Settimanale L`Attenzione n. 1769 del 12 Marzo 2011

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Settimanale L`Attenzione n. 1769 del 12 Marzo 2011
Anno XXXXII, 1769 Firenze, 12 marzo 2011 Giornale on-line. Esce il sabato Direttore responsabile Francesco Canosa
Da L’attenzione solo informazione
affidabile e indipendente
Editoriale
Giudici e PM, carriere separate?
Impressiona l’accanimento giudiziario della Procura
di Milano, rimasta intatta, se non aumentata, rispetto
al biennio 1992-93, quando con Bettino Craxi venne
abbattuta la prima Repubblica, schiacciata sotto le
inchieste enfaticamente chiamate «Mani pulite».
Anche allora per un bel po' non ci furono richieste
dei pubblici ministeri che non fossero accolte.
In quegli anni bui era difficile, diciamo pure impossibile, trovare nel tribunale di Milano qualche magistrato capace di contrastare o solo di dissentire da
quella macchina schiacciasassi che era diventata la
Procura. La povera Tiziana Parenti ci provò tanto
inutilmente che alla fine preferì cambiare mestiere.
Per quanto inquietanti e temibili, le analogie rispetto
a quel periodo finiscono tuttavia qui per nostra fortuna, e per sfortuna -spero- delle tifoserie politiche
della Procura ambrosiana e degli uffici limitrofi.
Dove peraltro la carriera unica, come in tutti i palazzi di giustizia italiani, consente a pubblici ministeri e
a giudici una frequentazione o assonanza sconosciute
o persino vietate in paesi di consolidata democrazia.
Erano inglesi, per esempio, quei magistrati che ormai
molti anni fa vennero in missione a Roma ed espressero la loro meraviglia scoprendo che pubblici ministeri e giudici potessero prendere lo stesso ascensore.
Diversamente da quel terribile biennio della fine
della cosiddetta Prima Repubblica, e a dispetto delle
piazze riempite non più tardi di domenica scorsa
dalle avversarie e dagli avversari del Cavaliere, l'area moderata e liberale del Paese non è più sguarnita
come una tendopoli. Da Lega, del cui sostegno l'allora capo della Procura di Milano Francesco Saverio
Borrelli si compiacque pubblicamente, prima che
anche il Carroccio venisse lambito dalle inchieste e
dai processi sul finanziamento illegale della politica,
non sventola più i cappi in Parlamento. E sostiene
lealmente Berlusconi, pur non condividendo il modo
in cui egli trascorre, diciamo così, il suo tempo libero fra le lenzuola. La stampa garantista è più numerosa e coraggiosa. Anche dai giornaloni allora allineati alla Procura ambrosiana si levano adesso voci
discordi e preoccupate. Ma, soprattutto, il partito e
l'elettorato di Berlusconi non sono paragonabili ai
partiti e agli elettorati divisi e sbandati dei Craxi,
Forlani, Martinazzoli e altri di quell'epoca sfortunata.
La sorpresa che la sinistra post-comunista e i suoi
alleati di complemento si ritrovarono fra i piedi nelle
elezioni anticipate del 1994, con la vittoria di
Berlusconi, potrà essere questa volta ancora più
grande e, per essi, rovinosa di allora.
Non per niente oggi il 63% dei votanti si e' infatti
espresso in maniera favorevole alla riforma, mentre
il 36% in modo contrario e soltanto l'1% ha dichiarato di non avere un'opinione precisa in merito.
E va ricordato, inoltre, che ai legali piace la proposta
di separazione delle carriere dei magistrati. Non
solo, ma va ricordato, infatti, che la Bicamerale, presieduta da Massimo D’Alema, approvo' una proposta
di modifica dell'articolo 104 della Costituzione nella
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quale si sanciva il principio secondo cui sia i giudici
ordinari che i “magistrati del pubblico ministero
costituiscono un ordine autonomo e indipendente da
ogni potere''.
'Nelle riforma della giustizia c'e' tutto cio' che volevamo varare con la famosa commissione Bicamerale
del '97-'98. E la chiave per noi era la separazione
delle carriere tra pm e giudici''. Lo assicura al
'Corriere' Giuliano Urbani, politologo.
''I magistrati, in maggioranza persone degnissime,
come categoria non hanno saputo emendarsi. Ora
lamentano una riforma della giustizia punitiva.
Hanno delle ragioni ma non meritano una difesa acritica. Hanno, pero', anche un grande vantaggio: chi
vuole oggi rimettere mano alla giustizia non ha le
carte in regola per farlo''. Lo scrive Stefano
Menichini nel suo editoriale su 'Europa' dal titolo
'Ne' coi giudici ne' con Berlusconi', dedicato alla
riforma della giustizia varata dal governo
Berlusconi. ''Ci vogliono credibilita' e consenso per
proporre grandi disegni riformatori -conclude
Menichini- figuriamoci per imporli a chi non ne e'
convinto. Berlusconi purtroppo (sottolineo purtroppo) e' l'ultimo sulla terra che potrebbe ambire a
tanto. E ora in Italia c'e' lui''.
'Praticamente in tutti i Paesi dell'Occidente avanzato,
quasi senza eccezioni, esiste una separazione tra la
carriera dei magistrati dell'accusa e quella dei magistrati che giudicano. E questo e' vero anche nei Paesi
governati da maggioranze di centrosinistra''. Lo
afferma il portavoce del Pdl, Daniele capezzone,
sulla riforma della giustizia.
Francesco Canosa
La vedova sconsolata...
perchè è tanto difficile fare una riforma
in Italia?
Eppure il tempo passa, si ammoderna,
cambiano le esigenze dei cittadini, la
democrazia va avanti!
Si passa dalle dittature alla libertà di
pensiero e di azione!
E allora?
Perchè le parti interessate non trovano
un punto d’incontro per far migliorare
il paese?
Certo ognuno vuole difendere i propri
privilegi acquisiti nel tempo, ma si possono e si devono cambiare se non si
vuole restare fermi alle leggi fasciste o
peggio ancora, a quelle ... borboniche.
Signore Iddio,
aiuta l’uomo a fare le riforme e poi...
... raccoglimi pure accanto
a quell’anima benedetta!
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
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per dare ai singoli il necessario, da qel capitale è il credente stesso che
riscuote in silenzio i suoi interessi.
E’ meglio lasciare che accadano ingiustizie piuttosto che rimuoverle
commettendo illegalità.
Esce il sabato
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TOSCANA; IL PSI PER UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE:
DOPPIA PREFERENZA, NESSUNA FIRMA, NO A LISTE BLOCCATE
La pdl socialista mira ad abrogare la legge sulle primarie e ad abbassare lo sbarramento. Ciucchi:
“Restituiamo ai cittadini la possibilità di scegliere
chi li rappresenta”.
Ripristino della preferenza, con l'introduzione della doppia scelta per
garantire parità di accesso alla politica per uomini e donne; abolizione
delle liste bloccate; soglia di accesso ai seggi abbassata al 2% rispetto
al modello attuale; eliminazione della raccolta firme e introduzione di
un deposito cauzionale; abolizione della legge toscana sulle primarie.
Sono i cardini della proposta di legge per la modifica del sistema elettorale presentata dal consigliere regionale Pieraldo Ciucchi del PSI.
“Si tratta – spiega Ciucchi, che è anche segretario regionale del partito
– di una riforma che mira a restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti. In questi anni l’elezione dei consiglieri è
stata esclusività dei partiti, lasciando quindi agli elettori la sola prerogativa di 'ratificare' decisioni già prese”.
“La nostra proposta – dice ancora – mira anche ad abbassare lo sbarramento dal 4 al 2%, in modo da consentire anche ai partiti più piccoli di
accedere alla rappresentanza, ma l’altra novità significativa riguarda
l'abolizione dell'obbligo di raccolta firme per la presentazione delle
liste. Proponiamo di sostituirla con il pagamento di una cauzione di
20.000 euro che si prevede venga restituita nel caso in cui il gruppo di liste raggiunga almeno la soglia dell’1 per cento dei voti.
Una soluzione che a nostro avviso eviterebbe i pasticci o le vere e proprie truffe alle quali abbiamo assistito in occasione di precedenti consultazioni, che hanno contribuito ad aumentare il sentimento di distacco dei cittadini dalla politica”.
Altro aspetto della pdl socialista riguarda l'attuale legge regionale che regola le elezioni primarie: una legge che il PSI mira ad
abolire in quanto, spiega ancora Ciucchi, “con la reintroduzione delle preferenze non ha più alcun senso mantenerla in vita”.
“La democrazia – conclude Ciucchi – è partecipazione e trasparenza e l'impegno dei socialisti è di riportare i cittadini al centro
del processo politico, divenendo parte attiva nella selezione della classe politica”.
La scheda: LA PROPOSTA DI LEGGE DEL PSI
Cosa prevede:
Reintroduzione del voto di preferenza:per promuovere la parità di genere e la partecipazione delle donne alla vita
politica. Si stabilisce che, nel caso di espressione delle due preferenze consentite dalla legge, esse debbano
riguardare candidati di entrambi i generi, pena l'annullamento della seconda preferenza espressa
Abrogazione della vigente legge regionale sulle elezioni primarie e del relativo regolamento di attuazione
Eliminazione del “listino regionale”
Abbassamento al 2% della soglia di sbarramento (attualmente al 4%) per l'accesso ai seggi per i gruppi di liste
unite in coalizione
Eliminazione dell'obbligo di raccolta di un numero prestabilito di firme per la presentazione delle liste
Introduzione, in luogo delle firme, di un deposito cauzionale di 20,000 euro; cifra che verrebbe restituita nel caso
in cui il gruppo di liste raggiunga almeno l'1% dei voti
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Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
Dissidio tra legalità e giustizia
C’è un fenomeno preoccupante, in Italia
e altrove: lo spostamento della giurisprudenza dalla legge alla giustizia.
Quando il giudice applica la legge, si
limita al suo dettato, chiaro e preciso. Ad
esempio, sapendo che chi sottrae la cosa
mobile al legittimo proprietario è colpevole di furto, condanna il ladro. Quando
invece persegue la giustizia, non guarda a
ciò che la legge precisamente comanda
ma al suo scopo finale: e dà luogo a decisioni molto opinabili.
Un esempio chiarirà meglio il concetto.
La legge reprime il furto per evitare che
un cittadino innocente sia ingiustamente
danneggiato. Ma chi ragiona in termini di
giustizia obietta: se puniamo qualcuno
per avere inflitto un danno di pochi euro,
possiamo lasciare impunito chi infligge
un danno molto maggiore, per esempio
gli fa perdere la vita? Se le sigarette provocano il cancro al polmone, e un fumatore si ammala di cancro, è giusto che la
società produttrice di quel veleno non sia
chiamata a pagare per questo?
La risposta si è avuta negli Stati Uniti: le
società produttrici sono state condannate
a pagare grandissimi risarcimenti. E
infatti oggi tutti i pacchetti di sigarette
ammoniscono sui danni del fumo: come
se prima non si conoscessero o come se
ciò frenasse i fumatori.
Il magistrato che persegue la giustizia
non si accorge delle molte obiezioni che
si possono sollevare contro questa tendenza. Chi mi ruba le sigarette approfitta
della mia disattenzione e fa qualcosa
contro la mia volontà. Se invece vado a
comprare un pacchetto di sigarette sono
io che prendo l’iniziativa di spendere
quei soldi e di correre quei rischi.
Insomma, dovrebbero essere affari miei e
responsabilità mia.
La condanna della società produttrice è
un segno che la giustizia ha spostato il
suo baricentro. Mentre prima ci si aspettava che ognuno badasse a se stesso, e al
massimo che lo Stato lo difendesse quan-
Dal momento che si trova a maneggiare
un testo che non prevede fattispecie chiare e specifiche, in nome dell’uguaglianza
di tutti i cittadini dinanzi alla legge può
arrivare alle decisioni più discutibili. E di
fatto in qualche caso ci è arrivata.
Purtroppo, la giustizia – come l’uguaglianza, come tante altre belle cose – è
opinabile.
do non poteva, ora ci si aspetta che il singolo si permetta di essere sbadato e spensierato come un bambino e che qualcun
altro si occupi della sua sicurezza.
All’occasione pagando per le conseguenze negative.
Un risultato divertente è che mentre
prima i medicinali promettevano di guarire tutti i mali (e per questo il foglietto
illustrativo era detto “bugiardino”) ora
tutti i mali li minacciano. Uno è quasi
tentato di tenersi la malattia, pur di non
correre quei mille rischi.
Se compriamo un prodotto confezionato
dentro un sacchetto, siamo avvertiti di
non lasciare la plastica in giro: giocandoci, i bambini potrebbero soffocarsi.
Addirittura – secondo quanto abbiamo
visto in tanti film – il paziente dimesso
dall’ospedale viene condotto all’uscita su
una sedia a rotelle: se dalla sua stanza a
lì, Dio non voglia, dovesse cadere, l’ospedale potrebbe essere chiamato a
risponderne.
Come diceva uno psichiatra statunitense,
“oggi se ti vendono un martello ti avvertono che non è consigliabile usarlo per
dare colpi in testa al prossimo”.
In Italia l’antesignana di questa tendenza
alla giustizia è la Corte Costituzionale.
La tendenza crea per giunta un fenomeno
di feedback, cioè di retroazione. I giudici
perseguono la giustizia e dunque chiunque si senta vittima di un’ingiustizia
reputa facilmente che “la legge gli darà
ragione”. E dal momento che a volte non
la legge ma una sua particolare interpretazione gli dà ragione, il fenomeno si
accentua sempre più. Un esempio recentissimo è quello della giornalista Tiziana
Ferrario che, dopo essere stata in video
per ventotto anni (presumiamo che ne
avesse più di venti, all’inizio), essendo
stata spostata ad altre funzioni, è ricorsa
al giudice ed ha ottenuto “giustizia”.
Cioè oggi un direttore di un telegiornale
non è nemmeno libero, dopo ventotto
anni, di cambiare una faccia sul teleschermo. Magari per far posto a giornaliste più giovani e, chissà, più capaci.
Nella mentalità attuale, la “giustizia deve
trionfare”. Il risultato è che nessuno è più
al riparo dall’invadenza di una giurisprudenza civile, penale e amministrativa
che, cercando la giustizia, realizza l’arbitrio e l’incertezza. Diventa un problema
perfino bocciare un somaro alle scuole
secondarie.
Ma denunciare le tendenze sbagliate del
proprio tempo, quando sono così corali, è
inutile. Tutti reputano che qualunque
aspetto della vita ha rilevanza giuridica e
il magistrato per conseguenza ha tendenza a sentirsi onnipotente.
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Dalle Comunità montane alle Unioni di comuni: cosa ne pensano le
popolazioni locali? Forse sarebbe opportuno un referendum...
Non passa giorno che non si parli di trasformazione delle Comunità montane in Unioni di comuni. Se ne parla a Roma, se ne
parla nei capoluoghi regionali, ne parlano le Giunte regionali e gli assessori... Però manca la voce dei diretti interessati, ovvero i cittadini che vivono in montagna, che sopportano i sacrifici di un ambiente territoriale difficile, che subiscono danni nelle
proprie esigenze sociali ed economiche.
E’ stato mai pensato di fare un referendum per chiedere a questi cittadini (che non sono certamente di serie B!) che cosa
vogliono veramente? Abbiamo chiesto loro cosa ne pensano delle Comunità montane e quale ruolo attribuiscono loro?
Un’indagine in tal senso sarebbe sicuramente un’azione democratica ed eviterebbe di calare dall’alto decisioni che potrebbero essere inopportune.
Cosa ne pensa a tal proposito Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, che rappresenta ben 168 comuni montani?
La risposta è netta:”si trasformino pure le Comunità montane in unioni di comuni, ma attenti a non perdere la governance
montana che è alla base della vita delle popolazioni montane. Che arrivino pure le Unioni, ma che siano legate al territorio e
conservino tutte le attuali funzioni associate delle attuali Comunità montane, conquistate nel tempo ed avallate dalla Regione
Toscana”.
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Fisco, contributi pensione volontari sono deducibili
L’ Agenzia delle Entrate con la risoluzione del 3 marzo scorso ha chiarito che anche i contributi integrativi volontari come quelli
obbligatori sono deducibili. L’ agenzia risponde così al quesito posto dall’ Ente Nazionale di Previdenza e assistenza a favore dei
biologi, evidenziando il fatto che anche quelli volontari sono finalizzati al conseguimento della pensione. Secondo quanto riportato nella risoluzione anche il professionista può dedurre i contributi volontari che vengono versati a qualsiasi titolo.
In particolare l’ Agenzia ha risposto: “la contribuzione volontaria non è ammessa per contestuali periodi di assicurazione ad una
delle forme di previdenza obbligatoria per lavoratori dipendenti, pubblici e privati, per lavoratori autonomi e per liberi professionisti, nonché per periodi successivi alla data di decorrenza della pensione diretta liquidata a carico delle predette forme di previdenza”.
Prospettive positive per i comuni
dal Comitato paritetico sul catasto
Si e’ insediato, presso la Conferenza Stato-Citta’ e Autonomie locali, l’organo paritetico di indirizzo sulle modalita’ di attuazione
delle norme in materia di aggiornamento del catasto previste dal dl.78 (la cosiddetta ‘manovra estiva’).
Oreste Giurlani, presente nella sua qualità di vice-presidente nazionale di Uncem, ha ribadito che il riavvio del processo del decentramento del catasto ai Comuni (previsto dall’art.19 dello stesso dl. 78) rappresenta, anche alla luce dell’appena approvato dalla
Camera del testo sul federalismo municipale, attivita’ strategica e fondamentale per assicurare la tenuta del provvedimento di assegnazione ai Comuni dei tributi immobiliari. Nel corso della riunione e’ stato pertanto condiviso di procedere entro 90 giorni alla
emanazione del previsto Dpcm, partendo dal lavoro gia’ svolto nel maggio 2010 e su cui l’Agenzia del territorio si e’ comunque
riservata, entro dieci giorni, di far avere le sue eventuali integrazioni. E’ stato anche deciso di avviare la concertazione sugli ulteriori provvedimenti in materia di anagrafe immobiliare integrata, anch’essi previsti dalla norma, che dovra’ concludersi entro sessanta giorni. La prossima riunione dell’organo paritetico e’ dunque prevista per venerdi’ 11 marzo, giorno in cui saranno formalmente deliberati gli indirizzi concordati oggi.
“Come Uncem - ha spiegato Giurlani - siamo molto impegnati in questa direzione, soprattutto in Toscana dove abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione, attraverso il progetto Elisa che consente ai comuni di operare con molta efficacia nella lotta
all’evasione fiscale. Il progetto, di cui è capofila il comune di Fabbriche di Vallico, ha già dato i primi frutti e si propone l’obiettivo di snidare gli evasori, in particolare adesso che si va verso un’autonomia finanziaria dei comuni attraverso l’utilizzo del federalismo municipale”.
Allarme chiusura uffici postali in Toscana
Nei giorni scorsi Marcello Melani, sindaco di Sambuca pistoiese, aveva inviata una lettera aperta per deunciare la netta contrarietà del
Comune di Sambuca Pistoiese sulla ventilata chiusura dell’Ufficio Postale di San Pellegrino al Cassero.Non solo, ma paventava altre chiusure con gravi ripercussioni sulle popolazioni dei comuni montani.
Melani chideva pertanto che la Provincia, la Comunità Montana, congiuntamente all’UNCEM Toscana, che ha gia incontrato le Poste e sta
elaborando un documento congiunto, contestino il piano di “ottimizzazione” (solo per le Poste e non per gli utenti) evitando la chiusura
degli sportelli montani.
La risposta dell’Uncem non si era fatta attendere tanto che il presidente Giurlani aveva espresso forti perplessità sull’iniziatva ed aveva
rivolto un appello al ministero competente per far retrocedere le Poste dall’idea di chiudere diversi uffici postali.
“Non è sopportabile - scriveva Giurlani - che la gente di montagna, sopratutto le persone anziane, vengano private di un servizio essenziale come quello postale per motivi di bilancio. L’Ufficio postale - sostiene Giurlani - è un servizio pubblico al quale non è possibile rinunciare e quindi avvierò nuove inziative per evitare ce si verifichino le annunciate chiusure”.
E nel frattempo, putroppo, le Poste che sembrano essere insensibili ad ogni istanza vanno avanti per la loro strada di tagli e chiusure ed il
Govenro, purtroppo, sta a guardare!”.
Alla riduzione del servizio di recapito si aggiungono tagli e chiusure che interessano una sessantina di uffici postali di cui ancora non si
conosce l’elenco completo. Sono certi quelli della provincia di Grosseto, dove Poste Italiane è intenzionata a procedere nel proprio piano di
chiusura (Gerfalco, Casale di Pari e Puntone di Scarlino) e di ridimensionamento degli orari degli uffici postali (Baccinello, Montegiovi,
Monterotondo Marittimo, Monticello Amiata, Niccioleta, Petricci, San Martino sul Fiora, Santa Caterina, Seggiano, Selva, Selvena e Tirli).
Il ministero dello Sviluppo economico, in veste di principale azionista, si limita a prendere atto della decisione. È quanto emerso dalla
risposta data in Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni all’interrogazione presentata dai parlamentari Pd Silvia Velo e Luca
Sani.
È allarme rosso anche in Lunigiana per la prospettata chiusura degli uffici postali.
Già sei uffici sarebbero in fase di soppressione: Bigliolo e Quercia (Aulla), Crespiano (Comano), Tavernelle (Licciana) Villa (Tresana),
Guinadi (Pontremoli). Sembra che anche altri uffici siano nel mirino.
La Regione ha istituito un tavolo permanente per monitare la situazione riguardo alla riduzione dell’attività o alla chiusura degli uffici
postali ubicati in piccoli comuni montani o in aree rurali disagiate. Oltre alla Regione, ne fanno Upi e Anci (le unioni dei comuni e delle
provincie) e l’Uncem (che rappresenta le comunità montane) per seguire la situazione che rischia di avere gravi ripercussioni in molte zone
della Toscana. «Ci sono al momento – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi – almeno una sessantina di comuni, più o meno
piccoli, che rischiano la riduzione dell’attività o la chiusura dei propri uffici postali. La chiusura in particolare riguarderebbe circa venti
realtà. Insieme ai presidenti di Upi, Anci e Uncem Toscana abbiamo deciso di costituire questo tavolo per monitorare costantemente la
Il mondo del lavoro al tempo della crisi
Sono stati 27 milioni 432mila 356 i nuovi rapporti di lavoro tra
gennaio 2008 e giugno 2010. Ma il 73,4% delle assunzioni ha
riguardato contratti "deboli"; di questi, infatti, il 64,6% è rappresentato da contratti a tempo determinato mentre solo il
22,9% è stato a tempo indeterminato ed il 3,7% con contratti di
apprendistato, ritagliando cosi' alle "buone forme" di inserimento dei lavoratori solo un 26,6% rispetto alle assunzioni complessive.
Ad indagare sulla qualità dell'occupazione, prima e durante la
pesante crisi economica, è uno studio della Uil che ha fotografato l'andamento del mercato attraverso le comunicazioni obbligatorie da parte delle aziende.
Nello stesso periodo, 2008-2010, invece sono stati 24 milioni499mila 653 i rapporti di lavoro cessati, di cui il 48,4% ha
coinvolto le donne. E anche in questo caso a fare i conti con le
percentuali maggiori sono stati i contratti deboli che hanno
lasciato sul campo circa il 72% delle 'assunzioni': il 64,4% dei
contratti a tempo determinato, infatti, sono stati sciolti contro il
28% di quelli cessati tra tempo indeterminato e apprendistato.
Nel solo Mezzogiorno l'incidenza delle cessazioni e' stata pari
al 38,1%.
"Dati emblematici", commenta il coordinatore dello studio, Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, a cui "occorre dare risposte concrete e rapide perche' e' un problema di ''quantità'' e di ''qualità'' dell'occupazione". Risposte che, per il sindacato, sono da
trovare essenzialmente "in un massiccio investimento di risorse in settori strategici quali l'istruzione, la ricerca e la formazione".
In particolare, prosegue lo studio Uil, i rapporti di lavoro avviati nel primo semestre del 2010 sono stati 5 milioni, di cui il 48,2%
donne; nel 2009 invece ammontano a 9,4 milioni i nuovi rapporti di lavoro, più equamente distribuiti tra uomini e donne mentre i
13,1 milioni di rapporti avviati nel 2008 registrano ancora un 48,2% di contratti a favore delle donne.
Donne in evidenza, però, anche nelle percentuali relative alla cessazione di contratti: sui quasi 25 milioni di rapporti di lavoro cessati tra il 2008 ed il 2010, infatti, il 48,4% sono di appannaggio del sesso femminile. In particolare, invece, nel 2008 le cessazioni
sono state 11,4 milioni, nel 2009 oltre 9,1 milioni e nel primo semestre 2010 oltre 4 milioni. La crisi economica degli ultimi 30
mesi, dunque, ha dunque lasciato il segno; tra nuovi rapporti di lavoro e cessazioni, infatti, il saldo finale è negativo: restano sul
tappeto 563 mila contratti che per la Uil coincidono con 245 mila lavoratori in meno.
Dati che spingono il sindacato ad una riflessione generale sul precariato e l'abuso della flessibilità: "non si puo' sostenere la virtuosità della buona flessibilità, come apprendistato e somministrazione, se nel contempo non si pone un argine all'abuso di forme
cattive di flessibilità, come nel caso di moltissime collaborazioni a progetto, i tirocini e gli stage che, oggi, sono più utilizzate dello
stesso apprendistato", conclude Loy.
A maggio “Vivere l’Appennino”
Incontro tra il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani e Massimo
Puccinelli e Giancarlo Melosi del Comitato organizzatore della kermesse
“Vivere l’appennino” che si terrà il prossimo 6-7-8 e 13-14-15 maggio a
Montecatini Terme, in un'area attrezzata adagiata su un ampio spazio verde.
Durante i sei giorni dell'evento innumerevoli volti della catena appenninica,
che di Montecatini per tutto l'anno è cornice ed orizzonte, ma che per sei giorni “scende a valle” e si presenta.
Vivere l'Appennino ha superato il primo banco di prova, costituito dall'edizione del passato anno, e si ripropone al pubblico arricchito di idee ed iniziative;
ma con la stessa formula del 2010. La mostra si fonda sulla volontà e sulla
condivisione di quanti vi partecipano, e che a Montecatini convergono nei sei
giorni di kermesse, per misurarsi ma anche solo incontrarsi con altri operatori. Una vetrina animata, dove i visitatori saranno coinvolti in una serie di iniziative e stimoli inaspettati: diventando protagonisti dell'evento!
Quest'anno saranno presenti le scuole, che numerose ed entusiaste, hanno
risposto alla proposta di avvicinarsi all'evento, facendolo diventare un'occasione formativa e di cultura naturalistica; con gli artisti, che rappresenteranno
con le loro tecniche pittoriche i monti ed il mondo che racchiudono; con i tour
operators, che, presenti sul territorio per un educational tour, coglieranno
anche questa occasione per assaporare la ricca complessità delle nostre terre.
Ma chiunque può partecipare a Vivere l'Appennino; perché può visitare la fiera, i suoi stand fieristici e commerciali, lo spazio
verde che accoglie innumerevoli occasioni di intrattenimento, apprezzare la cucina ispirata alla miglior tradizione appenninica, e
sfruttare le iniziative collaterali all'evento; in un periodo in cui Montecatini Terme si propone nella sua veste più bella, si apre ai
suoi ospiti e conferma la propria vocazione turistica che l'ha resa nota nel mondo.
UNCEM Toscana patrocinerà l’evento e sarà presente attraverso l’organizzazione di momenti di confronto con le istituzioni e con
Uncem (insieme ad altre associazioni) contesta il
decreto Romani sul fotovoltaico
Pare che la Confindistria sia d’accordo...
Una reazione, quella di Confindustria, che lascia infatti sconcertate tantissime PMI operanti nel settore del fotovoltaico, sia
esterne che interne alla confederazione imprenditoriale.
La CIA è contraria, perchè?
La CIA toscana dice si ad uno sviluppo del fotovoltaico nel territorio agricolo che ne rispetti la vocazione produttiva primaria.
Quindi no al “pannello selvaggio” nelle aree agricole, che deturpa il paesaggio, snatura il territorio, favorisce la speculazione di
pochi “furbetti”. C’è il "pericolo" del fotovoltaico che mangia il
territorio agricolo, che rovina l'agricoltura...
Quindi si tratta di un decreto dannoso per l’economia!
Il decreto Romani sta producendo già effetti drammatici.
Blocco di miliardi di investimenti e migliaia di casse integrazioni già annunciate. Non solo, ma si rischia anche il blocco del
piano di riconversione della ISI: ecco i primi effetti del decreto
Romani sul fotovoltaico”. Ieri, a Roma, Il Kyoto Club ha organizzato un convegno con la presenza del Ministero dello
Sviluppo Economico e del GSE. In aparallelo c’è stato un
incontro pubblco con imprenditori ed associazioni che hanno
spiegato le loro ragioni e le loro proposte.
Proprio mentre le rinnovabili in Italia sembrano a rischio, in
Toscana arriva l'occasione per stringere accordi economici con
gli Usa.
Il senatore statunitense del Delaware, Harris McDowell, presidente della commissione federale americana sul risparmio energetico e stretto collaboratore del presidente Obama, è in questi
giorni in Toscana su invito dei presidente regionale di Uncem,
Oreste Giurlani.
L'obiettivo della visita sono stati incontri con Regione, enti
locali, associazioni di categoria e imprese per «porre le basi per
un rapporto politico-istituzionale e per eventuali collaborazioni
rivolte sia al pubblico che ai privati» sui temi dell'ambiente e
delle energie sostenibili".
Però... mentre si aprono prospettive di sviluppo a livello internazionale l’Italia entra in crisi per effetto di un decreto sulle rinnovabili varato dal Governo.
Ne abbiamo parlato con Giurlani, visti i contatti dirtti con lo
stato del delaware neglli USA, tramite il senatore MecDonald.
Presidente Giurlani che cosa sta accadendo?
ll Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che
recepisce la direttiva europea in materia di incentivi alle energie
rinnovabili. Tra le novità dell'ultima ora, la scomparsa del tetto
degli 8 mila MW agli aiuti al fotovoltaico, inoltre l'attuale regime di incentivi al fotovoltaico resterà in vigore fino a fine maggio e un successivo decreto a giugno, di concerto tra il ministro
dello Sviluppo economico e il ministro dell'Ambiente, dovrebbe
prevedere nuovi parametri e una revisione delle quote delle
varie fonti rinnovabili.
Ci sono molte proteste, perchè?
Un esempio? Sui terreni agricoli sarà possibile produrre al massimo 1 megawatt di energia fotovoltaica e utilizzare per gli
impianti di produzione non più del 10% del terreno coltivabile e
nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, gli
impianti siano collocati a una distanza non inferiore a 2 chilometri.
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C’è stata anche la protesta della Regione Toscana!
“Questo governo è un disastro: non solo non aiuta la ripresa, ma
affossa anche i settori dell’economia in crescita”. Ha affermato
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. “Insomma –
precisa Rossi – con un decreto si blocca la crescita di uno dei
pochi settori innovativi della nostra economia con ripercussioni
pesanti sull’occupazione e sull’ambiente”.
intervista a cura di Francesco Canosa
Rossi: “Il 23 a Roma per cambiare il decreto
sulle rinnovabili”. Adesione di Uncem
Toscana“
Andremo a Roma per chiedere al governo di cambiare il decreto-catastrofe sulle rinnovabili. Ci vuole un’azione comune da
parte di istituzioni, forze econmiche e sociali che credono nello
sviluppo e nella green economy. I lavoratori della Isi hanno già
dato l’esempio occupando lo stabilimento. Hanno fatto bene”.
Così il presidente della Regione Enrico Rossi commenta la
decisione del governo di convocare a Roma per il 23 marzo i
rappresentanti delle Regioni. I ministri dello sviluppo economico Paolo Romani e dei rapporti coin le Regioni Raffaele Fitto
discuteranno con le Regioni le misure che il governo intende
prendere in questo settore. Questa iniziativa segue le numerosissime proteste e prese di posizione contrarie all’attuale decreto
diffuse nelle ultime ore e le sollecitazioni avanzate nei confronti del governo dal presidente della Conferenza Stato Regioni
Vasco Errani, a cui nei giorni scorsi il presidente Rossi aveva
inviato una lettera.
“Ci batteremo perché sia ripristinato il sistema degli incentivi –
conclude Rossi – Negli altri paesi d’Europa sono state prese
misure più equilibrate, sostenibili e non punitive nei confronti di
un comparto che può essere a ragione considerato strategico.
Anche l’Italia può farlo e assicurare così a imprese e lavoratori
una occasione di sviluppo e di occupazione irrinunciabile”.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
Il Sottosegretario Sarra è intervenuto
sul tema delle Comunità Montane
Il Sottosegretario regionale alla Presidenza Alberto Sarra è
intervenuto sul tema delle Comunità Montane. “La Giunta della
Regione Calabria – afferma Sarra -, guidata dal Governatore
Scopelliti dall’aprile 2010, si è immediatamente fatta carico
delle necessità delle Comunità Montane, ed in particolare dei
dipendenti, sin dal suo insediamento. Infatti, il primo intervento
a favore delle stesse è stato posto in essere già il 28 maggio del
2010 attraverso il decreto n. 8384 del Dirigente al Dipartimento
Agricoltura – Foreste - Forestazione, con il quale sono stati stanziati e liquidati € 3.999.996,00 per il mantenimento giuridico
del personale, sulla base dell’istruttoria compiuta e proposta
dall’U.O.A. Riforme e Decentramento, così come previsto dalla
delibera Regionale n. 309 del 25.03.2010, trasmessa con nota n.
10044 del 17.05.2010 del Sottosegretario Alberto Sarra”.
“Ulteriori € 3.999.996,00 – sostiene ancora Sarra - sono stati
stanziati con le medesime modalità, con un secondo decreto, il
n. 15071 del 02.11.2010. In totale, in meno di un anno dal proprio insediamento, la Giunta Regionale della Calabria ha liquidato alle comunità Montane, proprio perché ha a cuore la situazione dei lavoratori, la somma totale di circa € 8.000.000,00
facendosi carico, in definitiva, di tutte le necessità relative agli
stipendi dei dipendenti. Non risponde al vero dunque, quanto
affermato dalla Cgil sulla stampa, che i dipendenti delle
Comunità Montane sono da 13 mesi senza stipendio, perchè gli
8 milioni di Euro sono stati erogati per pagare gli stipendi tabellari dei dipendenti per otto mensilità, e precisamente per il periodo relativo ai mesi Gennaio-Agosto 2010”.
“Gli ulteriori 6 milioni di Euro liquidati con decreto della
Regione Calabria del Dipartimento Agricoltura – Foreste Forestazione nr. 1751 del 11 Marzo 2011 serviranno a pagare le
mensilità per il periodo che va dal mese di Settembre 2010 al
mese di Febbraio 2011 . La Regione, quindi, non solo si è prodigata in tempi rapidi ad erogare le somme per il pagamento degli
stipendi con fondi propri, ma ha provveduto a farsi carico interamente del problema relativo ai dipendenti della comunità montane”.
riali''. La prima lezione, in programma domani e' intitolata
'Federalismo fiscale, politiche di bilancio e patto di stabilita'' .
Interverranno Mario Rey, Anna Paschero, Federico Moine e
Magda Zanoni.
Guardia di Finanza denuncia
imprenditore per falsa fattrurazione
Perugia, marzo - Fatture completamente artefatte utilizzando
simboli, intestazioni e loghi inesistenti, oltre a firme di ordinativi contraffatte.
La compagnia della Guardia di Finanza di Terni ha denunciato
alla procura della Repubblica un imprenditore di 45 anni, per
aver emesso fatture false per 300mila euro, evadendo oltre
70mila euro di imposta sul valore aggiunto.
L'attivita' svolta dalla ditta individuale oggetto di accertamenti
delle fiamme gialle, e' da ricondursi al settore informatico e pubblicitario; piu' nel dettaglio, il soggetto e' stato individuato dalla
guardia di finanza, a seguito di una serie di indagini che hanno
preso come punto di riferimento sia la manifestazione di indici
di reddito particolari (quali per esempio, nel caso specifico, l'acquisto di un immobile), sia la consultazione di banche dati in uso
all'Amministrazione finanziaria.
Una volta individuato l'imprenditore, sono scattati gli accertamenti su tutti i clienti della ditta individuale, nel periodo
2005/2009. In particolare sono state controllate una quindicina
di imprese con sede in Umbria (prevalentemente Terni e Narni),
in Liguria (Genova), in Sicilia (Caltanissetta), nei confronti
delle quali l'imprenditore ternano aveva emesso fattura.
Dal controllo sono emerse numerose incongruenze ed irregolarita' che hanno permesso ai finanzieri di dimostrare che quei
documenti fiscali si riferivano a prestazioni fasulle, mai eseguite. In tal modo si era realizzata una evasione di Iva sia da parte
dell'impresa controllata sia da parte di taluni dei beneficiari delle
fatture false.
Nasce in Piemonte scuola
di formazione politica
A scuola per imparare l'arte di amministrare. E’ stata inaugurata
dal segretario piemontese del Pd, Gianfranco Morgando e dalla
responsabile regionale Formazione politica, Monica Canalis la
Scuola del Pd del Piemonte.
"La scuola - spiegano Morgando e Canalis - inizia la sua attivita'
con la prima lezione del corso di formazione per amministratori,
a cui abbiamo dato un titolo impegnativo 'L'arte di amministrare'. Si tratta di un ciclo di cinque lezioni, che si snoderanno tra la
conoscenza del federalismo fiscale, il nuovo modello di governo
del territorio, le competenze in materia di welfare e il riordino
delle funzioni degli Enti locali. La prima edizione del corso si
tiene a Torino, ed e' aperta alla partecipazione di persone provenienti da tutta la Regione".
"L'attivita' formativa della Scuola regionale vuole, pero' - proseguono - svilupparsi come servizio per tutto il territorio. A maggio avvieremo un corso di cultura politica generale. La nostra
ambizione e' disporre, col tempo, di un 'catalogo' di proposte
formative in grado di contribuire alla crescita e al consolidamento del Pd in Piemonte, aderendo alle specificita' locali e territo-
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
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Firenze regina d'Europa, città ideale per le famiglie.
Roma sesta prima di Parigi
2. EDIMBURGO, Regno Unito. Il celeberrimo castello, i tantissimi musei gratuiti e i numerosi festival fanno di Edimburgo
una destinazione eccellente per vacanze in famiglia. Salite a
bordo del Royal Yatch Britannia (lo yatch un tempo utilizzato
dalla famiglia reale britannica) o visitate la Camera Obscura e il
World of Illusions per gustarvi sei piani di affascinanti installazioni interattive.
3. LONDRA, Regno Unito. Visiterete la Torre di Londra,
Buckingham Palace e la Millenium Wheel, ma potrete anche
portare i ragazzi a osservare alcuni dei migliori capolavori al
mondo alla National Gallery o alla Tate Modern.
4. BERLINO, Germania. I principali musei di Berlino e i luoghi
storici sono da non perdere e, in particolare, il Museo di
Checkpoint Charlie e' una meta irrinunciabile per i ragazzi.
Berlino resta un'ottima destinazione per famiglie grazie alle tantissime attrazioni, ideali anche per i piu' piccoli: bellissimi parchi e aree gioco, uno zoo di fama mondiale e persino una
Legoland al coperto. '
5.BARCELLONA, Spagna. Fate conoscere ai bambini la cultura catalana con una vacanza in famiglia a Barcellona.
L'architettura immaginifica di Gaudi' e' di grande effetto per i
ragazzi: non mancate di visitare il suo capolavoro, la Sagrada
Familia, ancora in fase di costruzione.
Il capoluogo toscano vonce il Travelers' choice family 2011 di
Tripadvisor, la classifica delle migliori destinazioni e dei
migliori hotel per famiglie negli Stati Uniti, Europa, Canada,
Caraibi e Messico, piazzandosi al primo posto nei favori delle
famiglie
Le migliori mete per le famiglie sono state selezionate in base al
maggior numero di raccomandazioni dei viaggiatori che vi
hanno soggiornato. I migliori hotel sono stati invece premiati in
base al valore dell'indice di popolarità, espresso sempre dai turisti. "TripAdvisor ha stilato questa classifica per aiutare le famiglie di tutto il mondo a organizzare al meglio la loro vacanza, ha commentato Lorenzo Brufani, Portavoce di TripAdvisor in
Italia- scegliendo destinazioni in grado di garantire un soggiorno su misura per le loro esigenze. Firenze e Roma si distinguono nella top 10 europea, rispettivamente con il primo ed il sesto
posto, e questo ottimo piazzamento ci rende orgogliosi perché
rispecchia la soddisfazione di milioni di viaggiatori internazionali che ne hanno apprezzato hotel e attrazioni".
1. FIRENZE, Toscana, Italia. Osservare il celebre David di
Michelangelo dal vivo è un'esperienza sensazionale per i ragazzi, cosi' come passeggiare all'interno del Duomo per la prima
volta. Per non parlare della possibilita' di gustare i gelati migliori del mondo. E per terminare la giornata, regalatevi un momento di pausa su Piazzale Michelangelo e lasciatevi affascinare da
vedute spettacolari su questa citta' delle meraviglie. ''Abbiamo
visitato Firenze con altre quattro famiglie con bambini al seguito e ci siamo trovati benissimo'', ricorda un viaggiatore di
TripAdvisor.
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6. ROMA, Lazio, Italia. Roma è una città comoda da esplorare
con i bambini. Passeggiare fra le rovine del Foro è educativo e
divertente e non avrete difficoltà a trovare ristoranti adatti a soddisfare i gusti dei più piccoli, soprattutto se amano la pasta e i
primi. Dopo cena fate una passeggiata in Piazza Navona e
lasciate i bambini danzare sulle note dei musicisti di strada.
7.VIENNA, Austria. Questa maestosa citta' offre un classico
parco divertimenti, numerosissimi caffe' che servono dolci deliziosi e affascinanti musei e spunti architettonici. Se portate i
bambini a visitare l'Hundertwasserhaus, la vostra casa gli sembrerà decisamente noiosa al ritorno. A Vienna si trova inoltre il
centro di addestramento dei celebri cavalli Lipizzano: se avete
qualche giovane appassionato di equitazione in casa, prenotate
per tempo i biglietti.
8.PARIGI, Francia.Visitare Parigi con i bambini e' un'esperienza assolutamente piacevole e divertente. Potrete visitare la Tour
Eiffel, l'Arc de Triomphe, il Louvre e tanto altro, ma anche trascorrere momenti meravigliosi navigando sulla Senna o facendo
un picnic al Jardin du Luxembourg. La Cité des Sciences et de
l'Industrie è un favoloso museo di scienze. E Disneyland Paris
dista appena una trentina di chilometri.
9.BUDAPEST, Ungheria. Questa incantevole citta' sulle sponde
del Danubio offre vacanze all'insegna del divertimento per adulti e bambini. Fate una crociera sul fiume, meravigliatevi alla
vista della cupola di 90 metri della Basilica di Santo Stefano o
trascorrete un pomeriggio piacevolmente immersi in una delle
tante stazioni termali di Budapest.
10.ISTANBUL, Turchia. Questa vivace ed esotica citta' e' una
meta sempre piu' gettonata dalle famiglie. Riempitevi gli occhi
con la magnificenza della Moschea Blu e dell'Hagia Sophia, e
poi rivisitatele in piccolo, come miniature al ''Miniaturk'', un
celebre parco di divertimenti.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
“Negoziare” il paesaggio senza danneggiarlo
“Oggi il paesaggio deve essere oggetto di
una ‘negoziazione’: la sua gestione non
deve essere compito solo degli architetti
e pianificatori o solo degli agricoltori, ma
vanno contemperate queste due istanze
dentro a una visione del futuro. Il paesaggio in sostanza va costruito permettendo
alle imprese di viverci, di produrre reddito. Se gli oliveti vengono abbandonati a
causa dei costi e dello scarso rendimento
della coltivazione degli ulivi, questo rappresenta una perdita anche per il paesaggio. E dunque per salvaguardarlo occorre
rimettere in moto il sistema della produzione dell’olio. E’ un esempio di azione
del Psr regionale che riconosce l’importanza del paesaggio sia sotto il profilo
economico per il valore aggiunto che il
luogo di produzione o trasformazione dei
prodotti agroalimentari genera, sia come
componente fondamentale di quel “capitale sociale” che è dato dal territorio ”.
“Il paesaggio toscano, essenzialmente un
paesaggio rurale – ha detto ancora l’assessore – è il risultato del lavoro dell’uomo che l’ha modellato per ottenere i prodotti di cui aveva bisogno per vivere.
L’agricoltura ha avuto e ha dunque un
ruolo fondamentale per la conservazione
del paesaggio, ne ha garantito la permanenza fino ai giorni nostri e ne assicura la
valorizzazione nel tempo”.
Lo ha affermato oggi l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori intervenendo alla presentazione nella sala
Pegaso della Regione del volume-catalogo sui “Paesaggi rurali storici” (ed.
Laterza) curato da Mauro Agnoletti della
Facoltà di Agraria dell’Università di
Firenze, prima tappa di una ricerca promossa dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per una catalogazione di paesaggi rurali italiani che
vuole essere un contributo alle iniziative
per il 150° anniversario dell’Unità
d’Italia.
Le attività rurali hanno non solo un fondamentale ruolo paesaggistico ma anche
ambientale. “Attraverso il presidio esercitato da agricoltori e selvicoltori – ha
ricordato l’assessore – vengono garantite
altre importanti funzioni: dalla tutela
idrogeologica più che mai necessaria in
un territorio costituito per oltre il 50% da
territori montani e per oltre 1/3 da terreni
con pendenze superiori al 25%, alla tutela della biodiversità che è garantita dall’intervento antropico di coltivazione di
specie e varietà sia in ambito agricolo che
forestale. Senza dimenticare l’assorbimento di anidride carbonica. Le foreste
toscane fissano complessivamente circa
130 milioni di tonnellate di carbonio
all’anno e assorbono il 30-35% della
CO2 prodotta dalla società toscana contro una media europea dell’8%. Anche
questa funzione è svolta pienamente in
caso di foreste gestite e soggette periodicamente a tagli colturali mentr e è fortemente ridotta nel caso di foreste abbandonate”.
“Si tratta – ha spiegato Salvadori – di 32
milioni di fondi immediatamente spendibili (a cui se ne stanno aggiungendo altri
23 ) per un piano straordinario di investimenti ed interventi idraulico-forestali da
realizzare nel 2011-2013 per la stabilizzazione e la prevenzione di dissesti in
aree montane, per lo sviluppo della produzione di energia per le aree rurali e per
promuovere la selvicoltura sostenibile,
l’attività zootecnica in bosco e lo sviluppo delle filier e locali nei settori del legno
per costruzioni, mobili e prodotti del sottobosco”.
Ai lavori hanno partecipato anche Oreste
Giurlani (Presidente di UNCEM
Toscana), ANCI Toscana, UPI, organizzazioni agricole, Ordine Dottori agronomi e la fondazione tutela Chianti classico.
Giurlani ha ricordato che ben il 56% del
territorio toscano è montano e che sudi
esso si trovano 168 comuni montani.
“Non c’è alcun dubbio - ha spiegato - che
qualsiasi operazione deve tener conto di
questi dati e che, di conseguenza, va salvaguardata la governance montana che si
è andata costituendo attraverso i decenni.
Visto che il paesaggio, nel tempo, lo ha
evidenziato l’uomo spetta ad esso gestirlo un maniera adeguata”.
Giurlani ha ricordato anche che l’Uncem
aveva sottoscritto con la vecchia giunta
regionale un protocollo per la redazione
di regolamenti urbanistici diretti ad ottenere una corretta pianificazione del territorio. “Protocollo - ha oncluso - che
andrebbe rimesso in movimento per
favorire al meglio lo sviluppo rurale”.
“Saper coniugare programmazione delle
politiche agricole e pianificazione paesagg istica. Questo il compito che abbiamo davanti, già formulato nel programma di legislatura che parla esplicitamente
di riconoscimento del ruolo di riproduzione del paesaggio tipico toscano svolto
dall’agricoltura e della capacità di declinare nel mondo moderno il patrimonio
culturale e paesaggistico affinché rappresenti un fattore di crescita economica e
sociale. Ma va verificato come le politiche agricole trasformino il paesaggio. E’
qui la chiave di volta per capire come
coniugare il bello e l’utile. Per questo
abbiamo avviato un lavoro di confronto
con le associazioni di categoria”.
Lo ha affermato oggi l’assessore al
governo del territorio Anna Marson chiudendo il confronto a più voci che si è sviluppato in occasione della presentazione
in Regione del volume “Paesaggi rurali
storici”( ed.Laterza, curatore Mauro
Agnoletti della facoltà di Agraria
dell’Università di Firenze), inizio di catalogazione di un patrimonio come il paesaggio rurale che viene riconosciuto
come uno dei valori costitutivi dell’identità nazionale. In apertura era intervenuto
l’assessore regionale all’agricoltura
Gianni Salvadori, seguito dall’olandese
Bas Pedroli, Presidente di UNISCAPE,
la rete di università europee per l’attuazione della Convenzione europea del
paesaggio, Andrea Carandini, Presidente
del Consiglio Superiore dei Beni
Culturali, il sindaco di Greve Alberto
Bencistà, Leonardo Marras, presidente
della Provincia di Grosseto, Oreste
Giurlani, presidente di Uncem Toscana e
i rappresentanti di associazioni di categoria, dell’Ordine dottori agronomi e forestali e della Fondazione per la tutela del
territorio del Chianti Classico.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
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AMBIENTE
Giurlani (Uncem): “riorganizzare le istituzioni
salvaguardando la governance montana”
La pubblica amministrazione è un’industria diffusa: 3 milioni e 700 mila addetti, il 16,5% degli occupati di tutta Italia. In totale
conta 2919 consiglieri comunali e 1115 assessori. La Toscana ha meno Comuni rispetto ad altre Regioni: 287. E meno Comuni al
di sotto dei cinquemila abitanti: 112, il 47% contro il 70% dell’Italia.. Ha anche meno consiglieri e assessori, di conseguenza. Sono
2919 consiglieri comunali (7,8 ogni 10.000 abitanti, contro i 13,6 dell’Italia) e 1115 assessori (3 per 10.000 abitanti rispetto ai 5,5
della media italiana), di cui il 42% in comuni con meno di cinquemila abitanti. Le Province sono 10. E poi ci sono 3 aree vaste, 1
città metropolitana in costruzione, 13 comunità montane c he sopravvivvono, 7 Unioni di Comuni, 36 ambiti territoriali.
E’ possibile riorganizzare tutto questo?
Ne abbiamo parlato con Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, che rappresenta 160 comuni montani, quasi tuti sotto i
5.000 abitanti.
La Regione Toscana, grazie al lavoro dell'assessore Riccardo Nencini, sta elaborando un piano di riordino degli enti, tra cui
l’abolizione delle comunità montane e la creazione di speciali Unioni di comuni. Cosa ne pensa?
Nulla in contrario, purchè le nuove Unioni di comuni conservino le deleghe regionali delle Comunità montane per salvaguardare
la governance montana. Non sarebbe
pensabile un’unione svuotata delle
caratteristiche che sono proprio delle
Comunità montane.
Si parla spesso di coesione territoriale.
Cosa significa?
E’ proprio quello che sostengo: la coesione territoriale è un aspetto della governance che dovrà espletare le proprie
funzioni associate sopratutto adesso che
si va verso il federalismo municipale.
A proposito di funzioni associate, cosa
ne pensa?
Se si pensa che in Toscana ben 112 dei
287 comuni sono sonno i 5.000 abitanti
si capisce la fondamentale esigenza
delle funzioni associate, già previste
dalla Regione ed attuate grazie alla presenza delle Comunità montane, con
risparmio di costi e di energie.
Ci pare che sul tema della riorganizzazione ci sia ampia convergenza...
Ho preso atto, ad esempio, che anche il
senatore Vannino Chiti, come l’assessore Riccardo Nencini, parla di riorganizzazione di funzioni per i comuni.
Quando si parla di coesione si pensa,
ovviamente, al principio della prossimità...
Non c’è alcun dubbio. Come UNCEM
stiamo lavorando in montagna ai servizi
di prossimiità, luoghi dove si svolgono diverse attività sociali e commerciali per andare incontro alle molteplici esigenze dei cittadini.
Presidente Giurlani, vuole sintetizzare una conclusione?
Condivido il percorso del riassetto istituzionale "tenendo ben presente però che gli Enti montani fino ad oggi in Toscana hanno
dimostrato di essere uno strumento molto efficiente per l'erogazione dei servizi sul territorio e per la creazione e sviluppo di un tessuto economico finanziario solido. Nel processo di riforma istituzionale quindi è necessario ascoltare le esigenze dei cittadini dei
territori montani e quindi impostare di conseguenza politiche ad hoc"
intervista a cura di f.c.
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Le Comunità montane in Toscana:
Comunità Montana della Lunigiana
La sua particolare collocazione geografica ha reso la Lunigiana un passaggio obbligato, sin dai tempi preistorici, per le migrazioni delle popolazioni nomadi che utilizzavano le vie di crinale lungo la dorsale appenninica. Le sue caratteristiche di terra di
transito, collegamento naturale fra il nord e il sud, ne aumentarono nei secoli l'importanza strategica per il controllo dei valichi
appenninici. Eredità e testimonianza di questo passato sono i numerosi castelli e le fortificazioni disseminate su tutto il territorio nei punti cruciali di passaggio. Il territorio della Comunità Montana è sia collinare sia montano; la superficie forestale, inoltre, pari al 60% del totale del territorio, è costituta prevalentemente da castagneti. Al suo interno sono presenti le aree protette
dei due parchi, quello Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e quello regionale delle Alpi Apuane.
I Comuni: Aulla, Bagnone, Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi, Mulazzo,
Podenzana, Pontremoli, Tresana, Villafranca in Lunigiana, Zeri
La Lunigiana è il territorio corrispondente al bacino idrografico del fiume Magra.
La Lunigiana storica corrisponde invece ai possedimenti facenti capo dal punto di vista amministrativo e/o ecclesiastico all'antica sede vescovile di Luni la quale controllava nella loro interezza le attuali province de La Spezia e Massa-Carrara, l'alta
Garfagnana fino circa a Camporgiano e la Versilia fino a Ponte Strada, presso Pietrasanta nell'attuale provincia di Lucca, oltre
ad un minuscolo territorio ubicato nel comune di Albareto, attualmente in provincia di Parma.
Ai giorni nostri, si suole distinguere tra una Lunigiana Interna corrispondente al territorio dell'alta e media valle del fiume
Magra, fino ad Albareto e a Minucciano, e la Lunigiana Esterna comprendente la bassa valle del Magra, con tutto il circondario
di Sarzana e il tratto finale della val di Vara, in provincia di La Spezia.
I confini della Lunigiana ben delineati nel loro tratto settentrionale, si fanno incerti e meno netti nella parte che dà verso
Mezzogiorno.
L'unità di questo più vasto territorio riconduce, dunque, la sua origine alla grande cultura megalitica delle Statue stele
(Pontremoli)(il più importante fenomeno di megalitismo antropomorfo d'Europa) e, successivamente, riconosciuta come regione ben definita anche lungo l'intero corso della lunghissima e complessa stagione feudale, comprendendo le Cinque Terre, la
Val di Vara, il Golfo dei Poeti, l'intera Val di Magra e le Alpi Apuane.
In senso ristretto si dirà che la Lunigiana confina con il parmense, la Garfagnana (Forum Clodii), con la Val di Vara e la bassa
valle del Magra. In senso storico, essa confina invece con il parmense e il genovesato di Chiavari e si sovrappone e si interdigita con la Garfagnana e la Versilia .
Patrimonio artistico della Lunigiana
Le tracce millennarie della storia della Lunigiana sono presenti
ovunque. Dalle misteriose statue stele dei Liguri-Apuani, ai siti
archeologici romani, dalle pievi romaniche ai numerosi castelli e
borghi medievali e ai palazzi barocchi.
La Lunigiana è una regione ricca di storia. Zona di passaggio, per
la sua vicinanza con il Nord Italia e il mare, è punteggiata da testimonianze storiche di prima importanza. La caratteristica principale
è il lascito dei suoi castelli, da Pontremoli fino alla foce del Magra,
purtoppo nella maggioranza dei casi distrutti o in rovina, ma i
manieri giunti fino a noi ci rimandano ad un’epoca di splendore
medievale, seppur breve, molto prolifica dal punto di vista artistico. La suddivisione del territorio secondo il maggiorasco aveva
visto il proliferare di numerosi castelli nei vari feudi malaspiniani
della Lunigiana.
Castello di Fosdinovo
Pieve di Sorano
Gli stessi feudi erano caratterizzati da borghi medievali, dei
quali oggi è possibile ammirarne la bellezza.
A testimonianza della grande religiosità in tempi antichi, anche
per il passaggio della Via Francigena lungo queste terre, l’altissimo numero di chiese e pievi romaniche, abbazie e oratori e la
presenza delle maestà, piccole cappelle erette per contenere
immagini devozionali, presenti lungo sentieri e vie di comunicazione.
Il ricordo delle genti di Lunigiana va poi ricercato nei musei
prsenti sul territorio. Il Museo delle Statue Stele lunigianesi, il
Museo Etnografico della Lunigiana, il Museo di Storia Naturale
della Lunigiana ad Aulla, il vicino Orto Botanico dei Frignoli,
il Museo del Territorio dell'Alta Valle Aulella a Casola in
Lunigiana, il Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana.
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SALUTE E ... DINTORNI
L‘importanza dell’ospedale di Pescia.
Ne parlano Giurlani (Uncem) e Balleri (IDV)
La situazione dei servizi pubblici locali, e non solo di
quelli sanitari, diventerà drammatica nel corso del 2011 a
causa dei tagli pesantissimi (trasporti, istruzione, sociale,
ecc.) che la manovra estiva del Ministro Tremonti ha scaricato sugli Enti Locali.
Un taglio, e bene ricordare, di circa 14,5 miliardi di euro
per il biennio 2011-2012 a cui dovranno far fronte gli
stessi Enti Locali non si sa con quelli risorse.
“Nel settore della salute il Fondo Sanitario Nazionale,
secondo il Governo salvaguardato dai tagli e in realtà ridimensionato dal mancato adeguamento della crescita programmata con le Regioni, determinerà una ripartizione di
trasferimenti a livello regionale inferiore alle necessità di
spesa e di investimento, che inoltre penalizzerà ulteriormente la Toscana per la modifica dei parametri sulla
popolazione anziana” dichiara Oreste Giurlani, presidente
di Uncem Toscana.
Che così continua: “Quindi, anche in Toscana si dovranno
affrontare percorsi di riorganizzazione e di ottimizzazione
dei servizi sanitari per ottenere contenimenti della spesa,
che per la nostra ASL, ha annunciato il Direttore
Scarafuggi, assommerebbe a circa 10 milioni di euro.
Nessuno più degli amministratori locali, dei Sindaci può
avere la consapevolezza della necessità di assumersi in
prima persona un responsabilità come questa, ma non è
accettabile che per un obbiettivo di questo genere si parta
da una riduzione se non da un vero e proprio taglio dei
servizi fondamentali”.
Gurlai parla poi della pediatria all’ospedale di Pescia giudicandola un servizio di qualità, Basta guardare i numerosi attestati apparsi in questi giorni e non solo dagli utenti
della Val di Nievole, e bene hanno fatto i Sindaci ad esprimere immediatamente la loro decisa contrarietà. Se si
deve procedere ad una riorganizzazione dei servizi sanitari è necessario muoversi, come sostenuto dai Sindaci, in
un ottica provinciale che affronti l’insieme delle poste di
bilancio dell’ASL a partire dai costi generali e che tenga
conto delle caratteristiche dei territori e dei singoli presidi
ospedalieri.
“Inoltre, prosegue Giurlani, proprio nella logica delle
aree vaste volute dalla Regione, ritengo assolutamente
necessario che la Giunta regionale in vista del nuovo
piano sanitario cominci una valutazione di una riorganizzazione complessiva dei servizi dell’area sulla base di
standard oggettivi, di valutazione di qualità che abbia,
però, fra i punti prioritari anche la salvaguardia degli
ospedali periferici e dei loro servizi di qualità. Voglio sottolineare inoltre una questione che stretta fra la discussione dei sevizi che rischiano tagli e la prospettiva del nuovo
ospedale potrebbe andare nel dimenticatoio: il programma
di investimenti(circa 12 milioni di euro) per il miglioramento e la riqualificazione delle attuali strutture e servizi
del Cosma e Damiano. Come ha sostenuto spesso lo stesso
Direttore Scarafuggi, gli ospedali sono organismi complessi che per mantenere la qualità dei loro servizi necessitano investimenti fino al giorno del loro trasferimento”.
Su questa certezza di interventi deve e può procedere la
discussione sul nuovo Ospedale, sulla cui collocazione
non entro perche questione specifica di competenza della
conferenza dei sindaci, mi limito a sottolineare l’assoluta
necessità, se si vuole che in Valdinievole permanga un
presidio sanitario di alta qualità, capace per le specializzazione che troveranno collocazione di rimanere un punto di
riferimento certo per la popolazione della Valdinievole, di
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arrivare rapidamente ad una decisione in merito.
Sull’argomento è intervenuto anche l’IDV che, con
Angelino Balleri ha presentato un'osservazione al piano
strutturale pesciatino
Balleri osserva come la previsione del progetto sia "citata
come ipotesi all’interno dell’Utoe 7 Le Due Pescie", ma
"subordinata alla previsione concreta di finanziamento
regionale per l’eventuale delocalizzazione dell’attuale
ospedale di Pescia".
Però "né le norme del piano strutturale, né le planimetrie,
riportano una localizzazione di area ospedaliera nell’Utoe
7. Nemmeno in linea ipotetica; gran parte dell’area libera
della zona, infatti, è destinata al progetto speciale
Business Park". Il segretario dell’IdV ritiene "che la futura, eventuale, localizzazione di un’area ospedaliera dovrà
essere servita dalla viabilità principale, rispettare i vincoli
idrogeologici e le distanze da insediamenti industriali e/o
commerciali, che invece con tale vaga previsione del
piano strutturale si rende concreto il rischio di incompatibilità di una futura area ospedaliera con le zone eventualmente già utilizzate per il Business Park".
Pigri, depressi, senza soldi per i denti Sos
dei medici: "Italiani a rischio"
La crisi incalza gli italiani che tagliano dove non si
dovrebbe, sull'alimentazione, sullo sport e sulle cure, in
particolare quelle odontoiatriche. In sostanza, si taglia
sulla salute. Uno su 10 non va dal dentista anche se occorre, l'alimentazione viene dirottata verso cibi non salutari e
la sedentarietà, il fumo e l'alcol fanno il resto. I cittadini,
insomma non 'stanno tutti bene'. È il ritratto del Paese,
descritto nell'ottava edizione del rapporto Osservasalute
2010, presentata all'università Cattolica di Roma, dal
quale emerge che è aumentato in tutte le regioni il numero
di quelli obesi e in sovrappeso, compresi i bambini e, indicatore eclatante, negli ultimi cinque anni l'aspettativa di
vita ha subito una frenata: solo 3 mesi in più per le donne
e 7 mesi per gli uomini.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXII- n. 1.769 Firenze 12 marzo 2011
ESTERO
Conclusa la visita in Toscana del senatore USA
McDowell invitato da Uncem
Conclusa la presenza a Firenze del senatore del
Delaware USA Harris McDowell, Presidente della
Commissione Federale Americana sul Risparmio
energetico ed Energie rinnovabili e collaboratore
del presidente Obama.
Ne abbiamo parlato con Oreste Giurlani, presidente
di Uncem Toscana, che intrattiente da tempo rappoorti di collaborazione con McDowell per aprire
mercati in USA a favore della montagna toscana.
Presidente Giurlani, com’è andata?
Direi molto bene perchè è stato possibile fare un
confronto diretto sulla questione delle energie rinnovabili, che in Italia stanno incontrando alcune difficoltà.
Chi avete incontrato?
Questa mattina abbiamo chiuso il ciclo di incontri
con Unioncamere e Promofirenze che hanno dimostrato grande interesse alla politica americana sull’argomento.
Ma ci sono stati altri incontri in precedenza...
L’obiettivo della visita è stato quello di organizzare una serie di incontri con la Regione Toscana, gli Enti Locali, le Associazioni
di categoria, le piccole medie imprese del territorio, al fine di porre le basi per un rapporto politico-istituzionale e per eventuali collaborazioni rivolte sia al pubblico che ai privati. Le riunioni sono dedicate, principalmente, ai temi dell’ambiente e delle energie
sostenibili.
C’è stato un incontro anche con le comunità montane...
Certo. Sono anch’esse molto interessate. Questo ha ancor più rafforzato la mia idea che, partendo proprio dalle istituzioni, si possa
costruire un ponte tra Stati Uniti e Toscana. Ritengo che il Delaware sia lo stato perfetto dove la piccola e media impresa toscana
può iniziare a fare business negli Stati Uniti. Dall’altra parte la Toscana e la sua piccola e media impresa è per il Delaware, una
regione perfetta per instaurare un rapporto di lavoro”.
Ritardi nei pagamenti. La direttiva europea
Roma, 10 Marzo 2011. La direttiva che contrasta i ritardi di pagamento entrerà in vigore il prossimo 16 marzo 2011 (1). Gli Stati
membri avranno due anni di tempo per recepire e trasformare in legge nazionale le disposizioni contenute nel provvedimento.
Le pubbliche amministrazioni degli Stati saranno obbligate a pagare entro 30 giorni, prorogabili fino a 60 per il settore sanitario.
Alla Camera dei Deputati e' stata depositata, nel luglio dello scorso anno, una proposta di legge contro il ritardo nei pagamenti
delle transazioni commerciali tra imprese e con la Pubblica Amministrazione, a firma dei deputati Beltrandi e Misani. L'Italia e' in
testa (come non poteva esserlo...) tra i Paesi dell'Unione europea per il ritardo nei pagamenti. Secondo i dati di una recente indagine su scala europea ("European Payment Index 2010") in Europa la perdita sui crediti ha raggiunto i 300 miliardi di euro. A livello europeo nel 2010 il periodo medio di pagamento e' pari a 63 giorni per i crediti verso il settore pubblico e a 55 giorni per quelli
verso le imprese. Peggiori sono i dati italiani: 186 giorni per il settore pubblico e 96 giorni per le imprese. I soli crediti vantati dalle
imprese verso la Pubblica Amministrazione sono stimati da Assifact in 60-70 miliardi di euro. Insomma, le imprese si comportano
come vere banche che "prestano" soldi alla Pubblica Amministrazione. La direttiva europea, che dovra' essere recepita entro due
anni e la proposta di legge Beltrandi-Misani che si muove nella stessa direzione, potrebbero essere rapidamente approvate innovando un sistema che rasenta lo strozzinaggio. Invece, discettiamo di festini, di case all'estero, di lodi protettivi.
(1)http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:048:0001:0010:IT:PDF
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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MODA: RUBRICA DI ANGELINA AINO
'Miss Marocco in Italia': al via le selezioni per la prima
edizione, a giugno la finale
La reginetta sarà eletta a Jesolo tra 14 ragazze finaliste. Durante la
serata di premiazione sfilate di abiti tradizionali marocchini, esibizioni di gruppi musicali nordafricani e degustazione di cibi e bevande locali.
L'organizzatrice all'Adnkronos International: ''Un'iniziativa che partendo dal Veneto mostrerà l'altro volto del mondo arabo''
Si sono aperte le selezioni per la prima edizione del concorso di bellezza 'miss Marocco in Italia', promosso dall'associazione Donne e
Futuro insieme per l'Italia dell'imprenditrice marocchina Sumi
Sumia.
Secondo quanto ha annunciato la stessa Sumia ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL, "sono aperte le selezioni attraverso le
quali sceglieremo le 14 ragazze finaliste che a fine giugno si contenderanno il titolo di Miss Marocco in Italia. La serata finale si terrà in
una delle piazze di Jesolo, ma prima di arrivare a quella fase terremo
delle selezioni nelle piu' importanti discoteche venete".
Madrina dell'iniziativa è l'ex corteggiatrice dei tronisti della trasmissione 'Uomini e Donne', Raja'a Afroud, mentre il media partner del
concorso è la trasmissione 'Speciale immigrati' della tv veneta 'La9',
condotta dal giornalista egiziano Ahmed Mohamed.
"Siamo sicuri di poter organizzare un evento straordinario al quale
potranno partecipare tutte le ragazze di origini marocchine residenti
in Italia - aggiunge Sumia - mentre il Medio Oriente si trova in una
grande confusione, abbiamo pensato di avviare in Italia un'iniziativa
che partendo proprio dal Veneto mostri l'altro volto del mondo
arabo''.
''Miss Marocco in Italia - spiega - non sarà solo un concorso di bellezza. Durante la serata finale ci saranno sfilate di abiti tradizionali
marocchini, esibizioni di gruppi musicali nordafricani e degustazione di cibi e bevande locali. Le ragazze interessate possono contattare la mia associazione o iscriversi tramite il mio profilo su
'Facebook'".
Tendenze primavera-estate 2011
Tutti i negozi espongono già le nuove tendenze moda e l'aria primaverile stuzzica la voglia!
Dopo l'overdose di saldi e svendite da capogiro (chi non ha subito la tentazione?) è ora di aprire gli armadi e fare il cambio di stagione.
Via i maglioni pesanti, i pantaloni anti-freddo e i giacconi da neve, facciamo spazio invece ai nuovi abiti leggeri e colorati, alle maglie seconda
pelle impalpabili, ai trench a fiori e alle scarpe sfoderate.
Senza dimenticare le borse e i bijoux che ci piacciono sempre così tanto!
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30 SECONDI DI RIFLESSIONE!
Chi distrugge il mondo?
L’uomo .... o la natura?
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