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IL RUOLO DELLO SCHIACCIATORE E DELL’OPPOSTO di Massimiliano Marchetto Nell’ immaginario comune la pallavolo è identificata dal gesto della schiacciata, sicuramente uno dei più spettacolari fondamentali, senza dubbio il più ricercato da atleti e pubblico. Questo non vuole essere un articolo per tecnici qualificati ma semplicemente un promemoria per chi ama la pallavolo ma non ha le conoscenze adeguate per apprezzarne tutte le sfumature. Identificare lo schiacciatore come colui il quale gioca, guardando la rete, a sinistra è molto riduttivo ma per i non addetti ai lavori è già sufficiente così. Se ci interessa comprendere quali sono le caratteristiche specifiche di questo ruolo dobbiamo conoscere molti altri aspetti senza tralasciare il fatto che il concetto deve essere adattato alle caratteristiche del livello di gioco, della squadra e del singolo giocatore. Non esiste una regola sempre precisa adattabile in ogni occasione. Cominciamo con elencare alcune delle caratteristiche tipiche di questo giocatore ed allo stesso tempo a prendere confidenza con alcuni termini tecnici. Identifichiamo quindi con S2 lo schiacciatore percentuali come il rapporto tra colpi eseguiti ed il risultato ottenuto per singolo gesto; per intendersi: il valore del 100% vuol dire che ogni gesto non solo è stato eseguito senza commettere alcun errore ma che il risultato è stato perfetto (ogni attacco si è trasformato in punto, ogni ricezione è finita in testa al palleggiatore e via discorrendo). Per agevolare i concetti che verranno esposti più avanti è necessario conoscere le zone del campo di pallavolo, almeno la divisione in 6 parti: parlando di P1 intenderemo la rotazione che vede il palleggiatore in zona 1, per P2 il palleggiatore in zona 2 via a seguire in senso antiorario. Saper ricevere garantendo alte percentuali può permettere, a quasi tutti i livelli, di giocare titolare ma per distinguersi dal Libero bisogna anche avere delle buone, se non ottime, percentuali in attacco. Guardando una qualsiasi partita possiamo notare come, ed in questo le statistiche ufficiali ce lo confermano, la palla più giocata da S2 è la palla alta, quella cioè che tende a toccare il soffitto. Raramente per? questo è frutto di scelte tattiche, solitamente è la risultante di tutta una serie di combinazioni non corrette che possono iniziare dalla ricezione, dalla difesa oppure dal muro. Solo le partite di alto livello possono garantirci azioni spettacolari, con attacchi veloci e la palla spinta. Un buon S2 deve aver una buona varietà di attacco, non solo quindi la palla alta, ma almeno anche una palla spinta; deve saper colpire la palla alzata con una parabola poco inclinata, più questa si avvicina alla linea retta più la palla sarà veloce. I vantaggi di giocare palloni di questo genere sono legati alla difficoltà degli avversari di identificare (o leggere) l’ attacco e di non riuscire a posizionare il muro nel modo migliore. Alcuni esempi di palla spinta per S2 sono la max (solo nel maschile), la super. Ora che abbiamo cercato di dare un ritratto ad S2 cerchiamo di rispondere alla domanda: Perché S2 e non S1? La risposta è molto semplice. Dopo una breve analisi del sestetto che scende in campo, dando quasi per scontato che il libero vada in sostituzione del centrale in seconda linea, possiamo notare come una delle bande, appunto S2, non è mai vicina al palleggiatore e schiaccia sempre da posto 4, appunto a sinistra guardando la rete. C’ è un altro schiacciatore, l’ opposto di S2, che si trova vicino al palleggiatore, che chiameremo S1. Qual è la differenza tra i due allora? Tutto quello che è stato detto per S2 è valido anche per S1. Le caratteristiche del gioco per portano S1 ad attaccare anche da zona 2, solitamente in P1. La differenza tra le due zone di attacco non è solo destra o sinistra rispetto alla rete, cambiano la rincorsa, la zona di arrivo della palla alzata, la visione del campo, il diverso colpo sulla palla richiede una buona manualità. Non è raro che un attaccante esegua degli attacchi in diagonale da una zona ed in lungo linea dall’ altra. L’ abilità di saper gestire queste particolarità farà propendere la scelta se giocare come S1 o S2. A medio-basso livello S1 è sicuramente l’ attaccante con migliori garanzie di attacco, questo perché per due rotazioni si troverà a giocare con il palleggiatore in prima linea, P2 e P3, quindi con l’ attacco a due (se stesso ed il centrale). Le difficoltà che derivano da queste rotazioni solo legate al fatto che spesso il muro è schierato quando attacca da 4 e con il muro alto quando attacca da 2. Questo discorso non è corretto per squadre di alto livello dove l’ evoluzione degli schemi di attacco portano il palleggiatore a scegliere sempre tra tutti i suoi attaccanti, quattro escluso il libero. La propensione all’ attacco dalla seconda linea non è ancora una discriminante fondamentale per la scelta di diventare S1 o S2, non nella maggior parte dei casi almeno. Dopo questa lieve infarinatura nei riguardi del ruolo di schiacciatore, S1 ed S2, possiamo ora concentrarci sul ruolo dell’ opposto. E’ l’ attaccante principe, il suo scopo è, quasi esclusivamente, quello di attaccare un elevato numero di palloni e con la migliore percentuale possibile; non sempre è quello con la percentuale più alta spesso perchè è quello con il maggior numeri di palloni giocati e score, punti finali. Ricopre un ruolo, se ci limitiamo all’ attacco di prima linea, opposto a quello di S1. Attacca cioè per due volte da zona 2 ed una da zona 4 cioè in P1 (sappiamo infatti già chi c’è in zona 2). Tra le sue qualità di attaccante ci deve per? essere anche l’ attacco dalla seconda linea, quindi ottime doti atletiche. Non è scorretto identificare l’ opposto come un ottimo saltatore o quanto meno come un colpitore di palla ad elevata altezza. Fino a pochi anni fa l’ opposto attaccava dalla seconda linea quasi esclusivamente da posto 1, ora per l’ utilizzo della pipe, l’attacco da posto 6, ha spostato gli equilibri.