Lettera rarissima di Cristoforo Colombo

Transcript

Lettera rarissima di Cristoforo Colombo
e
slata
Piombo
lllust
?
AB.
McKEW PARR COLLECTION
MAGELLAN
and the
AGE
of
DISCOVERY
PRESENTED TO
BRANDEIS UNIVERSITY
•
1961
LETTERA RARISSIMA
D
l
CRISTOFORO COLOMBO
RIPRODOTTA E ILLUSTRATA
DAL CAVALIERE AB. MORELLI
BIBUOTEC. REGIO IN VENEZIA.
IN
BASSANO
NELLA STAMPERIA REMONDINIANA
M.
DCCC X.
.
ni
PREFAZIONE
Uono
vantissime
sì
famose
le
scoperte
rile-
da Cristoforo Colombo nel
Nuovo Mondo
fatte
,
che certamente non
è facile a trovarsi alcuno di colto inge-
gno
ma
mo
mo
,
quale non ne abbia contezza
il
ben è poi
difficile
che di
quell'
;
uo-
immortale nominanza degnissi-
,
d'
,
anche da' più curiosi ricercatori
Lettere Relazioni Ricordi, o altre simili
scritture siano state
vedute
;
e
così
deve loro essere mancata quella sorte
di
documenti, che l'ingenuità delle in-
tenzioni
F andamento degli
,
stato delle circostanze
mostrano
azioni
e
sicura
Una sua
Spagna
,
,
affari
recare
grandi
sogliono
Lettera al regio Tesoriere
scritta
?144
lo
pienamente di-
a giudicare delle
scorta
,
da Lisbona
nell'
di
anno
IV
sm u primi
*
i49 2
rica allora fotti
lo nel Latino,
,
scoprimenti dell'Ametradotta dallo Spaglino-
comparve
due edizioni anche nel
ti
come
conosciute
di
titolo differen-
ma che sono
Roma e forse all'
senza data veruna
,
stampa con
a
;
,
anno seguente appartengono,
traduzione fatta
cuni anche
so (a)
.
,
e
secondo
,
e
,
come unico
di altri
scritto del
che mentre viveva
Co-
sia stato da-
comunemente riguardaDa Antonio Gallo Genovese scrit,
contemporaneo nelP operetta
tore
Navigatioìie Columbi per inaecessum
tea
al-
originale n è stato impres-
to al pubblico
ta
vede
fu poi essa con opere
:
riprodotta
lombo
1'
si
in cui la
Oceanum
nenti
alli
(b)
Lettere sue
viaggi addotte
s'
De
ari-
concer-
incontrano
,
senza aversi cenno a chi quelle fosse-
(a) Murr Histoire biplom. de Martin Behaim. Strasbourg fan Paris 1802 p. 63
(b) Muratori Scrìptor* Rer. Ita/. T* XXIII*
p* 3<H
,,
to scritte; né più altro, che ce
cia conoscere
re di lui
mai saputo
s è
,
non poche
Re
alli
di
.
le fac-
Lette-
Spagna
Memorie e Giornali de' Viaggi ne allega Fernando suo figlio nell'Istoria della
Yita e dei
menti
(a)
:
ma
in
tori contentarsi di
te all'
opera sua
vole
e
,
anche
ne Italiana
e pezzi
,
muovono gran
vedere interi que' monu-
ancora ne riporta,
desiderio di
del padre
fatti
,
i
quali
vece conviene
quanto
egli
frammet-
non sempre autorealla traduzio-
di stare
Alfonso Ulloa
di
a' let-
stampata in Venezia
,
nel 1671
non potendosi
;
di-
scernere se al testo originale essa cor-
risponda esattamente
lo
,
per essere quel-
ovvero da più anni andato perduto
o pure rimaso nascosto
Due
.
Lettere a
Niccolò Oderico ambasciatore Genovese in
Ispagna
San Giorgio
(a)
,
in
e
una
Genova
agli Ufficiali
alle
Capì ir. XII. XXIX.
XXXVL XXXVIL LVIIL
stampe vi
XXXL
LXIII
.
di
XXXII.
VI
sono
di
;
però quanto
lieve interesse
ad avere notizia
de' viaggi
e
,
esse di sincerità abbastanza
né pur
comprova-
ta (a).
Di questa
,
quale piuttosto per acci-
la
dentali circostanze
che
,
per scelta di
Re
Spagna Ferdinando V. e alla Regina
dalla Giamaica addì 7 Luglio
Isabella
studio
,
ora io riproduco
,
scritta al
di
,
i5o3, ha dato indizio, col trarne fuori
alcune notizie, Antonio Herrera nelF
Istoria dei Viaggi e delle Conquiste degli
Spagnuoli nelle Indie Occidentali
stampata in Madrid nelP anno 1601
nei seguenti (b)
9
e di
quanto
egli vi
riportato se ne valsero anche
cipali scrittori
lombo
:
ma
li
moderni intorno
nessuno di
essi
,
e
ha
prin-
al
Co-
mai fece
uso dell'intera Lettera, ne ch'ella fosse già a
stampa
in Ispagnuolo e in Ita-
(a) Della Patria di Cristoforo Colomba
Firenze 1S08 pag. 3°* j e seg.
(b) Decade L Libro VL Capo III*
.
.
VII
liano linguaggio s'è accorto, certamente
somma
a motivo della
rarità degli
esemplari
Non v'ha
però dubbio che la stam-
pa Spagnuola
stata fatta
non
sia
tro-
,
vandosene da Antonio de Leon nell'JSpitome de la Biblioteca Orientai ì Occidental Nautica
in
i
Geografica , impressa
Madrid nel 1629 in
to questo registro
:
lon descubridor del
a carte 61
4.
Don
Cristoval Co-
Nuevo-Mundo
mirante primero de sus mares
una Carta suya
escritta
de Tulio de i5o3
,
ge , del guai
fat-
.
Ai-
i
Hallase
en Iamaica a
quefue su ultimo
7
via-
embiada a los
Reyes Catholicos impr. 4 uéunque Don
Lorenco Ramirez de P rado , delConseio
es relacion >
.
•
de Indias , con su curio sidad , la tiene
MS. La impressa
de
Don
estava en la Libreria
Juan de Saldierna
Della traduzione Italiana stampata è
poi toccato a
me
sieme colla novità
farne acquisto
dell'
edizione
:
e inil
no-
Vili
me
del traduttore e tutto ciò che que-
nuovo mi è riuscito a savolumetto composto di car-
sto riguarda
persi
E
.
te otto
be
to
si
il
1'
,
ultima delle
quali
da am-
vuota
forma
di quar-
le facce è
,
in
in carattere semigotico
,
suole
,
zio questo titolo
:
et
Regina di Spagna
et luoghi
dire
Copia de la Lettera
per Colombo mandata a
Re
come
,
e porta a guisa di frontispi-
per
loi tronate
Serenissimi
li
de
:
.
le insole
Nel rovescio
della carta che questo titolo contiene
la
,
seguente Lettera dedicatoria del tra-
duttore
si
legge
;
scrittura originale,
gio del testo
,
do
la
quale secondo la
onde serva
ricopiata
di sag-
.
Con stantio Bay nera Bressano
Al
Magnìfico
et Clarissimo Francesco
Bragadeno Podestà di Bressa
S.
Aili anni proximi passali mentre
io
era in Spagna
:
rande che
tempi nostri sono trona-
te
:
intesi
alli
tra le altre cose ad/ni-
anchora de
la
naoigatìone de
IX
Columho Vice Re
le insule
natore de
di
Spagna
et gouer-*
Indie per lui noua-
mente trouate per una lettera per lui
mandata alla Sacra Malesia del Re et
de la Regina de Spagna.
La
quale
let-
essa se
tera per le cose mirabile che in
contengono hauendo io traducta de Hi-
spana
in nostra Italica
lengua
:
uo-
et
lendola pubblicare si per sentirne alchumiei amici : che cum grande instan-
ìli
tia
me
la
domandauano
per fare cosa grata a
:
corno anchora
quelli
tutti
che
sono desiderosi de cose none : et degne
da essere lede et sapute: l ho dedicata
dea tua Magnificentia la quale scio se
nolecta de historie degne : etpresertim
uè: quale questa marauigliosa et inauamodita. Poi anchora per monstrarli l
re
mio
et seruitu in epsa si
nefica soi in
uirlute
:
me
corno per
le
li
be-
grande
de quale e ornafissima. Quale
historia se più longa fosse
tieri
per
:
più uolen-
Iharei a tua Magnificentia dedi-
.
Ma siami lìcito excusarmi con quel"
tata.
lo dicto
Verum
.
et Diis lacte
multaeque gentes supplicant
tantum
ra
salsa litant
;
rustici
et
:
:
mola
qui non habent thu-
Vale
.
Viene poi
la Lettera del
quel medesimo
titolo
sente ristampa
Ve
ne questa data
si
Colombo con
che nella pre-
,
premesso,
trova
:
e nel
fi-
Stampata in
Venetia (a nome de Constantio Bajuera citadino
di
Bressa) per Simone de
Louere. a diq diMazo. i5o5. cum prillilegio
.
E
finalmente intorno al titolo
che in quella stampa
,
la Lettera porta,
s'aggiunge così: Aduerte lectore a non
legere
Colombo Vice Re
legerai solum Vice
Re de
di Spagna
le
:
ma
insule Indie
.
Frattanto che V edizioni Spagnuola e
Italiana di questa Lettera erano rimase affatto
Francese
pa
,
all'
,
da una Gazzetta
di Letteratura
in lingua
sprit des
oscuro
venne a stam-
pure Francese
Journaux
al
mese
,
di
nelY E-
Maggio
XI
fjSG
dal
p.
come
259 una Lettera
Colombo
al
Re
di
Spagna
scritta
dalla Gia-
maica nel Settembre dell'anno i5o3,
col dirvisi eh' era stata trovata alla Gia-
maica
in
un vecchio Manoscritto
viaggiatore Inglese
to allegato
:
Long
,
dal
più volte sta-
e fu poi ella istessamente
in Francese riprodotta l'anno 1806 nella Collezione
p.
408
,
Archwes
Litteraires T. X,
col ripetervisi eh' ella proveni-
va dal Manoscritto suddetto,
di cui
il
Long nella pregevole sua opera intorno alla Giamaica grande uso fatto aveva ,
che
e
dall'
Inglese nella France-r
se lingua era stata
camente tradotta
sione
si
,
disse
;
con esattezza
ma
d' altra
che ne fosse stata
.
Come prima
duta, quella medesima
fatta
anche
impres,
nulla
la Lettera fu vesi
riputò che Y
Herrera aveva distintamente
di tal parere fu
e fran-
il
riferita
:
e
Tiraboschi
,
iì
quale peraltro non lasciò di far osser-
vare che qualche differenza vi trova~
XII
va
(a)
È però
.
il
vero
,
che
l'
una Let-
tera dall' altra è allatto diversa
ben-
,
ché querele medesime di mali tratta-
menti
Colombo
al
e a' suoi
e suppli-
,
che per redintegrazioni e per sovve^i-
menti in ambedue egualmente
A
tengano.
Lettera
bene
te
che non so poi se in ogni sua
,
più breve
,
al
incomparabilmen-
,
e assai
,
scritta
,
e
meno importan-
Regina
alla sola Isabella
sembra
dopo
è indiritta; la quale
mezzo
di
e alla
nuove
,
che
Regina
sul bel prin-
nominato come appore di relazioni alla Corte
Ora dunque che mediante
,
uomini molto eruditi
,
Colombo nuovo splendore
(a) Istoria della Lett.
247 ed.
,
allo scrivere dell'
Diego Mendez
cipio neir altra
dii d'
Spagna
a que' Sovrani mandata fu per
,
tatore di
,
di
di questa
Re Fernando insieme
Herrera
queha
farvi riflesso,
parte sincera ella sia
te
con-
si
Modena 1790
hai
.
fervidi s(u-
al
nome
s'
è arreca-
T. FI. P.
/.
del
pag*
,
XIII
to
,
merita
va edizione
conosciuta
prezzo dell'opera una nuo-
il
di questa Lettera
né ciò soltanto onde ma-
:
nifestamente
si
vegga che non va
confusa con Y altra
ma
;
perciocché
a conoscere
la vita del
Colombo
essa
,
male
sì
,
più ancora
e opinioni cosmografiche
vicende di
le
a meglio intendere
di navigazione
epoche del-
1'
e
ella
le
le
,
che teneva
sue teorìe
,
la
pratiche
manie-
ra di suo pensare in fatto di religione
e di varii altri soggetti, e a più preci-
samente sapere ciò che risguaida
timo viaggio
,
da
lui
fatto negli
l'
ul-
anni
i5o2 e i5o5, lumi particolari e notizie
di osservazione degnissime schiettamente e nella
più autentica forma ne pre-
senta; e conseguentemente
li
forti
stimo-
aggiunge a ricercare monumenti nuo-
vi e incontrastabili
compiuta
co' quali Y istoria
di quell' insigne scopritore
nalmente avere
Quanto
,
alla
si
possa
fi-
.
traduzione Italiana, sem-
bra die
coli'
altrettanto
originale
conformità sua
la
a' lettori
raccomandare
la
debba, quanto per conto della detta-
non può
tura triviale e negletta
ella in
pregio aversi. Io ne ho solamente
dotto
il
testo
ad ortografìa, non facen-
dovi cambiamento
importanza
d'
alterandovi frasi o voci
prii,
i
li
:
né
nomi prò-
pi
,
e
;
o con
le lettere
nella
possano meglio
in
somma
,
biamento nella
ri-
dei temli
numeri
prima stampa
affinchè di qual peso
vavansi,
:
o con
,
ho
,
così pure le date
come
Arabici,
te
,
quali nelle vecchie scritture vo-
gliono ritenersi assolutamente
copiati
ri-
tro-
essere
ho riprodotnon facendo mai camsi
vegga
sintassi
,
,
ho
tolta
sol-
tanto alla dicitura quella rozzezza eh*
ella
seco portava
e
,
stra nella Lettera di
no vede
di cui
una mo-
dedicazione ognu-
.
Del traduttore
questo suo scritto
il
,
nome
non mi
,
fuorichè per
è noto
:
nieii-
,
XV
uomo ben
tedimene*
3
ducato
siccome a persona di nobile
,
famiglia
detta
,
eh' egli fosse
comunemente Baiguera
,
da qualche
e
cedentemente
che
dell'
illustrata
opera da
,
lui
conveniva
,
e
di farlo
degne degli
piuttosto
rando
.
;
,
,
col
sì fatte
cose
con adeguate ricerche
alla Lettera avessi
quanto tempo
simo sono
aggiun-
maniera adope-
altra
comento
fare intero
voluto
se
di
non comuni
studiosi di
che in
Che
deb-
si
acconciamente
mettervi notizie relative,
e
e
Alcune an-
.
notazioni ho stimato bene
,
,
posta nel tradur-
abbastanza è chiaro
gervi
già
altro letterato pre-
re la Lettera sapergliene grado
ba
e-
non
di cui scarsis-
,
mai dovuto in
avrei
E
questa fattura impiegare?
se di
ri-
dire ciò che da' conoscitori delle geo-
grafiche cose facilmente
vessi assunto V incarico
il
pregio
mai
dell'
;
si
sa io
mi a-
quanto lieve
opera mia non sarebbe
egli stato ?
Aggradito
sia ciò
che
XVI
In
mezzo a più occupazioni
mi
è sovvenuto di dire
e
:
letterarie
abbiasi la
ristampa di questa Lettera come frutto
della sollecita cura, che
pre presa
,
mi sono sem-
di raccogliere libricciuoli di
merito, e di tenerli cari; bramoso an-
cora di trattare a bella posta con qual-
che
scritto
Della grande
libri piccioli
soventemente
XX
utilità
che da
si trae
.
Copia della Lettera che
scrisse
Don
stoforo Colombo Vice Re di Spagna
mirante
e
Cri-
Ai-
delle Isole Indie alli Cristianis-
simi e potenti
Re
stri Signori, nella
e
Regina di Spagna no-
qual gli manifesta quan-
to li sia accaduto nel suo viaggio
,
e le ter-
re provincie città fiumi e altre cose degne
di ammirazione
trovano
le
,
e ancora le terre dove si
minere di oro in grande quanti-
tà, e altre cose di grande valore e ricchezza
Serenissimi e molto potenti Principi
Re
D
'a
e Regina nostri Signori
Calese (i) passai nelle isole dette
Canarie in quattro giorni, e da lì passai alle isoLe chiamate Indie in giorni sedici; do->
ve
scrissi
Vostre Maestà che mia inten-
a
zione era di darmi pressa nel mio cammi-
no, per rispetto che io aveva li navigli noben forniti di vittualie e di gente, e che
mia volontà era tendere nella isola chiamata Ianaica (2). Nella isola chiamata Dominica scrissi questo fin donde sempre avei il
tempo a domandare a bocca
Questa medesima notte che quivi intrai fu con grande fortuna e tormento , che sempre ^a poi
vi
.
mi
perseguitò
Quando
.
arrivai sopra la
i-
nominata
mandai un
mazzo di lettere a Vostre Maestà, nelle quali gli domandava di grazia un naviglio con
miei danari
perchè un altro che io ne asola
Spagnola
così
,
,
:
veva, era già fatto innavicabile
soflria le vele: le quali lettere
stà
saperanno se
le
hanno
sposta che Vostre Maestà
questa, che io
non
,
e già
non
Vostre Mae-
ricevute
.
La
me mandarono
volessi andare,
ri-
fa
né stare
^
per
in terra,
io
qual cosa cascò lo animo
la
gente che con mi erano
alle
li
menar
voleva
,
di lungi,
per paura che
dicendo che &e
alcun caso o pericolo gli accadesse
sariano remediati
,
che non
anzi saria di loro fatto
;
poca estima e a cui parve disseno che le
che io guadagnassi , Vostre Maestà le
farian provedere di altra persona , che di
me. La fortuna era grande, e in quella not,
terre
te
mi smembrò
in sua parte
,
li
ognuno menò
navigli, e
senza alcuna speranza
altro
,
morte: ognuno teneva per corto che
li
altri fusseno persi
Chi nascette senza
quietare (3) lob
che non fusse morto disperato
che in tal tempo, per mia salvazione e di un mio piccolo figliolo e fratelche
di
,
.
,
;
lo e amici
,
mi
va a Spagna
por-
li
sudando sangue ?
che la fortuna grande
quando a Dio piacquali
aveva
Torno
levati mi
que
le
fusse difesa la terra e
quali per divina volontà guadagnati ave-
ti,
me
alli
,
navigli,
,
li
restituitte
.
Il
naviglio innavicabi-
avevalo posto in mare, per scampare fin
alla
isola
Galliega chiamata
;
il
qual persa
barca e ancora gran parte delle vittualie.
Quello nel quale io andava era travagliato a
la
gran maraviglia: Iddio, per sua pietà, che
non
avei alcun
danno
quello sospettoso era
,
lo
mio
fece salvo
fratello,
il
.
In
quale
.
dopo
,
Dio, fu suo remedio, Con questa
di
mi andai appresso Iamutò di alto mare in calma
gran corrente, e mi menò fino al Giar-
fortuna così in gattone
naica, e quivi
e
si
din della Regina
senza mai vedere terra
,
e di qui quando puotti navicai
ma
,
:
alla terra fer-
dove mi
e vento
si incontrò corrente terribile
opposi to, con quali combattetti
all'
con loro giorni 60 in fine non puotti guadagnarli altro
che leghe 70 che sono miglia 35o
perchè una lega per acqua è mi:
,
,
;
glia
gni
cinque
fiata
,
per terra è quattro
dunque o, che trovarai leghe
cavarai
,
;
lettore
,
per discrezione quanti miglia saranno (4)
In tutto questo tempo non puotti intrare
né mai mi lassò fortuna del mané acqua dal cielo , e troni , e folgori
continuamente che pareva essere il fine del
in porto,
re
,
,
mondo. Andai
il
quale di qui
al
fine, e ringraziai Iddio,
mi
dette prospero vento, e
corrente: questo fu
Erano
vea
passati
la terribile
12
a'
dì
di
Settembre.
ottantaotto dì, che
non mi
fortuna mai abbandonato
mente che nò
sole
,
ne
stelle
,
né
le
:
li
a-
tal-
altro pia-
tempo conobbero
navigli mi aveva aperti
neta in tutto quello
chi miei
,
gli
,
oc-
le ve-
rotte, e perse ancore e sarte, e barche,
e ogni fornimento
e tutta contrita
,
;
la
gente molto inferma
e molti
con
voti di santa
,
8
religione
non nissuno senza
e
,
o peregrinaggio
tro
molte
:
fiate
l'
altro voto
uno
?
e P al-
erano confessati, dubitando e di ora
la morte. Molte altre for-
si
in ora espettando
tune
hanno
si
viste,
ma non
durare tanto,
né con tanto tormento; molti di nostri, quasi perdeli avevamo per più forti marinari
vano di animo
E quello che più mi dava
,
.
passione
io aveva
era il dolore del figlio (5) , che
,
con meco; e tanto più, quanto era
anni i3; e vederlo du-
per essere di età
di
rare tanta fatica
e passare tanta passione
,
e durare ancora più che nissuno di noi altri
:
Dio
animo
le
:
non
,
altri
opere sue
:
mi
infermo
feci
dava
tello
,
aggionto
te era
fare in
il
gli dette tal
faceva core e
era tale
vicato ottanta anni
re; onde io
stato
,
lui alli altri
e
i
,
,
animo
nel-
se avesse na*
mirabile cosa da crede-
rallegrava alquanto. Io era
molte fiate al segno di morda una camera piccola che
,
cima coperta
viaggio.
come
fortezza di
della
E, come ho
nave, comanditto,
mio
fra-
era nel più tristo naviglio e più peri-
grande dolore era il mio, e molto
maggiore per averlo menato contra sua volontà
perchè per mia disventura poco mi
ha giovato vinti anni di servizio, quali io ho
servito con tanta fatica e pericolo, che oggidì non abbia in Castillia una tezza, e se
coloso
:
,
;
Voglio disnare o cenare o dormire, non ho,
salvo la ostarla , ultimo refugio; e il più del-
mi manca per pagar il scotto (6)
mi dava grande dolore
che era Don Diego mio figlio che io lassai in Spagna tanto orfano e privo di onobenché teneva per certo che
re e facoltà
Vostre Maestà come giusti e non ingrati
Principi, gli restituisse con accrescimento,
Arrivai ad una terra Cariai nominata, do-
ie
volte
*
Altra cosa ancora
,
,
;
,
mi restai a remediare le navi , e ogni preparamento necessario , e dare riposo
alla affannata gente , qual per la longa fae io insieme con
tica era già venuta manco
ve qua
:
loro
tesi
si
riposammo
nove
quivi
minere
delle
.
di
In questa terra inoro della provin-
la qual io andava
due uomini della loro nazione, quali mi menarono ad un altra
dove le genti
chiamata Garambarù
terra
cia di
Ciamba
cercando
.
così ditta
Quivi
,
tolsi
;
,
portano al collo un specchio
di oro , il quale per nissun modo vogliono
in questo luogo
vendere, né barattare.
vanno nude
,
e
E
mi nominarono
in loro lingua molti altri luo-
mare, dove mi diceano esminere: lo ultimo luogo
e
grande
oro
sere
da lì 25 leghe Per
lungi
era Beragna ditto
qui con animo di
di
partitti
la qual cosa mi
era aggionto al
che
quasi
cercarli tutti; e
ghi
alla costa del
,
.
,,
IO
mezzo,
mino vi
come
intesi
,
cam-
manSimon
e deliberai
Il vespero di Santi
cbe avevamo da partire , in quenotte si levò tanto mare e vento, che fu
darle a vedere
e
a due giornate di
era minere di oro
Giuda
sta
.
,
necessario di correre dove lui volse
e quelli
:
due uomini sempre venneno con me per mostrarmi le minere
In tutti questi luoghi dove io era stato
.
,
trovai essere verità tutto quello aveva inte-
mi
e questo
che fusse la veri*
Ciguare ditta, quale secondo loro è distrutta, ed è nove giornate
di cammino per terra verso Ponente
Lì affermano che sia infinito oro , e mi dicono
che portano corone di oro in testa anelli
alli bracci e alli piedi ben grossi di oro
e
so
tà
:
certificò
della provincia
.
,
;
che di oro le careghe casse
scono e fodrano , come noi
,
di ferro.
ne
di
li
,
tavole forni-
portavano
collari
facciamo
altri
Ancora mi disseno che
le
femmi-
appiccati dalla te-
fino alle spalle pendenti di oro
In queluogo, che io dico, tutta la gente di questi luoghi concordano essere così la verità
e dicono esservi tanta ricchezza
che io ne
saria contento della decima parte
Quivi portavamo con noi pevero tutta questa gente
lo conobbero
In Ciguare fanno mercanzie
sta
.
,
sto
,
.
:
.
e fiere
,
come
noi
:
lutti
costoro così
me
lo
,
II
hanno affermato e mi insegnavano II mo<?
do e la l'orma che teneno nel loro vendere
e barattare Ancora dicono che navicano co,
.
me
noi, e che
barde
no
,
archi
come
vestiti
navi loro portano bom^-
le
frezze
,
,
spade
noi, e
corazze
,
hanno
e van-
;
cavalli
,
e u-
portano ricche vestiture
Dicono ancora che il
e hanno bone case
sano guerreggiare
,
.
mare
bolle nella ditta provincia di Cigliare,
il fiume GanPare che queste terre stiano
con Bcragna come sta Torlosa con Fonterabia , o Pisa con Venezia
Quando io mi
partii da Carambarù
e aggionsi a questi luoghi che ho ditto trovai la gente a quello
medesimo uso , salvo che gli specchi di oro, che avevano, gli davano per 3 sonagli
q!i sparaviero per uno,
ancora che pesassino dieci o quindici ducati 1' uno
In tutti
suoi usi sono come quelli della Spagnola ì»
sola
Lo oro ricoglieno con allra arte, benche e l'una e l'altra non abbia a fare con
e che di
lì
a giorni dieci vi è
ges appellato
.
.
,
,
.
.
la
arte nostra
.
Questo che
io
ho
ditto
è
ho udito da queste gente dire
Quello che io ho visto e so adesso vi conquello che
.
,
tarò
.
Lo anno
24
de nonanta quattro navicai in
gradi verso Ponente in termino di nove
ore; che
non
gli
fu fallo, perchè in quel-
12.
la
ora fu Ecìipsi
Luna
Ariete
in
.
,
il
Sole era in Libra e la
Tutto questo che
parole intesi da queste gente
io saputo
meo
longamente per
ben
credette lui avere
rino, e adesso
si
io
per
già lo aveva
scritto
.
satisfatto
trova sua scrittura
Toloa
Ma-
ben pro-
pinqua al vero. Tolomeo mette Catigara a
12 linee lungi dal suo Occidente, quai all'ermo essere sopra Capo Santo Vincenzo in
Marino
Portogallo due gradi e un terzo
in i5 linee constituitte la terra. Questo me^
desimo Marino in Etiopia scrive sopra la linea equinoziale più di 24 gradi ; e adesso
che li Portogallesi lì navicano
lo trovano
essere vero
Tolomeo disse che la terra più
Australe è il primo termino , e che non abIl monbassa più di 1 5 gradi e un terzo
do è poco quello che è sutto cioè la terra, è sei parti: la settima solamente è coperta di acqua : La esperienza già è stata
vista
e a Vostre Maestà la scrissi per altre mie, con adornamento della Sacra Scrittura
ancora con il sito del Paradiso terrestre , quale Chiesa Santa prova
Dico cha
.
,
.
.
,
:
,
,
.
mondo non
il voU
un grado della linea equipresto si
noziale è miglia 56 e due terzi
toccherà con mano (7). Di questo non è
mio proposito in tal materia parlarne, sai-
il
go
dice
,
è tanto grande,
come
e che
:
4
i3
vo
conto del mio duro e
di darvi
so viaggio, ancora -che sia
utilissimo
affatico*,
più nobile e
.
Dico che
il
da scorsi dove
vespero di Santi Simon e Giuil vento mi levava , senza po-
lare resistenza in
terli
il
un porto,
nel quale
schivai dieci giorni di gran fortuna di mar-
re e dal cielo. Quivi deliberai di
non
ritor-
minere , e lassaile stare come cosa guadagnata: partii per seguire mio
viaggio piovendo. Come Dio volse , arrivai
ad un porto dimandato Bastimentos, dove
intrai non di bona volontà .
La fortuna e
gran corrente mi serrò in ditto porto per
spazio di giorni quattordici
da poi ancora
che non con bon tempo , di quivi mi parnare a dietro
alle
,
:
titti
.
Quando mi
trovai aver fatto circa
i5
sforzatamele mi ritornò in dietro il
vento e corrente furioso. Ritornando io al
pqrto di dove era salito , trovai in cammino un altro porto nominato Retrete dove
mi ritrassi con assai pericolo e disturbo, e
ben faticato io la gente e li navigli In queche così volse
sto porto mi stetti molti dì
il crudel tempo; e quando mi credetti ave-
leghe
,
,
.
,
re finito
,
allora
mutai proposito
mi
trovai cominciare
di voler ritornare
.
alle
Ivi
mU
nere, e far alcuna cosa, fin che venisse tem£o per ritornare al mio viaggio ; dove che
,,
i4
appresso
il
porto a quattro leghe ritornò gran*
e mi faticò tanto e tanto
,
dissima fortuna
che io medesimo non sapeva di me. Quisi mi rinfrescò del male la piaga
nove
giorni andai perso senza alcuna speranza di
vi
:
vita
nò
occhi mai vedeltero mare tanto alto
:
cosi brutto,
ma
assai
:
il
come
allora era, buttava spu-
vento non era per andare in-
ne ancora mi dava luogo per andasalvo che mi deteneva in questo mare fatto come sangue
boileva còme caldera per gran fuoco. Il cielo
giammai fu visto così spaventoso un dì e
una notte ardette come forno , e buttava ne
più né manco la fiamma con li folgori che
ogni fiata stava guatando se mi avesse arso
li mastelli con le vele
venivano questi folgori con tanta furia e spaventevoli , che tutnanzi
,
re verso alcuna parie
,
:
:
,
:
ti
si
gli
lo
:
,
esistimavano dovessino affondare
in tutto questo
non per
rassomigliava
mai cessò acqua
dire che piovesse
un
altro
diluvio
,
:
era tanto faticata e penosa, che
se
la
li
navi-
dal cie-
non che
gente già
ognuno per
morte, per uscire di tanto
martiro li navigli due fiale già avevano perso le barche, le ancore, le corde, senza vele, erano ancora aperti.
Quando piacque a Dio , ritornai ad un
porto dimandato Porto Grosso , dove meglio
se desioso era di
:
i5
che puotti mi preparai di ogni cosa mi età
necessario
,
un altra
mio cammino
e tornai
Beragna per
il
io era in ordine per navicare
erano
si
fiata
,
verso dì
ancora che
:
tuttavolla
mi
vento e corrente contrarli. Aggion-
il
quasi dove prima era aggionto, e un'al-
tra
mi venne vento
fiata
contro
non
,
e corrente
all'
e tornai un' altra fiata al porto
in-
che
opposizion
avei ardimento aspettare la
;
Saturno con Marte , tanto disbaraltato in
lo più delle volte me, perchè
na tempesta, o forte tempo. Questo fu di
di
costa brava
Messa
Tornai un' altra
dove che era uscito con molta fatica:
Natività a ora di
volta
e passato l'anno
.
novo
tornai a tentare e per-
per andare a mio cammino; che an-
fidiare
cora mi fusse fatto bon tempo
li
navigli
innavicabili
,
già aveva
e la gente inferma e
morta Il dì della Epifania senza alcuna forza aggionsi a Beragna qui Iddio mi preparò un fiume sicuro porto
benché nella
.
:
:
intrala
fondo
,
non
avesse più,
con
fatica intrai
dì seguente
na
,
qual se
un
mi
altra
14
vei loco di intrare
in
.
la fortu-
trovato fuora
,
Piovette senza
non
mai
Febbraro, che mai a
né pigliare
alcuna cosa
Essendo già sica-
cessare fino a
remedio
.
volta ritornò
avesse
avria possuto intrarvi
che dieci palmi di
nel ditto fiume
Il
di
in la terra
.
,
t6
a 24 di Gennaro venne il fiume all' improvviso molto grande e forte, ruppemi le
jro
gomene
e prese
vasse
navigli
li
e poco
,
mancò che non
e certo io
;
li
le-
vedetti in più
pericolo, che mai. Iddio mi remediò, co-
me
sempre
fece
.
Non
so
sei sia stato alcu-
no con più martiro, né più pena
A
della
mia.
diFebbraro, sempre piovendo , mandai settanta uomini addentro della terra cinque leghe e trovarono molte minere di oro Li Indii, cioè quelli due uomini che andavano con loro gli menarono ad un monte molto alto , e di quivi gli mostrarono in
tutte le partì quanto gli occhi potevano vesei
,
.
,
dere, dicendo che in ogni parte
vi era oro
Ponente aggiongevano
e nominavano le
le minere vinti giornate
dove più e manco sì
terre ville e luoghi
trovava oro
Da poi intesi io che il Quibian ( che così dimandano il Signore della
terra) il qua! mi aveva dati questi due Ingli aveva comandato che mi mostrasdii
sero le minere che erano più lontane , e
di un altro Signore suo contrario
e che
di dentro del suo popolo ricoglievano ogni
di quando lui voleva oro
e che un uomo
solo in giorni dieci ricoglieva una mazzata
assai
,
e che fino al
;
,
.
,
;
;
di oro
cjuesto
Gli Indii suoi famigli testimonii dì
.
menai con mi dentro
di
questo pò-
,
17
polo
dove
,
le
barelle
aggiongono
Tornò
.
e tulti con
eon questa gente
che avevano ricolto in spazio di oro
oro
quattro; che non tardarono più. La quantità è grande, avuto rispetto che nissuno di
costoro mai aveva viste minere, e il più di
perchè
loro per avventura mai vedette oro
mio
fratello
,
,
,
mare
più parte di loro era gente di
la
quasi
tutti
,
e
grimetti. Io aveva grande appa-
recchio e ordine per edificare , e molte vite con mia gente
feci mio assento
tualie
,
:
e
edificai
legnami
e presenQuibian cioè il Signo-
certe case di
tai di molte cose
il
,
,
Io ben vedeva e giudicava che non era
loro enostra concordia per durar molto
molto
gente
imnostra
,
rustici
molto
rano
re
.
:
portuna , e ancora mi me appossessionava in
suo termino Da poi che vedette le case fatte e il traffico così abbondante e generale
.
,
ammazzarne
in contraMolto
fusscmo
quanti
noi altri
perchè
come
proposito
suo
rio li venne
deliberò di abbruciarle tutte e
.
,
;
piacque a Dio,
restò preso lui, moglie,
fi-
glioli, e famiglia; benché la disgrazia volse
Il Quibian
che restasse poco tempo preso
al qual
degno
certo
uomo
si fugitte ad un
di
uomiguardia
lui se gli aveva offerto con
un
maestro
ad
fuggirono
ni
Gli figliuoli si
di naviglio, il quale li menò a luogo sicuro.
.
,
.
3
i8
Nel mese
Gennaro
di
ca di questo fiume
.
sì
era serrata la boc-
Nel mese
di
Aprile
li
navigli erano tutti mangiati da pruina e bru-
ma
non poteva
e
,
In questo tempo
nale
,
per
il
sostenerli sopra l'acqua,
il
detto fiume fece
un
ca-
quale cavai tre di loro con gran-
de pena svoli le barche tornarono dentro
per sale e acqua e altre cose il mare venne molto grande e brutto, e non le lassò
cavarle fuora. Li Indii erano molti, e gioirti insieme combatterono le ditte barche
in
Mio fratello e l'alfine furono tutti morti
tra gente tutta era in una nave che era ree io solo di fuora in tanto
stala nel fiume
con
forte febbre , e tanta faticosta
brava
,
ca, che la speranza di scampare era già morPur come meglio puotti , montai suso
ta
chiamando con volo più alto della nave
e piangendo molto a pressa ,
ce timorosa
maestri della guerra di Vostre Maestà; e
li
ancora chiamando tutti quattro li venti per
:
:
:
.
;
.
,
,
soccorso
:
ma
mai mi risposeno
.
Stracco
mi
addormentai Gemendo, una voce molto pieO slol
tosa sentii, che diceva queste parole
.
:
to
e
tardo a credere e a servire
dio e Iddio di
Moisè
nascesti
quando
e per
lui
,
ti
tutti
!
Che
il
tuo Id-
fece egli più per
David suo servo ? Da poi che
ave di te sempre gran cura :
vedette in età della qual fu con-
19
tento, maravigliosamente fece sonare tuo no-
me
nella terra
del
mondo
Le
.
Indie
tu le hai ripartile dove
dette potenzia per tarlo
mare Oceano
così
forte
,
che sono parte
ha date per tue:
,
così ricca, te le
ti
donò
dito in tante terre
,
serrati
chiave
le
,
e
ti
Delli ligamenti dei
che erano
,
è piaciuto
ti
.
con catene
ubbe-
e fusti
;
e dalli Cristiani ricupe-
bona fama
Qual
e onorevole (8)
popolo di Israele quando
lo cavò dì Egitto ? né ancora per David ,
che di pastore lo fece Re di Giudea ? Torna a lui e cognosci lo error tuo che sua
rasti
così
cosa fece più
.
al
,
;
misericordia è infinita
.
Tua
vecchiezza non
impedirà a tutte cose grande: molte eredità grandissime sono a suo potere
Abraam
passava anni cento, quando ingenerò Isaac,
.
nò anche Sara era giovene Tu chiami per
Respondimi chi ti ha afflitto tanto e tante volte
Dio , o il mondo ? Li privilegi e promissioni che Dio dà,
non gli rompe mai ad alcuno né mai dice
dopo di aver ricevuto il servizio
che sua
intenzione non era questa, e che si intenda di altra forma né dà martiro per dare
colore alla forza . Lui va in capo del testo :
tutto ciò che promette attende con accrescimento questa è sua usanza Io ti ho detto quanto il Creatore abbia fatto per te
e
.
soccorso incerto
,
.
,
i
,
,
,
:
.
,
20
Adesso mi mostrò il guidarfa con tutti
done e pagamento d^ tuoi affanni e perico.
che hai passati ad
li,
così
non
mezzo morto
altri
puotti riavere resposta
re a parole così certe
,
E
servendo.
,
io
ma mai
sentiva ogni cosa;
per responchj-
salvo piangere per
li
miei errori. Costui fornii te di parlare, chi
voglia che sì fusse, dicendo: Confidati e non
temere
,
che tribulazioni stanno
scritte in pie-
marmore non senza cagione
Levaimi quando puotti e al fine di nove
giorni fece bonaccia
ma non per cavare li
di
tra
.
,
,
,
fiume
Feci ricolta della gente
che era in terra, e di tutto il resto che mi
fu possibile
perchè non erano bastanti per
navigli del
.
,
navigli
Io mi
popolo con tutta mia gente, se Vostre Maestà avessino questo saputo
La paura che mai quivi veniriano navigli alcuni mi determinò a dovermi di
qui partire
e ancora il conto è questo , che
restare
,
nò per navicare
saria restato a sostenere
li
.
il
.
:
quando
abbia a provedere di soccorso, si
provede di tutto quanto fa bisogno
Partimmi in nome della Santa Trinità la notte
di Pasqua con li navigli marcii e muffolenti
tulli fatti pieni di buchi. Lassai uno il
più tristo lì in Beleem
con assai cose ili
Bel Porto feci il simile
Non mi rimasene
si
.
,
:
,
.
salvo che due in stato dclli
altri
,
e
senza
21
barche, né provisìone alcuna, por avere da
passare sette mille miglia di mare e acqua;
o morire in cammino io con il povero figlio, e fratello,
no adesso
tali
e riprendere dicendo
non
così ? perchè
vernavi costì
tra
è nulla
Cataio
;
averia voluti avere
li
li
aspetti
:
Maggio
Mago,
la
e di quivi
di subito
in
ovvero nostra
aggionsi nella pro-
qual parte con quella del
mi
partii
per
la
Navicai due dì con tempo hono
la.
là
.
di
tredici
vincia di
Perchè non facevi tu
? perchè non ti go-
:
Io ben credo che un' al-
altro sapere
di
Fede
A'
.
,
colà
Io
?
questa giornata
gente. Respondache soleno opponere
e tanta
questi
mi
si
voltò contrario
.
Il
Spagno,
il
qual
cammi-
no che io faceva era per disimbrattarmi di
numero di isole e non imbarazzarmi nelli loro bassi
Il mar bravo mi fece
forza
dove mi fu forza ritornare addietro
senza vele
Sorgetti in una isola
dove tre
ancore in una fiata persi e alla mezza nottanto
,
.
,
,
,
,
te
,
si
il
mondo facesse fine
gomene all' altro naviglio: e
come non si facessino in pez-
che pareva che
ruppeno
le
fu maraviglia
,
perchè 1' uno venne addosso
con grande impeto: Dio ne aiutò
Una ancora sola fu quella che mi sostenne
da poi del Divino ausilio. In capa
zi
tutti
all'
altro
.
,
due
,
22
giorni 6, che era già fallo bonaccia nel
di
mare
li
tornammo
,
navigli
,
e tulli
giati,
nostro viaggio così con
al
quali erano
tali
da vermi man-
,
uno
foracchiati però più, che
ave che fanno
mele e la genanimo,
che quasi eradi
così
poco
fatla
te
innanzi
Passai
non
mollo
di quelno persi
dove la fortuna mi rilo avea fatto prima
panaro
di
il
;
.
,
tornò a dietro
porto più sicuro
la
in
ni
tornai alla via
gno
:
in
capo
iso-
di otto gior-
medesima In fine di Giusempre con venti
,
.
aggionsi a Ianaica
traversevoli
con
medesima
ritornai nella
:
tre
,
e
li
bombe
navigli in peggior stato
tine e caldere,
con
:
tutta la
non poteva revincere l'acqua che nelnave in tra va né vi era altra cura o remedio di questo Messimi nel cammino per
venire tutla fiala , approssimando alla Spagnola, che sono 28 leghe; e non vorria a»
L' altro naviglio scorse a
vere cominciato
Io volsi controvar porto, quasi annegato
gente,
la
,
.
.
.
trastare la volta del
mare:
il
naviglio
sì
mi
annegò, che miracolosamente Iddio mi mandò a terra Chi crederà quello che io scrivo? Dico che delle cento parie non ho la
.
una
scritta
in questa presente leltera
qual cosa quelli che furono in mia
gnia lo testifìcaranno
.
;
della
compa-
Se a Vostre Maestà
piace di farmi grazia di soccorso
un navi-
20
che passi di LXIIII tonelle
gl'io
200
botte con
na
altra
,
quintali di biscotto
provisione
;
che sono
e
,
alcu-
me
basterà per portarmi
e questa povera gente a Spagna. Dalla Spa-
gnola in Ianaica già dissi che non vi sono
che 28 leghe. Io non saria però andato alla Spagnola , benché Vi navigli fusseno stati boni ,
perchè già dissi come mi fu comandato da Vostre Maestà che non andassi
in terra: se questo
vato,
Dio
via e
mano
il
comandamento abbia
sa. Questa lettera
gio-
mando
per
Indù: grande maraviglia
aggionge.
rà, se la
dei
sa-
Del mio viaggio dico che con me e m
mia compagnia veniva ccnfo e cinquanta uomini fra quali vi erano persone assai suf,
per piloti e grandi marinari: non però alcuno può dare ragione certa per dove
fummo, nò per donde ritornammo La raficienti
.
gione è presta
to del Brasil
mi
nominato
.
Io
partii
disopra
il
por-
Spagnola: non
mi lassò la fortuna andare al cammino che
io voleva
anzi mi fu forza correre dove il
vento volse
In questo dì cascai io molto
infermo. Nessuno aveva navicato verso quel
nella
,
.
la
parte.
Cessò
il
vento e il mare di lì a
e
mutossi
,
la fortuna in calma
e grande corrente. Fui a battere in una i
certi giorni
sola, quale
si
dice
De
Jas
Pozzas,
e di
lì
24
Nissuno può dare conto veperchè non vi è ragione che
basti
perchè sempre andammo con correnti , senza mai vedere terra, tanto numero di
a terra ferma
ro
questo
di
.
,
,
giorni
arte
Seguitai
.
questa
nissuno
:
costa della terra ferma
la
:
assentò e misurò con compasso e
si
vi
che dica
è
Quando
parte del cielo sia.
di basso
mi
io
quivi per venire alla Spagnola,
li
qual
da
pen-
partii
piloti
savano venire a mettere capo nella isola di
San Giovanni
e ci trovammo in terra dì
Mago che vi sono 400 leghe di più di quello loro giudicavano verso il Ponente
Ri;
,
.
spondano, se sanno dove sia il sito di Beragna ? Dico che non ponno dare altra ragione né conto
salvo che furono a certe
terre dove vi era molto oro
e certificaronlo
ma per ritornarvi saria bisogno tornar
a discoprirle come di prima
che il cammi,
,
:
;
no
è ignoto
logia vi è
errare
.
,
Un
.
eonto e ragione
quale è certissima
Chi
la
visione proletica
intende questo
poppa
me
,
non
è
di astro-
non
può
si
basti
gli
non navicano
per
alcuni vogliono
e
rassomiglia questo.
si
navi delle Indie se
a
,
,
la
a
Le
che
salvo
loro malfattezza
:
,
co-
né eziandio per essere
molto grande Li correnti terribili insieme
con il vento che ivi occorre, fanno che nissuno navichino di altra sorte, perchè in un
.
,
25
giorno perdonano quello che avessìno gua-»
dagnato: nò anco eccettuo caravelle, ancoche per
ra che siano Latine e Portogallese
,
mali tempi
detengono alcuna volta
si
e
sei
né è maraviglia poiché
altrettanto accade
volte
molte
in Spagna
scrive
Papa Pio Seconche
di
La gente
otto mesi
in
porto
:
,
.
do (9),
lato
di
il
silo
ma non
,
oro
:
né
e segnali
cavalli
,
ma
in
fretta
ivi
vi richie-
più presto pescatori
tali
freni
,
perchè
mare non
vuoisi restarmi a cercare
dava molto
,
è par-
si
pettorali
è maraviglia alcuna,
le terre delia costa del
de
esse,
di
delli cavalli
né io
;
cose, perchè an-
In Cariai e in quelle
.
sono grandi incanaverianmi dato quantatori e molto spaurosi
to avessi saputo addimandare, perchè non vi
terre di sua giurisdizione
:
Quando
un'ora.
fussi restato
continente mi
mandarono due
nate di ricchi vestimenti
non
saria di
sntte; tutte
atti
,
aggionsi
:
la
fanciulle or-
più di tempo
età di anni undici
,
Y
altra
di
tanta pratica, contanti
due con
e tanto vedere
in-
,
,
che
saria bastato
fossero state puttane pubbliche vinti
portavano con esse loro polvere
se
,
anni
:
incanta-
di
Come
menti , e altre cose della loro arte
furono aggionte , comandai che fusseno adomate di nostre cose, e le mandai subito
Ivi vedetti una sepoltura dentro
alla terra
.
.
,,
26
monte grande come una
Bel
con grande
rata suttilmente
corpo
casa
e lavo»
,
artifìcio
,
e
un
sopra discoperto, quale guar-
vi stava
dando dentro pareva che stesse: di altre arte mi disseno quivi essere di più eccellenza
Animali grandi
.
e
piccoli vi
e molto diversi dalli nostri
vi vedetti porci
un cane
spettarli
animale
Con una
.
ha
non
si
un
rassomiglia a gatto-
come
volto di
uomo
:
avevalo
passato da parte oltre con una saetta
minciando
che
,
ardiva a-
salvo che è molto più grande, e
faccia
la
assai
quali io
li
balestra aveva ferito
che proprio
maimone,
sono
forma spaventevole
di
quelli di Irlanda
di
,
fra
;
co-
,
dal petto fino la coda; e perchè
era ferocissimo
,
gli
tagliai
un
pie dinanzi
che più presto parevano mani, e uno di dieLi porci vedendo questo cominciarono
tro
ad incresparsi e fuggirono tutti con gran
paura vedendo il sangue di quelF altro animale Io quando vedetti questo, fecili buttare le vegare
certi animali che così le chiamano dove elio stava e approssimandomi
a lui così stando alla morte, e la saetta sempre nel corpo
gli butto la coda per li lab*bri della bocca, e gli amarro (io) molto forte, e con l'altra mano vi era restata lo piglio dietro la coppa
come a nemico Lo
atto così grande e novo, e bella campagna,
.
,
,
.
,
,
;
,
,
.
27
mi fece scrìvere questo a
Di molle forme di animali
erano, ma tutti morono di diverse malat-
e monteria (i i)
Vostre Maestà
vi
tie
ni
:
,
.
vedetti animali di più sorte assai,
leo-
cervi, e altri animali scorsi quasi rasso-
miglianti
e così augelli volatili
,
vedetti gal-
:
molto grandi, che le piume loro erano
Quando io
come lana né più ne manco
andava per quello mare in pena e affanno ,
in alcuni intrò certa fantasìa nella testa che
line
.
,
Rissimo da costoro
stati
incantati; e oggidì
Trovai ancora altra
gente che mangiavano uomini come noi al-
stanno in
proposito
mangiamo
tri
to
tal
:
la
altri
deformità
.
animali
delli
;
loro
e questo è cer-
e fattezze lo
visi
conferma (12). Ivi dicono che vi sono grande minere di rame e torce di rame e altre
cose lavorate saldate e gittate avei da loro
e vi è ancora tutto suo
di orefici
.
Ivi
vanno
apparecchio
vestiti;
:
come
e in quella pro-
vincia vedetti lenzuoli grandi di
bombaso
la-
ne vedetti
dipinti mollo sultilmente con colori e pennelli. Dicono che nella terra a dentro verso il Cataio li lenzuoli loro sono tessutici
vorali di suttilissimi lavori
;
e
altri
oro. Di tutte queste terre e delle cose diper mancamento
verse che in elle vi sono
,
di
lingua,
non
si
può sapere
popoli benché siano spessi,
così presto
tutti
.
Li
hanno* drf-
28
ferenziata lingua
,
e tanto dico differenzia-
che l'uno l'altro non intende più, che
noi ci intendiamo con quelli ól Arabia
e
a mio giudicio credo che qucs!o sia nella
ta
,
:
gente che sta dietro
è quasi
come
a dentro
alla
silvestre
,
costa dei
mare, che
ma non
nella terra
.
Quando
discopersi le Indie
dissi
,
a
Vo-
stre Maestà che erano della più ricca signoio dissi dell' oro
ria che nei mondo fusse
:
perle pietre preziose spezierie
e
,
di
tratti
perchè tutte queste cose così in un tratto non venneno a luce, fui scandalizzato onde per quefiere
mercanzie e
altre
cose
;
e
:
ammonizione, adesso mi
sto castigo e
non
dica
,
ne scriva
,
salvo quello
Di una
uditti dalli naturali della terra.
sco dovere scrivere
,
fa che
che io
ardi-
perchè molti mi sono
testimonio, che io vedetti in queste terre di
Beragna maggior segnai
ni primi
che non abbia
,
la
in
quattro anni
giurisdizione
:
e
di
oro
in
due giorSpagno-
visto nella
ancora
non poriano
le terre di
sua
essere più belle,
né più lavorate di quello che sono , né le
genti più codarde e di poco animo di quello che sono , né il porto poria essere megliore di quello che è , e il fiume bellissimo, e più dei mondo difensibile. Tutto questo è sicurtà e certezza di signoreggiare a'
29
di onore, e
Cristiani, con grande speranza
Cristiaaccrescimento della sacra Religione
sappiano Vostre Maestà die il camanmino per andarvi sarà così breve , come
esda
ha
dar alla Spagnola, perchè questo
na
il
.
con vento
sono
Maestà
Vostre
lo
sere navicalo
Tan-
di altra
forma
certi di
essere signo-
.
terre , come di Spari e patroni di queste
gna e Granala. Sue navi che vi andaranno,
e di
poranno dire che vadino a casa sua
;
Nelle altre terre, per
lì cavaranno oro assai.
di quelli
avere oro , è forza Fidarsi di uno
vi
o per avere di quelle cose che
salvatichi
sensono, conviene averle per forza, e non
;
loro .
za grandissimo pericolo della vita
dire J$ià
di
lasso
io
che
cose
Le altre
ne mi afferdissi la causa. INon dico così,
che mai
quello
tutto
di
tridoppio
mo con il
nò scritto; e dico questa è la fon,
abbia ditto
sono. Veneziani Genovesi e bit*
che abbiano perle pietre preziose
te genti
portano fino
li
e altre cose di valore , tutti
e venderbarattarle
per
mondo
in capo del
Lo
(i3)
oro
in
convertirle
finalmente
te,
dove
io
,
le
,
.
e
eccellentissimo,
oro è metallo sopra gli altri
e chi lo tiene
tesori
li
,
fanno
e dell' oro si
e fimondo,
nel
vuole
fa e opera quanto
aggionge a mandare
nalmente
Paradiso
.
Li signori
di
le
anime
al
quelle terre del ter-
3o
ritorio di
Beragna quando muoiono
sotter-
rano li corpi loro con quanto oro che abSalomone
biano ; e così è sua usanza
portarono in una volta seicento e cinquantasei quintali di oro, senza quello che portarono li marinari e mercatanti, e senza quello che pagarono in Arabia. Un quintale pesa i5o lire. Di questo oro Salomone fece
.
200 lancie
un tavolato
fare
e trecento scuti
re
di
oro, che
gli
A
,
e fecesi fa-
aveva da sta-
re in cima loro, tutto di oro, adornato dì
e ancora fecesi fare
molte pietre preziose
vasi grandi questo oro molte altre cose
di molti adornati similmente di pietre preziose
ricchissima cosa
GiosefTo de Antiquitatibus Iudaeorurn lo scrive; e ancora nel
Paralipomenon , e nel Libro dei Re si scrive questo
Gioseflo vole che questo oro si
;
,
.
,
.
avesse nella isola
Aurea
appellata (14)
:
la
qual cosa se così fosse, dico che quelle mi-
medesime che si
Beragna perchè
come vi dissi , si allonga al Ponente
giornate, e sono in una distanza lungi dai
Salomone compolo
e anche dalla linea
nere della Aurea sono
contengono con queste
,
le
di
;
,
XX
.
prò tutto quello oro pietre preziose e argento da mercatanti
Vostre Maestà lo ponno ad ogni sua requisizione far ricogliere,
se gli piace, senza alcuno pericolo. David
:
3i
nel suo testamento
di
lassò
oro delle Indie
isole
aiutar ad edificare
scrive GiosefTo
sime terre
e
Sion,
si
legge
quintali
Salomone
Tempio
David era
e così
,
Monte
il
,
il
mille
tre
a
e
;
,
per
,
secondo
medeGerusalemme
di queste
.
come si scrive, ha da esmano di Cristiano Chi
? Dio per bocca del Pro-
sere reedificato per
.
ha da essere questo
feta nel decimo quarto Salmo così lo dice
Lo Abate Ioachim disse che questa persona aveva da essere di Spagna
Santo Geronimo a quella santa donna gli mostrò il
cammino per doverlo fare. Lo imperatore
.
.
del Calaio già molti giorni
domandò
e fe-
ce gran cosa per avere uomini intelligenti,
gli insegnassino nella Fede di Cristo
Chi sarà colui che se li offerisca a farceli
avere ? Se Iddio mi porta con bene a Spagna io prometto a Vostre Maestà e mi obbligo condurceli io, con l'aiuto di Dio, sa-
che
,
,
,
ni
e salvi
me
lo
:
e così la
metterò in opera
,
co-
dico.
la
Questa gente quale è venuta con me, quelche è ritornata ha passato grandissimi sten-
ti
e pericoli della loro vita
:
domando
di gra-
Vostre Maestà che si facciano pagare incontinente, a causa che sono poveri, e
che secondo la loro condizione Vostre Maezia a
stà gli
facciano qualche grazia
,
acciò
un
al-
32
abbiano a servire Vostre Maestà di
Ira volta
bon core che a mio giudicio a quanto credo, gli portano le megliori novelle che mai
portasse uomo in Spagna. Lo oro che aveva il Signore di Beragna benché secondo informazione fusse molto, e ancora deili suoi sudditi e terre circonvicine, non mi
;
,
parve doverglielo torre per via di latrocinio;
né ancora non era servizio di Vostre Maestà di pigliarlo per via di robamento
Il boa
ordine eviterà scandalo e mata fama di Vostre Maestà
e con bon modo a/Tatto il cavaremo, e lo faremo ritornare al tesoro di
Vostre Maestà , che non vi mancherà grano , per quanto che'l sia grande quantità.
Con un mese di bon tempo io avria fini.
;
to tutto
il
mio viaggio e per mancamennon volsi stare ad aspettare per
,
to di navigli
tornarvi
zio
sia
:
di
ma
per ogni cosa
,
che in servi-
Vostre Maestà, mi ofFero, e spe-
ro in quello onnipotente Iddio, che mi fece
dandomi sanità
trovare cose e vie a,
,
Vostre Maestà con tutne allegraranno e faranno festa meritamente. Io credo che Vostre
Maestà si debbano arricordare che io voleva far fare certi navigli di nova forma; ma
la brevità del tempo non mi lassò
perchè
io già aveva visto quello gli era bisogno per
scondite
ta
,
delle quali
la Cristianità
se
,
,
.
»
3
vi
no
dovere navicare, per rispello che
mare
metteremo
di
sorti
altre
e
venti
.
ivi
so-
Se a Dio
in opera, come sia
piacendo a Vostre Maestà
lo ho in più estimazione questa t'accenda di queste terre e minere con questa scache tutlo l' altro che ho fatla e signoria
piacerà, lo
aggiorno
.
,
,
Non è figlio questo
Della Spaper dar a nutrire a matrigna
gnola , della Paria e delle altre terre non
me ne arricordo mai , che le lacrime non
mi cadano dagli occhi (i5). Credevami io
to nelle Indie isole
.
.
,
che lo esempio
queste dovesse essere per
di
Al contrario
loro stanno con
benché non muoiono
La infermità è incurabile , o molto longa
Chi fu causa di questo venga adesso , se
può , o se sa, a curarle
A discomporre
ma a comporre pochi
ognuno è maestro
queste altre
3a
bocca
.
in
giuso
,
.
.
.
;
maestri vi
si
trova
.
Le
grazie
e accresci-
menti sempre si sogliono dare a chi ha poné è rasto il corpo e la vita al pericolo
gione che chi è stato tanto contrario in quené suoi eredi
sta negoziazione le godano
Quelli che si fuggirono delle Indie per fuggir fatiche, dicendo male di loro e di me,
tornarono con commissioni
e così adesso
si ordinava di Beragna
malo esempio e
senza utile di questa impresa
per rispet;
,
;
:
,
.
4
E
34
mondo
t© della giustìzia del
con altri
mandare
casi assai
mi
,
,
questa paura
fece e constrinse do-
grazia a Vostre Maestà
di
che
,
anzi che io venissi a discoprire queste isole
me
e terre ferme,
le
me
volessino a
las-
suo nome reale
Piacqueli , e mi fu concesso con privilegio e ase con sigillo e giuramento: e mi insento
titolarono di Vice Re Almirante e Goversare governare in
.
,
natore generale del tutto e mi assegnarono il termino sopra la isola delli Astori cen,
to leghe
r
Capo Verde
e quelle del
,
che
polo a polo per linea
e di quepassano
sto e di tutto quello che ogni dì sì discoprisse: e mi diedeno ancora potere ampio,
di
come
la
:
scrittura parla
.
Altro negozio famosissimo
ci
aperti
chiamando
adesso. Sette anni
stre
sa
Maestà
si
,
che
a
:
sta
stetti
li
brac-
io
in corte di
Vo-
quanti di questa impre-
parlava, tutti ad una voce diceano che
eran ciance e pataraggie (16):
fino
con
Forestiero è stato fan
li
sartori e calzolari
al
presente
domandano
di gra-
Vostre Maestà per discoprire terre
E da credere che vanno assaltando e se Vostre Maestà gli concedeno che , con molto
pregiudicio della impresa e del mio onore,
recuperino cosa alcuna bona cosa è dare a
zia a
.
:
;
Dio
il
suo, e a Cesare quello
gli
apparile-
35
fte
:
e
questa è giusta sentenza
Le
,
e di giusto
che obbediscono e oqgnoMaestà
per suoi superiori di
scono Vostre
queste isole sono più
che tutte le altre de'
Cristiani, ricchissime, da poi che io per Divina volontà più presto, che per sapere , le
Principe.
terre
,
ho poste
sotto la sua reale
e
alla
signoria;
e poste dico in termino
per avere Vostre
Maestà di esse grandissime intrate. Alla irnprovisa aspettando io la nave per me do-
mandata
Vostre Maestà per venire al suo
con vittorie e grande nove
di oro e di diverse ricchezze
molto allegro e sicuro tenendomi essere ; fui preso e
messo in un naviglio con due fratelli, caricato di ferri, nudo in corpo, con mollo
male trattamento, senza essere chiamato, né
ancora vinto per giustizia
Chi vorrà credere che un povero forestiero si avesse voluto alzarsi in tal luogo contro Vostre Maesenza causa e senza braccio alcuno di
stà
altro Principe? Massimamente essendo io solo in mezzo tutti questi, che con mi erano, suoi vassalli e naturali di regni di Vostre Maestà: e ancora avuto rispetto che io
a
allo conspetto
,
,
.
,
,
teneva
te.
tutti
li
figlioli
miei in sua real cor-
Io venni a servire Vostre Maestà di tem-
po di anni 28,
non sia canuto,
non ho capello che
corpo debile e infermo
e adesso
il
36
Quanto io aveva portata
da costoro mi fu tolto ogni cosa
miei fratelli
fino il saio ; senza esriè
visto, con grande mio dissere né udito
e tutto dannato
con me
a me e
onore
.
,
,
E
.
da credere che questo non
come
è,
dico,
la
si
fa-
mandamento:
e se cosi
restituzione del
mio ono-
cesse per suo reale
re e de' miei danni, e castigamento a chi lo
ha
fatto
tatto
il
,
faranno Vostre Maestà sonare per
mondo
:
e altrettanto di coloro che
mi hanno rubato le ricchezze e mi hanno
fatto danno nel mio Àlmirantado. Grandis,
fama e virtù con esempio sarà a VoMaestà se questo fanno, e resterà in
Spagna e in ogni altro luogo gloriosa mecome aggradevoli e giusti
moria di loro
Principi. La intenzione bona e sana, quale sempre ebbi al servire di Vostre Maestà,,
sima,
stre
,
,
,
disonore e remerito tanto diseguale non
dà luogo all'anima che taccia, benché io voglia: della qual cosa domando a Vostre Maee
il
stà
,
perdono
.
Io sono restato
così,
perso e disfatto. Io
che Vostre MaePianga
abbiano misericordia (17)
adesso il cielo, e pianga per me la terra
che non ho sola una quatnel temporale
ho
pianto fin qui per
stà
gli
altri,
.
,
trina
,
restato
lo sono
forma cha
per far offerta in spirituale
qua
nelle Indie isole della
.
37
ho
sópra ditta, isolalo, in gran pena e inaspettando ogni dì la morte, e cir-
fermo
,
condato da innumerabili selvaggi pieni di
e così lungi da
crudeltà e nemici nostri
che
Sacramenti della Santa Madre Chiesa
;
,
se del
smenticherà questa anima
Pianga per me chi ha
corpo esce fuora
Io non venni a
carità verità o giustizia
questo viaggio a navigare per guadagnare
questo è certo , perchè la
onore né roba
ma vi vensperanza era del tutto già persa
credo
si
,
.
.
:
;
ni per servire a
Vostre Maestà con sana in-
tenzione e bon zelo di carità: e non menSupplico a Vostre Maestà che se Dio
to
,
.
che mi vobene che
per
abbiano
e
vuole che possa di qua salirmi
gliano concedere
io vada a
Roma
,
e altre peregrinazioni.
e vite e alto stato
la
Data
Cui
Santa Trinità consernelle Indie nella isola
vi
e accresca
di
Ianaica a 7 di Iulio del
.
,
i5o3.
39
ANNOTAZIONI
Pag. 5 Calese (i) Partì Colombo da Cadice per questo suo quarto de viaggi fatSpagna addì IX
ti d ordine dei Re di
secondo che^
Maggio dell' anno
Vita di
nella
scrivono il figlio Fernando
dei
nell'Istoria
lui Cap. 88, e l' Herrera
9
MDII
,
Viaggi' e delle Conquiste degli SpagnuoDeca I. Lio. 5
li neir Indie Occidentali
Cap. 2
.
Calese è già da intendersi Cadice ,
nominato Caliz da Fernando suddetto nel
Per
Capo 88
,
e Calis
da Americo Vespucci
nelle Lettere de' suoi Viaggi (p. 6, 32, 35,
Oviedo nelV
40, 71 , ed. Fior. 1745 ) , dall'
Istoria dell'Indie Cap. I, e da altri. Ne'
bassi tempi volgarmente Cades dire si soleva ; siccome ne vecchi Portolani trovasi
e ancora in due mie Carte Nau,
da Veneziani; V una che porlavorate
tiche
nel secolo seguente posi368,
anno
ta V
scritto
seduta dalli Certosini di Fiorenza per testamento di Niccolò Corbizzi; V altra con
me
le parole Iachobus de Ziroldis de Venetiis
riferianno Dui M. CCCC. XXVI
Letnella
Carli
inaldo
Gianr
ta dal Conte
fecit
,
-
4o
ali'Ab. Testa
intorno alla scoperta
altrimenti Cadice si nomina in un Trattato generale di Navigazione composto l'anno 1444 da Pietro di
fera
dell' America
*
Né
,
Versi Veneziano , che io parimente in un
codice di quel tempo posseggo
t)i quesf opera sconosciuta giovi ora sapere eh' è intitolata : Alcune Raxion de Mariti eri de mi Piero di Versi
e che essendone stato V autore uomo di marina, sic.
,
come bene apparisce,
è dettata nel linguag-
gio della gente di quel mestiere
.
Vi sono
al principio la Bagione dell' Epatta , la
Tregge del levare del tramontare e dell' e
il modo di sapere le ore
ià della Luna
del giorno in mare e quello di trovare la
,
,
de Cristiani come degli Ebrei,
con più altre osservazioni astronomiche alla navigazione appartenenti Sono poifiscioè qué giorni ne'
sati li Punti di Stella
quali, col levarsi alcune stelle che vengono chiamate co nomi diversi dagli odierbonaccie sogliono accadeni burrasche
re: e a maggior intelligenza segue un Cache comincia da Marzo
lendario annuo
e finisce in Febbraio colli punti medesimi
contrassegnati Viene appresso il Portola-
Pasqua
,
si
.
,
,
9
,
,
.
no
,
che
Mari
le
posizioni e distanze dei porti de*
tutti allora soliti
ad
essere navigati f
è
4*
nta per miglia ora per leghe, dinota; il
quale dal nostro porto comincia coli' usarvisì precisione maggiore, che quanto ad
neli' insegnarne V uscita e f entrata,
altri
conforme alla veduta di varie altezze Vi
è poi notato il tempo del flusso e riflusso
del mare né"porti di Spagna, di Fiandra,
d Inghilterra e d! Irlanda : e quanto alla
Fiandra con minuti contrassegni messi an~
e or a si veggono li fondi e li scandagli dell'
acqua né canali, onde poter evitare le secche, e incontrare il fondo maggiore per tut,
,
.
1
ti
qué porti :
inoltre si registrano le spese
e le gabelle , che nel farsi scala dalle
Ga-
paSuccedono gli Ordini sulla discipliy
na delle Galere Veneziane stabiliti nell
anno 1428 da Andrea Mocenico Capitano Generale; né quali sovente spese giornaliere di mantenimento provigioni, salarli
ed usanze, come provenute ab anti9
quo, osservate vi s incontrano : poi regole
misure e conteggi si mettono per formare
Alla fine v' è
ogni sorte di vele Latine
La Raxion chiamada del Martoloio per navegar a mente
Questo Ammaestramento
ancora in altri codici a penna, contenenti V opera medesima
o tutta o in parte,
senza però il nome di Pietro Versi , s'
lere P^eneziane a quella parte occorreva
gare
.
,
,
,
.
.
,
42
già veduto
e in
;
uno specialmente che dal
Doge Marco Fo searini
s'
aveva, e dal Car-
nella citata Dissertazione è allegato ; dal
quale medesimo il Toaldo tutto ciò prese
che su questo proposito contenevasi , e lo
diede fuori ne' Saggi di Studii Veneti ,
operetta stampata in Venezia nelV anno
li
1
782
:
ma
bene con più estesa dettatura
il
codice mio presenta e meglio fa conoscere
quel modo usitato di navigare a mente ; ve-
dendovisi ancora con la formola di esso
molti problemi di cose nautiche francamenNella Carta Nautica d? Andrea
te sciolti
,
esistente in questa Re,
gia Biblioteca di Venezia , la Regola del
Martologio t> è pure rappresentata ; succin-
Bianco del 1436
?
tamente però , e come il Formaleoni V ha
prodotta nel Saggio sulla Nautica antica
dei Veneziani neW anno 1783 stampato;
dove il parere mio si vede , che Martologio sia voce Greca , provenuta da O'^upra&óyiov, Homartologiuni, cioè Trattato o Discorso d'Accompagnamento. Ma sulla Nautica, salii Viaggi, sul Commercio dei Veneziani , anche dopo essersene tanto scritto , non poco ancora resta da sapersi , o
da essere più acconciamente trattato
Pag. 5. Ianaica (2)
affatto da creder',
.
E
si
che non Iamaìca
,
x
ma
fanaica nelll ori*
.
43
ghiaie Spaglinolo si trovi; abbenchè strana
sembri questa denominazione Di fatto che
Colombo zonse a una isola chiamata da pae.
ma, come
sani lamaica,
Jui dice,
cos-
dalli
Ianna mazor, legge si nel Camografi
po quindicesimo del Libretto di tutta la naditta
Re
Spagna delle isole e terstampato in Vereni nuovamente trovali
nezia per Alberto Vercellese da Lisona nel
vigazione dei
di
,
i5o4
4
in
Questo rarissimo libricciuolo è scritto in
linguaggio quasi del tutto Veneziano essendone la dettatura di Angelo Trivigiano
Segretario di Domenico Pisani nel i5oi
ambasciatore Veneziano in Ispagna , e fu
tratto dalla prima delle Deche Latine di
Pietro Martire d' Anghiera De rebus Oceanicis
della quale non ancora rifatta e
accresciuta dall' autore
come ora con le
,
:
,
altre si trova
,
alcuni Bibliografi presso
il
Mazzucchelli (Scrittori d' Italia T. 1. P. IL
P* 776 ) ne citano uri edizione di Siviglia
de II' anno i5oo, da me non mai veduta,
e per quello che qui appresso è da leggersi forse ne pure da altri. Ciò mi riuscì
di conoscere coli esame di un testo a pen~
na di Lettere dal Trivigiano a Domenico
Malipiero nostro gentiluomo scritte, dal
Doge Foscarini riferito ( Lettera*. Venez,
,
9
44
p.
427 )
il
;
quale
fu da me
già veduto nel-
la preziosissima biblioteca del defunto Sl-
bate Canonici, e recentemente indicato ai
chiarissimo Sig. Giuseppe Vernazza di Frency 9 cui tornò a proposito di accennarlo
a carte 355 del libro della Patria di Colombo , nel 1 808 in Pisa impresso
Da
Granata addì 21 agosto dell' anno i5or
.
così il Trivigiano al Malipiero
Io ho tenuto tanto mezzo
pratica e gran amicizia con
quale
presente
al
sì
scriveva
:
che ho presa
.
il
Colombo;
i!
attrova qui in gran dcs»
Re, e con poPer suo mezzo ho mandato a
far far a Palos
che è un luogo dove non
abita
salvo che marinari e uomini pratiche
di quel viaggio del Colombo, una Carta ad
instanza della Magnificenza Vostra
la qua!
mal
dita,
chi denari
in grazia di questi
.
,
,
;
sarà benissimo fatta
,
e copiosa
e particolar
9
quanto paese è scoperto Qui non ce n
né è uomo
salvo una di detto Colombo
è
che ne sappia far. Bisognerà tardar qualche
giorno ad aver questa, perchè Palos, dove
la se fa
è lontano da qua 700 miglia
e
poi come la sarà fatta, non so come la potrò mandar, perchè l'ho fatta far del compasso grande perchè la sia più bella
Dubito che '1 bisognerà che la Magn. V. aspetti la nostra venula, che di ragione non dodi
.
,
,
:
,
,
.
yeria tardar molto; che'l sarà presto
no che siamo
i'uora
Circa
.
il
uno
ari*
Trattato del
Viaggio di detto Colombo, uno valentuomo
composto, et è una diceria molto longa L' ho copiata e ho la copia appresso
di me
ma è sì grande che non ho modo di mandarla
se non a poco a poco
Mando al presente alla Magri. V. il primo
libro, quale ho traslatato in volgare per maggior sua comodità. Il compositor di questa
l'ha
.
,
,
;
.
,
è lo ambassator di
ohe va
nimo
mostro,
sì
la
Soldano
al
di
;
presentarla
con a-
quale vien
al
Serenissimo Prencipe
la farà
lì
stampar; e co-
averà copia perfetta
questo passo poteva
,'
il
qual penso
il
Magn. V. ne
Re
questi Serenissimi
.
Da
Foscarini accorgersi che il compositore indicato era Pietra
1
Martire a Ringhiera; mentre egli medesimo di quella sua venuta a Venezia nel primo de libri, che scrisse intorno alla sua Legazione Babilonica , distinta ricordanza ne
ha fatta Fu poi il testo del surn mentovato Libretto
senza le Lettere del Trivigiano , che lo accompagnavano e rimasero sempre inedite , riprodotto come Libro
Quarto nella prima Collezione di Viaggi
stampata in Vicenza nel 1607 per opera
di un Fracanzio che ivi professava Lettej''~j ed era nativo da Monte Ali oda o
, ter*.
il
'
.
,
,
,
7
46
Marea Anconitana ; non dì un
Montalboddo Fracanzano Vicentino siccome scrittori anche di grande merito indotti furono a nominare quel raccoglitore
ra nella
,
dalla guasta lezione, che
il libro
nella let-
con altre molte d' importanza, presenta: le quali bene spesso ven*
nero adottate da Fra Arcangelo da Madrignano nella sua traduzione Latina del
testo Vicentino prima impressa in Milano
nel 1 5o8 poi in Basilea e in Parigi nel
i532 e di nuovo in Basilea nel i53y,
tera dedicatoria
,
,
,
,
fra
lo
le
opere di diversi
raccolte col tito-
,
Novus Orbis da Simone
stampata
Grineo
,
ri-
.
Pag. 6 quietare (3) Quietare dallo Spa-
gnuolo Quitar, come nel Francese Quitter
per Tralasciare è qui usato: senza tralascia,
re Iob.
Pag. 7 saranno (4) Quesf avvertenza al
lettore forse fu posteriormente inserita netla Lettera di
Colombo
Spa-
dall' editore
gnuolo neir anno 1 5o3
Pag. 8 figlio (5) Fernando scrittore dell*
Istoria di suo padre , che di essersi seco
lui trovato in questo viaggio, insieme con
.
Bartolommeo fratello di Cristoforo nel
Capo 88 racconta : di lui nel Libico della
Patria di Colombo a carte 106, 287, ec«
,
47
luone notizie
si
trovano
;
né di Bartolo m°>
ce lo facciano
meo mancano memorie, che
bene conoscere
Pag. 9. scotto (6) Querelandosi il Colombo presso li Re di Spagna nell anno
i5o3, che dopo venti anni di servizio loro prestato, in povero stato trovavasi, fa
credere che circa il 1483 incominciato lo
avesse; in altro luogo poi di questa medesima Lettera scrive: Io venni a servire Vostre Maestà di tempo di anni 28: e se queste due epoche ad un anno medesimo fossero da riferirsi, converrebbe credere eh*
egli nascesse intorno al 14.55: quando però si sapesse trattarvisi di servizio non mai
stato interrotto
Ma se a quest'anno il na~
.
f
.
scimento di Colombo si mette , due altre
sue Lettere riferite dal figliuolo Fernando
Vita p. 8. 9
quali il Robertson
nella
507
t.
(
oppongono ; dalle
Ist. dell' Amer. T. I.
si
ed
altri , che nel 1447
hanno dedotto : inoltre nel li*
òro della Patria di Colombo p. 86. 200.
documenti come certi s' allegano eh' egli nel
1437 sia nato Troppo a questo luogo sarebbe da dirsi
se fuori di dubbio porre
si volessero V epoche della vita di Colombo; essendovi intorno ad esse disparere anp.
ed. di Pisa )
egli nascesse
.
,
che
fa
li
più accreditati scrittori,
i
quali
48
s" accordano nel fissare la sua morte
5o6
Osservo soltanto che in questa
medesima Lettera , e ne ir altra ancora del
1 5o3
accennata nella Prefazione , egli
solo
al
1
.
,
scrive eh' era già vecchio; e nell'anno pre-
cedente pure la sua età avanzata alla Corte di Spagna rappresentava , siccome VHerrera sulla fede di documenti veduti lasciò
scritto ( Dee. I. LJb. V. Cap. I. ) di maniera che sembra ragionevole il sospettare che
errore di stampa sia avvenuto nelle cifre
numeriche messe a dinotare gli anni 28
;
dell' età
in cui
,
Colombo a
servire il
Re
di Spagna incominciato aveva ; mentre sult
epoca delli venti anni di servizio alla Corte prestato anche l'Herrera s? accorda , col
riportare V espressioni medesime che nella
Lettera sono
Pag. 12 si toccherà con mano (7) Del
sapere di Colombo in fatto di cosmografia 9 di nautica , e di altre discipline a
quelle appartenenti il figlio Fernando nel
.
Capo terzo della Vita scrive così: Nella
sua pieciola età imparò lettere , e studiò in
Pavia tanto
i
Cosmografi
fezionato
:
che
,
,
alla
gli
bastava per intendere
cui lezione fu molto af-
per lo qual rispetto ancora
si
die-
de all'Astrologia e alla Geometria, perciocr
<phè
queste scienzie sono in
tal
maniera con-*
49
cafonate
allra
clic
,
una non può slare senza P
1'
Tolomeo
e ancora perchè
:
nel prin-
cipio della sua Cosmografia dice che niuno
può
esser
buon Cosmografo
se ancora
,
non
Disegno,
sarà pittore, partecipò ancora del
terre e formar i corpi cospiano e in tondo
JLnzi lo
stesso Colombo, se prestiamo fede ad una
Lettera come di lui riportata da Fernan-
per piantar
mografici
le
in
.
do nel Capo quarto, Vanno 1 5oi alli Re
di Spagna scriveva: Di età molto tenera
io entrai in mare navigando
e vi ho con,
tinuato fin oggi
e
:
l'
inclina a
arte
istessa
segue a desiderar di sapere i secreti
di questo mondo
e oggimai passano quaranta anni
che io uso per tutte quelle parli che fin oggi si navigano: e i miei trafchi
la
:
,
e Greci,
tini,
ti
di
altri
siderio trovai
zio
il
sette
E
.
stati
come
Indiani, e
altre
con gente
LaMori, e con mol-
sono
e conversazione
fichi
savia, così ecclesiastici,
secolari, e
mio de-
a questo
nostro Signore mollo propi-
e perciò ebbi da lui spirito d' intelli-
;
genza
Della Navigatoria mi fece molto in-
.
tendente, d'Astrologia mi diede quel che bastava
ca
lli
.
,
e così di
Geometria
,
e di Aritmeti-
L'animo mi donò ingegnoso,
atte
le città
a disegnar questa Sfera
,
i
monti
,
e
i
fiumi
,
,
le
e
e le
ma-
in
essa
isole
,
e
i
porti tutti nel loro convenevole silo.
sto
tempo
vedere
io
tutti
i
ho veduto
di
libri
ria, e di Filosofìa
do che
mano
di
mo
il
alle
me,
ìndie: e
mandar
di
,
e d'altre scienzie;
di
mo-
nostro Signore aprì l'intelletto con
palpabile a
qua
In que-
messo studio in
Cosmografia d' Istoe
Scrittori che
ad
ciò
il
mi
acciò ch'io navighi
fece volonterosissi-
esecuzione
Colombo
.
Degli
ne' suoi studii u-
sava in questa Lettera egli ne dà indizio:
de' quali però non sempre bene espressi lì
sentimenti si veggono o per mancanza sua,,
,
o dell' interprete
o pur anche dello stam-
,
patore
Deve per altro esservi anche una
sua Dichiarazione della Carta Nautica ,
scritta in Spagnuolo
e insieme con un libro di certo Dottore Graiales sullo stesso
argomento stata messa a stampa Non la
vidi io giammai, né m' accorgo che altri
ne faccia menzione , fuorichè Antonio di
Leon neW Epitome della Biblioteca Orientale e Occidentale Nautica e Geografica ,
stampata in Madrid nel 1629 in 4, nella
quale a carie 144 egli così, la registra : D.
.
,
.
CRISTQVÀL COI GIS.
Declaracion de
la
Tab^a navigatoria. Hallase este breve tratado impresso con su Carta, que queda puesta.
DOCT.
Del uso de la
imp. con el refendo traCarta de uavegar
GRAJALES.
,
tado de Coioti
:
ri al principio
esse operette
e nel
Catalogo degli auto-
d'ella
Biblioteca
come
ambedue
impresse en Castellano
mettono
Gioverebbe quella del Colombo o qualche alleo simile scritto di lui a
fare meglio conoscere quanto egli del suo
mestiere per teoria ne sapesse giacché sii
questo punto ne' libri degli scrittori parziali, o per lui, o per Americo Vespucci
grandi esagerazioni si trovano.
Pag. 19 onorevole (8) Trattando il Dottore Guglielmo Vincent
nella Parte Seconda dell' opera sua recentemente pubblicata in Inglese sul Periplo del Mare Mediterraneo
dei motivi die potevano determinare il Colombo a tentare un passaggio dal~
la Spagna alle Indie
osserva che ancora
dalle Tavole geografiche ad esso anteriori
poteva ragionevolmente esservi indotto ; e
di una esistente in Venezia
secondo il
Giornale Bibliografico di Milano
Gennaro 1809 p. 55 scrive così: Vi ha ancora una circostanza più singolare relativa
all' idea del passaggio dalla Spagna all' Insi
.
,
;
,
,
,
,
,
,
,
dia
;
poiché io possedo
,
per favore di Lord
Macartney , una copia della Mappa che si
trova nel Palazzo del Doge a Venezia, delineata per P illustrazione dei Viaggi di Marco Polo o per lo meno certamente prima
,
Sz
della scoperta
pa non
dell'America
.
ha, che mare, fra
vi
In questa
la
Map-
Costa Orlen-»
China e la Costa Occidentale deU
e sebbene non vi sia segnata la
la Spagna
longitudine, noi possiamo valutarla, confron*
tando questo spazio con altri della stessa carOra questo spazio mita, che ci sono noti
surato col compasso è eguale alla distanza da
Ceylan a Malacca; cioè io gradi invece di
della
tale
:
.
i5o, ossia meno di 700 miglia in li^ogo di
10,000 e più. Io non posso assicurare che
questa Carta sia realmente di Marco Polo
ha delle aggiunte che non appartengono a
:
quell'età, e contiene delle cose che
non po-
tevano essere allora conosciute ; ma fu evidentemente composta ed adattata per li viag-
Noi abbiamo pertanto in
una guida per formar la nostra opinione sui geografi di quel tempo, e sulle idee
che si erano formate delle parti sconosciute,
e abbiamo egualmente l'origine
elei Globo
induzioni
che determinarono Codi quelle
tentare
un passaggio per l' Occilombo a
gi
dell'America.
essa
,
dente
alle
Indie
.
Ma
per conoscere di quanta autorità sia
la quale nella Sala Tavola qui allegata
,
Palazzo pubblico
già detta della
,
con altre tuttora si vede , è da sa-?
persi che usanza vecchia della Repubblica
la del
Scudo
,
*,
è,
ss
ii in ora
di a!tri Prèncipi , fu queliti
di teucre esposte Tavole geografiche nel palazzo pubblico, per quel buon uso cti
tàrtiè
evidente potersene trarre
.
Fino dal secolo
quattordicesimo se ne trovavano , se crediamo a Paolo Morosità, che dietro a voce divulgatasene , neW Istoria Veneziana
lo scrisse
2o3 ) Certamente però in( p.
nanzi alla metà del Secolo quindicesimo un
trovandosi DePlanisferio dipinto vi era
creto del Senato
da me veduto col qua.
,
,
,
neir anno 1459 si ordinò : Quod in muro novo construendo ponantur et pingantur
hìstoriae depictae In veteri muro, prò ipsius
le
historiae
memoria
antiquitatis coriservanda
;
quae, antequam ipse murus, iri quo pictae
sunt, diruatur , excipi et accopiarì debeant
ut in
muro novo
ipsaernet instaurali et de-
Et
simiiiter refìciatur Descri-
pingi pòssint.
ptio Orbis sive
Mappanmndus,
qui in
me-
dio ipsarum piclurarum extare consueverat.
E
di fatto un Mappamondo rimesso vi era nel 1479, opera di Antonio Leonardi
Prete Veneziano
che donato V aveva al9
la Repubblica insieme con una Tavola dell
Italia
72*?/ Palazzo parimente esposta ; e
perciò con annuo beneficio n' era egli staio rimunerato ( Agostini Scrittori Veneziani T. I. p. 195): ma l'uno e P altra pea^
,
,
,
s4
tono per incendio nelV anno 1488 seguito
giusta la ricordanza lasciata
da anonimo
contemporaneo in una Cronaca
Veneziana inedita, nella quale scrivesi che
addì 14 Settembre di queir anno abbruciò
la Sala delle due Nape, dipinta come il Doe il Mappamonge Moro andò in Ancona
do e la Italia che lece Pre Antonio de Leomrdis. De' quali monumenti al certo graattesoché il Leonardi era
ve fu la perdita
que'
lavori
assai riputato : il Conper
uomo
nell'anno
sìglio de T>ieci
1485 confermandichiarò che
dogli Ja sua rimunerazione
pinxit Italiani, cum tanta doctrìna et rerum
scrittore
,
,
,
,
sdentia
et
,
diligenza ac labore cenfectam
,
demurn per ipsum Dominio nostro dou-tam, ut alia in toto mundo iudicata fue-
et
rit
nec pulchrior
stesso
,
nec speciosior
;
e collo
Decreto fece ancora partecipe della
pubblica beneficenza Sebastiano Leonardi
di lui allievo, quem habuil coadiutorem in
nec minus de praesenti habet in selabore
,
cunda pictura Italiae longe augustiore et speopera anch' essa perita per fuoco
ciosiore
nel 1674, se era quella Tav ola d'Italia co;
che diversi Prinne domandavano l'esemplare, la quale nella Sala detta Anticollegio , per testimonianza del Sanson'no , si vedeva ( Ve-
si
perfetta nelle sue misure,
cipi
55
beala p. 122, ed.
in patria
,
ma
i58o): e non solamente
fuori
ip perizia grande
altresì
nome
,
per singola-
Leonardi
il
s
ti-
ra acquistato; sapendosi che il Cardinale
Francesco Piccolo mini ^Arcivescovo di Siena poi Papa Pio III, nel 1490 aveva
,
come premonumento, Cosmoeraohiain Ftoleniaei, quam Mapparn Mundi appellare, !intea tela depictam a clarissìmo Cosmographo
lasciato alla Sagrestia di Siena,
zioso
Antonio Leonardi Presbytero Veneto, cuna
jnsigniis Pii (II) in forma rotunda (Pecri Storia del Vescovado di Siena p. 344):
e vedendosi il Leonardi per suoi lavori geografici da Giorgio Menila
dal Sabellice
da Filippo Callimaco Esperiente e da altri letterati a lui contemporanei assai commendato
Ma per bellissima opportunità avutosi nel
secolo sedicesimo /' insigne nostro Geografo Giovambattista E amasio deliberò la Si,
,
,
.
,
gnoria
die colla soprantendenza di lui
nella Sala dello Scudo quattro grandi Ta,
vole geografiche fossero poste ; le quali essere state le medesime , che sino al tempo
nostro pervennero
con tradizione costan; benché il Sanso vino
nel i58o non scrivesse sennon che una parte
fu sempre
ie del
mondo
,
tenuto
nella sala del
Doge
si
vedo-
56
va (p. 123), e lo Stringa nel 1604 soltanto aggiungesse ( p. 218): Nella sala del*
lo Scudo veggonsì quattro quadroni , che
occupano
fino
tutto
soffitto
al
vano
il
,
diligenza veggonsì
mondo
.
Uopo due
quasi
,
annerite
,
tutte
in
lacere
,
su
con gran
parti dei
le
secoli però quelle
vole, siccome dipinte
la
delle spalliere
ne' quali dipinte
a tempera sopra
Tate»
e finalmente ridotte
ad essere quasi d' uso nessuno ; /' insigne
Doge Marco Foscarini la degna cura si
che la Sala venisse adornata con
prese
Tavole geografiche dipinte a oglio le quali insieme d? illustrazione a Ili famosi Viaggi de Veneziani servissero Di questa fattura compita neir anno 1762 , Francesco
uomo più franco a intraprenGriselini
derla, che valente a bene condurla, ottenne di essere soprantenditore : ma quasi tutto colla scorta e adattazione di Carte ma*
derne alle narrazioni dalli Viaggiatori lasciate, e con lumi presi da altri scrittoNon lasciò tuttavia di vanri , egli fece
tarsi che distinto merito in queir operazio'ne si avesse acquistato ( Genio di Fra Pao,
,
.
,
,
.
lo
T.
I.
p.
6, ed. Ven. 1789 )
;
e nella
Mi-
nerva d'Italia (Decembrc 1762) vantaggiosamente, benché frammessevi false notizie ancora , della medesima venne scritta?
anzi con un opuscolo stampato in Venesotto il titolo di
zia neW ti n no seguente
Succinta Descrizione uVlle bellissime Tele
,
Geografiche ora rinovate ed accresciute nelSala del Palazzo Ducale di San Marco
della dello Scucio, si volle far credere che
delle quattro vecchie Tavole , tre si pretendevano derivate sino dal secolo quattorcon rifacimenti però e alteraziodicesimo
ni ; la quarta era stata aggiunta dal Ramusio nel i55o; e di tutte poi, mediante i opera del Griselini , la rinovazione era
stala eseguila con tulta la necessaria diligenza ed accuratezza in modo tale, che copiate fedelissimamente le auliche quali erano negli originali
le presenti si possano dire quelle medesime , benché rifalle
Niente però
di meno , che una soltanto possa credersene ricopiata, lo persuade l Inscrizione seguente , che tuttora sopra essa dipinta si
legge: Tabulam hanc, quae sola ex Ramutheatrum \enetae negosianis falò evasit
tiationis per Mare Mediterraneum exhibentem , Joannes Baplisla Ramusius descripsit,
vir mulliplici eruditione
et prima Itinerum
colleclione solerler curata insignis. Fr. Griselini ex S.C. restituii. In vece de/li quattro gran quadroni , Tavole in maggior numero vi furono poste , affinchè dei- Viagla
,
,
.
,
,
58
gi
tutti -principali
de nostri
bella
mostra sì
facesse, e perciò le regioni e prò micie con
distribuzione diversa dalla prima furono
rappresentate
In quella che
.
li viaggi di,
Marco Polo e di Maffeo suo fratello contiene, li nomi dei paesi e dei luoghi è ben
facile che dal libro del Polo vi siano staii trascritti : di più terre da loro conosciute
non
si
vede fatta indicazione veruna
:
cose vi furono aggiunte, le quali non potevano essere allora note, siccome il Dottore Vincent se riè avvedutamente accorto
ad
:
neziani
illustrazione di
fatto al
Viaggi d'altri Veancora di quello
e segnatamente
,
Mogol da
colo diciassettesimo
Niccolò
,
Manuzzi
nel
se-
altre regioni distinta-
mente vi furono rappresentate: ogni plaga
poi, con evidente sconcio, a rovescio di quel"
che comunemente vedere si suole , vi fu posta
.
Non
è
dunque
la
Tavola Veneziana
di autorità bastante a fare che si creda ciò
che al Dottore Vincent è sembrato potersi
da essa desumere: ne è da maravigliarsi y
come faceva neW anno 1 772 lo Svezzese
JBioernstaehll, che nessun viaggiatore s ab
l>ia data la briga di esaminare queste per la
1
la Navigazione, e per il Commercio cotanto notabili Carte (Lettere T.IIL
Storia, per
p.
184
ediz.
di
Poscliiavo
1785).
->
sei\
II. (9) Cosmograpbia
rerum ubique gcslarum locorumque
Pag. 20 Pio
Hisloria
Dcscriptio Cap.
,
X.
Pag. 26 amarro
gnuolo
,
Amarrer
in
(io) Amarrar in SpaFrancese termine ma*
,
rincresco, che significa Legare.
Pag. 27 monteria (n) Monteria, voce
Spagnuola, che dinota Caccia di bestie selvaggie
.
Pag. 27 conferma (12) Curiosamente fh\
torno ad Antropofaghi scrive Francesco Caidicra Padovano in una Narrazione dell' acauisto di Malacca, neW anno i5t3. fatto
da Alfonso di Albuquerque per il Re di
Portogallo
,
e di altri fatti successivamen-.
Vidi etiam
Ulixbonae magnam multitudinem maximorum dentium elepbantium, qui ex India
ligna autem ad
et Aetbiopia illuc vehuntur
tingendum apta vocantur lingua nostra Ver-,
te nell'Indie Orientali avvenuti:
ibi
:
portantur Ulixbonam, sicut reliqua ligna ex nemoribus nostris ad urbes. Ubi tasunt homines barbarissilia oriuntur ligna
mi non penitus nigri ma berettini, sicuti
nostro dicimus sermone se ad invicem co-*
zin
:
,
,
,
,
rnedenles
,
cum
se in praeliis capiunt.
De-
enim captivos certis diebus in carccet inde
ribus bene pastos per tale tempus
tinent
,
pos extrabunt, ac
magna
solemnitate
,
intcr
tripudia et barbaricus cantilenas, interfitiunt
palo ligneo circa caput
:
et
interemptos tor-
ex ossibusque tibiarum farent et comedunt
nos eas vocamus Sigolotti :
citint fistulas
:
:
con tali Sigolotti io ho sortetelo
béveva lo scrittore per qualche anno fatta dimora in Lisbona , e di là venuto a Roma nel i5i4, ivi distesa quella Narrazione, per varie notizie pregevole, presentata r aveva a Giovanni Toscano Vescovo di
si quiia con lettera a cui si sottoscrive Franciscus Chaldiera de Padua, eccitandolo anche a farla stampare se gli fosse piaciu77 libri 'e duolo , che io tengo fra miei,
ta
è di sei carte soltanto , ma senza indizio
veruno delV impressione; la quale pero io
et
.
,
.
credo fatta
in
Roma
nelY anno suddetto
i5i4,' e sulfrontispizio insieme con l'arme
del
Regno di Portogallo ha
Rerum
questo titolo:
regionum Indicarum per Serenissiniuni Emanuelem Porlugalliae Piegem partaru ni Narrati o brevissima. Nessun bibliografo
,
et
che
io
sappia
,
d' esso libricciuolo
fa
menzione f ne quello stesso può riputarsi ,
per cui lo Scardeone se pure non ha egli
grandemente equivocato fra li Padovani
scrittori in lingua volgare ha dato luogo
,
,
al Caldiera con queste parole (
qui!,
urbis Patav. p.
z5j
)
:
De Anti-
Egregiam
sui
6i
quoque mcmoriam
dereliquit Franciscus Caf-
Pa-
derius, scriba olim Cathedralis Ecclesiae
iavinae
cum
qui
;
peregrinandi cupidissimus
et
quam
t
patria relieta,
,
tunc ternporis Maximiliaui bellum in-
Éestabat
plenus spei bonae
,
profeclus est
,
ubi
,
quirens
in
,
Hispaniam
ut erat curiosus
,
de
quae paulo ante a Golumbo
,
si-
studiose multa per-
novarum Insularum
tu
ingenii
esset admirabilis
,
Pi-
Cortesio repertae fuerant , et de
rnoribus sirniliter incolarum libellum admo-
sano
,
et
duin gratum confecit ediditque,
impressum transmisit
ruit
ut mihi videtur
,
;
,
quo
et in Italiani
facto certe
ptores nostros merito computari
iilis
eum
regionibus non
me-
hic inter ceteros scri-
admodum
patria vidit amplius
,
.
senex
circa
Obiit in
,
neque
annum Do-
mini miliesimum quingentesimum vigesimum
quintum
.
Pag. 29 per convertirte in oro (i3) Dei
molti Veneziani, che a motivo di commer*
ciò ancora alle più rimote regioni viaggia-
Bartolommeo EnneW anno 1462 in un Orazione detal Doge Cristoforo Moro rallegrando*
per nome dei Pii Signori di Carpi del-
re solevano, così parlava
1
righino
ta
si
,
la di lui esaltazione al
unquam tam
longinquas
Dogado: Adibis ne
et a
nostro orbe ve-
motas regione* sub utroquepolo, quin, quq
,
62
te contuleris
Venetos
,
Pete cadentem
rias ?
negotiantes repe-
ibi
pete orientem solem
,
Indura mare, verge ad Austrum
Arcton
;
omnes
insulas
tende ad
,
omnes angulos
omnia maritima loca Vene-
reperies prof'ecto
,
,
piena, qui ex hac celeberrima urbe, quaex uberrimo l'onte scaiununt
Leggesi
ijuest Orazione con più altre in queir octìs
si
,
.
9
easione medesima al
Doge Moro
recitate
ambasciatori di Città suddite e di Principi forestieri, e con Lettere di molti Soirani, e cospicui soggetti a lui scritte; insieme poi state tutte raccolte da Leonarda-
Sanudo
do
agente suo
,
e in
un bellissimo
Codice membranaceo di mia ragione ricopiate, né mai, fuorichè qualcuna, a stam-
pa venute
Pag.
.
So
appellata (14)
Risguarda questa
passo di Gioseffo nelle Antichità Giudaiche Lio. VIIL Cop. VI. §. 4,
il quale s adduce per provare , che un isola Aurea. ncW India fosse la Ophir di
Salomone, sulla quale tanto gli eruditi questionano: ma anche dopo nuove osservazio*
ni sulla testimonianza di quello scrittore,
fatte da Tommaso Cristiano Tychscn (Gomment. Hist.Philol. Societ.Gotting. Voì.XVI.
citazione
il
9
p.
1
70
di autorevole se ne trae Il
che della Ophir ardente-
) nulla
Colombo però
.
,
63
meni e andava
in cerca
,
Ver agita
in
cré«
siccome il Paradiso terrestre ora qua, ora là gli pareva di
vedere, facilmente indotto a crederlo di
Imma fede dalle prodigiose e continuate
scoperte, che andava facendo , e che ben abbagliarlo potevano
Pag. 33 occhi (i5) Delle isole e terre
scoperte dal Colombo li nomi non sono sempre li medesimi nelle Carte nautiche vecchie, e ne' Portolani disusati Pietro Coppa
da Isola , terra dell Istria , in un suo Portolano stampato in Venezia nel 1628 per
agostino di Sindoni in 24. ° questa indicazione , non però abbastanza esatta, ne meU
te: Ghristopholo Coiumbo Zenovese nel anijo 1492 trovò navegando verso Ponente motte isole et cose nove, ma prima se trova le
isole Gorgone Hesperide Iunonia la Pioviosia la Gavrera la Planaria la Nevosa Canaria al incontro de la Barbaria
da poi lai-»
£0 in mar sono isole Ventura Coiumbo Eiaai] Cavrera Ovo Porto Santo Mederà et certe isole dite deserte et altre dite Salvadege
Lanciloto Coiumbo
da poi oltra assai per
Ponente el dito Chrislopholo trovò l' isola
Spagnola Iamaiqua Cuba le isole dei Cani»
bali la terra Paria over Mondo Novo et molte altre isole: la Spagnola è de longeza de
(/epa di averla
trovata
;
.
.
.
.
&4
800. larga m. 33o. la Cuba disia da là
Spagnola mia 70. nel provar che fece el CoJumbo in veder se Cuba era isola over terIn.
el vete pur assai isole, et pose nonavigando a la riviera de Cuba sempre
s
sconosciuto questo Portolano ,
i3oo m.
di cui gli esemplari, sì per la piceiolezza
del libro, come per V uso fattone, devono essere mancati; giacche sarà esso a sub
tempo stato pregiato , anche per avervi sette carte geografiche intagliate in legno, una
delle quali il planisferzo col mondo tutto
allora noto contiene. Altra operetta il Coppo fece Del Sito dell'Istria, stampala in Venezia per Francesco Bindoni e Maffeo Pasini nel 1 540 in 4 , nella quale ha deserti^
ed anche la rappre*
la quella provincia
sento con una tavola in legno parimente
intagliata In Lettera premessa a Giosef
fo Faustino Istriano suo condiscepolo presso il Sabellico dice eh' era sessagenario , e
che aveva altre volte scritto e designato le
provincie e lochi de tutta la terra a cerco in
latino.
in vero ho io veduta in un bel
codice a penna presso privata persona, ma
alla sfuggita, questa di lui opera alquan-
ra ferma
me
E
,
.
E
to diffusa
quatuor
;
,
intitolala
De
toto
Orbe Libri
nella prefazione della quale dice
1
die in età di cinquant anni V aveva scrii-
C3
dopo avere viaggiato per tutta Italia %
navigato quasi tutto il mare mediterraneo >
ta
,
e letti recenti e accreditati itine? arii : e
specialmente quanto air Italia v inserì egli
non comuni notizie, apprese anco nella dimora che fatta aveva in Venezia , in Roma , dove trovo ssi a conversare
con Pomponio Leto e nel regno di Napoli , in cui per diciotto mesi s' era trattenuto: alla jine poi con molte Tavole geoesatte e
,
grafiche generali e particolari , diligente-*
mente lavorate , pregio ali'opera accrebbe ,
e più chiaramente il sapere suo ha dimostra-,
U
to
oscurità in cui rimase questo Geografo Italiano, benché egli pure andato non
sia esente da più errori , come non lo andarono tanti altri rinomati, fece che il ria»
me suo io volentieri in luce qui ritornassi.
.
Pag.
34
pataraggie (16) Pataraggie,
Spagnuola Patranas
daU
che significa
Ciance , Chiacchiere ; nel qual senso usò
quella voce anche omerico Vespucci scrìvendo a Pietro Soderini nel primo de' suoi
Viaggi: E ancora che queste mie patragne
la voce
non siano convenienti
(p. 4 ed. Fior. 1745).
Pag.
36
alle
,
virtù
misericordia (17)
vostre ec,
UHerrera
ri-
portando questo passo scrive così: „ Invo.»
cava oltre a ciò il Cielo e la Iena per**
7>
ì
66
.,
che piangessero sopra di lui, dicendo
„ Io ho pianto (in qui: abbia misericordia
„ il Cielo, e pianga per me la Terra: pian,,
ga per
stizia ".
me chi sente carità, verità, e gitiNon per questo io m'induco a
„
credere che il traduttore Italiano le parole
del Colombo alterasse, le quali colle precedenti e seguente stanno bene abbastanza r
r
anzi l lì errerà scrivendo, che Colombo invocava anche il Cielo a piangere sopra di
se, autorizza la traduzione Italiana; sic-
come dà a, vedere che espressioni discontinuate ha egli insieme congiunte,
XX
«V
Lettera
Cristo]
RiprocU
Dal Oa^
Jiorell: