scuola sarca giornalino scientifico classi terze 2013
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scuola sarca giornalino scientifico classi terze 2013
Numero 13 – Maggio 2013 Notiziario scientifico delle classi 3a A,3a B,3a C e 3 a D Istituto comprensivo “Arbe-Zara” Scuola sec. di primo grado “Falcone Borsellino” Anno Scolastico 2012-2013 Coordinatori Proff. Anatrà, Barbàra e Gugliotta Da qualche tempo un nuovo killer minaccia la nostra società. Il pericolo è talmente temuto da meritare di essere discusso nel corso dell’ultimo G8. Bisogna sapere che ogni anno, solo in Europa, muoiono circa 25.000 persone perché il loro organismo è diventato resistente agli antibiotici. Il temibile pericolo è un “super batterio” che sta causando vittime in tutto il mondo ed è ormai resistente a qualunque tipo di antibiotico. L’allarme è stato lanciato da Dame Sally Davies, dirigente del Ministero della Sanità britannica, che paragona questa “bomba ad orologeria” nientemeno che alla minaccia causata dal terrorismo! Quello che più spaventa è l’impossibilità di curare chi viene contagiato da questo pericoloso ed eccezionale batterio. Una causa è da ricercare in quel meccanismo, purtroppo tanto diffuso ai giorni nostri, per cui un gran numero di persone si cura col metodo “fai-da-te”, ignorando le corrette prescrizioni d’uso e favorendo così l’insorgenza di nuovi ceppi batterici resistenti. Un altro pericolo arriva dall’acquisto incauto di antibiotici tramite Internet, che non dà nessuna garanzia di aver comprato farmaci sicuri, efficaci e controllati. Ma questa è solo una piccola parte del problema: la punta emersa dell’iceberg. In realtà, la causa più grave del fenomeno arriva proprio dalle case farmaceutiche che, anziché aiutarci a vigilare sulla nostra salute, hanno deciso di non produrre più antibiotici di nuova generazione. Perché mai? Semplice: la ricerca si è fermata perché gli antibiotici non sono farmaci redditizi! (continua a pag. 3) Arriva il “superbatterio”: un nuovo killer silenzioso HIV: trovata la cura? I gemelli Nuovi tesori Il DNA “respira” l’ambiente Uragani Tu sei unico Mammiferi in pericolo! Animali di specie diverse possono comunicare? Un pomeriggio a far formaggio Meteoriti in Russia Mangiare sano per una vita più lunga Le tempeste solari Qui non si butta via niente!! Gli OGM Il riscaldamento globale Cosa succede se non dormi? Come voleremo nel futuro? Ma quanti siamo? La matematica del “gioco” L’invasione dei robot La nostra evoluzione si è definitivamente fermata? Con quali criteri sono classificati i videogiochi? Onda increspata Pag ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” 1 4 5 7 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 22 23 24 25 26 27 28 29 31 ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” 3 6 14 17 21 22 23 24 25 29 30 32 Curiosità L’orso ha inventato il pettine! Lo sai quanto si piange nel mondo? Lo sai perché il colore rosso suscita antipatia? Lo sai che in natura esistono le fiamme eterne! Non tutti sanno che… Cibo del futuro Quanto pesiamo? Un mondo sempre più affamato di…. carne Pianeta espulso Lo sai che cos’è la foresta piegata? Lo sai a che profondità arrivano le foche? Perché alcune nuvole sono bianche e altre grigie?? ” Giochi Acido, che rebus! ” 30 ( continua da pag.1) Il loro utilizzo è infatti sporadico e di breve durata: è molto più conveniente curare un diabetico o un iperteso, perché loro sì che prendono medicine ogni giorno e per tutta la vita! In pratica, chi contrae un’infezione batterica, rischia da oggi di non avere più cure. In Gran Bretagna questa minaccia silenziosa è già emergenza nazionale. Sembra fantascienza che in una città evoluta come Londra non si riesca ad arrestare il crescente numero di morti per infezioni batteriche, incurabili con i normali antibiotici. Il problema “resistenza agli antibiotici” rischia di riportarci a prima della scoperta della penicillina e, continuando così, tra pochi anni non si potranno più curare infezioni, fare trattamenti antitumore o addirittura eseguire trapianti. L’avidità di pochi rischia di uccidere l’intera umanità. Speriamo che le potenze del G8 decidano di finanziare e promuovere la ricerca, altrimenti i progressi medici si ritroveranno riportati indietro di due secoli, quando era facile morire per un parto, o per un banale taglio. Cecilia Ducci, Beatrice Fraccaro,III°B Da Internet e La Repubblica (novembre 2012) L’ orso ha inventato il pettine! Finora i mammiferi, oltre ai primati, in grado di usare strumenti erano 4 : i delfini(che usano spugne per la loro protezione), le lontre marine (che usano sassi per aprire le conchiglie di cui si cibano), gli elefanti(che usano dei rami per scacciare gli insetti) e le megattere (una razza di balena che usa delle bolle d’aria per intrappolare i pesci). Oggi si è aggiunto un altro animale alla lista! Un orso che vive in un parco nazionale in Alaska ha iniziato a usare delle pietre con attaccati dei crostacei che fungono da denti di pettine per……… pettinarsi! Sassi Giovanna III^ B Focus Agosto 2012 3 HIV: trovata la cura? La notizia della bambina di 2 anni e mezzo che si ritiene guarita dall’HIV con la terapia antiretrovirale ha fatto il giro del mondo. Ma come interpretare questa notizia? È l’unico caso registrato al mondo? Sembra di no, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Amelia Beltramini fa il punto della situazione. Due anni e mezzo fa, alla nascita, aveva il virus dell’Aids nel sangue. Curata per 18 mesi con una terapia molto aggressiva oggi ha il sangue pulito. Guarita, titolano i giornali. E la notizia ha fatto – giustamente – il giro del mondo. Ma occorre fare un po’ di chiarezza. La storia che ha raccontato in poche ore avrebbe fatto il giro del mondo. Poco più di due anni fa all’ostetricia di un ospedale di provincia del Mississippi era arrivata una donna in preda alle doglie. Gli esami di routine avevano rivelato che era positiva al virus e malata di Aids. Anche la neonata aveva il virus nel sangue. Un caso raro: in Italia non più di 1-2 bimbi l’anno nascono in queste condizioni; di solito infatti si fa l’esame all’inizio della gravidanza e la terapia preventiva con zidovudina (Azt) alla madre e poi al neonato nelle prime 6 settimane di vita riducono il rischio di trasmissione dell’infezione dal 20% al 2%. I pediatri avevano quindi trasferito immediatamente la neonata a Jackson, all’University of Mississippi Medical Center, dove Hannah Gay, pediatra specializzata in Aids, aveva iniziato a dal giorno successivo una terapia molto aggressiva detta Art (Anti retroviral treatment) a base di 3 farmaci (zidovudina, lamivudina e nevirapina) usata di solito negli adulti, che ha il compito fermare la moltiplicazione del virus e di limitare i danni che Hiv causa al sistema immunitario. La terapia si era rivelata efficace: a distanza di un mese il virus sembrava sparito e la terapia era proseguita per 18 mesi. Nessun medico avrebbe il coraggio di interrompere l’Art: in troppi casi il virus è ricomparso più aggressivo di prima. Ma in questo caso la cura era stata interrotta dalla madre che non aveva più portato la figlia ai controlli per 6 mesi. Quando la bimba era tornata ai controlli, il virus risultava scomparso nonostante l’assenza della terapia. Solo un esame estremamente sensibile ha individuato una sola copia di Rna virale nel sangue e 37 copie di Dna virale per milione di un particolare tipo di globuli bianchi, i leucociti mononucleati (Pbmc). Lo stesso esame ripetuto due mesi dopo aveva rivelato 4 copie di Dna virale per milione di Pbmc. La terapia antivirale non era stata ripresa. Costanza Forin 3 A Tratto da Focus Internet 4 Nei primi giorni di agosto migliaia di gemelli monozigoti, cioè nati da una stessa cellula uovo fecondata e quindi con le stesse caratteristiche fisiche, partono dalla propria città per raggiungere Twinsburg, dove ogni anno si ritrovano migliaia di gemelli, per vivere momenti di festa, concorsi e spettacoli. Questo evento per tutti gli scienziati è un’opportunità imperdibile che permette di esaminare tutti i gemelli sottoponendoli a test, per esempio chiedendo loro di bere una bevanda per vedere se reagiscono allo stesso modo al gusto oppure prendendo loro le impronte digitali per analizzarle e vedere se il software sia in grado di distinguerle. Infatti, tutti i gemelli monozigoti possono sembrare indistinguibili, ma una macchina da laboratorio sofisticata riesce ad individuare le più invisibili differenze nelle lentiggini, nei pori della pelle o nella curva delle sopracciglia. Per tutti gli scienziati, venuti appositamente per questo raduno, esaminare i gemelli è una preziosa occasione, soprattutto per rispondere ad una antica domanda: si nasce o si diventa quello che si è? I gemelli monozigoti hanno lo stesso DNA, più precisamente hanno lo stesso codice genetico, perché nascono tutte e due da un solo ovulo fecondato che si divide in due, quindi ogni loro piccola differenza deve dipendere da agenti esterni, in genere ambientali. Il primo a occuparsi di gemelli fu Francis Galton, nel 1875,ma studi più approfonditi vennero fatti quando si scoprirono molte coppie di gemelli monozigoti separati alla nascita. Il primo caso fu quello dei fratelli Jim. Appena nati furono dati in adozione a due famiglie diverse, che casualmente scelsero lo stesso nome. Trentanove anni dopo, i due fratelli si ritrovarono e scoprirono una serie di somiglianze e coincidenze. Tomas Bouchard, uno psicologo, appena seppe dei due, li volle studiare nel suo laboratorio facendo loro alcuni test che confermarono queste somiglianze: entrambi avevano vissuto separatamente, ma avevano compiuto le stesse scelte di vita . Anche altri scienziati fecero ricerche su gemelli separati appena nati e ricongiunti dopo anni. Bouchard provò a rispondere ad alcune domande che spesso si pone l’uomo: perché alcune persone sono tristi e altre felici? Perché alcuni sono timidi e altri estroversi? Da dove ha origine la nostra intelligenza? Analizzando i dati sui gemelli si è visto che tra persone cresciute con le stesse opportunità di studio le differenze di intelligenza sono più attribuibili alla diversità genetica che al diverso grado di istruzione e che i gemelli cresciuti in famiglie diverse hanno 5 quozienti intellettivi simili, come i gemelli vissuti insieme. Pare che i genitori abbiano una parte importante, ma non preponderante rispetto ai fattori genetici nello sviluppo del potenziale intellettivo del figlio. Da circa 12 anni due famiglie canadesi affidandosi a una stessa agenzia di adozione, si trovano a crescere due gemelle monozigoti a 440 km di distanza. Prima di andare nell’orfanotrofio i quattro genitori avevano visto le foto delle due bimbe e avevano notato che erano similitudini sconcertante: ad esempio hanno cominciato a camminare lo stesso giorno e hanno un carattere intraprendente e un po’ aggressivo. Ci sono però casi che testimoniano di gemelli monozigoti che, pur essendo cresciuti nella stessa famiglia, sono molto diversi. Uno studio su gemelli dimostra come il loro vissuto nell’utero materno e nel primo anno di vita possano avere un peso rilevante. Dalle osservazioni e dalle ricerche fatte per tentare di dare una risposta alle domande riportate in questo articolo, è emerso che la genetica e l’ambiente non sono le uniche forze che plasmano un individuo: pare che ce ne sia una terza, di cui si occupa l’epigenetica, che influenza l’espressione del codice genetico. Dagli studi fatti,osservando i gemelli sembra evidente che molti dei loro tratti comuni siano innati, tante delle loro caratteristiche siano uguali e inalterabili, ma conoscendoli meglio si capisce che sono diversi da molti punti di vista. decisamente identiche e si erano chiesti se non fossero sorelle. Ma i gestori dell’orfanotrofio risposero di no e precisarono che le due bambine non potevano essere date alla stessa famiglia ,ma dovevano essere per forza divise. Per nulla convinti della risposta e avendo paura che le due piccole non avrebbero più saputo l’una dell’altra, le adottarono e tutt’oggi una delle due famiglie ogni sette settimane va a trovare l’altra. Le due bambine presentano una serie di Una ricercatrice in questo campo spiega così: Madre Natura scrive alcune cose con la mati ta e altr e con la pen na. Le cose scritte a penna non si possono cambiare e sono il DNA. Le cose scritte a matita, invece, si possono modificare e di questo si occupa l’EPIGENETICA. Oggi gli studiosi sono sempre più in grado di studiare il DNA e identificare le parti scritte a matita. Siamo alla scoperta di un nuovo mondo!!!! Camilla Favale 3^B Da National Geographic, Gennaio 2012. Lo sai quanto si piange nel mondo ? Il paese dove si piange di più sono gli Stati Uniti, seguiti subito dopo da Italia e Germania, mentre il paese dove si piange di meno è la Cina .Uno studio rivela, inoltre, che le donne piangerebbero tra le 30 e le 64 volte all’anno, mentre i maschi lo farebbero tra le 6 e le 17 volte. Nell’adolescenza non ci sono differenze tra i sessi . Simone Cantatore III D Tratto da Focus D&R n. 3 6 Che bello! ! ! Anche noi siamo dei piccoli re Salomone , un piccolo sceicco del Qatar , un piccolo produttore di gas metano. Tutti noi siamo in possesso di un piccolo tesoro! Se questi nostri piccolissimi tesori li moltiplicassimo per le centinaia di milioni di persone che vivono sulla Terra, ecco che, come per magia, senza dover scavare miniere, trivellare mari e fertili pianure, troveremmo enormi tesori, fino a poco tempo fa nascosti nelle nostre case. Siamo impazziti ? Dove si trovano questi tesori ? Semplicissimo si trovano nelle tonnellate di rifiuti che tutti i giorni vengono prodotti sulla Terra. Basta pensare che in tutto il mondo vengono prodotti circa 1.300.000.000 tonnellate di rifiuti. Di questi il 19% vengono riciclati, l’11% producono energia mentre il 70% finisce nelle discariche. Diversi sono i sistemi nel mondo per sfruttare al meglio questi scarti: nell’Oregon tramite un arco voltaico in grado di sviluppare 13.000° C il prodotto viene praticamente vaporizzato producendo un gas sintetico senza che vengano generati sottoprodotti nocivi come avviene con l’utilizzo di inceneritori di vecchia generazione. A Copenaghen in un impianto costituito da diversi piccoli inceneritori collegati tra loro vengono bruciate 500 t. di rifiuti che producono energia elettrica per 25.000 famiglie, riscaldando inoltre 120.000 case. Il nostro paese è tra i primi al mondo nella differenziazione dell’umido che viene raccolto in apposite discariche. Tramite la sua decomposizione è possibile produrre del biogas . Da questa forma di raccolta, ulteriormente perfezionata, in alcuni paesi del Nord Europa viene ricavato del metano puro. Ci sono alcuni paesi europei che importano rifiuti da paesi poco organizzati nello sfruttamento dei rifiuti per ottenere anche ottimi fertilizzanti per la concimazione di vasti campi dedicati all’agricoltura. Ma non solo: tramite speciali procedimenti chimici, i vecchi pneumatici possono fornirci ottime ceramiche; la plastica come il vetro, recuperati correttamente, ci forniscono altri prodotti dello stesso materiale. Riciclando carta e cartone è possibile ottenere carta per stampare libri senza dover tagliare milioni di alberi. Un'altra ricchezza, equivalente a 40 volte l’oro e l’argento che estraiamo dalle miniere, ci viene fornita dallo smantellamento di apparecchiature elettroniche. Oltre a fornirci veri e propri tesori il corretto recupero dei rifiuti ci permette anche di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico, marino e terrestre. Anche le aziende produttrici di materiali biodegradabili ci stanno dando una mano producendo, grazie a procedimenti scientifici sempre più sofisticati, materiali facilmente degradabili e facilmente trasformabili in quei piccoli tesoretti sopra citati. Visto cosa si può ottenere da semplici rifiuti, in tutti i paesi del mondo si sta cercando di responsabilizzare i cittadini affinché osservino sempre di più le regole riguardanti la differenziazione dei rifiuti per permettere il loro sfruttamento. Perciò il nostro appello è: iniziamo da subito a fare in modo che tutti questi nuovi tesori acquistino sempre più valore. Basta poco: raccogliamo, dividiamo, non disperdiamo nulla per la strada, nei prati, in quei pochi parchi che abbiamo o peggio ancora nei boschi e alla fine saremo tutti più ricchi perché vivremo in un mondo più sano e più pulito!!. Corso Andrea , Melis Matteo e Copes Cristian 3^ C Tratto da Focus ottobre 2012 e Internet 7 Le faglie, sono le zone più turbolente e delicate del pianeta, perché sono le aree dove le placche ( le parti in cui è divisa la superficie terrestre, come i pezzi di un puzzle) si urtano o si allontanano provocando fratture fra le rocce e spesso violenti terremoti. Le principali faglie si sviluppano lungo i confini dei continenti ma riguardano tutto il pianeta sia i continenti sia i fondali marini. Queste faglie hanno vario aspetto: voragini, scarpate, canyon o rocce corrugate composte da più strati. Si sono formate anche nel corso di millenni. L’ attrito tra le rocce in movimento può frenarle facendo accumulare energia all’interno della faglia, ma quando le spinte vincono queste forze, l’ energia viene rilasciata di colpo, la faglia si sposta e dà origine a un terremoto. I geologi studiano con attenzione come si propagano le onde sismiche nel sottosuolo perché in questo modo possono mappare dove si nascondono le faglie attive e giudicare le zone a seconda del loro rischio sismico. Alcune di esse però sono ben note come per esempio, la faglia di San Andreas negli Usa, la più studiata al mondo, che attraversa l’intera California. Lo scivolamento delle sue pareti nel 1906, in alcuni punti di sei metri, scatenò il terremoto che devastò San Francisco. Recentemente è stato avviato un progetto che consiste nel perforare le pareti della faglia e inserire in essa strumenti che ne seguono l’ evoluzione. Secondo alcuni studiosi, presto la faglia di San Andreas si muoverà, probabilmente in questo secolo, perché la parte meridionale si sta caricando di energia senza produrre importanti terremoti, questo evento il cosiddetto “Big One” produrrà un altro scivolamento essendo la faglia di San Andreas una faglia “trascorrente”. Ma le faglie possono muoversi anche in verticale, abbassandosi (faglia diretta) o alzandosi ( faglia inversa). L’ abbassamento si verifica,per esempio, nella Rift Valley, tra il Mar Rosso e il Mozambico dove l’ Africa si sta, letteralmente, spaccando in due a causa della risalita del magma dal sottosuolo. In futuro l’ Africa orientale si dividerà dal resto del continente, formando un’ isola. Altre faglie note sono per esempio quella in Nuova Zelanda, paese percorso interamente da faglie, la cui forma ricorda serpenti cavi, la frattura sommersa in Islanda, che divide la placca euroasiatica da quella nordamericana e anche la faglia di EnriquilloPlantain Garden in Haiti che provocò il sisma del 2010. Ma anche l’Italia è percorsa da una faglia, la faglia Gloria che risale tutta la penisola italica, passando per gli Appennini e per le Alpi, per poi scendere sulle coste della Croazia, Albania, Grecia e Turchia. Questa faglia è la connessione dello scontro tra la placca euroasiatica e quella africana. I suoi movimenti sono probabilmente la causa della maggior parte dei terremoti che si registrano sul territorio italiano come quello che ha colpito l’Abruzzo qualche anno fa o quello dell’Emilia dello scorso anno. Tra un milione di anni lo scontro farà diventare il mar Tirreno un oceano e farà chiudere il mar Adriatico a causa dello spostamento dell’ Italia, che si muove alla “supersonica velocità geologica” di un metro al secolo verso est. Denise Diatta 3^D Tratto da Focus 241 novembre 2012 8 Migliaia di studi hanno costruito i fondamenti della medicina genomica, rivelando associazioni tra polimorfismi del DNA e caratteristiche umane. Qualsiasi caratteristica umana è determinata dall’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali. Il nostro DNA, infatti, “respira” l’ambiente che ha intorno, e ne viene modificato. È un’interazione estremamente complessa ad oggi poco nota. I grandi investimenti nella ricerca, e gli ottimi risultati ottenuti, hanno dimostrato che nel DNA non è scritto il nostro futuro e che l’effetto della variabilità genetica sul nostro rischio di sviluppare le malattie è modesto rispetto all’effetto delle variabili ambientali (stili di vita, alimentazione, ecc.) Questi risultati contribuiscono in modo decisivo alla comprensione delle basi biologiche delle patologie e della risposta ai trattamenti farmacologici, ma non possono essere utilizzati per definire i rischi individuali o le caratteristiche biologiche. Nel DNA non è scritto chi siamo, di cosa ci ammaleremo, le nostre inclinazioni, aspirazioni, il nostro carattere. Certamente qualsiasi caratteristica umana ha una componente genetica, ma non è possibile usare la genetica per predire fenotipi, caratteristiche, comportamenti. Esiste ancora chi crede nel determinismo genetico, nel fatto cioè che siamo il semplice prodotto dei nostri geni. Con il determinismo genetico si crede che un qualsiasi comportamento violento deprecabile, patologico o crudele sia scritto nel DNA. I sostenitori di questa idea ritengono che nella criminologia non si debba più guardare alle caratteristiche anatomiche, come diceva il celebre Cesare Lombroso, ma a quelle genomiche dei diversi soggetti. La medicina genomica negli ultimi anni ha cercato di mettere in relazione le diversità genetiche degli individui con le loro intrinseche caratteristiche di resistenza e suscettibilità alle malattie, con i comportamenti e con la risposta ai farmaci. Nonostante i grandi risultati, l’applicazione nella pratica clinica di questi risultati appare ancora distante. La sfida della medicina genomica di oggi è la comprensione dei meccanismi di interazione del DNA con l’ambiente. Per comprendere l’importanza di questo tipo di studi basterebbe osservare un neonato e lo stesso uomo dopo 80 anni: posseggono lo stesso DNA ma sono estremamente differenti. L’uomo e i suoi comportamenti, quindi, sono il prodotto delle complicate interazioni tra geni e ambiente. Se è vero che il DNA influenza i nostri comportamenti e anche vero che il nostro DNA è influenzato dalle nostre esperienze. Recenti studi , ad esempio, hanno dimostrato come l’attività fisica influisca su alcuni geni limitando l’insorgenza del diabete. Possiamo concludere dicendo che ognuno di noi è libero di decidere i propri comportamenti e le proprie azioni indipendentemente dal DNA che possiede: non si nasce buoni o cattivi, lo si diventa! Chiara Mantegazza e Giulia Villani III C Tratto da Biologi italiani Maggio 2012 9 Lo scorso autunno abbiamo sentito molto parlare dell'uragano Sandy. Il fenomeno partito come onda tropicale il 22 ottobre nel mare dei Caraibi, si è trasformato prima in depressione poi in tempesta caraibica fino ad essere promosso ad uragano il 24 ottobre sulle coste della Giamaica. Ma cosa e’un uragano? Da cosa e’ provocato? Per quale motivo e’stato chiamato Sandy? Un uragano atlantico (il nome di origine caraibica designa il dio del male) è un ciclone tropicale che si forma nel "bacino atlantico", che comprende il nord dell'Oceano Atlantico, il Mar dei Caraibi e il Golfo del Messico con venti sostenuti per al massimo un minuto a 250 km/h (135 nodi/ 70m/s). La maggior parte delle tempeste tropicali e degli uragani si formano tra il 1º giugno e il 30 Categoria 1 minimo novembre con un picco di attività intorno al 10 settembre. Il National Hurricane Center degli Stati Uniti monitora il bacino e pubblica resoconti, osservando e avvisando dei sistemi meteorologici tropicali che si formano nel bacino atlantico. Gli uragani, costituiti da venti ad alta velocità che soffiano in direzione circolare attorno a un centro di bassa pressione, chiamato occhio del ciclone. si originano quando aria calda e satura di umidità viene forzata a salire verso l'alto da aria più fredda e densa. Dal margine della tempesta verso il centro, la pressione atmosferica ha una forte caduta e la velocità del vento aumenta. Gli uragani veri e propri e vengono classificati, secondo la Scala SaffirSimpson, in 5 categorie. Effetti macroscopici Danni tutto sommato limitati. Possono osservarsi limitate inondazioni nelle zone costiere. Danni di una certa rilevanza ad alberi e strutture mobili; danneggiamenti di lieve 2 entità anche agli immobili. Nelle zone costiere si possono osservare inondazioni . moderato Può richiedersi l'evacuazione dei residenti delle zone costiere più basse. 3 forte Grandi alberi abbattuti, distruzione di strutture mobili, danni di una certa rilevanza alle case. Le basse zone costiere vengono interessate,da inondazioni Richiede l'evacuazione dei residenti delle zone costiere. 4 Gravi danni agli edifici; Alberi, cespugli, insegne e cartelli stradali vengono fortissimo abbattuti. Evacuazioni dei residenti delle zone costiere. Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento; 5 completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi, disastroso insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere. L’uragano Sandy, secondo le ricerche condotte dal National Center for Atmospheric Research , è stato un uragano di eccezionale intensità per la concomitanza di più eventi 10 metereologici: una temperatura dell’oceano al largo delle coste del medio Atlantico di 1,3°C superiore alla media che ha permesso a Sandy di inglobare molta più energia dall’oceano di quanto accada di solito per gli uragani autunnali; una corrente a getto polare che contrastando il caldo oceanico ha aumentato l'energia presente in atmosfera; e, infine la luna piena e quindi il massimo livello per la marea. Ogni anno 21 nomi propri sono riservati agli uragani del bacino Atlantico in una lista alfabetica creata evitando certe lettere (Q - U - X - Y - Z).Queste liste si ripetono ogni 6 anni eliminando però i nomi degli uragani che hanno causato gravi danni e sono entrati quindi nella storia: ecco perché il nome del 1º uragano del 2011 è stato Alberto (come nel 2005) ma alla lettera K non c'era più Katrina (il devastante uragano che nel 2005 distrusse New Orleans) bensì Katia. Quando un nome viene ritirato, il WMO (World Meteorological Organization) sceglie infatti un nuovo nome per rimpiazzarlo. Nel 2011 solo il nome Irene (l'uragano che colpì anche New York il 28 Agosto 2011) è stato ritirato. Per molti secoli, gli uragani sono stati chiamati con il nome del santo cattolico festeggiato il giorno in cui accadevano. L'uragano "San Felipe" ha colpito Porto Rico il 13 settembre 1876. Quando un altro uragano ha colpito Porto Rico lo stesso giorno più di cinquanta anni dopo, fu battezzato “San Felipe secondo”. Successivamente, sono state usate le posizioni di latitudine-longitudine, ma questo metodo ha dimostrato rapidamente le sue carenze. Il servizio di previsione meteorologica militare assegnava nomi di donna alle tempeste particolarmente violente durante la Seconda Guerra Mondiale, poi nel 1950 il WMO propose un sistema basato sull'alfabeto militare. Il primo uragano atlantico nel 1950 fu battezzato Able. Gli esperti si accorsero che avrebbero potuto esserci dei problemi nei libri di storia se un altro uragano Able avesse colpito e fatto ingenti danni: nel 1953 l'organizzazione adottò una serie di nomi femminili in rotazione, prevedendo di ritirare i nomi assegnati ad uragani particolarmente violenti e memorabili. Le femministe chiesero al WMO di aggiungere nomi maschili nel 1979: la richiesta fu accolta e da allora la regola prevede nome maschile - femminile alternati. Vennero aggiunti anche nomi francesi e spagnoli, per tener conto delle lingue usate nei paesi caraibici spesso colpiti dagli uragani. L'anno che registrò il maggior numero di tempeste tropicali è stato il 2005 quando si sono contate ben 28 tempeste: per la prima volta si usarono anche le lettere V e W e si andò anche oltre; cosa fanno infatti i metereologi se gli uragani sono più di 21? Usano l'alfabeto greco: questo permette al WMO altre 24 scelte, da Alpha a Omega, passando da Omicron e Upsilon. Hazel Bartolome e Lina D’Addona 3ªC Tratto da LaStampa.it; digilander.libero.it, Wikipedia e Focus.it 11 Tu sei unico Al mondo ci sono sette miliardi di uomini e di donne. Come è possibile che siamo diversi gli uni dagli altri? Dove nascono le differenze che fanno di noi ciò che siamo? La filosofia, la psicologia, le neuroscienze e la genetica hanno dato nel tempo risposte diverse. David Valle, della facoltà di medicina alla Johns Hopkins Universitry, definisce individualità tutte le qualità biologiche che distinguono una persona dall’altra. Nelle qualità biologiche rientrano i geni, l'unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi attraverso i quali prendono forma il corpo e il comportament o di un individuo. Essi variano da persona a persona, e codificano in maniera differente perfino i recettori olfattivi, per questo il mondo degli odori è diverso per ciascuno di noi. Le differenze tra un individuo e l’altro partono da un patrimonio genetico identico. Secondo Valerio Orlando, biologo molecolare, già nell’utero con il legame biologico materno e poi nelle prime fasi dopo il parto, ogni individuo percepisce l’ambiente in maniera unica perciò l’attività del nostro patrimonio genetico grazie all’ambiente ed all’esperienza inizia ad orientarsi. L’unicità degli individui si amplifica nel corso del tempo. Soprattutto nelle nostre cellule cerebrali (i neuroni), ci sono interi geni, i cosiddetti “geni saltanti”, che si spostano rispondendo a stimoli ambientali. Si tratta di geni regolatori, che ne accendono o spengono altri con evidenti effetti sul neurone e quindi, sul comportamento dell’individuo. Parti importanti del cervello sono modificate dall’ambiente, bastano differenze minime perché queste modifiche portino a personalità e comportamenti completamente diversi. La casualità è parte integrante del nostro sviluppo psicofisico. Il nostro cervello è composto da neuroni legati tra loro dagli assoni (conduttori di impulsi in direzione centrifuga rispetto al corpo cellulare). Ogni neurone ha unicamente un assone. Esso si origina a partire dal soma cellula re e il modo in cui gli assoni crescono e collegano i neuroni è del tutto casuale. Lo dimostra una simulazione recente che ha ricreato, con l’uso di un computer, una parte del cervello di un topo semplicemente lasciando crescere gli assoni in modo del tutto casuale. Il mix di ambiente e casualità portano a un organo plastico, che ha miliardi di possibili strutture pensanti. Scoperte recenti hanno messo d’accordo chi studia i microscopici componenti del cervello e chi ne analizza le funzioni. La scoperta più importante secondo alcuni studiosi delle neuroscienze, grazie alle nuove tecniche di visualizzazione dei processi cerebrali, è che il nostro cervello si modifica continuamente secondo la nostra cultura e le nostre capacità. Questo è un processo incessante, per cui il tuo 12 modo di reagire oggi influenzerà fisicamente il modo in cui reagirai domani a uno stimolo identico. Insomma il nostro cervello è plasmato dalla nostra storia individuale. Oggi le scienze “ umane” e quelle “sperimentali” sono giunte a una conclusione comune: la mente non è separata dal corpo, ma è parte integrata, tanto che il corpo stesso si modifica in base alla storia e alla cultura dell’individuo, di modo che ogni persona, dagli inizi della propria vita alla fine, rappresenta un sistema unico sempre in evoluzione e mutamento . Non solo noi siamo unici ma lo diventiamo sempre di più. Francesca Quercia e Vadislava Palamariuc 3^D-3 ^A Tratto da Focus n. 241 I mammiferi cominciarono a dominare la Terra circa 65milioni di anni fa. L’origine dei mammiferi risale al periodo Triassico, circa 220 milioni di anni fa, quando apparvero nuove classi di animali nel corso dell’evoluzione terrestre. Possiamo costruire a grandi linee la loro storia tramite lo studio dei fossili. Uno dei primi mammiferi fu il marganucondonte. Oggi esistono 5416 specie di mammiferi conosciute,distribuite in diversi ambienti terrestri e acquatici. I mammiferi condividono una serie di caratteristiche che distinguono la loro classe: hanno il corpo coperto di pelo, partoriscono piccoli completamente formati e nutrono i neonati con latte prodotto dalle ghiandole mammarie. Respirano tutti tramite i polmoni, possiedono un doppio sistema circolatorio chiuso e hanno il sistema nervoso molto sviluppato. I mammiferi sono omeotermi, significa che sono capaci di mantenere una temperatura corporea interna stabile indipendentemente dalle condizioni ambientali. L’omeostasi, inoltre, si raggiunge grazie a una serie di processi che tendono a mantenere in equilibrio nel sangue i livelli d’acqua e le concentrazioni di minerali e glucosio ed a impedire l’accumulo di scorie. Secondo le Nazioni Unite, nei prossimi 30 anni almeno un quarto dei mammiferi potrebbero sparire dalla faccia della Terra. Questo enorme disastro è provocato dal comportamento umano:caccia, deforestazione, inquinamento, urbanizzazione e turismo di massa. Gli esperti calcolano che i mammiferi in pericolo siano circa 1000 e sono state identificate 20 zone del pianeta in cui è maggiore il rischio di estinzione nel prossimo futuro...tra queste: Cina, Brasile, India e Perù. In tutto il mondo sono in atto numerosi tentativi per cercare di evitare l'estinzione dei nostri parenti più prossimi, le scimmie antropomorfe; infatti, secondo le Nazioni Unite, a Gorilla, Oranghi, Scimpanzé e Bonobo resterebbero pochi decenni prima dell'estinzione totale in natura e in cattività. Sofia Li 3^ A Tratto da Focus 13 Gli animali possiedono la capacità di comunicare tra loro: un animale è in grado di produrre stimoli che modificano il comportamento di un altro. La comunicazione animale assolve molteplici funzioni in vari contesti: permette agli individui (partner o presenti sul corpo di grandi erbivori, come i rinoceronti, lanciano richiami di pericolo per avvisare gli animali di fuggire. Anche alcune specie di lemuri sanno riconoscere i segnali di allarme e reagire. Questi esempi sono forme del mutualismo, ovvero di interazione che favorisce entrambe le specie coinvolte. Un caso ancora più inconsueto è accaduto in Nuova Zelanda dove due cetacei sono rimasti intrappolati vicino alla riva, ma essi si sono salvati grazie all’ intervento di un delfino che li ha convinti a seguirlo in alto mare. genitori e figli) di riconoscersi; permette a una comunità di riconoscere i propri componenti e stabilire delle gerarchie, consente i riti di corteggiamento ai fini della riproduzione, interviene nella difesa dai predatori. Alcuni animali possono comunicare interspecificamente anche se appartengono a specie differenti. Per esempio le bufaghe, passeriformi che si nutrono di parassiti Denise Diatta 3^ D Tratto da www.sapere.it- Il comportamento animale Lo sai perche il colore rosso suscita antipatia ? Si tratta di una predisposizione psicologica naturale che deriva da una adattamento evolutivo . Esiste cioè naturalmente la tendenza ad evitare il rosso, colore comunemente associato a sentimenti di rabbia, vergogna, imbarazzo o pericolo. Uno studio condotto sui macachi , ha dimostrato che facendo indossare magliette blu o verdi ai vari scienziati quando questi entravano nella loro gabbia con una mela, le scimmie si avvicinavano per prenderla; ma quando la maglia era rossa restavano ferme, rinunciando a mangiarla. Simone Cantatore III D Tratto da Focus D&R n. 35 14 Una domenica di luglio, con alcuni amici, siamo andati in un agriturismo dove abbiamo imparato a fare il formaggio grazie ad un'iniziativa didattica dell'azienda. Il procedimento non è molto complesso, ma richiede tempo. Gli ingredienti sono: latte, sale e caglio. Il latte è un ingrediente fondamentale per bambini ed anziani e completa la nutrizione degli adulti. È formato principalmente da acqua, grassi, zuccheri, vitamine e calcio, sali minerali e proteine.Il latte può essere di mucca, di capra, di pecora, di bufala e di asina e, naturalmente, ha diverso sapore. Per prima cosa si raccoglie il latte mungendo la mucca. La mungitura un tempo avveniva manualmente, ma adesso si fa con delle macchine perché rendono il procedimento più veloce ed eliminano dal latte le scorie esterne come il fieno e altri corpi estranei. Il latte viene poi pastorizzato, cioè si scalda per quindici secondi a sessantotto gradi, in modo da uccidere i batteri patogeni, quindi si aspettano due ore per fare riprendere il lavoro ai batteri probiotici che favoriscono la produzione del formaggio. Adesso si riscalda il latte a trentotto gradi e si aggiunge il caglio, un componente naturale che si estrae dallo stomaco dei vitellini. Si dice che il formaggio sia stato una produzione casuale. Si narra infatti di un contadino che usava portare il latte al mercato dentro una bisaccia ottenuta dallo stomaco di un vitello. Un giorno molto caldo, dopo aver camminato tanto, girando la bisaccia vide che non usciva il latte che si aspettava. Così, aprendo la bisaccia, trovò il "formaggio", latte addensato. Il caglio serve a cagliare, cioè coagulare le sostanze disciolte nel latte separandole dal siero. Esso dunque ha origine animale, ma se ne sta sperimentando un tipo di origine vegetale, estratto dal latte di fico o dal latte di cardo o comunque qualcosa prodotto chimicamente per la gioia dei vegetariani. Per la preparazione le proporzioni sono le seguenti: trenta cc di caglio per un quintale di latte e noi, in una pentola con dieci litri di latte, abbiamo messo circa tre cc di caglio. Abbiamo aspettato circa venti minuti e abbiamo alzato il coperchio. Con una frusta abbiamo rotto la cagliata e con un colino abbiamo messo il contenuto della pentola nelle fuscelle, dei cestelli bucherellati che fanno uscire il siero e compattano il formaggio. Le fascelle ora sono in plastica, ma anticamente erano in vimini. Per due ore ogni dieci minuti si deve girare il formaggio, cioè lo si capovolge e si mette nelle fuscelle, sempre per renderlo più compatto. Trascorse le due ore si mette il formaggio in un luogo tiepido a temperatura costante e si sala in superficie. Dopo due giorni il formaggio è pronto per essere consumato. Questa è la ricetta del formaggio "primosale". Anche il siero viene usato; infatti, facendolo bollire con qualche goccia di limone e un po' di sale, si ottiene la ricotta. C'è una vasta gamma di formaggi e il gusto varia a seconda del pascolo poiché il latte è aromatizzato dalle diverse erbe. Anche la salatura e la stagionatura, cioè far "riposare" il formaggio prima di poterlo gustare, gli dà un sapore particolare. L'Italia è una grande produttrice di prodotti caseari, tutti tipici non solo della regione, ma propri del paese di provenienza, di cui sono spesso prodotti tipici e fonte di orgoglio nazionale (es. Gorgonzola, Parmigiano reggiano, Silano). Cecilia Ducci III°B (2011) 15 METEORITI IN RUSSIA I frammenti del meteorite esplosi l’11-02-13 sugli Urali hanno sprigionato una quantità di energia pari a venti volte quella liberata dalla bomba di Hiroshima. Sono stati ritrovati dopo pochi giorni nelle vicinanze del Lago Chebarkul nel quale c’era un cratere di 6 metri. Il meteorite, secondo i ricercatori della Urals Federal University, sarebbe una condrite composta per il 10% di ferro. Secondo gli scienziati il meteorite pesava 10 tonnellate prima di entrare nell’atmosfera terrestre e viaggiava a circa 30 km al secondo, disintegrandosi a 30-50 km dal suolo. Al contrario la Nasa sostiene che il meteorite fosse largo 17 metri e pesasse 10 mila tonnellate prima di entrare nell’atmosfera e rilasciare, esplodendo, 300 chilotoni di energia. La bomba atomica sganciata su Hiroshima nel ’45 liberò 12-15 chilotoni. Perché nessuno l’aveva previsto? Essenzialmente, spiegano gli esperti, perché non lo stavano cercando. Le chance di individuare un meteorite sono minime, anche perché queste rocce sono molto scure. La maggior parte dei meteoriti riflette solo il 2% della luce che li colpisce e molti sono di materiale carboceo, il che li rende particolarmente scuri. Solo quando, entrando in atmosfera, generano una scia infuocata divengono visibili. Ma a quel punto è troppo tardi! Inoltre accade spesso che meteoriti come quello disintegratosi sopra gli Urali cadano sulla Terra. Ma per fortuna è più facile che impattino in mare o su un’area desertica piuttosto che su un centro abitato, come è successo in Russia. Francesca Mauri 3^A Tratto da Internet MASCHI IN VIA D’ ESTINZIONE! Nel giro di qualche migliaio di anni gli uomini potrebbero scomparire dalla Terra. Il cromosoma Y,portatore dei cromosomi sessuali maschili, si sta infatti rimpicciolendo. Possiede ormai appena 200 geni, contro i 1100 del cromosoma X. Se si continua di questo passo è probabile che il cromosoma Y scompaia e un’altra coppia di cromosomi possa assumere il ruolo dei vecchi cromosomi sessuali. Non tutti sono d’accordo. Secondo alcuni scienziati americani il cromosoma Y del maschio dei mammiferi avrebbe raggiunto una certa stabilità negli ultimi 25 milioni di anni. Ma a minacciare i maschi non è solo il DNA. Plastiche, ftalati, perfluorati e altre sostanze di uso comune, chiamate ”interferenti endocrini”, stanno causando una progressiva “femminilizzazione” degli uomini. Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C Tratto da Focus extra n. 58 16 Mangiar sano per una vita più lunga Tra gli obiettivi più ambiti dalla ricerca scientifica di tutti i tempi c’è l’immortalità dell’essere umano. Sogno ancora lontano, certo, ma già si può sperare di vivere più a lungo. I numerosi esperimenti per allungare la durata della vita sono stati finora quasi tutti fallimentari. Allora, come si fa a vivere di più e meglio? Per la risposta possiamo contare solo su noi stessi. Alcuni studi sui “superlongevi”, infatti, hanno mostrato che questi invecchian o senza acciacchi, in buona salute e autosuffici enti. Vivere vicino alla famiglia, proteggersi dal sole e usare il filo interdentale donano a ciascuno un anno in più di vita. Lavorare non oltre quaranta ore settimanali significa avere tre anni in più di vita ed evitare la carne rossa o mantenere il cervello attivo, fino a cinque anni in più. Il vero elisir di lunga vita è: non fumare (dieci anni) e assumere poche calorie (venti anni). La donna più longeva del mondo, madame Calment, è vissuta fino alla rispettabilissima età di centoventidue anni! Un vero record! È morta in buona salute e senza acciacchi, con un cervello praticamente intatto. È anche merito dei geni, poiché i suoi parenti più stretti erano anch’essi longevi. Fin qui, sembrerebbe tutto “normale”, ma se indaghiamo maggiormente scopriamo alcune cose sorprendenti sul suo conto. Ovvero, la “nonnina” ha fumato fino a centodiciotto anni e anche di nascosto dai medici; non si era mai negata l’alcool a tavola e consumava fino a un chilo di cioccolato a settimana! Una vera birichina! Come abbiamo detto prima, però, nel suo caso i geni ci hanno messo lo zampino. Chi non ha antenati longevi, invece, stia attento al peso, eviti di fumare e faccia attività fisica, ma la regola fondamentale deve essere: mangiare sano! Cecilia Ducci – 3a B Tratto da Focus n° 228 di Ottobre 2011. Lo sai che in natura esistono fiamme eterne! In prossimità di crateri o di fenditure nel suolo dalle quali fuoriesce del magma, la temperatura raggiunge i 243° C, temperatura di autoaccensione dello zolfo, dando origine a una fiamma eterna spontanea Simone Cantatore III D Tratto da Focus D&R n. 35 17 Pochi mesi fa il direttore della NASA ha fatto un discorso molto preoccupante che ha messo in allerta tutte le famiglie americane. Il direttore parlava di una pericolosissima tempesta solare… una stella, con un'energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. I brillamenti creano delle spettacolari protuberanze solari ed emettono fasci di vento solare molto energetico le cui particelle ad alta energia vanno ad impattare il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all'emissione di massa. I brillamenti sono spesso associati alle macchie solari. Questi fenomeni furono osservati per la prima volta nel 1859 dall'astronomo britannico Richard Christopher Carrington, e recentemente sono anche stati osservati su varie altre stelle. La frequenza dei brillamenti varia: da molti al giorno quando il Sole è particolarmente "attivo", a circa uno alla settimana quando invece è "quieto". Essi impiegano molte ore o anche giorni per "caricarsi", ma l'eruzione solare vera e propria impiega pochi minuti per rilasciare la sua energia. Le onde d'urto risultanti viaggiano lateralmente attraverso la fotosfera e verso l'alto attraverso la cromosfera e la corona, a velocità dell'ordine di 5.000.000 di chilometri all'ora . Secondo Kunches, si trattava di un evento in tre tappe. La prima: due eruzioni solari avrebbero raggiunto la Terra; con conseguente black-out della radio. Seconda tappa: la radiazione solare avrebbe raggiunto il campo magnetico della Terra, con possibili conseguenze sul traffico aereo, specialmente vicino ai Poli, i satelliti e su qualsiasi astronauta che stesse realizzando una passeggiata spaziale. Questa fase sarebbe potuta durare giorni. Ultima fase: la nube di plasma innescata dall'eiezione della massa coronale, avrebbe raggiunto la superficie terrestre Questa terza tappa avrebbe potuto interessare le reti elettriche, i satelliti, gli oleodotti e i sistemi ad alta precisione GPS, utilizzati per le perforazioni di petrolio, i topografi ed alcune attività agricole. I sistema Gps utilizzati per funzioni meno sofisticate, per esempio quelli di navigazione utilizzate in molte automobili, non dovrebbero essere interessati. Il campo geomagnetico della Terra è capace di resistere ad una potente tempesta solare ma si registrano comunque dei disturbi, un esempio sono i disturbi nelle trasmissioni radiofoniche o la perdita improvvisa di segnale della telefonia mobile, disturbi per gli strumenti per il volo degli aerei ecc.. Tutto sarebbe dovuto avvenire entro la fine dell’anno in coincidenza con la previsione della fine del mondo dei Maya. Ma il 21 dicembre è passato, e nulla di tutto ciò si è verificato. Evviva,scampato pericolo!! Ma sarà così? Ma che cos’è una tempesta solare? Una tempesta solare (detta anche tempesta geomagnetica) è un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere temporaneo, causato dall'attività solare: il brillamento o eruzione solare. In astronomia, un brillamento solare , anche se sarebbe più corretto dire stellare perche è un fenomeno tipico di tutte le stelle, è una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera di Shelin Galmangoda e Sofia Scoglio 3^D Tratto da Wikipedia e Youtube ( NASA eruzione solare 2012 18 Qui non si butta niente!! CONSERVARE TUTTO? UN ATTO ECOLOGICO, MA PUO’ TRAMUTARSI IN UNA VERA MALATTIA OGGI CHIAMATA : DISPOSOFOBIA La disposofobia consiste nel tenere tutto anche i rifiuti in casa fino a che non c’è più spazio né per muoversi né per cucinare,lavarsi ecc. Quante volte prima di buttare via un oggetto avete pensato: “Mah, forse lo tengo, non si sa mai possa tornare utile …”? Tendenzialmente tutti noi siamo propensi a non liberarci facilmente di ciò che ci appartiene, ma c’è chi che gli “accumulatori” compulsivi sono spesso eccessivamente coinvolti nei confronti delle loro cose. Ogni vecchia lista della spesa, ogni penna esaurita, vengono percepite come parte della propria persona e della propria storia, dunque oggetti che agli occhi dei più apparirebbero senza valore, per i disposofobici hanno una grande importanza emotiva. Esiste inoltre un accumulo “strumentale”, come quando chi soffre di disposofobia non butta il phon o il tostapane vecchio nell’idea di un’utilità futura. Quando un individuo riconosce come esagerata la propria mania di mettere da parte oggetti, di accumularli in maniera sfrenata, dovrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta professionista. Purtroppo l’aspetto problematico della disposofobia è proprio quello che nella maggioranza dei casi l’accumulare compulsivo non viene riconosciuto finché il paziente non si sottopone alla terapia per altri problemi. Questo accade per molti disposofobici che oltre ai disturbi compulsivi sono particolarmente soggetti a depressioni, ansie e disturbi alimentari. Una terapia efficace prevede diverse prescrizioni ed esercizi per imparare a riorganizzarsi al meglio e a prendere decisioni, e in modo da portare i pazienti anche a riconsiderare il loro rapporto con gli oggetti vecchi, rotti o privi di valore. Valentina Milesi 3^D Tratto da Corriere della sera 14\10\12 e Focus n. 241 ha un problema così forte a buttare via le cose, a distinguere quel che è importante da quel che non lo è, da sviluppare un vero e proprio disturbo: la disposofobia. Il disturbo è anche conosciuto con il nome di “sindrome dei fratelli Collyer”. Homer e Langlay Collyer erano due fratelli , uno ingegnere e uno medico, che vivevano negli anni venti ad Harlem , New York. Alla loro morte nel 1947 nella loro casa furono rinvenute 130 tonnellate di oggetti e spazzatura. I due fratelli furono trovati morti, sepolti dall’impressionante cumulo di materiali. Ma perché i disposofobici lasciano così tante cose in giro? Diversi studiosi hanno scoperto 19 GLI OGM Il termine OGM, acronimo di Organismi Geneticamente Modificati, è correntemente utilizzato dai media per descrivere piante in cui sono stati trasferiti uno o pochi geni per trasformare cellule o tessuti vegetali . Esistono molti modi di modificare il patrimonio genetico di un organismo e l’uomo usa molti mezzi da tanti anni per piegare batteri, lieviti, piante ed anche virus alle sue esigenze. Essendo un termine di principale uso giornalistico, OGM è usato quasi sempre per indurre paure, e talvolta vere e proprie fobie nel pubblico. Gli OGM sono per prima cosa un prodotto industriale e non un prodotto tipico che si possa incontrare nei mercatini rionali. Sono sostanzialmente 4 le piante geneticamente modificate che vengono oggi coltivate al mondo e tutte sono prodotte a milioni di tonnellate. Si tratta di soia (il 57%del soia mondiale è da OGM), mais(25%), cotone(13%) e colza (5%). Sono coltivati nei 5 continenti, in particolare nei grandi paesi agricoli mondiali come USA, Brasile, Argentina , Canada, India, Cina e Sudafrica. Le prime coltivazioni di piante transgeniche risalgono al 1994 e l’aumento di superfici coltivate con OGM è mediamente di oltre il 10% all’anno. Mai nella storia dell’agricoltura mondiale una tecnologia si è sviluppata tanto rapidamente su superfici cosi vaste, in cosi tanti continenti . Il 60% dei prodotti alimentari in vendita nei nostri negozi contiene OGM I cibi modificati geneticamente sono sulle nostre tavole da parecchi anni e noi li mangiamo senza saperlo e senza volerlo, in quanto il regolamento europeo non prevede l’obbligo di indicare nell’etichetta di alimenti e mangimi la presenza di OGM, quando non si supera la soglia dello 0,9%. Soia, mais e colza modificati geneticamente sono sulle nostre tavole, anche e soprattutto sotto forma di derivati: olio di soia, olio di mais, olio di colza (spesso contenuti negli "oli di semi" e "oli di semi vari"), amido di mais, sciroppo di mais, destrosio e lecitina di soia (E322), mono e di gliceridi (E471), malto destrine, sorbitolo (E420). Possono quindi contenere OGM tutti i prodotti di pasticceria, le merendine, il cioccolato, i gelati, lo yogurt, i salatini e i chips vari, le margarine, le salse, i cibi precotti o surgelati, ecc. In realtà alla pessima immagine pubblica che evocano gli OGM non corrispondono né documentati problemi ambientali né problematiche di tipo sanitario anzi, come recita la dichiarazione del commissario Europeo alla ricerca Philippe Busquin, gli OGM “sono ancora più sicuri” delle piante coltivate in maniera tradizionale da cui esse derivano. Non tutti la pensano così, e da quando sono arrivati sulle nostre tavole i cibi geneticamente modificati, numerosi scienziati e ricercatori indipendenti hanno pubblicato i risultati di studi ed esperimenti che provano la pericolosità dei cibi OGM per la salute. Ricordiamo fra questi il Dr. Pusztai che, già sette anni fa, aveva condotto esperimenti sui topi nutriti con patate OGM, presso il Rowett Institute di Aberdeen, in Scozia. Al termine dei suoi esperimenti, il Dr. Pusztai aveva trovato gravi alterazioni agli organi vitali dei topi. Ma le sue conclusioni vennero decisamente respinte dalla comunità scientifica britannica. Molti ricercatori indipendenti hanno, inoltre, già da tempo denunciato la pericolosità delle tossine Bt presenti nelle piante modificate geneticamente con il gene del Bacillus Turingensis che possono provocare allergie e alterare il sistema immunitario. Altre ricerche hanno poi evidenziato che altri geni usati per la modifica delle piante si sono rivelati cancerogeni o in grado di alterare la funzionalità dell’apparato riproduttore. Oggi una conferma incontestabile che gli OGM sono pericolosi per la salute viene fornita 20 dalla multinazionale Monsanto, produttrice di molte piante transgeniche, che ha condotto un esperimento dal quale risulta che topi nutriti con mangimi a base di mais transgenico hanno sviluppato gravissime anomalie agli organi interni e nei valori sanguigni. La relazione precisa che i problemi riscontrati nei topi nutriti con il mais OGM si sono rivelati completamente assenti in altri topi la cui dieta escludeva l’utilizzo di tale prodotto. La Monsanto ha definito insignificanti le variazioni nelle condizioni di salute dei topi e si è sempre rifiutata di pubblicare il rapporto, ma recentemente è stata obbligata a farlo dall’Alta Corte Amministrativa di Munster su richiesta di Greenpeace. La notizia è stata pubblicata sul Independent”. quotidiano inglese “The L’unica cosa che resta da fare al consumatore è di chiedere che ci sia una normativa precisa sui cibi OGM che tenga conto dei risultati della ricerca scientifica per evitare inutili allarmismi da un lato e dall’altro dia certezze sulla mancanza di rischi per la salute che comporta il loro consumo. Nada Nasef III C Tratto da www.greenplanet.net www.greenpeace.it; www.disinformazione.it - La musica fa bene ai nostri neuroni. Gli scienziati ritengono che quando il nervo vago (un particolare nervo che parte dal cervello e che, attraverso numerose ramificazioni, innerva e controlla diversi organi) è sottoposto alla stimolazione elettrica, mentre una persona, ad esempio, ascolta delle note particolari, rilascia delle sostanze che fanno modificare ai neuroni la loro funzione. - Il ghiaccio, diversamente dall’ acqua, non è trasparente dato che la solidificazione dell’acqua avviene dall’esterno verso l’interno e l’acqua interna, che solidificandosi aumenta di volume, non potendo espandersi forma delle piccole crepe che fanno apparire il ghiaccio di un colore biancastro. - Alcuni pellicani non mangiano solo pesce! Alcuni di loro mangiano anche gli uccelli (come dimostrato da un video,girato in un parco londinese in cui si vede un pellicano che inghiotte un piccione), anche se il pesce rimane il loro cibo prediletto. Questo fenomeno potrebbe verificarsi a causa della loro vita semi urbana che può generare comportamenti diversi da quelli naturali. - Il toro, in realtà, non distingue il colore rosso. Si scaglia infuriato contro il mantello del torero, perché i tori si infastidiscono nel vedere un drappo o qualsiasi altra cosa in movimento. Giacomo Ghislandi e Sorin Iamandi 3^C. Tratto da Focus D&R n.35 21 Il riscaldamento globale è un recente fenomeno cominciato di pari passo con la crescente industrializzazione del mondo, per il quale la temperatura media della Terra e degli oceani aumenta sempre di più, con gravi danni ambientali, e drammatiche conseguenze sull'uomo, sugli animali e su tutte le specie viventi della terra. Cosa ha causato il riscaldamento globale? Ormai quasi tutta la comunità scientifica è concorde nell'affermare che il riscaldamento globale è un fenomeno in costante aumento determinato dal crescere delle concentrazioni di gas serra,come l’anidride carbonica nell'atmosfera derivanti dalle attività umane : attività industriali, deforestazione, combustione dei fossili, ma anche I’agricoltura e soprattutto l’allevamento intensivo, su scala industriale. Dunque, il riscaldamento globale è un aumento della temperatura. Quali conseguenze ed effetti provoca? - aumento del livello del mare con conseguente rischio di inondazioni; - espansione di aree subtropicali e desertiche e fiumi prosciugati; - ritiro e scioglimento dei ghiacciai soprattutto al polo nord; - maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi ; - rischio di estinzione di molte specie animali; - pericoli per le attività umane: come ad esempio la produzione agricola. Recenti studi dimostrerebbero che in futuro il riscaldamento globale potrebbe anche causare il cambiamento del colore delle foglie. Un’ altra grande conseguenza del riscaldamento globale: il buco nell’ ozono, con conseguente perdita dell’effetto schermante dei raggi ultravioletti molto dannosi per tutti gli esseri viventi. Come possiamo fermare il riscaldamento globale? Purtroppo gli sforzi intrapresi finora sono pochi e troppo poco incisivi: il protocollo di Kyoto (in cui peraltro paesi grandi "inquinatori" del mondo, come gli Stati Uniti, erano assenti), la COP15 a Copenhagen e la conferenza sul clima di Cancun non hanno portato ai risultati sperati. C'è chi ipotizza un "ritorno alle origini" fermando la crescita ed addirittura intraprendendo un percorso di decrescita, ma forse, senza esagerare, basterebbe utilizzare tutte le conoscenze acquisite finora per promuovere ad esempio uno sviluppo sostenibile, che sappia fare buon uso delle fonti energetiche rinnovabili, e soprattutto promuovere una conoscenza volta al risparmio energetico ed al riuso. Giacomo Ghislandi e Sorin Iamandi 3^C Tratto da Focus Cibo del futuro Le alghe sono il vero cibo del futuro. Sono ricche di antiossidanti e sali minerali: ferro, calcio e iodio. Inoltre sono nutrienti e poco caloriche. Anche i micro organismi potrebbero migliorare la nostra alimentazione. Sono così piccoli da non poter essere visti a occhio nudo, ma contengono le stesse sostanze nutritive dei grandi organismi. Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C Tratto da Focus extra n. 58 22 Tutta colpa di Thomas Edison. Se 134 anni fa non avesse inventato la lampada a incandescenza illuminando la notte a giorno, tutti andrebbero a letto con le galline per svegliarsi all’alba. Nel 1878 con l’avvento dell’ energia elettrica, la luce illuminò prima alcune case, poi inondò le strade rendendole più sicure e dando inizio alla vita notturna e non solo, la luce artificiale altera il nostro ritmo sonnoveglia impedendo al nostro corpo di produrre melatonina, l’ormone del sonno, e rendendo così difficile l’addormentarsi ma anche TV, Internet e videogiochi influiscono sul ritmo sonnoveglia oltre ad aver eroso ulteriormente le ore rimaste per il riposo. Ma lo sai che cosa succede se non dormi? Se non dormi per una notte: -la pelle soffre e avremo un aspetto cinereo e occhiaie scure e profonde; -si corre il rischio di prendere decisioni sbagliate in quanto il tuo cervello controlla meno la logica; -si ha maggiore sensibilità al dolore: l’insonnia esaurisce le nostre riserve di serotonina; -si diventa molto irritabili; -la capacità di concentrazione risulta gravemente compromessa; -si aumenta il rischio di ammalarsi di diabete. La mancanza di sonno a lungo termine porta a: -obesità; -malattie cardiovascolari; -disturbi psicologici; -ridotto funzionamento del sistema immunitario. Nei bambini e nei ragazzi in età scolare la riduzione delle ore di sonno ha delle ripercussioni sui risultati scolastici, in genere gli studenti con i voti peggiori vanno a letto tardi. Il rimedio? Bastano semplici regole di vita: non assumere nel pomeriggio sostanze eccitanti quali caffè, bibite a base di cola, nicotina. Di sera fare un pasto leggero senza alcolici. Ridurre la temperatura e la luminosità ambientale e un’ora prima di andare a dormire non usare computer, tablet o altri oggetti retro illuminati. Preferire un libro alla tv. Andare a letto sempre alla stessa ora. E a questo punti i tuoi voti non saranno più i peggiori!!! Chiara Mantegazza e Giulia Villani 3^ C Tratto da Focus nov. 2012 Quanto pesiamo? Lo sai che la popolazione mondiale pesa circa 287 milioni di tonnellate di cui 15 milioni dovute alle persone in sovrappeso e 3,5 agli obesi . Il peso medio di una persona è 62 kg con differenze notevoli tra i vari paesi: i nordamericani pesano in media 80.7 kg mentre gli asiatici 57,7 kg. Negli USA il 70%delle persone è in sovrappeso,e se tutta la popolazione del mondo pesasse allo stesso modo si avrebbe una aumento di massa umana di circa 58milioni di tonnellate , come se sulla Terra vivessero 935milioni di persone in più di peso normale con conseguente aumento delle necessità di risorse alimentari ed energetiche. Simone Cantatore III D - Tratto da Focus D&R n. 35 23 Gli aerei di domani saranno velivoli supersonici con un boomerang sulla coda che smorzerà l’ onda d’ urto che si genera quando si supera il fatidico “ muro”, consumeranno meno di quelli di oggi, saranno più silenziosi e offriranno a bordo una “ una qualità della vita ” migliore. Tra le proposte più interessanti c’è quella della California Lockheed Martin che da qualche tempo promuove il progetto di un “ biplano chiuso” : la particolare forma delle ali di questo modello garantirà una maggiore portanza, ovvero la forza generata dal flusso dell’ aria, che permette al velivolo di tenersi in volo, e genererà minore resistenza con conseguente riduzione dei consumi rispetto agli aerei di adesso che consumano in media 10 litri di carburante al chilometro. Questi aerei inquineranno meno e i biglietti non subiranno variazioni al rincaro del carburante. È già allo studio, inoltre, il primo aereo di linea “ ibrido”. Quest’ultimo ha 2 motori alimentati sia da carburante tradizionale sia da energia elettrica. Completata la fase di decollo, quest’ aereo commuta gradualmente alla modalità “ elettrica” finché, durante il volo, l’ energia necessaria a far funzionare i motori è fornita solo dalla batteria. Il consumo di carburante si ridurrebbe di circa il 55% mentre l’ inquinamento calerebbe del 70%. Si prospetta inoltre, a circa 10 anni dall’ ultimo volo del Concorde, un ritorno agli aeri supersonici, in grado di volare da New York a Parigi in tre ore e mezza. Il Concorde non ha più volato per vari motivi, c’è chi dice che non costruivano più i pezzi di ricambio, chi invece per l’ incidente avvenuto a Parigi nel 2000 con circa 100 morti, chi invece dice che è nato troppo presto ( come se fossero nati i cellulari nel 1900 ). Ora si vuole tornare ai voli supersonici dotando però i nuovi aeri di tecnologie tali da rendere i motori più efficienti in tutte le fasi di volo, compreso atterraggio e decollo, ridurre i consumi ed evitare il “bang” supersonico, il classico boato generato dal superamento del “muro” del suono, che in molti paesi è vietato. In attesa che questi progetti divengano realtà continueremo a volare sugli attuali modelli che secondo un professore del dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Torino saranno usati per i prossimi 100 anni visto che le aziende hanno fatto in fase di progettazione grandi investimenti e hanno quindi interesse a produrli per il maggior tempo possibile. Giulia Calabri III D Tratto da Focus nov.2012 Un mondo sempre più affamato…di carne Negli ultimi anni si sta assistendo al cambiamento delle diete verso una prevalenza di prodotti di origine animale. Secondo Alexandre Meybeck, esperto del Dipartimento di Agricoltura e di Protezione del Consumatore della Fao, nel 2050 il consumo di carne potrebbe salire del 40% a livello globale e del 70% nei paesi emergenti. Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C Tratto da Focus extra n. 58 24 Cresciamo al ritmo di 75 milioni di persone all’anno, una crescita sbalorditiva se si pensa che l’umanità ha impiegato 1200 anni per passare dai 200 milioni di individui del I secolo d.c. a 400 milioni. Secondo le stime dell’ONU supereremo i nove miliardi nel 2050 e sfonderemo il tetto dei dieci miliardi nel 2085. Ma c’è anche una prospettiva più estrema, secondo cui entro la fine del secolo saremo poco meno di 16 miliardi. Il mondo c’è la farà ad accoglierci tutti? Nel 1968 il biologo e ambientalista americano Paul R. Ehrlich pubblicò un testo che ha dato un nome a questa preoccupazione: The Population Bomb, la bomba demografica. Secondo questo biologo il mondo stava rapidamente esaurendo le risorse alimentari e in poco tempo l’uomo non sarebbe stato più in grado di far fronte alle richieste alimentari della popolazione in continua e incontrollata crescita. Per fortuna le sue previsioni funeste non si sono avverate e accanto all’aumento della popolazione si è avuto l’incremento della produzione alimentare anche se non è stata certo debellata la fame nel mondo a causa della cattiva distribuzione della ricchezza tra i popoli. Tra 100 anni, tre persone su quattro nasceranno in Asia o in Africa, mentre la natività scenderà drasticamente nel Vecchio continente e si assisterà a continui movimenti migratori. La società sarà sempre più multietnica e vivremo più a lungo. Secondo gli esperti ,quindi,non corriamo più il rischio di un aumento incontrollato della popolazione ma tale aumento ci sarà e una migliore distribuzione del cibo sarà quindi essenziale per sconfiggere la fame. Un grafico della popolazione mondiale 2012: Erika Baldi 3^D Da Focus Extra n.58 PIANETA ESPULSO Lo scienziato americano David Nesvorny afferma che quattro miliardi e mezzo di anni fa i pianeti giganti del sistema solare erano cinque e non quattro ( Giove, Saturno, Urano e Nettuno). Pare che il quinto, che si trovava tra Saturno e Urano, sia stato “lanciato” lontano dal sistema solare a causa delle perturbazioni gravitazionali prodotte da Giove. Questo pianeta potrebbe far parte della serie di pianeti non legati ad alcun sistema stellare che sembra popolino la nostra galassia. Elena Ricca 3^B, Focus Luglio 2012 25 di biglietti e sono stati previsti premi per circa 258 milioni di euro, cioè il 75% circa della raccolta, il restante 25% va al gestore per coprire i costi. Sono stati stampati circa 12 mila biglietti vincenti e quindi c’è una probabilità su tre di trovare un biglietto vincente. La cosa più interessante è che però quasi il 60% dei biglietti vincenti hanno premi minori (5, 10, 20 euro ecc.) e molti giocatori, acquistando un “gratta e vinci” da 10 euro, vincendone di nuovo 10, cioè andando in pari, non si sentono soddisfatti e così spendono i 10 euro per un altro “gratta e vinci” che però stavolta è perdente e cosi via in un circolo vizioso che porterà alla fine quasi tutti i biglietti con vincite basse a tornare nelle mani del tabaccaio trasformandosi in altri biglietti, finchè non si perde. La conseguenza è che il margine di guadagno per il banco passa dal 25% al 47% circa. Il gioco d’azzardo Un gioco, per essere definito “d’azzardo” deve essere totalmente (o quasi) casuale e deve coinvolgere del denaro.Il gioco oggi è un fenomeno economico e sociale con un tasso di crescita che non ha uguali. Il 2011 ha segnato un +24% rispetto al 2010. Ma cosa c’entra la matematica col gioco? Essa in realtà ha un ruolo molto importante perché in tutti i giochi è possibile colcolare la percentuale di vittoria applicando le regole della probabilità ed è con la matematica che si calcolano le vincite, ma con qualche sorpresa. Le Probabilità Considerando il lotto,ad esempio, la giocata più semplice è la puntata su un numero singolo su una ruota, ad esempio il numero 1 sulla ruota di Milano, possiamo dire con certezza che abbia cinque probabilità di vincere (perché 5 sono i numeri estratti) su 90 (il totale dei numeri), quindi 1 probabilità su 18. Esistono alcune leggende che affermano che se un numero al lotto, non viene estratto da molto tempo, ci sono più possibilità che nelle prossime estrazioni sia estratto. Teoria del tutto falsa, perché ogni volta che viene estratto un numero, la probabilità che esca quel numero è sempre la stessa (1su 18). La vincita però non è quella legata al fattore di probabilità ( 18 volte la puntata) ma inferiore poichè vi è un margine per il banco di circa il 38%. Un caso particolare è quello dei giochi con jackpot come il superenalotto. Quando il jackpot diventa molto alto, può superare il totale delle giocate. In questo caso il giocatore ha una probabilità bassissima di vincere, ma sul totale, il denaro che torna ai giocatori è superiore a quello giocato. Il “teorema della rovina del giocatore” Il “teorema della rovina del giocatore”, è stato formulato da alcuni matematici, esso afferma che anche in un gioco equo, se il nostro avversario ha una disponibilità di denaro superiore alla nostra, i giocatori sono destinati a perdere, in parole semplici: “Chi ha più soldi vince” e la maggior parte delle volte quello che ha più soldi è il casinò o il gestore del gioco . Una cosa deve essere ben chiara a chiunque voglia giocare: qualsiasi gioco di denaro organizzato è concepito in modo da garantire un guadagno certo al gestore es. il casinò o un sito on-line o lo Stato per giochi quali lotto, superenalotto, totocalcio e lotterie varie. Il “gratta e vinci” La situazione non migliora con i cosidetti “gratta e vinci”. Ad esempio del popolare “Turista per sempre” del costo di 10 €, sono stati stampati circa 34 milioni e mezzo 26 Bisogna,quindi, giocare con moderazione solo per divertimento tenendo sempre presente che quella “ noiosa” della matematica ha un ruolo da protagonista!!!! b)La maggior parte delle persone che giocano a poker online è di sesso maschile o femminile ? Il 60% delle persone che giocano a poker online è di sesso femminile, solo il 40% sono uomini. Curiosità: a)Qual è il gioco più praticato dagli italiani ? Con il suo 35.2%, il gioco più praticato è il “gratta e vinci” seguito dal “lotto” con il 24.2%. Davide de Monte 3ªD Tratto da: Focus novembre 2012e Internet I robot sono macchine che secondo le previsioni del passato avrebbero dovuto sostituire l’uomo in diverse attività. Ne esistono vari tipi, ci sono i robot da appartamento, i robot guerrieri e i cyber operai, i cyber chirurghi e i cyber esploratori. Molti sono i romanzi del passato che ne parlano e il tema “robot nello spazio” è stato fonte di ispirazione per un gran numero di film, a partire soprattutto dalla fine degli anni ’60. A creare un certo tipo di aspettative nell’opinione pubblica non furono solo i romanzi e le pellicole di fantascienza. Dal secondo dopoguerra, infatti, con l’introduzione dei primi computer si crearono i presupposti per l’automazione e la robotica. Si fece così strada la convinzione che prima o poi sarebbero arrivate macchine sbalorditive, in grado di risolvere quesiti di matematica, maneggiare oggetti e svolgere tutte le attività fino a quel momento riservate agli esseri umani. Immagine di droide da battagli B1 immagine di un muletto-robot LS3 sviluppato per l’esercito Usa E in effetti si è assistito a una notevole automazione dei processi produttivi che hanno profondamente mutato il lavoro degli operai nelle fabbriche. Ma la specie che , col passare del tempo, ha visto crescere più rapidamente la propria popolazione è quella dei robot domestici. Hanno già invaso da qualche anno la case degli americani e ora anche gli italiani mostrano di apprezzare le virtù. I loro compiti? Aspirano, in tutta autonomia, la polvere dal pavimento di casa; alcuni sono in grado di asciugarlo e, per chi ha la fortuna di avere di avere un giardino, esistono anche i modelli specializzati nel rasare l’erba del prato. Non assomigliano per niente alla Caterina del film di Alberto Sordi, ma hanno l’aspetto per lo più di dischi volanti pieni di rotelle e sensori che impediscono loro di schiantarsi contro gli ostacoli e computer di bordo che regolano le attività. Sono quindi apparecchi in grado di percepire l’ambiente in cui si trovano , prendere una decisone e metterla in atto. Come vuole la definizione di robot. Alla stessa famiglia appartengono gli automi che vengono usati in campo scientifico: tra i più avanzati Curiosity, il mini rover inviato dalla NASA su Marte, che ha perfino un profilo su Twitter, ma attenzione non è così intelligente da aggiornarsi da solo, ma sono gli scienziati a farlo perché, ricordiamolo, i robot sono esseri “intelligenti” ma comunque costruiti dall’uomo. Alcuni robot dei film: C-3PO, R2D2, Gort, Numero 5, Autobot, Robocop, Maria, Terminator Sonny, Andrew, Robbie e Wall-E. Erika Baldi 3^D Tratto da Focus 27 Secondo diversi scienziati cambieremo ancora. C’è chi ritiene che sarà la tecnologia a fare da motore all’evoluzione. Secondo un paleontologo newyorkese l’evoluzione dell’uomo si è invece conclusa. Su un punto invece sono tutti d’accordo: l’umanità sarà sempre più omogenea. Se le migrazioni, l’alimentazione e lo stile di vita continueranno a seguire l’andamento attuale, differenze come il colore della pelle o la statura lentamente si annulleranno. Ecco i cambiamenti più recenti: -I denti del giudizio stanno scomparendo. Già oggi, spuntano solo al 30 per cento delle persone, e in futuro potremmo perderli del tutto. -Nell’ultimo secolo la statura degli italiani è aumentata di circa 10 cm. Grazie a un’alimentazione migliore ogni dieci anni la popolazione cresce di un centimetro e mezzo. -Prima la fetta di popolazione mondiale che si poteva concedere cibo calorico era minima, ora nei paesi occidentali l’obesità è ormai un problema sanitario. Circa un miliardo e mezzo di persone sono grasse e le proiezioni stimano che entro il 2015 circa 2.5 miliardi di adulti saranno sovrappeso -Secondo la ricerca di alcuni antropologi la forma della testa umana sta cambiando. Nell’ultimo secolo è diventata più stretta e allungata, e questo si osserva maggiormente negli uomini che nelle donne. Il volume medio della scatola cranica , inoltre, è aumentato di 200 millimetri cubici. Si ipotizza che il fenomeno sia dovuto al miglioramento dell’alimentazione e delle cure mediche. Alyssa Cueto e Martina Petta 3^C Tratto da Focus extra n. 58 Soluzioni di pag.30 Atomo Clorofilla Iodio Aldebaran Mercurio Rame Ossigeno Berillio Fluoro Nucleo Uv 28 NaCl Zolfo Ione Midollo Vaccino Ozono Il sistema che fornisce ai genitori e a chi si occupa di minori raccomandazioni dettagliate sull’adeguatezza del contenuto di un gioco a una particolare età si chiama PEGI (PanEuropean Game Information – Informazioni paneuropee sui giochi), ovvero la classificazione europea sulle confezioni dei videogiochi. Essa li divide in 5 fasce: pegi 3, 7, 12, 16, 18, a seconda che il contenuto sia adatto a quella determinata età. Questo sistema di valutazione è stato creato dall’ Isef, la Federaz ione europea del softwar e interatti vo, ed è compos to da 8 indicato ri: violenz a, linguaggio scurrile, paura, droga, sesso, discriminazione, gioco d’ azzardo e online con altre persone. Prima della vendita del videogioco, il produttore invia al PEGI tutte le informazioni per la valutazione che viene apposta sul fronte della confezione, sul retro si trovano altre icone che indicano il perché del giudizio. Il PEGI è stato creato,inoltre, per sostituire i sistemi di classificazione in base all’età presen ti a livello nazion ale con un unico sistema che sia identico in quasi tutta l’Europa. Tutti i giochi per le varie console presentano una classificazione PEGI, così come tutti i giochi per PC dei principali editori europei e americani. I rivenditori di giochi solitamente richiedono che i prodotti che vendono siano etichettati da PEGI e, di conseguenza, è molto raro trovare un gioco in vendita non classificato. Denise Diatta 3^ D Tratto da Focus241novembre 2012 - www.pegi.info.it Lo sai che cos’ è la foresta piegata ? In un bosco polacco esistono circa 400 pini che hanno il tronco incurvato verso nord di circa 90 gradi. Il suo nome è “Foresta Storta”. La leggenda narra di UFO o di armi super segrete che hanno determinato l’incurvatura; la popolazione crede che sia stata madre natura a fare questo, ma l’ipotesi più accreditata è che il fusto dei pini, piantati negli anni trenta, sia stato pressato , per un periodo fra i 7 e i 10 anni, con strumenti meccanici al fine di ottenere legno curvo per costruire mobili, navi, ecc. 29 Lo sai a che profondità arrivano le foche ? Molto più di un palombaro o di un sommozzatore. Dipende dalla specie ma tutte le foche sono tuffatori eccezionali e possono scendere oltre i 300 metri di profondità senza accusare la pressione. Il caso più eccezionale è quello dell’elefante marino (Mirounga sp.) le cui immersioni si aggirano intorno al km di profondità ma possono arrivare fino a 1500 metri. La loro forza sta nello sviluppare grosse riserve di ossigeno nel sangue e nei muscoli che, oltre a permettere lunghe immersioni in apnea, impediscono alla pressione elevata di danneggiare i loro organi cavi come i polmoni. Simone Cantatore III D Tratto da Focus D&R n. 35 Completa le parole seguendo gli indizi, affinché abbiano un senso compiuto. 5. E’ il primo pianeta del sistema solare A_ _ _ _ C_ _ _ _ _ _ _ _ _ in ordine di distanza dal Sole. I_ _ _ _ 6. Il suo simbolo nella tavola periodica è _ _D_ _ _ _ _ _ Cu. _ _ _ _ _ _ _O 7. Il suo simbolo nella tavola periodica è R_ _ _ O. _ _ _I_ _ _ _ 8. Il suo simbolo nella tavola periodica è B_ _ _ _ _ _ _ Be. _ _ _O_ _ 9. Il suo simbolo nella tavola periodica è N_ _ _ _ _ U_ F. _ _C_ 10. Parte centrale della cellula. _ _ L_ _ 11. Un tipo di raggi del sole. __ _E 12. Cloruro di Sodio. _I _ _ _ _ _ 13. Il suo simbolo nella tavola periodica è ___C___ S. O_ _ _ _ 14. Può essere negativo o positivo e conta nei legami ionici. 15. E’ un tessuto molle che si trova nell'interno cavo delle ossa. 16. Lo si fa per evitare la contrazione di virus. 17. Il suo “buco” è famoso 1. E’ la struttura della quale è formata la materia. 2. E’ un pigmento presente nelle foglie 3. Il suo simbolo nella tavola periodica è I 4. E’ una stella appartenente alla costellazione del Toro. Giovanna Sassi, III B 30 Onda increspata: è il suggestivo nome attribuito ad una nuvola avvistata di recente in Nord America, Inghilterra e Francia. Gli scienziati hanno deciso di catalogare questa formazione di particelle d’acqua condensata a causa delle sue caratteristiche straordinarie. Si tratta infatti di una nuova nube che è grande, grigia, terrificante, scura e con mulinelli. E’ un fatto che non accadeva dal 1951. Entro breve tempo l’ONU convaliderà l’autenticità di questa strana nuvola, inserendola all’ interno dell’Atlante ufficiale delle nuvole. Come si produce una nuvola?Grazie al vapore acqueo. FASE 1. Il calore del sole fa evaporare l’acqua FASE 2. Il vapore sale nel cielo accumulandosi con altro vapore FASE 3. Si forma la nuvola QUALI E QUANTI TIPI DI NUVOLE ESISTONO? Cirri: nube del livello superiore della inferiori dell'atmosfera ormai non vengono più raggiunti dai raggi solari. Cirrostrati: nube della stessa natura del cirro troposfera (altitudine 8000 − 12 000 m) che si presenta sotto forma di filamenti bianchi, isolati e sottili, formati da cristalli di ghiaccio. I cirri sono trasparenti a causa della grande dispersione di questi cristalli; pertanto la luce del Sole attraversa i cirri quasi senza alcuna attenuazione. I cirri assumono una colorazione rosa o rosso immediatamente dopo il tramonto del sole, quando essi risultano ancora irradiati, ma gli strati ma formato da un velo continuo traslucido che copre totalmente o parzialmente il cielo. Il suo spessore è molto limitato e il suo colore è normalmente biancastro lattiginoso, lasciando talvolta intravedere una trama fibrosa. Il cirrostrato si colora di tinte cangianti che variano dal giallo al rosso, sia durante ed immediatamente prima dell'alba sia durante ed immediatamente dopo il tramonto. Il 31 cirrostrato è formato da cristalli di ghiaccio ad un'altitudine compresa tra 6 000 e 12 000 m. dell'atmosfera si scontra con una massa di aria fredda, molto spesso è un precursore di un fronte caldo in avvicinamento, ed indica che la parte centrale della perturbazione è molto vicina. L'altostrato tende a coprire uniformemente la volta celeste (6-8/8) e può dare origine a pioviggine, o anche trasformarsi in nembostrato e dare origine a pioggia o a neve se le condizioni lo permettono. Alto Cumuli: nube media che si presenta sotto forma di fiocchi globulari compatti che si estendono su vaste estensioni planari situate ad una altitudine tra i 2 000 ed i 6 000 m. Frequentemente l'altocumulo si presenta come Il vapore acqueo contenuto in una massa d’aria calda si raffredda velocemente e si condensa a contatto con correnti fredde. In questo modo si formano nubi a sviluppo verticale, come: Cumuli: nube a piccolo o medio sviluppo verticale, che si presenta come una piccola torre o cavolfiore; essa ha base piatta o convessa a seconda dello sviluppo verticale. I cumuli si formano a causa delle correnti convettive create dalla radiazione solare e in genere sono indice, se poco sviluppate, di bel tempo stabile. Però alcune volte queste nubi si una serie parallela di cilindri compatti, oppure di strisce di fiocchi allineati in ranghi di conformazione ondosa. La presenza di altocumuli può indicare l'approssimarsi di un fronte e di un cambiamento del tempo, anticipando l'arrivo di forti temporali. Alto strati: nube media, posta ad un'altitudine di circa 2 000 – 6 000 m d'altezza, di colore bianco opaco o traslucido, talvolta tendente all'azzurrognolo. Queste nubi possono essere anche molto spesse, arrivando ad uno sviluppo verticale di 5 000 m. Essa si forma quando una massa di aria calda ai livelli medi sviluppano molto in verticale formando i cumuli congesti che possono provocare rovesci anche forti e che sono lo stadio del cumulo prima della trasformazione a cumulonembo. Cumulonembi: Vista a distanza si presenta grosso modo come una torre che dalla base piatta e relativamente non molto alta dal suolo (mediamente intorno ai 2 000 m alle nostre 32 latitudini) si erge per alcuni chilometri, sino ad arrivare al limite della troposfera ovvero, alle nostre latitudini, intorno ai 12 000 m (meno ai poli e di più all'equatore). La base del cumulonembo è scura, a volte quasi nera, con sfumature che possono andare dal verde al giallo soprattutto quando causa la formazione di grandine. Il cumulonembo è la nube tipica di temporali anche violenti e si presenta prevalentemente nelle ore più calde dei mesi estivi, in quanto la sua formazione necessita di una grande quantità di energia termica. Un cumulonembo rappresenta un pericolo per il volo a vela ed il volo libero ed anche i piloti di aeroplani cercano per quanto possibile di evitarlo, volando a vista o con l'ausilio di radar meteorologici. Nassar,III B Tratto da La Repubblica del 24/09/12Wikipedia Perché alcune nuvole sono bianche e altre grigie?? È la quantità di luce riflessa dalle goccioline d’acqua a dare il colore alle nubi. Il colore dipende da una caratteristica fisica chiamata riflettenza, che indica la percentuale di luce che viene riflessa dalla nuvola. In generale, le nubi più dense hanno una riflettenza anche del 90% e sono quindi di colore chiaro. Di solito sono bianche anche le nuvole della parte più alta dell’atmosfera, perché composte da cristalli di ghiaccio che riflettono molto bene la luce. Anche la dimensione delle goccioline d’acqua è importante: quando queste si addensano a formare gocce più grandi (di solito prima di un temporale), la densità della nuvola complessivamente tende a diminuire e la luce riesce ad attraversare più agevolmente gli strati superficiali: la riflettenza quindi cala e la nube apparirà grigia. Il colore della base della nuvola, cioè della porzione più vicina alla Terra, dipende invece anche dallo spessore, oltre che dalla densità: nuvole più spesse e dense hanno di solito una base grigia, perché i raggi del sole non riescono a raggiungere gli strati più bassi. Veronica Vita 3^A Tratto da Focus 33 34