3 strumenti del mestiere

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3 strumenti del mestiere
CORSO
L’ARTE DEL LEGNO
STRUMENTI DEL MESTIERE
A CURA DI IMPARARE FACILE ON LINE
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Indice Argomenti
1. PER LA TUA SICUREZZA PERSONALE
2. BANCO DA LAVORO DEL FALEGNAME
3. TUTTI GLI ARNESI PER SEGARE IL LEGNO
4. TECNICHE DI TAGLIO
5. GIUNTURE PER ASSEMBLARE PARTI DI LEGNO
6. AFFILARE LE LAME
7. TIPOLOGIE DI PIALLE
8. TECNICHE DI FRESATURA
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PER LA TUA SICUREZZA PERSONALE
 Proteggi gli occhi da schegge
durante le operazioni di taglio con
gli occhiali protettivi;
 Indossa guanti da lavoro in cuoio
per proteggere le mani;
 Metti la mascherina per evitare di respirare la polvere
ricordando di sostituirla ogni giorno, usa mascherine ai
carboni attivi, quando utilizzi prodotti chimici.
 Usa tappi auricolari o una cuffia isolante, quando utilizzi
utensili rumorosi, per evitare lesioni ai timpani.
 Tieni sempre a portata di mano un estintore per evitare
incendi.
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BANCO DA LAVORO DEL FALEGNAME
Il banco da falegname è un accessorio che non dovrebbe mai
mancare a chi lavora il legno, perché svolge funzioni che
risulterebbero molto difficoltose utilizzando un semplice piano
d’appoggio.
1. Deve essere un tavolo robusto;
2. Deve essere dotato di due morse
che servono a serrare sia i pezzi
piccoli, che entrano in una sola
morsa, ce delle tavole o delle
intelaiature più grandi.
Deve possedere dei piccoli fermi di metallo, questi tasselli si
possono posizionare in diversi punti del banco grazie ai
numerosi fori appositamente realizzati sulla superficie e
servono da appoggio per
i vari oggetti che desideriamo
lavorare.
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Utilizzando morse e tasselli anche un oggetto grande sarà
stabile sul banco e potremmo lavorarlo senza pericoli di
spostamenti;
3. Deve possedere sul lato frontale degli alloggi variamente
posizionabili, questi sono molto utili nel caso di debba
fermare un oggetto molto grande, posizionato verticalmente,
l’oggetto si blocca con la morsa frontale e lo si appoggia su
uno di questi pioli;
4. Deve avere cassetti, ante e ripiani molto utili per mettervi i
nostri utensili, in modo da averli sempre a portata di mano.
RETI PER APPENDERE ATTREZZI
Appendi al muro a portata di mano gli attrezzi che utilizzi di più,
come morsetti, cacciaviti, ecc….questo per svolgere al meglio le
tue operazioni.
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PIANO DI LAVORO
Cerca di mantenere il piano in ordine per evitare incidenti per
migliorare la qualità del lavoro. Conserva le vernici e i prodotti
infiammabili lontano da scintille o materiale infiammabile.
Fissa gli utensili al banco o a terra quando necessario come nel
caso di mola, smerigliatrice, trapano a colonna o tornio.
PIANO DI LAVORO
Utilizza armadi e contenitore dove possibile per preservare dalla
polvere gli attrezzi elettrici e i materiali di ferramenta (viti,
chiodi, ecc..).
La pulizia, l'ordine e l'organizzazione rappresentano la metà di
ogni opera. Soddisfacendo queste condizioni si lavorerà in
ambiente più sicuro e con migliori risultati.
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ATTREZZI PER MISURARE
COMPASSO
Appendi al muro a portata di mano gli
attrezzi che utilizzi più frequentemente
come
morsetti
cacciaviti,
ecc.
più
è
organizzato lo spazio di lavoro meglio svolgerai le operazioni.
GONIOMETRO
Strumento per misurate l'ampiezza degli
angoli.
CALIBRO
Strumento di misura per misure esterne ed
interne. Può essere a nonio a lancette o
digitale. Ha una accuratezza pari a +/-0,1 mm ma esistono dei
modelli in grado di rilevare anche i centesimi di millimetro.
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FALSA SQUADRA
Costituita da due stecche incernierate, può
assumere qualsiasi angolo di riferimento.
LIVELLA A BOLLA
Grazie a una bolla d'aria contenuta in un
cilindro graduato è in grado di indicare
l'orizzontale e il verticale.
SQUADRA
Le squadre fisse segnano 90° è sono molto utili
per segnare tagli perpendicolari, la parte più
sottile è la lama mentre l'altra è l'asta.
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METRO PIEGHEVOLE
Metro molto pratico, i modelli in legno
permettono di non sfrisare le superfici
delicate. Per una corretta lettura della
misura è importante far appoggiare il
metro in costa sulla superficie.
METRO FLESSIBILE
Molto pratico, è costituito da un nastro di
metallo graduato che si riavvolge grazie a una
molla.
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TUTTI GLI ATTREZZI PER SEGARE IL LEGNO
LA SEGA A MANO
La sega a mano è un utensile necessario per poter tagliare,
troncare, segare.
Per segare correttamente, utilizzare una sega adatta allo
spessore ed alla durezza del materiale da segare, ovvero, in
particolare:

Per segare legno di carpenteria: utilizzare una sega lunga
con grossa dentatura;

Per segare tondini di legno: utilizzare una sega a dorso, con
dentatura fine;
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
Per segare il compensato: utilizzare una sega a denatura
fine;

Per segare pannelli di truciolato: utilizzare una sega a
dentatura media.
TIPOLOGIE DI SEGHE
SEGACCIO
Il segaccio e un tipo di seghetto
a mano con lame di forma
generalmente trapezoidale. Si
compone di un'impugnatura in legno o in plastica e di una lama
triangolare in acciaio. E' preferibile una lama in acciaio cromato.
La sua lunghezza varia da 30 ad oltre 60 cm. Quanto più la lama
è lunga, tanto maggiore è l'ampiezza del taglio. Utilizzare una
dentatura media con passo di 4 mm. (il passo è la distanza
intercorrente tra un dente e quello successivo). Le lame più
sottili sono destinate alla realizzazione di incastri.
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Per tagli trasversali su utilizza il segaccio-troncatrice,
caratterizzato da lama grande e grossa dentatura, idonea,
appunto, a tagliare trasversalmente il legno.
SEGA A DORSO
La sega a dorso è un utensile di
precisione
per
tagliare
dritto.
Utilizzato soprattutto con una cassetta per cornici, per
incorniciare ed assemblare.
Si compone di un'impugnatura in legno o in plastica e di una lama
rettangolare in acciaio, tenuta da un dorso di ottone o in acciaio,
per assicurare una buona rigidità. La sua lunghezza media è di 30
cm., ed il passo è di 2,5 cm.
SEGA A TELAIO
E' una sega a mano con la lama stretta
tenuta in tensione da una struttura ad
"H" di legno.
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SEGA DA TRAFORO
Caratterizzata dall'essere orientabile ed
intercambiabile, abbastanza fine, per tagli del
legno e derivati.
SEGA FORETTO O GATTUCCIO
Caratterizzata da lama spessa e dentatura
affilata, per tagli centrali di pannelli.
LE LAME
Scegliere lo spessore della lama in base al
lavoro da effettuare: ad un maggior numero di
denti corrisponde una dentatura più fine e
quindi il taglio è più fine. La lama della sega
necessita di un'affilatura regolare, salvo quella a dentatura
trattata che si avvale di una dentatura permanente.
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La forma della dentatura può essere inclinata oppure universale,
per segare in entrambi i sensi. Può essere diritta o obliqua, per
segare di traverso rispetto alla venatura (taglio in sezioni). E
può essere inclinata, per il taglio longitudinale.
Alle lame da legno viene praticata una operazione detta
stradatura che consiste nel piagare leggermente i denti della
lama in modo alternato a destra e a sinistra. Questo permette
alla lama di non rovinarsi e tagliare meglio e avere anche una
maggiore durata.
SCEGLIERE LA LAMA GIUSTA
Le lame per legno sono contraddistinte da un numero che indica
la quantità di denti ogni 25 mm. Normalmente quelle da legno
hanno 13 denti per pollice mentre quelle da metallo 32. La
tabella qui sotto aiuta a scegliere la lama corretta a seconda del
materiale:
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MATERIALE
Legno
Masonite
SPESSORE
FINO A
DA 6 A
OLTRE 15
6MM.
15 MM.
MM.
tenero
13-9
9-7
7-5
semiduro
13
9-7
7
duro
13
9
9-7
profilato
13
13-11
9
tavole
9
7
7
9
9-7
7
9
7
isolanti
pannello
stratificato
tavola
in 13-9
fibra dura
Truciolare
tenero
13-9
9-7
7
semiduro
13-9
9-7
7
duro
13-9
9-7
9-7
Laminati
13-9
13-9
9-7
Compensato
13-11
9-7
9-7
e paniforte
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PREPARAZIONE

Eseguire una linea precisa per il taglio,
evidenziando con una croce la parte da
tagliare.

Fissare saldamente il pezzo da segare
con dei serragiunti sul banco di lavoro, affinchè non si
muova e non vibri.

Intercalare delle zeppe di legno tra il serragiunto ed il
pezzo da lavorare, per non rovinare la parte decorativa.

Seguire la linea, tenendo conto dello spessore della lama.

Segare sempre dalla parte da eliminare

Per evitare qualsiasi scheggia, segare sempre dalla parte
opposta a quella decorativa.

Per facilitare lo scivolamento nel taglio, rivestire la lama di
paraffina o cera da candela.
 Per rinnovare il tagliente delle seghe a
dentatura indurita a vita, passare due
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volte la pietra per affilare, a grana fine, su ambo le parti,
facendola
scivolare
dall'estremità
della
lama
verso
ma
senza
l'impugnatura.
TECNICHE DI TAGLIO
Tenere
l'impugnatura
della
sega
saldamente
contrazioni nel movimento del polso ed avviare il taglio con
precisione.
Tenere la sega quasi orizzontale con
la mano destra ed impugnarla vicino
alla linea da seguire.
Mettere il pollice della mano sinistra accanto alla linea, in modo
che serva da guida.
Posare la lama sull'angolo del pezzo da tagliare e tirare la sega
verso di sè almeno 2 o 3 volte, ma senza aggrapparsi.
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Quando la lama morde il legno, inclinarla a 45° e proseguire il
taglio con un movimento alternato in avanti e indietro.
Per finire il taglio, inclinare la sega sino a riportarla nella
posizione verticale. Ridurre il movimento per dare dei colpi di
sega corti, diminuendo la pressione, e per evitare delle
scheggiature. Mentre si taglia, mantenere il pezzo da tagliare.
Per
segare
grandi
lunghezze,
utilizzare una guida metallica o un
tassello
inchiodato
provvisoriamente.
Inserire una zeppa di legno nella linea già segata, per evitare
che tenda a richiudersi bloccando la lama.
Posizionare un sostegno sotto il pezzo da tagliare, per evitare
ogni spaccatura in fine taglio.
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TAGLIO AD ANGOLO
Per il taglio di pezzi di legno di piccola sezione,
utilizzare una sega a dorso, a
dentatura fine, ed una cassetta per
cornici. Mantenere saldamente il pezzo di legno
nella
cassetta
per
cornici.
scegliere
le
scanalature
corrispondenti al taglio desiderato e segare lentamente, tenendo
la lama in posizione orizzontale.
TAGLIO DI APERTURA
Utilizzare una sega a foretto o gattuccio,
munita di una lama molto stretta e rigida. Serve
a realizzare dei tagli dritti e sinuosi. Tracciare
il taglio. Forare, all'interno del tracciato, uno o
più buchi da 20 mm. di diametro con l'aiuto di un trapano munito
di punta per legno. Infilare la sega nel buco e tagliare, tenendo
la sega verticalmente.
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TAGLIO DEI PANNELLI
Compensato. Utilizzare una sega per pannelli, a
dorso dentato in parte, lama larga e rigida e
dentatura fine, e cominciare a tagliare il pezzo
dritto in mezzo al pannello, con la punta
arrotondata e dentata. Utilizzare un tassello come guida. Tirare
la lama verso di sè premendo fortemente più volte. Girare la
lama rispetto allo spessore del pannello per terminare il taglio.
Impiallacciatura. Scegliere
una
sega
a
dentatura molto fine ed incollare sul tracciato
del taglio un nastro adesivo trasparente.
Segare attraverso il nastro in modo da evitare
scheggiature.
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TAGLIO A STRISCE SOTTILI
Fissare l'asse da segare su un asse più larga di
qualche centimetro. Segare tagliando prima
l'asse di sotto che serve da guida.
SEGHETTO ALTERNATIVO
Il seghetto alternativo è una macchina elettroportatile la cui
lama, piccola e fine, si muove alternativamente avanti e dietro.
E' destinata a realizzare qualsiasi taglio: stretto, curvo o
sinuoso.
Con una lama adeguata, il seghetto alternativo
taglia il legno massiccio, il compensato, i
pannelli
di
truciolato,
gli
stratificati,
i
laminati, il cartone, i plastici in fogli rigidi e le
lamiere metalliche di modesto spessore.
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Le caratteristiche tipiche di un seghetto alternativo sono:

Potenza: da 300 a 800 watt circa

Profondità del taglio: fino a 105 mm. nel legno morbido

Velocità della lama: fissa o regolabile, fino a 3.200
colpi/min.
Il seghetto alternativo richiede più precisione che potenza.
L'ideale è disporre di una macchina dotata di variatore
elettronico di velocità che permetta di regolare la velocità da
500 a 3.000 colpi al minuto, in modo di poterlo adattare al
materiale da tagliare: più il materiale è duro, più la velocità
dev'essere ridotta.
Le caratteristiche "opzionali" di un seghetto alternativo,
che ne migliorano le performance, sono:

una suola inclinabile, che permette tagli di sbieco (fino a
45°);

un movimento pendolare che dà una grande velocità di
taglio;
22
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
un variatore elettronico;

una lama multidirezionale;

una predisposizione per collegamento con "aspiratore"
esterno in modo da eliminare la segatura della riga di taglio
man mano che la macchina avanza;

una luce sulla riga di taglio;

uno spostamento della suola per il taglio alla base di un
ostacolo.
Tra gli accessori, invece, ricordiamo:

tavolo da adattare sul banco di lavoro, per utilizzo in un
luogo fisso;

guida di taglio parallelo e circolare;

placchetta anti-schegge;

cambiamento di aspirazione.
1. Variatore elettronico
2. Pomolo multidirezionale
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3. Bloccaggio del pomolo
4. Scatto avviamento / arresto
5. Manopola di bloccaggio dell'interruttore
6. Coperchio di protezione
7. Movimento pendolare
8. Suola orientabile
9. Aspirazione esterna
LE LAME
Il seghetto alternativo può utilizzare una grande varietà di lame.
La dentatura delle lame determina la qualità del lavoro.
Scegliere una lama a denti grossi per pannelli e legno tenero; una
lama a dentatura media per tutti i legni; una lama fine per
metalli non ferrosi o plastici.
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Seguire sempre le avvertenze d'uso del fabbricante. Una lama
usata o non ben affilata, non si può affilare e deve essere
sostituita con una nuova.
PREPARAZIONE

Fissare l'elemento da segare, con i serragiunti, su una
superficie stabile affinchè non si muova o non vibri al
momento del taglio;

Controllare il fissaggio della lama e la posizione della suola.
Entrambe devono essere ben strette;

Regolare
(se
possibile)
la
velocità
ed
il
movimento
pendolare;

Tracciare la riga di taglio, tenendo conto dello spessore
della lama (variabile tra 1,8 e 2 mm. circa);

Premere l'estremità della suola in piano sul pezzo da
tagliare e la lama di fronte al tracciato di taglio;
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
Mettere in moto la macchina prima di essere a contatto con
il materiale;

Inclinarsi sopra la macchina per vedere nello stesso tempo
la lama e la linea di taglio per seguirla con precisione;

Mantenere la macchina saldamente, appoggiandosi sul pezzo
da tagliare per evitare che salti. La suola deve sempre
essere a contatto con il pezzo da tagliare, poichè
un'inclinazione potrebbe rompere la lama;

Avanzare regolarmente e lentamente;

Fermare la macchina solo quando il taglio è terminato.
TECNICHE DI TAGLIO
Il seghetto alternativo non è destinato ai
lunghi tagli diritti (questo ruolo è della sega
circolare). Può però fare dei tagli rettilinei, se
guidato da un tassello o da un registro tenuto da dei serragiunti.
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La guida di taglio permette di tagliare delle
strisce dritte, parallele ad un bordo.
Il seghetto alternativo è adatto per i tagli in
curva e sinuosi.
Seguire con precisione la traccia ed avanzare
lentamente. Una sega a lama multidirezionale è l'ideale per
questo tipo di lavoro.
Per
eseguire
un'apertura
in
un
pannello,
tracciare l'apertura. Forare con la punta di
trapano in due angoli interni alla traccia: i
buchi dovranno essere di un diametro che permetta il passaggio
della lama della sega.
Infilare la lama nei buchi e segare seguendo la traccia.
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Nel caso di un taglio circolare, fare una sola
perforazione. Esistono degli adattatori a
forma
di
compasso
che
permettono
di
realizzare dei tagli perfetti. Utilizzare una lama a doppia
dentatura.
La maggior parte dei seghetti alternativi
permette di iniziare un taglio nel centro di un
pezzo
utilizzando
una
lama
a
doppia
dentatura.
Appoggiare molto saldamente la macchina sull'estremità della
suola. Azionare la macchina ed inclinarla poco a poco, affinchè la
lama dia il primo taglio al legno e lo attraversi.
I
seghetti
alternativi
hanno
una
suola
inclinabile fino a 45°, che permette di tagliare
di sbieco. E' un'operazione molto delicata che
necessita di avere per guida un tassello o un registro saldamente
fissato.
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Durante le operazioni di taglio, si ha la produzione di
"scheggiamenti", provocati dall'uscita dei denti del seghetto. Se
la lama taglia il legno in salita, le schegge si producono al di
sopra del pezzo tagliato.
Per evitare le schegge sul lato "a vista" (ovvero il lato più
decorativo), segare dalla parte opposta (lato non a vista
dell'oggetto da tagliare). Eventualmente, utilizzare delle placche
anti-scheggia.
SEGA CIRCOLARE
La sega circolare elettroportatile serve a tagliare velocemente,
nei tagli diritti, il legno massiccio, i pannelli di truciolato, il
compensato, il laminato.
Tra tutte le macchine elettroportatili, la
sega circolare è un utensile che richiede la
più alta precauzione di utilizzo.
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Le caratteristiche tipiche di una sega circolare sono:

Potenza: tra 500 e 1.500 watts

Profondità di taglio: fino a 75 mm.

Velocità di taglio: regolabile o fissa, fino a 5.000 giri/min.
Queste macchine sono munite di coperchi di protezione, che
proteggono l'operatore da ogni accidentale contatto con la lama
in rotazione.
Sono dotate anche di un interruttore di sicurezza.
La suola inclinabile graduata, permette tagli smussati da 0° a
45°. E' inoltre presente una guida di taglio parallela graduata in
millimetri.
1. Interruttore di bloccaggio
2. Guida di taglio parallelo graduata in
mm.
3. Regolazione della profondità di
taglio
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4. Presa (impugnatura) di guida
5. Lama della sega
6. Coperchio di protezione
7. Coperchio di protezione oscillante
8. Suola inclinabile a 45°
9. Aspirazione esterna
LE LAME
Lama a grossa dentatura: utilizzata per il taglio di
tutti i tipi di legno.
Lama a punte di carburo. Le punte di carburo
saldate sulla punta dei denti assicurano alla lama una
durata superiore alle lame classiche. Permettono tagli rapidi nei
legni e materiali difficili: agglomerati, stratificati, laminati...
ecc..
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Lama a dentatura fine. La dentatura inclinata
consente tagli sottili e precisi. Utilizzata per tagli
netti nei legni duri e nei derivati (agglomerato,
compensato).
Lama a dentatura fine. Permette il taglio di sbieco
rispetto alla venatura del legno.
PREPARAZIONE

Fissare il pezzo di legno da segare, su una
superficie stabile, in modo che non si
muova al momento del taglio. Utilizzare
dei serragiunti e delle zeppe di legno.

Fissare la lama rispettando il senso di rotazione segnato
con una freccia sulla parte visibile. La lama della sega
circolare gira in senso antiorario.
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
Bloccare la lama sul suo albero con l'aiuto di una chiave,
incastrando i denti sul tassello.

Controllare che il coperchio di protezione si apra e si chiuda
normalmente. La lama non deve farlo.

Regolare l'altezza di taglio, in modo che la
lama superi lo spessore del materiale da
tagliare all'altezza di dente.
TECNICHE DI TAGLIO
Inclinarsi sopra la macchina. stare attenti che il
filo
di
alimentazione
sia
sempre
dietro,
tenendolo nella mano insieme alla presa di guida.
Mettere la macchina in moto ed aspettare che il motore giri a
piena velocità prima d'iniziare a segare.
Iniziare il taglio con fermezza, ma lentamente affinchè la lama
non incontri una forte resistenza al momento del contatto con il
legno.
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Procedere regolarmente tenendo sempre la macchina in contatto
con il legno.
Quando la lama morde il legno, il coperchio
mobile si alza.
Regolare l'avanzamento secondo il rumore. Se il rumore diventa
troppo forte, il motore fa fatica e la velocità diminuisce. In tal
caso, esercitare una pressione inferiore, finchè il motore
riprende la sua velocità normale.
A taglio finito, spegnere la macchina. Sollevandola dall'oggetto
tagliato, il coperchio di protezione della lama si richiude
automaticamente.
TAGLIO DRITTO
Tracciare una riga con una squadra, per il taglio,
tenendo conto dello spessore della lama. Per
segare una striscia stretta e parallela al bordo di
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un pannello o di un asse, utilizzare la guida di taglio parallela alla
macchina.
Per segare in mezzo ad un pannello, utilizzare
come
guida
un
tassello
fissato
temporaneamente, oppure una riga metallica
sostenuta da serragiunti.
TAGLIO OBLIQUO
Utilizzare
necessariamente
una
guida.
Allentare la rotella di guida e regolare la
suola secondo l'inclinazione desiderata.
Per evitare le schegge sulla parte decorativa del legno, lavorare
sulla parte non visibile del pannello.
Dopo qualche ora di utilizzo, lubrificare le parti mobili, secondo
le istruzioni del fabbricante.
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GIUNTURE PER ASSEMBLARE PARTI IN LEGNO
TENONE E MORTASA
Il più comune tipo di unione è utilizzato (con
le sue variazioni) per ante, traverse e gambe
di tavoli, sedie ecc. Quando il tenone è la
parte che va ad alloggiarsi nell’apposita scanalatura (mortasa), in
questo particolare caso il tenone è passante, in quanto si vede
uscire dal retro del montante verticale.
La sua tenuta con colla e spine di legno è molto buona e si può
considerare
come
uno
dei
primi
veri
incastri.
La realizzazione può essere effettuata facilmente con la sega a
nastro.
La
parte
più
complicata
può
rivelarsi
l’eliminazione
del blocchetto di legno che crea la mortasa: dopo aver tagliato
longitudinalmente il pezzo si può eliminare il rimanente con un
seghetto da traforo, per esempio, oppure sempre con la sega a
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nastro “mangiando” il blocchetto fino a pareggiare il taglio alla
base della “U”.
E’ importante, come per tutte le cose, che le misure siano prese
a dovere affinché non vi sia gioco tra i due pezzi né difficoltà di
unione.
LA SPINATURA
La spinatura è una tecnica di unione molto
efficacie applicabile a molti materiali dal
massello al truciolare. Si realizza forando con
forature corrispondenti i due pezzi da unire
e inserendo al loro interno le spine che
attraverso l'incollatura rendono solida la
giunzione. Per facilitare la foratura esistono dei particolari
morsetti detti da spinatura che facilitano l'operazione oppure si
possono realizzare i fori su uno dei pezzi e inserire i teppini
traccia-testimoni che con la loro testa appuntita segnano la
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posizione esatta in cui praticare i fori sul pezzo da unire. La
spinatura si dice poi passante se attraversa completamente
almeno una delle parti da unire, questo tipo di spinatura può
realizzare un elemento decorativo del mobile.
….. ALTRI TIPI DI INCASTRI
INTAGLIO DI TESTA O A MEZZO LEGNO
L'intaglio di testa a mezzo legno è un
sistema
particolarmente
semplice
da
realizzare e costituisce un buon approccio
alla materia e può essere considerato come
un esercizio "da palestra" prima di affrontare intagli complessi e
difficili. Solitamente si usa per telai e cornici e serve a collegare
listelli o montanti alle loro estremità. I due intagli sui pezzi sono
perfettamente identici e speculari. Il taglio dovrà avere una
profondità pari alla metà dello spessore dei pezzi.
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I tagli possono essere effettuati a mano con una sega oppure
con la sega a nastro. L'unione di testa a mezzo spessore non si
regge da sola ed ha bisogno di uno strato di colla. In aggiunta
l'unione può essere rinforzata con viti o spine di legno o anche
con chiodi.
INCASTRO CON DENTE E CANALE
L'incastro a dente e canale può essere
realizzato con la sponderuola o con una pialla
"a incastro" oppure usando la sega circolare
in più passate o una fresatrice. Questo tipo
di incastro si può usare anche nelle unioni di testa, ma da solo
non regge, quindi va incollato. Negli esempi l'incastro a tutto
spessore (sopra) e a mezzo spessore (sotto).
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BATTUTA MEZZO SPESSORE
Due
pezzi
di
legno
possono
essere
semplicemente incollati "a filo piano" oppure
sovrapposti per aumentare la superficie di
contatto accrescendo la resistenza all'unione.
Questo tipo di calettatura si realizza con sponderuole, seghe a
nastro o meglio fresatrici.
INCASTRO A CALETTATURA
La
calettatura
spessore
può
dell'incastro
essere
a
mezzo
ottenuta
anche
attraverso un incastro a dente e canale. Il
dente avrà uno spessore uguale a 1/3 di quello dell'asse. Anche
in questo caso la soluzione migliore per realizzarlo è nell'uso
della fresatrice. Vi sono apposite coppie di frese che servono
appunto per preparare alla perfezione questo tipo di incastro.
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INCASTRO CON LINGUETTA RIPORTATA
Una unione molto simile a quella a dente e
canale può essere realizzata con l'impiego
della linguetta riportata. Anche in questo caso la linguetta avrà
uno spessore di 1/3 di quello dell'asse. Questo tipo di incastro è
più pratico e sbrigativo del precedente, basta infatti ricavare
solo i canali aventi dimensioni pari allo spessore della linguetta.
L'essenza usata per la linguetta può essere anche diversa di
quella delle altre assi, magari può essere di legno duro,
conferendo al tutto una maggiore tenuta. La linguetta dovrà
essere incollata.
INSERTI A CODA DI RONDINE
Un
ottimo
metodo
di
collegamento
longitudinale tra assi è dato dall'unione a
filo piano con code di rondine doppie.
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L'incastro è molto laborioso perché va eseguito con precisione
ed accuratezza, ma il risultato é notevole anche esteticamente.
Solitamente si usa per i piani che devono subire notevoli sbalzi di
temperatura, l'effetto dell'umidità ed altre sollecitazioni. Per la
sua realizzazione si parte dall'intaglio degli inserti a coda di
rondine in legno duro. Una volta ricalcata la sagoma dell'inserto
si scava con lo scalpello. Al termine gli inserti a coda di rondine
vanno incollati.
UNIONE RINFORZATA
Un sistema di rafforzamento di un piano,
che dà buona garanzia di stabilità è l'unione
rinforzata con traverse a dente e canale
alle testate. Le traverse devono essere di legno duro. Inoltre se
il dente è a coda di rondine si potrà evitare l'impiego della colla.
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UNIONE A MASCELLA A VISTA
Molto
usata
per
l'assemblaggio delle
intelaiature è l'unione a mascella a vista.
Il
tenone
"a
vista"
significa
che
attraversa da parte a parte la mortasa e
non rimane nascosto al suo interno. La mortasa si dovrà
praticare sempre sugli elementi verticali del pezzo, il tenone su
quelli orizzontali. Il lavoro inizia realizzando il tenone con una
sega a mano o meglio con quella a nastro. Si riportano poi le
misure sull'altro pezzo dove verrà ricavata la mortasa. L'unione
viene incollata. Qualora il tenone non attraversi la mortasa si
parla di unione sommersa (vedi sotto).
INCASTRO CON DOPPIO TENONE
Se si lavora su telai di notevole spessore
l'unione precedente può essere modificata
realizzando doppi tenoni e doppie mortase.
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Come ulteriore rinforzo si possono applicare cavicchi conficcati
a forza dilatando le teste dei tenoni.
UNIONE ANGOLARE CON UGNATURA
L'ugnatura non è altro che il taglio di
sguincio a 45 gradi, al quale si aggiunge il
tenone per garantire maggiore resistenza.
Un
simile
tenone,
però,
non
offre
particolare tenuta. In alcuni casi, il tenone, invece di essere
ottenuto dallo stesso pezzo, viene ricavato da un legno più duro.
L'unione va incollata.
UNIONE INTERMEDIA A MEZZO SPESSORE
Questa unione molto semplice è di facile
esecuzione, si possono praticare una serie
di tagli perpendicolari all'asse fino a mezza
profondità ed eliminare la parte eccedente
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con uno scalpello, mentre per il pezzo con l'intaglio in testa si
può usare una sega a nastro. In questa unione, però, le qualità di
resistenza sono scarse ed è necessario procedere all'incollaggio
della giunzione che converrà anche rinforzare con spine in legno
o chiodi.
UNIONE INTERMEDIA A FORCELLA
Una variante all'unione con tenone e
mortasa è questa a forcella, detta anche a
mascella o a tenaglia. Presenta il vantaggio
di una più facile realizzazione dato che i
tagli principali si eseguono con il seghetto e lo scalpello serve
solo per asportare le eccedenze. Viene evitata la difficoltà
dell'incavo della mortasa. La parte interna (luce) della forcella
deve avere 1/3 dello spessore del listello nel quale viene
ricavata.
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UNIONE INTERMEDIA A MEZZO SPESSORE CON CODA
DI RONDINE
Una
variante
interessante
dell'unione
intermedia a mezzo spessore è quella
rappresentata
dall'unione
a
mezzo
spessore con coda di rondine. Il vantaggio
è che il collegamento non è sfilabile in senso orizzontale
conferendo maggiore tenuta e solidità all'insieme. La forma a
coda di rondine la si dà sempre con il seghetto (o sega a nastro)
fermandosi a metà spessore, poi si riporta la sagoma sulla
traversa e si ricava l'alloggiamento con i tagli del seghetto e con
l'ausilio dello scalpello per asportare le parti eccedenti. La
solidità dell'incastro è conferita dall'incollaggio, anche in questo
caso può essere rinforzato da spine in legno, chiodi o viti.
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UNIONE A CROCIERA
Spesso i telai sono rafforzati da traverse
che
si
intersecano
tra
loro
perpendicolarmente o obliquamente, le quali
costituiscono appunto la crociera. Questo è
l'incastro più semplice, l'unione a crociera a sopraffare la cui
esecuzione non presenta particolari difficoltà. Entrambi gli
intagli devono avere le stesse dimensioni e la profondità del
taglio deve essere pari a metà spessore del listello. La maggior
parte del lavoro viene effettuata con il seghetto a dorso fono a
raggiungere lo spessore voluto, poi con lo scalpello si elimina il
materiale in eccesso. L'unione dovrà essere completata con uno
strato di colla.
UNIONE DI PIANO A TUTTO SPESSORE
Questo è un tipo semplice di unione intermedia. Tra piani
perpendicolari è l'attacco di piano a tutto spessore.
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Il piano viene collegato a tutto spessore dopo aver praticato
l'intaglio a canale sull'altra tavola.
Un tale incastro non offre particolari garanzie di stabilità.
Questo
tipo
frequente
di
nelle
collegamento
scaffalature,
è
molto
armadi,
librerie, dove i divisori vengono uniti alle
pareti interne. Da notare che tali divisori
andranno inseriti nelle fiancate sempre prima della "schiena"
dell'armadio.
UNIONE DI PIANO A MEZZO SPESSORE
Lo
stesso
tipo
precedentemente)
di
unione
(descritta
può
essere
migliorata
tecnicamente con l'attacco a mezzo spessore,
in cui è presente un dente ricavato dalla
tavola.
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Anche in questo caso il dente dovrà avere la metà dello spessore
della tavola stessa. La battuta ottenuta avrà una tenuta migliore
rispetto all'unione a tutto spessore avendo aumentato la
superficie di contatto tra le due parti. Nonostante le migliorie
introdotte in questo incastro l'unione va incollata.
UNIONE A CODA DI RONDINE BILATERALE
L'attacco intermedio tra piani perpendicolari
può essere realizzato anche con tecniche più
complesse come in questo caso: il dente e'
stato sagomato, qui a coda di rondine. La
tenuta
garantisce
una
migliore
tenuta
dei
due
casi
precedentemente descritti, inoltre non è richiesto l'impiego di
colla, il piano può essere facilmente sfilato.
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ATTACCO DI PIANO CON TENONCINI SQUADRATI A
TUTTO SPESSORE
L'attacco
del
piano
essere realizzato
perpendicolare
può
anche per mezzo di
tenone, in modo particolare quando il piano
deve essere particolarmente robusto e
sopportare pesi notevoli oppure quando il ripiano diviene un
elemento portante del mobile. Il sistema più semplice è quello
con tenoncini squadrati a tutto spessore. Si parte dalla
costruzione dei tenoni con seghetto (sega a nastro) e scalpello e
poi si riporta la sagoma sul fianco da mortasare. Se nell'attacco
a dente e canale il piano deve essere infilato prima della schiena,
in questo caso è necessario addirittura inserirlo prima della
cornice, prima, cioè, di chiudere la struttura del mobile.
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UNIONE A CODA DI RONDINE
L'unione a coda di rondine si applica in falegnameria soprattutto
per le unioni d'angolo nelle quali offre qualità maggiori rispetto
agli altri incastri. Questa unione è adatta per bauli, cassetti
scaffalature, ma non è indicata per cornici e telai sottili. La
caratteristica principale dell'incastro a coda di rondine è data
dalla forma dei denti che è trapezoidale.
Nel caso dell'unione a coda di rondine a vista la lunghezza dei
denti è pari allo spessore della tavola nella quale alloggiano.
Questa unione si applica solitamente in
quei lavori che richiedono robustezza. Se
poi si desidera nascondere l'intaglio alla
vista è possibile rivestire le parti con
delle placcature o piallacci. Una evoluzione del precedente
incastro è quello con code perse (sempre nel disegno).
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La connessione sarà visibile solo da un lato e solitamente viene
usata per i cassetti.
Rispetto all'unione tradizionale, con code a vista, questa
presenta maggiori difficoltà costruttive. Eseguire questo tipo di
incastro con scalpelli e utensili a mano richiede buone doti di
abilità.
Ma
l'utilizzo
di
elettrofresatrici
con
accessori
particolari produce in breve tempo ottimi e perfetti risultati.
UNIONE A MERLATURA
L'unione a merlatura assomiglia molto a quella
a coda di rondine, ma ha una resistenza
completamente diversa e non si oppone alla
trazione. D'altro canto la sua realizzazione è
decisamente più semplice. I denti sono della
stessa
lunghezza
dello
spessore
dell'asse
che
devono
attraversare. Questo tipo di unione va incollata.
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UNIONE A CROCIERA OBLIQUA
Per l'esecuzione dell'unione a crociera con
direzione obliqua si sovrappongono i pezzi in
base all'angolazione voluta e si tracciano i
segni con la matita. Gli intagli saranno
profondi quanto la metà dello spessore del pezzo.
Dopo di che, con il seghetto con costola si eseguono vari tagli e
ci si aiuterà con lo scalpello per eliminare le parti eccedenti.
Questa unione va rinforzata con l'uso della colla.
INCASTRO CON TENONE OBLIQUO
Se si realizza il tenone secondo il sistema
classico anche la mortasa sarà obliqua con la
stessa angolatura ed il pezzo del tenone si
potrà inserire solo in senso obliquo. Lo sforzo risulterà ripartito
in maniera diseguale.
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Ma se si prevede che il mobile dovrà sopportare grossi sforzi si
potrà realizzare il tenone sempre nella maniera canonica, ma con
l'accortezza che il taglio sulla testa del tenone dovrà formare
un angolo retto e non più acuto (vedi disegno). In questo modo si
potranno distribuire meglio i vari carichi. L'intaglio nella mortasa
si effettuerà dopo che sono state riportate le misure esatte del
tenone con una matita. Questo tipo di unione presenta, però,
l'inconveniente che i vari sforzi sono sopportati dal colletto del
tenone e le fibre del legno possono cedere.
INCASTRO CON TENONE OBLIQUO CON ZOCCOLO
Sempre nel caso l'unione debba sopportare
grossi
sforzi
l'incastro
è
consigliabile
precedente
modificare
realizzando
uno
zoccolo, in pratica un taglio destinato ad accogliere l'intaglio. La
presenza dello zoccolo accresce la resistenza dell'incastro in
quanto gli sforzi non vengono a gravare totalmente sul tenone
immerso nella mortasa, ma si distribuiscono anche sullo zoccolo.
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Nel disegno qui in basso si possono notare (da sinistra a destra) i
due pezzi distanti, i due pezzi incastrati visti dall'alto e dopo
visti lateralmente.
UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE
Le unioni di lunghezza (di testa o di
punta) si usano per collegare due pezzi
in senso longitudinale per aumentarne le
dimensioni. Di solito difficilmente si ricorre all'utilizzo di questa
unione. In ogni caso è comunque da segnalare per l'importanza
che ebbe nel passato nella costruzione
di navi, grandi
impalcature o edifici. L'unione di testa a mezzo spessore
rappresenta il tipo di collegamento più semplice. Non servono
particolari attrezzi se non il seghetto (ottima la sega a nastro)
ed è necessario completare questo incastro con la colla. In ogni
caso questo collegamento risulta essere abbastanza debole ed il
suo impiego deve limitarsi a pochi casi. La tenuta è garantita
dalla lunghezza dell'intaglio.
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Per rendere l'unione più stabile si possono usare delle spine di
legno (magari disposte secondo i vertici di un triangolo
equilatero) che attraversano per l'intero spessore l'area
destinata alla sovrapposizione dei due pezzi.
UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE DI SBIECO
Se si desidera realizzare un incastro
con maggiori qualità di tenuta e
capacità nel sopportare sforzi, il
collegamento
visto
in
precedenza
può
essere
modificato
ottenendo una unione di testa a mezzo spessore di sbieco. Le
parti, in questo modo, rimangono unite con maggiore facilità.
Occorre
solo
grande
precisione
nel riportare
le
misure
dell'intaglio (realizzate precedentemente su un foglio) sui pezzi.
Per dare un'indicazione gli apici dell'intaglio si possono
considerare
spessi
circa
un
quarto
dell'intero
spessore
dell'asse.
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Anche questo incastro andrà terminato con l'uso della colla e
potrà essere impiegato con soddisfazione nel restauro di parti
mancanti delle gambe di tavoli, sedie, ecc.
UNIONE DI TESTA CON SMUSSO DENTATO
Una tenuta ancora maggiore delle
precedenti si ha con l'unione di
testa con smusso dentato. Si potrà
usare con soddisfazione un tale incastro nei restauri di mobili
con la sicurezza di ottenere un ottimo risultato sia dal punto di
vista estetico che di robustezza.
Il lavoro risulta essere più complesso di quello dei casi
precedenti e sarà necessario adoperare anche lo scalpello.
Anche in questo caso l'uso della colla è d'obbligo.
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UNIONE DI TESTA SBIECO CON CHIAVE
Un incastro longitudinale più evoluto è
l'unione di testa a mezzo spessore di
sbieco
con
chiave.
Si
tratta
sostanzialmente di un normale incastro
a mezzo spessore obliquo, al quale si aggiunge una chiave. Questa
dà maggiore resistenza agli sforzi di rotazione e a tutto
l'insieme. L'esecuzione, però, non è delle più semplici, infatti,
oltre a realizzare i tagli già visti per i precedenti incastri si
dovrà realizzare la sede per la chiave, questa solitamente
realizzata in legno duro.
Il suo spessore dovrà essere di un terzo rispetto a quello
dell'asse in cui sarà alloggiata. Poiché anche questa unione andrà
incollata bisognerà prestare attenzione all'andamento delle
fibre dei vari pezzi in modo che sia lo stesso per garantire in
incollaggio perfetto.
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UNIONE A CODA DI RONDINE
L'unione a coda di rondine si applica in
falegnameria soprattutto per le unioni
d'angolo
nelle
quali
offre
qualità
maggiori rispetto agli altri incastri.
Questa unione è adatta per bauli, cassetti scaffalature, ma non
è indicata per cornici e telai sottili. La caratteristica principale
dell'incastro a coda di rondine è data dalla forma dei denti che è
trapezoidale. Nel caso dell'unione a coda di rondine a vista la
lunghezza dei denti è pari allo spessore della tavola nella quale
alloggiano.
Questa unione si applica solitamente in quei lavori che richiedono
robustezza. Se poi si desidera nascondere l'intaglio alla vista è
possibile rivestire le parti con delle placcature o piallacci. Una
evoluzione del precedente incastro è quello con code perse
(sempre nel disegno). La connessione sarà visibile solo da un lato
e solitamente viene usata per i cassetti.
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Rispetto all'unione tradizionale, con code a vista, questa
presenta maggiori difficoltà costruttive. Eseguire questo tipo di
incastro con scalpelli e utensili a mano richiede buone doti di
abilità.
Ma l'utilizzo di elettrofresatrici con accessori particolari
produce in breve tempo ottimi e perfetti risultati.
UNIONE A MERLATURA
L'unione a merlatura assomiglia molto a quella
a coda di rondine, ma ha una resistenza
completamente diversa e non si oppone alla
trazione. D'altro canto la sua realizzazione è
decisamente più semplice.
I denti sono della stessa lunghezza dello spessore dell'asse che
devono attraversare. Questo tipo di unione va incollata.
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UNIONE A CROCIERA OBLIQUA
Per l'esecuzione dell'unione a crociera con
direzione obliqua si sovrappongono i pezzi in
base all'angolazione voluta e si tracciano i
segni con la matita. Gli intagli saranno
profondi quanto la metà dello spessore del pezzo. Dopo di che,
con il seghetto con costola si eseguono vari tagli e ci si aiuterà
con lo scalpello per eliminare le parti eccedenti. Questa unione
va rinforzata con l'uso della colla.
INCASTRO CON TENONE OBLIQUO
Se si realizza il tenone secondo il sistema
classico anche la mortasa sarà obliqua con
la stessa angolatura ed il pezzo del tenone
si potrà inserire solo in senso obliquo. Lo sforzo risulterà
ripartito in maniera diseguale. Ma se si prevede che il mobile
dovrà sopportare grossi sforzi si potrà realizzare il tenone
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sempre nella maniera canonica, ma con l'accortezza che il taglio
sulla testa del tenone dovrà formare un angolo retto e non più
acuto (vedi disegno).
In questo modo si potranno distribuire meglio i vari carichi.
L'intaglio nella mortasa si effettuerà dopo che sono state
riportate le misure esatte del tenone con una matita. Questo
tipo di unione presenta, però, l'inconveniente che i vari sforzi
sono sopportati dal colletto del tenone e le fibre del legno
possono cedere.
INCASTRO CON TENONE OBLIQUO CON ZOCCOLO
Sempre
nel
caso
l'unione
debba
sopportare grossi sforzi è consigliabile
modificare
l'incastro
precedente
realizzando uno zoccolo, in pratica un
taglio destinato ad accogliere l'intaglio.
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La presenza dello zoccolo accresce la resistenza dell'incastro in
quanto gli sforzi non vengono a gravare totalmente sul tenone
immerso nella mortasa, ma si distribuiscono anche sullo zoccolo.
Nel disegno qui in basso si possono notare (da sinistra a destra) i
due pezzi distanti, i due pezzi incastrati visti dall'alto e dopo
visti lateralmente.
UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE
Le unioni di lunghezza (di testa o di
punta) si usano per collegare due pezzi in
senso longitudinale per aumentarne le dimensioni. Di solito
difficilmente si ricorre all'utilizzo di questa unione. In ogni caso
è comunque da segnalare per l'importanza che ebbe nel passato
nella costruzione di navi, grandi impalcature o edifici. L'unione di
testa a mezzo spessore rappresenta il tipo di collegamento più
semplice. Non servono particolari attrezzi se non il seghetto
(ottima la sega a nastro) ed è necessario completare questo
incastro con la colla.
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In ogni caso questo collegamento risulta essere abbastanza
debole ed il suo impiego deve limitarsi a pochi casi.
La tenuta è garantita dalla lunghezza dell'intaglio. Per rendere
l'unione più stabile si possono usare delle spine di legno (magari
disposte secondo i vertici di un triangolo equilatero) che
attraversano
per
l'intero
spessore
l'area
destinata
alla
sovrapposizione dei due pezzi.
UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE DI SBIECO
Se si desidera realizzare un incastro
con
maggiori
capacità
collegamento
visto
in
nel
precedenza
qualità
di
tenuta
e
sopportare
sforzi,
il
può
essere
modificato
ottenendo una unione di testa a mezzo spessore di sbieco. Le
parti, in questo modo, rimangono unite con maggiore facilità.
Occorre
solo
grande
precisione
nel riportare
le
misure
dell'intaglio (realizzate precedentemente su un foglio) sui pezzi.
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Per dare un'indicazione gli apici dell'intaglio si possono
considerare
spessi
circa
un
quarto
dell'intero
spessore
dell'asse. Anche questo incastro andrà terminato con l'uso della
colla e potrà essere impiegato con soddisfazione nel restauro di
parti mancanti delle gambe di tavoli, sedie, ecc.
UNIONE DI TESTA CON SMUSSO DENTATO
Una
tenuta
ancora
maggiore
delle
precedenti si ha con l'unione di testa
con smusso dentato. Si potrà usare con soddisfazione un tale
incastro nei restauri di mobili con la sicurezza di ottenere un
ottimo risultato sia dal punto di vista estetico che di
robustezza. Il lavoro risulta essere più complesso di quello dei
casi precedenti e sarà necessario adoperare anche lo scalpello.
Anche in questo caso l'uso della colla è d'obbligo.
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UNIONE DI TESTA SBIECO CON CHIAVE
Un incastro longitudinale più evoluto è
l'unione di testa a mezzo spessore di
sbieco con chiave.
Si tratta sostanzialmente di un normale incastro a mezzo
spessore obliquo, al quale si aggiunge una chiave. Questa dà
maggiore resistenza agli sforzi di rotazione e a tutto l'insieme.
L'esecuzione, però, non è delle più semplici, infatti, oltre a
realizzare i tagli già visti per i precedenti incastri si dovrà
realizzare la sede per la chiave, questa solitamente realizzata in
legno duro.
Il suo spessore dovrà essere di un terzo rispetto a quello
dell'asse in cui sarà alloggiata. Poiché anche questa unione andrà
incollata bisognerà prestare attenzione all'andamento delle
fibre dei vari pezzi in modo che sia lo stesso per garantire in
incollaggio perfetto.
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AFFILARE LE LAME
Affilare consiste nel ridare la forma d'origine al tagliente di un
utensile. Vengono utilizzati diversi utensili per l'affilatura delle
lame: mole, lame o pietre.
L'affilatura si divide in:

arritatura: operazione di sbozzatura con la mola. Iniziare
sempre dalla parte dello smussamento;

fare il "filo morto" e l'affilatura. Utilizzare una pietra ad
olio a grana fine
Quando il tagliente di un utensile è molto rovinato, si deve prima
"rifarlo" con la lima o con la mola, e poi affilarlo con la pietra.
Naturalmente, in linea generale, è sempre meglio riaffilare un
utensile prima che il suo tagliente sia fuori uso: un'affilatura di
"mantenimento" è molto più facile e rapida del rinnovo del
tagliente.
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LA MOLA
Oggi si utilizzano sempre più spesso delle piccole
mole con grani abrasivi agglomerati e vetrificati,
di piccolo ingombro. Queste mole sono montate
su una mola manuale oppure elettrica.
LE LIME
In base all'utensile da affilare, scegliere una lima di forma
adatta, opzionando tra:

lima a coltello, per le seghe a dentatura;

lima pignone, per le seghe a tronchetti;

lima triangolare, per segaccio e sega da falegname: ad ogni
spessore di dentatura corrisponde una sezione di lima;

lima piatta, per le seghe circolari, le seghe a nastro ed
anche per rinnovare coltelli, falci, cesoie, ecc....
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LE PIETRE
Per scegliere una pietra per affilare, bisogna considerare la
qualità della sua grana (si utilizza una pietra a grana media per la
sbozzatura, ed una pietra a grana fine o superfine per la finitura
e per dare il "filo"), della sua forma nonchè considerare il tipo di
acciaio dell'utensile da affilare.
Nella fattispecie:

se l'utensile da affilare è in acciaio corrente: scegliere una
pietra al corindone o una pietra naturale;

se l'utensile da affilare è in acciaio speciale o al carburo di
tungsteno: scegliere una pietra al carburo di silicio.
Per quanto concerne la forma della pietra, si distinguono
due diverse famiglie:

le pietre piatte, che si utilizzano sfregando l'utensile da
affilare sulla pietra. Tali pietre hanno forma rettangolare e
possono esser costituite da due diverse parti;
69
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
le pietre in forma, che si tengono in mano per "sfregarle"
sulla lama dell'utensile da affilare. La loro forma cambia
secondo gli utensili da affilare: pietra a "barretta" per le
coie, pietra triangolare o rotonda per le sgorbie, pietra per
falci, pulitrice circolare per scalpello da falegname... ecc.
Bagnare le pietre al corindone con una miscela di olio minerale e
petrolio. Bagnare le pietre al carburo di silicio con acqua o con
petrolio (si possono utilizzare anche asciutte). Le pietre naturali
vanno utilizzate asciutte o bagnate con miscela olio/petrolio.
TECNICHE DI AFFILATURA
AFFILATURA DI SEGHE A MANO
Prima di affilare, se necessario, allargare con
un'apposita pinza i denti della lama da una parte
e dall'altra. Lavorare su una parte della lama (un
dente su due) e poi dall'altra.
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Bloccare la lama della sega nella morsa, tra due
pezzi di legno. La dentatura deve sporgere di
circa 2 mm. Spianare con la lima piatta
l'altezza dei denti e limare orizzontalmente.
Rimodellare la punta di ogni dente, con la lima
triangolare di dimensione adatta, iniziando dal
dente più lontano dall'impugnatura. Definire un
buon angolo tra lima e lama:
- per una sega a dentatura inclinata, la lima deve essere
perpendicolare alla sega;
- per una sega a dentatura isoscele, la lima deve formare un
angolo con la lama.
Limare soltanto spingendo nel senso contrario.
Nel caso di una sega a dentatura trattata, ad
affilatura permanente, affilare di nuovo il
tagliente, dando due o tre colpi di pietra su ogni
parte della lama.
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AFFILATURA DI PUNTE ELICOIDALI PER LEGNO
Forando
i
l'agglomerato,
legni
ed
duri
anche
e
soprattutto
sfregando
l'una
contro l'altra, le punte da legno si disaffilano.
Per riaffilarle, fissare verticalmente la punta
nella morsa.
Affilare di nuovo il tagliente della punta con qualche colpo di
lima piatta. Se la punta è a due punte, stare attenti ad affilare
entrambe alla stessa altezza
AFFILATURA DI PUNTE PIATTE (TIPO IRWIN) PER LEGNO
Dare tre o quattro colpi di lima piatta o di lima
triangolare
sui
due
coltelli
della
punta,
rispettando l'angolo iniziale. Dare anche qualche
colpo di lima sulle due parti della lima centrale.
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AFFILATURA DI SCALPELLI DA FALEGNAME E DEI FERRI
DELLA PIALLA
Con una pietra da affilare. Sfregare la parte da affilare su una
pietra piatta ad olio a grana media; appoggiare, conservando
l'angolo di origine (tra 25° e 35°) e facendo dei piccoli cerchi.
Dopo l'affilatura con la pietra, eliminare la bava che si forma
all'estremità della parte affilata, sfregando sulla pietra la parte
piana della lama.
Ripetere le due operazioni precedenti con una pietra superfine.
Se il tagliente è rovinato, riformarlo, prima dell'affilatura, con
la lima piatta o con la mola, stando attenti a non modificare
l'angolo della parte da affilare.
Con una mola elettrica. Utilizzare una guida porta-utensili
regolabile, che permette di rispettare perfettamente l'angolo di
taglio dell'utensile.
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PIALLARE
Piallare consiste nel rimuovere trucioli fini dalla superficie del
legno per appianarlo, diminuirne lo spessore e renderla liscia.
TIPOLOGIE DI PIALLE
LA PIALLA METALLICA
La pialla metallica è più semplice da regolare rispetto alla pialla
in legno. Insensibile alle deformazioni causate dall'umidità, teme
però la corrosione. E' munita di due impugnature per un uso più
facile.
E'
preferibile
la
pialla
metallica
a
mini
lama
intercambiabile, che evita l'affilatura della lama.
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1. Impugnatura anteriore
2. Impugnatura posteriore
3. Pressa lama
4. Moletta di regolazione
5. Lama
LA PIALLA ELETTRICA
La pialla elettroportatile è munita di un porta-lama rotante (con
due lame) che girano ad un'elevatissima velocità, da 10.000 a
20.000 giri/min. La larghezza della piallatura è compresa tra 82
e 102 mm., mentre la profondità del taglio è regolabile tra 0 e 3
mm.
La potenza varia da 300 a 800 watt.
La guida parallela serve a realizzare delle
scanalature, mentre la guida laterale
inclinabile permette di piallare con un'inclinazione fino a 45°.
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La suola è munita di una scanalatura a "V" che facilita
l'esecuzione di smussature.
Alcune pialle hanno lame al carburo molto resistenti, un sistema
automatico di protezione delle lame, un sacchetto per i trucioli o
un sistema di aspirazione.
LE PIALLE SPECIFICHE
PIALLONE: pialla di grandi dimensioni con una presa per lo
scarico dei pezzi di legno.
PIALLONE PER SGRASSARE: utensile di sgrossaggio, con la
lama leggermente arrotondata.
SPONDERUOLA: pialla stretta in cui la lama supera un pò la
larghezza dell'utensile, utilizzata per aprire fessure e fare le
finiture
INCORSATOIO: piccola pialla utilizzata per la superficie di un
pezzo e delle linguette.
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PIALLA DENTATA: utensile atto a grattare la superficie di un
pezzo prima della levigatura.
LA REGOLAZIONE DELLA LAMA
Inserire la controlama ed il cuneo. Per far sporgere
la lama dalla suola dare dei piccoli colpi di martello
sulla parte alta della lama. Per togliere la lama dalla
pialla di ferro o per farlo rientrare (ridurre la sua sporgenza
dalla suola), picchiettare con il mazzuolo il retro della pialla. Più
la lama supera la suola, più il taglio è spesso. Nel legno duro,
spingere in avanti la lama. Nel legno che si scheggia, avvicinare la
contro-lama alla lama.
COME IMPUGNARE UNA PIALLA
Tenere il retro della pialla di legno con una
mano, stringere il fronte della pialla con il
palmo e la punta delle dita dell'altra.
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Tenere la pialla metallica impugnando
i pomoli anteriore e
posteriore; una mano serve da guida mentre l'altra spinge
l'utensile.
Per piallare in piano, fissare il pezzo di legno su un piano.
Verificare che la superficie del legno sia pulita. Regolare la pialla
e piallare nel senso delle venature del legno.
PIALLARE DI TAGLIO UN PEZZO DI LEGNO
Iniziare la piallatura tenendo l'utensile ben
parallelo alla superficie da lavorare. Alla fine
del lavoro premere sul retro della pialla senza
lasciare il fronte. In questo modo, le estremità della superficie
da levigare non si arrotonderanno.
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PIALLARE IL LEGNO ALLE ESTREMITA’
Piallare
dall'esterno
del
pezzo
verso
l'interno. Se non si può procedere in due
tempi, per evitare lo scheggiarsi del legno sui
bordi,
utilizzare
un
pezzo
di
legno
di
uguale
spessore
posizionandolo contro il pezzo da piallare.
PIALLARE UN NODO
Aumentare l'uscita della lama della pialla e
procedere con dei colpetti obliqui, dal bordo
esterno verso il centro.
PIALLARE IL LEGNO ALLE ESTREMITA’
Per realizzare uno smusso appoggiare la
pialla di traverso secondo l'angolo da fare.
Piallare in più passaggi.
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Con la pialla elettrica munita di una scanalatura per smussare,
posizionare la scanalatura sullo spigolo del legno e dare con la
pialla l'angolo desiderato.
LA SCELTA DEL MATERIALE
Per verificare che un pezzo di legno sia ben spianato, passare
una matita sulla superficie da piallare. Fin quando rimangono le
tracce di matita la superficie non è piana.
Verificare regolarmente il filo della lama. Se necessario,
affilarla con la pietra molare o con la mola elettrica. L'angolo di
affilatura dev'essere compreso tra 25° e 30°.
LEVIGARE
In falegnameria, la levigazione è un'operazione di finitura
destinata a dare al legno una superficie molto liscia e regolare,
pronta ad essere cerata o verniciata.
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Si levigano anche gesso o rivestimenti, al fine di regolarizzarli
prima della pittura o della posa in opera della carta da parati. Si
può levigare anche la carrozzeria di una macchina o una lamiera
prima della verniciatura.
ATTREZZI PER LEVIGARE
LA LEVIGATRICE ORBITALE
La levigatrice orbitale è munita di un pattino sul quale è fissato
un foglio abrasivo. La potenza è tipicamente compre tra 130 e
300 watt. Il pattino, o suola, vibra a grande velocità: da 10.000 a
25.000 oscillazioni al minuto.
Alcuni modelli sono provvisti di un variatore
elettronico
di
velocità,
di
un'aspirazione
integrata munita di un sacco per la polvere o di
una presa di aspirazione.
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Nei modelli che prevedono l'attacco ad aspiratori o che hanno
l'aspirazione integrata, la piastra può essere forata.
L'uso di questo tipo di levigatrice è diretto alla preparazione e
finitura di tutte le superfici piane.
LA LEVIGATRICE ROTO-ORBITALE
E' una levigatrice a movimenti eccentrici e rotativi,
per una levigazione ultra-fine, avente una grande
capacità d'abrasione in sbozzatura.
Permette un cambiamento rapido dei dischi abrasivi per sistema
a velcro; può integrare un sistema di aspirazione ed essere
dotata di variatore elettrico della velocità di rotazione.
L'utilizzo è diretto alla preparazione e finitura di tutte le
superfici concave e convesse (oltre a quelle piane).
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LA LEVIGATRICE NASTRO
E' munita di nastro abrasivo che gira alla
velocità di 200-500 metri/minuto.
Ha il sistema di aspirazione integrato e può
essere dotata di variatore elettronico di
velocità. E' possibile utilizzare la macchina in modo capovolto,
fissandola ad un ripiano.
Il suo utilizzo è diretto all'installazione e levigatura di grandi
superfici in preparazione e finitura.
LA LEVIGATRICE A DISCO
Si tratta di un adattamento per il trapano: su un
disco circolare (platorello), viene attaccato un
abrasivo mediante veliero, montato sul mandrino
del trapano.
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Il suo utilizzo, da fare con prudenza, è diretto alla levigatura e
decappaggio di metalli, legni e materiali duri.
LA LIMA ELETTRICA
Utensile ideale per i lavori di precisione:
togliere la ruggine dal metallo, levigare
le superfici curve, ecc...
Aspirazione integrata della polvere con o senza variatore
elettronico di velocità.
LE ZEPPE DI LEVIGATURA A MANO
In relazione all'utilizzo, le zeppe
possono essere di legno, sughero,
poliestere, plastica, ecc... con forma e taglio diversi. Ad esse
viene fissato l'abrasivo scelto.
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L'utilizzo è previsto per lavori di preparazione e di finitura, con
levigazione di materiali di forme complesse.
GLI ABRASIVI
Esistono diverse qualità di abrasivi, in funzione della grana
(quarzo, smeriglio, corindone, carburo al tungsteno, carburo di
silicio) e dei supporti (carta, tela e plastica).
CARTE ABRASIVE
Le carte abrasive sono costituite da
fogli di carta ai quali è incollata una
graniglia di vetro. A seconda della
dimensione di questi ultimi vengono identificate da un numero
che indica quanti sono per cm quadro, cosi, maggiore è il loro
numero più si dice che la carta è "sottile".
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Le carte vetrate si usano in serie dalle più grosse alle più sottili
facendole scorrere sulla superficie da lisciare a mano o con un
tampone (pezzo di gommapiuma su cui viene fissata la carta
abrasiva).
RASPE E LIME
Le raspe sono delle particolari lime utilizzate
per sgrossare il legno che presentano dei denti
molto più grandi ed evidenti delle comuni lime.
Questi strumenti, raspe e lime sono comunemente usati per
levigare le asperità del legno. E' consigliabile usarle sempre nella
direzione delle fibre, possibilmente, impugnandole a due mani,
una tiene la punta mentre l'altra il manico con colpi lunghi e
mantenendo una pressione costante. Ne esistono con diverse
sezioni, quadrata, triangolare, semicircolare, ecc.
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TECNICHE DI LEVIGATURA
Assicurarsi che l'abrasivo si fissato e ben teso sull'utensile.
Fissare accuratamente il pezzo da levigare su un piano stabile.
Verificare, prima di iniziare, che la superficie da levigare non
abbia impedimenti, quali chiodi, pezzi metallici, ecc...
Durante la levigatura, pulire regolarmente la superficie da
levigare, per eliminare il pulviscolo e per verificare il lavoro
effettuato.
Levigatrice
orbitale.
Non
fare
forza
sull'abrasivo, ma cercare di avere un movimento
regolare
ed
una
pressione
costante.
Una
pressione
troppo
forte,
infatti,
strapperebbe la grana e rischierebbe di scavare la superficie da
levigare.
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Levigatrice roto-orbitale ed a nastro. Lasciare lavorare la
macchina dirigendola senza premere. Il peso della macchina è,
infatti, sufficiente.
Levigatrice
a
disco.
leggermente
inclinato
spostamento
senza
Tenere
verso
effettuare
il
il
trapano
senso
una
di
grande
pressione sul piano. Il disco si sposta senza
arrestarsi sulla superficie da levigare.
LA LEVIGATURA DEL LEGNO
Una regola generale è quella di levigare sempre nel verso delle
venature del legno. Levigare preferibilmente con una levigatrice
orbitale o roto-orbitale.
Ad ogni tappa della levigatura, sgrossatura o
finitura, corrisponde un abrasivo specifico:

sgrossatura: grana da n. 30 a n. 70;
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
levigatura: grana da n. 70 a n. 120;

finitura: grana da n. 120 a n. 180
Gli abrasivi da utilizzare sono:

per il legno comune: carta silice o carta
vetrata;

per il legno duro: carta corindone o al carburo di silicio;

per il legno resinoso: carta al carburo di silicio.
Dopo la levigatura, spennellare la superficie del legno con acqua
ossigenata (da 50 a 80 volt) affichè le ultime fibre che restano
da levigare, si raddrizzino quasi completamente. Eliminare
durante l'ultima operazione di levigatura.
LA PULIZIA DELL’ABRASIVO
Alcuni materiali (legno tenero, gesso, rivestimenti, verniciature)
sporcano l'abrasivo e gli impediscono di agire.
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Pulire di tanto in tanto l'abrasivo con una
spazzola dura o cambiarlo. Per pulire un abrasivo
sporco e prima di picchiettarlo, passare la
parter abrasiva sul bordo di un tavolo affinchè si stacchi la
polvere compressa nei grani.
FRESARE
La fresatrice è una macchina elettroportatile di incisione
destinata alla realizzazione delle modanature, delle scanalature
e delle battute. Permette anche di livellare e disegnare
fresando.
Si utilizza principalmente nel legno massiccio o in pannelli di
fibra di media intensità. Per lavori semplici, la scanalatura e la
battuta possono essere eseguiti anche sul compensato.
I lavori si effettuano inserendo, nella "pinza" dell'apparecchio,
una specifica fresa.
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Le caratteristiche tecniche tipiche di una fresatrice sono:

Potenza: tra i 400 ed i 1.500 watt;

Velocità di rotazione: 25.000 giri/min (alcuni modelli hanno
il variatore elettronico di velocità);

Profondità di fresatura regolata da un sistema di arresto

Profondità massima compresa tra 50 e 60 mm.
1.Interruttore di avviamento / arresto
2. Variatore elettronico di velocità
3. Guida di profondità
4. Bloccaggio della guida di profondità
5. Pinza da 6 oppure 8 mm.
6. Guida parallela
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LE FRESE
La qualità del lavoro realizzato con una fresatrice dipende
principalmente dalla qualità delle frese utilizzate. Una fresa
deve essere perfettamente tagliente, e deve rimanere tale. La
fresa và scelta in relazione alla tipologia di lavoro da svolgere.
A grande velocità (25.000 giri/min), le frese comuni si
riscaldano e perdono il "filo".
Le frese in acciaio rapido (HSS) o al carburo di tungsteno (HM)
hanno una durata d'utilizzo molto lunga.
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TECNICHE DI FRESATURA

Fissare il pannello da lavorare in modo molto
stabile, onde evitarne movimenti e vibrazioni.

Scegliere una fresa in base al lavoro da
effettuare e verificarne lo stato.

Stringere saldamente la fresa nella pinza della fresatrice.

Regolare la profondità massima di fresatura in base alla
profondità di taglio da eseguire, e bloccarla.

Controllare
mettendo
la
la
regolazione
macchina
sul
ad
occhio,
bordo
del
pannello (senza azionarla).

In caso di primo utilizzo, fare una prova su uno scarto.
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
Tenere la macchina con due mani, molto saldamente

Applicarla sul pezzo di legno da lavorare, posizionandola sul
tracciato di scanalatura o sul pezzo da modanare.

Inclinarsi sopra alla macchina, al fin di utilizzare il proprio
peso per appoggiare e mantenere la macchina e soprattutto
per vedere bene il lavoro.

Regolare (se possibile) la velocità della fresatrice in
relazione alla larghezza e durezza del legno.
MODANATURA DRITTA
Per una fresatura rettilinea sul bordo del
pannello,
utilizzare
la
guida
parallela,
appoggiandosi sul bordo del pezzo da lavorare.
Per una fresatura rettilinea nel centro del pannello, fissare una
riga guida con dei serragiunti per guidare la fresatrice.
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LA FRESATURA CURVA
Per
seguire
i
contorni
dei
bordi
profili,
utilizzare una guida curva circolare di copiatura.
IL LIVELLAMENTO
Il livellamento riguarda soltanto l'impiallacciatura
in stratificato. Utilizzare la fresatrice con una
scheda al carburo, per livellare i bordi del
pannello stratificato.
LA MORTASATURA
Scegliere una fresa per mortasare del diametro
uguale
alla
larghezza
della
mortasatura
desiderata.
Effettuare
un
tracciato
preciso
della
mortasatura
e
determinare, con degli arresti prestabiliti, la profondità e la
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lunghezza della mortasatura. Inserire l'utensile nel legno con dei
passaggi successivi, e spostare la fresatrice lateralmente.
TRAPANARE
Il
trapano
elettrico
è
una
macchina
elettroportatile destinata a forare tutti i tipi
di materiale, a condizione che risponda a certi
criteri tecnici e che sia utilizzata in base al lavoro da eseguire,
scegliendo accuratamente le punte, la velocità e il metodo di
foratura.
L'ideale è disporre di una macchina dotata di variatore
elettronico della velocità, che consente il perfetto adattamento
al materiale da forare.
Quanto più la potenza è elevata, tanto più il trapano è efficace.
Numerosi modelli sono dotati della funzione di percussione,
indispensabile per forare muratura e cemento.
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Taluni modelli, inoltre, presentano peculiarità aggiuntive, quali:
impugnatura laterale, asta di profondità graduata, invertitore
del senso di rotazione, avviamento progressivo, disinnesco
automatico in caso di sovraccarico... ecc.
Le caratteristiche tipiche di un trapano elettrico sono:

Potenza: tra 400 e 1.200 watt;

Diametro del mandrino: tra 10 e 32 mm. (ma i trani di uso
comune hanno un mandrino da 10 o 13 mm);

Funzionamento ad energia elettrica oppure a batteria
(quest'ultimo consente di lavorare ovunque, senza il vincolo
del cavo elettrico);

Velocità
fissa
oppure
regolabile
(manualmente
o
elettronicamente).
1. Avviamento / arresto (on/off)
2. Leva di velocità
3. Invertitore del senso di rotazione
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4. Commutatore di percussione
5. Leva di demoltiplica della velocità
6. Asta graduata di arresto di profondità
7. Pulsante di bloccaggio della funzione on/off
LE PUNTE DA UTILIZZARE
Le punte per legno sono in vanadium cromato (CR-V).
Punte elicoidali
Sono le tradizionali punte per trapano che
possono
forare
anche
il
legno,
durante
la
rotazione il truciolo viene espulso dalla vite elicoidale.
Mecchie Forstner
Sono le più precise e specifiche per legno
e permettono di eseguire fori puliti e
perfettamente calibrati.
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Punte per viti
Eseguono
in
un
unica
foratura
anche
la
svasatura per viti a testa svasata.
Mecchie a tre punte
Ideali per legni che strappano e compensati. possono realizzare
anche fori ciechi.
Mecchie a lancia
Sono le più economiche e sono adatte per
lavori rustici.
Mecchie per cerniere
Sono specifiche per le cerniere perchè calibrate su misura.
Mecchie regolabili
Possono eseguire fori da 16 a 70 mm.
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Seghe a tazza
Sono punte per fori da i 3 ai 12 cm, anch'esse
devono essere utilizzate a bassa velocità.
Punte a bandiera
Possono eseguire fori fino a 20 cm devono essere utilizzate a
bassa velocità.
TECNICHE DI PERFORAZIONE
Per fare un foro di una profondità ben
stabilita, utilizzare la giuda di profondità del
trapano. Mantenere la stessa angolazione di perforazione nel
corso dell'operazione.
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Per eseguire una foratura di precisione nei piccoli
pezzi di legno o metallo, utilizzare il trapano fisso
montato su un supporto verticale (trapano "a
colonna").
LA FORATURA DEL LEGNO
Tracciare la posizione del foro con una croce e
mettere la punta al centro della traccia. Forare
appoggiandosi con moderazione, tenendo la parte
decorativa del pezzo al di sotto.
COME EVITARE LE SCHEGGE E LUSCITA DAL FORO
Procedere in due tempi: forare da una parte fin
quando l'estremità della punta non compare dal
lato opposto.
Quindi, girare il pezzo e finire la perforazione dall'altro lato.
101
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Mettere un pezzo di legno tra il pezzo da forale
ed il tavolo. Per i buchi di grande diametro,
utilizzare una sega a tazza (o sega a campana).
ALTRI ATTREZZI UTILI
IL MARTELLO
Esistono una varietà incredibile di tipologie di
martelli, ma quello tipico del falegname è
costituito da un battente particolare che
presenta una penna biforcuta utile per estrarre i chiodi.
Nel laboratorio del falegname ci devono essere anche martelli e
mazzuoli in legno o gomma utili per colpire gli scalpelli e le
sgorbie o per percuotere parti in legno senza rovinarle.
102
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SCALPELLI
Sono costituiti da barre di acciaio
trapezioidali. La punta viene affilata
con angoli precisi e deve essere
sempre affilatissima.
Durante l' utilizzo bisogna prestare attenzione a non incappare
in
nodi,
e
parti
metalliche
che
potrebbero
romperli
irreparabilmente. Per utilizzarli correttamente appoggiali sul
legno con un angolo di 30° e asporta poco materiale per volta.
Non rivolgere mai il tagliente verso il corpo durante l' utilizzo,
per evitare incidenti.
La lama degli scalpelli deve avere un'inclinazione precisa a
seconda della durezza del legno (da i 25° ai 35° gradi).
Per affilarli correttamente, utilizzate la pietra appoggiandoli su
di un cuneo di legno per mantenerne la corretta inclinazione.
103
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SCALPELLI PER TORNITUA
Rispetto gli scalpelli normali presentano un'
impugnatura
più
lunga
che
permette
di
impugnarli con due mani. Se utilizzati in
obliquo permettono di creare gole e incisioni
sottilissime.
BEDANI
Simili agli scalpelli sono però realizzate
da barre a sezione rettangolare. La punta
presenta una affilatura a punta e non a
unghia come gli scalpelli.
Questi
strumenti
sono
usati
principalmente
sul
tornio
appoggiandoli sul portaferro e tenendoli in
posizione perpendicolare al pezzo in lavorazione.
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SGORBIE
Anch'essi simili agli scalpelli hanno però lame
curve o a "V" e servono principalmente per i
lavori di sgrossatura. Ne esistono di varie
dimensioni, sono anche adatti a ricavare cavi o
canali o per arrotondare pareti.
SERGENTI E SERRAGIUNTI
Grazie
al
particolare
tipo
di
serraggio
sono molto rapidi e pratici da utilizzare. Le
ganasce sono protette da parti in plastica per
evitare di segnare il legno.
Ne esistono in commercio di diverse misure da pochi centimetri
fino a due metri.
105
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MORSETTI PER CORNICI
Permettono di mantenere la perpendicolarità e sono quindi utili
per creare telai e cornici.
MORSETTI A SERRAGGIO RAPIDO
Grazie
alla
eccentrica
posizione
loro
prodotta
e
si
conformazione
trattiene
applicano
e
i
la
leva
pezzi
levano
in
molto
velocemente.
MORSETTI A “C”
Normalmente hanno dimensioni ridotte rispetto
ai sergenti. Creano un fissaggio robusto ma è
necessario applicare del materiale morbido alle
ganasce per non rovinare le superfici.
106
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MORSETTI PER LA SPINATURA
Bloccano e indicano esattamente dove forare per
inserire le spine di giunzione.
SUPERLAB
Morsetto multiplo con ganasce indipendenti dotate di bloccaggio
rapido regolabili con tre gradi di tensione.
MORSETTI A CINGHIA
Sono costituite da un nastro di materiale plastico e da ganasce
mobili. Il nastro viene messo in tensione e blocca le ganasce
intorno al pezzo senza rovinarlo.
107
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MORSA DA BANCO
Esisto di diverso tipo in metallo, quella tipica
del falegname è un legno e serra contro la
sponda del banco con un meccanismo a vite.
CAVALLOTTO
E' un chiodo particolare a forma di "U" che viene
piantato nella testa per bloccare gli attacchi.
…consigli utili
A seconda del tipo di lavorazione è necessario avere a
disposizione il morsetto adeguato. Nel caso si utilizzi una
tradizionale morsa in metallo è possibile usarla a patto di
ricoprirne le ganasce con del PVC o con delle piastrine di
alluminio per non segnare il legno nel punto di presa.
108
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CHIODI
I chiodi che in alcuni casi possono
sostituire i morsetti nelle fasi di
incollaggio devono essere usati solo per
i lavori più rustici.
Le chiodature vanno fatte in modo da non spaccare il legno lungo
le fibre, è quindi necessario stare lontano dagli angoli delle
tavole e evitare di inserire più chiodi ravvicinati sulla stessa
venatura. Possibilmente pianta i chiodi nella parte chiara della
venatura che risulta più elastica.
PUNTATRICI
I punti metallici sono una dalle giunzioni meno estetiche ma
grazie alla loro velocità vengono utilizzate per assemblaggi di
mobili prodotti in serie. Esistono puntatrici anche molto potenti
in grado di piantare punti metallici lunghi anche 14 mm.
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VITI PER LEGNO
Esiste una grande varietà di viti delle fogge
e materiali più disparati.
Le classi che da legno sono leggermente
coniche e hanno una filettatura che ricopre solo in parte la
lunghezza della vite.
Questo si deve al fatto che il filetto tende ad allontanare le
tavole durante l'avvitatura cosi invece la parte liscia non
facendo presa permette una migliore tenuta sempre facendo
attenzione a che lo spessore della tavola che si vuole fissare sia
minore o uguale alla lunghezza della parte liscia della vite.
AVVITARE / SVITARE E VITI BLOCCATE
Per avvitare correttamente una vite è necessario utilizzare un
caccia vite adeguato e senza esercitare una pressione eccessiva
ruotare rimanendo perpendicolari alla superficie.
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Per non creare fessurazioni nel legno è buona regola forare con
un foro guida le tavole fa fissare. Il diametro del foro deve
essere di norma l'85% / 95% del diametro della vite.
Se una vite fatica a penetrare nel legno strofinala con del
sapone per avvitarla con più facilità.
Se devi invece svitare e l'operazione risulta difficoltosa picchia
la vite utilizzando il cacciavite come uno scalpello.
Se ancora non riesci a smuoverla, scaldala con un saldatore a
stagno e aspetta poi che si raffreddi. La dilatazione del metallo
per il calore dovrebbe sbloccare la vite.
BULLONI BOMBATI
I bulloni a testa bombata sono dei particolari
bulloni che non presentano tagli sulla testa ma
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che vengono trattenuti durante il tiraggio fa un piccolo dado al
di sotto della bombatura che si incassa completamente nel
materiale dopo essere che il bullone è stato avvitato.
INBULLONATURA SENZA SPORGENZA
Rispetto alla imbullonatura tradizionale il dado viene incassano
praticando un foro più ampio. in questo modo non ci sono
elementi sporgenti. Chiaramente lo spessore del materiale deve
consentire l'incasso e la lunghezza della vite deve essere uguale
o leggermente inferiore allo spessore totale dei materiali da
unire.
INBULLONATURA A SCOMPARSA
In questo caso la testa della vite o del bullone viene incassata
praticando un foro della dimensione della testa in modo che
possa penetrare nel materiale e successivamente il montaggio
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viene inserita e incollata una spina in legno che viene poi tagliata
e spianata per rendere invisibile la vite.
INBULLONATURA DI RINFORZO
Si tratta di una imbullonatura che viene realizzata sull' angolo
delle strutture tramite un profilo triangolare in legno che viene
unito alle tavole che formano l'angolo con bulloni. Questo
permette di rendere più solido il mobile.
TASSELLI IN PLASTICA
Dopo la foratura di diametro adeguato
inserisci il tassello e avvita, espandendosi
comprime il materiale circostante e garantisce la tenuta. Per
questo motivo è importante non creare fori eccessivamente
grandi rispetto al diametro del tassello.
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TASSELLI METALLICI
Funziona con lo stesso principio dei tasselli in
plastica solo che è adatto a sopportare carichi maggiori.
TASSELLI A FARFALLA O ANCORETTA
E' formato da un bullone alla cui estremità ci sono
due
alette
di
metallo
che
si
aprono
automaticamente grazie a una molla una volta
inserito nella parete. Garantiscono una buona tenuta ma sono
adatti solo per le pareti realizzate con mattoni forati. Per capire
se la parete è adatta battila con la mano, se suona vuota si
tratta quasi certamente di mattoni forati.
TASSELLI A ROSETTA
I modelli in gomma sono adatti anche per tamburati e pareti
prefabbricate o truciolari.
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CASSETTA TAGLIA CORNICI
Attrezzo per effettuare tagli per
creare cornici. E’ in legno massello e
MDF, con una dima dritta e due
diagonali.
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