Mamma - Nuovo Basket Aquilano
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Mamma - Nuovo Basket Aquilano
volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 1 Mamma, giurami che qui non c’è il terremoto RACCONTI SPARSI DI RAGAZZI CORAGGIOSI Raccolti e ordinati da Roberto Nardecchia PHS MANET IMMOTA prefazione di Giustino Parisse Città dell’Aquila Con il Patrocinio di volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 2 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 3 Mamma, giurami che qui non c’è il terremoto RACCONTI SPARSI DI RAGAZZI CORAGGIOSI Raccolti e ordinati da Roberto Nardecchia prefazione di Giustino Parisse volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 4 Prima edizione dicembre 2010 All rights reserved © 2010 Federazione Italiana Pallacanestro Via Vitorchiano, 113 - 00189 Roma Progetto curato dal Settore Marketing Eventi Comunicazione Progetto grafico Doppiosegno snc Via Lago di Lesina 57, 00199 Roma www.doppiosegno.com - [email protected] www.fip.it [email protected] [email protected] volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 5 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 5 Indice Hanno scritto... 8 Prefazione, Giustino Parisse 9 Introduzione, Roberto Nardecchia 11 I miei ragazzi 13 Ciao a tutti 20 Piazza d’Armi 21 Caro diario 21 La felicità alle 3.31 23 Noi sapevamo che sarebbe accaduto 23 Artefici del proprio destino? 24 Le cose cambiate 26 La forza per rialzarsi 26 Non tutti hanno risposto 28 In campeggio 28 Questa estate è stata fichissima 29 Tutto adesso sta tornando normale 30 Vorrei ridere e passeggiare sotto i portici con i miei amici 32 I rimasugli dell’Aquila 32 Casa mia sta bene 34 Dopo aver dormito (2 minuti) 35 Da qui dobbiamo ripartire 36 Non si può evitare 37 Nei cuori dei piccoli giocatori 37 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 6 6 Parlano, parlano, parlano 38 Una vita molto simile 39 È dimostrato 40 L’odore di polvere 40 Non riesco ancora a spiegarlo 41 Caro allenatore 44 Il giorno più brutto 45 Cercando di rimettere a posto i miei giochi 46 La mancanza 46 Sotto il tavolo, con il cane 47 È difficile ammetterlo 48 Voglio tornare a casa 49 Il fatto che noi tutti conosciamo 50 Terry 52 Un brutto sogno 53 I vecchi amici 54 Piazza D’Uomo 54 Non abbiamo perso il coraggio di lottare 56 Un ragazzo terremotato 56 Ci stiamo allenando duramente 57 Mi sentivo solo e inutile 58 Uscire scalzi, senza giacca, di notte, a L’Aquila, non è proprio consigliabile 60 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 7 a mia madre e a Massi, una stella nel cielo e una in terra volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 8 8 HANNO SCRITTO... Giustino Parisse è un giornalista del Il Centro, caporedattore della redazione dell’Aquila. Nella notte del 6 aprile 2009 ha perso nella sua casa di Onna, frazione del Comune dell’Aquila, i suoi due unici figli, Domenico (17 anni e mezzo) e Maria Paola (16 anni da compiere a maggio) ed il padre, Domenico. Roberto Nardecchia vive a L’Aquila. Istruttore minibasket dal 1978, nazionale dal 1983. Arbitro Fip-Cia dal 1980, nelle liste della serie A dal 1993 al 2006 con 286 gare arbitrate. Attualmente è responsabile tecnico della Scuola Minibasket L’Aquila e Presidente dell’associazione omonima che ne coordina le attività sociali e sportive. Valerio Marchetti, 12 anni Francesco Martinelli, 13 anni Matteo e Marco D’Ippolito, 8 e 6 anni Lorenzo Aristotile, 10 anni Giulio Antonini, 12 anni Chiara Parisse, 12 anni Alessio Dundee, 14 anni Domenico “Nico” Perrella, 9 anni Andrea De Filippi, 10 anni Matteo Calabrese, 10 anni Riccardo Merli, 14 anni Andrea Colafarina, 10 anni Fabio Foresta, 12 anni Nicolò Quaresima, 9 anni Alex Taviani, 13 anni Lorenzo Vanzini, 10 anni Davide Tedeschini, 14 anni Patrizio De Matteis, 14 anni Alessandro Rancitelli, 9 anni Sergio Di Biase, 10 anni Ennio Di Norcia, 11 anni Matteo Luraschi, 12 anni Lorenzo Ranieri, 12 anni Valerio Di Domenico, 10 anni Filippo Antonini, 14 anni Andrea Giovannone, 14 anni Gianluca Di Carlo, 13 anni Michele Ianni, 12 anni Davide Vespa, 11 anni Domenico Montagnani, 11 anni Fabio Bifarini, 11 anni Simone Pasqualoni, 11 anni Marco Santucci, 10 anni Giorgio Amoroso, 11 anni Francesco Giammaria, 12 anni Andrea Moschino, 9 anni Matteo Tedeschini, 12 anni Raffaele Scarano, 10 anni Riccardo Fagnani, 10 anni Cecilia Fasciani, 14 anni Sara Filoni, 11 anni volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 9 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 9 PREFAZIONE Leggendo i racconti scritti dai giovanissimi e potenziali campioni di basket sulla notte del 6 aprile 2009, ho avuto la conferma che i nostri ragazzi in quei venti secondi di paura abbiano avuto un'esperienza certo traumatica, ma che li ha fatti crescere dal punto di vista umano, come se avessero fatto un salto di generazione. A 9-10 anni ci sono la scuola, lo sport, le vacanze, la spensieratezza di una giornata all'aria aperta, l'abbraccio con mamma e papà, il capriccio per avere un nuovo video gioco. Nessuno a quell'età pensa di dover vivere una tragedia che cancella la città dove si è nati, fa crollare la casa dove c'è la stanzetta che mese dopo mese diventa sempre più a propria immagine, con la foto del campione di basket, la bambolina che fa compagnia, il poster della Ferrari. Dove c'è il lettino per riposare e vicino al quale di tanto in tanto si sente arrivare la mamma che “rimbocca” le coperte, guarda il visino sereno del suo bambino (per le mamme anche a 40 anni si è sempre bambini), e magari si commuove e non può fare a meno del bacino della buona notte. Alle 3.32 il terremoto ha svegliato tutti di soprassalto, quella cameretta che doveva essere rifugio e porto sicuro è diventata nemica, luogo della paura e dalla paura si scappa, non si sa bene dove, ma si scappa. Poi arrivano le notizie. Ci sono amichetti che non sono stati così fortunati, che nel crollo della loro casa hanno infranto i sogni di una vita lunga e felice. E allora, anche a 10 anni, ci si interroga sulla fragilità delle cose e si cercano nuovi approdi: ci si butta fra le braccia dei genitori, si cerca di trovare uno spiraglio di luce e dopo la dispersione della notte da incubo si sente forte il bisogno di ritrovarsi, guardarsi, raccontarsi, tornare a giocare. Presi dalla furia della cronaca di ogni giorno noi giornalisti forse non abbiamo saputo dare il giusto valore allo sport, a quelle società piccole e grandi che dopo il 6 aprile si sono ritrovate senza impianti e in una incertezza totale sul futuro. Eppure tanti dirigenti non si sono arresi, hanno, dopo poche settimane, ripreso in mano un pallone, improvvisa- volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 10 10 to un campo da basket, cercato con il telefonino i piccoli atleti. E il miracolo è avvenuto: sono stati organizzati di nuovo tornei, la solidarietà giunta da tutta Italia ha consentito di offrire giorni di serenità a chi temeva di averla persa per sempre. Questo libro, curato da Roberto Nardecchia che dello sport e dell'attenzione ai giovani ha fatto una ragione di vita, dimostra che dopo il terremoto ci sono stati tanti miracoli. La Scuola minibasket L'Aquila ha fatto il suo, investendo sui ragazzi che sono la nostra unica speranza. E ve lo dice uno che quella speranza ha visto svanire il 6 aprile. Ma non mi arrendo. Ogni volta che incontro un ragazzo e una ragazza adolescenti li guardo negli occhi e vedo i miei figli, Domenico e Maria Paola. Loro avrebbero fatto il possibile per aiutare la città che già sentivano propria. Sono certo che dallo sport, dalla condivisione del risultato (anche quando si è sconfitti), dalla voglia di mettere dentro quel pallone nel canestro, nascerà una generazione nuova, capace di risollevare le sorti del capoluogo d'Abruzzo. Alla fine, ragazzi, la partita la vincerete voi, ma lo farete anche per noi. Dicembre 2010, Giustino Parisse volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 11 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 11 INTRODUZIONE Il 6 aprile 2009 un terremoto devastante ha sconvolto L’Aquila e alcuni centri urbani vicini, portando via con sé un patrimonio non solo materiale e umano, ma soprattutto morale, costituito da ricordi, emozioni, gioie, dolori. In poche parole ha spazzato via delle vite intere. Ci vorrà del tempo per curare queste ferite, molto di più di quanto ce ne vorrà per restituirci una facciata di una chiesa o uno dei nostri tanti palazzi storici. Cosa resterà nelle menti e nei cuori dei bambini e dei ragazzi? Cosa ricorderanno girando le spalle tra vent’anni quando da adulti proveranno a tornare indietro fissando un punto nel vuoto? E, soprattutto, come inciderà questa vicenda sulla formazione del loro carattere, sulla crescita della loro personalità? Saranno forse gli esempi positivi che girano intorno ai loro giorni a farli superare in modo meno traumatico possibile questi sconvolgimenti, le corse piangendo per le scale, i mesi in tenda, in camper o in un albergo lontano da casa, i giochi perduti e gli amici lontani, i genitori senza certezze e la scuola in un container. Saranno forse gli stessi ideali che abbiamo sempre cercato di trasmettere loro tirando un pallone a canestro, il rispetto di sé stessi e degli altri, l’orgoglio e la dignità, la capacità di non fermarsi mai e di rialzarsi se si cade a terra. Correndo ancora più forte. Il libro era nato per cercare di scoprire cosa c’era nei cuori dei tanti ragazzi della Scuola Minibasket L’Aquila, per individuare le loro nuove esigenze; è finito per diventare l’occasione per scoprire che tutto il tempo passato negli anni con loro è stato forse il miglior tempo speso in tutta la vita. Raccogliere e ordinare i testi ha aggiunto una ferita dopo l’altra, lacerando sempre di più, ma dando nello stesso tempo una forza e una responsabilità sempre più crescente, dando migliore corpo alla volontà di offrire loro una possibilità per tornare a correre dietro un pallone. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 12 12 Io non so ancora qual è il senso della vita, ma se la vita ha un senso forse si nasconde dietro gli occhi e i sogni di un bambino. Roberto Nardecchia Ps: i racconti sono stati lasciati così come erano, senza correggere la punteggiatura o gli errore di ortografia. Il titolo del libro è una frase di Giulio alla mamma, prima di addormentarsi in un letto diverso dal suo, che non aveva più, in una casa diversa dalla sua, nella quale non sapeva più quando poter rientrare. Ai ragazzi è stato chiesto di scrivere qualcosa solo se ne avevano voglia, senza preoccuparsi di copiare niente in bella copia, preoccupandosi solo di non aver paura, ora e mai nella vita, di esprimere con coraggio i propri sentimenti. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 13 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 13 I MIEI RAGAZZI Raffaele mi si strinse forte mentre i compagni tornavano in panchina per quell’ultimo time-out. “E se li sbaglio, Robi, i due tiri liberi?” “Se li sbagli non cambierà quello che penso di te” “E cioè?” “Che sei un giocatore forte e coraggioso, e lo sarai comunque, ma vedrai che quei due tiri non li sbaglierai perché li batterai come li battevi a casa nostra, come li battevi a Piazza d’Armi, tirando forte sul tabellone e mandando il pallone dentro il canestro” “Ma qui non siamo a Piazza d’Armi!” “Si, ma tu sei lo stesso giocatore!” Raffaele mi strinse forte, il suo cuore batteva come impazzito, e batteva ancora più forte quando la sirena suonò, poco dopo aver realizzato i due tiri liberi vincenti tirando forte il pallone contro il tabellone. Batteva forte e dovetti girarmi verso il muro per non far vedere i miei occhi lucidi, io che dovevo trasmettere coraggio e forza, che dovevo trasmettere distacco e serenità, che volevo solo piangere e sfogarmi e non potevo, dovevo tenere come sempre tutto dentro. Matteo i tiri liberi li batteva in modo diverso, in modo diverso e goffo, così tremendamente goffo, saltando e mettendo le gambe piegate all’indietro, gettandosi poi avanti quasi cadendo, un miracolo di equilibro e disequilibrio, in un corpo troppo più grande per la sua età, 10 anni. Matteo aveva lo stesso coraggio di Raffaele, e il suo cuore batteva forte forte come quello di Raffaele. In quei venti secondi tragici e folli il terremoto lo ha portato via con sé, con i suoi 10 anni, con i suoi tiri goffi e fuori equilibrio, con le sue risate sguaiate, con le sue mani grandi e forti come quelle di un muratore. Lo ha portato con sé insieme a Davide, il fratello compagno di giochi e di basket, più esile e piccolo pur con due anni di più, lo ha portato con volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 14 14 sé con la mamma Daniela, stretti tutti insieme, spazzati via con i loro ricordi, con i loro pupazzi, con le loro figurine, i loro libri, i loro videogiochi, le prime uscite in centro, le prime cene in pizzeria con gli amici. Chissà cosa avevano mangiato quella sera di domenica tutti e tre, cosa avevano visto in tv prima di andare a letto. Chissà se avevano già preparato gli zaini per andare a scuola il giorno dopo, chissà se avevano fatto dannare un po’ la mamma per andare a dormire, o se erano crollati sul divano guardando un film. Io quella sera ero solo a casa, avevo mangiato gli avanzi del pranzo fatto insieme a mio padre, un po’ di pesce al forno con patate e olive, insalata mista e ananas. Poi avevo visto quella gara di basket che mi interessava tanto, preso un caffè, e poi a letto, dopo qualche spezzone di un film che ora non ricordo. Come ricordo, invece, come ricordo bene quel boato, ogni tanto mi sembra di averlo ancora qui nella testa, nelle tempie, nelle orecchie. E quel silenzio assordante in quel secondo, in quel solo secondo prima della rivoluzione, di quei mille martelli pneumatici che scoppiavano nel cuore, del mio letto che saltava, dei muri che si scollavano con calcinacci e mattonelle a ballare per terra, dei bicchieri e dei piccoli oggetti volanti, delle sirene degli antifurti ululanti, delle grida della gente, del mio stupore misto al dubbio di sprofondare chissà dove se si fosse aperto come credevo il pavimento, delle mie mani incerte come quelle di un bambino che mettevano il piumone in testa sperando di far sparire tutto sotto le lenzuola, di quell’altro secondo interminabile di pace prima di capire che era tutto finito e non sarebbe mai più stato come venti secondi prima, non sarebbero più tornate indietro tante cose, tanti ricordi, tante abitudini, tante emozioni, tante persone. Non sarebbe più tornato indietro neanche Ezio, con il papà e la mamma, sprofondato nel suo letto con i suoi 18 anni, dopo averne spesi quattro da piccolo anche lui a cercare di gettare un pallone oltre il canestro, oltre l’ostacolo, oltre i propri limiti. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 15 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 15 Non sarebbe più tornata indietro neanche Jenny, ormai donna, con le sue corse a canestro, con il suo sorriso solare, con tutta la vita aperta davanti, inghiottita dal nulla. Devo essere forte, e le lacrime mi offuscano gli occhi, in questa stanza d’albergo a 100 km da casa, devo essere forte e trasmettere fierezza e dignità a tutti i miei ragazzi, trasmettergli coraggio e fiducia, cercare di convincerli che tutto tornerà come prima, che il tempo aggiusterà le case e le ferite, i cuori incerti e le menti confuse dei loro genitori. Devo essere forte e mi ritrovo con la testa nelle mani, devo essere forte e lo sarò, come sempre, ma ora sono solo, come sempre, e quando si è soli a volte ci si può anche girare, accorgersi di non essere visti e piangere. “Non si deve aver paura di piangere, io ho superato questa paura, prima l’avevo, l’ho superata perché le lacrime fanno parte della vita, come qualunque altra emozione, come la gioia o il sorriso, e non bisogna aver paura dell’una né nelle altre, e io da allora piango più tranquillamente anche davanti a un film che mi emoziona” Che belle parole mi disse Silvia quella sera di più di un anno fa, quando le confessai la mia paura di non farcela a completare il discorso che tanto volevo fare prima della festa di addio al minibasket preparata per Cecilia, sua figlia, la figlia che non ho mai avuto e che mi sarebbe piaciuto avere per poterla affiancare a Massi. Ti ricordi Silvia, il discorso poi uscì finalmente fuori, con il mio regalo per Ceci, “Bambini infiniti”, un libro amato e letto, un libro usato in regalo, a significare la speranza di condivisione di quegli ideali. Ti ricordi vero Silvia, e ti ricordi vero Ceci, ora dispersa anche tu lontana da casa. Non potete ricordare, invece, che mentre tutti festeggiavate intorno al tavolone di quel locale all’aperto, davanti al karaoke, io mi allontanavo e mi nascondevo, per piangere da solo, non bisogna avere paura di piangere, ma io l’avevo ancora e non volevo farmi vedere. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 16 16 Come da piccolo, quando magari mia madre mi sgridava o quando magari ai miei occhi dava più attenzioni a mio fratello, e allora senza farmene accorgere, questa pazza mania di non dare mai soddisfazione a nessuno, di essere sempre distaccato dalla vita, e allora senza farmene accorgere mi riparavo davanti la finestra della mia cameretta a vedere le macchine passare, piangendo. Come quella volta in albergo a Fabriano, in una delle mille camere d’albergo trovate nelle mille trasferte della mia vita da arbitro, come quella volta a Fabriano quando attaccai il telefono dopo averti chiamato, tu a casa malata e stanca, con la tua voce incerta ma che ti sforzavi di rendere forte, non bisogna mai far vedere di essere deboli, sempre forti, sempre forti, vero mamma? E quando andammo insieme io, te e papà a parlare con la professoressa e a sentire le sue bugie sulla tua malattia, oddio avevo capito in quell’istante che erano bugie, in quello stesso istante in cui lo avevi capito anche tu, chiusa in quell’husky verde a rigirarti le mani nelle mani, con lentezza esasperante, timida come una bambina colta in flagrante dagli adulti. E quando dopo avervi accompagnato alla macchina, tu e papà ignaro come sempre di tutto e convinto incoscientemente dalle parole di fiducia e dalle bugie, ero tornato indietro a bussare, quando la professoressa mi disse “bene, speravo che lei tornasse indietro, da questo momento è lei quello della famiglia a cui dirò tutto, solo lei mi sembra così forte da poter reggere e trasmettere serenità”. Solo io vero, professoressa, solo io potevo sapere in quel momento, in quel giorno piovoso di novembre che mia madre sarebbe morta a poco a poco, quanto tempo, un mese due mesi, quante ore ancora, quanti sorrisi mi farà ancora, quante volte potrò vederla guardarmi, quanto ancora? Due mesi, tre mesi massimo, l’avrei vista spegnersi così, come il terremoto aveva spento Matteo e gli altri angeli. Ma io ero forte, vero professoressa, io potevo reggere, io potevo convincere quel tecnico a falsificare l’ultimo esame di mamma, per farla volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 17 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 17 tranquillizzare, lei che già in cuor suo sapeva, e per far star sereno mio padre, che in cuor suo non sapeva e non credeva. Io ero forte, vero professoressa, ero forte e le strinsi la mano, ero forte mentre camminavo a testa alta verso il parcheggio, fiero come sempre, solo come sempre tra la gente che mi sfiorava. Prima di entrare in macchina e piangere. La mattina dopo quei venti secondi infiniti rientrai a casa con il cuore in gola, rientrai per prendere qualche vestito, i soldi, le medicine, qualche pezzo di vita, delle giacche e cravatte da mettere assurdamente anche sulle macerie, al lavoro come sempre ero andato, per esorcizzare come sempre il dolore e la difficoltà, la forza esteriore, andare avanti come un orologio, sempre, progressivamente, più veloce ancora, per non pensare, per non piangere, per distaccarsi sempre più, sempre più. E per tornare a sognare. I sogni. Quello di Francesco è lo stesso che aveva Lebron, tre, due, uno e il tiro finale che andava dentro, sotto di due, una bomba da tre e i compagni che ti portano in trionfo. Ricordi Francesco, quante volte lo hai provato nella nostra vecchia palestra, con il sorriso stampato sul volto e la risata contagiosa, con l’allegria dei tuoi otto, nove, dieci, undici, dodici anni, provato e riprovato un anno dopo l’altro. Cosa stavano sognando Matteo e Davide quella notte? E Jenny, ed Ezio? Cosa posso sognare ancora adesso io, per me, per mio figlio, per tutti i miei ragazzi? Ancora mille cose, i sogni ti legano e ti scollegano alla realtà, bisogna inseguirli per inseguire la vita, una corsa parallela per vedere chi arriva prima, una corsa che terminerà quando non si avrà più nulla da sognare, e la vita avrà preso il sopravvento, con le sue banalità, i suoi ritmi, prigionieri di una routine e di un lento incedere verso la fine. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 18 18 Vinti. Non arriverà mai quel momento, già arrivato per tanti che vedo passarmi accanto, che trascinano i passi stanchi, che attendono un armistizio che non firmeranno mai, la vita non renderà loro l’onore delle armi, non si schiererà su due file per farli passare battendo le mani, non rispetterà i loro volti, granelli di sabbia dispersi nel vento, scomparsi nel nulla, dimenticati nel tempo. Dimenticati nel tempo come chi si affanna nel prevaricare i suoi simili, come chi lotta per imporre la propria convenienza, la propria ipocrisia, mascherando nella selva falsa degli ideali giusti gli ideali veri, quelli dei propri interessi, dei propri miseri tornaconti, delle proprie tristi e sgargianti esistenze, una plastica griffata e vuota, un contenitore che si rovescerà regalando altro oblio, altra dimenticanza, un altro passaggio non ricordato, commiserato, mai rimpianto. Dove nascerà il bambino o la bambina di quei due ragazzi che si sono sposati in esilio nel nostro albergo? Cosa ricorderanno di questi giorni tutti quei volti incontrati su un lungomare triste, in una tenda assolata, in un chiosco affollato, lontano ognuno dalle proprie vite, dalle proprie abitudini, dai propri ricordi. Spazzati via. Sirio arrivava a piedi in palestra, mangiando un panino preparato dalla nonna, che si sedeva poi sugli spalti con la busta della spesa tra le mani, un giorno, un altro ancora, un altro e poi il nulla. Giulio entrava in quella palestra con le spalle curve in avanti, trascinando la borsa come un cammello trascina stancamente il suo carico, contento però di girare la curva degli spogliatoi, di potersi vestire in fretta, di poter sorridere a tutti e di ricominciare a tirare, un’altra volta, un’altra volta ancora e poi il nulla. Filippo è a Siena, in una cameretta da solo, con il suo sogno tra le mani e con la paura di non farcela, è solo, con i suoi pensieri, con i suoi amici lontani, con la sua famiglia lontana, solo ad inseguire quello che aveva sempre sognato. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 19 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 19 Filippo accendeva la sua luce appena aveva un pallone tra le mani, trasformava la sua timidezza, la sua introversione, il suo distacco dalla vita palleggiando come un ballerino tra gli avversari protesi a fermarlo, un canestro dopo l’altro, come un’ ossessione, come se traesse nutrimento da ogni punto realizzato, come se fosse spinto da una forza celeste, nato per quello, destinato a quello, speriamo riesca a trovare la sua strada, a non smarrirla tra le paure della vita, a capire che la forza del cuore trasmette forza alle gambe e alla testa. Anche Gianluca insegue il suo sogno, lontano da casa, non più bambino, quasi uomo, ma sempre un bambino per me, sempre lo stesso che volava su tutti, quello sensibile che si preoccupava a 10 anni se i compagni mettevano il muso per un suo canestro in più, che mi strinse forte forte correndomi incontro ridendo e ridendo e ridendo dopo un suo tiro che ci fece vincere all’ultimo secondo, che mi pianse sulle spalle uscendo dal campo in una gara persa di un punto singhiozzando “scusa, non ce l’ho fatta ad aiutare la squadra a vincere”, non lo ricorderai forse più Gianluchino, ma quel giorno ti ho voluto bene come mai, quel giorno mi hai stracciato il cuore. Di notte tornando da un altro torneo vinto, mentre dietro in macchina Massi e Riccardo dormivano, con una buona musica dalla radio, Cecilia mi disse nel silenzio, all’improvviso, “certi momenti, come oggi, come adesso, sono bellissimi, peccato passino via così presto”. Ricordi Ceci, vero, quello che ti dissi, lo ricordi spero, “hai ragione, però è stato così bello averli vissuti”. Roberto Nardecchia volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 20 20 CIAO A TUTTI Ciao a tutti, sono Valerio Marchetti e sono un bambino che ha vissuto la terribile esperienza del tragico 6 Aprile 2009. Io abitavo a Pettino, precisamente in Via Amiternum 32. Quella notte per me era una come tutte le altre, la sera ci siamo messi a dormire e ciao a tutti. Prima del grande terremoto ha fatto due scosse e mamma si è messa molta paura però poi si è rimessa a dormire. Arrivano le 3.32 e il grande capoluogo dell’Abruzzo (L’Aquila) viene devastato. Io non l’ho sentito il terremoto e per questo mi è venuto a svegliare papà, tutti insieme scappavamo camminando a piedi scalzi su calcinacci e vetri. Appena usciti di casa fa altre due scosse, ma il brutto è che mentre accadeva tutto questo a casa mia…… purtroppo stava morendo la gente sotto le macerie e anche tanti amici miei tra cui Matteo e Davide Cinque con la loro grande mamma Daniela Visioni che li proteggerà per sempre. L’esperienza più brutta l’hanno vissuta però indubbiamente le persone rimaste vive sotto le macerie. Il primo giorno dopo il terremoto io sono stato a Piazza d’Armi e la sera sono andato a Silvi Marina, due mesi li ho trascorsi lì anche andando a scuola e il pomeriggio giocavo con Riccardo e un’altra amica mia. Dopo sono andato con la mia famiglia a Montesilvano, lì non mi sono divertito molto. Verso la fine di Settembre sono ritornato a L’Aquila in una taverna di 20 metri quadrati per una settimana, poi ci siamo trasferiti allo Spapizar per due settimane ed attualmente stiamo alla Guardia di Finanza di Coppito. Il terremoto è stata una bruttissima esperienza e spero che a me non succederà più una cosa simile. Valerio Marchetti, 12 anni, Under 13 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 21 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 21 PIAZZA D’ARMI Quella notte del terremoto siamo venuti lì a Piazza d’Armi. Io e Marco abbiamo detto a mamma di andare in palestra da Paolo e Robberto e per sapere anche come stavano. Matteo e Marco D’Ippolito, 8 e 6 anni, Scoiattoli e Pulcini CARO DIARIO Caro diario, ti scrivo per raccontarti una terribile esperienza, il terremoto, e il terrore provato in quei venti secondi che hanno cambiato la vita di ogni aquilano. Quella notte non si può raccontare con le parole, non si può raccontare il dolore provato in quei venti secondi in cui avevo paura di perdere tutto. Ma solo i giorni seguenti mi sono reso conto di quello che aveva subito la mia città e di quanto dolore ci fosse nel cuore della gente della mia città. Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia stato devastante e più mi rendo conto delle ferite della mia città. Questa terribile esperienza mi ha fatto capire quanto amo la mia città, quanto è preziosa la vita e quanto è assurdo perderla, mi ha fatto capire cos’è veramente l’amicizia perché ho perso due miei amici, Davide e Matteo, loro sono sempre nella mia mente e li ricordo giocare a basket e divertirsi insieme a tutti noi. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 22 22 Ora vivo ancora fuori, ma non vedo l’ora di tornare a casa mia, faccio il pendolaro per andare a scuola e agli allenamenti di basket insieme ai miei amici di sempre. Ora voglio contribuire alla ricostruzione della mia città, non in senso materiale (perché non posso) ma in senso affettivo, cioè voglio continuare a vivere a L’Aquila perché non esiste città più bella e ora che è ferita mi commuove profondamente. Giulio Antonini, 12 anni, Under 13 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 23 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 23 LA FELICITÀ ALLE 3.31 Quella notte ho avuto molta paura. Fino alle 3.31 di quel giorno ero felice e tutto andava bene. Qualche secondo dopo è successo il disastro. Appena mi sono svegliato non ho capito niente e non riuscivo a realizzare. Mi ha impressionato il cielo rosso sull’Aquila e sembrava in fiamme. La terra che fino a quel giorno mi era stata amica mi si era rivolta contro. Siamo stati tutta la notte in macchina a sentire che succedeva alla radio. Il giorno dopo sono andato con tutta la famiglia a Giulianova. Era una sensazione strana stare al mare ad Aprile. Mi sembrava e mi sembra ancora che chi non è dell’Aquila non possa capire. L’unica cosa positiva è che ho conosciuto nuova gente e lo straziante pensiero di rivedere L‘Aquila come era prima mi stringe il cuore. Alessio Dundee, 14 anni, Under 15 NOI SAPEVAMO CHE SAREBBE ACCADUTO Noi sapevamo che sarebbe accaduto qualcosa di grave quella notte, tramite Giuliani. Per questo stavamo tutti da mio zio, perché lui ha la casa antisismica. Siamo usciti dalla casa proprio nel momento in cui stava facendo la scossa e siamo corsi tutti in macchina. Visto che dopo la scossa non c’era più la corrente, nel parcheggio ave- volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 24 24 vamo una macchina vecchia, mio zio l’ha presa e l’ha messa davanti al portone di casa per fare luce. Poi ha acceso un televisore con l’antenna esterna, tutta la notte abbiamo seguito il telegiornale. Il giorno dopo sono venute delle amiche nostre provenienti dal centro dell’Aquila, sono restate a Teora per sei mesi. Quella notte io mi sono messo tanta paura perché sentivo il terremoto che faceva muovere la casa sotto di me. È stata la notte più brutta della mia vita. Andrea De Filippi, 10 anni, Aquilotti ARTEFICI DEL PROPRIO DESTINO? I sentimenti, le emozioni, le paure che quella notte mi hanno travolto trasformando una semplice serata in storia, non possono essere colte tramite la scrittura. Ma posso raccontarvi brevemente quello che ho vissuto. Sento la scossa il terrore non riesce a farmi alzare dal letto odo le urla che rimbombano nella casa. Afferro il materasso nell’intento di far terminare l’oscillazione. Finita la scossa cerco a tentoni le pantofole ma un’altra scossa interrompe la mia ricerca. Mi precipito per la strada e mi ritrovo sorpassato da macchine e paralizzato dal freddo dell’orribile serata. Per quanto crudele e orrenda questa esperienza mi ha fatto riflettere che in fin dei conti nonostante si lotti quotidianamente nella vita, non si potrà mai essere artefici del proprio destino. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 25 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 25 La natura è madre, ma anche matrigna e sa come ricordare al mondo la propria forza e le proprie regole: purtroppo quando lo fa il prezzo da pagare è sempre alto e doloroso. Quello che rimane dopo un terremoto sono le macerie non solo degli edifici e della città, ma anche le macerie di tutte le sicurezze di un’esistenza che in 20 orribili secondi distruggendosi lasciano il completo vuoto e caos che nessuno riuscirà mai a rimuovere. Riccardo Merli, 14 anni, Under 15 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 26 26 LE COSE CAMBIATE La notte del terremoto sono stato in macchina a dormire e il giorno dopo sono andato a Pineto. Dopo Pasqua ho cominciato la scuola e l’ho finita lì. Sono stato per sei mesi lì fino a settembre e mi sono divertito molto con i miei amici. A settembre sono tornato a L’Aquila e il 28 ho ricominciato la scuola in un nuovo posto. Il terremoto è stata una cosa molto brutta perché ha cambiato molte cose e ha distrutto anche molte cose facendo anche morire un mio amico. Fabio Foresta, 12 anni, Under 13 LA FORZA PER RIALZARSI Dare la forza per rialzarsi, per guardare avanti un futuro che appariva in salita: era l’unica cosa che volevo quando vedevo tanta tristezza intorno a me e mi chiedevo cosa potessi fare per dare una mano alle persone a cui il terremoto ha tolto tutto. In quei momenti ero io ad aver bisogno di aiuto, perchè dare una mano a tutta la gente che stava peggio di me mi serviva per scordare e ricominciare da qui. Alex Taviani, 13 anni, Under 14 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 27 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 27 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 28 28 NON TUTTI HANNO RISPOSTO Il 6 aprile 2009 mi trovavo in gita scolastica a Parigi e alle 3.32 dormivo profondamente nel mio hotel. Alle ore 7.00 sento qualcuno bussare insistentemente alla porta; era la nostra prof. di italiano che, trafelata, ci informava che era successa una cosa molto grave nella nostra città: c’era stato un terremoto di alta magnitudo. Tutti noi eravamo preoccupati e da ogni cellulare partiva una chiamata destinata ai familiari. Non tutti i genitori, purtroppo, hanno risposto…… Successivamente abbiamo avuto momenti di grande dolore e smarrimento, anche perché le notizie che ci arrivavano erano molto frammentarie e non buone. Gli ultimi giorni della gita sono stati veramente brutti. Nel viaggio di ritorno la prof. di italiano, per motivi di sicurezza, decise di rimanere un’altra notte in albergo, vicino L’Aquila. Il giorno successivo i miei genitori mi vennero a prendere e fui veramente felice di riabbracciarli, ma il mio pensiero andava a quei compagni che, purtroppo, non hanno potuto fare lo stesso. Il mio cuore ha quindi alternato momenti di gioia a momenti di tristezza. Davide Tedeschini, 14 anni, Under 15 IN CAMPEGGIO Il giorno del 6 aprile stavo dormendo quando ad un certo punto sentì la terra tremare in modo violentissimo. Ci siamo vestiti e siamo usciti di casa dove c’erano tutti i miei vicini, volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 29 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 29 poco dopo sono arrivati i miei cugini. Il giorno dopo siamo partiti per la costa dove siamo stati in tre campeggi: Lido d’Abruzzo (Roseto), Welcome (Roseto) e Holiday-Baviera (Giulianova). Al campeggio Holiday-Baviera ho incontrato Andrea Moschino. Finalmente, dopo sei mesi di mare, siccome la mia casa era agibile sono tornato a viverci. Ero felicissimo quel giorno poiché dopo sei mesi mi cominciava a mancare casa mia e fortunatamente sono tornato a vivere. Spero che le persone che hanno la casa inagibile tornino al più presto possibile a viverci dentro e che i terremoti cosi violenti che distruggono le città non accadano più nel mondo. Alessandro Rancitelli, 9 anni, Aquilotti QUESTA ESTATE È STATA FICHISSIMA Durante le lunghe vacanze causa sisma con soggiorno a Pineto c’è stato il mese del mio compleanno e per regalo ho ricevuto 2 biglietti per andare a vedere la partita di basket Italia - Finlandia e di questo ne sono stato felicissimo, perché da tempo desideravo di andare a vedere una partita della nazionale. La partita è stata molto emozionante: era “punto a punto” che l’Italia ha perso di 6 punti perché l’arbitro, l’ultimo minuto ha fischiato dei falli che non c’erano. E non è finita, perché papà il giorno prima della partita mi ha portato a vedere l’allenamento dell’Italia. Quando è finito mi sono fatto autografare da tutta la squadra una maglietta con scritto L’AQUILA SENZA PAURA e poi mi sono fatto una foto con tutti questi fantastici giocatori. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 30 30 Qualche mese più tardi papà mi ha fatto una sorpresa bellissima: mi ha portato a vedere la partita di “SERIE A” BANCA TERCAS TERAMO – FORTITUDO BOLOGNA. Questa gara mi è piaciuta moltissimo e già all’inizio il teramo ha fatto un’azione spettacolare. A Pineto ho fatto molte amicizie e durante la settimana mi allenavo con l’UNDER 17 PINETO BASKET, andavo in spiaggia, facevo il bagno con gli amici, giocavo a bach volley e molte altre cose. Verso le prime settimane di luglio sono andato una settimana ad un campus insieme a tutti i miei amici della Scuola Minibasket L’Aquila. Quest’estate è stata fichissima e l’anno prossimo di sicuro andrò a ritrascorrere le vacanze a Pineto. Ennio Di Norcia, 11 anni, Esordienti TUTTO ADESSO STA TORNANDO NORMALE Il 6 Aprile un terribile sisma ha distrutto L’Aquila e i paesi circostanti, uccidendo più di 300 persone. Dato che non potevamo entrare in casa siamo andati dai nonni a Bari, dove ho continuato la scuola. La cosa che purtroppo non sono riuscito a continuare è stato il basket. Ho cercato dappertutto, ma la stagione era ormai agli sgoccioli e nessuna società accettava nuovi giocatori. Ne sono stato molto rattristato, ma sapevo che avrei potuto continuare nella stagione successiva. Dopo 6 mesi sono tornato al basket, per continuare la stagione. Ne sono stato felice e finalmente ho potuto continuare gli allenamenti. Tutto adesso sta tornando normale. Lorenzo Ranieri, 12 anni, Under 13 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 31 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 31 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 32 32 VORREI RIDERE E PASSEGGIARE SOTTO I PORTICI CON I MIEI AMICI All’improvviso il 6 aprile è cambiata la nostra vita, abbiamo conosciuto il terrore, il dolore e la devastazione, in 20 secondi crollava la nostra bellissima città, venivano spazzate vite e sogni. Sembra ancora un incubo dal quale vorrei svegliarmi, impaurito, e dopo ridere e passeggiare sotto i portici con i miei amici. Nel frattempo L’AQUILA mi ha portato a Siena. Roberto, Paolo e Lorenzo hanno sempre creduto in me e mi hanno mandato a Siena. Il sogno della mia vita si è realizzato nel momento peggiore. Ora sono a Siena insieme ad altri ragazzi, mi alleno, gioco e cerco di divertirmi, ma tutto ciò non mi riesce, mi manca troppo mio fratello, i miei parenti, i miei amici e i miei genitori, penso alle ferite della mia città, penso al dolore di tante persone che hanno perso i loro cari. Penso che è assurdo perdere tutto in un attimo, ho paura che non rivedrò mai L’AQUILA come prima. Spero di essere un motivo di orgoglio per tutti quelli che hanno creduto in me. Ringrazio Roberto, Paolo e Lorenzo, i miei ex compagni e tutta la SCUOLA MINIBASKET L’AQUILA e L’AQUILA BASKET. By Filippo Antonini. Filippo Antonini, 14 anni, Under 15 I RIMASUGLI DELL’AQUILA Il lunedi del 6 aprile alle tre e trentadue c’è stata una lunga scossa di terremoto, i sismografi rilevano l’intensità di circa sei:tre della scala Richter. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 33 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 33 Si contavano quasi trecentocinquanta morti e molti dispersi. Quel dannato lunedi sconvolse la vita di tutti gli abruzzesi, me compreso. Io quella notte mi trovavo nella mia stanza, dormivo. All’inizio del sisma pensavo stessi sognando, ma solo poi mi resi conto che il pavimento si muoveva sotto i miei piedi realmente. In quel preciso istante, iniziò il caos totale, le porte si aprivano e si chiudevano da sole, i vetri delle finestre sbattevano, i piatti, nel piano di sopra, si rompevano al suolo. Quando siamo usciti vidi una nube di polvere che coronava tutta L’Aquila, in quel momento iniziammo a pensare al peggio. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 34 34 Le genti del mio quartiere stavano in strada come io e la mia famiglia. Verso le quattro di mattina mio padre poliziotto, partì in servizio con mio zio, vigile del fuoco. Poiché non potemmo recuperare la macchina, restammo tutta la notte fuori al freddo, con indosso un pigiama estivo! Solo nella mattina un telegiornale avvisò dell’immensa catastrofe e fece vedere i rimasugli dell’Aquila ormai distrutta. I giorni seguenti io e la mia famiglia dormivamo in macchina e mangiavamo nella mensa della tendopoli di Pile. Io, come molti altri, ebbi delle perdite che creavano in me un senso di tristezza e di dolore enorme. Fortunatamente il mio allenatore di basket mi disse che nonostante la grande catastrofe l’attività sportiva non sarebbe cessata, grazie a questo mi distrassi un po’ dalla dura realtà che stavamo affrontando. Successivamente al ventuno di Settembre, la scuola riniziò e rividi tutti i miei compagni. In questa bruttissima esperienza, c’è anche un lato positivo, come in tutti gli eventi della vita, io ho trovato delle persone fantastiche: dai ragazzi del campo ai volontari che hanno dato la loro generosità per farci avere il necessario per vivere e stare bene. Per questo non li scorderò mai. Gianluca Di Carlo, 13 anni, Under 14 CASA MIA STA BENE Il 5 Aprile era un giorno normale, come tutti gli altri, e io ero a casa. La sera sono andato a letto e alle 3:32 ho sentito una scossa di terre- volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 35 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 35 moto violentissima. Mi sono vestito e sono uscito di casa. La mattina, all’alba, mi è venuto a trovare il mio vicino di casa: Domenico e ho trascorso un po’ di tempo con lui. Casa mia sta bene ma la notte del 7 Aprile non siamo rientrati in casa a dormire e abbiamo dormito in macchina. La mattina seguente ci siamo messi in viaggio e siamo andati a Roma, a casa di una nostra amica che ci ha ospitato. Dopo 15 giorni ci siamo spostati sulla costa, a Tortoreto, in un hotel. Io ho continuato ad andare a scuola e qualche giorno andavo a Roseto per continuare a giocare con la Scuola Minibasket L’Aquila. A Tortoreto ho stretto nuove amicizie e nel mio stesso hotel c’era la mia maestra di scuola elementare. La mattina mi svegliavo sempre tardi e andavo in spiaggia a giocare a calcio con i miei amici. Invece, il pomeriggio, andavo a scuola dalle 15 alle 18 e dopo andavo in bici con un mio amico. Alla fine del mese di Luglio siamo tornati alla “normalità”: siamo tornati a casa e i miei genitori non dovevano più viaggiare!! Davide Vespa, 11 anni, Esordienti DOPO AVER DORMITO (2 MINUTI) Io il giorno dopo il terremoto dopo aver dormito (2 minuti) con i miei amici abbiamo preso sei panche dal giardino del quartiere e le abbiamo messe davanti al parcheggio e abbiamo preso un tavolino e abbiamo creato una “pancheropoli” dove abbiamo iniziato a raccontarci tutto ciò che era successo. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 36 36 Poi sono venuti anche i genitori, abbiamo mangiato la pasta cuocendola col fornello elettrico. Io sono andato a prendere una scatola che contiene le “fisce” e le carte per giocare a poker così sono siamo stati tutta la mattinata a giocare, parlare, e giocare a carte. Di pomeriggio siamo andati a mangiare alla terra di un amico nostro dove avevano messo una casetta di legno e io ho parlato e giocato con i figli poi siamo tornati a casa e abbiamo iniziato a pulire casa perché erano cadute molte cose perciò le stanze erano tutte piene di pezzettini di oggetti. Io ho rimesso a posto i libri della mia libreria che erano caduti. Dopo un po’ di giorni sono andato a milano per un mese da alcuni amici. Fabio Bifarini, 11 anni, Esordienti DA QUI DOBBIAMO RIPARTIRE Dopo il 6 aprile sono andato a Roma a giocare a basket, ma gli istruttori non erano come i miei preferiti ad esempio Roberto e Paolo. Con Roma non ci si divertiva come con la Scuola Mini Basket L’Aquila. Da qui dobbiamo ripartire. Forza L’Aquila. Marco Santucci, 10 anni, Aquilotti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 37 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 37 NON SI PUÒ EVITARE Tema di basket. Ciao, mi chiamo Francesco, ho 12 anni, io ho avuto un esperienza molto brutta, il terremoto. La mia casa era sana, ma dopo il 6 Aprile non è più ed è classificata E. La notte del 6 Aprile il terremoto mi ha svegliato e subito ho abbracciato mio fratello, poi siamo usciti fuori. Io ho trovato tutti fuori e mi sono molto spaventato e la mattina stessa siamo scappati a Roma. Lì ho finito al scuola e sono rimasto tutta l’estate. Qualche volta andavamo a casa nostra a trovare papà che era rimasto qui. Il 9 Agosto siamo ritornati qui e grazie alla protezione civile ci siamo stabiliti a Colle San Vito ad un agriturismo. All’agriturismo mangiamo tutti insieme e dormiamo in una stanza. Poi, dopo, il 28 Settembre sono riandato a scuola. Non vorrei più fare questa esperienza, ma non si può evitare perche stiamo in un territorio ha rischio sismico elevato. Francesco Giammaria, 12 anni, Under 13 NEI CUORI DEI PICCOLI GIOCATORI La notte tra il 5 e 6 aprile, io, mamma e papà stavamo a casa quando siamo stati bruscamente svegliati dal fragore intenso della forte scossa. Non rendendomi conto, perché ero in dormiveglia, di ciò che stava volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 38 38 succedendo la mia prima reazione è stata quella di urlare chiamando mamma e papà. Ho provato molta paura, ma nello stesso tempo conforto dall’abbraccio di mamma perché proprio quella sera avevo deciso di dormire con lei che mi ha protetto in quegli interminabili secondi. Dopo un po’ siamo usciti, rimanendo tutta la notte in macchina aspettando le luci dell’alba con trepidazione, insieme a tantissime persone. Il giorno successivo siamo stati accolti in un hotel a Pineto, dove lo spazio era piuttosto ridotto. Dopo un paio di mesi ci siamo trasferiti in una casa in affitto a due piani e finalmente abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Durante il periodo estivo mi sono divertito molto perché ho rivisto molti dei miei amici di scuola e di basket. Il giorno più bello è stato quando sono ritornato nella mia città, anche se distrutta, ho potuto finalmente condividere con i miei compagni di scuola la gioia di essere ancora insieme. Un pensiero speciale lo rivolgo a Davide e Matteo e alla loro mamma che purtroppo non hanno potuto salvarsi, ma resteranno per sempre nei cuori dei nostri piccoli giocatori di basket. Matteo Tedeschini, 12 anni, Under 13 PARLANO, PARLANO, PARLANO Sei aprile…L’Aquila trema. La gente urla, le case crollano, mio padre e mia madre telefonano a zia e a nonna per chiedergli se stanno bene. Andiamo a prenderli, passiamo sopra un gruppo di macerie, li prendia- volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 39 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 39 mo. Arriviamo al parcheggio del Garden, dove c’era un amico di papà. Parlano, parlano, parlano, io e mia cugina dormiamo in macchina. Si fanno le 6:30 di mattina. Dopo un po’ di giorni dormiamo nelle tende. Poi andiamo a Roseto dove riprendo ad allenarmi. Successivamente torno a L’Aquila a Scoppito ad una casetta di legno. Per fortuna il Basket si trova a 3 km da me e quindi devo percorrere poca strada. Anche se ha fatto il terremoto sono ugualmente contento. Forza L’Aquila, torniamo in cima. Riccardo Fagnani, 10 anni, Aquilotti UNA VITA MOLTO SIMILE Salve a tutti, io sono una ragazzina del territorio terremotato che il 6 Aprile 2009 ha subito LA FURIA DELLA TERRA. Casa nostra sfortunatamente è stata classificata E, quindi inagibile, successivamente siamo stati costretti ad andare sulla costa più precisamente a Montesilvano lì io e mio fratello Niccolò abbiamo continuato gli studi in Via Gioberti, una scuola di Pescara. Gioco a basket da quando avevo 3 ed ho avuto una gran fortuna ad avere come allenatori Paolo e Roberto Nardecchia. Dopo il sisma Roberto si è rimboccato le maniche e ci ha fatto fare tutti i tornei in programma permettendoci di rimanere uniti e fieri di essere AQUILANI. Qualche tempo fa ha affittato una palestra vicino Tornimparte e ora che ci hanno consegnato la casa a Bazzano è un viaggio arrivare fino lì ma ne vale la pena. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 40 40 Malgrado il disastro che ci ha colpiti ora grazie alla mia nuova casa, alla scuola e agli allenamenti con ROBY sono felice di avere una vita molto simile a quella che facevo prima del sisma. Sara Filoni, 11 anni, Esordienti È DIMOSTRATO Tutto tace, la gente dorme, fino a quel momento. Ore 3:32, la terra trema e sembra che non finisca più. Le persone strillano e scappano impaurite, le case crollano e le vie sono distrutte. In questo caso è dimostrato come la tua vita può cambiare in soli 20 secondi. Adesso, però, è ora di ricominciare e di ricostruire la propria vita, sia per noi che per le vittime della nostra città. Francesco Martinelli, 13 anni, Under 14 L’ODORE DI POLVERE Il 6 aprile ha fatto un terremoto fortissimo che ha travolto L’Aquila. Dopo che ha fatto questa enorme scossa io e la mia famiglia siamo volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 41 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 41 usciti per andare a Piazza Chiarino. Ero terrorizzato, scosso, mi sentivo male a vedere tutte le case crollate e a sentire l’odore di polvere. Dopo tutto ciò sono andato a Cagnano da mio cugino e dai miei nonni che ci hanno ospitato. Lorenzo Aristotile, 10 anni, Aquilotti NON RIESCO ANCORA A SPIEGARLO Sul terremoto. Un giorno disastroso. Due sole parole campeggiano nella nostra mente: DISASTRO E TERREMOTO. Ora racconterò tutta la vicenda. Tutto è cominciato nel Gennaio 2009: in quel mese le prime scosse di terremoto; ha continuato e poi è arrivato il mese di Aprile. 6 Aprile 2009: scossa di terremoto di magnitudo 6.3 e tra l’8° e il 9° grado della scala Mercalli. Nella notte c’erano state 2 scosse, una alle 22:45 circa e l’altra a 0:40. Sono state tutte e due sul 4° grado della scala Richter e le abbiamo avvertite chiaramente. E poi il grande sisma delle 3:32. Fortissimo. Prima della scossa c’era stato un lampo di luce e poi la scossa. Quella notte l’aria era cupa e più nera del solito; alcuni sospettavano il grande terremoto, altri stavano pensando a come affrontare un’altra giornata. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 42 42 A nessuno, mai e poi mai, avrebbe potuto pensare ai danni: 307 morti. Un numero raccapricciante; tra le vittime ci sono anche Davide e Matteo Cinque con la loro mamma. Mi sembra ancora di vivere un bruttissimo sogno dove noi siamo i protagonisti; però, purtroppo, questa è la realtà; non sono ancora abituata ad essere considerata “terremotata”. Scuole antisismiche costruite con i container. 10 o più prove di evacuazione all’anno. Non mi sembra ancora possibile. Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto ciò? Perché la natura si è scatenata proprio contro di noi? Non riesco ancora a spiegarlo. Tutti mandano aiuti ma non so se i soldi ricevuti verranno spesi per la ricostruzione; dicono che capiscono come ci sentiamo ma, secondo me, non possono capire assolutamente niente di ciò che abbiamo provato, perché se non lo provi non puoi proprio capire per niente! Scrivendo ripenso anche al centro storico…. La chiesa delle Anime Sante, la basilica di Collemaggio, S. Bernardino… Tutto distrutto o gravemente danneggiato. Solo per togliere la macerie dal centro ci vorranno circa 5 anni, non oso immaginare ricostruirlo tutto. Vedendo le chiese, i portici, ecc., ritornano in mente i bei momenti passati insieme alle amiche a ridere e scherzare, le figuracce fatte…. Torna la malinconia. E mi manca tutto… Però non dobbiamo dimenticare. Mai! I LOVE AQ 4EVER! Non la abbandonerò mai! volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 43 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 43 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 44 44 W LA PROTEZIONE CIVILE!! Meno male che però c’è il basket, che salva tutto e tutti! E che fa tornare l’allegria! Noi abbiamo fatto un sacco di tornei, il più bello a Mestre dove abbiamo stretto amicizie fantastiche con le famiglie e i ragazzi che ci ospitavano. Questa è la cosa più bella del basket! Amo questo sport e non potrei mai vivere senza! Fortunatamente abbiamo ricominciato gli allenamenti a Palombaia ed abbiamo una palestra solo per noi, per l’N.B.A. !!! Diventeremo ancora più forti e diventeremo di nuovo CAMPIONI REGIONALI! Forza il Nuovo Basket Aquilano! I LOVE BASKEEEET!! Ciao, Chiara. Chiara Parisse, 12 anni, Under 13 CARO ALLENATORE Racconto del 6 Aprile 2009. Caro allenatore, io il 5 Aprile ho fatto la cena con Lorenzo e Antonio. Quando aveva fatto la scossa alle 11.00 siamo scappati di casa e andati al camper. Una mattina mi sono fermato a casa mia e un’altra alla tendopoli di Fossa. Poi il mister ci aveva chiamato che c’era un Hotel a Roseto e siamo andati. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 45 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 45 Il basket mi mancava molto. Pure l’allenatore Paolo e Roberto mi mancavano. E mi manca tanto Paolo. Sono andato con un’altra squadra il primo giorno. Ma erano tutti un po’ scostumati e gli allenatori non erano ai vostri livelli. Domenico “Nico” Perrella, 9 anni, Aquilotti IL GIORNO PIÙ BRUTTO 6 aprile 2009 questo, è stato il giorno più brutto di tutta la mia vita. Stavo dormendo tranquillo nel mio letto quando ad un certo punto mi sveglio di colpo… mi alzo dal letto e sento la terra tremare più volte, ripetutamente, corsi subito in camera di mia madre e correndo guardavo le pareti, erano completamente lesionate, con i mattoni a vista….arrivato in camera vidi che mia madre era già sveglia. Non sapevamo più cosa fare, quando ad un certo punto la terra smise di tremare e ci debbe il tempo di aprire la porta-finestra che da su un cortiletto esterno e di uscire. Dopo essere usciti siamo passati da un cancelletto che porta sul giardino di casa di mia nonna (che abita vicino a me) per controllare che fosse uscita. Dopo aver controllato siamo usciti tutti per andare al grande parcheggio di Villa Gioia. Matteo Calabrese, 10 anni, Aquilotti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 46 46 CERCANDO DI RIMETTERE A POSTO I MIEI GIOCHI Quella notte ho sentito la scossa forte alle 24:00 e poi tranquillamente sono andato a dormire. Alle 3:32 mi hanno svegliato i miei genitori, erano tutti agitati ed io non capivo il motivo, mi sono vestito e sono uscito con calma cercando di rimettere a posto i miei giochi. Il pomeriggio sono venuti amici e parenti che poi ho lasciato con mamma e papà per andare al mare accompagnato da zio Giorgio. Giorni dopo sono venuti anche mamma e papà che andavano tutti i giorni al lavoro alle 6:00 e tornavano al pomeriggio per accompagnarmi a nuoto e tennis. Non mi annoiavo affatto perché c’era mio cugino che veniva ogni volta che poteva a giocare con me. Andrea Colafarina, 10 anni, Aquilotti LA MANCANZA Grazie per averci fatto ricominciare il basket perché ne sentivo la mancanza. Nicolò Quaresima, 9 anni, Aquilotti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 47 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 47 SOTTO IL TAVOLO, CON IL CANE La notte del terremoto stavo a casa con i miei genitori. Quando ha fatto la scossa siamo scappati sotto il tavolo, con il cane. Poi siamo usciti da casa e il mattino dopo siamo andati nelle Marche da mia zia e zio. Quando siamo tornati a L’Aquila siamo andati in una tendopoli. Da qualche mese siamo tornati a vivere a casa nostra. P.S. A me mi è dispiaciuto molto per tutte le persone che hanno perso la casa, parenti, amici….. Lorenzo Vanzini, 10 anni, Aquilotti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 48 48 È DIFFICILE AMMETTERLO Era la mattina del 6 Aprile 2009, quando la professoressa ci venne a bussare alla porta della camera, riportandoci alla realtà. “Ragazzi, ragazzi, chiamate i vostri genitori! C’è stato un terremoto fortissimo all’Aquila, accendete la televisione e guardate!” Queste furono le sue parole, e furono pronunciate in una maniera velocissima. Quella mattina io ero in gita scolastica di terza media insieme alla mia classe….quelle parole pronunciate dalla professoressa ci fecero raggelare il sangue nelle vene. Incominciammo a guardare la televisione, e su tutti i telegiornali francesi come prima notizia c’era il terremoto dell’Aquila. Mi venne del tutto istintivo chiamare la mia famiglia. Per fortuna mi risposero subito, e mi dissero che la situazione era tragica, c’erano dei morti, ma loro stavano bene….e a me per il momento interessava solo questo. Non andò a tutti come me, le linee erano intasate e non tutti potettero parlare con i loro familiari immediatamente. Tornato dalla gita mi sentivo a casa….anche se una casa ormai non l’avevo più. Stavo in un albergo a Pineto, dove conobbi molte persone. Ma in quell’albergo ci sarei rimasto fino a fine Giugno, poiché in seguito ci sistemammo a Roseto, dove avevo la maggior parte degli amici. Anche se è difficile ammetterlo i mesi del dopo terremoto sono stati tra i più belli della mia vita, ho conosciuto nuove persone e vissuto delle esperienze indimenticabili. Patrizio De Matteis, 14 anni, Under 15 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 49 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 49 VOGLIO TORNARE A CASA Le case……sembrano dure, indistruttibili, massicce ma….un attimo la terra trema, un solo momento e BUM!!!!!!!!! Quella che doveva essere dura, massiccia e indistruttibile diventa una montagna di polvere e ghiaia. Le case in confronto alla terra sono dei conigli, le prede!! E il sisma, la terra, è la lince, il predatore!!! Tanti…si chiedono: -Perché la mia casa è crollata?! Dicevano che era antisismica!E altri che se la prendono con le mogli: -Vedi, dovevamo prendere la casa a Coppito!Quando poi passandoci al posto della casa si vedono solo macerie. E infine quelli che non hanno ricevuto danni dicono: -Di cosa vi lamentate, Berlusconi vi ha dato tutto e anche di più e poi anche io a Bologna l’ho sentito e mi sono preso paura come voi-, cercando di immedesimarsi inutilmente a noi. Ma per sapere quello che si prova dopo il terremoto bisogna viverlo!!!!!! Io personalmente non sono molto felice perché potrò entrare nella mia casetta solo ad aprile. Nella fatidica notte, mentre scappavo sentivo una voce: -Noo, non mi lasciare, non abbandonarmi!Io mi voltai, non c’era nessuno, ma io continuavo a sentire quella voce: -Non mi lasciare sola, io sono tua amica, non mi lasciare!Ero sicuro, era la casa a parlare! Ma un boato travolse tutto! Scappai e andai a Pescara, mentre mi allontanavo vedevo la mia casa combattere con forza, ce l’avrebbe fatta? Qualcuno aiuti la mia casa, presto, non può morire. Così lasciammo la mia casa, come vigliacchi, senza neanche sapere volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 50 50 quello che le era successo. Ero a Pescara, ero felice con gli amici, compresi quelli nuovi, però, c’era qualcosa che mancava, la mia casetta, non riuscivo a dormire, perché non mi sentivo sicuro, non avrei mai creduto di voler così tanto la mia casa. La mia amica casa contiene tutto, gli oggetti, i ricordi ed è il mio rifugio. Quella casa mi ha visto crescere, da quando ero un ometto di quattro anni, e adesso che ne ho dieci, perché deve finire adesso? VOGLIO TORNARE A CASA!!!!!! Sergio Di Biase, 10 anni, Aquilotti IL FATTO CHE NOI TUTTI CONOSCIAMO Prima della scossa più forte ci sono state 2 scosse che non ho sentito e poi, alle 3:32, è accaduto il fatto che noi tutti conosciamo. Dopo la scossa, la mia famiglia ed io ci siamo vestiti e siamo scesi nel piazzale sotto casa. Dal piazzale si vedeva una scena orribile: dal centro storico si elevava una grande nuvola di fumo rossa. Le persone accanto a me erano spaventate e preoccupate, ma io le capivo, lo ero anch’io. In quelle lunghe ore si sentivano sirene di polizia e ambulanze; verso le 5:00 alla radio iniziarono a parlare della scossa, dei centri di accoglienza e di tutte le cose che non si dovevano fare in quelle situazioni. Dopo un’ora vennero dei vigili del fuoco e un nostro amico assessore volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 51 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 51 che iniziarono a controllare i palazzi e a darci qualche informazione sull’accaduto. Verso le 8:00 siamo saliti in macchina e siamo andati a farci un giro; abbiamo visto di tutto: case crollate o semi crollate, case senza muri o semplicemente case con qualche crepa o anche senza alcun danno. Dopo siamo andati alla caserma di mio padre dove c’erano persone che chiedevano aiuto. Un collega di mio padre ci ha fatto entrare e ci ha fatto vedere l’interno della caserma; lì c’erano alcuni muri crollati e, la cosa che mi ha sconvolto, è che erano crollati due piani. Infine siamo tornati a casa pieni di stupore, tristezza e dispiacere. Le persone ai miei genitori chiedevano dei danni che aveva fatto il terremoto a L’Aquila e loro hanno raccontato tutto. Dopo alcune ore siamo entrati in casa, siamo andati in bagno, abbiamo preso le cose utili e siamo usciti. Verso le 11:00 mio padre ci ha accompagnato a Roma dove un nostro zio ci aspettava. Da Roma siamo andati a Diamante, il paese dei miei nonni. Lì sono andato a scuola e ci sono rimasto fino ai primi di settembre. Adesso sono in un paese vicino L’Aquila e per ora la mia vita ha riacquistato un po’ di normalità. In questi giorni i miei genitori hanno presentato i documenti per far aggiustare la casa e spero che per Natale riusciamo a ritornare a casa nostra; però sono ugualmente triste perché per L’Aquila sarà molto più difficile tornare alla normalità. Matteo Luraschi, 12 anni, Under 13 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 52 52 TERRY 6 aprile 2009: la terra trema, io mi sveglio ancora insonnolito, non capisco subito ciò che succede, ma poi improvvisamente mi sveglio: il terremoto. È terribile, i bicchieri cadono e fanno un fracasso assurdo, incredibile. I piatti e le posate non risparmiano le mie orecchie. Immediatamente scendiamo dal 3° piano. Dal 6 aprile ho vagabondato. Prima sono stato a Roma con gli zii, poi a Fossacesia, da me ribattezzata “Fossacesso” per le sue caratteristiche. Un aspetto positivo del terremoto, per gli amici Terry, è che non sono andato a scuola per un bel po’. Da “Fossacesso” ci trasferiamo a Montesilvano, in un hotel. Lì ho rincontrato Raffaele, il mio compagno di squadra. A Montesilvano ci allenavano a basket e spesso giocavamo 1 contro 1 con l’avversario che ci capitava. A Montesilvano ho incontrato un nero fortissimo a basket, mamma mia, mi metteva paura!! Poi però ho lasciato anche Raffa per andare a Roma. 2 mesi a Roma e poi via a Rocca di Cambio da un altro mio amico: Matteo. A Rocca di Cambio solo mi spassavo, anche perché ho partecipato a una parte di un camp, una manifestazione di basket. Poi finalmente son tornato a L’Aquila. A me non piace parlare di questo fatto, però, l’ho fatto. Valerio Di Domenico, 10 anni, Aquilotti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 53 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 53 UN BRUTTO SOGNO Quella notte ho avuto molta paura anche se all’inizio non mi è sembrata una scossa molto forte. Usciti di casa ho visto un polverone su L’Aquila e lì ho capito che erano successi molti danni, ho chiamato immediatamente i miei amici per verificare la loro situazione. A volte ancora non ci credo che a L’Aquila possa aver fatto il terremoto e mi sembra un brutto sogno ma poi torno alla realtà e capisco che è tutto reale e spero che un fatto del genere non si ripeta più. Andrea Giovannone, 14 anni, Under 15 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 54 54 I VECCHI AMICI La notte del terremoto sono scappato e sono stato in macchina. Il giorno dopo sono andato dai miei zii e le prime tre notti ho dormito in macchina ed avevo il cuore gonfio di tristezza per la perdita dei miei due amici: Matteo e Davide e della mia vicina di casa. Dopo questi tre giorni, tramite la protezione civile sono partito per Tollo dove ho frequentato un mese di scuola. Poiché i miei genitori dovevano tornare a lavoro, ci siamo avvicinati e siamo andati a Tortoreto. Lì ho terminato la scuola e ho avuto il piacere di rincontrare alcuni miei amici con i quali mi sono divertito tantissimo. Nei momenti liberi mi è mancato il basket perché dove stavo non c’erano nelle vicinanze campi di Basket. Ora ho riniziato la scuola e il basket ed ho rincontrato i miei vecchi amici. Michele Ianni, 12 anni, Under 13 PIAZZA D’UOMO La Domenica del 6 Aprile 2009, io e i miei genitori eravamo andati a prenderci un gelato a piazza D’Uomo. Ci siamo presi il gelato. Siamo tornati a casa per le dieci e mezzo e ho acceso la televisione. Alle undici stavamo per andare a letto quando sentiamo una scossa di Terremoto. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 55 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 55 Abbiamo aspettato dieci minuti e siamo usciti fuori insieme ai miei nonni e ai miei zii. A mezzanotte e venti mia madre aveva detto di rientrare, perché era freddo. Rientrati, ci stavamo per mettere a letto quando all’una meno venti ha fatto un’altra scossa di Terremoto. Mia madre aveva detto di continuare a dormire perché faceva sempre ogni tanto una scossa. Mia mamma era rimasta sveglia fino alle due e mezzo. Ma poi si è addormentata. Alle tre e trentadue ha fatto un fortissimo Terremoto. Siamo scappati in macchina. Ogni tanto sentivamo una scossa di Terremoto. Arrivata la mattina, mio padre e mio nonno avevano pensato di fare la colazione fuori, al barbecue. Mia zia stava per salire al secondo piano, dove abitava e stava per entrare alla casa quando fece una scossa e subito riscese. Ci siamo arranciati così. Eravamo andati a fare un giro per vedere le case. Io avevo chiamato il mio amico Davide per sentire come stava. Lui ci aveva detto dove si trovava per andarlo a trovare. Arrivati lì, abbiamo incontrato Davide, il suo fratellino Riccardo e i loro genitori. Abbiamo parlato e all’ora di pranzo siamo ritornati davanti casa. Era venuta anche mia cugina Chiara e abbiamo pranzato insieme. Dopo pranzo abbiamo preso: i vestiti, i miei criceti e oggetti utili e siamo andati al paese di altri miei zii. Arrivati lì, li abbiamo salutati. All’ora di cena abbiamo mangiato fuori. Più tardi, io co mia cugina Serena e una nostra amica siamo andati a dormire in macchina insieme ai nostri genitori. Domenico Montagnani, 11 anni, Esordienti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 56 56 NON ABBIAMO PERSO IL CORAGGIO DI LOTTARE Alle 3:32 del 6 Aprile 2009, sono bastati 30 secondi per perdere tutto quello che avevamo. La casa, i bambini, i giocattoli, la tranquillità e gli amici, soprattutto gli amici, forse non tutti lo sanno ma alcuni di quei bambini che sono morti facevano parte della “Scuola Minibasket L’Aquila”. Abbiamo perso tanto ma non abbiamo perso il coraggio di lottare. Siamo fortunati perché i nostri allenatori hanno sempre detto che non bisogna mollare, e così sta facendo Roberto, che con grande coraggio e con gran sacrificio ci sta ridando la “normalità”. Simone Pasqualoni, 11 anni, Esordienti UN RAGAZZO TERREMOTATO Ciao a tutti, io sono un ragazzo terremotato che il 6 aprile ha vissuto questa esperienza. I primi giorni ho dormito in macchina, poi io sono andato a Roma da un mio amico per tre giorni. Poi siamo andati a Giulianova al camp EUROPA, per 3 mesi. Li giocavo a calcio, poi ho fatto il mio primo allenamento di basket a Roseto. Poi ci siamo trasferiti a Roseto al Felicioni dove andavo con Giulio a giocare ogni giorno. Poi sono tornato a casa a L’Aquila e oggi sono felice di aver vissuto e superato questa avventura con il basket. CIAO!!! Giorgio Amoroso, 11 anni, Esordienti volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 57 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 57 CI STIAMO ALLENANDO DURAMENTE Quando ha fatto il terremoto ho pensato ai miei amici del basket. Quella notte siamo usciti velocemente e siamo andati a vedere come stavano i nonni. Dopo verso i primi di maggio abbiamo comprato una roulotte e la abbiamo piazzata in un prato di un nostro amico. Verso i primi di luglio con la roulotte siamo andati in un campeggio dove ho incontrato il mio amico Alessandro. Lì ci divertivamo giocavamo alla PS2 ma soprattutto a basket andavamo sul lungomare dove trovavamo dei campetti dove giocare oppure alla piazzola del camping legavamo a due alberi un filo e giocavamo. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 58 58 Per una settimana c’è stato un camping all’Aquila era un tendone con un campo da basket diviso in due lì ho rincontrato Niccolò. Si facevano partite ed io stavo con il gruppo dei più grandi, mentre Alessandro, Niccolò e Daniele stavano con il gruppo dei più piccoli. Visto che la palestra era occupata da tende container aziende lì non ci potevamo allenare allora Roberto ha trovato una palestra libera a Palombaia di Tornimparte.Ora ci stiamo allenando duramente per cercare di vincere un altro torneo. Andrea Moschino, 9 anni, Aquilotti MI SENTIVO SOLO E INUTILE L’Aquila trema. Da dicembre 2008, nel Comune di L’Aquila, si avvertivano scosse sismiche che non superavano la forza di magnitudo 5.3. Già a questa forza la popolazione si spaventava contraddicendo gli esperti che non si preoccupavano. La prima scossa tellurica è stata avvertita con la forza di magnitudo 1.8. Molte scuole, palazzi e uffici, con tutte queste scosse, sono stati fatti evacuare inutilmente. Un giorno, precisamente il 30 marzo 2009 alle ore 15:40 nessuno si aspettava una scossa fortissima di forza 4.0 sulla scala Richter. La popolazione era scossa e, presa dal panico, usciva dalle proprie abitazioni e si rifugiava per le strade. I bicchieri e i piatti si muovevano insieme ai mobili. Dopo due minuti un’altra scossa di magnitudo 3.5 sconvolgeva la popolazione. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 59 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 59 Successivamente altre nove scosse non molto forti venivano avvertite. Alcune intorno a mezzanotte e altre di pomeriggio. Il telegiornale informava che le scuole sarebbero state chiuse per due giorni per controlli. In questi giorni altre scosse hanno spaventato la gente. Alla fine i controlli, gli esperti, hanno trovato danni nella scuola “De Amicis” e nel “Forte Spagnolo”. La gente aveva ancora paura ma gli esperti dicevano di non preoccuparsi perché era meglio così: tante scosse non molto forti. Passarono pochi giorni e arrivò il 5 aprile. Alle ore 22.00 di quel giorno ci fu una scossa molto forte che spaventò la mia famiglia. Dopo due ore un altro movimento della terra venne avvertito. Intorno all’1:30 della notte del 6 aprile, i miei genitori decisero che non era più il caso di restare a casa. Fui svegliato nel cuore della notte e tutti insieme scappammo via da quel’incubo, per andare in Puglia. Alle ore 3:32 di quella brutta notte, eravamo in macchina, vicino Termoli, quando sentimmo la macchina dondolare. In quell’istante ci fu la più forte scossa che distrusse L’Aquila: 6.3 sulla scala Richter e 11° grado sulla scala mercalli. Era l’inizio della fine. Il telefono di mia madre continuava a squillare: centinaia di amici di L’Aquila ci chiamavano preoccupati. Ero sempre più impaurito. Arrivati in Puglia, accendemmo la televisione: una cosa mai vista prima. La città era sommersa dalle macerie e io mi sentivo solo e inutile. Avvertivo sempre scosse finte e avevo sempre più paura. È stata un’esperienza indimenticabile, anche se voglio dimenticarla. I posti che io frequentavo tutti i giorni non esistevano più: le case erano, quasi tutte, crollate. Volli sapere subito se la palestra di basket dove mi allenavo fosse crollata. Nonostante tutti i soccorsi si è giunti alla conclusione che il terremoto ha tolto la vita a 307 persone. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 60 60 Dopo quella terribile scossa che distrusse L’Aquila ci furono circa 1000 movimenti tellurici. Un momento di gioia l’ho avuto dopo due mesi quando i miei allenatori di basket organizzarono un torneo. Siamo stati molto felici quando ci siamo rivisti tutti. È stato bello, ma è durato poco. Speriamo che la nostra squadra torni ad essere forte come prima e L’Aquila venga ricostruita com’era prima, magari più bella. Raffaele Scarano, 10 anni, Aquilotti USCIRE SCALZI, SENZA GIACCA, DI NOTTE, A L’AQUILA, NON È PROPRIO CONSIGLIABILE Non avremmo mai potuto immaginarlo. Non ci sarebbe mai passato per la mente. Il 5 Aprile andavamo a Roma, io e la mia classe, per partecipare al concorso musicale “Visconti”. Poi siamo venuti a sapere che siamo arrivati secondi su 90 scuole di tutt’Italia. Siamo partiti la mattina davanti alla nostra scuola “Dante Alighieri” e siamo tornati lì la sera. È stata l’ultima volta che l’abbiamo vista per come la conoscevamo noi. Ma non ci abbiamo badato a questo. Ci siamo salutati tutti tra grida e risate: “A domani!” “Ciao ci vediamo domani!” “Tu l’hai fatta matematica?” “Si…” “Allora vieni un po’ prima che me la fai copiare!” “Uffa domani geografia interrogaaa!” “E va bè dai…qualcuno si farà di sicuro volontario!” “Oi poi ti chiamo quando volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 61 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 61 sono a casa” “Ei tu mi devi ancora raccontare quello che è successo ieri!” “Ci si vede domaniii!”. E invece sarebbe passato molto più tempo prima che ci saremmo rivisti. Quel giorno ci divertimmo moltissimo. Se avessi saputo quello che poi sarebbe successo, avrei cercato di godermelo ancora di più. Tornati a casa, ognuno fece quello che faceva ogni sera: chi chiamava l’amica, chi si vedeva un film, chi giocava con il PC, chi cercava disperatamente di studiare per l’interrogazione del giorno dopo e chi si mise subito a letto, sfinito. Quando in città tutti si immersero nel sonno, nessuno pensò che li restavano poche ore da passare nella sua casa, nel suo letto, nella sua cameretta… E così alle 3:32, tutti vennero svegliati da un rombo a dir poco assordante, e tutti vennero travolti dalla devastazione. Non scorderò mai quei 30 secondi. Non scorderò mai quella notte. Nessun aquilano se la scorderà mai, perché nemmeno tutta la fortuna di questo mondo, può aiutarti a dimenticare. Mamma e papà ci urlavano di rimanere fermi..di aspettare che finisse prima di prendere le scale…ma non finiva più. Ricordo che riuscii vestirmi in un tempo straordinariamente breve e che mi ci volle nemmeno un secondo per svegliarmi. Uscii scalza, come tutta la mia famiglia. Ma uscire scalzi, senza giacca, di notte, a L’Aquila, non è proprio consigliabile. Non ci sono parole per descrivere quei momenti. Per capire ti ci devi semplicemente trovare. Andammo a casa di nonna, che è accanto alla nostra, nel suo giardino. Piano piano incominciavano a venire gli zii…non capivamo. Nessuno poteva capire la gravità della situazione. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 62 62 Incominciavano ad arrivare le prime notizie: “La casa dello studente..non c’è più..” “L’ospedale..crollato..” “Si dice che abbia superato il 6° grado..”. Mamma e papà andarono a prendere delle scarpe e delle giacche, perché era diventato impossibile. Alle 5 io andai dentro la macchina. Io dietro e i miei nonni avanti. Poi cominciò a spuntare il sole. Alcuni andarono in casa di mia nonna nonostante il pericolo per accendere la tv ed ascoltare il Tg. “Non può essere” pensammo tutti. I morti salivano a ogni minuto e i dispersi erano tantissimi. Vedevamo le immagini dei Vigili del Fuoco, unici e veri eroi della nostra città, che toglievano macerie della casa dello studente in cerca di qualcuno che fosse ancora vivo. Incominciarono le telefonate, ma la rete era intasata. Panico. Passavano le ore..chi cercava di dare conforto ai propri figli, chi piangeva, chi rimaneva immobile a fissare il vuoto senza parlare né muoversi. A pranzo andammo a San Nicandro, il paese della mia nonna paterna, e grazie a Dio anche lì stavano tutti bene. La notte io e mio fratello dormimmo in tenda, mamma e papà in macchina. Faceva un freddo cane. Eravamo riusciti a sentire pochi dei nostri amici e la paura non passava. Quella notte fece altre scosse, minori ma comunque forti. Per qualche tempo, non potevamo sentire nemmeno il rumore del bicchiere posato sul tavolo, che subito si scattava in piedi impauriti. Ogni volta che faceva una piccola scossetta, tutti fuori. Era un continuo. Il giorno dopo uscì sul giornale la lista dei morti accertati. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 63 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 63 Ogni nome era un colpo al cuore..non potevi sapere se il nome seguente era una persona per te importante, o un conoscente, o il tuo migliore amico. Il periodo seguente i nostri genitori mandarono via me e mio fratello, mentre loro rimasero a L’Aquila. Tommaso da un allenatore a Pescara, io da mia zia a Roma. In seguito io andai da un allenatrice a Chieti. In quel periodo ci siamo divertiti molto, ma il pensiero fisso e la preoccupazione c’era sempre. Non finirò mai di ringraziare Paola che mi ha ospitato e mi ha aiutato a rialzarmi in un momento che se non ci fosse stata lei non ce l'avrei mai fatta a superarlo e non so che fine avrei fatto. Non ci sono parole per descrivere l’aiuto che mi ha dato. Poi mamma e papà decisero di prendere un appartamento a Pescara. Arrivammo a Pescara e lì arrivò anche la certezza di aver perso la tua città..307 persone concittadine che se ne sono andate e non torneranno più..il centro storico distrutto..la certezza del fatto che la vita che avevamo sempre vissuto, quella che non avremmo mai abbandonato, era morta. Noi eravamo morti dentro. E per rinascere ci sarebbe voluto del tempo. Molto tempo. Forse qualcuno non ci riuscirà mai. È facile fare una battuta, ridere e scherzare con gli amici, ma quando hai vissuto un’esperienza simile è diverso. Basta un niente per farti tornare nei ricordi..nella vita passata..che non tornerà mai più. E pensare che fino a due giorni prima del 6, passeggiavamo tranquille e spensierate sotto i portici. Adesso quando ci ritroviamo parliamo sempre di queste cose..e poi ci viene da chiederci: e ora? Quando guardiamo insieme una foto dei giorni che passavamo insieme..a scuola..a casa di qualcuno di noi..in palestra..a Piazza D’Armi..che ormai era diventata la nostra seconda casa.. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 64 64 No, non si può capire e non si può esprimere in parole. Passare 7 mesi da sfollati, con un amico ad Alba Adriatica, un’altra sotto le tende, chi a Roma, Avezzano, Pescara, Chieti, Teramo..è stata una cosa impossibile. La tua città è trasformata, non la riconosci più..e ti senti un estraneo, ti senti di averla abbandonata nel momento del bisogno. E la nostra squadra? La nostra palestra? Quella dove passavamo interi pomeriggi anche quando non avevamo allenamento..non è agibile. Ma gli allenamenti riprendono. Finiamo il campionato al palazzetto di Roseto. La forza che c’è voluta da parte della squadra, di tutti i ragazzi e dei nostri allenatori è stata immensa. Non finirò mai di ringraziarli per averci dato qualcosa di diverso a cui pensare in quel periodo..per averci dato la speranza e la forza necessaria ad andare avanti. Per averci potuto far pensare che forse non era morto proprio tutto..forse qualcosa poteva rinascere. Io sono stata fortunata nella sfortuna. C’è chi dopo una vita di lavoro e di sacrifici si è ritrovato senza casa e senza famiglia.. I mesi in cui non bisogna mollare sono proprio questi, per i pendolari, per chi si è trasferito..e per tutti noi aquilani che non abbiamo più una certezza nel nostro domani. Sono troppe le cose che ci mancano, a partire dal bacio del buon giorno dei tuoi genitori che entrano e alzano la tapparella nella tua cameretta, alla strada percorsa per andare a scuola, agli amici che ti aspettano davanti all'entrata perché sei perennemente in ritardo, al panino con cui ogni giorno quasi ti ci strozzavi per arrivare in tempo all'allenamento, ai 5 contro 5, alle litigate dentro lo spogliatoio, le chiacchierate con il tuo coach che ogni volta ti ritirava sempre su di morale e se avevo un pro- volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 65 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 65 blema lui lo risolveva sempre, alla partitella ai campetti la sera che mentre giocavamo vedevamo passare i dirigenti, i genitori…oppure i nostri allenatori che passavano e si stavano con noi cinque minuti e poi andavano a fare allenamento..al rientro a casa con papà che guarda la TV insieme a Tommy e mamma che prepara la cena..ma dobbiamo essere forti. Tutti abbiamo pianto, fino allo sfinimento, fino a che non abbiamo più avuto lacrime da tirar fuori. Piangiamo tutt’ora, e forse non la smetteremo mai. È una tragedia che accomuna tutti noi aquilani e che probabilmente non riusciremo mai a superare del tutto. Ma, come era stato fatto scrivere nella nostra palestra dal mitico coach Roberto Nardecchia, che sta dando corpo e anima nella realizzazione del progetto e per tutti i bambini e i ragazzi della Scuola Minibasket L’Aquila e del Nuovo Basket Aquilano: “Sudore e Coraggio”. Cecilia Fasciani*, 14 anni, Under 15 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 66 66 *Cecilia quest’anno sta giocando a Pescara, inseguendo anche in questi momenti il suo sogno di diventare una giocatrice importante. Intanto è già una ragazza importante, lo è sempre stata, è sempre stata fin dagli Scoiattoli la leader di tutti i gruppi nei quali ha giocato. Composti per la quasi totalità da ragazzi. Fin da quando con i capelli lunghi e le gambette secche veniva al campo con uno zaino più grande di lei e l’immancabile Oro Ciok. Il suo tema, spedito via mail come quelli di Raffaele e Filippo, ha riaperto ancora le ferite, ancora di più. Per completarlo mi sembrava giusto che fosse affiancato ai sentimenti che quella mattina aveva provocato e che erano stati rispediti subito a lei: “Ceci, hai scritto che non abbiamo più lacrime. Non è vero. Soprattutto quando si apre la mattina leggendo parole e pensieri come i tuoi. È difficile tenerle dentro, non farsi vedere da chi sta lavorando con te. È difficile tutto qui. Ma non c'è altra strada che continuare e continuare a fare tutto sempre meglio, sempre più cose, sempre più iniziative, sempre più veloce. Vorrei tanto fermarmi. Ma non si può. Anche e soprattutto per rispettare voi, i vostri sorrisi, la vostra gioia, le vostre aspettative, i vostri momenti di incertezza e di paura. Non si può. E correndo sempre di più si ha meno tempo per pensare, meno tempo per pensare ai quei ricordi di cui parli anche tu, meno tempo per rivederti nella mente mentre ti vesti nel tuo posto sulla panca vicino la porta degli spogliatoi. O mentre mangi un Oro Ciok. O mentre devo entrare strillandovi perché non si riesce a far allenamento con i più piccoli per le vostre grida. O mentre Filippo si getta per terra piangendo disperato su un campetto all'aperto di Cologna Paese. O mentre Ugo fa il verso dell'orso al pivottone di Bologna, su un campo sconosciuto di Parma. O… Tenetevi dentro tutti questi ricordi, superate i momenti di maliconia, come questo, ma continuate e continua ad essere sensibile come siete e sei adesso. Il vostro campo ora è ognuno di quelli su cui giocate, è la vostra vita, e come vi dicevo sempre: Sul nostro campo non ci deve battere nessuno! Ciao, capitano!” volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 67 MAMMA, GIURAMI CHE QUI NON C’È IL TERREMOTO 67 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 68 68 Il Libro non ha un prezzo di copertina: verrà distribuito gratuitamente, sarà scaricabile sui siti internet www.minibasketlaquila.it e www.fip.it e sarà presentato in occasione di eventi, dove sarà distribuito in cambio di un'offerta volontaria. A chi avrà la possibilità di leggerlo chiediamo, se vorrà, solo un contributo da devolvere al progetto di costruzione del “PalaAngeli”, struttura-oratorio di aggregazione sportiva e sociale, destinata a tutti i ragazzi aquilani. Il nome che verrà dato all’impianto vuole essere una testimonianza ed un ricordo perenne dei tre ragazzi che hanno militato nella Scuola Minibasket L’Aquila: Davide Cinque, Matteo Cinque ed Ezio Pace. Sul nostro sito troverete i dettagli del progetto ed i riferimenti per eventuali contribuzioni. volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 69 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 70 Finito di stampare nel mese di dicembre 2010 dalla Tipolitografia Graffietti s.n.c., S.S. 71, km 4,5 - 01027 Montefiascone (VT). Per conto della Federazione Italiana Pallacanestro volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 71 volumetto minibasket 10-12-2010 10:40 Pagina 72