lanciano (chieti) - i.i.s. “vittorio emanuele ii

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lanciano (chieti) - i.i.s. “vittorio emanuele ii
OLIMPIADI DI FILOSOFIA _ XXIV EDIZIONE
A.S.20r5-2016
VERBALE DELLA SELEZIONE D'ISTITUTO
(a cura del Referente d'lstituto)1
Il giorno2 22 febbraio 2016 presso l'lsriruto3 I.I.S. "VITTORIo EMANUELE II"
Lanciano - LICEO CLASSICO - CODICE MECCANOGRAFICO CHIS00900A nell'aula LIM n'45. si è svolta la Selezione d'Istituto dette Olimpiadi di Filosofia
XXIV Edizione. anno scolastico 2015-2016.
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LA COMMISSIONE DI VALUTAZIONE era composta da4:
Proff. Concetta Melchiorre, Lelio Pili (docenti di Storia e Filosofia, A037); Sabina Tieri
(docente di Inglese).
LA PROVA SCRITTA si è svolta sulle seguenti quattro tracce proposte5:
1) Il racconto descrive un numero di porcospini che necessitano di accornodarsi vicino
per scaldarsi e che si sforzano di trovare la distanza giusta per non ferirsi I'un I'altro. Il
porcospino deve così sacrificare la necessità di riscaldarsi per non pungersi.
Schopenhauer conclude che, se qualcuno avesse abbastanza calore intemo, potrebbe
evitare la società. nonché il dare e ricevere attriti psicologici derivanti dall'interazione
sociale.
« Una compagnia di porcospini. in una fredda giornata d'inverno. si strinsero vicini,
vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però,
sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo I'uno
dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme. si
ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due
mali. finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per
loro la rnigliore posizione.
Così il bisogno di società. che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria
interiorità, spinge gli uomini l'uno verso I'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i
loro difetti insopportabili. pero. li respingono di nuovo I'uno lontano dall'altro. La
distanza media. che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una
coesistenza. si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
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che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance!
Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso
però non si soffre delle spine altrui. Colui, però, che possiede molto calore interno
preferisce rinunciare alla società. per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli ».
A colui
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(Arthur Schopenhauer. Parerga e paralipomena, Tomo II, capitolo XXXI. sezione 396,
trad. it. di M. carpitelli. Adelphi)
2) In questa pagina del Saggiatore, Galileo si pronuncia contro il principio di autorità
(per cui bisognerebbe sempre appoggiarsi a verità già note, precedentemente sostenute
da qualche maestro) e sostiene che invece lo scienziato deve imparare a leggere
direttarrente la «lingua matematica» in cui si esprime la natura.
Si considerino i presupposti, le irnplicazioni e le conseguenze gnoseologiche ed
episternologiche della posizione dello scienziato pisano.
«Parmi. oltre a ciò. di scorgere nel Sarsi ferma credenza, che nel filosofare sia necessario
appoggiarsi all'opinioni di qualche celebre autore. sì che la mente nostra, quando non si
maritasse col discorso d'un altro. ne dovesse in tutto rimanere sterile ed infeconda; e
forse stima che la filosofia sia un libro e una fantasia d'un uomo. come I'Iliade e
I'Orlando furioso, libri ne' quali la meno importante cosa è che quello che vi è scritto sia
vero. Signor Sarsi, la cosa non istà così. La filosofia è scritta in questo grandissimo libro
che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico I'universo), ma non si può
intendere se prima non s'impara a intender la lingua. e conoscer i caratteri, ne' quali è
scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre
figure geometriche. senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola;
senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto».
(Galilei. Il Saggiatore. a cura di L. Sosio. pref. di G. Giorello, Feltrinelli. Milano 1992).
3) Nella Repubblica, Platone mette la storia dell'anello di Gige in bocca a Glaucone, che
1o usa per dimostrare che nessun uomo è così virtuoso da poter resistere alla tentazione
di fare azioni anche terribili. se gli altri non lo possono vedere. Partendo da questo,
Glaucone arriva a dire che la moralità è solo una costruzione della società. che I'uomo
rispetta per paura delle conseguenze e delle sanzioni. Una volta che queste sono
eliminate. quando nessuno può vedere cio che fai. la morale viene meno. e I'uomo si
rivela per quello che è in realtà.
Secondo lui, infatti, se questo anello venisse dato a due uomini, uno giustissimo e l'altro
empio, questi si comporterebbero alla stessa maniera, liberi dal peso di dover render
conto a qualcuno delle loro azioni. Si è giusti solamente sotto costrizione, poiché
I'ingiustizia e il non rispetto delle leggi è più utite e vantaggioso, singolarmente
parlando.
«Tale. Socrate. è dunque la natura e I'origine della giustizia. secondo I'opinione corrente.
«Ci renderemmo conto perfettamente che anche chi la pratica lo fa contro voglia, per
l'impossibilità di commettere ingiustizia. se immaginassimo una prova come questa: dare
a ciascuno dei due. al giusto e all'ingiusto. la facoltà di fare ciò che vuole. e poi seguirli
osservando dove li condurrà il loro desiderio. Allora coglieremmo sul fatto il giusto a
battere la stessa strada dell'ingiusto per spirito di soperchieria, cosa che ogni natura è
portala a perseguire come un bene, mentre la legge la devia a forza a onorare
I'uguaglianza. E la facoltà di cui parlo sarebbe tale soprattutto se avessero il potere che
viene attribuito a Gige. l'antenato di Creso re di Lidia. Si racconta che egli serviva come
pastore l'allora sovrano di Lidia. Un giomo. a causa delle forti piogge e di un terremoto.
la terra si spaccò e si produsse una fenditura nel luogo in cui teneva il gregge al pascolo.
Gige si rneravigliò al vederla e vi discese: qui, tra le altre cose mirabili di cui si
favoleggia, vide un cavallo di bronzo, cavo, con delle aperture. Egli vi si affaccio e
scorse là dentro un cadavere. che appariva più grande delle normali dimensioni di un
uomo; e senza avergli tolto nulla tranne un anello d'oro che portava a una mano, uscì
fuori. Quando ci fu la consueta riunione dei pastori per dare al re il rendiconto mensile
sullo stato delle greggi" si presentò anch'egli, con I'anello al dito; quindi. mentre era
seduto in mezzo agli altri. girò per caso il castone dell'anello verso di sé. all'intemo della
mano, e così divenne invisibile ai compagni che gli sedevano accanto e che si misero a
parlare di lui come se fosse andato via. Egli ne rimase stupito e toccando di nuovo
I'anello giro il castone verso l'esterno. e appena I'ebbe girato ridiventò visibile.
Riflettendo sulla cosa, volle verificare se I'anello aveva questo potere, e in effetti gli
accade,ua di diventare invisibile quando girava il castone verso I'intemo. visibile quando
lo girava verso I'esterno. Non appena si accorse di questo fece in modo di essere incluso
tra i messi personali del re; una volta raggiunto I'obiettivo divenne I'amante della sua
sposa, congiurò assieme a lei contro il re, lo uccise e in questo rnodo si irnpadronì del
potere. Se dunque esistessero due anelti di tal genere e uno se lo mettesse al dito I'uomo
giusto. I'altro l'uomo ingiusto. non ci sarebbe nessuno. a quel che sembra. così
adamantino da persistere nella giustizia e avere il coraggio di astenersi dai beni altrui
senza neanche toccarli, potendo prendere impunemente dal mercato ciò che vuole,
entrare nelle case e congiungersi con chi vuole. uccidere e liberare di prigione chi vuole.
e fare tutte le altre cose che lo renderebbero tra gli uomini pari agli dèi. Agendo così non
farebbe niente di diverso dall'altro uomo. ma batterebbero entrambi la stessa via. E
questa può essere definita una prova decisiva del fatto che nessuno è giusto di sua
volontà. rna per costrizione, colne se non ritenesse la giustizia un bene di per sé:
ciascuno. là dove pensa di poter comrnettere ingiustizia. la commette. Ogni uomo infatti
crede che sul piano personale l'ingiustizia sia molto piir vantaggiosa della giustizia, e ha
ragione a crederlo, come dirà chiunque voglia difendere questa tesi; poiché se uno,
venuto in possesso di un simile potere. non volesse commettere ingiustizia alcuna e non
toccasse i beni altrui, agli occhi di quanti lo venissero a sapere panebbe l'uorno più
infelice e più stupido. ma in faccia agli altri [o loderebbero. ingannandosi a vicenda per
tirnore di subire ingiustizia. Così stanno le cose».
(Platone. La Repubblica" a cura di M. Vegetti. Biblioteca Universale Rizzoli).
4) Il brano proposto è tratto da un'opera del 1922 Esperienza e natura, del filosofo e
pedagogista statunitense John Dewey, uno dei piir rappresentativi del pragmatismo
arrericano. Nelle sue pagine emerge un atteggiamento aperto e problematico volto a
rifiutare ogni soluzione che tende a semplificare l'esperienza, dimenticandone
I'intrinseca complessità. e a ritenere il progresso conle un fattore ineludibile piuttosto
che I'esito di un impegno umano lucido e tenace. L'intelligenza è. secondo Dewey.,
costitutivamente operativa: è una forza attiva. volta a portare chiarezza nell'esistenza in
un contesto di scambi reciproci e di confronto.
che metafisico e
freddo pensatore scientifico. Interessato alla prudenza. se non a ciò che viene
onorificamente chiamato sapienza, l'uomo naturalmeite apprezza la conoscenza solo in
quanto essa comporta successo o fallimento nell'ottenere i beni e nell'evitare i mali.
Questo è un fatto caratteristico della nostra strutnrra [...]. Per quanto riguarda la
saggezza. come esseri umani interessati al rappono tra le cose buone e cattive con [a
condotta umana. i filosofi si sono preoccupati di mitigare l'instabilità della vita. di
introdurre la moderazione, la temperanza e l'economia e, quanto capita il peggio che può
capitare, di proporre consolazioni e compensazioni. Sono preoccupati di rendere piir
stabili le
[...] L'uomo è naturalmente filosofo che osserva e descrive, piuttosto
cose buone e piir instabili 1e cose cattive: sono interessati a trovare il modo in cui i
mutamenti possono essere indirizzati perché vadano a parare in quelle conseguenze cui
essi stessi danno il loro contributo.
(J. Dewey, Esperienza e natura, trad. it. di P. Bairati, Mursia. Milano 1973).
PER IL CANALE A IN LINGUA ITALIANA
Numero di studenti partecipanti: 21 (Ventuno).
Elenco6:
CLASSE I B: STANISCIA CHIARA Lanciano 2010312000;
CLASSE I C: SICHETTI ERNESTA MARIA Lanciano 2810111999
CLASSE II B: CAVALLO NICOLE L'Aquila 1910311999: DI CRESCENZO NOEMI
Guardiagrele 25 I 121 1998.
CLASSE II C: ARUFFO PAOLO MARIA Pescara 14/0811998; DI BzuGIDA
MATTEO Lanciano 0511011999: SPINELLI DENIS Lanciano 06/03/98.
CLASSE III A:D'ERCOLE LORENZO Lanciano 0610511997'.IEZZI FRANCESCO
Lanciano 0310411997.
CLASSE III B: COLOCRESE GIOVANNI Atessa 1410811997'. D'ALONZO MYRIAM
Atessa 18/0211997;Dl GIUSEPPE MARIA SOLE Atessa 23/08/1997; DI MENNO DI
BUCCHIANICO GIULIA Lanciano 2110311997: ROSSI MARIANO CARLO Lanciano
t0/07/1997
CLASSE III C: D'ALESSANDRO NADIA Chieti 16/10/1997; D'OTTAVIO
MATILDE Lanciano 02 I 07 I 1997'. MEREU GIANMARCO Ortona 23 I 07 I 1997
.
CLASSE III D: ANGELUCCI ALESSANDRA Atessa 29101/1998:' NASUTI
SABATINO Lanciano 2310911997; SPOLTORE GENNARO 2310311997; NASUTI
ANGELO Lanciano 131021 1997.
La Comrnissione di valutazione ha steso la seguente graduatoria a seguito del punteggio
riportato dai candidatiT:
VOTO 9/10: MEREU GIANMARCO. NASUTI SABATINO
VOTO 7/10: STANISCIA CHIARA, SICHETTI ERNESTA MARIA, CAVALLO
NICOLE.
DI CRESCENZO NOEMI. ARUFFO PAOLO MAzuA. DI BRIGIDA MATTEO,
SPINELLI DENIS, D'ERCOLE LORENZO. IEZZI FRANCESCO,
ANGELUCCI ALESSANDRA, NASUTI ANGELO, COLOCRESE GIOVANNI
D'ALONZO MYRIAM. DI GIUSEPPE MARIA SOLE. DI MENNO DI
BUCCHIANICO GIULIA
ROSSI MARIANO CARLO, D'ALESSANDRO NADIA, D'OTTAVIO MATILDE,
SPOLTORE GENNARO.
Alla Selezione regionale parteciperanno, pertanto, i seguenti due studenti:
Cognome
e
Nome: MEREU GIANMARCO
INDIzuZZO CLASSICO. CLASSE III SEZ. C
Tel.
3
4
7 1 285992 ; indirizzo e-mail : gianmarx9T@gmai l.com
Cognome e Nome: NASUTI SABATINO
INDIRIZZO CLASSICO. CLASSE III SEZ. D
Tel. 345 1 I 3 I I 48 ; indirizzo e-mail : sabatinonasuti@alice. it
PERIL CANALE B IN LINGUA STRANIERA
Numero di studenti partecipanti 4 (quattro).
ElencoS:
CLASSE I B: ANDREOLA FRANCESCA Atessa 2010811999
CLASSE II B: D'ARCANGELO MARIA LUCIA Lanciano 2910511998
CLASSE II C: DE SANTIS ALBERTO Atessa 06/10/1998
CLASSE
III B: BUCCIONE ANTONELLA
Lanciano 0810611997
La Comrnissione di valutazione ha steso la seguente graduatoria a seguito del punteggio
riportato dai candidati9:
VOTO 9/10: BUCCIONE ANTONELLA. D'ARCANGELO MAzuA LUCIA
VOTO 7/10: DE SANTIS ALBERTO
VOTO 5/10: ANDREOLA FRANCESCA
Alla Selezione regionale parteciperanno. pertanto. i seguenti due studenti:
Cognome e Nome: BUCCIONE ANTONELLA
INDIRIZZO CLASSICO, CLASSE III SEZ. B
Tel. 3 20 0 62687 4 ; indirizzo e-mai I : c ipoanto@alice. it
Cognome e Nome: D'ARCANGELO MARIA LUCIA
INDIRIZZO CLASSICO" CLASSE II SEZ. B
T el. 327 8 1 44
111
; indirizzo e-mail : [email protected]
Il presente verbale in forma elettronica dovrà essere caricato subito dopo la stesura sul
sito www.philolympia.org (vedere nota 1).
Data27-02-2016
Firma del Referente d'Istituto
Lelio Pili