Ero una ballerina Operata di scoliosi vivo in sedia a rotelle

Transcript

Ero una ballerina Operata di scoliosi vivo in sedia a rotelle
Codice cliente: 8727381
CRONACHE
Corriere della Sera Mercoledì 15 Aprile 2015
La storia
«Ero una ballerina
Operata di scoliosi
vivo in sedia a rotelle»
29
Gli abbattimenti a Ostia
Fede ha 21 anni. L’intervento a Roma nel 2012
La fantasia come terapia
per curare le ferite della sua disgrazia. «Prendo una matita,
un foglio bianco, e disegno la
prima immagine che mi appare in mente».
Federica ha appena 21 anni,
il sorriso fresco della sua età,
gli occhi azzurri. Parla con dolcezza, nonostante la sua vita sia
stata drammaticamente spezzata in un prima e in un dopo
per colpa di un errore medico.
Fino al pomeriggio del 26 giugno 2012 lei era la Federica giovane promessa della danza italiana, capace all’età di soli dodici anni di fregiarsi del titolo
di vicecampionessa del mondo.
Poi, alle quattro di quel giorno di tre anni fa, entra al Policlinico di Tor Vergata per curare una scoliosi. L’ingresso in
sala operatoria è alle sette di sera. Quando riapre gli occhi alle
undici di notte, la giovane étoile è artisticamente morta, per
sempre. «Mi sveglio dall’operazione e il primo gesto che faccio è muovere le gambe. Il mio
desiderio è tornare a ballare il
giorno dopo. D’altronde non
ho fatto altro da quando avevo
cinque anni. Penso che mi abbiano insegnato a danzare i
miei genitori, anche loro ballerini, quando ero nel grembo di
ROMA
Il disturbo
 Sono circa
150 mila gli
italiani che
soffrono di
scoliosi, una
curvatura
anomala della
colonna
vertebrale.
Colpisce più
spesso le
donne e si
manifesta a
partire dai
9-11 anni
mamma...». Però, al risveglio...
«Niente! La gamba destra non
risponde. Provo in tutti i modi
a scuoterla, a punzecchiarla, a
massaggiarla», ricorda oggi
con una smorfia amarissima.
In quell’istante è nata l’altra
Federica, quella che adesso dipinge ritratti e insegna la danza
seduta sulla sua carrozzina.
Una nuova vita cominciata nel
peggiore dei modi possibile. «I
primi tre mesi nessuno mi ha
detto la verità — ricorda Federica —. All’inizio non usavo
nemmeno il braccio destro, però i medici m’illudevano che
un giorno sarei tornata a ballare. Soltanto quando ho cambiato dottore, mi è stato detto
cosa era successo: perforamento del midollo spinale. La mia
Il settimanale del «Corriere»
Il nuovo sito di «IO donna»
Nuove voci, nuova interfaccia.
È www.iodonna.it (foto), il sito
tutto rinnovato di IO donna,
il settimanale femminile del
Corriere della Sera. La grafica
del sito esalta le immagini e la
navigazione (per temi o «tag»)
e permette di muoversi con
più facilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il maestro e il crollo di Ostuni
«In classe non si vedeva nulla
Ho preso gli alunni per mano»
Ha portato i
suoi alunni fuori dall’aula. Uno
per volta. Cercando di rassicurarli. Nonostante il boato, la
nube di polvere che impediva
la visibilità, le urla e i pianti disperati dei piccoli. A due giorni
dalla strage sfiorata in un’aula
della scuola elementare «Pessina» di Ostuni, a causa di un
grosso pezzo di intonaco venuto giù, il racconto del maestro
Vito Perrino fa rabbrividire.
«Non è un’esagerazione dire
che abbiamo sfiorato la strage
— racconta —, per un attimo
OSTUNI (BRINDISI)
In aula Vito Perrino durante
una lezione nella scuola di Ostuni
ho temuto il peggio». Il maestro non ha perso la lucidità.
«Bisognava gestire il panico.
Così ho preso i piccoli per mano e li ho accompagnati fuori.
Nel corridoio ho controllato le
ferite e mi sono ritrovato la mano piena di sangue quando l’ho
passata sulla testa di due di loro. Ad aiutarmi c’era anche
un’altra collega». Al maestro
Perrino non interessano le polemiche. «Ciò che conta è aiutare i bambini a superare il
trauma e convincerli che la
scuola è un luogo sicuro».
Vito Perrino insegna alla
«Pessina» da 7 anni. «È la scuo-
la più antica di Ostuni. Durante
la ristrutturazione ci siamo trasferiti nella scuola “Vitali”. A
gennaio, dopo quattro anni,
siamo stati tornati: il taglio del
nastro, che emozione...». Anche l’istituto «Vitali», subito
dopo il trasferimento dei bambini, è stato dichiarato inagibile.
Secondo Legambiente in Puglia solo il 28,7% degli edifici
ha un certificato di collaudo
statico (la media nazionale è
del 53%). Va peggio con i certificati di agibilità: ad averli è solo il 15,5% (contro una media
nazionale del 53,1%).
Sul fronte dell’inchiesta la
procura indaga per crollo colposo e lesioni. La polizia giudiziaria ha segnalato cinque nomi ai magistrati brindisini: sono quelli del capo ufficio tecnico del Comune, del direttore
dei lavori, dei titolari delle due
ditte che hanno eseguito le
opere di ristrutturazione e del
collaudatore. Al momento non
risultano indagati. Intanto il
sottosegretario all’Istruzione,
Davide Faraone, ieri a Ostuni,
ha annunciato che anche «il
Miur sta facendo la sua indagine, è una vergogna su cui fare
chiarezza».
Sempre ieri c’è stato un nuovo crollo in un’aula. Una plafoniera si è sganciata dal soffitto
— trascinando anche una seconda lampada — ed è piombata su un banco vuoto nella
scuola elementare «Maria Rocca» di Olbia. Al momento dell’incidente una quindicina di
studenti si preparava con la
maestra a lasciare l’aula.
Angela Balenzano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gamba destra mi ha lasciata sola quel giorno. Un errore imperdonabile, gravissimo! E
pensare che il Policlinico Tor
Vergata mi ha fatto un’offerta
ridicola come risarcimento
danni».
L’ingresso nella nuova realtà
è avvenuto in compagnia di papà Giovanni, il giorno che sono
andati insieme a ritirare la sedia a rotelle fornita dall’Asl.
«Appena mi sono accomodata
ho sentito il cuore stringermi.
Era abituata a volteggiare in
aria e mi sono trovata in una
gabbia con due ruote». Poi è
venuta la riabilitazione, sempre con il supporto del papà,
impiegato statale, che in questi
tre anni ha sfruttato ogni permesso per accompagnarla a
nuotare e fare esercizi. «L’Asl
mi rimborsa 54 sedute l’anno.
Le altre 300 le devo pagare con i
miei soldi. Chi è disabile vive
imprigionato in un labirinto di
barriere. Ho dovuto rinunciare
ad andare all’università perché
muoversi tra un’aula e l’altra è
impossibile. Nella scuola dove
ho imparato grafica pubblicitaria hanno costruito le rampe
solo perché un giorno hanno
dovuto chiamare i pompieri
per portarmi a terra quando sono rimasta chiusa nell’ascensore al terzo piano».
Le ruspe restituiscono il mare ai romani
Due chioschi abusivi abbattuti e due nuovi varchi per il libero accesso al mare
di Ostia. Ieri le ruspe hanno raso al suolo le strutture davanti al sindaco Ignazio
Marino e all’assessore alla Legalità Alfonso Sabella. «Riconsegniamo il mare
di Roma ai romani», è stato il loro commento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
54
Le sedute
di riabilitazione
rimborsate
dall’Asl
Federica deve
farne tutti
i giorni
Nel deserto attraversato con
la sua sedia a rotelle ogni tanto
c’è un’oasi di leggerezza a pochi
passi da casa, a Rocca Priora.
«È la scuola di danza di mia
madre. Si chiama Lucy Dance.
È qui che ho imparato a ballare
a cinque anni. La raggiungo
per assaporare il profumo del
mondo che amerò sempre. Mi
piace insegnare ai giovani. Certo, talvolta li devo abbandonare
perché vorrei essere sul parquet accanto a loro. Allora mi
sento arrivare un groppo in go-
la. Ma poi, faticosamente, passa». La vita di tutti giorni ha ripreso il ritmo. «Guido una
macchina adattata alla mia disabilità. Il sabato sera esco per
andare a mangiare una pizza. E
ora sta cercando lavoro come
grafica». Il momento che però
predilige è sola nella sua stanza. «Allora prendo le matite colorate e comincio a disegnare.
Spazio con l’immaginazione. È
la mia cura preferita».
Giulio De Santis
© RIPRODUZIONE RISERVATA