Arte e Restauro dei Tessuti

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Arte e Restauro dei Tessuti
Arte e Restauro dei Tessuti
Scritto da Artigianato Veneto
Tessuti artistici
Tra le tante attività che hanno caratterizzato il progresso dell'umanità, la tessitura occupa un
posto del tutto particolare perché ha segnato, per l'uomo primitivo, un punto di snodo tra la
semplice attività di caccia e una più complessa attività di allevamento, per le fibre naturali, come
la lana, e di agricoltura per le fibre vegetali quali il lino, la canapa e il cotone. L importanza delle
lavorazione delle fibre tessili e della tessitura ci è suggerita anche dal fatto che il mito e l'epica
abbiano usato con una certa frequenza alcuni simbolismi legati a quest'arte antica e raffinata.
Se pensiamo che le tre Parche (o Moire): Cloto, Lachesi e Atropo, determinano, con la loro
attività di tessitura, la vita e la morte degli umani, abbiamo il senso dell'importanza che questa
attività aveva presso gli antichi. Anche l'omerica Penelope che con la sua attività tessitoria
condiziona la politica del suo piccolo regno ritardando o accelerando il difficile passaggio della
successione dinastica, offre una eloquente metafora circa l'importanza della tessitura e della
donna dal momento che questa attività era generalmente da lei praticata. In oriente l'attività
tessile fu sempre molto sviluppata e raggiunse livelli di eccellente qualità, tanto che le sete, e i
drappi lavorati orientali furono importati in tutto l'Occidente, per molti secoli. Il tappeto orientale
rimane una delle più nobili ed apprezzate espressioni di quest'arte.
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Arte e Restauro dei Tessuti
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Tessuto
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di
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Particolare
della
broccatura
di
un
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dall'Encyclopédie,
175
-1771
Armatura
del
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Telai
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A partire dal Quattrocento, a Venezia, nelle isole della laguna e lungo la gronda , fino a
Chioggia, si sviluppa l'arte del merletto fatto a tombolo o ad ago: dalle abilissime mani delle
merlettaie veneziane uscivano ricche bordure per abiti, lenzuola e tovaglie, mentre le monache
e le novizie, nei conventi si dedicavano ai paramenti sacri. Anche gli ospizi, gli ospedali, i collegi
e gli istituti di ricovero e di prevenzione, erano luoghi deputati all'insegnamento e alla
produzione di merletti ed è forse per questo motivo che le artigiane non si unirono in
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associazioni di categoria, a differenza di altri mestieri d arte, che durante la Repubblica Veneta
erano sottoposti alla tutela e al controllo di un apposita magistratura, la Giustizia Vecchia,
essendo già, in qualche modo tutelate. Alla fine del Cinquecento Morosina Morosini Grimani,
moglie del Doge Marino Grimani, istituì una scuola-laboratorio per merlettaie a Venezia.
Merletto a fuselli in seta policroma,
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Nonostante le leggi suntuarie emanate in più occasioni dalla Repubblica Veneta per frenare il
lusso, il merletto concorrerà ad arricchire gli abiti un una corsa frenata verso una moda sempre
più condizionata dalla ricerca del lusso. Le numerose testimonianze iconografiche della pittura
del tempo ci restituiscono un quadro ricco e variegato dell'impiego del merletto negli abiti sia
maschile che femminile: per fare alcuni esempi basterà ricordare molti ritratti del Tintoretto, del
Veronese, o le opere di Giovanni Busi, detto Cariani, che in un dipinto conservato presso la
Pinacoteca Civica di Abano Terme rappresenta, per la prima volta intorno al 1525-30 un
prezioso e raro velo di tulle che andava allora affermandosi.
Tra il e il Cinquecento e il Settecento, l'arte del merletto raggiunse a Venezia un importanza
così grande da costituire un prodotto da esportazione, assieme ai non meno famosi vetri.
Colbert, abile ministro di Luigi XIV, chiamò alla corte francese artigiani vetrai e merlettaie
venete, con l'intento, solo in parte riuscito, di liberare la Francia dalla sudditanza economica da
Venezia. Si svilupparono, così, i cosiddetti punti Alencon e Argentan che finirono con l'imporsi
dapprima in Francia e poi dovunque in tutta Europa. A questo proposito è stata notata la
somiglianza dei merletti con motivi decorativi incisi a punta di diamante o a pietra focaia su
cristalli di Murano.
A Venezia si sviluppò, in modo del tutto originale, la tecnica del punto in aria non lavorato su
tela nè su alcun altro supporto ma lasciato alla maestria e alla fantasia della ricamatrice, si tratta
di un lavoro lento e paziente, eseguito con filo sottilissimo di cotone o di seta in cui cui l'ago come ricorda il Lorenzetti - segue con squisito senso dell'arte e di tecnica, le forme fantastiche
non solo da disegni geometrici, ma ispirate a fiori, animali, volute e racemi, questo punto
speciale di trina salì ben presto nel 600 a gran fama e acquistò nuova grazia per quelle
caratteristiche "roselline", piccoli dischetti stellati, sparsi ovunque con garbo, con mirabile
varietà di effetti sul fondo della trina. Questo punto a rosette e l'altro l'altro, detto controtaglaito,
più pesante e più solenne nelle ampie volute a rilievo e nelle grosse cordonature di contorno,
furono i due tipi di trina più in voga che da Venezia si diffusero in tutta Italia e fuori della
penisola, toccando a volte prezzi favolosi. Esemplari magnifici di trine buranesi sono le due
tovaglie da altare per il Duomo di Burano , a figurazioni sacre di punto controtagliato
seicentesco, ora al Civico Museo Correr. La tecnica del punto in aria è ora poco praticata.
Con la fine della Repubblica Veneta e con il mutare della moda, anche il merletto, come il vetro,
entra in crisi. Bandito dalla moda per uomo, il merletto trova nuovi spazi nella biancheria intima
e negli abiti infantili. La ripresa avverrà a Burano per interessamento della nobildonna Adriana
Marcello e di Paulo Fambri che fondarono una scuola per avviare al mestiere le giovani, ora la
scuola è divenuta un Museo. A Burano si è sviluppa la tecnica del merletto ad ago, lavorato su
un disegno prestabilito, che viene disegnato su una speciale carta appoggiata ad una tela
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leggera, fissata, a sua volta, su un supporto morbido, chiamato "cusineo" (piccolo cuscino). L
abilità ricamatrice sta nel seguire fedelmente il disegno. Una volta eseguito il lavoro, il merletto
viene staccato dal supporto con un operazione che richiede perizia e pazienza. Sette sono i
punti ancor oggi più usati: sbari o barrette, ghipur, smerli o merli, punto K, rede o tulle, rilievo e
rosette.
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AStoria
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1367
motiv
Don
della moda e della sartoria
Se è vero, come afferma il vecchio proverbio, che: l'abito non fa il monaco, è anche pacifico che
oggi, come nei secoli passati, l'abito che indossiamo parla di noi. Superata ormai da molti secoli
l'esigenza principale di coprire le nudità e di difendersi dal freddo (e in qualche caso dal sole),
l'abito, e più in generale l'abbigliamento, ha sempre avuto una forza semantica così spiccata da
poter essere assunto a strumento della comunicazione, da entrare tra gli elementi del
linguaggio umano, da costituire un segno immediatamente riconoscibile, un evidenza chiara e
inequivocabile: con l'abito l'uomo ha dimostrato il proprio potere, la propria condizione sociale,
l'appartenenza ad un gruppo, ad una casata, ad un ordine; con l'abito riusciamo a stupire e a
sedurre, raccontiamo perfino il nostro stato d animo, la propensione a sentirci in sintonia con il
resto del mondo oppure a lanciare un messaggio di chiusura.
In tutte le società, fin dai tempi più antichi, la lavorazione dei tessuti e la confezione degli abiti
ha costituito un momento importante per l'economia dell'intera comunità: affidata
tradizionalmente alla donna e circoscritta all'economia domestica, la sartoria, ha subito
profonde trasformazioni con la fine del medioevo.
Uscita decisamente dall'ambito domestico, la sartoria ha avuto un grande sviluppo negli ultimi
quattro secoli ed è entrata, a pieno titolo, tra quelle forme di artigianato che definiamo artistico e
tra quelli che, con espressione europea, chiamiamo i mestieri d arte. E significativo che un
importante artista del nostro Rinascimento, come Giovan Battista Moroni, abbia raffigurato, in
una delle sue opere più riuscite, proprio un sarto nel suo atelier. Per alcuni secoli la sartoria era
stata appannaggio maschile, sino a quando la pudibonda madame de Maintenon ottenne da
Luigi XIV di Francia la decisione di affidare l'abbigliamento femminile solo alle donne, perché
non era decente che le mani degli uomini sfiorassero il corpo delle donne, che agli occhi
maschili fossero svelate le più segrete intimità . Per qualche anno, a Parigi, furono le donne ad
occuparsi della moda ma ben presto i sarti ripreso lo scettro abbandonato, regnando per tutto il
diciannovesimo secolo.
Solo nel Novecento le donne riconquistarono il diritto di creare la moda e dimostrarono che,
anche in questo campo, il ventesimo secolo è il secolo delle donne. L esempio più conosciuto di
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questo nuova tendenza è quello di Gabrielle Chanel, conosciuta come Coco Chanel, già
infermiera nell'ospedale di Deauville durante la guerra 1915-18, aprì un laboratorio di sartoria.
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Camicia con merletti, giacca
Abitiinveneziani
raso e tabarro
del primo
in velluto
Settecento:
Giovan
nelBattista
dipinto
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di
Moroni,
Alessandro
e velada
Il sarto
Longhi
in primo
della
piano,
fine del
amp
,1
Una delle prime sfilate di moda milanesi che si tenevano all'interno della Fiera Campionaria
Fin dal Rinascimento la sartoria italiana ha avuto un indiscusso primato in tutto il mondo, anche
se, per varie ragioni, Parigi nel Settecento nell'Ottocento, e Londra nell'Ottocento, hanno
conteso, con certo successo, questo primato italiano. Per secoli la moda è stata guidata dal
gusto, dall'inventiva, dalla creatività, dalla pazienza e dall'abilità dei nostri sarti e questa
tradizione ha resistito alla minaccia più forte: quella della moda pronta.
Fino alla metà dell'Ottocento esisteva solo la sartoria artigianale o quella domestica che
confezionava gli abiti su ordinazione e su misura ed era impensabile abbigliarsi con vestiti già
confezionati. E stata la rivoluzione industriale e l'esigenza di vestire in modo uniforme (l
uniforme, appunto) grandi masse di soldati, ad introdurre il concetto di moda pronta e l'idea di
confezionare i vestiti con delle taglie già pre-definite.
Mentre per secoli l'artigiano aveva prodotto vestiti che erano già venduti o comunque prossimi
ad esserlo, l'industria, al contrario, produceva grandi masse di vestiti in diverse taglie e si
trovava nella successiva necessità di vendere in prodotto che doveva essere, a quel punto,
debitamente pubblicizzato: la rivoluzione industriale e la società dei consumi hanno imposto
questi nuovi costumi. Si calcola che oggi quasi la metà di tutta la comunicazione pubblicitaria
sia dedicata all'abbigliamento. Anche la sartoria, e soprattutto i grandi atelier, si trovarono nella
necessità di far conoscere i loro nuovi modelli attraverso le sfilate di moda, i concorsi, la mostre.
ecc..
Tessuti e sartoria nel Veneto
La città di Venezia mantenne a lungo un indiscusso primato nell'arte della tessitura di panni in
lana e in seta di alta qualità e anche quando altri centri manifatturieri di terraferma svilupparono
un autonoma attività artigianale, ai laboratori veneziani rimase una delicata funzione di rifinitura
dei tessuti e, in generale, alla città e al suo porto aperto sul mediterraneo fu un punto
importante per la commercializzazione dei prodotti. Fin dal 1370 Venezia aveva tentato di
arginare la dispersione, verso gli altri stati confinanti, di manufatti, di macchinari e soprattutto di
conoscenze artigianali nel settore tessile, forse dimentica del fatto che nei secoli precedenti
erano stati proprio artigiani bizantini e lucchesi (esuli per motivi politici) a introdurre a Venezia
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quest'arte.
Pianeta in taffetà con ricami
Pviale,
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in damasco
ad ago,laminato
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broccato,
di seta
sec.,
irregolare,
Ospedale
Belluno,Venezia,
Sala
dei Derelitti,
del XVII
Capitolo
Venezia,
secolo 174
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La produzione veneziana si distinse per i velluti, i damaschi, i broccati, altri tessuti con filati d
oro e d argento e le sete. Il velluto è un tessuto di alto pregio perché presuppone una tecnica
complessa e costosa: una serie di fili di ordito è più lunga di quella dell'ordito normale e viene
"avvolta" su speciali bacchette a formare tanti anelli in rilevo, questi anelli vengono quindi
tagliati e formano il vello.
Il damasco è caratterizzato dal contrasto tra il lucido e l'opaco che danno tonalità chiare o scure
al tessuto, secondo un disegno preordinato: la trama non incontra tutti i fili di ordito in modo
ordinato ma ne "salta" alcuni nascondendoli. Si forma così un dritto e un rovescio con opposte
qualità di lucentezza di tonalità di colore.
Nel Settecento si diffonde l'uso di broccati grazie ai progressi tecnici e ai perfezionamenti dei
telai. Per questo particolare tipo di tessuto si usa un telaio verticale in cui esistono due tipi di fili
di ordito, azionati da diversi tipi di licci: uno per il fondo (come in tutti i tessuti) e uno per le
legature, cioè per il passaggio della navetta, questo telaio è manovrato da due artigiani, uno
posizionato davanti al rullo di aggancio degli orditi, l'altro dietro con il compito di azionare i licci
e introdurre la navetta tra i fili di ordito, secondo un disegno prestabilito.
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Come
tessile:
coperte,
Marziale
tanto
Venezia-Padova-Verona,
propulsore
regolamentazione
Imateria
partire
presto
veronesi,
Lucca,
di
bruno
fiocco",
A
strisce.
lino,
nella
drappieri,
pignolati,
funzione
la
inseriti
Trecento,
del
Un
l'introduzione
infatti
unico
permettevano
scacchi,
Anche
dapprima
oltralpe,
rompere
lunga
corta
In
perseguirono
Roma
Grande
ornamentazioni
influenzarono
definiamo
pittoriche,
coevi
anche
lui
matrice
Non
Venezia
della
le
l'Ottocento
momento
difficile
antichi.
documentano
l'esigenza)
loro
gerarchizzazione
terzo
Per
moda".
protagonisti
gusto
e
E
pittori
più
modello
dalla
volume
Veloce
ha
occidentale
modelli
stato
produzione
Dopo
bibliografia.
Veneto
seconda
artigiane
conquistato
marchi
Pignolati
racemi
Padova,
molto
produzione
lana
qualità
molte
generale
altri
Velo
comportato
ulteriore
miglioramento
modesti
affascinante
avere
questi
prodotti
confacente
diceramica
è
seconda
moda
esaminato
di
tentava
da
rappresenta
a
operatore,
essere
e
oricavato
contemporaneo.
abbiamo
e
semplice
qui
Verona
dal
ilpittori
in
ottima
città
chiamata
conosciuti
ma
e
Strabone
tessili,
ha
Tessuti
quasi
cioè
padovana.
dai
produzione
si
prima
importanza
di
interessante
perfino
testimonianze
nuovo
miglioramento
quelle
spigati,
tappeti
ha
poter
ilricorda
di
metà
(alcune
ricca
un
iprimi
e
si
che
iun
introdussero
giotteschi,
compositive
un
avesse
veronesi
tulle
vincolo
XIV
tintori.
motivi
conosciuto
come
commercianti
certamente
di
ela
immagazzinaggio
gusto
etessile
frescanti
iltutte
non
che
abiti
una
salto
ricorse
dei
tessili
mercato
prima
ilveronesi
periodo
stato
privilegio
presenta
idea
questa
l'attualizzazione
raffigurare
l'obiettivo
di
qualità
quantità
due
di
tutti
sono
ie
di
metà
essere
come
per
del
ad
Novecento,
secolo.
da
grandi
alla
tra
che
francesi
dipinti
nel
accennato
Martirologi
a
dei
mentre
riassumere
e
un
del
fatichiamo
certo
è
ecc.
pignolati,
nell'interessante
buona
due
tessere
popolani
di
le
"zentile"
abbiamo
anche
delle
parla
L
di
dei
tipicamente
Costantinopoli
una
in
un
drappi
riprodotto
di
metri),
stabilire
secolo
itutti
dell'attività,
un
iche,
in
per
della
carta
solito
manifatture
nuovo
Veneto
installazione
pittori
poi
copre
a
sono
iceti
locale.
stati
prodotto
è
qualità,
del
tutto
dipendenza
ilalcune
e
dipinti
come
tipi
attività
e
studiare
età
erba
personaggi,
in
di
lane
momento
da
dell'epoca.
cambiamenti
segati.
sprovviste
nell'Ottocento
crescita
motivo
riprodussero
dei
quelli
quali
La
la
alcuni
e
una
di
pittoriche,
largamente
che
Per
più
influenzerà
alcuni
della
fetta
nel
spesso
di
continua
e
sviluppo
secolo
più
itessitura,
di
pubblicati
istilistiche
filati
da
connettere
moderna,
pelosi
di
saia
personaggi
documentati
una
azionato
essere
iluna
scorso,
quelle
della
vari
(per
dove
precoce
ildipinti
migliorare
telaio
tessuti
panni
di
"francesche"
visto,
chi
affascinante
poi,
panni
sopra,
vestivano
Sacra
sono
mondo.
citato
a
tutti
Quattrocento,
coevi,
affermarono
gran
Bambino,
panni,
fortunati,
le
anch'esso
tecniche.
parati.
sono
artigianale:
negli
del
realizzati
guado),
qualità
finito,
trovare
In
secoli
soffici
donna,
"a
ecambiamenti
ilproduzione
di
veneziano
personaggi
dell'evento,
abbia
in
linee
distinguerla
produttiva
si
terraferma
possiamo
delle
-complesso
prevalevano
su
potrebbe
di
importante.
epoca
mercato
orizzontale
pura
inglesi
si
pavani,
inferriata"
in
varietà
vestiti
da
esso
dell'attività
già
stata,
e
di
dalle
espansione.
in
organizzano
Per
in
studio
iinvece,
Famiglia
divenute
un
affreschi,
come
Padova
controllo
in
gli
installazione
da
uno
introdotte
tessuti,
sviluppa
a
in
città
diversi
Per
esportato
all'interno
proprie
negli
lana:
e
bibliografia.
dell'evoluzione
all'avanguardia
Nicoletto
cotone,
edella
agli
introdotto
nel
modo
Damasco.
città
non
e
presso
secondo
di
più
o
gran
nel
come
addetti
esso
nostra
amplificarono
lana,
due
nella
di
avvenivano
dai
in
lane
Medievale
nella
innescato
o
paonazza
con
nel
chi
molto
episodi
di
rimane
temine
in
di
nel
1284
stoffe
una
non
ornati
molte
lenta
ultimi
medioevo
su
indossati
mondiale
gausapa
valere
solo
vi
nel
venete,
contare
lana,
venivano
di
tessitori
rispettando
gualchiere,
ambiti
persone,
facendo
veneziana
sviluppò,
numero
esso
modelli
gli
Giovanna
o
dalla
volesse
venivano
Seicento
grandi
da
rapporto
aziende
sono
-tecnici
abiti
d
era
è
un
ornamenti
caso
Giotto
(anziché
un
entrambi
tessile,
prima
lana
altre
fortuna
altri
ile,
vera
all'arte
da
raffinati
settore
e
importazione
Semitacolo
ornamenti
del
stata
pregiate
-Anche
quantitativamente,
confezionare
criterio
velluto
e
lavorate
in
secoli:
città
attività
dei
del
attività
più
contribuì
troviamo,
con
la
del
avvenuto
di
si
Giotto,
l'esempio
lana
di
si
semplice
rintracciabili
dell'artigianato
criteri
una
ruvida
da
volume
degli
civiltà.
(rossa);
ildocumentazione
nel
e
su
imprese
riunivano
gualchiere
e
le
metà
in
e
articolano
lavorò
tessuti
foggia
San
edizioni
cotone,
tardi,
della
indossare
Vecchio
approfondire
un
primato
della
evenduti
ilitaliane
artigiane
propria
probabilmente
grazie
nel
nelle
di
già
della
che
di
non
stabilire
e
Verona,
trilices,
immagazzinate
laniero
quotazioni
veri
grado
come
Galasso,
Treviso
verticale)
grossa)
quale
del
nel
periodo
icittà
alto-basso
teneva
le
si
l'istituzione
artigianale
nel
Giovanni
inversione
artigianale
di
per
stili.
lati,
affreschi
stilistici.
con
la
Sebastiano
settore
in
edel
tratta
e
fogge
L
moda
si
della
al
esisteva
moda
tessuti
XIV
rinascimento
e
Tessuti
vesti
nel
la
fino
anche
"moderna"
lana,
fedele
spesso
per
Settecento,
grossa
poteva
epoca
le
dei
evoluzione
ola
all'accentramento
multinazionali)
è
che
già
selezionarono
successo
propri
Cercheremo
a
quelli
di
moda
si
e
motivi
tessile
a
Domus
e
iNovecento,
anch'essi
già
in
fogge
instaurato
una
1367
loro
famosi
si
le
stampa
del
e
responsabili
conto
in
secolo,
tinta
straniere,
Ragusa,
ai
ad
della
del
designavano
valorizzare
iricchi
di
Garzaria,
dei
all'inizio
una
proprie
Modelli
pronta
popolani,
più
dei
Vicenza
venivano
in
iha
varie
Uno
città
e
tutta
nel
Busi,
personaggi
di
allora
artistico,
a
linaioli,
un
questi
rappresentazione
con
settore.
allora.
romana
veneziani,
nel
precedenza
incentrata
soprattutto
fibra
Nuovo
di
con
essere
sviluppatasi
Veneto,
repertori
in
del
le
la
degli
geometrici
Verona
santi,
di
Giotto
agli
spetta
per
largo
tessuti
da
degli
Serenissima
regione
dei
di
e
Pignolatorum,
Duecento,
fenomeno
tendenza
abiti
stretta
compravendite
consuetudine
"vergati",
era
le
eguado
che
Veneto
Italia
rosa
associazioni
dei
con
non
dai
"Fontego
Abano
la
o
valori
e
un
una
molto
"di
dell'epoca
lunga,
nel
e
dobbiamo
la
inizi
che
merci.
del
ornati.
tra
aspetti
perfino
Questi
la
della
conoscono,
iuna
contribuirono
quale
legato
tipologie
di
abiti
dei
schemi
testamento
con
tessuti
l'evoluzione
venduti
tinta
Cattedrale
Si
due
produttori
corrispondono
a
uomo,
una
dal
anche
modelli
tuttavia
moda"
solo
che
lane
e
della
proprio
polilobata
persistenza
contado,
ed
regno
edelle
idi
ricostruire,
XIII
Padova
relazione
riguarda
del
uno
tutte
trattava
(cioè
motivi
della
abiti
simbolici
sulla
ma
precedenti
perfino
spessi
profonda
citato
qualitativamente,
Abito
Terme,
tessile
disegni
di
moda,
allora
moda
come
poi
è
Imperatori
fiorente
tra
con
"in
sull'asse
ossia
hanno
Tra
si
tipico
itanto
sarà
locali
telai,
XIV
secolo,
dei
alla
in
da
alcune
pittori
stile
dignitosamente
capitali
veneti:
anziché
Repubblica,
per
le
producevano
poiché
allora
di
anche
si
pezza"
ie
rifarci
lavorazione
moda,
di
ornamentali
a
Linguadoca
perché
artigianali:
molte
due.
vero
le
(e
dipinti
credere
con
lane
in
panni"
di
della
Napoli,
secolo,
riuscì
di
in
che
Verona
quadri,
portò
giovane,
edella
un
vestiti.
utilissimo
a
di
panni
al
dal
idi
nel
la
a
che
della
nuovo
ea
tante
Pinacoteca
con
nemmeno
e
secoli
tessuti
della
pesanti,
panni
uso.
Siena
che
ad
attività
attraverso
crisi.
tre
una
corona
di
ivetro,
fibra
Padova.
palmette
mentre
funzioni
colore
"alla
"bavara
rituali,
centro
Ed
(arrivava
aa
europee
ddopo
ad
ilaziende
oregione
ialcuni
da
dai
elevare
le
a
quanto
ben
licci
fibra
Roma.
panni
civiltà
-dei
a
novità
"in
Per
ancor
stoffa
che
moda
Più
acon
o
un
con
Nella
più
un
eacon
iun
del
di
ilun
è
di
alui
ie
alta"
Civica.
inMa
piz
Bibliografia
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Arte e Restauro dei Tessuti
Scritto da Artigianato Veneto
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Arte e Restauro dei Tessuti
Scritto da Artigianato Veneto
G. Mariani Canova, Artigianato antico a Padova e Rovigo, Padova 1998
W. B. Mtilke, L abbigliamento nei secoli, Roma 1991
Tessuti nel Veneto, Venezia e la Terraferma, a cura di G. Ericani e P. Frattaroli, Verona 1993
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