Audit Clinico
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Audit Clinico
La gestione del rischio clinico (tecniche e strumenti per la riduzione del rischio) L’audit clinico e la gestione del rischio clinico Cagliari – 1 aprile – 13 maggio 2014 EmmEffe S.r.l. Management & Formazione Via Fauchè 35 20154 Milano Tel. 02-349.348.31 Fax 02-349.348.19 E-mail: [email protected] www.mfsrl.it © 2014 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 1 Obiettivi del programma formativo Obiettivi Approfondire il processo di Audit Clinico e sperimentare l’applicazione di alcune sue fasi in merito al caso di studio definito. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 2 Audit Clinico Prima giornata ORARI MODALITÀ DI SVILUPPO TITOLI DEGLI INTERVENTI 09:00 – 09:15 Presentazione del corso e degli obiettivi Lezione frontale 09:15 – 09:30 L’Audit Clinico: termini e definizioni Lezione frontale 09:30 – 10:00 L’Audit clinico: caratteristiche, principi ed approcci Lezione frontale 10:00 – 10:30 Il processo di Audit clinico: le fasi ed i risultati Lezione frontale 10:30 – 11:00 Fase 1: Preparazione dell’audit Lezione frontale 11:00 -11:15 Pausa 11:00 – 12:00 Lavoro di gruppo 1: scelta del tema, costruzione del gruppo di lavoro Lavoro di gruppo 12:00– 13:00 Fase 2: l’attuazione dell’Audit Clinico - definizione degli obiettivi, e dei dati da raccogliere per la valutazione dell’esistente Lezione frontale 13:00 - 14:00 Pausa pranzo / 14:30 – 15:30 Lavoro di gruppo 2: definizione degli obiettivi dell’audit e valutazione dell’esistente Lavoro di gruppo 15:30– 16:00 Fase 2: l’attuazione dell’Audit Clinico - definizione delle raccomandazioni e preparazione della raccolta dati Lezione frontale 16:00 -16:15 Pausa 16:15 – 17:45 Lavoro di gruppo3: definizione delle fasi del percorso, analisi delle raccomandazioni e preparazione del file di raccolta dati Lavoro di gruppo 17:45 – 18:00 Chiusura dei lavori e consolidamento degli argomenti / © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 3 L’Audit Clinico: termini e definizioni © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 4 Gli Audit –principali classificazioni INTERNAL AUDIT L'attività di internal auditing è regolata a livello internazionale dagli standard di riferimento dell’internal auditing, emanati dall'Institute of Internal Auditors (IIA) Management Audit o Audit Direzionale o Audit Strategico - Analizza le attività di definizione e comunicazione degli obiettivi strategici di business e di rischio correlato, verificando nel tempo la coerenza dei comportamenti gestionali, tattici/operativi rispetto alle strategie/obiettivi dati dal CdA e DG Financial Audit o Audit Finanziario - Audit contabile con esame dei sistemi informativi contabili e delle risultanze numeriche periodiche di bilancio; ricompreso nell’attività della società di revisione esterna ma senza sovrapposizioni. IT Audit o revisione dei sistemi informativi - Consiste in un processo di verifica sulla conformità dei sistemi informativi, di un’azienda o organizzazione, a quanto previsto da norme, regolamenti o politiche interne. Operational Audit o Audit tecnico-operativo - Verifica/valuta l’adeguatezza, regolarità, affidabilità e funzionalità dei sistemi e processi/procedure, dei metodi (codificazione) e delle risorse in rapporto agli obiettivi, delle strutture organizzative. AUDIT QUALITA’ – AMBIENTE: AUDIT - L'attività è codificata nella norma UNI EN ISO 19011 e guida la condizione dell’Audit i merito AUDIT CLINICO © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved Audi di sistema/certificazione - Verifica/valuta la conformità dei sistemi nei confronti di standard di riferimento definiti (Norme ISO 9001 e ISO 14000) e la loro capacità di raggiungere gli obiettivi definiti. Audit clinico - Analisi critica e sistematica della qualità della assistenza medica (o sanitaria) che include le procedure utilizzate per la diagnosi e il trattamento, l’uso delle risorse, gli outcome risultanti e la qualità di vita per i pazienti 5 Clinical Audit: alcune definizioni “Analisi critica e sistematica della qualità della assistenza medica (o sanitaria) che include le procedure utilizzate per la diagnosi e il trattamento, l’uso delle risorse, gli outcome risultanti e la qualità di vita per i pazienti” Department. of Health del Regno Unito - 1985 “Iniziativa condotta da clinici che cerca di migliorare la qualità e gli outcome della assistenza attraverso una revisione tra pari strutturata, per mezzo della quale i clinici esaminano la propria attività e i propri risultati in confronto a standard espliciti e la modificano se necessario, sottoponendo i risultati di tali modifiche a nuove verifiche” British Governement- 1996 “L’audit è una attività condotta secondo modalità standardizzate e sistematiche, finalizzata al miglioramento della qualità della assistenza (i processi o gli esiti devono essere valutati dal punti di vista assistenziale); si effettua attraverso una revisione dei processi adottati e/o degli esiti ottenuti in specifici contesi assistenziali, utilizzando il confronto rispetto a standard concordati ed espliciti” Glossario della qualità della Emilia Romagna, ASR, 2004 © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 6 L’Audit clinico: caratteristiche, principi ed approcci © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 7 Clinical Audit: da dove nasce I primi esempi sono rappresentati dagli studi di Philipp Semmelweis sulla mortalità puerperale a Vienna (1840) e da quelli di Florence Nightingale sulla mortalità negli ospedali delle truppe inglesi durante la guerra di Crimea (1855). Nel 1910 un chirurgo di Boston Ernest Armoni Codman illustrò l’idea di un sistema di valutazione degli esiti dell’assistenza secondo i quali gli ospedali avrebbero dovuto rendere pubblici i risultati. Nel 1913 fu fondato l’American College of Sourgeon (ACS) con lo scopo, tra l’altro, di sviluppare un programma per definire standard di operatività negli ospedali atti a garantire le migliori condizioni clinico-organizzative. L’avvio di tale programma avvenne con la conferenza di Chicago nell’ottobre del 1917 e prevedeva la verifica “dell’end result”, il programma ha vissuto luci ed ombre e non poche resistenze. Solo alla fine degli anni Ottanta, esattamente nel 1983, vengono istituite le Audit Commission, organismi indipendenti dedicati alla verifica delle organizzazioni con i cambiamenti in atto nel servizio sanitario inglese, che sottolineano con forza la centralità del paziente, l’attenzione dei diversi attori del sistema si concentra sul problema della qualità delle cure. Si viene quindi, nel corso degli ultimi anni, a definire l’Audit clinico come oggi viene definito. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 8 Le tipologie di audit AUDIT INTERNI ESTERNI ORDINARI O PROGRAMMATI STRAORDINARI O CASUALI SISTEMA PROCESSO PRODOTTO L’Audit Clinico rientra nella logiche della tipologia “interna” o “esterna”, di processo e di prodotto. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 9 Gli Audit di sistema, di processo e di prodotto SODDISFAZIONE CLIENTE CLIENTE MIGLIORAMENTO CONTINUO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REQUISITI RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE GESTIONE DELLE RISORSE INPUT PROCESSO PRODOTTO © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved ISO 9001 – Sistema di Gestione per la Qualità ISO 14000 - Sistema di Gestione Ambientale MISURE, ANALISI E MIGLIORAMENTO REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO AUDIT DI SISTEMA – è la verifica di conformità rispetto a standard definiti a livello di sistema: OUTPUT PRODOTTO AUDIT DI PROCESSO – è relativa alla verifica di processi codifcati secondo standard definiti (es. gestione del paziente con patologia vascolare nell’Ospedale di Rocca Cannuccia) AUDIT DI PRODOTTO - è relativa alla verifica conformità del prodotto (risultato di un processo) ad un riferimento codificato (es. Fascicolo Tecnico) 10 Gli “attori” degli Audit – nel nostro caso dell’audit clinico COMMITTENTE PERSONA O ORGANIZZAZIONE CHE RICHIEDE L’AUDIT QUALIFICA DEL PERSONALE AUDITANDO PROCESSO/PRODOTTO OGGETTO DELLA VALUTAZIONE AUDITOR (TEAM di AUDIT) PERSONA/E CON LE QUALIFICHE PER ESEGUIRE LE ATTIVITA’ DI AUDIT © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 11 Clinical Audit: caratteristiche e principi Per essere efficaci gli Audit Clinici devo avere le seguenti precondizioni: l’attività clinica oggetto di revisione deve presentare caratteristiche di criticità/significatività; l’attività deve essere chiaramente connotata , cioè riconoscibile, e le sue caratteristiche (i 'fattori di qualità’) ben definite; debbono esistere standard definiti e condivisi di processo e di risultato; deve essere possibile agire sulla attività, per modificarla, qualora se ne ravvisi la necessità. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 12 Clinical Audit: vantaggi e fattori facilitanti Benefici professionali Fattori facilitanti Spinta al cambiamento comportamenti Miglioramento della performance Miglioramento nel lavoro di gruppo Miglioramento della soddisfazione Miglioramento paziente © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved delle cure dei del 13 Semplicità del disegno e facilità nella raccolta dei dati (es. da cartelle informatizzate/fogli excell) Tempo impegnato “protetto” “riconosciuto” – (Mandato) Direzione che supporta Leadership e conduzione “robusta” Buona pianificazione Monitoraggio finale dei risultati e Clinical Audit: cosa non è L’audit clinico non deve essere confuso con l’analisi del caso clinico. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 14 Clinical Audit: gli approcci possibili e “l’approccio consigliato” Lesioni da Infezioni decubito sito chirurgico ………. Ictus Cancro prostata BPCO Esempi di tematiche di Audit Clinico che si riscontrano in ambito sanitario: Infezioni del sito chirurgico Complicazioni infettive post operatorie a seguito di iniezione intravitreale Prevenzione delle cadute di pazienti ricoverati Ritardo diagnostico nel caso di pazienti con TIA carotidei recidivanti Ecc. …… L’Audit clinico può essere sviluppato per la “verifica” di condizioni cliniche che si possono ritrovare in diversi processi/percorsi o in specifici processi/percorsi. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 15 L’Audit Clinico: strumento della Clinical Governance Clinical Governance CLINICAL GOVERNANCE: THE SIX PILLARS Quality system PROCESSO DI AUDIT Integrated care pathways Departmental organization Clinical Risk Management Knowledge and skills management Effectiveness INPUT OUTPUT EVIDENCE-BASED HEALTH CARE Il processo di audit può essere applicato nei diversi ambiti della “clinical governance”: per la valutazione dell’efficacia diagnostica terapeutica, il monitoraggio delle azioni di miglioramento a fronte dell’analisi dei rischi, l’efficacia e l’efficienza dei processi e dei sistemi, ecc.. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 16 L’Audit Clinico: alcune considerazioni generali L’Audit Clinico come parte integrante della gestione dell’organizzazione Perché il processo di audit sia valorizzato appieno, deve essere inserito in un ciclo finalizzato al miglioramento continuo – il ciclo PDCA. Il ciclo PDCA è il ciclo di gestione che l’organizzazione nel suo complesso dovrebbe seguire per poter produrre cambiamenti e miglioramenti continui. L’Audit è uno STRUMENTO per la gestione dei cambiamenti attesi nell’evoluzione della Clinical Governance © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 17 L’ Audit clinico: le fasi ed i risultati © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 18 Il processo di Audit Clinico: gli elementi di avvio, le fasi ed i risultati Richiesta di Audit Clinico 1 1. 2. 3. 4. 5. ? INPUT 2 3 4 OUTPUT Rapporto con le azioni di miglioramento ed i risultati Rivalutazione del processo di audit 5 Preparazione dell’audit: scelta del tema, costituzione del gruppo di lavoro, definizione dei criteri di comunicazione Attuazione dell’audit clinico: definizione degli obiettivi, valutazione dell’esistente, selezione di criteri/standard/indicatori, raccolta dati, analisi dati e valutazione, condivisione di analisi e risultati, comunicazione dei risultati Attuazione delle azioni di miglioramento: definizione del piano di azione e guida/supporto al cambiamento Rivalutazione dei risultati: analisi degli indicatori/re-audit, sostegno al cambiamento ottenuto. Valutazione del processo di audit clinico (efficacia del processo). © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 19 Il processo di Audit Clinico: gli elementi di avvio, le fasi ed i risultati 1 Fasi Preparazione dell’audit Scelta del tema Attività Costituzione del gruppo di lavoro Definizione dei criteri di comunicazione 2 3 Attuazione delle azioni di miglioramento Attuazione dell’audit clinico Definizione degli obiettivi Definizione del piano di azione Valutazione dell’esistente (dati del contesto) Guida/Supporto al cambiamento Selezione di criteri/standard/ indicatori 4 Rivalutazione dei risultati Analisi degli indicatori e dei risultati Re-audit (se necessario) Sostegno al cambiamento ottenuto Raccolta ed analisi dei dati 5 Valutazione del processo di audit Verifica qualitativa e qualitativa dei risultati ottenuti dalle singole fasi del processo Criticità emerse nell’attuazione del processo di audit clinico Definizione delle eventuali azioni di miglioramento del processo Valutazione e condivisione di analisi e risultati Comunicazione dei risultati Output Tema dell’audit, gruppo di lavoro e criteri di comunicazione © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved Documento con obiettivi dell’audit, dati di contesto, standard ed esito della raccolta dati Piano di azione e registrazione delle attività di supporto 20 Analisi degli indicatori e registrazione delle relative decisioni Report fine di progetto e considerazioni conclusive I protagonisti dell’Audit Committente Valutando Auditor Direzione Sanitaria Direttore di Dipartimento Direttore di Unità Operativa Processo – Prodotto e personale interessato nelle relative attività Team di audit (nel team deve essere identificato il leader - facilitatore) Strutture esterne (es. regione) Le richiesti di avvio dell’Audit clinico sono correlate ad esempio a: Incident Reporting – eventi con rischio futuro elevato (gravità e probabilità) Eventi sentinella – uno dei 16 eventi previsti dal Ministero (doc. Maggio 2008) Database aziendale - gestione del contenzioso, reclami degli utenti Analisi delle cartelle cliniche e delle SDO Grado di applicazione di percorsi diagnostico terapeutici, ecc. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 21 Fase 1: la preparazione dell’audit clinico © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 22 Fase 1: Preparazione dell’audit clinico 1 Preparazione dell’audit 2 Attuazione dell’audit clinico 3 Attuazione delle azioni di miglioramento 4 Rivalutazione dei risultati 5 Valutazione del processo di audit 1 Preparazione dell’audit Scelta del tema Costituzione del gruppo di lavoro Definizione dei criteri di comunicazione © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved Scopo della fase La preparazione dell’audit clinico è fondamentale per il successo dell’audit poiché determina l’efficacia delle fasi operative successive, ed ha la finalità di identificare una «tematica rilevante» oggetto di audit, costituire il gruppo di lavoro ed avviare la comunicazione sulle attività di audit (comunicazione che è necessaria anche nella fasi successive del processo stesso). Elementi di sviluppo delle attività Identificazione delle possibili tematiche di interesse, attraverso la raccolta ed analisi dei dati e delle informazioni disponibili e degli eventuali indirizzi aziendali e/o regionali. Scelta dei criteri di priorità ed identificazione della «tematica» oggetto dell’audit clinico. Costituzione del gruppo di lavoro e del team leader e definizione delle modalità di comunicazione a supporto del processo di audit 23 Fase 1: Preparazione dell’audit 1 2 3 4 1.1 La scelta del tema (identificazione del tema prioritario) La premessa fondamentale allo svolgimento di un audit è la scelta del tema che sarà oggetto dell’analisi e del miglioramento. La scelta del tema è vincolata alla presenza di standard di riferimento, di dati affidabili e accessibili e alla possibilità di sviluppare interventi di miglioramento. La priorità del tema può essere valutata in funzione di: alti volumi frequenza dell’attività alta rischiosità criticità dell’attività per i pazienti e per gli operatori alti costi processi ad elevato impegno di risorse alta complessità prestazioni ad elevato livello clinico-assistenziale e organizzativo alta variabilità/eterogeneità dei comportamenti clinico-assistenziali alto contenuto innovativo HTA interesse e importanza per i professionisti/opportunità di sviluppo professionale rilevanza per l’attività dell’area clinica, rispondente agli obiettivi di miglioramento rilevanza per le politiche della struttura sanitaria rispondente agli impegni per il miglioramento della qualità in relazione alle indicazioni regionali rilevanza per i cittadini/pazienti efficacia e sicurezza delle cure disponibilità di evidenze scientifiche revisioni sistematiche, linee guida, consensus ecc. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 24 5 Fase 1: Preparazione dell’audit 1 2 3 4 5 1.1 La scelta del tema (identificazione del tema prioritario) L’efficacia dei risultati del processo dell’audit clinico, l’attuazione delle azioni di miglioramento emerse e la loro sostenibilità del tempo, sono fortemente correlate con la rilevanza della tematica scelta come oggetto dell’audit. I quesiti a supporto della scelta del tema possono essere: Il tema è una reale priorità? È una preoccupazione dei professionisti della struttura o dei pazienti? Siamo pronti ad impegnarci in un piano di miglioramento? © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 25 Fase 1: Preparazione dell’audit 1 2 3 4 5 1.2 Costruzione del gruppo di lavoro La buona conduzione dell’audit e l’efficacia del relativo piano di miglioramento richiede un lavoro di squadra e diversi tipi di “attori” con esperienza in vari ambiti, con la definizione dei ruoli e la distribuzione dei compiti. Nota: la posizione di ciascuno può essere diversa dal ruolo professionale di solito ricoperto e devono essere evitate relazioni di tipo gerarchico. Il leader e la sua funzione Per la buona riuscita dell’audit clinico è molto importante la figura del Leader, che deve essere un professionista in grado di guidare il cambiamento. Non necessariamente il leader deve avere conoscenza del metodo ed esperienza nella gestione di audit clinici, tali competenze devono essere peraltro presenti nel gruppo di lavoro. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 26 1 Fase 1: Preparazione dell’audit 2 3 4 5 1.2 Costruzione del gruppo di lavoro: compiti e competenze Nella tabella sottostante sono riportati i compiti e le competenze richieste al leader (*) • • • • • • • • • • • COMPITI Istituire il gruppo di lavoro Definire i ruoli e le responsabilità Definire linee guida e strategie di miglioramento in linea con gli obiettivi della struttura Coordinare le fasi di pianificazione e monitorare i progressi Guidare il piano di miglioramento Coordinare le azioni Mettere insieme le risorse umane e materiali Sviluppare e mantenere i piani di comunicazione Garantire il rispetto delle metodologie usate Sviluppare la conoscenza e le competenze professionali Formalizzare i documenti • • • • • • • • • • • • COMPETENZE Individuazione delle capacità e potenzialità dei professionisti Capacità di analisi e di gestione Capacità di ascolto e dialogo Capacità di condurre riunioni, negoziare e decidere Coinvolgimento degli attori Autorevolezza nel guidare il cambiamento Adattabilità Capacità di gestione del tempo e dello stress Conoscenza e padronanza delle tecniche e degli strumenti di comunicazione Conoscenza ed esperienza dei metodi (audit clinico, miglioramento della qualità) Capacità di trasferimento di conoscenze e know-how Capacità di redazione (*) Alcune di esse possono essere presenti anche nel gruppo di lavoro. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 27 Fase 1: Preparazione dell’audit 1 2 3 4 5 1.2 Costruzione del gruppo di lavoro: criteri di costituzione del gruppo Nel gruppo devono essere rappresentate tutte le competenze necessarie per effettuare una analisi approfondita del processo di cura e/o della problematica individuata. Occorre prevedere la presenza dei diversi attori «multidisciplinarietà e multiprofessionalità» in relazione alla tematica oggetto dell’audit clinico. La costituzione del gruppo deve seguire la logica della competenza e della complementarietà e, quindi, deve essere composto da professionisti con buona conoscenza del tema, delle prassi e del processo oggetto dell’audit. L’audit clinico offre l'opportunità per migliorare la cura dei pazienti e contribuisce alla formazione e fornisce una opportunità di lavorare in un gruppo multi-disciplinare e forma al lavoro di gruppo. La dimensione di un team di audit non dovrebbe superare le 10 persone, normalmente sono sufficienti 3 o 4 persone. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 28 Fase 1: Preparazione dell’audit 1 2 3 4 5 1.3 La definizione del piano di comunicazione La comunicazione è trasversale al processo di audit, ed è necessaria in tutte le sue fasi, pertanto è necessario/utile stabilire modalità di comunicazione ad hoc a seconda della fase del processo e dei suoi destinatari. Nella fase di preparazione dell’audit va predisposto un piano di comunicazione il quale costituisce lo strumento per organizzare un sistema efficace di comunicazione all’interno del gruppo, tra il gruppo e i dipartimenti interessati e con la direzione aziendale. Solitamente il documento che rappresenta lo Stato Avanzamento Lavori (SAL) del progetto. Questo documento, gestito sotto la responsabilità del leader, è più o meno articolato a seconda dell’estensione dell’audit clinico. Il piano di comunicazione deve: essere coerente con le principali fasi dell’audit; prendere in considerazione tutti gli interessati alle informazioni del processo tener conto di metodi e strumenti di comunicazione sostenibili e compatibili alla cultura dell’organizzazione sanitaria interessata. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 29 Preparazione dell’audit 1° Lavoro di Gruppo Identificare la tematica oggetto dell’audit clinico (esempio: di area medica o di area chirurgica) gli elementi di preparazione dell’audit Obiettivo Modalità di sviluppo Descrivere per la tematica/patologia d’interesse il perché la “situazione” è critica nel proprio contesto Identificare le Unità Operative interessate ed il gruppo di lavoro Riportare i risultati sul format fornito e prestare il lavoro svolto. 60 minuti Tempo © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 30 Fase 2: attuazione dell’audit clinico © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 31 Fase 2: Attuazione dell’audit clinico 1 Preparazione dell’audit 2 Attuazione dell’audit clinico 4 3 Attuazione delle azioni di miglioramento Rivalutazione dei risultati 5 Valutazione del processo di audit 2 Attuazione dell’audit clinico Definizione degli obiettivi Valutazione dell’esistente (dati del contesto) Selezione di criteri/standard/ indicatori Raccolta ed analisi dei dati Valutazione e condivisione di analisi e risultati Comunicazione dei risultati © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved Scopo della fase È quella di formulare gli obiettivi dell’audit , in relazione agli standard di riferimento, raccogliere i dati del contesto analizzando i gap tra l’esistente e l’atteso presentando i risultati agli interessati . Nota: dall’efficacia di questa fase dipendono le azioni di miglioramento. Elementi di sviluppo delle attività Con il coinvolgimento del gruppo di lavoro è necessario definire gli obiettivi dell’audit ed i risultati attesi. Una volta identificati gli standard di riferimento e/o quelli selezionati per il contesto oggetto dell’audit clinico, è necessario definire le modalità di raccolta dei dati ed avviare la raccolta stessa (analisi delle cartelle cliniche). L’esito dell’analisi dei dati, rappresentato in modo da garantire una efficacie presentazione, deve essere comunicata agli interessati nel processo/attività oggetto dell’audit clinico. 32 Fase 2: Attuazione dell’audit clinico 1 2 3 4 Obiettivo dell’Audit Lo scopo finale dell’audit è sempre il miglioramento delle cure erogate al paziente, tuttavia ciò può avvenire per effetto di azioni che tendono a dei risultati di diversa natura: aumentare la cultura del clinico risolvere un problema ridurre la variabilità dei comportamenti professionali (standardizzare) ridurre il gap fra standard progettati (standard di prodotto) o dichiarati (carta dei servizi) e realizzati. Un obiettivo ben definito ha caratteristiche precise. Deve essere: “specifico” - cioè chiaramente correlato al risultato che si intende ottenere; “misurabile” - con metodi quantitativi o qualitativi; “achievable’” raggiungibile, realistico; “rilevante” - in riferimento ai risultati attesi; “temporizzato” - efficace a produrre il risultato che ci si attende; (E’ utile ricordare l’acronimo dei termini utilizzati: SMART) © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 33 5 1 Obiettivo dell’audit clinico 2 3 4 5 Esempi Valutare se il processo di gestione del paziente affetto da ICTUS è allineato alle raccomandazioni derivanti dalla letteratura (EBM) descritte nel percorso paziente dell’ospedale di Rocca Cannuccia entro il primo trimestre 2011. Valutare l’esito del percorso paziente affetto da ICTUS rispetto ai dati di letteratura (es. mortalità, grado di riabilitazione, ecc. – SPRED 2007) entro maggio 2012. Verificare l’aderenza al protocollo riabilitativo dei pazienti con protesi d’anca a domicilio e l’efficacia della rieducazione funzionale entro settembre 2011. Valutazione dell’appropriatezza del monitoraggio e trattamento del dolore nel paziente oncologico in RSA (aderenza al protocollo) entro luglio 2011. Valutazione dell’appropriatezza del ricovero nella paziente con minaccia di parto prematuro entro giugno 2011. Valutare il percorso del paziente con frattura del femore riducendo i tempi di attesa per l’intervento chirurgico agevolando la presa in carico in famiglia e nella comunità dopo la dimissione ospedaliera (tempestività e aderenza ai piani riabilitativi). © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 34 Definizione dell’obiettivo dell’Audit 1 2 3 4 Obiettivo dell’audit e contesto delle attività Valutare il processo di continuità ospedale territorio e l'esito del nuovo percorso paziente per la protesi d'anca entro il primo trimestre dell’anno. Eventi percorso Processi Prenotazione Selezion e del paziente CUP Ortopedia Medicina fisica riabilitativa Prenotazione Visita Assistenza specialistica ambulatoriale Attivazione ricovero programmato Inserimento in lista operatoria Preoperatorio Intervento Post op. Ricovero ordinario Riabilitazione in reparto Dimissione Riabilitazione Follow up Ricovero ordinario Riabilitazione in reparto Assistenza specialistica ambulatoriale © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved Follow up ambulatoriale 35 Follow up ambulatoriale 5 La valutazione dell’esistente 1 2 3 4 5 Si basa sulla raccolta, rispetto al tema dell’audit clinico, delle prassi in uso, derivanti da consuetudini (es. cultura del servizio o della struttura) e della documentazione esistente (es. procedure, protocolli, schede, moduli per la segnalazione eventi). Questa attività offre l'opportunità di verificare se, rispetto al tema, nella struttura sanitaria vengono implementati regolamenti o raccomandazioni. In questa fase è utile descrivere l’ambito oggetto dell’audit e raccogliere le informazioni che consentiranno di effettuare l’analisi del contesto che può avere dati: Nazionali, Regionali, Aziendali e delle singole Unità Operative/processi interessati dell’audit. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 36 La valutazione dell’esistente 1 2 3 4 5 Definizione della popolazione e dei criteri di selezione dei casi Definire la popolazione di riferimento: se la definizione è complessa è opportuno allegare una checklist o un algoritmo che aiuti a verificare se sussistono tutte le condizioni che rendono il caso eleggibile. Può essere necessario costruire un glossario apposito. Definire come vengono selezionati i casi: tutta la popolazione di riferimento, una sua percentuale selezionata per arco di tempo, per genere, per fascia di età, per presentazione di un aspetto particolare della patologia presentata; oppure un campione statistico. (La regola generale è che è meglio un campione casuale di un campione anche numeroso ma non casuale. Un campione di numerosità 40-50 viene in generale considerato ‘buono’, sempre che l’oggetto della osservazione si presenti con una frequenza dell’ordine del 2-3%. Una numerosità maggiore rafforza il campione ma determina un aumento delle difficoltà e delle risorse necessarie alla raccolta dei dati. Quando più centri partecipano ad un audit deve essere prevista una opportuna stratificazione del campione). © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 37 La valutazione dell’esistente Esempio di dati da raccogliere Identificativo paziente (nosologico) data di nascita data ricovero, data di dimissione, reparto di ricovero, reparto di dimissione, ASL di assistenza Regione di residenza Regime di ricovero (ordinario/DS/...) Tipo di ricovero (programmato/urgente) DRG di dimissione 1° e 2° diagnosi (descrizione) Ecc. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 38 1 2 3 4 5 Obiettivo, componenti del team, dati da raccogliere Esempio 1 - Assistenza domiciliare integrata - ADI Elementi Sviluppo Obiettivo dell’Audit Valutazione aderenza protocollo riabilitativo dei pazienti con protesi d’anca a domicilio e verifica efficacia rieducazione funzionale I dati da raccogliere Sesso, età, provenienza, data di dimissione, data del 1° accesso, data fine trattamento, numero e distribuzione delle sedute di trattamento (cronogramma sedute riabilitative), FIM iniziale e finale. Per tutti gli utenti del Distretto presi in carico I componenti del team di Audit in riferimento all’obiettivo definito Fisioterapisti, Fisiatra, Medico Resp. Cure Domiciliari, Team leader: coord. Fisioterapisti © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 39 Obiettivo, componenti del team, dati da raccogliere Esempio 2- Gestione paziente oncologico in RSA Elementi Sviluppo Obiettivo dell’Audit Valutazione dell’appropriatezza del monitoraggio e trattamento del dolore nel paziente oncologico in RSA (aderenza al protocollo) I dati da raccogliere Sesso, età, etnia, data ingresso/dimissione, scala dolore ingresso-dimissione e media, terapia medica e rescue, esistenza trattamenti coadiuvanti, educazione all’autovalutazione I componenti del team di Audit in riferimento all’obiettivo definito Medico, Infermiere, OSS, FKT © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 40 Obiettivo, componenti del team, dati da raccogliere Esempio 3- Trattamento farmacologico paziente depressivo Elementi Sviluppo Obiettivo dell’Audit Verifica aderenza linee guida per il trattamento farmacologico del paziente con depressione maggiore I dati da raccogliere 10 nuovi casi (che rappresentano la quasi totalità dei nuovi casi in un anno) Dati socio anagrafici Criteri diagnostici Trattamenti farmacologici (ogni campo deve essere compilato; deve essere prescritto almeno un farmaco) I componenti del team di Audit in riferimento all’obiettivo definito Medico (T. Leader) Infermiere (facilitatore) Amministrativo (in un CSM sulle 24 ore) © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 41 Obiettivo, componenti del team, dati da raccogliere Esempio 4- Appropriatezza ricovero paziente con parto prematuro Elementi Sviluppo Obiettivo dell’Audit Valutazione dell’appropriatezza del ricovero nella paziente con minaccia di parto prematuro I dati da raccogliere Cartelle cliniche con DRG di minaccia di parto prematuro nel periodo che va dal 1° Gennaio al 30 Giugno I componenti del team di Audit in riferimento all’obiettivo definito 2 Medici Ostetrici 1 Ostetrica 1 Neonatologo Team leader: Medico Ostetrico © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 42 Attuazione dell’audit 2° Lavoro di Gruppo In relazione alla tematica identificata, di area medica o di area chirurgica, definire degli obiettivi dell’audit ed i dati da raccogliere per la valutazione dell’esistente (i dati del contesto) Obiettivo Modalità di sviluppo Formulare gli obiettivi dell’audit Definire i confini dell’audit (le fasi del processo/percorso oggetto dell’analisi) Identificare i dati da richiedere al controllo di gestione per la valutazione dell’esistente Riportare i risultati sul format fornito e prestare il lavoro svolto. 60 minuti Tempo © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 43 Definizione degli standard di riferimento 1 2 3 4 Standard di riferimento: i contenuti Per individuare la buona pratica in relazione all’oggetto dell’audit occorre chiedersi quali siano le migliori caratteristiche possibili che la «metodologia/tecnologia» oggetto dell’intervento deve possedere (nel nostro spazio, nel nostro tempo) in riferimento: alle migliori evidenze di efficacia disponibili; alle esperienze del gruppo di professionisti coinvolti; alle preferenze del paziente (queste preferenze dovrebbero essere investigate, non “interpretate” dai professionisti coinvolti); alle esigenze e vincoli della organizzazione o del contesto più allargato. La definizione della buona pratica può oggi giovarsi degli strumenti forniti dall’approccio EMB della medicina basata sulle evidenze (e dell’EBN). © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 44 5 Definizione degli standard di riferimento 1 2 3 4 5 Raccolta e selezione delle linee guida Come si sviluppa Nella costruzione di un percorso è necessario specificare quali sono le linee guida, intese come: “Raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate mediante un processo sistematico, con lo scopo di assistere medici e pazienti nel decidere quali siano le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche” (*) alle quali si fa riferimento per la costruzione del percorso e per la valutazione della bontà e dell'efficacia di ogni prestazione. (*) Institute of Medicine. Guidelines for Clinical Practice. From Development to Use. Washington DC: National Academy Press, 1992) © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 45 Valutazione delle linee guida: il metodo AGREE – Appraisal of Guidelines for Research & Evaluation AGREE consiste di 23 criteri (item) suddivisi in sei aree; ciascuna area è rivolta a uno specifico aspetto della qualità di una linea guida. 1. Obiettivo e motivazione (item 1-3): riguarda gli obiettivi generali della linea guida, gli specifici quesiti clinici affrontati e la popolazione di pazienti cui si rivolge. 2. Coinvolgimento delle parti in causa (item 4-7): riguarda la misura in cui la linea guida rappresenta le opinioni dei suoi potenziali utilizzatori. 3. Rigore della elaborazione (item 8-14): si riferisce al processo utilizzato per identificare e sintetizzare le informazioni scientifiche, per formulare le raccomandazioni e per mantenerle aggiornate. 4. Chiarezza e presentazione (item 15-18): riguarda la formulazione e il formato della linea guida. 5. Applicabilità (item 19-21): si riferisce alle possibili implicazioni organizzative, economiche e sui comportamenti professionali attese dall’applicazione della linea guida. 6. Indipendenza editoriale (item 22-23): riguarda l’indipendenza delle raccomandazioni e l’esplicito riconoscimento di possibili conflitti di interesse da parte del gruppo che ha elaborato la linea guida. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 46 Definizione degli standard di riferimento Analisi critica e valutazione delle raccomandazioni Come si sviluppa STRALCIO Le Linee Guida solitamente sono valutate criticamente e approfonditamente mediante l’applicazione della matrice AGREE (Appraisal of Guidelines for Research & Evaluation). E’ preferibile selezionare un’unica linea guida, valutata di “migliore” qualità metodologica, per la patologia o condizione clinica in oggetto. Per lo svolgimento di questa fase può essere utilizzata una specifica “Check-list per la valutazione della qualità della Linea Guida” disponibile in allegato nello stesso documento AGREE. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 47 Definizione degli standard di riferimento Analisi critica e valutazione delle raccomandazioni Raccomandazioni applicabili: 1. 3. 8. 21. Linee giuda Analisi del contesto locale AGREE Raccomandazioni 1. 2. 3. 4. 5. n-1 n. Linea Guida di riferimento © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 48 Definizione degli standard di riferimento Un esempio di risultato 3.3 Analisi critica e valutazione delle raccomandazioni Esempio: analisi e valutazione delle raccomandazioni per il percorso paziente con cancro alla prostata – applicazione del metodo Agree (Appraisal of guidelines research and evaluation) NICE Media 52,0% EAU Media 33,5% La percentuale in ciascuna casella rappresenterebbe il punteggio standardizzato assegnato dai valutatori delle LG (dovrebbero essere almeno 3) che indipendentemente hanno applicato lo strumento AGREE, ed esprime in che misura la Linea Guida soddisfa il massimo punteggio ottenibile in ciascuna area (simulazione di risultato) © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 49 Definizione delle modalità di raccolta dati 1 2 3 4 5 Aspetti metodologici e tecnico - professionali Definire la modalità di raccolta dei dati necessari: es. realizzata su cartelle cliniche mediante questionario ai pazienti, ricercando e registrando dati amministrativi, oppure su schede individuali predisposte ad hoc nel caso di un audit prospettivo. Costruire il “foglio di raccolta dati” : Occorre ragionare a fondo su quali dati raccogliere (i dati possono essere di tipo quantitativo, qualitativo o misto) e verificare l’idoneità all’uso dello strumento realizzato. E’ necessario infatti bilanciare facilità ed esattezza di raccolta con la significatività dei dati. Lo strumento deve essere: usabile, affidabile e valido. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 50 Definizione delle modalità di raccolta dati 1 2 3 4 5 Aspetti metodologici e tecnico - professionali Precisare chi materialmente compila il ‘foglio di raccolta dati’: chi cioè esprime il primo giudizio di conformità del singolo caso rispetto allo standard: ogni centro/professionista partecipante in base alla propria casistica o un gruppo ‘di saggi’ in riferimento a casi selezionati random la cui documentazione clinica viene consegnata senza alcun ‘trattamento’ preventivo”. Prevedere modalità di verifica della qualità dei dati raccolti – es. dati mancanti, casi perduti, ecc. Definire il criterio di giudizio della aderenza dei risultati osservati: es. nel singolo caso esaminato o complessivamente allo standard individuato; occorre tenere presente che quando si tratti di valutare se un comportamento clinico è aderente o meno ad uno standard il compito può essere particolarmente difficile. L’aderenza può essere espressa in modo dicotomico si/no, oppure lungo una scala di misura, in questo ultimo caso consente di esprimere anche risultati secondo un punteggio complessivo o per sezioni /aspetti particolari. Prevedere le procedure di elaborazione dei dati : come elaborare i dati e quali programmi informatici utilizzare, così come i test di significatività da praticare prima di sottoporre i risultati ottenuti alla valutazione finale, è uno degli aspetti chiave da definire già dalla prima. Prevedere il target cui devono essere presentati i risultati e le modalità: oltre ai professionisti partecipanti, quali altri professionisti/direzioni coinvolgere, come presentare risultati per centro, in chiaro, criptati, ecc. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 51 File per la raccolta dati Esempio 1 - Assistenza domiciliare integrata - ADI CODICE Distrett N. caso Sesso o Età Data Data 1° Data fine Punteggio ASL di Data Punteggio Dimissio accesso trattament FIM ………… ………… ………… ………… Provenienza sedute FIM finale ne dom. SRD o iniziale Nel file di raccolta dati devono essere inserite anche la raccomandazioni/regole definite come applicabili al fine di effettuare l’analisi dei gap. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 52 File per la raccolta dati Esempio 2- Gestione paziente oncologico in RSA Periodo di riferimento Da_____ a_______ RSA di: Pzt. N. 1 Pzt. N. 2 Sex M D Età 60 86 IT/Sì IT/No Data ingresso 09.09.09 09.09.09 Data dimissione 29.09.09 29.09.09 Scala dolore ingresso (data: entro 48 ore) Scala dolore dimissione 8 moder 1 No pain Scala dolore media 4 lieve Prescrizione terapia base X X Prescrizione dose di soccorso Trattamenti coadiuvanti X No Sì No Sì No Etnia/cognitività Educazione all’autovalutazione (dichiarata in cartella) © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 53 Pzt n. … File per la raccolta dati Esempio 3- Trattamento farmacologico paziente depressivo CSM di: Pzt. N. 1 Pzt. N. 2 Data ingresso Provenienza Sesso Età Scolarità Stato civile Condizione abitativa Eventi stressanti (DSM IV) VFG (DSM IV) a VFG (DSM IV) b R.S. Hamilton a R.S. Hamilton b Terapia farmacologica (triciclici; SSRI; SNRI; NARI; NASSA; BUPROPIONE) Psicoterapia Data di dimissione Follow up © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 54 Pzt. N. … File per la raccolta dati Esempio 4- Appropriatezza ricovero paziente con parto prematuro Pzt 1 Pzt 2 Anamnesi patologica per patologie sistemiche pregravidiche Anamnesi positiva per patologia ostetrica 1° e 2° trimestre Presenza di fattori di rischio (età, pregressa gravidanza con minaccia di parto prematuro, gemellarità, etnia, patologia uterina) Sintomatologia presente Visita con modificazione del collo dell’utero Cardiotopografia con presenza di attività contrattile regolare Ecografia trans vaginale per lunghezza canale vaginale mass di 35 mm/ tra 35 e 25 mm./ sotto i 25 mm Test alla fibronectina Tipologia di terapia topolitica eseguita Profilassi malattie membrane ialine Durata del ricovero Eventuale O.T. © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 55 Pzt…. Attuazione dell’audit 3° Lavoro di Gruppo In relazione al campo di applicazione dell’audit, BPCO o Frattura del Femore, collocare la selezione delle raccomandazioni nella/e fase/i correlate ed impostare il file per la raccolta dati Obiettivo Modalità di sviluppo Identificare le fasi del precorso oggetto dell’audit Collocare la selezione delle raccomandazioni della linea guida individuata Identificare i dati da richiedere al controllo di gestione per la valutazione dell’esistente Riportare i risultati sul format fornito e prestare il lavoro svolto. 90 minuti Tempo © 2012 EmmEffe S.r.l. All rights reserved 56