scuola sarca giornalino scientifico classi terze 2013

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scuola sarca giornalino scientifico classi terze 2013
Numero 13 – Maggio 2013
Notiziario scientifico delle classi 3a A,3a B,3a C e 3 a D
Istituto comprensivo “Arbe-Zara”
Scuola sec. di primo grado “Falcone Borsellino”
Anno Scolastico 2012-2013
Coordinatori Proff. Anatrà, Barbàra e Gugliotta
Da qualche tempo un nuovo killer minaccia
la nostra società. Il pericolo è talmente temuto
da meritare di essere discusso nel corso
dell’ultimo G8.
Bisogna sapere che ogni anno, solo in
Europa, muoiono circa 25.000 persone perché
il loro organismo è diventato resistente agli
antibiotici.
Il temibile pericolo è un “super batterio”
che sta causando vittime in tutto il mondo ed
è ormai resistente a qualunque tipo di
antibiotico.
L’allarme è stato lanciato da Dame Sally
Davies, dirigente del Ministero della Sanità
britannica, che paragona questa “bomba ad
orologeria” nientemeno che alla minaccia
causata dal terrorismo!
Quello che più spaventa è l’impossibilità
di curare chi viene contagiato da questo
pericoloso ed eccezionale batterio.
Una causa è da ricercare in quel
meccanismo, purtroppo tanto diffuso ai giorni
nostri, per cui un gran numero di persone si
cura col metodo “fai-da-te”, ignorando le
corrette prescrizioni d’uso e favorendo così
l’insorgenza di nuovi ceppi batterici resistenti.
Un altro pericolo arriva dall’acquisto incauto
di antibiotici tramite Internet, che non dà
nessuna garanzia di aver comprato farmaci
sicuri, efficaci e controllati.
Ma questa è solo una piccola parte del
problema: la punta emersa dell’iceberg.
In realtà, la causa più grave del fenomeno
arriva proprio dalle case farmaceutiche che,
anziché aiutarci a vigilare sulla nostra salute,
hanno deciso di non produrre più antibiotici di
nuova generazione. Perché mai? Semplice: la
ricerca si è fermata perché gli antibiotici non
sono farmaci redditizi!
(continua
a
pag.
3)
Arriva il “superbatterio”: un nuovo killer silenzioso
HIV: trovata la cura?
I gemelli
Nuovi tesori
Il DNA “respira” l’ambiente
Uragani
Tu sei unico
Mammiferi in pericolo!
Animali di specie diverse possono comunicare?
Un pomeriggio a far formaggio
Meteoriti in Russia
Mangiare sano per una vita più lunga
Le tempeste solari
Qui non si butta via niente!!
Gli OGM
Il riscaldamento globale
Cosa succede se non dormi?
Come voleremo nel futuro?
Ma quanti siamo?
La matematica del “gioco”
L’invasione dei robot
La nostra evoluzione si è definitivamente fermata?
Con quali criteri sono classificati i videogiochi?
Onda increspata
Pag
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Curiosità
L’orso ha inventato il pettine!
Lo sai quanto si piange nel mondo?
Lo sai perché il colore rosso suscita antipatia?
Lo sai che in natura esistono le fiamme eterne!
Non tutti sanno che…
Cibo del futuro
Quanto pesiamo?
Un mondo sempre più affamato di…. carne
Pianeta espulso
Lo sai che cos’è la foresta piegata?
Lo sai a che profondità arrivano le foche?
Perché alcune nuvole sono bianche e altre grigie??
”
Giochi
Acido, che rebus!
”
30
( continua da pag.1)
Il loro utilizzo è infatti sporadico e di
breve durata: è molto più
conveniente
curare
un
diabetico o un iperteso,
perché loro sì che prendono
medicine ogni giorno e per
tutta la vita! In pratica, chi
contrae
un’infezione
batterica, rischia da oggi di
non avere più cure.
In Gran Bretagna questa
minaccia silenziosa è già
emergenza nazionale.
Sembra fantascienza che
in una città
evoluta
come
Londra
non
si
riesca ad
arrestare il
crescente
numero di
morti per
infezioni batteriche, incurabili con i normali
antibiotici.
Il problema “resistenza agli antibiotici”
rischia di riportarci a prima della scoperta
della penicillina e, continuando così, tra
pochi anni non si potranno più curare
infezioni, fare
trattamenti antitumore
o
addirittura
eseguire
trapianti.
L’avidità di
pochi rischia di
uccidere l’intera
umanità.
Speriamo
che le potenze
del G8 decidano
di finanziare e
promuovere la
ricerca, altrimenti i progressi medici si
ritroveranno riportati indietro di due secoli,
quando era facile morire per un parto, o per
un banale taglio.
Cecilia Ducci, Beatrice
Fraccaro,III°B
Da Internet e La Repubblica (novembre
2012)
L’ orso ha inventato il pettine!
Finora i mammiferi, oltre ai primati, in grado di usare strumenti
erano 4 : i delfini(che usano spugne per la loro protezione), le
lontre marine (che usano sassi per aprire le conchiglie di cui si
cibano), gli elefanti(che usano dei rami per scacciare gli insetti) e
le megattere (una razza di balena che usa delle bolle d’aria per
intrappolare i pesci). Oggi si è aggiunto un altro animale alla lista!
Un orso che vive in un parco nazionale in Alaska ha iniziato a
usare delle pietre con attaccati dei crostacei che fungono da denti
di pettine per……… pettinarsi!
Sassi Giovanna III^ B
Focus Agosto 2012
3
HIV: trovata la cura?
La notizia della bambina di 2 anni e mezzo che si ritiene guarita dall’HIV con la
terapia antiretrovirale ha fatto il giro del mondo. Ma come interpretare questa
notizia? È l’unico caso registrato al mondo? Sembra di no, ma è ancora troppo presto
per cantare vittoria. Amelia Beltramini fa il punto della situazione.
Due anni e mezzo fa, alla nascita, aveva il
virus dell’Aids nel sangue. Curata per 18
mesi con una terapia molto aggressiva
oggi ha il sangue pulito. Guarita, titolano i
giornali. E la notizia ha fatto –
giustamente – il giro del mondo. Ma
occorre fare un po’ di chiarezza.
La storia che ha raccontato in poche ore
avrebbe fatto il giro del mondo. Poco più
di due anni fa all’ostetricia di un ospedale
di provincia del Mississippi era arrivata
una donna in preda alle doglie. Gli esami
di routine avevano rivelato che era
positiva al virus e malata di Aids. Anche la
neonata aveva il virus nel sangue. Un
caso raro: in Italia non più di 1-2 bimbi
l’anno nascono in queste condizioni; di
solito infatti si fa l’esame all’inizio della
gravidanza e la terapia preventiva con
zidovudina (Azt) alla madre e poi al
neonato nelle prime 6 settimane di vita
riducono il rischio di trasmissione
dell’infezione dal 20% al 2%.
I pediatri avevano quindi trasferito
immediatamente la neonata a Jackson,
all’University of Mississippi Medical
Center, dove Hannah Gay, pediatra
specializzata in Aids, aveva iniziato a dal
giorno successivo una terapia molto
aggressiva
detta Art (Anti
retroviral
treatment) a base di 3 farmaci
(zidovudina, lamivudina e nevirapina)
usata di solito negli adulti, che ha il
compito fermare la moltiplicazione del
virus e di limitare i danni che Hiv causa al
sistema
immunitario.
La terapia si era rivelata efficace: a
distanza di un mese il virus sembrava
sparito e la terapia era proseguita per 18
mesi. Nessun medico avrebbe il coraggio
di interrompere l’Art: in troppi casi il virus
è ricomparso più aggressivo di prima. Ma
in questo caso la cura era stata interrotta
dalla madre che non aveva più portato la
figlia ai controlli per 6 mesi. Quando la
bimba era tornata ai controlli, il virus
risultava scomparso nonostante l’assenza
della
terapia.
Solo
un
esame
estremamente sensibile ha individuato
una sola copia di Rna virale nel sangue e
37 copie di Dna virale per milione di un
particolare tipo di globuli bianchi, i
leucociti mononucleati (Pbmc). Lo stesso
esame ripetuto due mesi dopo aveva
rivelato 4 copie di Dna virale per milione
di Pbmc. La terapia antivirale non era
stata ripresa.
Costanza Forin 3 A
Tratto da Focus Internet
4
Nei primi giorni di agosto migliaia di
gemelli monozigoti, cioè nati da una
stessa cellula uovo fecondata e quindi
con le stesse caratteristiche fisiche,
partono
dalla
propria
città
per
raggiungere Twinsburg, dove ogni anno
si ritrovano migliaia di gemelli, per vivere
momenti di festa, concorsi e spettacoli.
Questo evento per
tutti gli scienziati è
un’opportunità
imperdibile
che
permette
di
esaminare
tutti
i
gemelli
sottoponendoli a test,
per
esempio
chiedendo loro di
bere una bevanda
per
vedere
se
reagiscono allo stesso modo al gusto
oppure prendendo loro le impronte digitali
per analizzarle e vedere se il software sia
in grado di distinguerle. Infatti, tutti i
gemelli monozigoti possono sembrare
indistinguibili, ma una macchina da
laboratorio
sofisticata
riesce
ad
individuare le più invisibili differenze nelle
lentiggini, nei pori
della pelle o nella
curva
delle
sopracciglia.
Per
tutti
gli
scienziati,
venuti
appositamente per
questo
raduno,
esaminare i gemelli
è
una
preziosa
occasione,
soprattutto
per
rispondere ad una
antica domanda: si
nasce o si diventa
quello che si è?
I gemelli monozigoti hanno lo stesso
DNA, più precisamente hanno lo stesso
codice genetico, perché nascono tutte e
due da un solo ovulo fecondato che si
divide in due, quindi ogni loro piccola
differenza deve dipendere da agenti
esterni, in genere ambientali.
Il primo a occuparsi di gemelli fu Francis
Galton, nel 1875,ma
studi più approfonditi
vennero fatti quando si
scoprirono
molte
coppie
di
gemelli
monozigoti
separati
alla nascita. Il primo
caso fu quello dei
fratelli Jim. Appena
nati furono dati in
adozione
a
due
famiglie diverse, che
casualmente scelsero lo stesso nome.
Trentanove anni dopo, i due fratelli si
ritrovarono e scoprirono una serie di
somiglianze e coincidenze. Tomas
Bouchard, uno psicologo, appena seppe
dei due, li volle studiare nel suo
laboratorio facendo loro alcuni test che
confermarono
queste
somiglianze:
entrambi
avevano
vissuto
separatamente, ma avevano compiuto le
stesse scelte di vita . Anche altri
scienziati fecero ricerche su gemelli
separati appena nati e ricongiunti dopo
anni. Bouchard provò a rispondere ad
alcune domande che spesso si pone
l’uomo: perché alcune persone sono tristi
e altre felici? Perché alcuni sono timidi e
altri estroversi? Da dove ha origine la
nostra intelligenza? Analizzando i dati sui
gemelli si è visto che tra persone
cresciute con le stesse opportunità di
studio le differenze di intelligenza sono
più attribuibili alla diversità genetica che
al diverso grado di istruzione e che i
gemelli cresciuti in famiglie diverse hanno
5
quozienti intellettivi simili, come i gemelli
vissuti insieme. Pare che i genitori
abbiano una parte importante, ma non
preponderante rispetto ai fattori genetici
nello sviluppo del potenziale intellettivo
del figlio.
Da circa 12 anni due famiglie canadesi
affidandosi a una stessa agenzia di
adozione, si trovano a crescere due
gemelle monozigoti a 440 km di distanza.
Prima di andare nell’orfanotrofio i quattro
genitori avevano visto le foto delle due
bimbe e avevano notato che erano
similitudini sconcertante: ad esempio
hanno cominciato a camminare lo stesso
giorno
e
hanno
un
carattere
intraprendente e un po’ aggressivo.
Ci sono però casi che testimoniano di
gemelli monozigoti che, pur essendo
cresciuti nella stessa famiglia, sono molto
diversi. Uno studio su gemelli dimostra
come il loro vissuto nell’utero materno e
nel primo anno di vita possano avere un
peso rilevante.
Dalle osservazioni e dalle ricerche fatte
per tentare di dare una risposta alle
domande riportate in questo articolo, è
emerso che la genetica e l’ambiente non
sono le uniche forze che plasmano un
individuo: pare che ce ne sia una terza, di
cui si occupa l’epigenetica, che influenza
l’espressione del codice genetico.
Dagli studi fatti,osservando i gemelli
sembra evidente che molti dei loro tratti
comuni siano innati, tante delle loro
caratteristiche siano uguali e inalterabili,
ma conoscendoli meglio si capisce che
sono diversi da molti punti di vista.
decisamente identiche e si erano chiesti
se non fossero sorelle. Ma i gestori
dell’orfanotrofio risposero di no e
precisarono che le due bambine non
potevano essere date alla stessa famiglia
,ma dovevano essere per forza divise.
Per nulla convinti della risposta e avendo
paura che le due piccole non avrebbero
più saputo l’una dell’altra, le adottarono e
tutt’oggi una delle due famiglie ogni sette
settimane va a trovare l’altra. Le due
bambine presentano una serie di
Una ricercatrice in questo campo spiega
così: Madre Natura scrive alcune cose
con
la
mati
ta e
altr
e
con
la
pen
na.
Le
cose scritte a penna non si possono
cambiare e sono il DNA. Le cose scritte a
matita, invece, si possono modificare e di
questo si occupa l’EPIGENETICA. Oggi
gli studiosi sono sempre più in grado di
studiare il DNA e identificare le parti
scritte a matita. Siamo alla scoperta di un
nuovo mondo!!!!
Camilla Favale 3^B
Da National Geographic, Gennaio 2012.
Lo sai quanto si piange nel mondo ?
Il paese dove si piange di più sono gli Stati Uniti, seguiti subito dopo da
Italia e Germania, mentre il paese dove si piange di meno è la Cina .Uno
studio rivela, inoltre, che le donne piangerebbero tra le 30 e le 64 volte
all’anno, mentre i maschi lo farebbero tra le 6 e le 17 volte. Nell’adolescenza
non ci sono differenze tra i sessi .
Simone Cantatore III D
Tratto da Focus D&R n. 3
6
Che bello! ! ! Anche noi siamo dei piccoli re
Salomone , un piccolo sceicco del Qatar , un
piccolo produttore di gas metano. Tutti noi
siamo in possesso di un piccolo tesoro!
Se questi nostri piccolissimi
tesori li
moltiplicassimo per le centinaia di milioni di
persone che vivono sulla Terra, ecco che,
come per magia, senza dover
scavare miniere, trivellare
mari e fertili
pianure, troveremmo enormi
tesori, fino a poco tempo fa
nascosti nelle nostre case.
Siamo impazziti ? Dove si
trovano questi tesori ?
Semplicissimo si trovano
nelle tonnellate di rifiuti
che tutti i giorni vengono
prodotti sulla Terra. Basta
pensare che in tutto il mondo
vengono prodotti
circa 1.300.000.000 tonnellate di rifiuti. Di
questi il 19% vengono riciclati, l’11%
producono energia mentre il 70% finisce nelle
discariche.
Diversi sono i sistemi nel mondo per sfruttare
al meglio questi scarti: nell’Oregon tramite un
arco voltaico in grado di sviluppare 13.000°
C il prodotto viene praticamente vaporizzato
producendo un gas sintetico senza che
vengano generati sottoprodotti nocivi come
avviene con l’utilizzo di inceneritori di
vecchia generazione. A Copenaghen in un
impianto costituito da diversi piccoli
inceneritori collegati tra loro vengono
bruciate 500 t. di rifiuti che producono
energia elettrica per 25.000 famiglie,
riscaldando inoltre 120.000 case.
Il nostro paese è tra i primi al mondo nella
differenziazione dell’umido che viene
raccolto in
apposite discariche. Tramite la sua
decomposizione è possibile produrre del
biogas . Da questa forma di raccolta,
ulteriormente perfezionata, in alcuni paesi del
Nord Europa viene ricavato del metano puro.
Ci sono alcuni paesi europei che importano
rifiuti da paesi poco organizzati nello
sfruttamento dei rifiuti per ottenere anche
ottimi fertilizzanti per la concimazione di
vasti campi dedicati all’agricoltura. Ma non
solo: tramite speciali procedimenti chimici, i
vecchi pneumatici possono fornirci ottime
ceramiche; la plastica come il vetro,
recuperati correttamente, ci forniscono altri
prodotti dello stesso materiale.
Riciclando carta e cartone è
possibile ottenere carta per
stampare libri senza dover
tagliare milioni di alberi.
Un'altra ricchezza, equivalente
a 40 volte l’oro e l’argento che
estraiamo dalle miniere, ci
viene
fornita
dallo
smantellamento
di
apparecchiature elettroniche.
Oltre a fornirci veri e propri
tesori il corretto recupero dei
rifiuti ci permette anche di
ridurre
notevolmente l’inquinamento atmosferico,
marino e terrestre. Anche le aziende
produttrici di materiali biodegradabili ci
stanno dando una mano producendo, grazie a
procedimenti scientifici sempre più sofisticati,
materiali facilmente degradabili e facilmente
trasformabili in quei piccoli tesoretti sopra
citati. Visto cosa si può ottenere da semplici
rifiuti, in tutti i paesi del mondo si sta
cercando di responsabilizzare i cittadini
affinché osservino sempre di più le regole
riguardanti la
differenziazione dei rifiuti per permettere il
loro sfruttamento.
Perciò il nostro appello è: iniziamo da subito
a fare in modo che tutti questi nuovi tesori
acquistino sempre più valore. Basta poco:
raccogliamo, dividiamo, non disperdiamo
nulla per la strada, nei prati, in quei pochi
parchi che abbiamo o peggio ancora nei
boschi e alla fine saremo tutti più ricchi
perché vivremo in un mondo più sano e più
pulito!!.
Corso Andrea , Melis Matteo e Copes Cristian
3^ C
Tratto da Focus ottobre 2012 e Internet
7
Le faglie, sono le zone più turbolente e
delicate del pianeta, perché sono le aree dove
le placche ( le parti in cui è divisa la
superficie terrestre, come i pezzi di un puzzle)
si urtano o si allontanano provocando fratture
fra le rocce e spesso violenti terremoti. Le
principali faglie si sviluppano lungo i confini
dei continenti ma riguardano tutto il pianeta
sia i continenti sia i fondali marini. Queste
faglie
hanno
vario
aspetto:
voragini,
scarpate, canyon o rocce
corrugate composte da
più strati.
Si sono
formate anche nel corso
di millenni. L’ attrito tra
le rocce in movimento
può frenarle facendo
accumulare energia all’interno della faglia,
ma quando le spinte vincono queste forze, l’
energia viene rilasciata di colpo, la faglia si
sposta e dà origine a un terremoto.
I geologi studiano con
attenzione
come
si
propagano le onde sismiche
nel sottosuolo perché
in
questo
modo
possono
mappare dove si nascondono
le faglie attive e giudicare le
zone a seconda del loro
rischio sismico. Alcune di
esse però sono ben note come
per esempio, la faglia di San
Andreas negli Usa, la più studiata al mondo,
che attraversa l’intera California. Lo
scivolamento delle sue pareti nel 1906, in
alcuni punti di sei metri, scatenò il terremoto
che devastò San Francisco. Recentemente è
stato avviato un progetto che consiste nel
perforare le pareti della faglia e inserire in
essa strumenti che ne seguono l’ evoluzione.
Secondo alcuni studiosi, presto la faglia di
San Andreas si muoverà, probabilmente in
questo secolo, perché la parte meridionale si
sta caricando di energia senza produrre
importanti terremoti, questo evento il
cosiddetto “Big One” produrrà un altro
scivolamento essendo la faglia di San
Andreas una faglia “trascorrente”. Ma le
faglie possono muoversi anche in verticale,
abbassandosi (faglia diretta) o alzandosi (
faglia inversa). L’ abbassamento si
verifica,per esempio, nella Rift Valley, tra il
Mar Rosso e il Mozambico dove l’ Africa si
sta, letteralmente, spaccando in due a causa
della risalita del magma dal
sottosuolo. In futuro l’ Africa
orientale si dividerà dal resto del
continente, formando un’ isola.
Altre faglie note sono per esempio
quella in Nuova Zelanda, paese
percorso interamente da faglie, la
cui forma ricorda serpenti cavi, la
frattura sommersa in Islanda, che
divide la placca euroasiatica da quella
nordamericana e anche la faglia di EnriquilloPlantain Garden in Haiti che provocò il sisma
del 2010. Ma anche l’Italia è percorsa da una
faglia, la faglia Gloria
che risale tutta la
penisola
italica,
passando
per
gli
Appennini e per le Alpi,
per poi scendere sulle
coste della Croazia,
Albania,
Grecia
e
Turchia. Questa faglia è
la connessione dello
scontro tra la placca
euroasiatica e quella africana.
I suoi
movimenti sono probabilmente la causa della
maggior parte dei terremoti che si registrano
sul territorio italiano come quello che ha
colpito l’Abruzzo qualche anno fa o quello
dell’Emilia dello scorso anno. Tra un milione
di anni lo scontro farà diventare il mar
Tirreno un oceano e farà chiudere il mar
Adriatico a causa dello spostamento dell’
Italia, che si muove alla “supersonica velocità
geologica” di un metro al secolo verso est.
Denise Diatta 3^D
Tratto da Focus 241 novembre 2012
8
Migliaia di studi hanno costruito i fondamenti
della
medicina
genomica,
rivelando
associazioni tra polimorfismi del DNA e
caratteristiche umane. Qualsiasi caratteristica
umana è determinata dall’interazione tra
fattori genetici e fattori ambientali. Il nostro
DNA, infatti, “respira” l’ambiente che ha
intorno, e ne viene modificato. È
un’interazione estremamente complessa ad
oggi poco nota. I grandi investimenti nella
ricerca, e gli ottimi risultati ottenuti, hanno
dimostrato che nel DNA non è scritto il nostro
futuro e che l’effetto della variabilità genetica
sul nostro rischio di sviluppare le malattie è
modesto rispetto all’effetto delle variabili
ambientali (stili di vita, alimentazione, ecc.)
Questi risultati contribuiscono in modo
decisivo alla comprensione delle basi
biologiche delle patologie e della risposta ai
trattamenti farmacologici, ma non possono
essere utilizzati per
definire i rischi
individuali o le
caratteristiche
biologiche.
Nel
DNA non è scritto
chi siamo, di cosa ci
ammaleremo,
le
nostre inclinazioni,
aspirazioni, il nostro
carattere.
Certamente
qualsiasi
caratteristica umana
ha una componente
genetica, ma non è
possibile usare la genetica per predire
fenotipi,
caratteristiche,
comportamenti.
Esiste ancora chi crede nel determinismo
genetico, nel fatto cioè che siamo il semplice
prodotto dei nostri geni. Con il determinismo
genetico
si crede che un qualsiasi
comportamento
violento
deprecabile,
patologico o crudele sia scritto nel DNA. I
sostenitori di questa idea ritengono che nella
criminologia non si debba più guardare alle
caratteristiche anatomiche, come diceva il
celebre Cesare Lombroso, ma a quelle
genomiche
dei
diversi
soggetti.
La medicina
genomica
negli ultimi
anni
ha
cercato
di
mettere
in
relazione le
diversità
genetiche
degli
individui con
le loro intrinseche caratteristiche di resistenza
e suscettibilità alle malattie, con i
comportamenti e con la risposta ai farmaci.
Nonostante i grandi risultati, l’applicazione
nella pratica clinica di questi risultati appare
ancora distante.
La sfida della medicina genomica di
oggi è la comprensione dei
meccanismi di interazione del DNA
con l’ambiente. Per comprendere
l’importanza di questo tipo di studi
basterebbe osservare un neonato e lo
stesso uomo dopo 80 anni:
posseggono lo stesso DNA ma sono
estremamente differenti. L’uomo e i
suoi comportamenti, quindi, sono il
prodotto delle complicate interazioni
tra geni e ambiente. Se è vero che il
DNA
influenza
i
nostri
comportamenti e anche vero che il
nostro DNA è influenzato dalle
nostre esperienze. Recenti studi , ad esempio,
hanno dimostrato come l’attività fisica
influisca
su alcuni geni limitando
l’insorgenza del diabete.
Possiamo
concludere dicendo che ognuno di noi è libero
di decidere i propri comportamenti e le
proprie azioni indipendentemente dal DNA
che possiede: non si nasce buoni o cattivi, lo
si diventa!
Chiara Mantegazza e Giulia Villani III C
Tratto da Biologi italiani Maggio 2012
9
Lo scorso autunno abbiamo sentito molto
parlare dell'uragano Sandy. Il fenomeno
partito come onda tropicale il 22 ottobre nel
mare dei Caraibi, si è trasformato prima in
depressione poi in tempesta caraibica fino ad
essere promosso ad uragano il 24 ottobre sulle
coste
della
Giamaica.
Ma cosa e’un uragano? Da cosa e’ provocato?
Per quale motivo e’stato chiamato Sandy?
Un uragano atlantico (il nome di
origine caraibica designa il dio del male) è un
ciclone tropicale che si forma nel "bacino
atlantico", che comprende il nord dell'Oceano
Atlantico, il Mar dei Caraibi e il Golfo del
Messico con venti sostenuti per al massimo
un minuto a 250 km/h (135 nodi/ 70m/s). La
maggior parte delle tempeste tropicali e degli
uragani si formano tra il 1º giugno e il 30
Categoria
1
minimo
novembre con un picco di attività intorno al
10 settembre. Il National Hurricane Center
degli Stati Uniti monitora il bacino e pubblica
resoconti, osservando e avvisando dei sistemi
meteorologici tropicali che si formano nel
bacino atlantico. Gli uragani, costituiti da
venti ad alta velocità che soffiano in direzione
circolare attorno a un centro di bassa
pressione, chiamato occhio del ciclone. si
originano quando aria calda e satura di
umidità viene forzata a salire verso l'alto da
aria più fredda e densa. Dal margine della
tempesta verso il centro, la pressione
atmosferica ha una forte caduta e la velocità
del vento aumenta. Gli uragani veri e propri e
vengono classificati, secondo la Scala SaffirSimpson, in 5 categorie.
Effetti macroscopici
Danni tutto sommato limitati. Possono osservarsi limitate inondazioni nelle zone
costiere.
Danni di una certa rilevanza ad alberi e strutture mobili; danneggiamenti di lieve
2
entità anche agli immobili. Nelle zone costiere si possono osservare inondazioni .
moderato
Può richiedersi l'evacuazione dei residenti delle zone costiere più basse.
3
forte
Grandi alberi abbattuti, distruzione di strutture mobili, danni di una certa rilevanza
alle case. Le basse zone costiere vengono interessate,da inondazioni Richiede
l'evacuazione dei residenti delle zone costiere.
4
Gravi danni agli edifici; Alberi, cespugli, insegne e cartelli stradali vengono
fortissimo abbattuti. Evacuazioni dei residenti delle zone costiere.
Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento;
5
completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi,
disastroso
insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere.
L’uragano Sandy, secondo le ricerche
condotte dal National Center for Atmospheric
Research , è stato un uragano di eccezionale
intensità per la concomitanza di più eventi
10
metereologici: una temperatura dell’oceano al
largo delle coste del medio Atlantico di 1,3°C
superiore alla media che ha permesso a Sandy
di inglobare molta più energia dall’oceano di
quanto accada di solito per gli uragani
autunnali; una corrente a getto polare che
contrastando il caldo oceanico ha aumentato
l'energia presente in atmosfera; e, infine la
luna piena e quindi il massimo livello per la
marea.
Ogni anno 21 nomi propri sono
riservati agli uragani del bacino Atlantico in
una lista alfabetica creata evitando certe
lettere (Q - U - X - Y - Z).Queste liste si
ripetono ogni 6 anni eliminando però i nomi
degli uragani che hanno causato gravi danni e
sono entrati quindi nella storia: ecco perché il
nome del 1º uragano del 2011 è stato Alberto
(come nel 2005) ma alla lettera K non c'era
più Katrina (il devastante
uragano che nel 2005
distrusse New Orleans) bensì
Katia. Quando un nome viene
ritirato, il WMO (World
Meteorological Organization)
sceglie infatti un nuovo nome
per rimpiazzarlo. Nel 2011
solo il nome Irene (l'uragano
che colpì anche New York il
28 Agosto 2011) è stato
ritirato.
Per molti secoli, gli
uragani sono stati chiamati
con il nome del santo
cattolico festeggiato il giorno
in cui accadevano. L'uragano
"San Felipe" ha colpito Porto Rico il 13
settembre 1876. Quando un altro uragano ha
colpito Porto Rico lo stesso giorno più di
cinquanta anni dopo, fu battezzato “San
Felipe secondo”. Successivamente, sono state
usate le posizioni di latitudine-longitudine,
ma questo metodo ha dimostrato rapidamente
le sue carenze. Il servizio di previsione
meteorologica militare assegnava nomi di
donna alle tempeste particolarmente violente
durante la Seconda Guerra Mondiale, poi nel
1950 il WMO propose un sistema basato
sull'alfabeto militare. Il primo uragano
atlantico nel 1950 fu battezzato Able. Gli
esperti si accorsero che avrebbero potuto
esserci dei problemi nei libri di storia se un
altro uragano Able avesse colpito e fatto
ingenti danni: nel 1953 l'organizzazione
adottò una serie di nomi femminili in
rotazione, prevedendo di ritirare i nomi
assegnati ad uragani particolarmente violenti
e memorabili. Le femministe chiesero al
WMO di aggiungere nomi maschili nel 1979:
la richiesta fu accolta e da allora la regola
prevede nome maschile - femminile alternati.
Vennero aggiunti anche nomi francesi e
spagnoli, per tener conto delle lingue usate
nei paesi caraibici spesso colpiti dagli
uragani. L'anno che registrò il maggior
numero di tempeste tropicali è stato il 2005
quando si sono contate ben 28 tempeste: per
la prima volta si usarono anche le lettere V e
W e si andò anche oltre; cosa fanno infatti i
metereologi se gli uragani sono più di 21?
Usano l'alfabeto greco: questo permette al
WMO altre 24 scelte, da Alpha a Omega,
passando da Omicron e Upsilon.
Hazel Bartolome e Lina D’Addona 3ªC
Tratto da LaStampa.it; digilander.libero.it,
Wikipedia e Focus.it
11
Tu sei unico
Al mondo ci sono sette miliardi di uomini e di
donne. Come è possibile che siamo diversi gli
uni dagli altri? Dove nascono le differenze
che fanno di noi ciò che siamo? La filosofia,
la
psicologia,
le
neuroscienze e la genetica
hanno dato nel tempo
risposte diverse. David
Valle, della facoltà di
medicina
alla
Johns
Hopkins
Universitry,
definisce
individualità
tutte le qualità biologiche
che distinguono una persona dall’altra. Nelle
qualità biologiche rientrano i geni, l'unità
ereditaria fondamentale degli organismi
viventi attraverso i quali prendono forma il
corpo e il
comportament
o
di
un
individuo.
Essi variano
da persona a
persona,
e
codificano in
maniera
differente
perfino
i
recettori
olfattivi, per questo il mondo degli odori è
diverso per ciascuno di noi. Le differenze tra
un individuo e l’altro partono da un
patrimonio genetico identico. Secondo
Valerio Orlando, biologo molecolare, già
nell’utero con il legame biologico materno e
poi nelle prime fasi dopo il parto, ogni
individuo percepisce l’ambiente in maniera
unica perciò l’attività del nostro patrimonio
genetico grazie all’ambiente ed all’esperienza
inizia ad orientarsi. L’unicità degli individui
si amplifica nel corso del tempo. Soprattutto
nelle nostre cellule cerebrali (i neuroni), ci
sono interi geni, i cosiddetti “geni saltanti”,
che si spostano rispondendo a stimoli
ambientali. Si tratta di geni regolatori, che ne
accendono o spengono altri con evidenti
effetti sul neurone e quindi, sul
comportamento
dell’individuo.
Parti
importanti del cervello sono modificate
dall’ambiente, bastano differenze minime
perché queste modifiche portino a
personalità
e
comportamenti
completamente diversi. La casualità è parte
integrante del nostro sviluppo psicofisico. Il
nostro cervello è composto da neuroni
legati tra loro dagli assoni (conduttori di
impulsi in direzione centrifuga rispetto al
corpo
cellulare).
Ogni
neurone ha
unicamente
un
assone.
Esso si
origina
a partire dal soma cellula re e il modo in
cui gli assoni crescono e collegano i
neuroni è del tutto casuale. Lo dimostra
una simulazione recente che ha ricreato,
con l’uso di un computer, una parte del
cervello di un topo semplicemente
lasciando crescere gli assoni in modo del
tutto casuale. Il
mix di
ambiente
e
casualità portano
a un
organo plastico,
che ha
miliardi
di
possibili
strutture
pensanti.
Scoperte recenti hanno messo d’accordo chi
studia i microscopici componenti del cervello
e chi ne analizza le funzioni. La scoperta più
importante secondo alcuni studiosi delle
neuroscienze, grazie alle nuove tecniche di
visualizzazione dei processi cerebrali, è che il
nostro cervello si modifica continuamente
secondo la nostra cultura e le nostre capacità.
Questo è un processo incessante, per cui il tuo
12
modo di reagire oggi influenzerà fisicamente
il modo in cui reagirai domani a uno stimolo
identico. Insomma il nostro cervello è
plasmato dalla nostra storia individuale. Oggi
le scienze “ umane” e quelle “sperimentali”
sono giunte a una conclusione comune: la
mente non è separata dal corpo, ma è parte
integrata, tanto che il corpo stesso si modifica
in base alla storia e alla cultura dell’individuo,
di modo che ogni persona, dagli inizi della
propria vita alla fine, rappresenta un sistema
unico sempre in evoluzione e mutamento .
Non solo noi siamo unici ma lo diventiamo
sempre di più.
Francesca Quercia e Vadislava Palamariuc
3^D-3 ^A
Tratto da Focus n. 241
I mammiferi cominciarono a dominare la
Terra circa 65milioni di anni fa. L’origine dei
mammiferi risale al periodo Triassico, circa
220 milioni di anni fa,
quando apparvero nuove
classi di animali nel corso
dell’evoluzione
terrestre.
Possiamo costruire a grandi
linee la loro storia tramite lo
studio dei fossili. Uno dei
primi mammiferi fu il
marganucondonte.
Oggi esistono 5416 specie di mammiferi
conosciute,distribuite in diversi ambienti
terrestri e acquatici.
I mammiferi condividono una
serie di caratteristiche che
distinguono la loro classe: hanno
il corpo coperto di pelo,
partoriscono
piccoli
completamente formati e nutrono
i neonati con latte prodotto dalle
ghiandole mammarie. Respirano
tutti
tramite
i
polmoni,
possiedono un doppio sistema
circolatorio chiuso e hanno il
sistema
nervoso
molto
sviluppato. I mammiferi sono
omeotermi, significa che sono capaci di
mantenere una temperatura corporea interna
stabile indipendentemente dalle condizioni
ambientali. L’omeostasi, inoltre, si raggiunge
grazie a una serie di processi che tendono a
mantenere in equilibrio nel sangue i livelli
d’acqua e le concentrazioni di minerali e
glucosio ed a impedire l’accumulo di scorie.
Secondo le Nazioni Unite, nei prossimi 30
anni almeno un quarto dei
mammiferi
potrebbero
sparire dalla faccia della
Terra.
Questo
enorme
disastro è provocato dal
comportamento
umano:caccia,
deforestazione,
inquinamento, urbanizzazione e turismo di
massa. Gli esperti calcolano che i mammiferi
in pericolo siano circa 1000 e sono state
identificate 20 zone del pianeta in cui è
maggiore
il
rischio
di
estinzione
nel
prossimo
futuro...tra
queste:
Cina,
Brasile, India e
Perù. In tutto il
mondo sono in
atto
numerosi
tentativi
per
cercare di evitare
l'estinzione dei
nostri parenti più prossimi, le scimmie
antropomorfe; infatti, secondo le Nazioni
Unite, a Gorilla, Oranghi, Scimpanzé e
Bonobo resterebbero pochi decenni prima
dell'estinzione totale in natura e in cattività.
Sofia Li 3^ A
Tratto da Focus
13
Gli animali possiedono la capacità di
comunicare tra loro: un animale è in grado di
produrre stimoli che modificano il
comportamento di un altro. La comunicazione
animale assolve molteplici funzioni in vari
contesti: permette agli individui (partner o
presenti sul corpo di grandi erbivori, come
i rinoceronti, lanciano richiami di pericolo
per avvisare gli animali di fuggire. Anche
alcune specie di lemuri sanno riconoscere
i segnali di allarme e reagire. Questi
esempi sono forme del mutualismo,
ovvero di interazione che favorisce
entrambe le specie coinvolte. Un caso
ancora più inconsueto è accaduto in
Nuova Zelanda dove due cetacei sono rimasti
intrappolati vicino alla riva, ma essi si sono
salvati grazie all’ intervento di un delfino che
li ha convinti a seguirlo in alto mare.
genitori e figli) di riconoscersi; permette a una
comunità di riconoscere i propri componenti e
stabilire delle gerarchie, consente i riti di
corteggiamento ai fini della riproduzione,
interviene nella difesa dai predatori.
Alcuni
animali
possono
comunicare
interspecificamente anche se appartengono a
specie differenti. Per esempio le bufaghe,
passeriformi che si nutrono di parassiti
Denise Diatta 3^ D
Tratto da www.sapere.it- Il
comportamento animale
Lo sai perche il colore rosso suscita antipatia ?
Si tratta di una predisposizione psicologica naturale che deriva da
una adattamento evolutivo . Esiste cioè naturalmente la tendenza
ad evitare il rosso, colore comunemente associato a sentimenti di
rabbia, vergogna, imbarazzo o pericolo. Uno studio condotto sui
macachi , ha dimostrato che facendo indossare magliette blu o
verdi ai vari scienziati quando questi entravano nella loro gabbia
con una mela, le scimmie si avvicinavano per prenderla; ma
quando la maglia era rossa restavano ferme, rinunciando a
mangiarla.
Simone Cantatore III D
Tratto da Focus D&R n. 35
14
Una domenica di luglio, con alcuni amici,
siamo andati in un agriturismo dove
abbiamo imparato a fare il formaggio
grazie
ad
un'iniziativa
didattica
dell'azienda.
Il procedimento non è molto complesso,
ma richiede tempo. Gli ingredienti sono:
latte, sale e caglio. Il latte è un
ingrediente fondamentale per bambini ed
anziani e completa la nutrizione degli
adulti. È formato principalmente da
acqua, grassi, zuccheri, vitamine e calcio,
sali minerali e proteine.Il latte può essere
di mucca, di capra, di pecora, di bufala e
di asina e, naturalmente, ha diverso
sapore.
Per prima cosa si raccoglie il latte
mungendo la mucca.
La mungitura un tempo avveniva
manualmente, ma adesso
si fa con delle macchine
perché
rendono
il
procedimento più veloce
ed eliminano dal latte le
scorie esterne come il
fieno e altri corpi estranei.
Il latte viene poi pastorizzato, cioè si
scalda per quindici secondi a sessantotto
gradi, in modo da uccidere i batteri
patogeni, quindi si aspettano due ore per
fare riprendere il lavoro ai batteri
probiotici che favoriscono la produzione
del formaggio.
Adesso si riscalda il latte a trentotto gradi
e si aggiunge il caglio, un componente
naturale che si estrae dallo stomaco dei
vitellini.
Si dice che il formaggio sia stato una
produzione casuale. Si narra infatti di un
contadino che usava portare il latte al
mercato dentro una bisaccia ottenuta
dallo stomaco di un vitello.
Un giorno molto caldo, dopo aver
camminato tanto, girando la bisaccia vide
che non usciva il latte che si aspettava.
Così, aprendo la bisaccia, trovò il
"formaggio", latte addensato.
Il caglio serve a cagliare, cioè coagulare
le sostanze disciolte nel latte separandole
dal siero. Esso dunque ha origine
animale, ma se ne sta sperimentando un
tipo di origine vegetale, estratto dal latte
di fico o dal latte di cardo o comunque
qualcosa prodotto chimicamente per la
gioia dei vegetariani.
Per la preparazione le proporzioni sono le
seguenti: trenta cc di caglio per un
quintale di latte e noi, in una pentola con
dieci litri di latte, abbiamo messo circa tre
cc di caglio. Abbiamo aspettato circa
venti minuti e abbiamo alzato il
coperchio.
Con una frusta abbiamo rotto la cagliata e
con un colino abbiamo messo il
contenuto della pentola nelle fuscelle, dei
cestelli bucherellati che fanno uscire il
siero e compattano il formaggio.
Le fascelle ora sono in plastica, ma
anticamente erano in vimini.
Per due ore ogni dieci minuti si deve
girare il formaggio, cioè lo si
capovolge e si mette nelle fuscelle,
sempre per renderlo più compatto.
Trascorse le due ore si mette il
formaggio in un luogo tiepido a
temperatura costante e si sala in
superficie. Dopo due giorni il formaggio
è pronto per essere consumato. Questa è
la ricetta del formaggio "primosale".
Anche il siero viene usato; infatti,
facendolo bollire con qualche goccia di
limone e un po' di sale, si ottiene la
ricotta.
C'è una vasta gamma di formaggi e il
gusto varia a seconda del pascolo poiché
il latte è aromatizzato dalle diverse erbe.
Anche la salatura e la stagionatura, cioè
far "riposare" il formaggio prima di
poterlo gustare, gli dà un sapore
particolare.
L'Italia è una grande produttrice di
prodotti caseari, tutti tipici non solo della
regione, ma propri del paese di
provenienza, di cui sono spesso prodotti
tipici e fonte di orgoglio nazionale (es.
Gorgonzola,
Parmigiano
reggiano,
Silano).
Cecilia Ducci III°B (2011)
15
METEORITI IN RUSSIA
I frammenti del meteorite esplosi l’11-02-13
sugli Urali hanno sprigionato una quantità di
energia pari a venti volte quella liberata dalla
bomba di Hiroshima. Sono stati ritrovati dopo
pochi giorni nelle vicinanze del Lago
Chebarkul nel quale c’era un cratere di 6
metri.
Il
meteorite, secondo i ricercatori della Urals
Federal University, sarebbe una condrite
composta per il 10% di ferro.
Secondo gli scienziati il meteorite
pesava 10 tonnellate prima di entrare
nell’atmosfera terrestre e viaggiava a
circa 30 km al secondo, disintegrandosi
a 30-50 km dal suolo. Al contrario la
Nasa sostiene che il meteorite fosse
largo 17 metri e pesasse 10 mila
tonnellate
prima
di
entrare
nell’atmosfera e rilasciare, esplodendo,
300
chilotoni
di
energia.
La bomba atomica sganciata su
Hiroshima nel ’45 liberò 12-15 chilotoni.
Perché nessuno l’aveva previsto?
Essenzialmente, spiegano gli esperti, perché
non lo stavano cercando. Le chance di
individuare un meteorite sono minime, anche
perché queste rocce sono molto scure. La
maggior parte dei meteoriti riflette solo il 2%
della luce che li colpisce e molti sono di
materiale carboceo, il che li rende
particolarmente scuri. Solo quando, entrando
in atmosfera, generano una scia infuocata
divengono visibili. Ma a quel punto è troppo
tardi!
Inoltre accade spesso che meteoriti come
quello disintegratosi
sopra gli Urali
cadano sulla Terra.
Ma per fortuna è
più
facile
che
impattino in mare o
su un’area desertica
piuttosto che su un
centro abitato, come
è
successo
in
Russia.
Francesca Mauri 3^A
Tratto da Internet
MASCHI IN VIA D’ ESTINZIONE!
Nel giro di qualche migliaio di anni gli uomini potrebbero scomparire dalla Terra. Il cromosoma Y,portatore
dei cromosomi sessuali maschili, si sta infatti rimpicciolendo.
Possiede ormai appena 200 geni, contro i 1100 del cromosoma
X.
Se si continua di questo passo è probabile che il cromosoma Y
scompaia e un’altra coppia di cromosomi possa assumere il
ruolo dei vecchi cromosomi sessuali. Non tutti sono d’accordo.
Secondo alcuni scienziati americani il cromosoma Y del maschio
dei mammiferi avrebbe raggiunto una certa stabilità negli ultimi
25 milioni di anni. Ma a minacciare i maschi non è solo il DNA.
Plastiche, ftalati, perfluorati e altre sostanze di uso comune, chiamate ”interferenti endocrini”, stanno
causando una progressiva “femminilizzazione” degli uomini.
Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C
Tratto da Focus extra n. 58
16
Mangiar sano per una vita più lunga
Tra gli obiettivi più ambiti dalla ricerca
scientifica di tutti i tempi c’è l’immortalità
dell’essere umano. Sogno ancora lontano,
certo, ma già si può sperare di vivere più a
lungo.
I numerosi esperimenti per allungare la
durata della vita sono stati finora quasi tutti
fallimentari.
Allora, come si fa a vivere di più e meglio?
Per la risposta possiamo contare solo su noi
stessi. Alcuni studi sui “superlongevi”,
infatti,
hanno
mostrato
che questi
invecchian
o
senza
acciacchi,
in buona
salute
e
autosuffici
enti.
Vivere
vicino alla
famiglia,
proteggersi dal sole e usare il filo
interdentale donano a ciascuno un anno in
più di vita. Lavorare non oltre quaranta ore
settimanali significa avere tre anni in più di
vita ed evitare la carne rossa o mantenere il
cervello attivo, fino a cinque anni in più.
Il vero elisir di lunga vita è: non fumare
(dieci anni) e assumere poche calorie (venti
anni).
La donna più longeva del mondo, madame
Calment, è vissuta fino alla rispettabilissima
età di centoventidue anni! Un vero record! È
morta in buona salute e senza acciacchi, con
un cervello praticamente intatto. È anche
merito
dei
geni, poiché i
suoi parenti
più
stretti
erano
anch’essi
longevi.
Fin
qui,
sembrerebbe
tutto
“normale”, ma se indaghiamo maggiormente
scopriamo alcune cose sorprendenti sul suo
conto. Ovvero, la “nonnina” ha fumato fino a
centodiciotto anni e anche di nascosto dai
medici; non si era mai negata l’alcool a tavola
e consumava fino a un chilo di cioccolato a
settimana! Una vera birichina!
Come abbiamo detto prima, però, nel suo caso
i geni ci hanno messo
lo zampino. Chi non ha
antenati
longevi,
invece, stia attento al
peso, eviti di fumare e
faccia attività fisica,
ma
la
regola
fondamentale
deve
essere: mangiare sano!
Cecilia Ducci – 3a B
Tratto da Focus n° 228 di Ottobre 2011.
Lo sai che in natura esistono fiamme eterne!
In prossimità di crateri o di fenditure nel suolo dalle quali fuoriesce del
magma, la temperatura raggiunge i 243° C, temperatura di autoaccensione
dello zolfo, dando origine a una fiamma eterna spontanea
Simone Cantatore III D
Tratto da Focus D&R n. 35
17
Pochi mesi fa il direttore della NASA ha fatto
un discorso molto preoccupante che ha
messo in allerta tutte le famiglie americane. Il
direttore parlava di una pericolosissima
tempesta solare…
una stella, con un'energia equivalente a varie
decine di milioni di bombe atomiche. I
brillamenti
creano
delle
spettacolari protuberanze solari ed emettono
fasci di vento solare molto energetico le cui
particelle ad alta energia vanno ad impattare
il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36
ore successive all'emissione di massa. I
brillamenti
sono
spesso
associati
alle macchie solari. Questi fenomeni furono
osservati
per
la
prima
volta
nel 1859 dall'astronomo
britannico Richard
Christopher Carrington, e recentemente sono
anche stati osservati su varie altre stelle. La
frequenza dei brillamenti varia: da molti al
giorno quando il Sole è particolarmente
"attivo", a circa uno alla settimana quando
invece è "quieto". Essi impiegano molte ore o
anche giorni per "caricarsi", ma l'eruzione
solare vera e propria impiega pochi minuti per
rilasciare
la
sua
energia.
Le onde
d'urto risultanti
viaggiano
lateralmente
attraverso la fotosfera e verso l'alto attraverso
la cromosfera e
la corona,
a
velocità
dell'ordine di 5.000.000 di chilometri all'ora .
Secondo Kunches, si trattava di un evento in
tre tappe. La prima: due eruzioni solari
avrebbero
raggiunto
la
Terra;
con
conseguente black-out della radio. Seconda
tappa: la radiazione solare avrebbe raggiunto
il campo magnetico della Terra, con possibili
conseguenze sul traffico aereo, specialmente
vicino ai Poli, i satelliti e
su qualsiasi
astronauta che stesse realizzando una
passeggiata spaziale. Questa fase sarebbe
potuta durare giorni. Ultima fase: la nube di
plasma innescata dall'eiezione della massa
coronale, avrebbe raggiunto la superficie
terrestre Questa terza tappa avrebbe potuto
interessare le reti elettriche, i satelliti, gli
oleodotti e i sistemi ad alta precisione GPS,
utilizzati per le perforazioni di petrolio, i
topografi ed alcune attività agricole. I sistema
Gps utilizzati per funzioni meno sofisticate,
per esempio quelli di navigazione utilizzate in
molte automobili, non
dovrebbero
essere
interessati.
Il
campo
geomagnetico
della Terra
è
capace
di
resistere ad una
potente
tempesta solare
ma si registrano
comunque dei
disturbi,
un
esempio sono i
disturbi
nelle
trasmissioni
radiofoniche o la
perdita
improvvisa
di
segnale della telefonia mobile, disturbi per gli
strumenti per il volo degli aerei ecc..
Tutto sarebbe dovuto
avvenire entro la fine
dell’anno in coincidenza
con la previsione della
fine del mondo dei Maya.
Ma il 21 dicembre è
passato, e nulla di tutto
ciò
si
è
verificato.
Evviva,scampato
pericolo!! Ma sarà così?
Ma che cos’è una
tempesta solare? Una tempesta solare (detta
anche tempesta geomagnetica) è un disturbo
della magnetosfera terrestre, di carattere
temporaneo, causato dall'attività solare: il
brillamento o eruzione solare. In astronomia,
un brillamento solare , anche se sarebbe più
corretto dire stellare perche è un fenomeno
tipico di tutte le stelle, è una violenta eruzione
di materia che esplode dalla fotosfera di
Shelin Galmangoda e Sofia Scoglio 3^D
Tratto da Wikipedia e Youtube ( NASA
eruzione solare 2012
18
Qui non si butta niente!!
CONSERVARE TUTTO? UN ATTO ECOLOGICO, MA PUO’ TRAMUTARSI IN UNA VERA
MALATTIA OGGI CHIAMATA : DISPOSOFOBIA
La disposofobia consiste nel tenere tutto
anche i rifiuti in casa fino a che non c’è più
spazio né per muoversi né per cucinare,lavarsi
ecc.
Quante volte prima di buttare via un oggetto
avete pensato: “Mah, forse lo tengo, non si sa
mai possa tornare utile …”? Tendenzialmente
tutti noi siamo propensi a non liberarci
facilmente di ciò che ci appartiene, ma c’è chi
che gli “accumulatori” compulsivi sono
spesso eccessivamente coinvolti nei confronti
delle loro cose. Ogni vecchia lista della spesa,
ogni penna esaurita, vengono percepite come
parte della propria persona e della propria
storia, dunque oggetti che agli occhi dei più
apparirebbero
senza
valore,
per
i
disposofobici hanno una grande importanza
emotiva. Esiste inoltre un accumulo
“strumentale”, come quando chi
soffre di disposofobia non butta il
phon o il tostapane vecchio
nell’idea di un’utilità futura.
Quando un individuo riconosce
come esagerata la propria mania
di mettere da parte oggetti, di
accumularli in maniera sfrenata,
dovrebbe rivolgersi ad uno
psicoterapeuta
professionista.
Purtroppo l’aspetto problematico
della disposofobia è proprio
quello che nella maggioranza dei
casi l’accumulare compulsivo non
viene riconosciuto finché il
paziente non si sottopone alla
terapia per altri problemi. Questo
accade per molti disposofobici che
oltre
ai
disturbi
compulsivi
sono
particolarmente soggetti a depressioni, ansie e
disturbi alimentari.
Una terapia efficace prevede diverse
prescrizioni ed esercizi per imparare a
riorganizzarsi al meglio e a prendere
decisioni, e in modo da portare i pazienti
anche a riconsiderare il loro rapporto con gli
oggetti vecchi, rotti o privi di valore.
Valentina Milesi 3^D
Tratto da Corriere della sera 14\10\12 e
Focus n. 241
ha un problema così forte a buttare via le
cose, a distinguere quel che è importante da
quel che non lo è, da sviluppare un vero e
proprio disturbo: la disposofobia. Il disturbo è
anche conosciuto con il nome di “sindrome
dei fratelli Collyer”. Homer e Langlay Collyer
erano due fratelli , uno ingegnere e uno
medico, che vivevano negli anni venti ad
Harlem , New York. Alla loro morte nel 1947
nella loro casa furono rinvenute 130
tonnellate di oggetti e spazzatura. I due fratelli
furono
trovati
morti,
sepolti
dall’impressionante cumulo di materiali.
Ma perché i disposofobici lasciano così tante
cose in giro? Diversi studiosi hanno scoperto
19
GLI OGM
Il termine OGM, acronimo di Organismi
Geneticamente Modificati, è correntemente
utilizzato dai media per descrivere piante in
cui sono stati trasferiti uno o pochi geni per
trasformare cellule o tessuti vegetali .
Esistono molti modi di modificare il
patrimonio genetico di un
organismo e l’uomo usa molti
mezzi da tanti anni per piegare
batteri, lieviti, piante ed anche
virus alle sue esigenze. Essendo
un termine di principale uso
giornalistico, OGM è usato quasi
sempre per indurre paure, e
talvolta vere e proprie fobie nel
pubblico.
Gli OGM sono per prima cosa un
prodotto industriale e non un
prodotto tipico che si possa
incontrare nei mercatini rionali.
Sono
sostanzialmente
4
le
piante
geneticamente modificate che vengono oggi
coltivate al mondo e tutte sono prodotte a
milioni di tonnellate. Si tratta di soia (il
57%del soia mondiale è da OGM),
mais(25%), cotone(13%) e colza (5%). Sono
coltivati nei 5 continenti, in particolare nei
grandi paesi agricoli mondiali come USA,
Brasile, Argentina , Canada, India, Cina e
Sudafrica. Le prime coltivazioni di piante
transgeniche risalgono al 1994 e l’aumento di
superfici coltivate con OGM è mediamente di
oltre il 10% all’anno. Mai nella storia
dell’agricoltura mondiale una tecnologia si è
sviluppata tanto rapidamente su superfici cosi
vaste, in cosi tanti continenti .
Il 60% dei prodotti alimentari in vendita nei
nostri negozi contiene OGM
I cibi modificati geneticamente sono sulle
nostre tavole da parecchi anni e noi li
mangiamo senza saperlo e senza volerlo, in
quanto il regolamento europeo non prevede
l’obbligo di indicare nell’etichetta di alimenti
e mangimi la presenza di OGM, quando non
si supera la soglia dello 0,9%. Soia, mais e
colza modificati geneticamente sono sulle
nostre tavole, anche e soprattutto sotto forma
di derivati: olio di soia, olio di mais, olio di
colza (spesso contenuti negli "oli di semi" e
"oli di semi vari"), amido di mais, sciroppo di
mais, destrosio e lecitina di soia (E322), mono
e di gliceridi (E471), malto destrine, sorbitolo
(E420). Possono quindi contenere OGM tutti i
prodotti di pasticceria, le merendine, il
cioccolato, i gelati, lo yogurt, i
salatini e
i chips vari, le
margarine, le salse, i cibi precotti
o surgelati, ecc.
In realtà alla pessima immagine
pubblica che evocano gli OGM
non
corrispondono
né
documentati problemi ambientali
né problematiche di tipo sanitario
anzi, come recita la dichiarazione
del commissario Europeo alla
ricerca Philippe Busquin, gli
OGM “sono ancora più sicuri”
delle piante coltivate in maniera tradizionale
da cui esse derivano. Non tutti la pensano
così, e da quando sono arrivati sulle nostre
tavole i cibi geneticamente modificati,
numerosi scienziati e ricercatori indipendenti
hanno pubblicato i risultati di studi ed
esperimenti che provano la pericolosità dei
cibi OGM per la salute. Ricordiamo fra questi
il Dr. Pusztai che, già sette anni fa, aveva
condotto esperimenti sui topi nutriti con
patate OGM, presso il Rowett Institute di
Aberdeen, in Scozia. Al termine dei suoi
esperimenti, il Dr. Pusztai aveva trovato gravi
alterazioni agli organi vitali dei topi. Ma le
sue conclusioni vennero decisamente respinte
dalla comunità scientifica britannica. Molti
ricercatori indipendenti hanno, inoltre, già da
tempo denunciato la pericolosità delle tossine
Bt presenti nelle piante modificate
geneticamente con il gene del Bacillus
Turingensis che possono provocare allergie e
alterare il sistema immunitario. Altre ricerche
hanno poi evidenziato che altri geni usati per
la modifica delle piante si sono rivelati
cancerogeni o in grado di alterare la
funzionalità dell’apparato riproduttore. Oggi
una conferma incontestabile che gli OGM
sono pericolosi per la salute viene fornita
20
dalla multinazionale Monsanto, produttrice di
molte piante transgeniche, che ha condotto un
esperimento dal quale risulta che topi nutriti
con mangimi a base di mais transgenico
hanno sviluppato gravissime anomalie agli
organi interni e nei valori sanguigni. La
relazione precisa che i problemi riscontrati nei
topi nutriti con il mais OGM si sono rivelati
completamente assenti in altri topi la cui dieta
escludeva l’utilizzo di tale prodotto. La
Monsanto ha definito insignificanti le
variazioni nelle condizioni di salute dei topi e
si è sempre rifiutata di pubblicare il rapporto,
ma recentemente è stata obbligata a farlo
dall’Alta Corte Amministrativa di Munster su
richiesta di Greenpeace. La notizia è stata
pubblicata sul
Independent”.
quotidiano
inglese
“The
L’unica cosa che resta da fare al consumatore
è di chiedere che ci sia una normativa precisa
sui cibi OGM che tenga conto dei risultati
della ricerca scientifica per evitare inutili
allarmismi da un lato e dall’altro dia certezze
sulla mancanza di rischi per la salute che
comporta il loro consumo.
Nada Nasef III C
Tratto da www.greenplanet.net
www.greenpeace.it; www.disinformazione.it
- La musica fa bene ai nostri neuroni. Gli scienziati
ritengono che quando il nervo vago (un particolare nervo
che parte dal cervello e che, attraverso numerose
ramificazioni, innerva e controlla diversi organi) è
sottoposto alla stimolazione elettrica, mentre una persona,
ad esempio, ascolta delle note particolari, rilascia delle
sostanze che fanno modificare ai neuroni la loro funzione.
- Il ghiaccio, diversamente dall’ acqua, non è trasparente
dato che la solidificazione dell’acqua avviene dall’esterno verso l’interno e l’acqua interna, che
solidificandosi aumenta di volume, non potendo espandersi forma delle piccole crepe che fanno
apparire il ghiaccio di un colore biancastro.
- Alcuni pellicani non mangiano solo pesce! Alcuni di loro mangiano anche gli uccelli (come
dimostrato da un video,girato in un parco londinese in cui si vede un pellicano che inghiotte un
piccione), anche se il pesce rimane il loro cibo prediletto. Questo fenomeno potrebbe verificarsi a
causa della loro vita semi urbana che può generare comportamenti diversi da quelli naturali.
- Il toro, in realtà, non distingue il colore rosso. Si scaglia
infuriato contro il mantello del torero, perché i tori si
infastidiscono nel vedere un drappo o qualsiasi altra cosa in
movimento.
Giacomo Ghislandi e Sorin Iamandi 3^C.
Tratto da Focus D&R n.35
21
Il riscaldamento globale è un recente
fenomeno cominciato di pari passo con la
crescente industrializzazione del mondo, per il
quale
la
temperatura
media della
Terra e degli
oceani
aumenta
sempre
di
più,
con
gravi danni
ambientali, e
drammatiche
conseguenze
sull'uomo, sugli animali e su tutte le specie
viventi
della
terra.
Cosa ha causato il riscaldamento globale?
Ormai quasi tutta la comunità scientifica è
concorde nell'affermare che il riscaldamento
globale è un fenomeno in costante aumento
determinato dal crescere delle concentrazioni
di gas serra,come l’anidride carbonica
nell'atmosfera derivanti dalle attività umane :
attività
industriali,
deforestazione,
combustione
dei
fossili,
ma
anche
I’agricoltura e soprattutto l’allevamento
intensivo, su scala industriale. Dunque, il
riscaldamento globale è un aumento della
temperatura. Quali conseguenze ed effetti
provoca?
- aumento del livello del mare con
conseguente
rischio
di
inondazioni;
- espansione di aree subtropicali e desertiche e
fiumi
prosciugati;
- ritiro e scioglimento dei ghiacciai soprattutto
al
polo
nord;
- maggiore frequenza di eventi meteorologici
estremi
;
- rischio di estinzione di molte specie
animali;
- pericoli per le attività umane: come ad
esempio
la
produzione
agricola.
Recenti studi dimostrerebbero che in
futuro il riscaldamento globale potrebbe
anche causare il cambiamento del colore
delle foglie. Un’ altra grande conseguenza
del riscaldamento globale: il buco nell’
ozono,
con
conseguente
perdita
dell’effetto
schermante
dei
raggi
ultravioletti molto dannosi per tutti gli
esseri viventi. Come possiamo fermare il
riscaldamento
globale?
Purtroppo gli sforzi intrapresi finora sono
pochi e troppo poco incisivi: il protocollo di
Kyoto (in cui peraltro paesi grandi
"inquinatori" del mondo, come gli Stati Uniti,
erano assenti), la COP15 a Copenhagen e la
conferenza sul clima di Cancun non hanno
portato ai risultati sperati. C'è chi ipotizza un
"ritorno alle origini" fermando la crescita ed
addirittura intraprendendo un percorso di
decrescita, ma forse, senza esagerare,
basterebbe utilizzare tutte le conoscenze
acquisite finora per promuovere ad esempio
uno sviluppo sostenibile, che sappia fare buon
uso delle fonti energetiche rinnovabili, e
soprattutto promuovere una conoscenza volta
al risparmio energetico ed al riuso.
Giacomo Ghislandi e Sorin Iamandi 3^C
Tratto da Focus
Cibo del futuro
Le alghe sono il vero cibo del futuro. Sono ricche di antiossidanti e
sali minerali: ferro, calcio e iodio. Inoltre sono nutrienti e poco
caloriche.
Anche i micro organismi potrebbero migliorare la nostra alimentazione. Sono così piccoli da non
poter essere visti a occhio nudo, ma contengono le stesse sostanze nutritive dei grandi organismi.
Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C
Tratto da Focus extra n. 58
22
Tutta colpa di Thomas Edison. Se 134 anni fa
non avesse inventato la lampada a
incandescenza illuminando la notte a giorno,
tutti andrebbero a letto con le galline per
svegliarsi
all’alba.
Nel
1878 con l’avvento dell’ energia
elettrica, la luce illuminò prima alcune case,
poi inondò le strade rendendole più sicure e
dando inizio alla vita
notturna e non solo, la
luce artificiale altera il
nostro ritmo sonnoveglia impedendo al
nostro corpo
di
produrre
melatonina,
l’ormone del sonno, e
rendendo così difficile
l’addormentarsi ma anche TV, Internet e
videogiochi influiscono sul ritmo sonnoveglia oltre ad aver eroso ulteriormente le ore
rimaste
per
il
riposo.
Ma lo sai che cosa succede se non dormi?
Se
non
dormi
per
una
notte:
-la pelle soffre e avremo un aspetto cinereo e
occhiaie
scure
e
profonde;
-si corre il rischio di prendere decisioni
sbagliate in quanto il tuo cervello controlla
meno
la
logica;
-si ha maggiore sensibilità al dolore:
l’insonnia esaurisce le nostre riserve di
serotonina;
-si
diventa
molto
irritabili;
-la capacità di concentrazione risulta
gravemente
compromessa;
-si aumenta il rischio di ammalarsi di diabete.
La mancanza di sonno a lungo termine porta
a:
-obesità;
-malattie
cardiovascolari;
-disturbi
psicologici;
-ridotto funzionamento del sistema
immunitario.
Nei bambini e nei ragazzi in età
scolare la riduzione delle ore di
sonno ha delle ripercussioni sui
risultati scolastici, in genere gli studenti con i
voti peggiori vanno a letto tardi. Il rimedio?
Bastano semplici regole di vita: non assumere
nel pomeriggio sostanze eccitanti quali caffè,
bibite a base di cola, nicotina. Di sera fare un
pasto leggero senza alcolici. Ridurre la
temperatura e la luminosità ambientale e
un’ora prima di andare a dormire non usare
computer, tablet o altri oggetti
retro
illuminati. Preferire un libro alla tv. Andare a
letto sempre alla stessa ora. E a questo punti i
tuoi voti non saranno più i peggiori!!!
Chiara Mantegazza e Giulia Villani 3^ C
Tratto da Focus nov. 2012
Quanto pesiamo?
Lo sai che la popolazione mondiale pesa circa 287 milioni di tonnellate di
cui 15 milioni dovute alle persone in sovrappeso e 3,5 agli obesi . Il peso
medio di una persona è 62 kg con differenze notevoli tra i vari paesi: i
nordamericani pesano in media 80.7 kg mentre gli asiatici 57,7 kg. Negli
USA il 70%delle persone è in sovrappeso,e se tutta la popolazione del mondo pesasse allo stesso modo si
avrebbe una aumento di massa umana di circa 58milioni di tonnellate , come se sulla Terra vivessero
935milioni di persone in più di peso normale con conseguente aumento delle necessità di risorse alimentari
ed energetiche.
Simone Cantatore III D - Tratto da Focus D&R n. 35
23
Gli aerei di domani saranno velivoli
supersonici con un boomerang sulla coda che
smorzerà l’ onda d’ urto che si genera quando
si supera il fatidico “ muro”, consumeranno
meno di quelli di oggi, saranno più silenziosi
e offriranno a
bordo una “ una
qualità della vita ”
migliore. Tra le
proposte
più
interessanti
c’è
quella
della
California
Lockheed Martin
che da qualche
tempo promuove il progetto di un “ biplano
chiuso” : la particolare forma delle ali di
questo modello garantirà una maggiore
portanza, ovvero la forza generata dal flusso
dell’ aria, che permette al velivolo di tenersi
in volo, e genererà minore resistenza con
conseguente
riduzione
dei
consumi rispetto agli aerei di
adesso che consumano in media
10 litri di carburante al
chilometro.
Questi
aerei
inquineranno meno e i biglietti
non subiranno variazioni al
rincaro del carburante. È già allo
studio, inoltre, il primo aereo di
linea “ ibrido”. Quest’ultimo ha 2
motori
alimentati
sia
da
carburante tradizionale sia da
energia elettrica. Completata la
fase di decollo, quest’ aereo commuta
gradualmente alla modalità “ elettrica” finché,
durante il volo, l’ energia necessaria a far
funzionare i motori è fornita solo dalla
batteria. Il consumo di carburante si
ridurrebbe di circa il 55% mentre l’
inquinamento calerebbe del 70%.
Si
prospetta inoltre, a circa 10 anni dall’ ultimo
volo del Concorde, un ritorno agli aeri
supersonici, in grado di volare da New York a
Parigi in tre ore e mezza. Il Concorde non ha
più volato per vari motivi,
c’è chi dice che non
costruivano più i pezzi di
ricambio, chi invece per l’
incidente avvenuto a Parigi
nel 2000 con circa 100
morti, chi invece dice che è
nato troppo presto ( come se
fossero nati i cellulari nel
1900 ). Ora si vuole tornare
ai voli supersonici dotando però i nuovi aeri
di tecnologie tali da rendere i motori più
efficienti in tutte le fasi di volo, compreso
atterraggio e decollo, ridurre i consumi ed
evitare il “bang” supersonico, il classico boato
generato dal superamento del “muro” del
suono, che in molti paesi
è vietato. In attesa che
questi progetti divengano
realtà continueremo a
volare
sugli
attuali
modelli che secondo un
professore
del
dipartimento
di
Ingegneria Aerospaziale
dell’Università di Torino
saranno usati per i
prossimi 100 anni visto
che le aziende hanno fatto
in fase di progettazione grandi investimenti e
hanno quindi interesse a produrli per il
maggior tempo possibile.
Giulia Calabri III D
Tratto
da
Focus
nov.2012
Un mondo sempre più affamato…di carne
Negli ultimi anni si sta assistendo al cambiamento delle diete verso una prevalenza di prodotti di
origine animale. Secondo Alexandre Meybeck, esperto del Dipartimento di Agricoltura e di
Protezione del Consumatore della Fao, nel 2050 il consumo di carne potrebbe salire del 40% a
livello globale e del 70% nei paesi emergenti.
Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C
Tratto da Focus extra n. 58
24
Cresciamo al ritmo di 75 milioni di persone
all’anno, una crescita sbalorditiva se si pensa
che l’umanità ha impiegato 1200 anni per
passare dai 200 milioni di individui del I
secolo d.c. a 400 milioni. Secondo le stime
dell’ONU supereremo i nove miliardi nel
2050 e sfonderemo il tetto dei dieci miliardi
nel 2085. Ma c’è anche una prospettiva più
estrema, secondo cui entro la fine del secolo
saremo poco meno di 16 miliardi. Il mondo
c’è la farà ad accoglierci tutti? Nel 1968 il
biologo e ambientalista americano Paul R.
Ehrlich pubblicò un testo che ha dato un
nome a questa preoccupazione: The
Population Bomb, la bomba demografica.
Secondo questo biologo il mondo stava
rapidamente esaurendo le risorse alimentari e
in poco tempo l’uomo non sarebbe stato più
in grado di far fronte alle richieste alimentari
della popolazione in continua e incontrollata
crescita. Per fortuna le sue previsioni funeste
non si sono avverate e accanto all’aumento
della popolazione si è avuto l’incremento
della produzione alimentare anche se non è
stata certo debellata la fame nel mondo a
causa della cattiva distribuzione della
ricchezza tra i popoli. Tra 100 anni, tre
persone su quattro nasceranno in Asia o in
Africa, mentre la natività scenderà
drasticamente nel Vecchio continente e si
assisterà a continui movimenti migratori. La
società sarà sempre più multietnica e vivremo
più a lungo. Secondo gli esperti ,quindi,non
corriamo più il rischio di un aumento
incontrollato della popolazione ma tale
aumento ci sarà e una migliore distribuzione
del cibo sarà quindi essenziale per sconfiggere
la fame.
Un grafico della popolazione mondiale 2012:
Erika Baldi 3^D
Da Focus Extra n.58
PIANETA ESPULSO
Lo scienziato americano David Nesvorny afferma che
quattro miliardi e mezzo di anni fa i pianeti giganti del
sistema solare erano cinque e non quattro ( Giove,
Saturno, Urano e Nettuno). Pare che il quinto, che si
trovava tra Saturno e Urano, sia stato “lanciato” lontano
dal sistema solare a causa delle perturbazioni
gravitazionali prodotte da Giove. Questo pianeta
potrebbe far parte della serie di pianeti non legati ad
alcun sistema stellare che sembra popolino la nostra
galassia.
Elena Ricca 3^B,
Focus Luglio 2012
25
di biglietti e sono stati previsti premi per circa
258 milioni di euro, cioè il 75% circa della
raccolta, il restante
25% va al gestore
per coprire i costi.
Sono stati stampati
circa
12
mila
biglietti vincenti e
quindi
c’è una
probabilità su tre di
trovare un biglietto
vincente. La cosa
più interessante è che però quasi il 60% dei
biglietti vincenti hanno premi minori (5, 10,
20 euro ecc.) e molti giocatori, acquistando un
“gratta e vinci” da 10 euro, vincendone di
nuovo 10, cioè andando in pari, non si sentono
soddisfatti e così spendono i 10 euro per un
altro “gratta e vinci” che però stavolta è
perdente e cosi via in un circolo vizioso che
porterà alla fine quasi tutti i biglietti con
vincite basse a tornare nelle mani del tabaccaio
trasformandosi in altri
biglietti, finchè non si
perde. La conseguenza
è che il margine di
guadagno per il banco
passa dal 25% al 47%
circa.
Il gioco d’azzardo
Un gioco, per essere definito “d’azzardo” deve
essere totalmente (o quasi) casuale e deve
coinvolgere del denaro.Il gioco oggi è un
fenomeno economico e sociale con un
tasso di crescita che non ha uguali. Il 2011
ha segnato un +24% rispetto al 2010. Ma
cosa c’entra la matematica col gioco? Essa
in realtà ha un ruolo molto importante
perché in tutti i giochi
è possibile
colcolare la percentuale di vittoria
applicando le regole della probabilità ed è
con la matematica che si calcolano le vincite,
ma
con
qualche
sorpresa.
Le Probabilità
Considerando il lotto,ad esempio, la giocata
più semplice è la puntata su
un numero
singolo su una ruota, ad esempio il numero 1
sulla ruota di Milano, possiamo dire con
certezza che abbia cinque probabilità di
vincere (perché 5 sono i numeri estratti) su 90
(il totale dei numeri), quindi 1 probabilità su
18. Esistono alcune leggende che
affermano che se un numero al lotto,
non viene estratto da molto tempo, ci
sono più possibilità che nelle prossime
estrazioni sia estratto. Teoria del tutto
falsa, perché ogni volta che viene
estratto un numero, la probabilità che
esca quel numero è sempre la stessa (1su
18). La vincita però non è quella legata
al fattore di probabilità ( 18 volte la puntata)
ma inferiore poichè vi è un margine per il
banco di circa il 38%. Un caso particolare è
quello
dei giochi con jackpot come il
superenalotto. Quando il jackpot diventa molto
alto, può superare il totale
delle giocate. In questo caso il
giocatore ha una probabilità
bassissima di vincere, ma sul
totale, il denaro che torna ai
giocatori è superiore a quello
giocato.
Il “teorema della
rovina
del
giocatore”
Il “teorema della rovina del giocatore”, è stato
formulato da alcuni matematici, esso afferma
che anche in un gioco equo, se il nostro
avversario ha una disponibilità di denaro
superiore alla nostra, i giocatori sono destinati
a perdere, in parole semplici: “Chi ha più soldi
vince” e la maggior parte delle volte quello
che ha più soldi è il casinò o il gestore del
gioco .
Una cosa deve essere ben chiara a chiunque
voglia giocare: qualsiasi gioco di denaro
organizzato è concepito in modo da garantire
un guadagno certo al gestore es. il casinò o un
sito on-line o lo Stato per giochi quali lotto,
superenalotto, totocalcio e lotterie varie.
Il “gratta e vinci”
La situazione non migliora
con i cosidetti “gratta e
vinci”. Ad esempio del
popolare “Turista per sempre” del costo di 10
€, sono stati stampati circa 34 milioni e mezzo
26
Bisogna,quindi, giocare con moderazione solo
per divertimento tenendo sempre presente che
quella “ noiosa” della matematica ha un ruolo
da protagonista!!!!
b)La maggior parte delle persone che giocano a
poker online è di sesso maschile o femminile ?
Il 60% delle persone che giocano a poker online
è di sesso femminile, solo il 40% sono uomini.
Curiosità:
a)Qual
è il gioco più praticato dagli italiani ?
Con il suo 35.2%, il gioco più praticato è il
“gratta
e
vinci”
seguito
dal
“lotto”
con
il
24.2%.
Davide de Monte 3ªD
Tratto da: Focus novembre 2012e Internet
I robot sono macchine che secondo le
previsioni del passato avrebbero dovuto
sostituire l’uomo in diverse attività. Ne
esistono vari tipi, ci sono i robot da
appartamento, i robot guerrieri e i cyber
operai, i cyber chirurghi e i cyber esploratori.
Molti sono i romanzi del passato che ne
parlano e il tema “robot nello spazio” è stato
fonte di ispirazione per un gran numero di
film, a partire soprattutto dalla fine degli anni
’60. A creare un certo tipo di aspettative
nell’opinione pubblica non furono solo i
romanzi e le pellicole di fantascienza. Dal
secondo
dopoguerra,
infatti,
con
l’introduzione dei primi computer si crearono
i presupposti per l’automazione e la robotica.
Si fece così strada la convinzione che prima o
poi sarebbero arrivate macchine sbalorditive,
in grado di risolvere quesiti di matematica,
maneggiare oggetti e svolgere tutte le attività
fino a quel momento riservate agli esseri
umani.
Immagine di droide da battagli B1
immagine di un
muletto-robot
LS3 sviluppato
per l’esercito
Usa
E in effetti si è
assistito a una
notevole
automazione
dei processi produttivi
che hanno
profondamente mutato il lavoro degli operai
nelle fabbriche.
Ma la specie che , col passare del tempo, ha
visto crescere più rapidamente la propria
popolazione è quella dei robot domestici.
Hanno già invaso da qualche anno la case
degli americani e ora anche gli italiani
mostrano di apprezzare le virtù. I loro
compiti? Aspirano, in tutta autonomia, la
polvere dal pavimento di casa; alcuni sono in
grado di asciugarlo e, per chi ha la fortuna di
avere di avere un giardino, esistono anche i
modelli specializzati nel rasare l’erba del
prato. Non assomigliano per niente alla
Caterina del film di Alberto Sordi, ma hanno
l’aspetto per lo più di dischi volanti pieni di
rotelle e sensori che impediscono loro di
schiantarsi contro gli ostacoli e computer di
bordo che regolano le attività. Sono quindi
apparecchi in grado di percepire l’ambiente in
cui si trovano , prendere una decisone e
metterla in atto. Come vuole la definizione di
robot.
Alla stessa famiglia appartengono gli automi
che vengono usati in campo scientifico: tra i
più avanzati Curiosity, il mini rover inviato
dalla NASA su Marte, che ha perfino un
profilo su Twitter, ma attenzione non è così
intelligente da aggiornarsi da solo, ma sono
gli scienziati a farlo perché, ricordiamolo, i
robot sono esseri
“intelligenti”
ma
comunque costruiti
dall’uomo.
Alcuni robot dei
film: C-3PO, R2D2, Gort, Numero
5,
Autobot,
Robocop,
Maria,
Terminator Sonny,
Andrew, Robbie e
Wall-E.
Erika Baldi 3^D
Tratto da Focus
27
Secondo diversi scienziati cambieremo
ancora. C’è chi ritiene che sarà la tecnologia a
fare da motore all’evoluzione. Secondo un
paleontologo
newyorkese
l’evoluzione
dell’uomo si è invece conclusa.
Su un punto invece sono tutti d’accordo:
l’umanità sarà sempre più omogenea. Se le
migrazioni, l’alimentazione e lo stile di vita
continueranno a seguire l’andamento
attuale, differenze come il colore della pelle o
la statura lentamente si annulleranno.
Ecco i cambiamenti più recenti:
-I denti del giudizio stanno scomparendo. Già
oggi, spuntano solo al 30 per cento delle
persone, e in futuro potremmo perderli del
tutto.
-Nell’ultimo secolo la statura degli italiani è
aumentata di circa 10 cm. Grazie a
un’alimentazione migliore ogni dieci anni la
popolazione cresce di un centimetro e
mezzo.
-Prima la fetta di popolazione mondiale che si
poteva concedere cibo calorico era minima,
ora nei paesi occidentali l’obesità è ormai un
problema sanitario. Circa un miliardo e
mezzo di persone sono grasse e le proiezioni
stimano che entro il 2015 circa 2.5 miliardi di
adulti saranno sovrappeso
-Secondo la ricerca di alcuni antropologi la
forma della testa umana sta cambiando.
Nell’ultimo secolo è diventata più stretta e
allungata, e questo si osserva maggiormente
negli uomini che nelle donne. Il volume
medio della scatola cranica , inoltre, è
aumentato di 200 millimetri cubici. Si ipotizza
che il fenomeno sia dovuto al miglioramento
dell’alimentazione e delle cure mediche.
Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C
Tratto da Focus extra n. 58
Soluzioni di pag.30
Atomo
Clorofilla
Iodio
Aldebaran
Mercurio
Rame
Ossigeno
Berillio
Fluoro
Nucleo
Uv
28
NaCl
Zolfo
Ione
Midollo
Vaccino
Ozono
Il sistema che fornisce ai genitori e a chi si
occupa di minori raccomandazioni dettagliate
sull’adeguatezza del contenuto di un gioco a
una particolare età si chiama PEGI (PanEuropean Game Information – Informazioni
paneuropee
sui
giochi),
ovvero
la
classificazione europea sulle confezioni dei
videogiochi. Essa li divide in 5
fasce: pegi 3, 7, 12, 16, 18, a
seconda che il contenuto sia
adatto a quella determinata età.
Questo sistema di valutazione è
stato creato dall’ Isef, la
Federaz
ione
europea
del
softwar
e
interatti
vo, ed è
compos
to da 8
indicato
ri:
violenz
a,
linguaggio scurrile, paura, droga, sesso,
discriminazione, gioco d’ azzardo e online
con altre persone. Prima della vendita del
videogioco, il produttore invia al PEGI tutte
le informazioni per la valutazione che viene
apposta sul fronte della confezione, sul retro
si trovano altre icone che indicano il perché
del giudizio. Il PEGI è stato creato,inoltre, per
sostituire i sistemi di classificazione in base
all’età
presen
ti
a
livello
nazion
ale
con un unico sistema che sia
identico in quasi tutta l’Europa.
Tutti i giochi per le varie console
presentano una classificazione
PEGI, così come tutti i giochi per
PC dei principali editori europei e
americani. I rivenditori di giochi
solitamente richiedono che i
prodotti che vendono siano
etichettati da PEGI e, di
conseguenza, è molto raro trovare
un gioco in vendita non
classificato.
Denise Diatta 3^ D
Tratto da Focus241novembre 2012 -
www.pegi.info.it
Lo sai che cos’ è la foresta piegata ?
In un bosco polacco esistono circa 400 pini che hanno il
tronco incurvato verso nord di circa 90 gradi. Il suo nome
è “Foresta Storta”. La leggenda narra di UFO o di armi
super segrete che hanno determinato l’incurvatura; la
popolazione crede che sia stata madre natura a fare questo,
ma l’ipotesi più accreditata è che il fusto dei pini, piantati
negli anni trenta, sia stato pressato , per un periodo fra i 7
e i 10 anni, con strumenti meccanici al fine di ottenere
legno curvo per costruire mobili, navi, ecc.
29
Lo sai a che profondità arrivano le foche ?
Molto più di un palombaro o di un sommozzatore. Dipende dalla specie
ma tutte le foche sono tuffatori eccezionali e possono scendere oltre i 300
metri di profondità senza accusare la pressione. Il caso più eccezionale è
quello dell’elefante marino (Mirounga sp.) le cui immersioni si aggirano
intorno al km di profondità ma possono arrivare fino a 1500 metri. La
loro forza sta nello sviluppare grosse riserve di ossigeno nel sangue e nei
muscoli che, oltre a permettere lunghe immersioni in apnea,
impediscono alla pressione elevata di danneggiare i loro organi cavi
come i polmoni.
Simone Cantatore III D
Tratto da Focus D&R n. 35
Completa le parole seguendo gli indizi, affinché abbiano un senso compiuto.
5. E’ il primo pianeta del sistema solare
A_ _ _ _
C_ _ _ _ _ _ _ _ _
in ordine di distanza dal Sole.
I_ _ _ _
6. Il suo simbolo nella tavola periodica è
_ _D_ _ _ _ _ _
Cu.
_ _ _ _ _ _ _O
7. Il suo simbolo nella tavola periodica è
R_ _ _
O.
_ _ _I_ _ _ _
8. Il suo simbolo nella tavola periodica è
B_ _ _ _ _ _ _
Be.
_ _ _O_ _
9. Il suo simbolo nella tavola periodica è
N_ _ _ _ _
U_
F.
_ _C_
10. Parte centrale della cellula.
_ _ L_ _
11. Un tipo di raggi del sole.
__ _E
12. Cloruro di Sodio.
_I _ _ _ _ _
13. Il suo simbolo nella tavola periodica è
___C___
S.
O_ _ _ _
14. Può essere negativo o positivo e
conta nei legami ionici.
15. E’ un tessuto molle che si trova
nell'interno cavo delle ossa.
16. Lo si fa per evitare la contrazione di
virus.
17. Il suo “buco” è famoso
1. E’ la struttura della quale è formata la
materia.
2. E’ un pigmento presente nelle foglie
3. Il suo simbolo nella tavola periodica è
I
4. E’ una stella appartenente alla
costellazione del Toro.
Giovanna Sassi, III B
30
Onda increspata: è il suggestivo nome attribuito ad una nuvola avvistata di recente in Nord
America, Inghilterra e Francia.
Gli scienziati hanno deciso di catalogare questa
formazione di particelle d’acqua condensata a
causa delle sue caratteristiche straordinarie. Si
tratta infatti di una nuova nube che è grande,
grigia, terrificante, scura e con mulinelli.
E’ un fatto che non accadeva dal 1951. Entro
breve tempo l’ONU convaliderà l’autenticità di
questa strana nuvola, inserendola all’ interno
dell’Atlante ufficiale delle nuvole.
Come si produce una nuvola?Grazie al
vapore acqueo.
FASE 1.
Il calore del sole fa evaporare l’acqua
FASE 2.
Il vapore sale nel cielo accumulandosi
con altro vapore
FASE 3.
Si forma la nuvola
QUALI E QUANTI TIPI DI NUVOLE
ESISTONO?
Cirri: nube del livello superiore della
inferiori dell'atmosfera ormai non vengono
più raggiunti dai raggi solari.
Cirrostrati: nube della stessa natura del cirro
troposfera (altitudine 8000 − 12 000 m) che si
presenta sotto forma di filamenti bianchi,
isolati e sottili, formati da cristalli di ghiaccio.
I cirri sono trasparenti a causa della grande
dispersione di questi cristalli; pertanto la luce
del Sole attraversa i cirri quasi senza alcuna
attenuazione. I cirri assumono una
colorazione rosa o rosso immediatamente
dopo il tramonto del sole, quando essi
risultano ancora irradiati, ma gli strati
ma formato da un velo continuo traslucido
che copre totalmente o parzialmente il cielo. Il
suo spessore è molto limitato e il suo colore è
normalmente biancastro lattiginoso, lasciando
talvolta intravedere una trama fibrosa. Il
cirrostrato si colora di tinte cangianti che
variano dal giallo al rosso, sia durante ed
immediatamente prima dell'alba sia durante
ed immediatamente dopo il tramonto. Il
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cirrostrato è formato da cristalli di ghiaccio ad
un'altitudine compresa tra 6 000 e 12 000 m.
dell'atmosfera si scontra con una massa di aria
fredda, molto spesso è un precursore di un
fronte caldo in avvicinamento, ed indica che
la parte centrale della perturbazione è molto
vicina.
L'altostrato tende a coprire
uniformemente la volta celeste (6-8/8) e può
dare origine a pioviggine, o anche
trasformarsi in nembostrato e dare origine a
pioggia o a neve se le condizioni lo
permettono.
Alto Cumuli: nube media che si presenta
sotto forma di fiocchi globulari compatti che
si estendono su vaste estensioni planari situate
ad una altitudine tra i 2 000 ed i 6 000 m.
Frequentemente l'altocumulo si presenta come
Il vapore acqueo contenuto in una massa
d’aria calda si raffredda velocemente e si
condensa a contatto con correnti fredde. In
questo modo si formano nubi a sviluppo
verticale, come:
Cumuli: nube a piccolo o medio sviluppo
verticale, che si presenta come una piccola
torre o cavolfiore; essa ha base piatta o
convessa a seconda dello sviluppo verticale. I
cumuli si formano a causa delle correnti
convettive create dalla radiazione solare e in
genere sono indice, se poco sviluppate, di bel
tempo stabile. Però alcune volte queste nubi si
una serie parallela di cilindri compatti, oppure
di strisce di fiocchi allineati in ranghi di
conformazione ondosa. La presenza di
altocumuli può indicare l'approssimarsi di un
fronte e di un cambiamento del tempo,
anticipando l'arrivo di forti temporali.
Alto strati: nube media, posta ad un'altitudine
di circa 2 000 – 6 000 m d'altezza, di colore
bianco opaco o traslucido, talvolta tendente
all'azzurrognolo. Queste nubi possono essere
anche molto spesse, arrivando ad uno
sviluppo verticale di 5 000 m. Essa si forma
quando una massa di aria calda ai livelli medi
sviluppano molto in verticale formando i
cumuli congesti che possono provocare
rovesci anche forti e che sono lo stadio del
cumulo prima della trasformazione a
cumulonembo.
Cumulonembi: Vista a distanza si presenta
grosso modo come una torre che dalla base
piatta e relativamente non molto alta dal suolo
(mediamente intorno ai 2 000 m alle nostre
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latitudini) si erge per alcuni chilometri,
sino ad arrivare al limite della troposfera
ovvero, alle nostre latitudini, intorno ai 12
000 m (meno ai poli e di più all'equatore).
La base del cumulonembo è scura, a volte
quasi nera, con sfumature che possono
andare dal verde al giallo soprattutto
quando causa la formazione di grandine. Il
cumulonembo è la nube tipica di temporali
anche
violenti
e
si
presenta
prevalentemente nelle ore più calde dei
mesi estivi, in quanto la sua formazione
necessita di una grande quantità di energia
termica. Un cumulonembo rappresenta un
pericolo per il volo a vela ed il volo libero ed
anche i piloti di aeroplani cercano per quanto
possibile di evitarlo, volando a vista o con
l'ausilio di radar meteorologici.
Nassar,III B
Tratto da La Repubblica del 24/09/12Wikipedia
Perché alcune nuvole sono bianche e altre grigie??
È la quantità di luce riflessa dalle goccioline d’acqua a dare il colore alle nubi.
Il colore dipende da una caratteristica fisica
chiamata riflettenza, che indica la percentuale di
luce che viene riflessa dalla nuvola.
In generale, le nubi più dense hanno una
riflettenza anche del 90% e sono quindi di colore
chiaro. Di solito sono bianche anche le nuvole
della parte più alta dell’atmosfera, perché
composte da cristalli di ghiaccio che riflettono
molto bene la luce.
Anche la dimensione delle goccioline d’acqua è
importante: quando queste si addensano a
formare gocce più grandi (di solito prima di un
temporale),
la
densità
della
nuvola
complessivamente tende a diminuire e la luce
riesce ad attraversare più agevolmente gli strati
superficiali: la riflettenza quindi cala e la nube
apparirà grigia.
Il colore della base della nuvola, cioè della
porzione più vicina alla Terra, dipende invece
anche dallo spessore, oltre che dalla densità: nuvole più spesse e dense hanno di solito una base
grigia, perché i raggi del sole non riescono a raggiungere gli strati più bassi.
Veronica Vita 3^A
Tratto da Focus
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