256
37
1.895
2,2
6.189
9,2
134
7,6
75
0,3
396
2,7
3,1
2.414
-
975
0,5
1.439
0,2
1.777
14,6
8.787
47,6
8.316
1,0
471
100
1,6
849
7
2
645
98
117
0,6
295
5,6
382
3,6
391
4.540
18,7
231
1.431
0,2
78
800
0,0
216
631
14,2
164
714
2,2
837
2.395
2,6
15
1.718
6,5
398
677
144
6,8
661
11,3
106
1,8
96
1,7
339
5,8
452
8,3
990
17,0
250
100,0
5.826 100,0
45
31,5
1.695
29,0
70
17,6
815
14,0
84
13,8
880
15,0
61
15,7
689
11,8
39
52,7
3.442
59,1
39
37,8
21
3,6
0,3
72
27
64,1
14,4
2
40
67,6
2,8
35
44
13,6
3,7
1.076
82
11,0
1,4
25
59
7,5
4,0
99
35
18,6
6,8
40
96
100,0
6,0
63
393
3,2
1,8
200
87
100
6,9
163
349
2
100
13,4
256
97
23
34
100
20,2
4,9
5
100
44,4
71
6,5
33
11
100
25,0
6,3
100
100
10,5
224
378
55
40
100
35,6
5,7
74
100
12.978
284
0,3
323
182
100
3,0
1,4
23
100
3,8
260
14
190
24
100
2,0
6,3
41
100
182
6,9
4,9
100
202
15,5
61
63
150
2,6
64
210
100
194
22,5
0,2
-
118
42,7
345
2,9
129
25,8
39
100
-
121
15.784
988
405
161
9,0
1.188
3,5
150.856 100,0
53.549
635
284
127
-
143
100
149
34,7
1,5
100
590
3,0
30
-
2005
n.
%
316
5,4
142
5,6
-
100
218
4,0
0,2
100
136
2,0
199
252
214
100
105
2,7
0,9
100
547
183
4,2
2.697
118
100
444
130.195 100,0
45.296
4,4
181
194
100
Isole
3,4
161
100
Sud
554
6.675
-
22
Piazzole
2003
n.
%
288
6,3
130
-
100
299
105
100
Mezzogiorno
3,5
96
100
Centro
4.362
15,4
146
102
100
Nord-est
2,8
139
100
Nord-ovest
4.536
23.303
%
1,7
100
117
128
100
Nord
8,7
533
100
ITALIA
3.570
3,4
244
189
100
Sardegna
27,8
145
100
Sicilia
11.333
5.164
105
111
100
Calabria
3,5
555
100
Basilicata
36.196
100
-
135
393
100
Puglia
1,7
183
100
Campania
4.515
0,3
502
259
100
Molise
1,5
101
100
Abruzzo
2.268
460
230
97
100
Lazio
4,0
206
100
Marche
2.018
n.
222
98
94
100
Umbria
16,8
104
100
Toscana
5.158
%
4,8
69
376
100
Emilia-Romagna
3,7
178
100
Liguria
21.898
n.
7.208
1998
134
92
100
Friuli-Venezia Giulia
4.842
2005
334
0,3
65
100
Veneto
427
124
100
Trentino-Alto Adige
Posti letto
2003
n.
%
4.170
3,2
2.113
36,3
25
14,9
1.329
282
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
20
22,8
Numero
posti
letto*azienda
Numero
medio
posti
letto per azienda
Fig. 2.2 - Evoluzione della ricettività media
negli agriturismi italiani (*)
12
10
8
12
10
10
10
1998
2003
2005
6
4
2
0
2006
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT (varie annate) ed
Agriturist (2006).
21
2.2 EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA
L’analisi dei dati relativi ai flussi agrituristici in Italia mostra (Tab. 2.7, 2.8) che,
nonostante la significativa crescita della domanda (+64% di arrivi, +41% di
presenze), avutasi nell’ultimo biennio rispetto al 2000-2001, il peso del comparto sul
settore turistico italiano continua a restare marginale, sia in termini di arrivi (2,2%
del totale nazionale) che di presenze2 (1,8%). Peraltro, anche i dati di permanenza
media3 degli agrituristi, dai quali si evince (Tab. 2.9) una generale contrazione dei
periodi di soggiorno, confermano anche per questo segmento di mercato la tendenza
ad un turismo sempre più “mordi e fuggi”.
Tab. 2.7 - Dinamica degli arrivi complessivi e verso gli agriturismi in Italia (*)
Flussi turistici
Complessivi
2000 - 2001
n.
%
80.903
100,0
100
Agriturismi
1.148
Arrivi (migliaia)
2002 - 2003
n.
%
82.378
100,0
2004 - 2005
n.
%
87.113
100,0
102
1,4
100
1.564
108
1,9
1.889
136
2,2
164
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
Tab. 2.8 - Dinamica delle presenze turistiche complessive e negli agriturismi in Italia (*)
Presenze (migliaia)
Flussi turistici
Complessivi
2000 - 2001
n.
%
344.604
100,0
100
Agriturismi
4.422
2002 - 2003
n.
%
344.830
100,0
2004 - 2005
n.
%
350.317
100,0
100
1,3
100
5.534
102
1,6
6.218
125
1,8
141
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
2
Le presenze sono date dal numero di notti di pernottamento nelle strutture ricettive.
3
La permanenza media è data dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.
22
Tab. 2.9 - Evoluzione della permanenza media nelle strutture ricettive e
negli agriturismi in Italia (*)
F lu s s i tu ris tic i
P e rm a n e n z a m e d ia (g io rn i)
2 0 0 0 -2 0 0 1
2 0 0 2 -2 0 0 3
2 0 0 4 -2 0 0 5
C o m p le s s iv i
4 ,3
4 ,2
4 ,0
A g ritu ris m i
3 ,9
3 ,5
3 ,3
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.
Più in dettaglio, i dati di flusso regionali (Tab. 2.10) mettono in luce che, anche
nell’ultimo biennio, quasi metà degli agrituristi continuano a preferire le classiche
mete italiane, concentrandosi in strutture del centro Italia, principalmente toscane e
umbre. Poco più di un terzo quelli arrivati negli agriturismi del nord Italia,
soprattutto in Trentino Alto Adige e in Veneto, mentre solo il 17% dei turisti ha
scelto il meridione e, in particolar modo, la Sicilia (6,6% del totale) e la Campania
(5,6%). Purtuttavia, nel complesso sono proprio le regioni del Mezzogiorno a
mostrare, rispetto al biennio 2000-2001, la maggiore crescita di domanda (+2,4
volte).
Al 2005, in Italia la domanda agrituristica incide per appena l’8,4% sul settore
extralberghiero nazionale (Fig. 2.3), mentre a livello regionale, il suo peso risulta
maggiore per le aree centro-meridionali, in particolare, Umbria (28%), Molise
(18%), Sicilia (17%), Trentino (16%) e Toscana (15%).
Anche per quanto concerne le presenze, ossia il numero di giornate di soggiorno, si
rileva (Tab. 2.11) una situazione evolutiva analoga a quanto detto innanzi per gli
arrivi, con trend maggiormente crescente al meridione. Ciononostante, nel
Mezzogiorno si concentrano appena il 13% delle presenze complessivamente
registrate negli agriturismi italiani, mentre la maggior quota interessa le regioni del
Centro e del Nord.
La permanenza media (Tab. 2.12) in calo in tutte le regioni mostra, rispetto al 1998,
riduzioni maggiori nel Mezzogiorno, e in particolar modo in Sicilia (appena 1,9
giorni contro una media nazionale di 3,3).
23
Un importante indicatore dell’evoluzione del settore è sicuramente il fatturato
complessivo (Tab. 2.13) che, al 2005, si osserva in significativa crescita (+29%)
rispetto al 2001. L’ulteriore aumento (+9,5%) avutosi nel 2006, secondo dati
Agriturist, ha portato a 964 milioni di Euro il volume d’affari complessivo del settore
agrituristico (+41% rispetto al 2001) ed il trend è stimato crescente anche per il 2007.
Per contro, nell’ultimo sessennio, il fatturato medio di tali aziende si è ridotto del
10%, attestandosi sui 57,5 mila Euro contro gli oltre 63 mila Euro del 2001, ed in
ulteriore decremento (-2%) si stima per il 2007 (56,3 mila Euro). Ciò, è sicuramente
dovuto
alla
crescita
nella
consistenza
delle
strutture
agrituristiche
che,
indubbiamente, ha prodotto una maggiore frammentazione della domanda creando, al
contempo, maggiore competitività sul mercato e, in molti casi, una contrazione delle
tariffe praticate alla clientela, vista anche la congiuntura economica poco favorevole.
Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a fermare la tendenza degli ospiti a fare vacanze
sempre più brevi. Per contro, i costi di gestione delle imprese sono cresciuti (circa
5% all’anno), soprattutto per la necessità di diversificare i servizi di accoglienza e di
aumentare gli investimenti in pubblicità, concorrendo ad assottigliare il fatturato
medio aziendale.
24
Tab. 2.10 – Dinamica degli arrivi nelle aziende agrituristiche italiane per regione (*)
REGIONI
Piemonte
2000-2001
%
n.
2,2
24.696
100
Valle d'Aosta
7.750
180
0,7
100
Lombardia
25.630
259.449
2,2
26.420
22,6
9.514
2,3
14.753
0,8
30.664
1,3
416.594
2,7
156.283
36,3
38.214
13,6
5.514
9.160
3.338
56.408
20.017
28.697
0,8
11.781
1,8
6.285
3,4
83.838
34,4
42.853
12,1
-
4.046
2.883
0,3
100
Sicilia
32.509
2,7
ITALIA
1.148.473
100,0
398.876
34,7
616.604
53,7
132.994
801.460
11,6
223.536
168
1,7
3,4
31,4
11,8
4,2
1,5
515
0,8
15.566
0,8
170
0,4
6.063
0,3
182
5,3
98.959
5,3
175
2,6
53.008
2,8
185
0,3
11.117
0,6
275
0,4
14.113
0,7
490
4,2
124.070
6,6
382
-
271
0,0
100
100,0
1.889.095
100,0
164
34,5
643.753
34,1
161
51,2
130
100
1,5
202
135
100
Mezzogiorno
539.314
222.419
28.397
136
100
Centro
1.564.310
594.029
1,4
209
100
Nord
67.809
64.666
77.332
240
100
Sardegna
6.926
31.578
3,6
100
Calabria
28.125
142
149
-
4,4
143
149
2,5
83.327
211
188
4,9
17,1
214
129
0,3
323.393
296
363
100
Basilicata
1,3
149
100
Puglia
188.539
0,5
100
Campania
535.994
56.910
100
Molise
52.861
3,3
100
Abruzzo
27.744
2,1
315
121
100
Lazio
3,2
129
100
Marche
20.397
39.682
125
172
100
Umbria
19,2
188
100
Toscana
49.780
0,5
155
214
100
Emilia-Romagna
2,2
188
100
Liguria
300.638
9.898
128
116
100
Friuli-Venezia Giulia
33.804
2004-2005
n.
%
3,3
63.086
255
0,6
132
100
Veneto
9.605
124
100
Trentino-Alto Adige
2002-2003
n.
%
2,8
44.487
922.176
48,8
150
14,3
323.166
17,1
243
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
25
Fig. 2.3
– Incidenza
della domanda
agrituristica
sul settore
Fig.
2.2 - Incidenza
della domanda
agrituristica
sul extralberghiero
settore
nelle regioni
italianeitaliane
(2005) (*)
extralberghiero
nelle regioni
(2005) (*)
IT A LIA
8,4
0,0
S a rde gna
V e ne t o
1,7
2,0
La zio
V a lle d' A o s t a
2,9
F riuli- V e ne zia G iulia
3,6
Lo m ba rdia
3,7
Liguria
3,9
5,2
E m ilia - R o ma gna
6,3
C ala bria
A bruzzo
6,6
7,2
P uglia
P ie m o nt e
7,9
9,6
M a rc he
10,8
B a s ilic a t a
C a m pa nia
11,6
15,4
T o sc a na
16,3
T re nt ino - A lt o A dige
17,1
Sic ilia
18,2
M o lis e
Um bria
28,9
0
5
10
15
20
25
30
35
% arrivi negli agriturismi sul totale extralberghieri
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
26
Tab. 2.11 - Dinamica delle presenze nelle aziende agrituristiche italiane per regione (*)
Piemonte
2000-2001
n.
%
49.664
1,1
Valle d'Aosta
23.952
REGIONI
100
169
0,5
100
Lombardia
81.974
1.257.539
1,9
28,4
84.406
1,9
23.340
0,5
37.596
0,9
71.068
1.637.187
1,6
476.373
37,0
10,8
162.865
3,7
22.148
0,5
34.150
0,8
11.511
0,3
254.860
5,8
Calabria
107.777
ITALIA
2.298.572
0,2
494.117
269.473
18.376
1,8
141.299
10,2
100,0
5.534.319
4,1
2.018.077
1,2
2.861.698
0,8
11,2
654.545
132
1,5
135.818
2,2
2.111.992
34,0
631.114
10,1
258.910
4,2
101.723
1,6
60.766
1,0
178
0,3
12.654
0,3
110
4,8
279.608
4,5
110
2,7
181.150
0,3
27.255
2,9
168
0,4
211
0,3
31.790
0,5
473
2,6
233.519
3,8
295
-
769
0,0
100
100,0
6.218.388
100,0
141
36,5
2.287.140
36,8
140
51,7
124
100
91.188
459
124
52,0
1,1
159
125
36,8
67.786
132
179
-
3,7
129
273
100
Mezzogiorno
16.240
12.901
100
Centro
36,2
100
79.096
1.629.538
44.380
-
100
Nord
65.860
232.282
191
141
6.724
4.422.227
226.309
151.879
100
Sardegna
566.184
2,3
100
Sicilia
2,1
106
100
Basilicata
2.003.346
24,0
243
141
100
Puglia
1,3
130
100
Campania
114.351
1.495.410
290
297
100
Molise
0,9
139
100
Abruzzo
70.763
1,8
275
119
100
Lazio
2,8
122
100
Marche
50.960
112.358
119
161
100
Umbria
25,5
188
100
Toscana
155.229
0,4
137
218
100
Emilia-Romagna
1,9
184
100
Liguria
1.411.526
27.331
114
112
100
Friuli-Venezia Giulia
104.954
2004-2005
n.
%
124.970
2,0
252
0,5
128
100
Veneto
26.526
111
100
Trentino-Alto Adige
2002-2003
n.
%
83.769
1,5
3.103.739
49,9
135
11,8
827.509
13,3
167
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
27
Tab. 2.12 – Permanenza media negli agriturismi italiani per regione (*)
REGIONI
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
ITALIA
Nord
Centro
Mezzogiorno
2000-2001
giorni
2,0
3,1
3,2
4,8
3,2
2,5
2,5
2,3
3,9
3,0
4,3
4,0
3,7
3,4
4,5
3,8
2,3
2,4
3,9
4,1
3,7
3,7
2002-2003
giorni
1,9
2,8
3,1
4,7
3,1
2,5
2,6
2,2
3,7
3,0
4,0
3,3
3,8
2,6
3,2
3,5
3,2
2,7
2,1
3,5
3,7
3,6
2,9
2004-2005
giorni
2,0
2,8
2,8
4,6
2,8
2,4
2,9
2,1
3,6
2,8
3,3
3,6
3,9
2,1
2,8
3,4
2,5
2,3
1,9
2,8
3,3
3,6
3,4
2,6
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
Tab. 2.13 – Evoluzione del fatturato annuo del settore agrituristico in Italia (*)
Indicazioni
Fatturato annuo settore (Milioni di Euro)
Fatturato medio per azienda (Euro)
2001
2003
2005
2006
2007
682
750
880
964
1.008
100
110
129
141
148
63.712
57.608
57.415
57.500
56.350
100
90
90
90
88
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Agriturist, varie annate.
In un mercato sempre più concorrenziale il successo dell’impresa agrituristica è,
indubbiamente, legato anche alla capacità dell’imprenditore di adeguare l’offerta alle
tendenze della domanda, investendo sulla qualità. Per soddisfare e conquistare il
28
cliente puntare su una migliore qualità dei servizi significa: preferire l’uso di prodotti
certificati, menù che ripropongono le tradizioni culinarie locali, attenzione e cura
nell’offrire agli ospiti la possibilità di “vivere” l’azienda ed il territorio,
organizzazione di corsi di degustazione e non che, oltre a costituire una ulteriore
occasione di intrattenimento per gli ospiti, aiuta le aziende a formare consumatori più
consapevoli.
L’analisi delle tendenze della domanda, secondo un’indagine condotta da Turismo
Verde, l’associazione della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), ha
evidenziato che l’agriturista italiano ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni, si sposta
sempre con la famiglia (composta da tre-quattro persone), ha un reddito medio-alto
ed un livello culturale medio, ama la natura ed i piatti tipici, soprattutto quelli
biologici. La scelta della vacanza in un’azienda agrituristica, secondo l’indagine, é
dettata principalmente dal desiderio di tranquillità, di contatto con l’ambiente rurale e
con il paesaggio, dalla ricerca di prodotti genuini legati alla tradizione italiana e, non
ultimo, dall’accoglienza familiare dell’azienda preferita al rapporto impersonale
degli alberghi.
Negli ultimi anni, anche la domanda degli ospiti stranieri è cambiata. Difatti, secondo
l’indagine di Turismo Verde, anch’essi preferiscono la vacanza breve, in genere il
week-end lungo, che scelgono consultando, nel 60% dei casi, le guide on-line.
Pur tuttavia, ancora forte è il ruolo promozionale del “passaparola”, che significa
premiare quelle aziende che hanno fatto dell’ospitalità una forma di accoglienza
attenta, curata e professionale.
Peraltro, l’agriturista straniero, anch’esso amante della tranquillità rurale e dei buoni
cibi genuini, sempre secondo l'indagine, predilige le aziende dell’Italia centrale
(inglesi e tedeschi, in particolare) e, specialmente, quelle vicine alle città d’arte e ai
luoghi che hanno attrattive culturali (musei, mostre) e religiose (conventi, abbazie),
ma anche in zone dove ci sono terme. Quindi, non solo buona tavola e tranquillità ma
anche cultura e aspetti salutistici sono sempre più richiesti, specie in questi ultimi
anni, anche dagli agrituristi italiani.
Inoltre, il turista straniero ama molto fare passeggiate a cavallo e il relax in piscina,
che risulta uno dei servizi più richiesti.
29
La buona cucina della tradizione italiana, fatta di cibi tipici e genuini che non si
trovano nei normali circuiti commerciali, e la tranquillità dell’azienda, dove si ha un
clima familiare, restano i motivi principali della scelta agrituristica degli stranieri
che, per di più, sono molto abitudinari e scelgono di trascorrere la vacanza sempre
nella stessa azienda.
.
30
3. L’AGRITURISMO IN SICILIA
3.1
EVOLUZIONE E CARATTERI DELL’OFFERTA
Il comparto agrituristico in Sicilia, pur mantenendo un ruolo di nicchia nel panorama
dell’offerta turistica siciliana (Fig. 3.1, 3.2), denota un’evoluzione positiva con
significativi incrementi di consistenza dell’offerta, più che raddoppiata tra il 2001 ed
il 2006 (Tab. 3.1). Nell’ultimo sessennio, la crescita su base territoriale ha interessato
tutte le province siciliane, mostrandosi più marcata in quelle di Palermo (+3,8 volte),
Siracusa e Catania (+2,6 volte).
Nel complesso, al 2006, il 69% delle strutture autorizzate in Sicilia insistono sui
territori delle province di Messina, Siracusa, Palermo e Catania.
In termini di offerta di ospitalità (Tab. 3.2), l’incremento delle aziende ha avuto
positive ripercussioni anche sui posti letto disponibili aumentati, percentualmente,
più della media nazionale (+2,8 volte, a fronte di +1,8 volte di quelli italiani).
Pur tuttavia, il peso dell’offerta ricettiva siciliana sul settore agrituristico italiano
continua a rimanere marginale (appena il 3,2% del totale posti letto si trovano in
Sicilia).
L’analisi evolutiva, su base provinciale, evidenzia (Tab. 3.2) come, tra il 2001 ed il
2006, la crescita di posti letto abbia interessato in modo non uniforme tutte le
province mostrandosi maggiore per quelle di Caltanissetta (+ 4,2 volte), Catania e
Trapani, entrambe quest’ultime con un’offerta quasi quadruplicata rispetto al 2001.
Significativo anche l’incremento di posti negli agriturismi del Capoluogo di regione
(+ 3,6 volte) e nel territorio ragusano (+3,2 volte). Purtuttavia, al 2006, il 70%
dell’offerta ricettiva agrituristica continua ad essere concentrata in 4 delle 9 province
(Palermo, Messina, Siracusa e Catania).
Conseguentemente, anche la ricettività media regionale (Fig. 3.3) risulta in aumento,
con un numero di posti letto per azienda passati dagli 11 del 2001 ai 13 del 2006. Su
base territoriale, le strutture ricadenti nelle province di Palermo e Siracusa,
nonostante il calo della ricettività media rispetto al 2001, mostrano, cosi come quelle
dell’area di Siracusa e Trapani, valori medi di ricettività superiori a quelli regionali.
31
Anche i posti per agricampeggio, presenti in tutte le province siciliane eccetto quella
di Caltanissetta, risultano triplicati nel periodo in esame (pari a 1.450, il 22% della
ricettività complessiva del settore) (Tab. 3.3) ed insistono, principalmente, nella
provincia di Ragusa (24% dei posti totali); seguono, in ordine di peso percentuale,
quelle di Catania, Trapani, Messina ed Enna.
L’evoluzione del settore ha interessato in modo significativo anche l’offerta
ristorativa degli agriturismi siciliani (Tab. 3.4) con un accrescimento di quasi 3 volte,
rispetto al 2001, dei posti complessivamente autorizzati per la ristorazione, per lo
più concentrati nelle aziende delle province di Palermo, Messina, Ragusa e Siracusa.
Per quanto concerne l’autorizzazione all’esercizio di “altre attività”, la carenza di
informazioni a riguardo desumibili dai dati dell’Assessorato Regionale Agricoltura
(voce non contemplata nel Mod. E trasmesso alla Regione Siciliana dagli Ispettorati
Provinciali Agrari) ha reso necessario il ricorso a dati ISTAT.
La loro analisi
conferma (Fig. 3.4) la tendenza delle strutture agrituristiche siciliane, in linea con il
trend nazionale, ad offrire pacchetti sempre più completi di proposte, arricchendo
l’offerta di alloggio con altre attività (equitazione, escursionismo, osservazioni
naturalistiche, sport, corsi, ecc.), diretti a meglio qualificare e differenziare l’attività
agrituristica, legandola al territorio in cui è ubicata l’azienda. Ciò al fine di
fidelizzare i clienti e d’incrementare il numero degli ospiti.
L’analisi dei principali indirizzi colturali presenti negli agriturismi siciliani
evidenzia (Fig. 3.5) una preponderante presenza di aziende (51% del totale) con
superfici investite a seminativi, seguono quelle con colture olivicole, agrumicole e
viticole. Più in dettaglio (Fig. 3.6), il 70% di quelle con seminativi risultano ubicate
nelle province di Siracusa, Palermo, Ragusa e Messina; quelle con produzioni
olivicole si concentrano nei territori del messinese, del trapanese e del siracusano,
mentre quelle agrumicole insistono, per lo più, nelle imprese delle province di
Messina, Catania e Siracusa.
I sistemi di produzione biologica (Fig. 3.7), praticati da appena il 17% delle imprese
agrituristiche regionali, sono in prevalenza (53% del totale) diffusi nelle strutture
della provincia di Messina, seguono quelle della provincia di Catania, di Enna e di
Ragusa. Del tutto assenti aziende agrituristiche biologiche nelle altre province
siciliane.
32
Fig.
Incidenza %
del
settore
Fig. 3.1
3.1 –
- Incidenza
del
settoreagrituristico
agrituristicosu
suquello
quello
extralberghiero
e
turistico
in
Sicilia
(*)
extralberghiero e turistico in Sicilia (Periodo 2000-2006) (*)
33,4
35
% strutture
agrituristiche/Totale
strutture
extralberghiere
27,7
30
25
%
20
% strutture
agrituristiche/Totale
strutture ricettive
11,5
11,0
15
10
5
0
2000
2006
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e
Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19
(Agriturismo); Osservatorio Turistico – Regione Siciliana, 2007.
Fig.
dell'offertaricettiva
ricettivaagrituristica
agrituristicasul
sulsettore
settore
Fig.3.2
3.2- –Incidenza
Incidenza%dell’offerta
extralberghiero
in Sicilia2000-2006)
(*)
extralberghiero
e turistico einturistico
Sicilia (Periodo
(*)
17,3
18
% Posti letto
agriturismi/Totale
posti strutture
extralberghiere
16
14
12
%
8,9
10
8
6
3,2
1,8
% Posti letto
agriturismi/posti
totale strutture
ricettive
4
2
0
2000
2006
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e
Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19
(Agriturismo); Osservatorio Turistico – Regione Siciliana, 2007.
33
Tab. 3.1 - Evoluzione delle aziende agrituristiche autorizzate in Sicilia per provincia (*)
Province
Agrigento
2001
n.
8
2002
%
4,7
100
Caltanissetta
5
19
10
11,2
54
5,9
16
31,8
21
9,4
25
12
14,7
170
100
5,0
33
26
30
7,1
13
25,9
15,0
14,0
69
41
26
5,2
37
26,0
19
15,5
156
15
71
50
32
12,9
42
5,1
25
24,1
295
174
44
17
78
16,9
58
38
12,9
54
5,0
27
22,8
342
201
2,9
50
13,1
18
4,7
86
22,5
159
17,0
62
16,2
388
11,1
41
10,7
195
15,8
66
17,3
264
7,8
225
100,0
11
180
216
8,5
%
4,7
263
181
14,2
18
220
363
10,8
n.
225
3,2
144
208
100,0
11
170
168
7,2
%
4,4
232
152
14,0
15
220
313
9,8
158
265
38
n.
2006
188
3,4
131
148
5,9
10
150
124
13,6
%
4,1
200
256
11,8
220 100,0
129
14
12
200
128
108
100,0
37
n.
2005
150
3,8
140
120
100
SICILIA
57
10
195
124
100
Trapani
13,3
206
12,4
100
Siracusa
11
%
4,5
200
106
100
Ragusa
29
n.
12
2004
150
4,5
110
100
Palermo
10
153
100
Messina
%
5,0
200
100
Enna
11
138
2,8
100
Catania
n.
2003
30
7,9
250
100,0
382
100,0
225
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV –
U.O.B. n.19 (Agriturismo).
34
Tab. 3.2 – Evoluzione dell’offerta ricettiva nelle aziende agrituristiche in Sicilia per provincia (*)
Posti letto
Province
2001
n.
Agrigento
87
2002
%
4,8
n.
147
1,9
131
100
Caltanissetta
34
160
8,9
108
6,0
480
307
26,7
134
17,1
385
7,4
104
21,4
ITALIA
% Sicilia/Italia
1.799
20,0
198
457
5,8
125
25,3
2.612
131
4,0
122
376
163
685
784
7,6
212
11,5
510
5,0
208
3.271
10,8
20,8
719
4,6
977
18,7
302
25,3
609
7,9
318
15,8
3.842
146
521
185
850
1.091
412
739
8,3
328
4.526
2,8
429
11,5
636
12,4
398
4,1
193
3,8
179
18,8
993
19,3
207
24,1
1.106
21,5
360
9,2
440
8,6
328
16,3
907
17,6
236
7,2
414
315
100,0
%
5,9
351
192
306
100,0
3,2
307
158
6,4
146
355
225
15,6
305
177
318
6,5
5,6
171
150
24,0
254
n.
326
162
200
100,0
175
2006
%
429
259
132
4,8
414
n.
292
3,2
359
158
17,5
2005
%
5,4
237
255
120
100,0
206
143
119
100
SICILIA
661
6,2
151
148
100
Trapani
4,4
215
100
Siracusa
522
202
n.
235
109
100
Ragusa
9,8
107
100
Palerm o
116
2004
%
385
159
100
Messina
255
n.
232
5,0
385
100
Enna
%
5,6
169
100
Catania
2003
8,1
398
100,0
5.140
100
145
182
214
252
286
88.993
102.981
111.066
123.392
152.700
160.000
100
116
125
139
172
180
2,0
2,5
2,9
3,1
3,0
3,2
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV –
(Agriturismo); ISTAT, Annuario Statistico Italiano, varie annate.
100,0
U.O.B. n.19
35
Fig. 3.3 Fig.
– Evoluzione
della ricettività
media negli
agriturismi
in Siciliain
e per
provincia
(*)
3.1 - Evoluzione
della ricettività
media
negli agriturismi
Sicilia.
Trend 2001-2006
(*)
Posti letto x azienda
25
20
15
10
5
0
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
SICILIA
2001
11
7
8
11
9
19
6
15
9
11
2002
13
13
9
11
9
20
8
15
10
12
2003
17
13
10
12
10
19
8
14
11
12
2004
17
12
11
12
10
20
9
15
13
13
2005
17
13
12
11
11
19
11
14
12
13
2006
17
13
13
11
12
18
11
14
14
13
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV –
U.O.B. n.19 (Agriturismo).
36
Tab. 3.3 – Dinamica dell’ospitalità all’aperto (posti per agricampeggio) negli agriturismi siciliani per provincia (*)
Province
Agrigento
2001
n.
16
2002
%
3,4
100
Caltanissetta
Catania
0
40
92
8,5
30
19,6
0
76
6,4
30
28,9
20
12,5
120
25,5
100
Siracusa
92
4,9
80
3,2
17,0
Totale posti letto in
agriturism i (n.) (b)
Totale ( c)= (a)+(b)
% (a)/( c)
470
80
610
30
80
19,7
60
15,1
112
12,9
80
4,0
746
96
138
10,7
140
17,5
300
15,0
112
7,9
11,4
11,5
1.214
15,6
138
140
24,7
352
9,2
112
11,9
10,2
10,4
1.350
0,0
14,6
160
11,0
198
13,7
140
9,7
700
26,1
352
8,3
112
24,3
293
7,7
122
11,9
200
100,0
0
212
660
122
160
%
5,2
174
293
11,5
76
530
700
175
100,0
160
n.
475
0,0
460
122
140
0
212
174
250
10,8
76
2006
%
5,6
530
700
8,0
n.
475
0,0
460
100
100,0
0
212
104
122
13,1
76
2005
%
6,3
530
50
100
100,0
28,4
400
100
100
SICILIA (a)
92
96
n.
475
0,0
100
100
19,6
100
Trapani
120
0
212
104
100
Ragusa
76
2004
%
10,2
530
100
0,0
n.
475
0,0
83
100
Palerm o
0
176
440
100
M essina
16
2003
%
2,6
100
0,0
100
Enna
n.
200
13,8
250
100,0
1.450
100
130
159
258
287
309
1.799
2.612
3.271
3.842
4.526
5.140
100
145
182
214
252
286
2.269
3.222
4.017
5.056
5.876
6.590
100
142
177
223
259
290
20,7
18,9
18,6
24,0
23,0
22,0
100,0
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV – U.O.B. n. 19
(Agriturismo).
37
Tab. 3.4 - Dinamica dell’offerta ristorativa nelle aziende agrituristiche siciliane per provincia (*)
2001
n.
%
118
2,2
Province
Agrigento
100
Caltanissetta
30
158
0,6
100
Catania
403
389
7,4
733
7,2
1.399
13,5
1.213
25,8
770
22,4
361
14,2
5.416
100
823
2.819
1.420
853
6,7
511
10,2
8.040
148
390
868
638
1.136
35,1
3.602
3,8
1.579
8,4
1.066
6,2
736
11,1
10.278
190
2,7
948
688
1.295
35,0
4.626
8,0
1.745
5,8
1.146
10,9
864
38,9
11.882
219
3,0
415
773
1.543
5.232
14,7
2.055
7,9
1.242
1.540
5,5
823
924
11,1
1.835
13.955
11,7
250
37,5
5.434
34,6
388
14,7
2.290
14,6
189
11,0
2.014
12,8
262
6,6
1.204
256
100,0
5,3
212
200
7,3
7,9
308
169
9,6
2,6
1.383
374
239
100,0
1.103
2,8
372
211
149
7,2
415
%
439
199
144
10,3
2,7
274
331
15,4
370
n.
1.383
177
204
100,0
315
2006
%
314
177
138
6,3
2,1
235
130
10,6
255
n.
1.050
257
17,7
2005
%
216
155
142
100,0
2,6
164
111
100
SICILIA
5,0
117
100
Trapani
403
263
n.
215
202
100
Siracusa
7,9
112
100
Ragusa
634
2004
%
1.300
104
100
Palermo
4,9
157
100
Messina
390
2003
n.
223
1.300
100
Enna
2002
n.
%
187
2,3
7,7
334
100,0
15.696
258
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste – Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio IV –
100,0
290
U.O.B. n. 19
(Agriturismo).
38
Fig. 3.4
– Dinamica
delle aziende
autorizzate ad
Fig.
3.3 - Dinamica
delleagrituristiche
aziende agrituristiche
“altre
attività”
in
Sicilia
e
in
Italia
(*)
autorizzate ad "altre attività" in Sicilia ed in Italia (*)
% agriturismi autorizzati ad altre
attività/Totale
80
57,1
70
60
78,1
76,6
90
57,1
Sicilia
45,9
Italia
42,1
50
40
30
20
10
0
1998
2003
2005
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
Fig.
agrituristiche
Fig.3.4
3.5 -–Indirizzi
Indirizzi colturali
produttividelle
delleaziende
aziende agrituristiche
siciliane (*)
siciliane
Florovivaismo
1,9
Indirizzi
colturali
Indirizzi
produttivi
Cappereto
0,5
Piante officinali
1,4
Seminativo
51,8
6,8
Forestale e/o frassinicolo
14,6
Frutta secca
Frutticolo compreso uva da tavola
10,8
Olivicolo
33,3
Viticolo
17,6
Agrumicolo
29,8
0
10
20
30
40
50
60
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende
autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre 2006. Il
totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente
più indirizzi produttivi.
39
Fig. 3.6 – Principali indirizzi produttivi presenti nelle aziende agrituristiche siciliane per
Fig. 3.5 - Aziende agrituristiche per principali indirizzi colturali e per provincia (*)
provincia (2005) (*)
70
60
% aziende
50
40
30
20
10
0
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Agrumicolo
4,5
0
26,4
0,9
28,2
5,5
4,5
21,8
Trapani
8,2
Viticolo
9,2
3,1
10,8
0
13,8
16,9
9,3
4,6
32,3
Olivicolo
8,1
3,3
8,1
7,2
23,6
10,6
8,1
12,3
18,7
Frutticolo compreso uva da tavola
7,5
2,5
42,5
7,5
0
7,5
5
2,5
25
Frutta secca
3,7
0,0
18,5
3,7
38,8
1,9
14,6
14,6
3,6
4
4
12
4
64
0
4
0
8
Seminativo
6,3
4,2
6,2
4,7
10,5
18,8
18,4
22,5
8,4
Piante officinali
20
0
0
0
60
0
20
0
0
Cappereto
0
0
0
0
0
0
50
0
50
Florovivaismo
0
0
14,3
0
0
14,3
42,8
0
28,6
Forestale e/o frassinicolo
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre
2006. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente più indirizzi produttivi.
40
- Quota didel
aziende
agrituristiche
con sistema
di
Fig.Fig.
3.7 –3.6Incidenza
“biologico”
nelle aziende
agrituristiche
siciliane
per provincia
(*)
produzione
biologico
per provincia
(*)
60
53,1
% aziende biologiche
50
40
28,1
30
20
14,1
10
4,7
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Tr
ap
an
i
Si
ra
cu
sa
a
R
ag
us
Pa
le
rm
o
M
es
si
na
En
na
a
C
at
an
i
Ag
ri g
en
to
C
al
ta
ni
ss
et
ta
0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati G.U.R.S. n 55 - Parte I – “Elenco regionale aziende
autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche” – del 1 Dicembre 2006.
3.2
EVOLUZIONE E CARATTERI DELLA DOMANDA
In Sicilia, la domanda agrituristica (Tab. 3.5), nonostante mostri nell’ultimo biennio,
livelli di crescita (+3,9 volte), rispetto al 2000-2001, superiori sia a quelli del
comparto extralberghiero sia a quelli turistici complessivi, rappresenta appena il
2,1% degli arrivi totali nell’Isola.
Tale incremento che interessa in misura diversa tutte le province, risulta
percentualmente maggiore per quelle di Caltanissetta, Agrigento e Trapani dove, in
toto, si concentrano soltanto il 22% degli arrivi regionali dell’ultimo biennio. In
termini di flussi, provincia capofila risulta il Capoluogo di regione, con il 19,8% del
totale arrivi, seguono Catania, Messina e Siracusa che, nel complesso, assorbono
quasi metà della domanda complessiva.
41
L’analisi degli arrivi per aree di provenienza degli agro-turisti mostra (Tab. 3.6),
rispetto al 2000-2001, come nonostante la domanda straniera sia cresciuta (+5 volte)
più di quella italiana (+3,6 volte), quest’ultima continua a rappresentare la maggior
quota degli arrivi sia nelle aziende agrituristiche che nel mercato turistico siciliano
(Tabb. 3.6, 3.7). Più in dettaglio, nell’ultimo biennio, gli arrivi si concentrano, in
ordine decrescente di peso, negli agriturismi delle province di Palermo, Catania,
Messina, Trapani e Siracusa che, in toto, assorbono l’82% degli afflussi complessivi
di italiani ed il 79% di quelli stranieri.
Al contempo, le presenze, ossia i pernottamenti nelle strutture agrituristiche siciliane,
grazie soprattutto ai turisti stranieri, risultano più che triplicate rispetto al 2000-2001
(Tab. 3.8, 3.9). Tale evoluzione coinvolge tutte le province mostrandosi maggiore
per quelle di Caltanissetta (+52 volte), Agrigento (+35 volte), Trapani (+6 volte) e
Palermo (+4,5 volte) (Tab. 3.9, 3.10).
Pur tuttavia, i dati di permanenza media mostrano (Tab. 3.11) una generale tendenza
alla contrazione dei tempi di soggiorno, sia nell’intero settore turistico siciliano e sia
nel comparto agrituristico, per il quale si rilevano pernottamenti medi (2,8 giorni
nell’ultimo biennio) al di sotto di quelli osservati per l’intero mercato turistico
regionale (3,2 giorni) imputabili, principalmente, agli agrituristi italiani.
Su base provinciale, tempi di permanenza superiori alla media regionale si rilevano
per gli agriturismi del siracusano (3,5 giorni), seguono quelli delle province di
Agrigento, Messina e Trapani; al di sotto della media regionale quelli delle altre 5
province.
Nel complesso, tale sviluppo ha accresciuto al 17,5% il peso del comparto sul settore
extralberghiero siciliano (Tab. 3.12). Più in dettaglio, nell’ultimo biennio, gli
agriturismi siciliani hanno assorbito, rispettivamente, il 17,2% dei turisti italiani ed il
18,0% di quelli stranieri affluiti nelle strutture extralberghiere. Marginale continua a
rimanere l’incidenza del comparto sul settore turistico regionale visto che,
nell’ultimo biennio, le aziende agrituristiche sono state scelte come luogo di
soggiorno da appena il 2,3% del totale dei turisti italiani e dall’1,4% di quelli
stranieri arrivati in Sicilia.
42
Tab. 3.5 – Dinamica degli arrivi negli agriturismi in Sicilia e per provincia (*)
Province
Agrigento
2000-2001
n.
2005-2006
%
235
n.
1,0
6.405
0,2
1.667
100
Caltanissetta
54
%
2.731
-
Catania
3.559
Enna
1.475
15,4
17.512
6,4
3.617
Palermo
4.155
13,9
15.733
17,9
18.780
5.578
14,9
5.702
1.510
24,0
10.320
Flussi extralberghieri Sicilia
Flussi turistici Totali Sicilia
23.272
11,2
185
6,5
12.439
100
SICILIA (a)
6,2
164
100
Trapani
20,4
452
100
Siracusa
17,1
487
100
3.475
3,9
245
100
Ragusa
19,0
492
100
3.233
1,8
100
100
Messina
6,9
13,5
824
100,0
92.174
100
396
335.023
526.851
100
157
3.994.573
4.468.315
100
112
100,0
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
43
Tab. 3.6 – Dinamica degli arrivi negli agriturismi siciliani per provenienza (*)
Arrivi italiani
Province
2000-2001
n.
Agrigento
85
2005-2006
%
0,5
100
Caltanissetta
54
2.461
0,3
1.029
13,9
2.461
5,8
3.416
13,9
2.851
19,3
4.240
16,1
1.114
23,9
Flussi extralberghieri
regionali
Flussi totali regionali
17.710
3,7
12.852
18,1
6,7
8.610
20,1
64.096
-
446
772
739
6,6
624
19,7
1.338
8,0
396
13,9
5.563
100
0,7
5.284
18,8
1.218
4,3
4.145
14,8
537
13,2
5.928
21,2
802
11,2
1.463
5,3
234
22,2
3.017
10,7
225
7,1
100
100,0
209
273
100
13,4
10,6
481
100
11,4
%
100
100
773
100,0
1.098
n.
2.987
1.991
100
4.239
7.303
%
2,7
100
172
100
SICILIA
2.400
11.588
150
100
149
100
Trapani
19,1
376
100
Siracusa
2,3
471
100
Ragusa
1.459
12.228
n.
2005-2006
100
233
100
Palerm o
%
5,3
497
100
Messina
3.419
2.726
100
Enna
n.
2000-2001
4.046
100
Catania
Arrivi stranieri
3.829
13,6
967
100,0
28.078
100
362
232.948
371.581
102.076
155.270
100
362
100
152
2.460.528
2.794.738
1.534.045
1.673.577
100
114
100
109
100,0
505
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
44
Tab. 3.7 – Composizione % degli arrivi negli agriturismi siciliani per provincia (*)
P r o v in c e
A g r ig e n t o
C a lt a n is s e t t a
C a t a n ia
Enna
M e s s in a
P a le r m o
R agusa
S ir a c u s a
T ra p a n i
S IC IL IA
2 0 0 0 -2 0 0 1
%
3 6 ,0
6 4 ,0
6 9 ,1
3 0 ,9
6 9 ,8
3 0 ,2
7 6 ,1
2 3 ,9
8 2 ,2
1 7 ,8
8 2 ,0
1 8 ,0
7 6 ,0
2 4 ,0
7 3 ,8
2 6 ,2
7 6 ,1
2 3 ,9
P r o v e n ie n z a
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
2 0 0 5 -2 0 0 6
%
5 3 ,4
4 6 ,6
8 7 ,5
1 2 ,5
6 9 ,8
3 0 ,2
6 6 ,3
3 3 ,7
7 3 ,7
2 6 ,3
6 8 ,4
3 1 ,6
7 4 ,3
2 5 ,7
7 0 ,8
2 9 ,2
6 9 ,2
3 0 ,8
6 9 ,5
3 0 ,5
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
Tab. 3.8 – Dinamica delle presenze negli agriturismi siciliani per provincia (*)
P r o v in c e
A g r ig e n to
2 0 0 0 -2 0 0 1
n.
%
606
0 ,8
100
C a lta n is s e tta
77
3 .5 9 4
0 ,1
100
C a ta n ia
1 0 .2 1 0
2 .7 9 7
1 2 ,9
1 2 .2 3 7
3 ,5
9 .7 3 2
1 5 ,5
8 .5 9 0
1 2 ,3
2 8 .3 9 4
1 0 ,9
6 .4 3 8
3 5 ,9
P re s e n z e
e x tra lb e rg h ie re S ic ilia
P re s e n z e tu ris tic h e to ta li
S ic ilia
7 9 .0 8 0
4 7 .6 3 4
1 8 ,3
4 4 .1 9 1
1 7 ,0
1 4 .8 2 8
5 ,7
3 6 .4 9 5
1 4 ,0
129
8 ,1
100
S IC IL IA
2 ,6
173
100
T ra p a n i
6 .9 2 8
454
100
S ira c u s a
1 7 ,5
389
100
R agusa
4 5 .5 3 3
248
100
P a le rm o
1 ,6
446
100
M e s s in a
4 .0 5 6
5 .2 6 7
100
Enna
2 0 0 5 -2 0 0 6
n.
%
2 1 .7 8 2
8 ,4
3 8 .7 0 6
1 4 ,9
601
1 0 0 ,0
2 6 0 .1 5 0
100
329
3 3 5 .0 2 3
1 .7 5 7 .4 2 7
100
525
3 .9 9 4 .5 7 3
1 3 .4 1 5 .5 4 6
100
336
1 0 0 ,0
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
45
Tab. 3.9 - Dinamica delle presenze negli agriturismi siciliani per provenienza (*)
Presenze italiani
Province
Agrigento
2000-2001
n.
%
0,5
297
100
Caltanissetta
77
6.894
0,1
3.587
11,9
27.970
1.805
Messina
8.580
3,1
6.547
14,8
6.773
11,3
22.300
11,7
4.813
38,4
58.084
18,9
23.566
10.639
25.577
8,2
25.975
14,4
163.608
3.316
992
3.657
3.185
6,5
1.817
3.580
469
15,8
17.563
6.095
1.625
4,7
20.996
2.324
2,4
234
17,4
16.645
17,2
455
15,2
20.626
21,4
648
8,7
4.189
4,3
231
29,0
10.918
11,3
179
7,7
100
100,0
18,2
530
100
15,9
0,5
100
100
15,7
2005-2006
n.
%
11,5
11.080
-
100
540
100,0
1,5
100
115
100
SICILIA
30.989
310
100
157
100
Trapani
2,8
360
100
Siracusa
4.604
%
100
361
100
Ragusa
17,1
255
100
Palerm o
2,2
406
100
2000-2001
n.
100
4.658
100
Enna
2005-2006
n.
%
6,5
10.702
3.609
100
Catania
Presenze stranieri
12.731
13,2
783
100,0
96.543
100
282
100
460
Presenze
extralberghiere Sicilia
1.238.190
1.620.576
519.237
610.517
100
131
100
118
Presenze turistiche
totali Sicilia
8.119.580
8.751.005
5.295.966
5.473.708
100
108
100
103
100,0
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
46
Tab. 3.10 – Composizione % delle presenze negli agriturismi siciliani per
provincia (*)
P r o v in c e
A g r ig e n to
C a lt a n is s e t t a
C a ta n ia
Enna
M e s s in a
P a le r m o
R agusa
S ir a c u s a
T ra p a n i
S IC IL IA
2 0 0 0 -2 0 0 1
%
4 8 ,9
5 1 ,1
1 0 0 ,0
0 ,0
6 7 ,5
3 2 ,5
6 4 ,5
3 5 ,5
7 0 ,1
2 9 ,9
6 7 ,3
3 2 ,7
7 8 ,8
2 1 ,2
7 8 ,5
2 0 0 5 -2 0 0 6
%
4 9 ,1
5 0 ,9
8 8 ,4
1 1 ,6
6 1 ,4
3 8 ,6
6 6 ,5
3 3 ,5
6 5 ,1
3 4 ,9
5 3 ,3
4 6 ,7
7 1 ,7
2 8 ,3
7 0 ,1
S t r a n ie r i
I t a lia n i
2 1 ,5
7 4 ,8
2 9 ,9
6 7 ,1
S t r a n ie r i
I t a lia n i
S t r a n ie r i
2 5 ,2
7 3 ,4
2 6 ,6
3 2 ,9
6 2 ,9
3 7 ,1
P r o v e n ie n z a
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
S t r a n ie
I t a lia n i
ri
ri
ri
ri
ri
ri
ri
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
47
Tab. 3.11 – Permanenza media (giorni) di italiani e stranieri nelle aziende agrituristiche siciliane per provincia (*)
P ro vin c e
Ita lia n i
S tra n ie ri
2 0 0 0 -2 0 0 1
3 ,5
2 0 0 5 -2 0 0 6
3 ,1
C a lta n is s e tta
1 ,4
C a ta n ia
2 ,8
Enna
In c o m p le s s o
2 0 0 0 -2 0 0 1
2 ,1
2 0 0 5 -2 0 0 6
3 ,7
2 0 0 0 -2 0 0 1
2 ,6
2 0 0 5 -2 0 0 6
3 ,4
2 ,5
-
2 ,2
1 ,4
2 ,4
2 ,3
3 ,0
3 ,3
2 ,9
2 ,6
1 ,8
1 ,9
2 ,2
1 ,9
1 ,9
1 ,9
M e s s in a
3 ,5
2 ,7
4 ,7
4 ,0
3 ,8
3 ,0
P a le rm o
1 ,9
1 ,8
4 ,3
3 ,5
2 ,3
2 ,4
R agusa
2 ,4
2 ,5
2 ,9
2 ,9
2 ,5
2 ,6
S ira c u s a
5 ,3
3 ,5
4 ,6
3 ,6
5 ,1
3 ,5
T ra p a n i
4 ,3
3 ,0
4 ,1
3 ,3
4 ,3
3 ,1
S IC IL IA
S tru ttu re
e x tra lb e rg h ie re
S ic ilia
T o ta le S tru ttu re
ric e ttive S ic ilia
3 ,3
2 ,6
3 ,8
3 ,4
3 ,4
2 ,8
5 ,3
4 ,4
5 ,1
3 ,9
5 ,2
4 ,2
3 ,3
3 ,1
3 ,5
3 ,3
3 ,4
3 ,2
A g rig e n to
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
48
Tab. 3.12 - Incidenza della domanda agrituristica sul settore extralberghiero e su quello
turistico in Sicilia (*)
Settori
Italiani
2000-2001
2005-2006
%
%
Stranieri
2000-2001
2005-2006
%
%
In complesso
2000-2001
2005-2006
%
%
Extralberghiero
7,6
17,2
5,4
18,1
6,9
17,5
Turistico
(alberghiero +
extralberghiero)
0,7
2,3
0,4
1,7
0,6
2,1
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Turistico Regione Siciliana.
L’analisi dei flussi per provenienza (Fig. 3.8, 3.9), sulla base degli ultimi dati
disponibili forniti dall’Osservatorio turistico della Regione Siciliana, mette in
evidenza come - nonostante nell’ultimo biennio la domanda straniera sia cresciuta- la
maggior parte degli arrivi negli agriturismi siciliani sono rappresentati da turisti
italiani (65% degli arrivi, 58% delle presenze).
Più in dettaglio, si rileva che il segmento di domanda nazionale è costituito, per oltre
il 60%, da turismo regionale (Fig. 3.10), modesti gli arrivi e le presenze di agrituristi
provenienti da altre regioni italiane con in testa la Lombardia, seguono il Lazio, la
Toscana, la Campania e l’Emilia Romagna.
Con riferimento alla domanda straniera (Fig. 3.11, 3.12), prevalgono gli arrivi da
Paesi Europei (87% del totale) e, principalmente, da Germania, Francia, Paesi Bassi,
Regno Unito e Svizzera. Appena il 3,6% i turisti provenienti da Paesi extraeuropei,
soprattutto dagli Stati Uniti (68% degli arrivi), seguono in ordine di peso percentuale,
quelli Australiani, Canadesi, Giapponesi e Israeliani.
Un importante indicatore dello sviluppo del comparto e delle relative potenzialità
ricettive è dato dall’indice di utilizzazione lorda4 delle strutture agrituristiche.
Quest’ultimo, nonostante sia cresciuto rispetto al 2001, mostrandosi (Tab. 3.13)
addirittura superiore all’indice di utilizzazione lorda delle strutture in Italia, nel
4
L’indice di utilizzazione lorda è dato dal rapporto tra le presenze e la disponibilità dei letti al lordo
delle chiusure stagionali.
49
complesso rimane ancora basso (14%) rispetto alle potenzialità del settore. In altri
termini, l’86% dell’offerta ricettiva lorda degli agriturismi siciliani è, a tutt’oggi, una
risorsa inutilizzata, ciò anche a causa della concentrazione degli arrivi nei mesi
estivi.
Peraltro, anche l’indice di utilizzazione netta5 mostra (Fig. 3.13) un elevato tasso
(77%) d’inutilizzo delle reali potenzialità ricettive regionali che si rileva più marcato
per le aziende delle province di Caltanissetta, Ragusa, Siracusa ed Enna. In antitesi
all’andamento
regionale,
l’indice
di
utilizzazione
netta
per
le
strutture
dell’agrigentino e per quelle delle province di Trapani, Palermo e Catania con valori
superiori, e in qualche caso doppi, rispetto alla media regionale.
Tutto questo sottolinea, ancor di più, la necessità di adeguate ed efficaci strategie
promozionali per il settore, che puntino ad una destagionalizzazione dei flussi,
garantendo livelli accettabili di utilizzo delle strutture e, nel contempo, un sostegno
costante e non stagionale all’economia dei territori interessati.
Fig.3.8
3.7-– Composizione
Fig.
Composizione %
%degli
degli arrivi
arrivi negli
negli agriturismi
agriturismi
sicilianisiciliani
per provenienza
degli agroturisti
per provenienza
(*)
nel biennio 2005-2006 (*)
80
71,6
67,5
2005
70
2006
60
%
50
24,8
40
28,3
30
3,6
20
4,2
10
0
Turisti italiani
Turisti europei
Turisti extraeuropei
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007.
5
È ottenuto dal rapporto tra le presenze e la disponibilità dei posti letto al netto delle chiusure
stagionali.
50
Fig. 3.8 - Composizione delle presenze negli
Fig. 3.9 – Composizione % delle presenze negli agriturismi
agriturismi siciliani
per
siciliani
perprovenienza
provenienzadei
(*) turisti nel
biennio 2005-2006 (*)
70
65,5
58,2
2005
60
%
2006
37,4
50
31,1
40
30
20
3,4
10
4,4
0
Turisti italiani
Turisti europei
Turisti extraeuropei
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007.
51
Fig.
arrivieedelle
delle
presenze
principali
regioni
Fig.3.9
3.10- –Composizione
Composizione %degli
degli arrivi
presenze
negliper
agriturismi
siciliani
per
regioni italiane
provenienza (2006)
italianeprincipali
di provenienza
deglidiagro-turisti
(anno(*)2006) (*)
70
63,5
55,7
60
Arrivi
Presenze
50
%
40
30
20
7,1 10,9
5,8
10
13,7
8,4
3,6 4,9
3,2
4,9
10,7
3,1 4,5
0
Sicilia
Lombardia
Lazio
Toscana
Campania
Emilia
Romagna
Altre Regioni
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007.
52
3.10
Composizione %%
degli
arrivi
e delle
presenze
negli agriturismi
siciliani per
Fig.Fig.
3.11
– -Composizione
degli
arrivi
e delle
presenze
negli agriturismi
siciliani
principali
Paesi Europei
provenienza
dei flussi (anno
2006)(*)
(*)
per principali
PaesidiEuropei
di provenienza
(2006)
32,5
35
30
Arrivi
Presenze
25,7
25
%
18,2 16,6
17,2
20
13,3
13,1
15
13,5
13,4
12,3
9,0
10
7,3
4,5
3,4
5
0
Germania
Francia
Paesi Bassi Regno Unito
Svizzera e
Liechtenstein
Spagna
Altri Paesi
Europei
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007.
Fig. 3.11 - Composizione % di arrivi e presenze per principali Paesi
Fig. 3.12 – Composizione % degli arrivi e delle presenze negli agriturismi
Extraeuropei
di provenienza
degli agro-turisti
(anno
2006)2006)
(*) (*)
siciliani
per principali
Paesi Extraeuropei
di provenienza
(anno
80
68,3 70,2
70
Arrivi
60
Presenze
50
%
40
30
20
7,7
6,9
10,2 10,8
6,5 5,8
4,3 3,9
10
3,0
2,4
0
Stati Uniti
Australia
Canada
Giappone
Israele
Altri Paesi
Extraeuropei
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio Turistico Regione Sicilia, 2007.
53
Tab. 3.13 - Evoluzione dell'indice di utilizzazione lorda
6
degli agriturismi: confronto Italia,
Sicilia e province (*)
P r o v in c e
2001
2002
2003
2004
2005
A g r ig e n to
1 ,6
% d i u tiliz z a z io n e lo r d a
2 ,8
6 ,2
9 ,4
C a lta n is s e t ta
1 ,2
3 ,7
9 ,7
1 9 ,6
1 9 ,2
6 ,5
M e s s in a
P a le r m o
2006
2 0 ,4
2 2 ,1
1 0 ,4
7 ,9
7 ,3
2 3 ,6
2 5 ,0
2 2 ,2
2 1 ,0
8 ,1
1 0 ,0
1 4 ,7
1 0 ,8
9 ,3
1 0 ,4
9 ,4
1 0 ,0
1 2 ,8
1 5 ,8
1 2 ,7
9 ,4
6 ,8
8 ,0
1 0 ,1
1 0 ,9
1 1 ,2
R agusa
2 2 ,9
1 4 ,5
1 6 ,2
1 1 ,4
9 ,1
1 0 ,0
S ir a c u s a
2 1 ,3
1 9 ,8
1 8 ,8
19
1 4 ,5
1 0 ,2
T ra p a n i
1 9 ,1
2 7 ,7
3 7 ,7
3 3 ,5
3 2 ,7
2 5 ,3
S I C I L IA
1 4 ,0
1 2 ,0
1 4 ,4
1 5 ,7
1 5 ,6
1 4 ,0
IT A L IA
1 4 ,0
1 4 ,4
1 4 ,0
1 3 ,1
1 1 ,7
1 9 ,5
C a ta n ia
Enna
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; Osservatorio Turistico Regione Siciliana; Regione
Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Interventi Strutturali, Servizio
IV, U.O.B. n.19 (Agriturismo). Per l’anno 2006 il dato “Italia” è stato calcolato su fonte
AGRITURIST.
6
L’indice di utilizzazione lorda è dato dal rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la
disponibilità di letti espressa in termini di giornate - letto. Più in dettaglio, l’indice viene
calcolato secondo la seguente formula:
I = P/(L*G) *100 dove: P sono le presenze registrate negli esercizi, L i letti degli esercizi
corrispondenti, G il numero di giornate di disponibilità dei letti al lordo delle chiusure
stagionali.
54
Fig.
3.12
Indicedidiutilizzazione
utilizzazionenetta
netta5 delle
delle strutture
strutture agrituristiche
Fig.
3.13
– -Indice
agrituristichein
in
Sicilia
e
per
provincia
(anno
2006)
(*)
Sicilia e per provincia (2006) (*)
50
45,0
45
32,8
40
35
%
25
20
27,7
26,4
30
16,7
13,1
22,5
21,4
14,0
14,0
15
10
5
SI
C
IL
IA
Tr
ap
an
i
M
es
si
na
Pa
le
rm
o
R
ag
us
a
Si
ra
cu
sa
En
na
at
an
ia
C
Ag
ri g
en
to
C
al
ta
ni
ss
et
ta
0
(*) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; Osservatorio Turistico Regione Siciliana, 2007;
Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Interventi
Strutturali, Servizio IV, U.O.B. n.19 (Agriturismo).
7
7
L’indice di utilizzazione netta è dato dal rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la
disponibilità di letti espressa in termini di giornate - letto. Più in dettaglio, l’indice viene
calcolato secondo la seguente formula:
I = P/(L*G) *100 dove: “P” sono le presenze registrate negli esercizi, “L” i letti degli esercizi
corrispondenti, “G” il numero di giornate di disponibilità dei letti al netto delle chiusure
stagionali. Nel caso in esame, per ciascuna provincia il numero di giornate “G” è dato dalla
media delle giornate di apertura autorizzate per le aziende agrituristiche.
55
4 . METODO D’INDAGINE
L’acquisizione dei dati quanto più possibile articolati e completi, sui caratteri
strutturali ed economici delle aziende agrituristiche siciliane è stata realizzata
attraverso indagini campionarie condotte, in parte direttamente in azienda e, in parte,
mediante intervista telefonica degli imprenditori.
Per la definizione del campione, dopo aver censito il numero di aziende regolarmente
autorizzate presenti in ciascuna provincia siciliana, si è stabilito, data la scarsa
collaborazione degli addetti al settore, d’individuare un campione rappresentativo
pari al 20% del totale regionale. Nello specifico, partendo dalla consistenza delle
aziende agrituristiche presenti sul territorio siciliano al 31/12/2006, pari a 382 unità
(secondo i dati forniti dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste),
si è
provveduto ad individuare, sulla base dell’obiettivo del 20%, le strutture da
contattare in complesso per ciascuna provincia. Dalla definizione del campione è
emerso che il numero minimo sufficiente di aziende da rilevare è pari a 76.
Ai fini dell’indagine campionaria è stata predisposta una scheda questionario che
consta di tre parti fondamentali.
Nella prima parte della scheda vengono richieste informazioni sui caratteri generali
dell’azienda (indirizzo, telefono, e-mail, sito web), sulla forma giuridica, sul profilo
dell’imprenditore agrituristico (età, studi, lingue parlate, residenza in azienda, attività
esercitate, frequenza di specifici corsi di formazione per operatore agrituristico).
La seconda parte del questionario fa, invece, riferimento ai caratteri strutturali
dell’azienda agrituristica con riguardo a: dimensioni aziendali (superficie aziendale e
altimetria), caratteristiche degli alloggi, servizi aggiuntivi offerti alla clientela
(servizi per disabili, servizi per attività sportive e ricreative, servizi turisticonaturalistici), dati dell’attività agrituristica (periodo d’apertura, numero dei
clienti/anno, tipologia di ospiti/clienti), dati sull’organizzazione del lavoro
(manodopera coinvolta nell’attività distinta in familiari e personale esterno, mansioni
dei collaboratori, modalità di assunzione), dati sulla produzione (tipologie di
prodotti, allevamenti, prodotti consumati per il ristoro degli ospiti, prodotti destinati
alla vendita diretta e alla vendita a terze imprese, grado di somministrazione di
prodotti tipici e/o tradizionali, presenza di punti di vendita diretta di tali prodotti),
56
informazioni sull’integrazione dell’azienda con il territorio circostante (proposta di
visite al patrimonio storico-architettonico, offerta di partecipazione del cliente a
mostre, mercati, sagre, di prodotti tipici realizzati da terze imprese, ecc.), dati volti a
verificare la conoscenza e l’implementazione di sistemi certificati di gestione per la
qualità (UNI EN ISO 9001) e/o di gestione ambientale (UNI EN ISO 14001) e le
motivazioni della loro non applicazione. Inoltre, il questionario contiene domande
inerenti le forme di promozione e di commercializzazione dell’attività agrituristica
più utilizzate dagli operatori.
La terza parte della scheda-questionario punta ad individuare i principali caratteri
economico-gestionali delle realtà aziendali esaminate. Difatti, sono richiesti: le
tariffe praticate alla clientela per l’alloggio e quelle per i vari servizi aggiuntivi; il
fatturato annuo; il contributo alla composizione del ricavo aziendale dei principali
servizi offerti; e, infine, i livelli d’investimento per l’avvio dell’attività agrituristica e
le relative fonti di finanziamento utilizzate dagli operatori.
Nello svolgimento dell’indagine campionaria, sono state incontrate notevoli
difficoltà dovute alla scarsa collaborazione degli operatori nel fornire alcuni dati,
soprattutto di carattere economico.
La scarsa disponibilità degli operatori è, peraltro, attribuibile alla “criticità” del
periodo in cui è stata condotta l’indagine, ossia i mesi estivi e preautunnali, di
massima attività per le strutture agrituristiche.
Alla fine, dopo aver contattato telefonicamente il 95% delle strutture autorizzate
esistenti sul territorio siciliano, soltanto 78 agriturismi (2 in più del campione
minimo) si sono dichiarati disposti a collaborare all’indagine. Di questi, 61 unità
offrono sia alloggio che ristorazione, 12 soltanto alloggio, 4 svolgono solo attività di
ristorazione ed 1 azienda solo degustazione dei prodotti aziendali e/o tipici della
zona.
57
5. ANALISI DEI RISULTATI
5.1
PRINCIPALI
CARATTERI
STRUTTURALI
DELLE
AZIENDE
AGRITURISTICHE IN SICILIA
L’indagine territoriale è stata condotta su 78 aziende che rappresentano il 20,4% del
totale agriturismi siciliani autorizzati al servizio di alloggio e/o quello di ristorazione
e/o degustazione.
Tali aziende, due in più del campione minimo individuato, ricadono in tutte le
province siciliane, secondo la distribuzione indicata nella tabella 5.1. Di queste,
61 unità (78% del totale) offrono sia alloggio che ristorazione, 12 strutture solo
alloggio, 4 svolgono solo attività di ristorazione ed 1 solo degustazione dei prodotti
aziendali e/o tipici della zona.
Tab. 5.1 - Consistenza delle aziende agrituristiche del campione rilevato
per provincia (*)
Province
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
TOTALE
% (b)/(a)
Aziende (a)
n.
%
4,7
18
2,9
11
13,1
50
4,7
18
22,5
86
16,2
62
10,7
41
17,3
66
7,9
30
100,0
382
Aziende del campione (b)
n.
%
5,2
4
2,6
2
15,4
12
3,8
3
20,5
16
19,2
15
9,0
7
17,9
14
6,4
5
100,0
78
20,4
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Dall’analisi dei dati rilevati, in base al campione suindicato, si rileva (Fig. 5.1) che,
la forma giuridica prevalente di tali imprese è la ditta individuale (87,2%), solo
l’11% di esse presenta struttura societaria, mentre marginale risulta la forma
58
cooperativa (1,3%). Il 55% delle strutture è ubicato in collina, poco più del 30%
quelle situate in pianura, mentre il restante 18% si trova in montagna (Fig. 5.2).
Peraltro, tali aziende sono guidate, per lo più (38% dei casi), da imprenditori con un
età compresa tra i 40 ed i 60 anni, un altro 23% di esse fa capo ad ultrasessantenni e
ben il 15% ad ultrasettantenni, modesta la quota (14%) di titolari giovani con età
inferiore ai 40 anni (Tab. 5.2).
Gli operatori hanno, prevalentemente, una formazione di livello superiore (39,5%
Diploma) ed universitario (39,5% Laurea) ed il 18% di essi dichiara di svolgere
anche attività diverse da quella prettamente agrituristica (liberi professionisti quali
avvocati, ingegneri, agronomi, ecc.). Inoltre, in tema di formazione, è interessante
osservare la modesta presenza (28%) di titolari d’impresa che risultano aver seguito
corsi di formazione specifici per operatore agrituristico, a fronte di una grande quota
(72%) di soggetti che si sono improntati imprenditori agrituristici (Fig. 5.5).
L’elevata percentuale (70%) di operatori che dichiara di risiedere in azienda
costituisce un elemento positivo poiché consente loro di organizzare e seguire meglio
l’attività agrituristica creando, in molti casi, situazioni di “fidelizzazione” del cliente,
grazie alla possibilità d’instaurare un rapporto stretto con l’agriturista.
In un mercato sempre più globalizzato, la conoscenza delle lingue straniere è vitale
anche nelle strutture agrituristiche per l’ampliamento della domanda. A tal riguardo,
dall’indagine emerge che quella più parlata è l’inglese (83% delle aziende
intervistate), seguono il francese (47%), il tedesco (12,8%) e lo spagnolo (11,5%).
Tra le “altre” lingue, sono diffuse il russo, il polacco, il portoghese ed il rumeno; per
contro, nel 10% delle aziende esaminate non si parlano lingue straniere (Fig.5.6).
Ciò, costituisce indubbiamente un grosso handicap per l’incapacità di fronteggiare
adeguatamente la domanda estera.
Inoltre, si è rilevato (Tab. 5.3) che il 39% degli agriturismi del campione sono di
recente avvio (tra il 2001 ed il 2006), ciò a dimostrazione di come la forte espansione
del settore sia correlata agli interventi pubblici di sostegno8 di quest’ultimi anni. Un
ulteriore 28% degli agriturismi sono sorti tra il 1997 ed il 2000, il 10% quelli avviati
tra il 1994 ed il 1996 e ben 11% di essi hanno iniziato l’attività di ospitalità rurale
prima della legge regionale del 1994.
8
P.O.R. Sicilia 2000-2006, Misura 4.15 A – Agriturismo.
59
Relativamente alle dimensioni aziendali (Tab. 5.4) si osserva, più che altro, la
presenza di strutture medio-piccole. In particolare, il 36% delle aziende agrituristiche
esaminate ha una estensione non superiore ai 10 ettari, oltre metà (54%) di esse
presenta superfici inferiori ai 20 ettari, appena un quinto risultano quelle con
dimensioni comprese tra i 21 ed i 50 ettari. Modesta la quota di agriturismi di grandi
dimensioni, con estensioni superiori ai 50 ettari (Tab. 5.4).
Fig. 5.1 - Forma giuridica delle aziende
agrituristiche del campione (*)
Altro
1,3%
Società
11,5%
Ditta
individuale
87,2%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Fig. 5.2 - Aziende agrituristiche esaminate per zona altimetrica (*)
27,0 %
Pianura
55,1%
Collina
17,9%
Montagna
0
10
20
30
40
50
60
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
60
Tab. 5.2 – Età del titolare
Aziende
Classi di età
n.
< 30 anni
30 - 40 anni
41 - 50 anni
51 - 60 anni
61 - 70 anni
> 70 anni
Non indicata
Totale
%
3
8
15
15
18
12
7
78
3,8
10,3
19,2
19,2
23,1
15,4
9,0
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati
direttamente rilevati.
Tab. 5.3 – Avvio attività agrituristica
A ziende
A nni
n.
< 1994
1994 - 1996
1997 - 2000
2001 - 2002
2003 - 2004
2005 - 2006
N on indicata
T otale
9
8
22
20
6
5
8
78
%
11,5
10,3
28,2
25,6
7,7
6,4
10,3
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Fig. 5.3 - Titolo di studio degli operatori agrituristici del
campione (*)
Elem entare
7,7%
Non indicato
6,4%
Laurea
35,9%
Licenza Media
14,1%
Diplom a
35,9 %
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
61
Fig. 5.4 - Quota di gestori residenti in azienda (*)
Non risponde
5,1%
NO
24,4%
SI
70,5%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Fig. 5.5 - Quota di gestori che hanno seguito corsi di
formazione per operatore agrituristico (*)
Si
28,2%
No
71,8%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
62
Fig. 5.6 - Lingue straniere parlate nelle aziende
agrituristiche esaminate (*)
Altre Lingue
5,1%
Spagnolo
11,5%
Nessuna lingua
straniera
10,3%
Inglese
83,3%
Tedesco
12,8%
Francese
47,4%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100%
poiché in ciascuna azienda possono essere parlate più lingue straniere.
Tab. 5.4 - Aziende agrituristiche esaminate per classi di superficie (*)
C la s s i d i s u p e rfic ie
(h a )
< 5
5 - 10
11 - 20
21 - 50
51 - 80
> 80
N o n ris p o n d e
T o ta le
A zie n d e
n.
%
7
21
14
16
6
9
5
78
9 ,0
2 6 ,9
1 7 ,9
2 0 ,5
7 ,8
1 1 ,5
6 ,4
1 0 0 ,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Inoltre, il 49% delle aziende esaminate sono aperte tutto l’anno, mentre il 40% di
quest’ultime ha un’apertura superiore ai 120 giorni all’anno (Fig. 5.7). Tuttavia,
quasi tutti gli operatori dichiarano punte massime di attività nei week-end e in
63
concomitanza con i giorni festivi, in primavera e nei mesi che vanno da giugno a
settembre.
Fig. 5.7 - Incidenza delle aziende agrituristiche in funzione del
periodo di apertura (*)
Periodo d'apertura
Tutto l'anno
48,7
> 120 gg
39,8
91-120 gg
6,4
90 gg
5,1
0
10
20
30
40
50
60
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
L’analisi degli ordinamenti produttivi di queste aziende (Fig. 5.8) mostra che le
colture prevalenti sono l’orticoltura e l’olivicoltura, con valori percentuali che
raggiungono, rispettivamente, l’80,8% ed il 78,2% del totale. Seguono le imprese
con coltivazioni frutticole (58% frutta fresca e 29% frutta secca), quelle agrumicole,
che insistono nella metà delle aziende esaminate, e quelle vitivinicole (33,3% delle
aziende). Tra i prodotti trasformati prevale il sottocomparto delle marmellate
(44,9%) e delle conserve (35,9%) la cui produzione è rivolta sia all’utilizzo
all’interno dell’azienda, per attività di degustazione e ristorazione degli ospiti, sia
alla vendita diretta agli ospiti e/o a clienti di passaggio.
I formaggi freschi e stagionati, sono realizzati da un modesto numero d’imprese,
rispettivamente il 19% ed il 10% ciò, probabilmente, anche a causa delle restrittive
norme igienico-sanitarie correlate alla loro produzione. La voce “altri prodotti” che,
per lo più, comprende la produzione di miele e liquori, interessa il 30% del campione
intervistato.
64
Inoltre, soltanto il 40% delle imprese realizza produzioni biologiche certificate, del
restante 60% soltanto il 10,6% sono quelle in fase di conversione al biologico ed il
32,0% quelle che pensano d’introdurre sistemi di produzione biologica certificata.
Poco più di un terzo degli operatori intervistati non ritiene il biologico certificato un
valido strumento di differenziazione del prodotto e di creazione di valore aggiunto
ma, bensì, lo considera come un ulteriore e dispendioso sistema di accrescimento dei
costi aziendali e, per questo, essi dichiarano di attuare sistemi di coltivazione
biologica ma di non avere alcuna intenzione di certificare le loro produzioni.
Per quanto riguarda gli allevamenti (Fig. 5.9), presenti solo nel 42% delle aziende
esaminate, largamente diffusi sono quelli di avicoli (69,7% dei casi), caprini (45,5%)
ed equini (42,4%), quest’ultimi destinati alle attività sportivo-ricreative degli ospiti,
seguono quelli di suini (39,4%), ovini (36,4%), bovini (33,3% delle aziende con
allevamenti) e cunicoli.
Tra i prodotti degli allevamenti riutilizzati nell’azienda per la ristorazione (Fig. 5.10)
primeggiano le uova (48,5% delle aziende), le carni suine (33,3%), ovine (27,3%) e
quelle di pollo (27,3%). Seguono le carni bovine e caprine usate, rispettivamente, dal
24% delle imprese con allevamenti, e quelle di coniglio (18%). Marginale l’uso di
carne di tacchino e di altre carni quali quella di cinghiale (3% delle imprese). Tra i
derivati largamente usato è il latte bovino (21%), minimo l’impiego di latte ovino (3%
dei casi), appena il 12% le imprese che realizzano ed usano salumi di propria
produzione.
65
Fig. 5.8 - Incidenza di prodotti freschi e trasformati realizzati nelle aziende
agrituristiche rilevate (*)
30,8
Altro
44,9
Marmellate
35,9
Conserve
10,3
Formaggi stagionati
19,2
Formaggi freschi
33,3
Uva da vino e/o vino
6,4
Uva da tavola
Olive e olio
78,2
29,5
Frutta secca (noci, nocciole, ecc.)
Frutta Fresca
57,7
50,0
Agrumi
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può produrre
contemporaneamente più tipi di prodotti.
66
Fig. 5.9 - Incidenza delle principali tipologie di
allevamenti nelle aziende agrituristiche rilevate (*)
9,1
Altro
42,4
Tipologie di allevamenti
Equini
33,3
Bovini
39,4
Suini
45,5
Caprini
36,4
Ovini
30,3
Cunicoli
69,7
Avicoli
0
10
20
30
40
50
% aziende
60
70
80
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Fig. 5.10 - Incidenza dei principali prodotti da allevamenti
aziendali nell'attività di ristorazione degli agriturismi rilevati (*)
Altro
3,0
Latte bovino
21,2
0,0
Prodotti degli allevamenti
Latte caprino
Latte ovino
3,0
12,1
Salumi
Carne suina
33,3
Carne bovina
24,2
Carne caprina
24,2
27,3
Carne ovina
Carne di Coniglio
18,2
Carne di tacchino
3,0
27,3
Carne di pollo
48,5
Uova
0
10
20
30
40
50
60
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
67
5.1.1 LA STRUTTURA DELL’OFFERTA AGRITURISTICA
La struttura dell’offerta agrituristica è basata essenzialmente sull’alloggio, in
camere e/o in appartamenti indipendenti, e sulla ristorazione. Sempre più frequente
è l’offerta di servizi collaterali (sportivi, ricreativi e culturali) volti ad accrescere il
soddisfacimento dell’agriturista sempre più desideroso di coniugare la vacanza con
qualche forma d’impegno, sia esso di natura intellettuale/culturale, di tipo sportivo,
o formativo (corsi di vario tipo), dove l’elemento dello stimolo e della
sperimentazione si sposa armoniosamente con l’aspetto più riposante e rigenerante
di vivere a diretto contatto con la natura.
Con riferimento al servizio di alloggio si rileva come, nel 52% delle aziende, viene
fornito esclusivamente mediante camere, il 25% di esse dispone sia di camere che
di appartamenti indipendenti ed il restante 23% offre ospitalità solo in appartamenti.
Peraltro, la quasi totalità delle camere sono dotate di bagno indipendente e di
attrezzature necessarie a rendere confortevole il soggiorno.
Più in dettaglio (Fig. 5.11), il 63% degli agriturismi ha camere fornite di
riscaldamento e di TV, il 55% dispone di camere con aria condizionata ed il 30% ha
alloggi dotati di frigobar.
Per quanto concerne gli appartamenti (Fig. 5.12), le attrezzature maggiormente
presenti sono: il riscaldamento (68% delle aziende con appartamenti), l’angolo
cottura (63%), l’aria condizionata e TV (54%) ed il frigobar.
Nel complesso, i dati rilevati mostrano (Tab. 5.5) l’eccessiva frammentazione delle
unità ricettive; difatti, quasi la metà degli agriturismi ha un numero di camere non
superiore a 6 ed il relativo numero di posti letto, nel 43% dei casi, non supera le
15 unità. Inoltre, il 63% delle aziende con appartamenti non ne ha più di 3 e, nel
60% dei casi, gli alloggi indipendenti non dispongono di più di 10 posti letto.
La maggior quota (23,3%) di agriturismi del campione ha un’offerta ricettiva totale
compresa tra 16-20 unità, oltre un quinto quelli che, in totale, non hanno più di
10 posti letto. Marginale la consistenza di strutture con numero totale di letti
superiore a 40 ed a 50 unità.
Per di più, la maggior parte delle aziende (79,5%) offre alloggio anche per una
notte, soltanto l’11% di esse richiede un minimo di 2 notti e appena il 9% quelle
che chiedono la prenotazione per un minimo di 3 notti.
68
L’offerta di ospitalità all’aperto, ossia in agricampeggio, interessa soltanto il 13,7%
delle strutture esaminate che, complessivamente, dispongono di 200 posti per la
sosta.
La modesta disponibilità di tale forma di ricettività è legata anche ad una domanda
ristretta, per lo più, ad una fascia di turismo giovanile, disposto ad accettare forme
di ospitalità più spontanee e, al contempo, più economiche.
Nel complesso, si riscontra anche un buon livello di adeguamento alle normative in
materia di abbattimento delle barriere architettoniche (Fig. 5.13), difatti l’86% degli
agriturismi dispone di alloggi adeguatamente attrezzati per i portatori di handicap.
69
Tab. 5.5 – Caratteristiche dell’ospitalità agrituristica
nelle aziende esaminate (*)
N. Camere/azienda
Aziende
n.
1 - 3
4 - 6
7 - 9
10 - 12
> 12
Totale
N. Appartamenti/azienda
6
21
11
12
6
56
Aziende
n.
1 - 3
4 - 6
7 - 10
11 - 15
> 15
Totale
N. Posti letto in camere/azienda
22
7
5
1
0
35
Aziende
n.
1 - 4
5 - 10
11 - 15
16 - 20
21 - 25
26 - 30
> 30
Totale
N. Posti letto in appartamenti/azienda
n.
9
12
2
4
4
3
1
35
Aziende
n.
1 - 4
5 - 10
11 - 15
16 - 20
21 - 25
26 - 30
31 - 40
41 - 50
51 - 60
> 60
Totale
Periodo minimo di permanenza richiesto
Alloggio anche per 1 notte
minimo 2 notti
minimo 3 notti
Totale
Agricampeggio
Si
No
Non risponde
Totale
%
62,9
20,0
14,2
2,9
0,0
100,0
%
1
11
13
10
9
7
5
56
Aziende
1 - 4
5 - 10
11 - 15
16 - 20
21 - 25
26 - 30
> 30
Totale
N. Posti letto complessivi/azienda
%
10,7
37,5
19,6
21,4
10,8
100,0
1,8
19,6
23,2
17,9
16,1
12,5
8,9
100,0
%
25,7
34,3
5,7
11,4
11,4
8,6
2,9
100,0
%
4
11
11
17
12
10
2
2
3
1
73
Aziende
5,5
15,1
15,1
23,3
16,4
13,7
2,7
2,7
4,1
1,4
100,0
n.
%
58
79,5
8
11,0
7
9,5
73
100,0
Aziende
n.
%
10
13,7
61
83,6
2
2,7
73
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
70
Fig. 5.11 - Incidenza delle principali tipologie di attrezzature nelle
camere delle aziende agrituristiche rilevate (*)
26,8
Altre attrezzature
3,6
Insonorizzazione
30,4
Frigobar
14,3
Telefono
3,6
Radio
62,5
TV
55,4
Aria condizionata
62,5
Riscaldamento
0
10
20
30
40
50
60
70
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in
quanto ogni azienda può disporre contemporaneamente di più tipologie di
attrezzature.
Fig. 5.12 - Incidenza delle principali tipologie di attrezzature negli
appartamenti delle aziende agrituristiche rilevate (*)
14,3
Altre attrezzature
5,7
Insonorizzazione
62,9
Angolo cottura
Frigobar
34,3
Telefono
14,3
11,4
Radio
TV
54,3
Aria condizionata
54,3
Riscaldam ento
68,6
0
10
20
30
40
50
60
70
80
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in
quanto ogni azienda può disporre contemporaneamente di più tipologie di
attrezzature.
71
Fig. 5.13 - Accessibilità ai disabili delle
strutture agrituristiche (*)
No
6,4%
Non risponde
7,7%
Si
85,9%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Oltre all’ospitalità agrituristica in senso stretto, tali strutture offrono, sempre più,
servizi collaterali quali: la ristorazione, servizi sportivi, ricreativi e/o culturali.
L’attività di ristorazione, momento unico di valorizzazione dei prodotti
agro-alimentari aziendali e del territorio, siano essi tipici tradizionali e/o a
denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.), è un servizio largamente
diffuso che interessa l’83% delle strutture esaminate e per il 6,4% di esse costituisce
l’unico servizio ricettivo.
A tal riguardo, secondo quanto dichiarato dagli operatori, si rileva che l’attività di
ristorazione viene svolta ai massimi livelli solo durante i fine settimana, per le feste
pasquali, natalizie e nel periodo estivo. Peraltro, soltanto il 10,8% delle aziende
destina tale servizio esclusivamente agli ospiti alloggiati, la stragrande maggioranza
degli operatori (89%) vede nella ristorazione un valido strumento d’integrazione del
reddito aziendale e, pertanto, dispone di strutture idonee ad offrire il servizio anche
ai clienti di passaggio.
Più in dettaglio, il 37% degli agriturismi con servizio di ristoro ha tra 30 e 50 posti
per la ristorazione (Tab. 5.6), un altro terzo delle strutture dispone di un numero di
coperti compreso tra 51 e 100. Marginale, ma comunque significativa, la quota di
aziende (7,7%) che ha di più di 200 coperti per la ristorazione. Ciò, indubbiamente
fa pensare a dei veri e propri “ristoranti di campagna” senza connessione con i
72
criteri di ospitalità rurale intesa in senso stretto.
Complessivamente, il numero di posti per la ristorazione rilevato negli agriturismi
oggetto d’indagine è 4,5 volte superiore ai posti per l’alloggio (4.895 posti di
ristorazione contro i 1.083 posti letto).
Tab. 5.6 – Aziende agrituristiche con ristorazione esaminate per
classi di posti disponibili (*)
C la s s i d i p o s t i p e r la
r is t o r a z io n e
A z ie n d e c o n r is t o r a z io n e
n.
%
2
3 ,1
21 - 50
24
3 6 ,9
51 - 100
< 20
22
3 3 ,8
101 - 200
6
9 ,2
> 200
5
7 ,7
N o n r is p o n d e
6
9 ,3
65
1 0 0 ,0
T o ta le
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
L’attività di ristorazione - oggi riammessa anche disgiuntamente dal servizio di
alloggio9 - rappresenta “in primis” un importante momento di valorizzazione dei
prodotti dell’azienda; difatti, il 12% degli operatori dichiara di destinare ad essa
l’intera produzione (Fig. 5.14), appena un quinto le imprese che utilizzano
nell’attività culinaria meno della metà dei loro prodotti, oltre metà quelli che
dichiarano d’impiegare nell’attività di ristoro dal 60% al 95% dell’intera
produzione aziendale.
Per quanto concerne la qualità dell’offerta enogastronomica emerge come, soltanto
il 15,4% degli agriturismi esaminati realizza prodotti
tipici a denominazione
d’origine (DOP, IGP, DOC-DOCG, IGT) e, tra questi, primeggiano oli e vini. Nel
complesso, il 41,5% delle aziende che offrono il servizio di ristoro dichiarano di far
uso di prodotti a denominazione per le preparazioni culinarie (Fig. 5.15).
9
Regione Siciliana – A.A.F.F. – Dipartimento Interventi Strutturali- Decreto 28 maggio 2004
“Disposizioni in materia di agriturismo”.
73
Fig. 5.14 - Quota di prodotti aziendali destinati alla
ristorazione negli agriturismi esaminati (*)
16,9
% di prodotti
Non risponde
Una quota della
produzione (da
indicare)
44,6
Tutta la produzione
12,3
Più della metà
6,2
Meno della metà
20,0
0
10
20
30
40
50
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Fig. 5.15 - Quota di agriturismi che utilizzano
nell'attività di ristorazione prodotti a marchio
DOP/IGP - DOC-DOCG/IGT (*)
Si
41,5%
No
58,5%
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
D’altro canto, solo metà degli agriturismi con alloggio esaminati offre la pensione
completa (Tab. 5.7), la stragrande maggioranza (63%) propone la mezza pensione
74
ed il 23% soltanto il B&B (pernottamento con colazione). Dalle dichiarazioni degli
operatori emerge come la limitata offerta di pensione completa sia strettamente
correlata alle tendenze della domanda, in quanto spesso gli agrituristi, attratti dalle
attività escursionistiche a sfondo culturale e natural-paesaggistico del territorio
dove soggiornano, richiedono soltanto la cena.
Tab. 5.7 – Aziende agrituristiche con alloggio per
tipologia di ospitalità offerta (*)
Tipologia di ospitalità
Bed & Breakfast
Mezza Pensione
Pensione Com pleta
Totale aziende con alloggio
Altre tipologie di servizi
Alloggi gratis per bim bi in culla
Sconti per alloggio bam bini
Aziende
n.
17
46
37
73
%
23,3
63,0
50,7
100,0
48
47
65,8
64,4
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Il totale è superiore al 100% in quanto ogni
azienda con alloggio può offrire più tipologie di
ospitalità.
Con riferimento all’offerta di servizi per attività sportive e ricreative, in generale,
l’orientamento degli imprenditori agrituristici è quello di ricalcare l’offerta turistica
classica proponendo, al contempo, una serie di servizi sempre più strettamente
connessi con lo spirito agrituristico e con la valorizzazione dei beni ambientali
presenti sul territorio. Difatti, metà delle aziende è dotata di piscina (50%) ed il
46,5% offre la bicicletta, spesso gratis, per le passeggiate in mezzo ai sentieri
naturali. Inoltre, significativa è l’offerta di attrezzature per il ping-pong (38% dei
casi) e per attività di trekking (37 % delle aziende) (Fig. 5.16).
Il campo da bocce è presente nel 36% degli agriturismi ed il 29% di essi è dotato di
un maneggio per l’attività di equitazione, modesta la presenza di campi di calcetto
(18%) e di attrezzature per attività ricreative, fisicamente meno impegnative, quali
il biliardo (14% delle aziende). Sul piano sportivo, a parte il nuoto, l’equitazione ed
il calcetto, scarsamente presenti sono gli impianti per il tiro con l’arco (11%),
75
marginale la presenza di palestre e di attrezzi per la pallacanestro, di campi da golf,
di piscine termali e/o coperte.
Nell’ambito dei servizi turistico/naturalistici (Fig. 5.17) si rileva che, 7 operatori su 10
organizzano visite guidate alle attività dell’azienda (es. visita alla cantine, al fondo, al
frantoio,ecc.), poco più della metà quelli che accompagnano i turisti lungo percorsi
naturalistici, appena il 30,8% le aziende che offrono visite guidate al patrimonio
storico-architettonico della zona e/o alle aree protette vicine. Stessa quota le strutture
che tengono corsi di cucina per la preparazione i piatti tipici della zona, per contro il
59% degli agriturismi organizza degustazioni dei prodotti aziendali e/o della zona e
8 su 10 forniscono materiale informativo agli agro-turisti.
Oltre ai predetti servizi, la capacità di differenziazione qualitativa delle strutture passa
anche attraverso l’offerta di servizi aggiuntivi che, in molti casi, giocano un ruolo
determinante nella scelta dell’agriturista sul luogo dove soggiornare. A tal riguardo,
dai dati rilevati (Fig. 5.18) è emerso che, oltre alla diffusa presenza di parco o
giardino intorno all’edificio rurale destinato all’alloggio, il 60% degli agriturismi
accetta anche animali domestici, i 2/3 sono dotati di parco giochi per i bambini e nel
57% delle aziende è possibile pagare anche con carta di credito.
Inoltre, quasi la metà (47,5%) delle strutture ha una sala TV separata e quasi un terzo
quelle dotate di accesso ad internet e che effettuano il servizio navetta per i clienti
non automuniti, un terzo delle imprese dispone di sala per congressi/riunioni ed oltre
un quinto offre il servizio di custodia di valori in cassaforte. Interessante, inoltre,
osservare come più della metà degli agriturismi esaminati abbia uno spaccio
aziendale per la vendita diretta dei loro prodotti e/o di quelli della zona.
La vendita diretta rappresenta un momento importante di integrazione del reddito
aziendale che consente di riportare all’interno dell’azienda il valore aggiunto che,
altrimenti, finirebbe nelle mani di altri operatori della filiera agroalimentare.
A tal proposito, è stato rilevato che oltre i ¾ delle aziende agrituristiche vende
direttamente i propri prodotti che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono
certificati anche se fanno parte della tradizione colturale tipica della zona. Appena il
18%
degli
agriturismi
offrono
prodotti
aziendali
certificati
(DOP/IGP,
DOC-DOCG/IGT, ecc.) e soltanto nel 31,7% delle strutture con vendita diretta è
76
possibile trovare prodotti di qualità a denominazione di origine certificata realizzati da
altre imprese.
Tutto ciò, sottolinea la carenza di adeguate sinergie tra gli operatori agricoli del
territorio, con il conseguente venir meno per le strutture agrituristiche del ruolo
fondamentale di “vetrina dei prodotti agroalimentari di qualità” e, quindi, anche di
promotori della riscoperta e valorizzazione di questi prodotti.
Appena il 36% le aziende agrituristiche che vendono i propri prodotti (principalmente
olio, vino, agrumi e ortaggi) a terze imprese.
Fig. 5.16 - Incidenza delle varie tipologie di servizi sportivi e ricreativi offerti
nelle aziende agrituristiche rilevate (*)
14,1
A ltro
1,3
Sauna
37,2
Trekking
1,3
Sci mo ntano
38,5
P ing-P o ng
2,6
Tipologie di servizi sportivi e/o ricreativi
P esca Spo rtiva
P allacanestro
1,3
P alestra
1,3
Go lf
1,3
11,5
Tiro co n l'arco
29,5
Equitaz.-maneg.
1,3
Calcio
Calcetto
17,9
1,3
B o wling
35,9
B o cce
14,1
B iliardo
46,2
B icicletta
1,3
P iscina termale
P iscina co perta
2,6
Spiaggia privata
2,6
50,0
P iscina
11,5
Campo da tennis
0
10
20
30
40
50
60
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda
può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi sportivi e/o ricreativi.
77
Fig. -5.17
– Incidenza
delle
tipologie
di servizi
e/o
Fig. 5.17
Aziende
agrituristiche
pervarie
tipologia
di servizi
turistici turistici
e/o naturalistici
naturalistici offerti dalleofferti
aziende
(*) agrituristiche rilevate (*)
12,8
A ltro
Tipologie di servizi turistici e/o naturalistici
Sagre
6,4
M ercati
5,1
M o stre
5,1
24,4
Equitazio ne
30,8
Co rsi di cucina per piatti tipici
82,1
M ateriale info rmativo per
turismo culturale
Visite guidate al patrimo nio
sto rico -archit. della zo na
30,8
Visite guidate alle aree pro tette
vicine
30,8
Degustazio ne dei pro do tti tipici
aziendali o della zo na
59,0
Visite guidate alle attività
aziendali
71,8
53,8
P erco rsi naturalistici e didattici
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni
azienda può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi turistici e/o naturalistici.
78
Fig. 5.18 - Incidenza delle varie tipologie di servizi aggiuntivi offerti dalle
aziende agrituristiche rilevate (*)
Altro
11,5
Sala e serv izio congressi
3 3 ,3
Nav igazione internet
3 2 ,1
Serv izio baby -sitting
9 ,0
Pay tv
12 ,8
Sala Tv separata
4 7 ,4
Tipologie di servizi aggiuntivi
Parco o giardino
7 9 ,5
Trasporto clienti
3 2 ,1
Spaccio aziendale
5 1,3
Ascensore
3 ,8
Accettazione animali domestici
6 0 ,3
Carta di credito
5 7 ,7
Autorimessa
2 ,6
Parcheggio custodito
4 3 ,6
Parco giochi per bambini
6 5 ,4
Serv izio di lav anderia e stireria indumenti
3 4 ,6
Custodia in cassaforte di v alori e gioielli
2 0 ,5
Cucina Vegetariana
5 0 ,0
Serv izio in camera
15 ,4
Bar
2 9 ,5
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda
può offrire contemporaneamente più tipologie di servizi aggiuntivi.
79
La promozione dell’attività agrituristica (Fig. 5.19), a parte i cartelli stradali, è
sempre più affidata al sistema cibernetico. Difatti, la quasi totalità delle aziende
(92,3%) dichiara di promuovere l’attività mediante il proprio sito internet, il 56% di
esse è presente su guide turistiche, poco meno della metà pubblicizzano
l’agriturismo mediante la distribuzione di propri depliants. Peraltro, appena 4
aziende su 10 investono in pubblicità su stampa specializzata italiana, poco più di
un quarto quelle che sono inserite in cataloghi di Tour operators italiani.
Soltanto il 24% delle strutture è presente sui cataloghi di Tour operators esteri ed
altrettante investono in pubblicità su stampa specializzata estera. Un’azienda su 10
partecipa alla Borsa del Turismo, marginale (6,4%) risulta la promozione
dell’attività mediante spot televisivi e/o radiofonici. Tra le “altre forme di
promozione” si conferma indiscusso il “passaparola” (80,8% delle aziende), valido
sistema di pubblicità a costo zero che, indubbiamente, premia quelle strutture che
hanno fatto dell’ospitalità una forma di accoglienza attenta, curata e professionale.
La
commercializzazione
continua
ad
essere
effettuata
direttamente
dall’imprenditore, quasi esclusivamente (93% delle aziende) mediante la
prenotazione telefonica ed il fax (Fig. 5.20). La vendita diretta senza prenotazione
viene comunque garantita da oltre un quinto degli agriturismi esaminati. Molto
diffusa risulta anche la prenotazione tramite internet (oltre i ¾ delle aziende
esaminate) ma, generalmente, rappresenta solo il primo contatto tra operatore e
cliente cui segue quello telefonico.
Inoltre, il 32% delle aziende dichiara di affidarsi per la commercializzazione anche
a tour operators esteri, poco più di un quarto quelle che fanno ricorso a tour
operators italiani, appena il 14% le strutture che utilizzano singoli intermediari
turistici italiani ed il 9% quelle che si appoggiano anche ad intermediari esteri per la
vendita dei loro pacchetti turistici. Estremamente modesto il ruolo di supporto nella
commercializzazione fornito dalle associazioni di categoria, appena il 12,5% degli
agriturismi dichiara di aver ricevuto clienti tramite la pubblicità effettuata dalle
associazioni agrituristiche. Marginale risulta anche la quota (6,4%) di strutture che
fanno parte di consorzi di settore. Tutto ciò, sottolinea una significativa prevalenza
dello spirito individualistico nella gestione dell’attività d’impresa che, ovviamente,
rappresenta una grossa limitazione sia per l’implementazione di politiche di
80
sviluppo integrato del territorio, sia, soprattutto, per le piccole realtà agrituristiche
che, talvolta fuori dagli itinerari dei principali flussi turistici, rischiano la
marginalizzazione, laddove non dispongano di sufficienti risorse finanziarie da
poter investire per un’adeguata promozione individuale.
Fig. 5.19 - Principali forme di promozione
dell'attività agrituristica nelle aziende del campione (*)
Altra forma di promozione
80,8
Cartelli stradali
87,2
Proprio depliant
46,2
56,4
Guida turistica
Modalità di promozione
Consorzi di promozione turistica
9,0
92,3
Internet
Pagine Gialle
26,9
APT
30,8
Borse del Turismo
10,3
Enti Locali
9,0
Stampa specializzata estera
24,4
Stampa specializzata italiana
41,0
TV/radio estera
1,3
TV/radio italiana
6,4
Cataloghi di Tour operator esteri
24,4
Cataloghi di Tour operator italiani
26,9
Inserimento in itinerari
12,8
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore a 100 in quanto ogni
azienda usa spesso più modalità di promozione.
81
Fig. 5.20 - Forme di commercializzazione impiegate nelle aziende
agrituristiche esaminate (*)
A ltra fo rma di
co mmercializzazio ne
0,0
6,4
Fome di commercializzazione
Co o perative e/o co nso rzi
Vendita diretta senza
preno tazio ne
21,8
Vendita diretta co n
preno tazio ne internet
75,6
93,6
Vendita diretta co n
preno tazio ne telefo nica o fax
9,0
Intermediari singo li esteri
14,1
Intermediari singo li italiani
32,1
To ur o perato r esteri
26,9
To ur o perato r italiani
12,8
A sso ciazio ni agrituristiche
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore a 100 in quanto
ogni azienda ricorre a più forme di commercializzazione.
Sul piano normativo, un sostegno utile al consumatore per individuare la qualità
delle strutture con le quali entra in contatto deriva dalla riclassificazione delle
aziende agrituristiche “in spighe”, secondo i dettami più restrittivi del Decreto
n. 175 del 28/02/2006 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, in luogo
delle “stelle” precedentemente attribuite per norma dalle AAPIT.
A tal proposito, va sottolineato come, nonostante i buoni propositi dell’Assessorato
Regionale Agricoltura di far emergere, in questo modo, le vere strutture
agrituristiche di qualità dalla miriade di realtà non autorizzate presenti sul territorio,
a tutt’oggi, secondo quanto rilevato con l’indagine campionaria, in molte imprese il
suddetto Decreto risulta del tutto sconosciuto e/o inapplicato. Ciò è anche dovuto al
82
fatto che la riqualificazione non avviene automaticamente d’ufficio, bensì, secondo
quanto indicato nell’art. 6 del relativo decreto, devono essere gli imprenditori a
richiedere, con apposita domanda indirizzata agli Ispettorati Provinciali Agrari di
competenza, entro 90 giorni dalla pubblicazione del Decreto, la riclassificazione “in
spighe” della propria struttura agrituristica.
L’elevata quota (60%) di aziende esaminate non riclassificate, come dimostrato
nella tabella 5.8, è anche indice di una totale assenza di sostegno e d’informazione
agli operatori da parte delle associazioni di categoria e degli enti pubblici periferici
competenti.
Per contro, va evidenziato come nella predetta quota rientrino gli imprenditori che,
pur affermando di conoscere il Decreto lo ritengono incompleto e fuorviante per i
consumatori e, quindi, preferiscono non procedere alla riclassificazione.
Tab. 5.8 – Consistenza delle aziende agrituristiche del
campione con classificazione in spighe (*)
Classificazione in spighe
Si
No
Aziende
n.
%
26
47
33,3
60,2
5
6,5
Totale
78
100,0
di cui con classificazione:
1 Spiga
2 Spighe
3 Spighe
4 Spighe
2
5
18
1
7,7
19,3
69,2
3,8
Totale
26
100,0
Non tenuti alla classificaz.
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
83
5.1.2 LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA AGRITURISTICA
Ai fini di una valutazione della congiuntura del settore agrituristico e,
indirettamente, della relativa redditività delle imprese in esso operanti risulta
interessante indagare sull’andamento della domanda, vista la generale difficoltà
degli operatori ad indicare, in modo puntuale, il numero di arrivi e presenze annue.
A tal proposito, i dati rilevati hanno messo in luce (Fig. 5.21) che, nel 2006, il
61,5% delle aziende ha registrato un aumento degli arrivi rispetto all’anno
precedente; per contro, quasi un quarto degli operatori ha riscontrato una
diminuzione degli afflussi, mentre per 1 su 10 la domanda si è mantenuta stabile nei
due anni a confronto.
Più in dettaglio (Tab. 5.9), per la maggior parte delle aziende che hanno indicato un
aumento, gli afflussi sono cresciuti, rispettivamente, del 5-10% e del 10-20%. Nel
10% dei casi sono aumentati del 20-30%. Marginale la quota (3,8%) di strutture il
cui incremento degli arrivi tra il 2005 ed il 2006 ha superato il 30%. Tra gli
agriturismi che hanno registrato una diminuzione degli arrivi, per lo più il calo è
risultato compreso tra il 10-20%, appena il 5% del campione indica un decremento
tra il 20-30%.
Gli ospiti sono, in prevalenza (oltre 70% dei casi), composti da coppie e/o da
famiglie (Fig. 5.22). Soltanto il 15% delle aziende dichiara la presenza di comitive
di giovani e di singles, appena il 10% gli agriturismi che hanno ospitato comitive di
anziani.
L’analisi dei flussi di turisti per provenienza mostra (Tab. 5.10) che, per il 16% delle
aziende esaminate oltre il 90% degli arrivi sono turisti italiani, per oltre un quinto di
esse gli ospiti nazionali oscillano tra il 70-90%, mentre nel 24,7% dei casi gli italiani
rappresentano il 50-70% degli arrivi complessivi.
La quota di turisti stranieri, nella maggior parte delle strutture censite, oscilla tra il
30-50% del totale ed in oltre ¼ di esse non supera il 10% . Modesta la quota (11%)
di agriturismi i cui ospiti provenienti dall’estero costituiscono il 70-90% degli
afflussi totali.
La permanenza media, per lo più (42% dei casi), non supera i 3-4 giorni e, per
quasi un quarto delle aziende esaminate, non va oltre le 2 notti (Tab. 5.11).
Marginali le realtà (5%) che dichiarano pernottamenti compresi tra i 5-6 giorni e tra
84
7-8 giorni, ciò si riscontra, soprattutto, in aziende che offrono alloggio in
appartamenti indipendenti.
Fig. 5.19
Evoluzione
degli arrivi
tra arrivi
il 2005negli
ed il agriturismi
2006 negli agriturismi
Fig.- 5.21
– Evoluzione
degli
del
del campione
(*) (*)
campione
(2006/2005)
3,8
Afflusso ospiti
Non risponde
10,3
Stabile
24,4
Diminuito
61,5
Aumentato
0
10
20
30
40
50
60
70
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Tab. 5.9 - Evoluzione dei flussi di “agrituristi” nelle aziende del campione
(2006/2005) (*)
Flussi di agrituristi
Classi di variazione %
In aumento
In diminuzione
Aziende
Aziende
n.
n.
%
%
< 5%
5 - 10%
10 - 20%
20 - 30%
> 30%
% variazione flussi non
indicata
Totale
7
9
14
8
3
9,0
11,5
17,9
10,3
3,8
2
4
7
4
2
2,6
5,1
9,0
5,1
2,6
7
9,0
0
0,0
48
61,5
19
24,4
Totale aziende campione
78
100,0
78
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
85
Fig. 5.22 - Incidenza delle varie tipologie di ospiti nelle
aziende agrituristiche esaminate (*)
71,8
Tipologie di ospiti
Altro (Coppie, ecc.)
10,3
Comitive di anziani
15,4
Comitive di giovani
1,3
Studenti
15,4
Singles
70,5
Famiglie
0
20
40
60
80
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al
100% in quanto ogni azienda può avere contemporaneamente più tipologie
di ospiti.
Tab. 5.10 – Composizione (%) degli arrivi negli agriturismi con servizio di alloggio
esaminati per provenienza dei turisti (*)
A rriv i (% )
T u ris ti ita lia n i
n . a z ie n d e
T u ris ti s tra n ie ri
< 5
5 - 10
2
5
%
2 ,7
6 ,8
n . a z ie n d e
10
9
%
10 - 20
2
2 ,7
6
8 ,2
20 - 30
8
1 1 ,0
13
1 7 ,8
30 - 50
10
1 3 ,8
15
2 0 ,5
50 - 70
18
2 4 ,7
10
1 3 ,7
70 - 90
16
2 1 ,9
8
1 1 ,0
> 90
12
1 6 ,4
2
2 ,8
T o ta le
73
1 0 0 ,0
73
1 0 0 ,0
1 3 ,7
1 2 ,3
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
86
Tab. 5.11 – Permanenza media negli agriturismi con
alloggio esaminati (*)
Perm anenza m edia (gg)
Aziende
n.
%
1-2
3-4
5-6
7-8
>8
N on risponde
18
31
4
4
0
16
24,6
42,5
5,5
5,5
0,0
21,9
T otale
73
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
5.1.3 L’ ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
L’esercizio dell’attività agrituristica comporta per le aziende agricole una crescita
del numero di ore di lavoro, necessarie per la gestione dell’attività ricettiva e/o
ristorativa e per tutte le attività connesse proposte agli ospiti (es. equitazione,
piscina, ecc.). Ciò si traduce in una crescita della forza lavoro con benefiche
conseguenze sull’economia di territori che, generalmente, presentano alti livelli di
disoccupazione.
L’indagine condotta relativamente all’organizzazione del lavoro nelle aziende
agrituristiche ha messo in evidenza il ruolo determinante della famiglia. Difatti,
l’83% delle aziende è gestito prevalentemente con manodopera familiare e soltanto
il 17% degli imprenditori dichiara di non avere alcun familiare coinvolto
nell’attività e di far ricorso al personale esterno. Dall’indagine è emerso (Tab. 5.12)
che, il 30% delle aziende occupa nell’attività agrituristica solo un familiare,
generalmente il coniuge, un quarto di esse coinvolge, rispettivamente, due e tre
familiari ed il 14% addirittura 4 parenti e/o affini.
Notevole anche il ricorso a manodopera esterna (84% delle aziende) con assunzioni,
per lo più, a carattere stagionale. Più in dettaglio, il 21% delle aziende dichiara di
avere solo un addetto esterno, il 16% di esse impiega 2 persone, appena il 14% le
strutture che assorbono 3 persone. Modesto (9%) il numero di aziende che
dichiarano più di 6 addetti esterni.
87
Complessivamente, soltanto il 25% della forza lavoro totale risulta assunta a tempo
indeterminato, per contro, il 75% dei collaboratori ha un occupazione a tempo
determinato.
Tab. 5.12 – Consistenza della “forza lavoro” nelle aziende
agrituristiche esaminate (*)
Aziende con manodopera
familiare
n.
%
82,1
64
Indicazioni
Si
No
Totale
Numero addetti:
1
2
3
4
5
6
più di 6
Aziende con manodopera
esterna
n.
%
84,6
66
14
78
17,9
100,0
12
78
15,4
100,0
20
16
16
9
1
2
0
31,3
25,0
25,0
14,0
1,6
3,1
0,0
17
13
11
13
3
2
7
21,8
16,7
14,1
16,7
3,8
2,6
9,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
5.2
PRINCIPALI
CARATTERI
ECONOMICI
DELLE
AZIENDE
AGRITURISTICHE
La valutazione dei caratteri imprenditoriali ed economici relativi alle aziende
agrituristiche incontra notevoli difficoltà a causa della scarsa collaborazione degli
operatori nel fornire alcune notizie di carattere economico-finanziario.
Dai dati raccolti emerge (Fig. 5.23) che, l’investimento per l’avvio dell’attività,
nella maggior parte dei casi, è compreso tra i 200 ed i 500 mila euro, con punte
superiori oscillanti tra 750-1.000 mila euro (12%) ed oltre 1 milione di euro (9%).
88
Per contro, quasi un quinto delle aziende dichiara investimenti iniziali inferiori ai
100 mila Euro. Tale investimento per il 30,4% delle aziende è stato totalmente
autofinanziato, nel 58% dei casi è stato parzialmente autofinanziato, il 12,5% degli
imprenditori hanno fatto ricorso anche al prestito bancario ordinario ed il 62% sono
quelli che dichiarano di aver ricevuto incentivi pubblici POP o POR, Legge, 25/94,
Legge 488-ambiente per l’avvio dell’attività.
Tra i parametri economici che orientano la domanda e, conseguentemente, la
redditività delle imprese agrituristiche, un ruolo importante assumono le tariffe
praticate dagli operatori per i vari servizi offerti. A tal proposito, nella maggior
parte delle aziende si osserva (Tab. 5.13) come il prezzo minimo e massimo, ossia
quello applicato in bassa ed alta stagione, per l’alloggio in camera singola sia, per lo
più, compreso tra i 31-50 Euro/notte, per arrivare, in un quarto dei casi agli 80-100
Euro/notte nei periodi di alta stagione. Per contro, il 35% delle strutture pratica per
la camera singola un prezzo unico compreso tra 20-30 Euro/notte. Per la camera
doppia, la maggior quota delle aziende indica tariffe minime tra 51-80 Euro/notte e
massime tra 81-100 Euro/notte. Quasi un terzo le realtà con tariffe massime per
camera doppia superiori ai 100 Euro/notte.
Peraltro, in molti agriturismi esaminati, il prezzo per il servizio di alloggio viene
indicato per persona/notte e risulta, per lo più, compreso tra 31-50 Euro/persona.
Per quanto concerne la mezza pensione (Tab. 5.14), i prezzi minimi e massimi si
attestano, in prevalenza, sui 41-60 Euro per arrivare ai 60-80 Euro/giorno/persona
nei periodi di alta stagione. La pensione completa presenta, nella maggior parte dei
casi, tariffe tra 61-80 Euro/giorno/persona.
Il solo servizio di ristoro senza alloggio comporta dei costi compresi, per lo più, tra
i 21-30 Euro/persona, bevande escluse. Nel 41% delle aziende esaminate il costo
per pranzo e/o cena si aggira tra 15-20 Euro/persona, mentre marginale è la quota
di agriturismi che praticano per la ristorazione prezzi superiori ai 30 Euro/persona
(Tab. 5.15).
Dall’analisi del fatturato, importante indicatore della redditività aziendale, emerge
(Fig. 5.24) la profonda dicotomia esistente tra le imprese operanti nel settore.
Da una parte, realtà ben consolidate ed organizzate (un quinto delle strutture
esaminate) che presentano livelli di fatturato compresi tra i 100 mila Euro e gli oltre
89
200 mila Euro annui; dall’altra, imprese (quasi un quinto del campione) che
indicano classi di fatturato tra 20 e 40 mila Euro/anno o, peggio ancora, al di sotto
dei 20 mila Euro/anno (16% delle aziende). Modesta la quota (12%) di agriturismi
con fatturato compreso tra i 60-100 mila Euro/anno. Appena, il 10,6% quelli che
hanno dichiarato un volume d’affari tra 40-50 mila Euro/anno.
Più in dettaglio, l’indagine sul peso percentuale delle varie attività aziendali alla
formazione del ricavo d’impresa ha messo in luce (Tab. 5.16) che, il servizio di
alloggio e quello di ristorazione, nella maggior parte delle aziende rilevate,
concorre per il 31-50% alla formazione del ricavo aziendale, mentre la vendita
diretta o a terze imprese dei prodotti aziendali contribuisce, per lo più, per il 5-10%.
Per il 31% degli agriturismi esaminati alla vendita diretta è imputabile un contributo
inferiore al 5%, stessa quota le realtà che indicano per tale attività entrate comprese
tra il 5-10% del totale. Marginale (< 5%) il peso sul ricavo complessivo aziendale
degli introiti derivanti dalla somministrazione di altri servizi aggiuntivi
(equitazione, servizio lavanderia, ecc.).
Fig. 5.23 - Incidenza degli investimenti per l'avvio
dell'attività nelle aziende agrituristiche esaminate (*)
9,8
> 1000
Migliaia di Euro
750-1000
12,2
9,8
500 - 750
200 - 500
36,6
150 - 200
7,3
100 - 150
4,8
19,5
<100
0
5
10
15
20
25
30
35
40
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
90
Tab. 5.13 – Prezzi minimi e massimi praticati per l’alloggio nelle strutture agrituristiche esaminate (2006) (*)
Classi di prezzi
(Euro/giorno)
< 20
20 - 30
31 - 50
51 - 80
81 - 100
> 100
Camera Singola
Min.
n. aziende
7
8
4
1
%
35,0
40,0
20,0
5,0
Max.
n. aziende
5
1
2
-
Camera Doppia
%
62,5
12,5
25,0
-
Min.
n. aziende
5
17
2
3
%
18,5
63,0
7,4
11,1
Max.
n. aziende
6
7
6
Prezzo a persona/notte
%
31,6
36,8
31,6
Min.
n. aziende
1
10
19
1
2
%
3,0
30,3
57,6
3,0
6,1
Max.
n. aziende
2
19
3
1
%
8,0
76,0
12,0
4,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
91
Tab. 5.14 – Prezzi minimi e massimi praticati per la mezza pensione e per la pensione completa (Euro/giorno/persona) (*)
Classi di prezzi
(Euro/persona)
< 30
30 - 40
41 - 60
61 - 80
81 - 100
100 - 120
> 120
M ezza Pensione
Min.
n. aziende
9
30
6
1
1
1
%
-
Max.
n. aziende
-
18,7
62,5
12,5
2,1
2,1
2,1
12
9
3
1
%
-
Pensione Com pleta
Min.
Max.
n. aziende
%
n. aziende
-
48,0
36,0
12,0
4,0
10
24
1
1
1
27,0
64,9
2,7
2,7
2,7
1
9
6
3
1
%
5,0
45,0
30,0
15,0
5,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Tab. 5.15 – Prezzi praticati per pranzo e/o cena senza alloggio (*)
E u r o /p e r s o n a
< 15
15 - 20
21 - 30
> 30
N o n r is p o n d e
T o ta le
A z ie n d e
n.
%
1
27
28
1
8
65
1 ,6
4 1 ,5
4 3 ,1
1 ,5
1 2 ,3
1 0 0 ,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
92
- Aziende
agrituristiche
classi
di fatturato
annuo
Fig. Fig.
5.24 5.22
– Aziende
agrituristiche
per per
classi
di fatturato
annuo
(*) (*)
21,8
Non risponde
9,0
oltre 200.000
11,5
100.000-200.000
3,8
Fatturato annuo (Euro)
90.000-100.000
1,3
80.000-90.000
3,8
70.000-80.000
60.000-70.000
1,3
50.000-60.000
1,3
10,3
40.000-50.000
30.000-40.000
6,4
25.000-30.000
6,4
20.000-25.000
6,4
9,0
15.000-20.000
6,4
10.000-15.000
1,3
Meno di 10.000
0
5
10
15
20
25
% aziende
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
93
Tab. 5.16 – Contributo percentuale dei principali servizi agrituristici alla formazione del ricavo aziendale (*)
Contributo % al
ricavo aziendale
<5
5 - 10
11 - 20
21 - 30
31 - 50
51 - 80
> 80
Alloggio
n. aziende
%
1,6
1
1,6
1
6,5
4
19,4
12
33,9
21
22,5
14
14,5
9
Ristorazione
n. aziende
%
3,5
2
7,0
4
8,8
5
7,0
4
36,8
21
28,1
16
8,8
5
Vendita prodotti aziendali
n. aziende
%
31,3
15
31,3
15
16,6
8
8,3
4
8,3
4
2,1
1
2,1
1
Equitazione
n. aziende
%
70,0
7
20,0
2
10,0
1
-
Altri servizi
n. aziende
%
100,0
2
-
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
94
5.3
CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ E CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE
La certificazione volontaria del sistema aziendale, ad opera di un Ente di
Certificazione indipendente dall’impresa, rappresenta un valido strumento che
consente di offrire ai clienti/consumatori una garanzia sulla gestione aziendale e,
pertanto, costituisce un vantaggio competitivo per tutte quelle aziende, anche
agroalimentari, che, costrette ad operare in un mercato sempre più concorrenziale,
possono così acquisire quel vantaggio competitivo utile a mantenere le loro posizioni
di mercato o, meglio ancora, accedere a nuovi spazi di mercato.
I sistemi di certificazione volontaria possono avere per oggetto la gestione della
qualità del sistema aziendale o anche il rispetto e la tutela dell’ambiente (“qualità
ambientale”).
Per quanto concerne i sistemi di gestione per la qualità, la normativa volontaria (UNI
EN ISO 9001:2000) consente di avviare un processo continuo di miglioramento
dell’organizzazione aziendale, attraverso il mantenimento di un sistema di qualità
controllato e documentato, che permette di soddisfare i bisogni e le esigenze del
cliente, di rispettare la normativa cogente e, nel contempo, di abbassare i costi della
“non qualità”.
In un mercato sempre più esigente, tale certificazione assume una forte valenza in
termini di garanzia sull’affidabilità e serietà del prodotto/servizio offerto dall’azienda
e, quindi, rappresenta un fattore di competitività commerciale.
Peraltro, vista la crescente attenzione dei consumatori alle tematiche ambientali, per
le aziende che considerano il rispetto dell’ambiente parte integrante della loro attività
è fuor di dubbio il vantaggio competitivo derivante dall’implementazione di un
sistema di gestione ambientale secondo la norma UNI EN ISO 14001. Quest’ultima,
consente all’impresa di gestire la propria attività nella salvaguardia dell’ambiente,
non solo attraverso il rispetto della legislazione ambientale vigente ma, anche,
dotandosi di una propria politica ambientale con la quale l’imprenditore si impegna a
migliorare continuamente le proprie prestazioni ambientali.
Dall’indagine condotta nelle aziende agrituristiche, con riferimento alla valutazione
della conoscenza dei sistemi certificati di gestione per la qualità e di gestione
95
ambientale è emerso (Tab. 5.17) che, purtroppo, tali normative sono ampiamente
ignorate dagli operatori del settore. Più in dettaglio, maggiormente diffusa risulta la
conoscenza dei sistemi di gestione per la qualità ISO 9001 (41% degli operatori
intervistati), mentre appena un quarto sono quelli che conoscono la norma sui sistemi
di gestione ambientale (ISO 14001). Tale conoscenza deriva, per lo più, da
informazione fornita da terzi soggetti (consulenti per la certificazione d’impresa).
Interessante osservare (Tab. 5.17), peraltro, la maggiore importanza attribuita dagli
imprenditori alla certificazione del sistema di qualità (90% degli operatori
consapevoli) rispetto a quella del sistema di gestione ambientale (70% degli operatori
informati).
D’altronde, la priorità attribuita alla certificazione di qualità (ISO 9001) emerge
anche dai dati di consistenza delle imprese agrituristiche certificate e di quelle in
corso di certificazione. Dalla comparazione dei dati si evince (Tab. 5.18) che, soltanto
il 21% degli imprenditori che conoscono la certificazione di qualità hanno già
implementato il sistema, mentre appena il 10% di quelli informati sulla ISO 14001
risultano avere tale certificazione.
Secondo le dichiarazioni degli imprenditori informati su tali norme volontarie, le
cause della loro modesta implementazione sono da ricercarsi, principalmente, nei
costi eccessivi per ottenere e mantenere tali certificazioni. Al contempo, ciò ha
dimostrato ancora una volta la mancanza d’informazione degli operatori circa le
opportunità non sfruttate derivanti da diverse Misure del POR Sicilia 2000-2006
quali: la Misura 4.13 - sottomisura 4.13 b “Sostegno alla creazione, al
riconoscimento comunitario ed al controllo dei prodotti regionali di qualità” che
prevedeva dei contributi per l’introduzione nelle imprese dei sistemi di gestione per la
qualità e di gestione ambientale, la Misura 4.06 “Investimenti aziendali per
l’irrobustimento delle filiere agricola e zootecnica” con cui s’incentivava
l’introduzione di tali sistemi di certificazione, e la Misura 4.09 “Miglioramento delle
condizioni di trasformazione e commercializzazione” con la quale venivano concessi
contributi per l’adeguamento degli impianti esistenti nelle imprese ai sistemi di
gestione ambientale e per la qualità. Altre opportunità di finanziamento non sfruttate
dal comparto agrituristico per l’implementazione dei sistemi di gestione certificati
risultano inserite nell’iniziativa “Leader Plus” Sicilia 2000-2006.
96
Ciò dimostra, ancora una volta, il prevalente spirito individualistico di gestione che
attanaglia il settore e che, spesso, si traduce in isolamento dalle opportunità di crescita
qualitativa e competitiva del sistema impresa.
Tab. 5.17 - Grado di conoscenza ed importanza delle norme volontarie di certificazione nelle
aziende agrituristiche esaminate (*)
ISO 9001
Indicazioni
n. aziende
Conoscenza della normativa
e dei vantaggi del sistema di
certificazione.
Importanza della certificazione
per l'imprenditore
ISO 14001
%
n. aziende
%
Si
32
41,0
20
25,6
No
46
59,0
58
74,4
Si
29
90,6
14
70,0
No
3
9,4
6
30,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
Tab. 5.18 - Consistenza delle strutture agrituristiche esaminate con certificazioni volontarie
e/o in corso di certificazione (*)
ISO 9001
Indicazioni
Certificazione
In corso di
certificazione
n. aziende
ISO 14001
Si
No
7
71
%
9,0
91,0
n. aziende
2
76
Si
4
5,6
No
67
94,4
EMAS
%
2,6
97,4
n. aziende
0
78
%
2
2,6
0
0,0
74
97,4
78
100,0
0,0
100,0
(*) Fonte: nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.
97
6. ANALISI S.W.O.T. DEL SETTORE AGRITURISTICO SICILIANO
Di seguito viene riportata l’analisi S.W.O.T., in cui si evidenziano i punti di forza e di
debolezza, le opportunità ed i limiti del comparto agrituristico siciliano, strumento
indispensabile ad individuare le priorità d’intervento necessarie a sostenere l’accrescimento di
competitività del comparto esaminato.
ANALISI
SWOT
Punti di forza
- Ricco patrimonio
storicoarcheologico e
naturalistico;
- Esistenza di
numerose sagre e
manifestazioni
folkloristiche
legate alla cultura
siciliana;
- Presenza di
ambienti naturali
ad elevata valenza
sottoposti a tutela
(parchi, riserve,
ZPS, SIC, ecc.) ;
- Ricco patrimonio
enogastronomico;
- Significativa
presenza di
prodotti tipici
(DOP, IGP, DOC,
IGT, ecc.) e di
prodotti
tradizionali e/o
storici;
- Diffuso senso
dell’ospitalità;
- Rispetto dei
principi di tipicità
dell’offerta enogastronomica;
Punti di debolezza
Opportunità
- Basso profilo formativo degli
operatori;
- Crescente domanda,
soprattutto estera, di
questa forma alternativa
di turismo;
- resistenza
all’associazionismo ed alla
cooperazione;
- associazioni di categoria
operativamente assenti;
-
- scarsa capacità gestionale di
molti operatori che si traduce
anche in incapacità
d’intercettare la domanda;
- lento adeguamento alle
normative e scarsa
conoscenza della normativa di
settore;
- livello qualitativo
prevalentemente medio-basso
degli esercizi agrituristici;
- modesta consistenza di
aziende con certificazione di
qualità (UNI EN ISO 9000) e
di quelle con certificazione
ambientale (UNI EN ISO
14001, EMAS);
-
- diffusa mancanza di sinergie
con le realtà socio-culturali
del territorio e con quelle
imprenditoriali che realizzano
produzioni di qualità
riconosciute;
- modesta presenza
nell’offertaenograstronomica
di prodotti tipici a
denominazione di origine
(DOP, IGP, DOC,
IGT, ecc.), con conseguente
-
Rischi
- Presenza di strutture
ricettive non autorizzate
che offrono servizi ,
spesso di bassa qualità,
non rispondenti ai
Destagionalizzazione dei
principi della ricettività
flussi turistici;
agrituristica, creando
confusione e sfiducia nel
attivazioni di concrete
potenziale agriturista;
sinergie con le realtà
imprenditoriali e socio- Offerta eno-gastronomica
culturali del territorio
non rispondente ai
per realizzare itinerari
principi di tipicità e/o
tematici che, nell’ottica
tradizione produttiva e
di un’offerta turistica
culinaria (ristoranti di
integrata, possano
campagna);
contribuire a sviluppare
- Spopolamento ed
flussi turistici di una
abbandono del territorio
certa consistenza
soprattutto da parte dei
(ovvero sinergie con
giovani;
produttori di prodotti
con denominazione di
- Confusione del turista
origine e/o di prodotti
nell’individuazione
tradizionali, maneggi,
qualitativa della struttura
strutture sportive, musei,
(numero di spighe da 1 a
cantine, frantoi, ecc.);
4 può creare confusione
con le stelle facendo
destagionalizzazione di
credere al cliente abituato
manifestazioni
alle stelle che il livello
folkloristiche e di altri
qualitativo non supera le
eventi culturali di grande
4 stelle);
richiamo dei flussi,
nell’ottica di
- Domanda agrituristica
destagionalizzazione
assolutamente voluttuaria
degli arrivi;
e, quindi, influenzata
dalla perdita del potere di
massiccia campagna di
acquisto di salari e
promozione nelle
stipendi;
opportune sedi (BIT e
altre fiere
- Degrado estetico del
internazionali), svolta da
paesaggio e aumento del
enti pubblici e/o misti,
98
venir meno del ruolo di
volano di tali strutture nella
promozione dei prodotti tipici
riconosciuti ;
- carenza organizzativa e
scollegamento tra imprese ed
operatori turistici (tour
operator e/o centri
specializzati in grado di
gestire ed organizzare i flussi
turistici);
- Limitata attività di marketing
e di adozione di adeguati
strumenti e strategie di
promozione e comunicazione
(modesta capacità d’investire
in pubblicità, promozione
basata, per lo più, sul
passaparola);
- offerta di ospitalità piuttosto
piatta dovuta, in particolar
modo, all’assenza di iniziative
di specializzazione delle
strutture agrituristiche;
- mancanza d’informazione e di
conoscenza relativamente ai
temi ed ai principi base
dell’agriturismo;
- stagionalizzazione dei flussi
turistici con conseguente
scarso utilizzo delle
potenzialità ricettive del
settore (indice di utilizzazione
lorda dei posti letto esistenti
negli agriturismi siciliani pari
al 16%);
mirata all’incremento
destagionalizzato dei
flussi e, quindi, del tasso
di utilizzazione dei posti
letto esistenti;
rischio idrogeologico per
diminuzione del presidio
umano.
- Implementazione di
sistemi di gestione
ambientale e di sistemi
di qualità che
rappresentano per le
imprese un ritorno
d’immagine ad alto
valore aggiunto vista
anche la possibilità di
ridurre in questo modo i
loro costi della “non
qualità”.
- Contenimento dei prezzi
di pernottamento che
devono risultare
concorrenziali con quelli
delle strutture ricettive
tradizionali (alberghi,
ostelli, ecc.);
- Specializzazione
dell’offerta agrituristica
qualificando i servizi in
relazione a target
particolari;
- Presenza di numerosi
prodotti tipici che, anche
se non riconosciuti
ufficialmente, fanno
parte e della tradizione
culinaria siciliana.
- riduzione della permanenza
media (media regionale 2 notti
di pernottamento).
- scarsa presenza di circuiti ed
itinerari tematici organizzati e
realmente funzionanti;
99
Sulla base delle risultanze della suindicata analisi dei punti di forza e di debolezza,
delle opportunità e dei rischi per il settore agrituristico siciliano sono stati individuati
i seguenti fabbisogni d’intervento:
-
Formazione specifica degli operatori;
-
Incentivazione del ricambio generazionale;
-
Investimenti sia strutturali, per ristrutturazione di edifici esistenti (es. casali e
pertinenze) e per miglioramento dei comfort, nel rispetto dei principi di
ruralità e di libertà di accesso a tutti i soggetti anche quelli diversamente abili;
-
Investimenti a sostegno d’interventi tecnologici (diffusione di sistemi di
risparmio idrico ed energetico);
-
Investimenti per migliorare ed ampliare i servizi ricreativi e sportivi offerti
(es. piscine, campi
di calcetto, maneggi, ecc.) e per migliorare le
infrastrutture esistenti (vie di collegamento);
-
Sostegno per la realizzazione, all’interno dell’azienda, di punti di vendita
diretta dei prodotti agricoli;
-
Interventi volti a contenere l’offerta ristorativa alle dimensioni dell’offerta di
ospitalità (limitazione dei posti alla ristorazione);
-
Incentivi volti a sostenere l’impiego diffuso, nel pacchetto eno-gastronomico,
di prodotti a denominazione di origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.) che,
notoriamente, comportano costi maggiori rispetto ai prodotti tradizionali non
riconosciuti;
-
Investimenti finalizzati al miglioramento della qualità aziendale (contributi
per la certificazione di qualità e per la certificazione ambientale), alla tutela
dell’ambiente naturale e all’autosufficienza energetica;
-
Investimenti volti a sostenere campagne promozionali del settore;
-
Sostegno alle iniziative di cooperazione tra gli operatori agrituristici e gli altri
attori presenti sul territorio, finalizzate ad una reale offerta turistica integrata;
-
Interventi per la costituzione di un centro specializzato per l’organizzazione e
la gestione dei flussi agrituristici, finalizzato a creare il collegamento
100
mancante tra imprese agrituristiche e tour operators, nonché a stimolare
processi di destagionalizzazione degli arrivi su un territorio ad alta valenza
storico-naturalistica ed enogastronomica qual è quello siciliano;
-
Investimenti negli studi di settore utili, agli operatori ed alle istituzioni, per
meglio comprenderne le dinamiche ed orientare le scelte gestionali,
nell’ottica di accrescimento della relativa competitività.
101
7. CONCLUSIONI
Negli ultimi anni, l’espansione dell’attività agrituristica, complementare ed
alternativa a quella tradizionale d’offerta dei prodotti agricoli, è indicatore evidente
della trasformazione che sta interessando il settore agricolo, sempre più alla ricerca
di sistemi diversi d’integrazione del reddito e di miglioramento delle condizioni
socio-economiche degli operatori che, com’è noto, sono “in primis” imprenditori
agricoli. Quest’ultimi investiti - nell’ambito del ruolo multifunzionale riconosciuto
all’azienda agricola anche dalle politiche comunitarie - della funzione di trovare il
giusto connubio tra esigenze di tutela del territorio, dei valori rurali, ambientali e
culturali e le necessità di una domanda turistica ad essi particolarmente attenta ed in
continua evoluzione.
In Italia, i dati relativi alla consistenza delle aziende agrituristiche mostrano, sia a
livello complessivo che nelle singole tipologie di offerta, una crescita vertiginosa
(+ 58% tra il 1998 ed il 2005) del settore che, pur tuttavia, rimane di nicchia nel
panorama della ricettività turistica complessiva.
Tale espansione strutturale, sostenuta anche dall’incremento della domanda di tale
forma di turismo alternativo (+64% di arrivi rispetto al biennio 2000-2001) che ha
generato anche significativi aumenti di fatturato del settore (+ 41% tra il 2001 ed il
2006), ha interessato maggiormente le regioni centro-meridionali e, in particolar
modo, la Sicilia.
Nell’Isola, tra il 2001-2006, la consistenza delle aziende agrituristiche è più che
raddoppiata e quasi triplicata risulta la disponibilità dei posti letto. A livello
territoriale, lo sviluppo strutturale ha coinvolto tutte le province siciliane
interessando, principalmente, le zone costiere tirreniche e ioniche a maggiore
vocazione turistica dove si riscontra, tra l’altro, una crescente domanda,
prevalentemente italiana (69% degli arrivi dell’ultimo biennio), di tale forma di
ospitalità.
L’analisi dei principali caratteri strutturali delle imprese agrituristiche siciliane ha
confermato la persistente frammentazione dell’offerta di ospitalità, con un numero
medio di posti letto per azienda che, seppur in crescita rispetto al 2001, rimane
102
ancora modesto ma, comunque, superiore alla media nazionale (13 posti contro una
media italiana di 12 letti per azienda).
L’indagine campionaria ha, peraltro, evidenziato come tali imprese sono, per buona
parte, di recente avvio (tra il 2001 ed il 2006), hanno prevalentemente forma
giuridica di ditta individuale e sono guidate, per lo più, da operatori con formazione
di livello superiore ed universitario che, nella maggior parte dei casi, hanno un’età
avanzata (ultrasessantenni) e che, talvolta, sono anche liberi professionisti.
Modesta è risultata la presenza di titolari d’impresa che hanno seguito specifici corsi
di formazione per operatore agrituristico, mentre la stragrande maggioranza di essi
(72%) si sono improntati operatori agrituristici.
Inoltre, sul piano strutturale è stata osservata la prevalenza di aziende con dimensioni
medio-piccole dedite, più che altro, a produzioni orticole ed olivicole, anche se non
mancano quelle con coltivazioni frutticole, agrumicole e vitivinicole.
Nel complesso, tali imprese risultano anche più attente all’ambiente; difatti, il 40% di
esse realizzano produzioni biologiche certificate, 1 su 10 è in fase di conversione al
biologico, mentre 3 su 10 pensano d’introdurre tali sistemi produttivi a ridotto
impatto ambientale. Per contro, poco più di un terzo degli operatori considera inutile
l’adozione della certificazione biologica non ritenendola un valido sistema di
differenziazione del prodotto e di creazione di valore aggiunto, ma, bensì, soltanto un
dispendioso sistema di accrescimento dei costi di gestione.
Gli allevamenti, presenti soltanto nel 42% delle aziende esaminate, sono, per lo più,
quelli avicoli, caprini ed equini, quest’ultimi destinati all’attività di equitazione; più
contenuta la presenza di allevamenti di suini, ovini e bovini (33% delle aziende).
L’analisi strutturale dell’offerta di ospitalità, ha messo in evidenza un buon livello
qualitativo degli alloggi, costituiti in prevalenza da camere, quasi tutte dotate di
bagno e di attrezzature (riscaldamento, aria condizionata, TV, ecc.) destinate a
rendere sempre più confortevole e piacevole il soggiorno. Stesso livello di comfort è
stato osservato per gli appartamenti indipendenti - unica forma di struttura ricettiva
per il 23% delle imprese esaminate – che, nella maggior parte dei casi, risultano
attrezzati anche di angolo cottura.
Complessivamente, è stato rilevato anche un buon adeguamento delle imprese alla
normativa per l’abbattimento delle barriere architettoniche che consente la fruibilità
103
delle strutture ai diversamente abili (l’86% delle aziende è dotata di alloggi e servizi
per l’accoglienza dei portatori di handicap).
Inoltre, sempre più, l’offerta agrituristica non si limita soltanto all’alloggio ma
comprende servizi collaterali quali la ristorazione e servizi per attività sportive e
culturali/ricreative.
L’attività di ristorazione interessa oltre i ¾ degli agriturismi con alloggio esaminati e
per una modesta quota (6,4%) di essi costituisce l’unica forma di ospitalità.
Interessante osservare come, soltanto 1 azienda su 10, destini il servizio di ristoro
esclusivamente agli ospiti alloggiati, mentre la quasi totalità vede in esso un valido
strumento d’integrazione del reddito aziendale e, a tal fine, ha ampliato, talvolta
eccessivamente, le strutture ristorative in modo da poter destinare il servizio anche
agli ospiti di passaggio. In alcune realtà (7% del totale), sono stati rilevati più di 200
posti per la ristorazione; ciò fa pensare più a dei “ristoranti di campagna” senza
connessione con i criteri di ospitalità rurale contenuta e di qualità che caratterizzano
le vere strutture agrituristiche. In complesso, i posti per la ristorazione censiti nelle
aziende del campione sono risultati 4,5 volte superiori a quelli per l’alloggio.
Con riferimento alla qualità dell’offerta enogastronomica emerge come, l’attività di
ristorazione rappresenti in primis un importante momento di valorizzazione dei
prodotti dell’azienda. Difatti, il 12% degli operatori dichiara di destinare l’intera
produzione alla ristorazione, oltre metà quelli che utilizzano per le preparazioni
culinarie tra il 60 e 95% dei prodotti aziendali.
I prodotti di qualità a denominazione d’origine (DOP, IGP, DOC, IGT, ecc.), che
ovviamente hanno costi maggiori, vengono impiegati soltanto nel 41% delle imprese
con ristorazione esaminate, mentre, nella maggior parte dei casi, i menù prevedono
l’uso di prodotti che fanno parte della tradizione colturale tipica della zona ma che
non hanno alcun riconoscimento. Ciò è anche dovuto all’esigenza degli imprenditori
agrituristici di contenere i costi per risultare competitivi con le strutture di
ristorazione tradizionali.
La carenza di adeguate sinergie tra le aziende agrituristiche e le realtà produttive del
territorio emerge anche con riferimento alla vendita diretta dei prodotti, praticata da
oltre i ¾ delle imprese. Tale attività - vista dagli operatori come importante
strumento per internalizzare il valore aggiunto che, altrimenti, finirebbe nelle mani di
104
altri operatori della filiera agro-alimentare - riguarda, più che altro, i prodotti
dell’azienda non certificati, soltanto il 32% delle imprese pone in vendita diretta
anche alimenti a denominazione d’origine (soprattutto vini ed oli) di produzione
propria e/o di altre imprese della regione.
Tutto ciò comporta per le aziende
agrituristiche il venir meno del loro ruolo di “vetrina dei prodotti agroalimentari di
qualità” e, quindi, di promotori della riscoperta e valorizzazione dei prodotti tipici
riconosciuti.
Con riferimento ai servizi aggiuntivi (servizi sportivi, ricreativi e culturali),
l’orientamento degli operatori è quello di proporre tipologie che ricalchino i modelli
classici dell’offerta turistica ma in stretta connessione con lo spirito agrituristico.
Difatti, accanto ai servizi per le classiche attività sportive e ludico-ricreative (piscina,
campo di calcetto, bocce, biliardo, ecc.), sono presenti proposte per la valorizzazione
dei beni ambientali presenti sul territorio (attività di trekking, equitazione, corsi di
cucina tipica, ecc.). Peraltro, sempre più diffusa è l’organizzazione di visite guidate
alle attività aziendali e/o lungo percorsi naturalistici. Marginale risulta, invece,
l’integrazione delle aziende agrituristiche con realtà economico-ricreative del
territorio quali: mostre, mercati e sagre.
Inoltre, bisogna sottolineare come, in un sistema di mercato sempre più basato sul
credito al consumo, la contenuta presenza di strutture (57% del totale) che accettano
pagamenti con carte di credito genera, indubbiamente, influenze negative sui livelli
di domanda per quelle realtà non adeguate ai nuovi sistemi di pagamento.
Le strategie promozionali e commerciali adottate dagli imprenditori agrituristici
siciliani sono prevalentemente basate sul passaparola e sul sistema cibernetico (siti
internet); scarsamente diffuso, visti gli elevati costi, il ricorso a pubblicità su riviste
specializzate e o TV nazionali e/o locali. Peraltro, estremamente modesta è la quota
(6,4%) di agriturismi che fanno parte di consorzi di settore, a conferma del
prevalente spirito individualistico di gestione che, ovviamente, rappresenta una
grossa limitazione sia per l’implementazione di politiche di sviluppo integrato del
territorio, sia per le piccole realtà agrituristiche che, talvolta fuori dagli itinerari dei
principali flussi turistici, laddove non dispongano di sufficienti risorse finanziarie da
poter
investire
per
un’adeguata
promozione
individuale,
rischiano
la
marginalizzazione. Situazione questa, evidenziata anche dalla profonda dicotomia tra
105
i livelli di fatturato delle aziende esaminate che vede premiate le strutture ben
consolidate, con un’offerta di servizi qualificata e diversificata (i cui livelli di
fatturato sono compresi tra 100 mila ed oltre 200 mila Euro/anno), diversamente
dalle piccole realtà agrituristiche che dichiarano un fatturato inferiore ai 20 mila
Euro/anno.
Un altro limite del settore è rappresentato dal lento adeguamento alle normative
applicabili, in parte dovuto alla non conoscenza della legislazione di settore (il 60%
degli operatori intervistati non conosce e/o non ha richiesto la riclassificazione “in
spighe” dell’azienda, secondo quanto disposto dal Decreto Assessoriale per le
strutture agrituristiche entrato in vigore nel Marzo del 2006).
Anche la scarsa presenza di strutture agrituristiche con certificazione di qualità
(UNI EN ISO 9001) e, ancor di più, di quelle con certificazione ambientale
(UNI EN ISO 14001, EMAS) costituisce, un punto di debolezza. La certificazione
volontaria del sistema aziendale è, per il consumatore, una garanzia della qualità dei
servizi offerti e, quindi, rappresenta un vantaggio competitivo per tutte quelle
imprese certificate che, costrette ad operare in un mercato sempre più concorrenziale,
possono così mantenere più facilmente la posizione acquisita o, meglio ancora,
accedere a nuovi spazi di mercato, vista la crescente richiesta di “qualità” da parte
dei consumatori.
Le motivazioni della scarsa diffusione delle certificazioni volontarie nel settore
agrituristico siciliano sono da ricercarsi, in parte, nell’ignoranza della normativa
volontaria (il 59% degli operatori non conosce i sistemi di gestione per la qualità ed
il 75% ignora quelli di gestione ambientale) e, in parte, negli elevati costi necessari
all’implementazione di tali sistemi di gestione certificati. A tal proposito, è emerso
che gran parte degli operatori ignora l’esistenza di strumenti di sostegno pubblico
previsti per l’implementazione di tali sistemi di gestione (es. contributi
delle
Misure 4.06, 4.09, 4.13 b del POR Sicilia 2000-2006).
Dal lato della domanda - caratterizzata in prevalenza da un turismo regionale (63%
degli arrivi sono turisti siciliani) sempre più “mordi e fuggi”- oltre alla contrazione
della permanenza media, un punto debole del comparto agrituristico siciliano è la
concentrazione dei flussi nei mesi estivi, che comporta elevati tassi d’inutilizzo delle
potenzialità ricettive lorde e nette (l’86% delle giornate letto lorde ed il 77% di
106
quelle nette), del tutto inaccettabili viste anche le particolari condizioni climatiche
favorevoli di cui gode, per gran parte dell’anno, il territorio siciliano.
Ciò sottolinea, ancor di più, la necessità di adeguate ed efficaci campagne
promozionali del settore, ad opera di enti pubblici e/o misti che, supportate da
un’adeguata programmazione scaglionata di eventi culturali di grande richiamo dei
turisti, puntino ad una “destagionalizzazione” dei flussi, garantendo livelli accettabili
di utilizzo delle strutture e, nel contempo, un sostegno costante e non periodico
all’economia dei territori interessati.
Interessanti prospettive di sviluppo per il comparto sono legate alla crescente
domanda, anche da parte di turisti, provenienti da Paesi emergenti sia europei che
extraeuropei, sempre più attratti dalle peculiarità pedo-climatiche, storicoarchitettoniche e naturalistiche dell’Isola, nonché da un patrimonio enogastronomico
ricco di prodotti tipici di qualità, riconosciuta e non, tradizionali dell’arte culinaria
siciliana.
Vista la tendenza dei consumatori a ricercare pacchetti turistici completi diviene
sempre più urgente la necessità di superare il diffuso spirito individualistico di
gestione per facilitare l’attivazione di sinergie con le realtà socio-economiche e
culturali del territorio, realizzando itinerari tematici che, nell’ottica di un’offerta
turistica integrata, possano contribuire a sviluppare flussi agro-turistici di una certa
consistenza, con ripercussioni positive sulla crescita economica di tali aziende e delle
aree rurali in cui esse operano, in piena sintonia con il ruolo multifunzionale
attribuito all’attività agrituristica.
107
BIBLIOGRAFIA
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REGIONE
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109
REGIONE
SICILIANA
–
ASSESSORATO
DEL
TURISMO
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COMUNICAZIONI E DEI TRASPORTI – “Rapporto sul turismo in Sicilia 20022003. Scenari italiani ed internazionali 2004. Analisi – Riflessioni – Commenti” http://www.regione.sicilia.it/turismo/.
110
INDICE DELLE TABELLE
TAB. 2.1 -
DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE
IN ITALIA PER REGIONE ................................................................................... 15
TAB. 2.2 -
DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE
ALL’ALLOGGIO IN ITALIA .................................................................................. 16
TAB. 2.3 -
DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE
AUTORIZZATE ALLA RISTORAZIONE.............................................................. 17
TAB. 2.4 -
DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE
AUTORIZZATE ALLA DEGUSTAZIONE ............................................................ 18
TAB. 2.5 -
DINAMICA REGIONALE DELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ITALIANE AUTORIZZATE
AD “ALTRE ATTIVITÀ” ...................................................................................... 19
TAB. 2.6 -
EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RICETTIVA DEGLI
AGRITURISMI PER REGIONE .......................................................................... 20
TAB. 2.7 -
DINAMICA DEGLI ARRIVI COMPLESSIVI E VERSO
GLI AGRITURISMI IN ITALIA.............................................................................. 22
TAB. 2.8 -
DINAMICA DELLE PRESENZE TURISTICHE COMPLESSIVE
E NEGLI AGRITURISMI IN ITALIA ..................................................................... 22
TAB. 2.9 -
EVOLUZIONE DELLA PERMANENZA MEDIA NELLE
STRUTTURE RICETTIVE E NEGLI AGRITURISMI IN ITALIA ......................... 23
TAB. 2.10 - DINAMICA DEGLI ARRIVI NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ITALIANE PER REGIONE ................................................... 25
TAB. 2.11 - DINAMICA DELLE PRESENZE NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ITALIANE PER REGIONE ................................................... 27
111
TAB. 2.12 - PERMANENZA MEDIA NEGLI AGRITURISMI ITALIANI
PER REGIONE.................................................................................................... 28
TAB. 2.13 - EVOLUZIONE DEL FATTURATO ANNUO DEL SETTORE
AGRITURISTICO IN ITALIA ................................................................................ 28
TAB. 3.1 -
EVOLUZIONE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE
AUTORIZZATE IN SICILIA PER PROVINCIA ................................................... 34
TAB. 3.2 -
EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RICETTIVA NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE IN SICILIA PER PROVINCIA .............................................. 35
TAB. 3.3 - DINAMICA DELL’OSPITALITÀ ALL’APERTO (POSTI PER
AGRICAMPEGGIO) NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PROVINCIA ......... 37
TAB. 3.4 -
EVOLUZIONE DELL’OFFERTA RISTORATIVA
NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ................ 38
TAB. 3.5 -
DINAMICA DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI IN SICILIA
E PER PROVINCIA ............................................................................................ 43
TAB. 3.6 -
DINAMICA DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER
PROVENIENZA .................................................................................................. 44
TAB. 3.7 -
COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI
SICILIANI PER PROVINCIA .............................................................................. 45
TAB. 3.8 -
DINAMICA DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI
SICILIANI PER PROVINCIA .............................................................................. 45
TAB. 3.9 - DINAMICA DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI
SICILIANI PER PROVENIENZA ........................................................................ 46
TAB. 3.10 - COMPOSIZIONE % DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI
SICILIANI PER PROVINCIA ............................................................................. 47
112
TAB. 3.11 - PERMANENZA MEDIA (GIORNI) DI ITALIANI E STRANIERI
NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ................. 48
TAB. 3.12 - INCIDENZA DELLA DOMANDA AGRITURISTICA
SUL SETTORE EXTRALBERGHIERO E SU QUELLO
TURISTICO IN SICILIA ...................................................................................... 49
TAB. 3.13 -
EVOLUZIONE DELL'INDICE DI UTILIZZAZIONE LORDA DEGLI
AGRITURISMI: CONFRONTO ITALIA, SICILIA E PROVINCE .......................... 54
TAB. 5.1 -
CONSISTENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE DEL
CAMPIONE RILEVATO PER PROVINCIA ......................................................... 59
TAB. 5.2 -
ETÀ DEL TITOLARE ........................................................................................... 61
TAB. 5.3 -
AVVIO ATTIVITÀ AGRITURISTICA .................................................................... 61
TAB. 5.4 -
AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE PER
CLASSI DI SUPERFICIE..................................................................................... 63
TAB. 5.5 -
CARATTERISTICHE DELL’OSPITALITÀ AGRITURISTICA
NELLE AZIENDE ESAMINATE .......................................................................... 70
TAB. 5.6 -
AZIENDE AGRITURISTICHE CON RISTORAZIONE ESAMINATE
PER CLASSI DI POSTI DISPONIBILI................................................................. 73
TAB. 5.7 -
AZIENDE AGRITURISTICHE CON ALLOGGIO PER TIPOLOGIA
DI OSPITALITÀ OFFERTA ................................................................................. 74
TAB. 5.8 -
CONSISTENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE DEL
CAMPIONE CON CLASSIFICAZIONE IN SPIGHE ........................................... 84
TAB. 5.9 -
EVOLUZIONE DEI FLUSSI DI “AGRITURISTI” NELLE
AZIENDE DEL CAMPIONE (2006/2005) ........................................................... 86
TAB. 5.10 - COMPOSIZIONE (%) DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI CON
SERVIZIO DI ALLOGGIO ESAMINATI PER PROVENIENZA DEI TURISTI...... 87
113
TAB. 5.11 - PERMANENZA MEDIA NEGLI AGRITURISMI CON ALLOGGIO
ESAMINATI ........................................................................................................ 88
TAB. 5.12 - CONSISTENZA DELLA “FORZA LAVORO” NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ESAMINATE ........................................................................ 89
TAB. 5.13 - PREZZI MINIMI E MASSIMI PRATICATI PER L’ALLOGGIO
NELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE ESAMINATE .................................... 92
TAB. 5.14 - PREZZI MINIMI E MASSIMI PRATICATI PER LA MEZZA PENSIONE
E PER LA PENSIONE COMPLETA (EURO/GIORNO/PERSONA) ................... 93
TAB. 5.15 - PREZZI PRATICATI PER PRANZO E/O CENA SENZA ALLOGGIO................. 93
TAB. 5.16 - CONTRIBUTO PERCENTUALE DEI PRINCIPALI SERVIZI
AGRITURISTICI ALLA FORMAZIONE DEL RICAVO AZIENDALE .................. 95
TAB. 5.17 - GRADO DI CONOSCENZA ED IMPORTANZA DELLE
NORME VOLONTARIE DI CERTIFICAZIONE NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ESAMINATE ....................................................................... 98
TAB. 5.18 - CONSISTENZA DELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE
ESAMINATE CON CERTIFICAZIONI VOLONTARIE
E/O IN CORSO DI CERTIFICAZIONE ............................................................... 98
114
INDICE DELLE FIGURE
FIG. 2.1 - INCIDENZA DEL COMPARTO AGRITURISTICO SUL
SETTORE TURISTICO IN ITALIA .................................................................... 14
FIG. 2.2 - EVOLUZIONE DELLA RICETTIVITA’ MEDIA NEGLI
AGRITURISMI ITALIANI ................................................................................... 21
FIG. 2.3 - INCIDENZA DELLA DOMANDA AGRITURISTICA SUL
SETTORE EXTRALBERGHIERO NELLE REGIONI ITALIANE (2005) ............. 26
FIG. 3.1 - INCIDENZA DEL SETTORE AGRITURISTICO SU QUELLO
EXTRALBERGHIERO E TURISTICO IN SICILIA .............................................. 33
FIG. 3.2 - INCIDENZA DELL’OFFERTA RICETTIVA AGRITURISTICA SUL
SETTORE EXTRALBERGHIERO E TURISTICO IN SICILIA ............................ 33
FIG. 3.3 - EVOLUZIONE DELLA RICETTIVITA’ MEDIA NEGLI AGRITURISMI
IN SICILIA E PER PROVINCIA .......................................................................... 36
FIG. 3.4 - DINAMICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE AUTORIZZATE AD
“ALTRE ATTIVITÁ” IN SICILIA ED IN ITALIA .................................................... 39
FIG. 3.5 - INDIRIZZI PRODUTTIVI DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE SICILIANE ....... 39
FIG. 3.6 - PRINCIPALI INDIRIZZI PRODUTTIVI PRESENTI NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE SICILIANE PER PROVINCIA ............................................. 40
115
FIG. 3.7 - INCIDENZA DEL “BIOLOGICO” NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE
SICILIANE PER PROVINCIA ............................................................................. 41
FIG. 3.8 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI NEGLI AGRITURISMI SICILIANI
PER PROVENIENZA .......................................................................................... 50
FIG. 3.9 - COMPOSIZIONE % DELLE PRESENZE NEGLI AGRITURISMI SICILIANI
PER PROVENIENZA .......................................................................................... 51
FIG. 3.10 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE
NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI REGIONI
ITALIANE DI PROVENIENZA (2006).................................................................. 52
FIG. 3.11 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE
NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI PAESI
EUROPEI DI PROVENIENZA (2006).................................................................. 53
FIG. 3.12 - COMPOSIZIONE % DEGLI ARRIVI E DELLE PRESENZE
NEGLI AGRITURISMI SICILIANI PER PRINCIPALI PAESI
EXTRAEUROPEI DI PROVENIENZA (2006)...................................................... 53
FIG. 3.13 - INDICE DI UTILIZZAZIONE NETTA DELLE STRUTTURE
AGRITURISTICHE IN SICILIA E PER PROVINCIA (2006) ................................ 55
FIG. 5.1 - FORMA GIURIDICA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE
DEL CAMPIONE ............................................................................................... 60
FIG. 5.2 - AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE PER ZONA
ALTIMETRICA ................................................................................................... 60
116
FIG. 5.3 - TITOLO DI STUDIO DEGLI OPERATORI AGRITURISTICI
DEL CAMPIONE ................................................................................................. 61
FIG. 5.4 - QUOTA DI GESTORI RESIDENTI IN AZIENDA ................................................ 62
FIG. 5.5 - QUOTA DI GESTORI CHE HANNO SEGUITO CORSI DI
FORMAZIONE PER OPERATORE AGRITURISTICO ...................................... 62
FIG. 5.6 - LINGUE STRANIERE PARLATE NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ESAMINATE ...................................................................... 63
FIG. 5.7 - INCIDENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE IN FUNZIONE
DEL PERIODO DI APERTURA .......................................................................... 64
FIG. 5.8 - INCIDENZA DI PRODOTTI FRESCHI E TRASFORMATI
REALIZZATI NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ......................... 66
FIG. 5.9 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTI
NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE .............................................. 67
FIG. 5.10 - INCIDENZA DEI PRODOTTI DA ALLEVAMENTI AZIENDALI
NELL’ATTIVITÁ DI RISTORAZIONE DEGLI AGRITURISMI RILEVATI............. 67
FIG. 5.11 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI ATTREZZATURE
NELLE CAMERE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ................. 71
FIG. 5.12 - INCIDENZA DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI
ATTREZZATURE NEGLI APPARTAMENTI DELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE RILEVATE ........................................................................... 71
117
FIG. 5.13 - ACCESSIBILITÁ AI DISABILI DELLE STRUTTURE AGRITURISTICHE ......... 72
FIG. 5.14 - QUOTA DI PRODOTTI AZIENDALI DESTINATI ALLA
RISTORAZIONE NEGLI AGRITURISMI ESAMINATI ........................................ 75
FIG. 5.15 - QUOTA DI AGRITURISMI CHE UTILIZZANO NELL’ATTIVITÁ DI
RISTORAZIONE PRODOTTI A MARCHIO
DOP/IGP – DOC-DOCG/IGT .............................................................................. 75
FIG. 5.16 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI
SPORTIVI E RICREATIVI OFFERTI DALLE AZIENDE
AGRITURISTICHE RILEVATE............................................................................ 78
FIG. 5.17 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI
TURISTICI E/O NATURALISTICI OFFERTI DALLE AZIENDE
AGRITURISTICHE RILEVATE ........................................................................... 79
FIG. 5.18 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZI AGGIUNTIVI
OFFERTI DALLE AZIENDE AGRITURISTICHE RILEVATE ............................. 80
FIG. 5.19 - PRINCIPALI FORME DI PROMOZIONE DELL’ATTIVITÁ
AGRITURISTICA NELLE AZIENDE DEL CAMPIONE ....................................... 82
FIG. 5.20 - FORME DI COMMERCIALIZZAZIONE IMPIEGATE NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ESAMINATE ....................................................................... 83
FIG. 5.21 - EVOLUZIONE DEGLI ARRIVI NEGLI
AGRITURISMI DEL CAMPIONE (2006/2005) .................................................. 86
118
FIG. 5.22 - INCIDENZA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI OSPITI NELLE AZIENDE
AGRITURISTICHE ESAMINATE
..................................................................... 87
FIG. 5.23 - INCIDENZA DEGLI INVESTIMENTI PER L’AVVIO
DELL’ATTIVITÁ NELLE AZIENDE AGRITURISTICHE ESAMINATE ............. 91
FIG. 5.24 - AZIENDE AGRITURISTICHE PER CLASSI DI FATTURATO ANNUO ........... 94
119