24/25 CAVOUR SELEX.qxp:(1) Mastro copia
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24/25 CAVOUR SELEX.qxp:(1) Mastro copia
avvenimenti Consegnato il sistema di combattimento alla portaerei Cavour Cavour: “Sistema di Combattimento pronto” I l 3 novembre, a bordo della Portaerei Cavour, or meggiata presso la Stazione Navale Mar Grande di Taranto, si è tenuto un ricevimento offerto dalla SELEX Sistemi Integrati per celebrare il successo del processo di integrazione del Sistema di combattimento dell’Unità. Un risultato conseguito al ter- mine di un lungo periodo di lavoro, verifiche e collaudi, svolti a bordo, in porto e in navigazione, e presso le strutture del Centro di Programmazione della Marina (Maricenprog); un grande lavoro di squadra che ha visto operare, in piena sinergia, realtà militari e industriali, in uno sforzo corale per il raggiungimento di 24 un obiettivo comune. L’evidenza del traguardo era stata anticipata il 30 maggio 2011, nelle acque del Golfo di Taranto, durante l’ultima delle tredici uscite dedicate alle attività di integrazione in mare. Una serie di navigazioni pianificate e condotte con il preciso scopo di mettere alla prova l’insieme di apparati, com- puter e programmi software che costituiscono il sistema di combattimento. Iniziate a novembre 2010, queste attività sono proseguite nel 2011, quasi sempre operando dalla base di Taranto e cooperando con numerosi e variegati mezzi tra cui navi, cacciamine, sommergibili, elicotteri ed aerei di diversi ruoli e caratteristiche. Degno di nota lo sforzo del team operativo di bordo per pianificare tutte le attività, coordinandosi con lo staff del Comando in Capo della Squadra Navale e con i comandi subordinati da cui dipendono le forze aeree e navali della Marina, cioè COMFORAL, COMFORDRAG, COMFORSUB e COMFORAER ed i gruppi elicotteri ed aerei dipendenti. Il risultato si è concretizzato nella riunione del 16 giugno nella quale è stata formalizzata l’accettazione del Sistema di combattimento del Cavour da parte della commissione presieduta dall’Amm. Isp. Capo Alberto Gauzolino e composta da membri appartenenti ai diversi comandi ed enti, centrali e periferici, coinvolti, tra cui CINCNAV, NAVARM, NAVISPELOG, UTNAV Genova. Una bella serata, quella del 3 novembre, a bordo del Ca- vour, cui sono intervenute numerose autorità locali, civili e militari, tra cui il Prefetto di Taranto, Dr.ssa Carmela Pagano, il Presidente del Tribunale, Dr. Morelli, il Comandante delle Forze d’Altura, Ammiraglio Filippo Maria Foffi. Significativa la presenza del personale militare e civile che ha lavorato arduamente per conseguire questo ambizioso risultato. A rappresentare SELEX S.I., un gruppo di dirigenti tra cui l’Ingegner Mariani, Vice Direttore Generale, l’Ing. Paolo Solferino, Capo della Business Unit Sistemi per la Difesa, il Dr. Eugenio Creso, Responsabile dei Rapporti Istituzionali. Durante la sua presentazione, il Comandante del Cavour, ha illustrato le attività che la nave ha potuto svolgere efficacemente negli ultimi mesi anche grazie alla disponibilità di un sistema di combattimento pienamente integrato. L’intensità del lavoro svolto è emersa chiaramente durante l’intervento del C.V. Blasi, Direttore del Centro di Programmazione della Marina, che ha evidenziato come questo risultato costituisca un valido riferimento per le analoghe attività in via di definizione per l’integrazione del sistema di combattimento delle nuovissi- 25 me fregate tipo FREMM della classe Bergamini. L’intervento dell’Ingegner Mariani ha voluto sottolineare l’importanza della Marina Militare non solo come cliente per la SELEX ma anche come partner per lo sviluppo di sistem i d ’ a v a n g u a rd i a d a p r o muovere anche in ambito internazionale. Stessi temi sono stati trattati dall’Ing. Solferino il quale ha voluto porre l’accento sullo spirito di squadra che da anni caratterizza il rapporto tra SELEX S.I. e la Marina. Le conclusioni sono state tratte dall’Ammiraglio Foffi che, nella sua veste di Comandante delle Forze d’Altura, ha voluto evidenziare l’importanza dei sistemi avanzati di telecomunicazioni e supporto al comando per un efficace gestione delle moderne operazioni navali come egli stesso ha verificato durante il comando della componente marittima impegnata nell’Operazione Unified Protector. Nel brindisi finale si è voluto sintetizzare la soddisfazione per i risultati conseguiti e l’auspicio di sempre nuovi traguardi per la crescita della componente operativa della Marina. Marco Accoto ■ Certificazione ISO per l’Arsenale di La Spezia avvenimenti Certificazione ISO 9001:2008 per il Reparto Difesa di Superficie LA SPEZIA G li ingegneri Roberto Cassisa e Alberto Gronda di DNV (Det Norske Veritas), prestigioso e storico Ente Certificatore riconosciuto in campo internazionale con sede a Oslo e presente in oltre 100 paesi nel mondo, hanno completato, con esito positivo, la Visita Periodica di Mantenimento della Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2008 rilasciata al reparto Difesa di Superficie della Divisione Sistema di Combattimento dell’Arsenale Militare Marittimo della Spezia il 6 settembre 2010. Il Team Ispettivo di DNV ha elogiato l’impegno profuso e il continuo miglioramento operato dalle maestranze del reparto nel corso dell’anno trascorso dalla Certificazione per garantire lo svolgimento efficace dei processi di lavoro ed assicurare la conformità alla Norma dei servizi erogati. La lunga storia delle manutenzioni delle Artiglierie nell’Arsenale Militare Marittimo della Spezia e quindi la lunga storia del reparto Difesa di Superficie nasce nell’anno 1862 quando la Ditta dell’Ing. Metello Lapini ne iniziò i lavori di costruzione nella zona di S. Vito antistante l’attuale borgata marinara di Marola ed è, pertanto, strettamente legata a lavorazioni per loro natura delicate. Da allora a oggi, attraverso le due Guerre Mondiali, l’officina è stata testimone delle lavorazioni per l’approntamento delle artiglierie navali operando, subito dopo il 1945, all’inizio della ricostruzione del Paese, anche per il Settore Civile con la costruzione delle ruote dei vagoni ferroviari delle Ferrovie dello Stato. La testimonianza fotografica del 1870 ci mostra un capannone ben organizzato per quell’epoca, con macchine utensili 26 a cinghia mosse da macchine a vapore esterne al fabbricato e maestranze intente a lavorazioni ad affusti e a canne da cannone. Da quell’epoca ai giorni nostri vi sono state notevoli trasformazioni: le vecchie macchine sono state via via sostituite, i vecchi pozzi della profondità di 7 metri utilizzati per il cerchiaggio delle canne sono stati chiusi e sostituiti dalle nuove piattaforme per le prove dei moderni complessi antiaerei e navali così come le attività di for- gia e brunitura delle canne non vengono più effettuate. Vi è però una linea di continuità tra il vecchio e il nuovo, costituita dalla professionalità, serietà ed entusiasmo delle maestranze arsenalizie impiegate nel Reparto Difesa di Super ficie che, orgogliose del proprio lavoro, continuano a eseguire le attività a favore di Unità Navali ed Enti M.M.I. cui sono comandate con i consueti elevati standard di alta precisione uniti ai controlli continuativi e minuziosi, sempre documentati come prescrive la Norma. Inoltre, in attesa della programmata riorganizzazione delle strutture e del personale prevista con il Piano Brin, il personale del reparto, sotto la guida attenta e precisa del capo Sezione F.T. Marco Lemonci e del Capo Reparto F.T. Silvia Demuro, non si è fermato ad attendere gli eventi ma si è fatto parte attiva e diligente per qualificare la propria attività e incrementare le risorse disponibili a favore dello Stabilimento attraverso collaborazioni con Ditte locali e di livello nazionale. Tra le numerose attività finalizzate nel corso dell’ultimo anno sono degne di nota le lavorazioni a favore delle sottonotate Società: • Ditta Fincantieri per l’allineamento a secco e a nave galleggiante degli apparati del Sistema di Combattimento delle nuove Unità FREMM 6145 (Nave Bergamini) e 6146 (Nave Fasan); • Ditta Intermarine per l’allineamento dei sistemi delle Unità destinate alla Guardia di Finanza; • Ditta OTO Melara sia per le attività di allineamento del nuovo impianto 127/64, installato su nave Bergamini, utilizzando una nuova procedura di lavoro, studiata e validata dai tecnici del reparto, per consentire l’esecuzione delle lavora- zioni svincolandosi dalla necessità di avere la nave in bacino a secco, sia con l’invio di un tecnico elettronico specializzato in Corea del Sud per l’effettuazione di un intervento di riparazione su un impianto 127/54 “C” presso la Base Navale di Jinhae a favore della Marina Coreana; • Ditta Selex SI per il controllo della planarità e l’allineamento del piano di rotolamento delle antenne radar Empar sulle Unità Navali della Marina Milita- 27 re Francese Chevalier Paul e Forbin presso la Base Navale di Tolone in Francia. La professionalità dimostrata dalle maestranze nell’esecuzione delle lavorazioni citate e delle numerose altre eseguite a favore delle unità navali della marina hanno portato il Reparto ad essere considerato dalle industrie nazionali attive nel settore come un partner di eccellenza. Marco Lemonci ■ avvenimenti Consegnati i premi del Concorso per Tesi di Laurea organizzato annualmente dall’Ufficio Storico della Marina I Le migliori Tesi di Laurea a Palazzo Marina l 9 dicembre a Palazzo Marina, alla presenza dell’Ispettore delle Scuole della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi e del Capo dell’Ufficio Storico, Capitano di Vascello Francesco Loriga, sono stati consegnati i premi per il concorso nazionale per Tesi di Laurea, giunto alla sua tredicesima edizione. E’ intervenuta una folta rappresentanza di Alti Ufficiali dello Stato Maggiore Marina, di docenti e naturalmente di familiari e congiunti dei premiati. Quest’anno il concorso ha visto una discreta partecipazione, con sei tesi presentate provenienti dall’Università degli Studi “Guglielmo Marconi” di Bologna, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (con due Tesi presentate), dall’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti - Pescara, dall’Università degli Studi di Firenze ed infine dall’Università degli Studi di Pisa – Accademia Navale di Livorno. La commissione giudicatrice del Concorso composta dall’Ammiraglio (aus.) Fabio Caffio, dal Comandante Michele Giuliano, dai Professori Antonel- I tre premiati con l’Ammiraglio De Giorgi lo Biagini, Giuseppe Conti, Matteo Pizzigallo e Alberto Santoni hanno scelto fra tutte le tre tesi che più hanno contribuito a diffondere la cultura storico-militare-marittima nel mondo accademico e civile. Il primo premio è stato assegnato alla Dottoressa Rebecca Minghetti per la Tesi “La nuova pirateria: analisi del fenomeno e azioni di contrasto”. Relatore della Tesi vincitrice è il Professor Luciano Bozzo, Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Firenze. Tesi ritenuta meritevole in quanto “Lavoro che, alla luce di un’ampia indagine bibliografica e documentale, analizza il fenomeno della pirateria dalle origini ai nostri giorni, con interessanti considerazioni sulla nuova pirateria ed i suoi legami con il terrorismo. In sintesi una sistematica riflessione su un fenomeno complesso, sul quale la discussione è ancora aperta e la cui soluzione è ancora lontana da venire”. La seconda classificata è stata la Dottoressa Emma Colombo con la Tesi “Diventare Ufficiali della Marina Militare: gli Allievi dell’Accademia Navale di Livorno”; discussa presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, relatrice la Professoressa Rita Bichi. Tesi ritenuta meritevole in quanto “Lavoro frutto di un’appassionata osservazione sul cam- 28 po che analizza, con i tradizionali strumenti dell’indagine sociologica, le motivazioni di fondo che, in una società come quella odierna caratterizzata da un forte individualismo, portano tanti giovani ad entrare a far parte di un’istituzione particolare come l’Accademia Navale”. Terzo classificato il Capitano di Vascello Gennaro Maddaluno per la Tesi “La sicurezza dei porti, la difesa delle basi e delle vie di comunicazione. Le sfide marittime al nuovo millennio”. Tesi ritenuta meritevole in quanto “lavoro che ha trattato con metodo e chiara visione concettuale le funzioni svolte dalla Marina sia a tutela della libertà di navigazione in alto mare che per la sicurezza dei porti e delle basi navali. Tipologie, scenari e concetti relativi a porti commerciali, basi navali e relative vie di comunicazione marittima sono stati sviluppati con dovizia. Per le basi navali, in particolare, è stato esposto lo stato dell’arte delle apparecchiature di difesa passiva quale condizione necessaria ad assicurare la difesa delle forze navali”. Questa tesi provenendo dall’Università degli Studi di Pisa – Accademia Navale di Livorno, relatore il Capitano di Vascello Claudio Gabrini, può considerarsi un prodotto, per così dire, “fatto in casa”. Al termine, dopo le premiazioni ufficiali, tutti gli intervenuti hanno potuto scambiare le proprie opinioni e complimentarsi direttamente con i vincitori presso la storica Biblioteca di Palazzo Marina. Leonardo Merlini ■ Il cluster marittimo italiano produce beni e servizi per 39,5 miliardi di euro (2,6% del PIL nazionale) e occupa circa il 2% della forza lavoro del paese. L’Italia è prima in Europa per importazioni ed esportazioni via mare e turismo crocieristico ROMA I l cluster marittimo italiano si conferma uno dei settori più dinamici dell’economia italiana contribuendo al PIL nazionale per 39,5 miliardi di euro (2,6% di quello totale, e l’11% di quello dei trasporti) e dà occupazione a circa il 2% della forza lavoro del Paese (477mila persone fra addetti diretti ed indotto). Questi alcuni dei dati del IV Rapporto dell’Economia del Mare realizzato della Federazione del Mare assieme al Censis, presentato il 25 ottobre scorso a Roma presso la sede del CNEL. I dati confermano il posizionamento dell’Italia al primo posto in Europa per importazioni via mare, con 185,4 milioni di tonnellate di merce, ed al terzo per esportazioni, con 47 milioni di tonnellate. Il nostro Paese mantiene poi la leadership anche nel traffico crocieristico (con 6,7 milioni di passeggeri), e nella costruzione di navi passeggeri e motor-yacht di lusso. L’impatto delle attività marittime sull’economia italiana va oltre gli aspetti più strettamente legati alla loro dimensione trasportistica e coinvolge diretta- mente diversi settori produttivi dell’economia: l’industria marittima dei trasporti; la logistica portuale; la cantieristica; la nautica; la pesca; le attività professionali; gli acquisti di beni e servizi. In termini di contributo al Pil, dopo i trasporti marittimi si collocano le attività di logistica portuale e ausiliarie ai trasporti (6,7 miliardi di euro di contributo), la pesca (4,4 miliardi), la cantieristica navale (4,3 miliardi) e la nautica da diporto (3,3 miliardi). Sulla base dei dati disponibili ad oggi si può stimare che nel 2010 il valore del cluster marittimo si sia collocato fra i 38 e 39,7 miliardi di euro. I dati a disposizione indicano uno scenario per il 2011 di crescita contenuta, per poi riprendere a svilupparsi nuovamente nel 2012. “I dati del Censis dimostrano chiaramente che il cluster marittimo italiano costituisce un campo di eccellenza del Paese - ha dichiarato il presidente della Federazione del Mare Paolo d’Amico - Come tutti, abbiamo subito gli effetti della crisi iniziata nel 2008, fra cui il crollo dei noli e il calo del fatturato, ma abbiamo dimostrato una forte capacità di reazione”. “Un aspetto che tengo a sotto- 29 lineare - ha continuato il presidente d’ Amico – è che il sistema marittimo ha mantenuto negli ultimi anni il proprio peso, grazie ad un processo di riforma che ha reso competitive le sue componenti rispetto ai concorrenti esteri. Dopo la riforma della navigazione mercantile internazionale del 1998 sono stati investiti oltre 35 miliardi di euro nella costruzione di nuove unità navali, che hanno portato la flotta italiana a raddoppiare diventando così tra le principali al mondo, con posizioni di assoluto rilievo nei settori più sofisticati come quelli delle unità ro-ro e delle navi da crociera. Anche la riforma dei porti del ’94, pur oggi bisognosa di ammodernamento, è stata importante, avendo reso possibile all’Italia di qualificarsi in Europa come primo importatore ed esportatore via mare e prima meta per i passeggeri e viaggiatori delle navi da crociera”. “Oggi, in virtù di nuovi scenari di mercato - ha concluso il presidente d’Amico – chiediamo una rinnovata sensibilità a tutte le istituzioni, in modo da procedere speditamente su alcune delle necessità strategiche per la competitività del settore: fra di esse voglio sottolineare il mantenimento della normativa italiana ed europea sulla com- avvenimenti Rapporto dell’economia del mare petitività della bandiera marittima, il collegamento dei nostri scali con le reti di trasporto terrestre, l’adeguamento dei fondali e la semplificazione di diverse procedure amministrative e fiscali”. Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, ribadisce “la capacità trainante del cluster marittimo italiano in un contesto da troppo tempo stagnante”. “Ritengo opportuno – continua Roma - che il sistema marittimo compia ancora una volta un salto di qualità, soprattutto migliorando la capacità dei propri nodi logistici di captare flussi commerciali in constante crescita, flussi che continuano ad avere come importante area di transito il Mediterraneo. Dalle proiezioni che il Censis ha elaborato, il cluster marittimo dovrà guardare con crescente attenzione non solo a mercati già in forte espansione, come quello dell’Asia orientale, dove gli interscambi marittimi da e per l’Italia crescono dalla metà degli anni 2000 a ritmi vorticosi, ma anche ad aree nelle quali il Paese, grazie al proprio armamento, può svolgere un ruolo di player di rango, come la sponda Sud del Mediterraneo (dove si colloca il 40% degli scambi da e per l’Italia), l’area Balcano-adriatica e quella del Golfo”. “Rappresenteranno un volano per la competitività del cluster marittimo italiano – dice ancora Giuseppe Roma – più innovazione e certamente maggiori investimenti nella componente avanzata del cluster marittimo, in particolare nelle tecnologie ICT e in quelle per l’automazione e la sicurezza delle operazioni logistiche, oltre ad investimenti in ricerca e sviluppo di prototipi nel segmento della cantieristica.” Il rapporto rileva come la componente con il più alto numero di unità di lavoro dirette sia la pesca, con più di 59.000 ad- detti (pesca marittima, attività di allevamento, la piscicoltura) seguita dai trasporti marittimi (con più di 35.300 unità di lavoro a bordo e altre 7.100 a terra), dalle attività ausiliarie e di logistica portuale (31.874 unità), e poi dalla nautica da diporto (22.300 unità) e dalla cantieristica navale (11.800 unità). A queste poi devono aggiungersi altre 260mila unità di lavoro occupate nell’attività dell’indotto a monte e a valle. Le previsioni sono di • una consistente fase espansiva del general cargo e delle rinfuse liquide, in particolare considerando i traffici di prodotti petroliferi dall’area del Golfo Persico verso il Mediterraneo; • un modesto sviluppo del traffico che l’Italia riuscirà a captare a causa della crescente competitività dei porti della sponda Sud del Mediterraneo; • l’avanzo di stiva, con un conseguente eccesso di offerta di servizi di shipping rispetto alla domanda, che perdurerà almeno fino al 2012, con effetti di rallentamento della crescita sia dal lato del trasporto marittimo che di quello delle costruzioni navali; • la bassa crescita a cui la cantieristica navale sarà sottoposta almeno nel prossimo anno, data la situazione di crisi strutturale per il momento registrata da questo comparto in Italia, sebbene la capacità competitiva del settore resti elevata (specie nel segmento delle navi da crociera); • la lenta ripresa del settore della nautica da diporto, che a metà del 2011 mostra alcuni segnali positivi, grazie soprattutto alla ripresa delle esportazioni, mentre il mercato interno continua a scontare le carenze infrastrutturali e una politica fiscale da ammodernare. Per quanto concerne i principali mercati di riferimento: • al primo posto si collocano i 30 Paesi del Nord Africa e del Mediterraneo orientale (Algeria, Egitto, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia), area con la quale l’Italia effettua il 40,6% degli interscambi (in termini di tonnellaggio) di merci via mare, in crescita fino al 2008 e poi in flessione; • al secondo posto si pone l’Europa dell’Est (Bulgaria, Georgia, Ucraina, Romania, Russia), area in cui si colloca il 15,3% dei flussi di merci da e per l’Italia, in flessione negli ultimi anni; • al terzo posto si collocano i Paesi dell’Europa mediterranea (Francia, Gibilterra, Grecia, Malta, Cipro, Spagna e Portogallo), che coprono il 14% degli interscambi marittimi con l’Italia, in forte incremento fino al 2008, poi ridimensionati dalla fase di crisi economica; • vi è poi un’ulteriore area, ovvero quella dei Balcani (Albania, Croazia, Serbia, Montenegro, Slovenia), con volumi ancora poco significativi ma in rapida crescita sia prima che durante la fase di crisi; • ed un’ulteriore area rappresentata dalla Cina e Hong Kong, con una crescita esponenziale dei traffici in entrata ed uscita dall’Italia, prima e durante la crisi economica, con un volume degli interscambi marittimi pari al 2,8% del totale, ma destinati ad aumentare considerevolmente nell’immediato futuro. Tenendo conto delle previsioni di crescita del Pil (proiezioni elaborate dal Fondo monetario internazionale) delle aree appena citate e dei livelli di correlazione con il traffico si stima quanto segue per il periodo 2011- 2015: a) l’area verso la quale l’Italia intensificherà maggiormente i propri interscambi marittimi potrebbe essere la Cina e Hong Kong; dagli attuali 8 milioni di tonnellate di scambi (erano più di 12 milioni nel 2008) si potrebbe arrivare nel 2015 a quasi 20 milioni di tonnellate; in questo modo, tale area potrebbe rappresentare il 6% dei traffici marittimi italiani, raddoppiando il proprio peso nella matrice origine-destinazione italiana dei flussi via mare. La stima tiene conto degli elevati tassi di crescita del Pil che, come è noto, negli ultimi dieci anni, hanno contraddistinto l’economia cinese e quella di Hong Kong (tra il 2005 e il 2009 il Pil a valori correnti è passato da 2.400 miliardi a 4.900 miliardi di dollari e tra il 2010 e il 2015 è previsto un incremento del 51% in termini correnti); b) la seconda area per tasso di crescita potrebbe essere verosimilmente la sponda Sud del Mediterraneo e l’area mediorientale. Si tratta di un’area per la quale nei prossimi anni è previsto un apprezzabile tasso di crescita dell’economia, a ritmi tali da segnalare la propensione a nuovi investimenti e all’apertura verso gli scambi internazionali. Si tratta dell’area verso cui si indirizzano e da cui provengono i maggiori flussi di merci che riguardano l’Italia. Le proiezioni effettuate tenendo conto delle previsioni di crescita del Pil, indicano la possibi- lità di passare dagli attuali 120 milioni di tonnellate scambiate a circa 200/220 milioni di tonnellate; c) la terza area verso la quale l’industria marittima italiana potrebbe migliorare considerevolmente il proprio posizionamento strategico dovrebbe essere quella balcanica, la cui economia è cresciuta notevolmente nell’ultimo decennio, così come gli interscambi via mare con l’Italia (aumentati in volume di oltre il 60% tra il 2002 e il 2009 e del 13% tra il 2005 e il 2009). Ulteriori indicatori provano per questi Paesi posti sulla sponda orientale dell’Adriatico una fase di espansione economica piuttosto sostenuta almeno tra i primi anni 2000 e il 2008, con una fase di rallentamento nel 2009, a causa della crisi economica. Le stime effettuate tenendo conto del robusto livello di correlazione esistente tra gli scambi marittimi da e per l’Italia ed il Pil dei Paesi appartenenti a quest’area portano a ritenere che dagli attuali 13,6 milioni di tonnellate scambiate via mare con l’Italia si possa arrivare nel 2015 ad oltre 23 milioni di tonnellate; d) è verosimile ritenere, inoltre, 31 che anche da e verso l’area del Golfo Persico lo shipping italiano intensificherà la propria attività. I dati a disposizione mettono in evidenza come le principali rotte presidiate dall’ar mamento italiano siano quelle che dal Mediterraneo volgono proprio verso l’area del Golfo Persico (oltre che quelle verso l’Asia orientale), il cui Pil è stimato in crescita del 23% nel periodo 2010- 2015. Inoltre, occorre sottolineare che, se i volumi di traffico da e per l’Italia con il Golfo Persico hanno un limitato peso sul totale dei traffici, in valore essi assumono viceversa una posizione di assoluto rilievo, trattandosi prevalentemente di prodotti petroliferi e di prodotti della manifattura italiana di medioalta qualità. Sulla base di tali fatti, dunque, è possibile ipotizzare che i flussi di traffico marittimo da e verso quest’area potrebbero passare dagli attuali 3,3 milioni di tonnellate a 5-6 milioni di tonnellate. L’Italia dunque, in questo periodo di crisi, è “sul mare, dal mare e per il mare” che inizia a vedere i primi squarci di sereno. Leonardo Merlini ■ avvenimenti Lo giurate voi? LIVORNO “ LO GIURO!”. Un boato assordante, il trepidare dell’attesa, l’emozione negli occhi. Due parole per impegnarsi solennemente ad adempiere i doveri del militare: “l’assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane, con disciplina e onore, senso di responsabilità e consapevole partecipazione”. E’ questo ciò che è insito nella cerimonia del giorno di Santa Barbara in cui implicitamente ogni allievo prima classe, da 130 anni ad oggi, ha urlato con tutto l’animo fedeltà al proprio Stato: lo stato come Patria, l’ Italia, e lo status di “militare”. Infatti, ciò che contraddistingue in modo netto il “civile” dal “militare” è proprio la specificità e particolarità del suo impegno: servire in armi la Patria, con senso del dovere, onestà, rigore morale e con dedizione assoluta al sacrificio. Il giuramento è proprio questo, cioè la massima espressione dell’adesione ad una condizione, ad una vita completamente diversa da quella di tutti i giorni: una vita di valori legati al servizio del Paese e della società, preferendo l’interesse della collettività a quello personale. Il militare non è solo colui che “serve in arme la Patria” ma è anche colui che, con la sua professione, aderisce integralmente al sistema di valori alla base dei quali c’è la solidarietà e la dedizione per la società. E’ proprio su questi valori che si articola la nostra formazione professionale e umana. I Centoventi allievi ufficiali della prima classe e i due allievi del 11° Corso AUPC, che hanno varcato le soglie del Cancello San Jacopo il 19 settembre 2011, hanno lavorato sodo per raggiungere e conquistare questo fatidico traguardo: attimi che lasciano senza fiato sono quelli che hanno accompagnato i momenti prima dell’ingresso in piazzale. Comincia a suonare il tamburo, tremano le gambe, il cuore batte all’impazzata, i brividi salgono lungo la schiena, l’ultimo scambio di sguardi nella compagnia e poi decisi e fieri per affrontare il primo passo verso la meta: “Entra in piazzale la Brigata Allievi!”. A rendere ancor più solenne la cerimonia è stata la presenza del Ministro della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, alla sua prima uscita ufficiale, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate e del Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte che, con la loro rassegna e le loro allocuzioni hanno inorgoglito il cuore dei neofiti. Ore ed ore di addestramento, prove su prove per raggiungere quella perfezione che avrebbe dimostrato la volontà e la consapevolezza di entrare a far parte di una grande famiglia come quella della Marina Militare italiana. Fatica, dedizione e duro lavoro sono state, sono e saranno i capisaldi di questa vita prospera di grandissime soddisfazioni. E riprendendo le parole del nostro Ministro della Difesa “Il vincitore è un sognatore che non si è arreso alle difficoltà. Siate sognatori che non si arrendono. Sappiate sognare e fateci sognare.” Riusciremo a farlo? Sicuramente sì. Edvige Altobelli ■ 32 Al CISAM di Pisa il convegno sull’opportunità e la sostenibilità delle nuove forme di energia I l 19 novembre, a Pisa, presso la sala conferenze del CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari), si è svolto il convegno “Energie rinnovabili: opportunità e sostenibilità" organizzato congiuntamente dal CISAM e dal “Lions Club International Centro Studi del Lionismo Distretto 108 LA”. La manifestazione è stata aperta dal Direttore del CISAM, Ammiraglio Ispettore (GN) Domenico De Bernardo, il quale ha ricordato che il CISAM è nato nel 1956 come CAMEN per studiare le Applicazioni Militari dell'Energia Nucleare e che oggi, dopo numerose modifiche ordinative, unisce alle competenze in materia nucleare e radiologica quelle nei settori della Compatibilità Elettromagnetica e dell’Optoelettronica. A seguire hanno introdotto il tema del convegno i rappresentanti dell’organizzazione dei Lions, ed il moderatore del Convegno, che ha sottolineato l’attualità dell’interrogativo sulla possibilità che le fonti alternative possano essere sufficienti a garantirci una produzione energetica adeguata alle reali necessità, soprattutto ora, dopo che il recente referendum sull'energia nucleare, ha, di fatto, eliminato la possibilità di utilizzare tale fonte di energia in Italia. Gli interventi susseguitisi hanno trattato tutte le possibili fonti di energia alternativa: idroelettrica (mini-idro), fotovoltaicolo, eolico, energia dal mare, biomasse. Il penultimo intervento ha affrontato il controverso tema delle caratteristiche e prospettive degli impianti nucleari della presente e della nuova generazione. Il relatore dell’ultimo intervento ha cercato di trarre le conclusioni affrontan- 33 do il tema “Energie tradizionali e rinnovabili: confronto costibenefici” I diversi oratori hanno presentato pregi e difetti delle varie forme di produzione energetica alternativa, evidenziando in particolare che le stesse possono dare origine a inconvenienti, sia economici che ambientali, se sfruttate senza criterio. Nel corso del convegno è emerso che, per soddisfare i requisiti europei, la quota di energia prodotta in Italia da fonti rinnovabili dovrà passare dall’attuale 23% al 27% entro il 2020, e che il raggiungimento di quest’obiettivo non appare facile. Soprattutto non dobbiamo dimenticare che le nostre risorse principali sono il turismo, l’arte e l’ambiente naturale e che dobbiamo evitare di adottare soluzioni, come l’impiego generalizzato dell’energia eolica o di quella fotovoltaica, che possano danneggiare queste risorse. Nel caso del fotovoltaico, ad esempio, sarebbe bene limitarsi all’impiego dei tetti degli edifici non aventi particolari pregi architettonici. Al termine delle presentazioni ha avuto luogo un vivace e interessante dibattito, centrato principalmente sull’impiego dell’energia nucleare. In conclusione il convegno è stato un’occasione molto interessante per discutere, senza isterie o paraocchi, del nostro futuro energetico, evidenziando le poche luci e le molte ombre della situazione nazionale. Claudio Boccalatte ■ avvenimenti Le energie rinnovabili Intensa attività al Circol avvenimenti “La voce della Russia”, già “Radio Mosca”, dedica un servizio al Circolo Ufficiali in occasione del premio “Tatiana Pavlova”. A lla Spezia, presso il salone principale del Circolo Ufficiali di Marina “Vittorio Veneto”, l’associazione “Commendator Domenico Tori” di Portovenere ha consegnato il premio “Tatiana Pavlova”al regista Antonio Calenda. La manifestazione ha avuto un inaspettato grado di copertura mediatica, venendo riportata, oltre che sulla stampa locale, anche sul sito web della radio di stato russa in lingua italiana “la voce della Russia” alla pagina internet http://italian.ruvr.ru/2011/11/0 9/59966806.html. Ricordiamo che “la voce della Russia” ai tempi della guerra fredda era nota come “radio Mosca”. Il Presidente del Circolo nel suo indirizzo di benvenuto ha ricordato i forti legami tra le marine militari di Italia e Russia, citando l’episodio del terremoto di Messina del 1908, quando le navi della squadra russa presente nella zona di Messina furono tra le prime ad arrivare nella martoriata città dello stretto per prestare soccorso alla popolazione, precedendo le unità della Regia Marina, la cui base più vicina all’epoca era Napoli. La manifestazione è stata poi aperta dal dottor Vinicio Ceccarini, Presidente della fondazione Tori, che ha illustrato le finalità del premio, dedicato all’attrice e regista Tat'jana Pavlovna Pavlova (Belopavlovič, 1894 – Roma, 1975), e le ragioni della sua assegnazione ad Antonio Calenda (si veda la motivazione del premio riportata in riquadro). A seguire si è tenuto un interessante dibattito (talk show), cui hanno partecipato il regista Antonio Calenda, il giornalista e fotografo Alexander Prokhorov, de La voce della Russia, il pittore Pierre Tc h a k h o t i n e , L a u r a R i g h i , esperta di relazioni internazionali della regione Toscana, il Direttore del Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia, maestro Giuseppe Bruno, l’assessore alla cultura del comune di Porto Venere Lorenzo Masi. Il tema principale del dibattito è stato il rapporto tra le diverse forme d’arte (letteratura, teatro, pittura e musica) e tra le cultura russa ed italiana. Particolarmente apprezzato l’intermezzo musicale del maestro Bruno. La manifestazione ha anche visto la consegna di attestati ricordo ad un folto gruppo di pittori russi, i quali hanno compiuto un Grand Tour artistico dell’Italia, nel corso del quale hanno toccato una trentina di città e borghi di Piemonte, Liguria a Toscana. In conclusione la manifestazione è stata un’occasione molto interessante per tutti gli intervenuti (tra i quali numerosi soci del circolo) per apprezzare l’arte nelle sue diverse forme e celebrare i legami tra 34 Motivazione del Premio Tatiana Pavlova ad Antonio Calenda Questa Fondazione e il Comune di Porto Venere assegnano il Premio Tatiana Pavlova al dr. Antonio Calenda per un’attività intensa, rilevante artisticamente sul piano nazionale e internazionale. Originale e poliedrico, si è laureato in Filosofia del Diritto e ha iniziato la propria attività teatrale nell'ambito del Teatro Universitario di Roma. La cultura classica e filosofica hanno contribuito fortemente alla formazione intellettuale dell’artista. Nel 1965 ha fondato insieme a Virginio Gazzolo e Luigi Proietti il Teatro Centouno che ha rappresentato per l'attività di ricerca e sperimentazione di quegli anni uno dei primi punti di riferimento. Negli anni successivi ha lavorato per il Teatro di Roma e ha diretto in due riprese, e per un periodo di nove anni, il Teatro Stabile dell'Aquila le cui produzioni hanno circuitato all'estero, in paesi quali Australia, Francia e Canada. Ha fondato la Compagnia Teatro d'Arte per la quale, dal 1982, ha diretto spettacoli ospitati sovente da festival internazionali, e organizzato numerose manifestazioni culturali in Italia. Antonio Calenda è oggi Direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia dal maggio 1995 rappresenta un riferimento sicuro nella cultura italiana. Il percorso teatrale di Antonio Calenda è vasto e complesso: da Brecht, a Shakespeare, a Gombrowicz, Genet, Eschilo, Sofocle, Bassetti, Schimtt. Ha diretto numerose regie radiofoniche e televisive e diretto numerose opere liriche per il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro S. Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Bologna, il Teatro dell’Opera di Roma, la Oper Frankfurt. Il Presidente Vinicio Ceccarini due grandi culture europee, la russa e l’italiana. Claudio Boccalatte ■ olo Ufficiali di La Spezia Il convegno dell’associazione Italia - Turchia su “Il Mercato Turco” Q polazione presenti un’età media inferiore ai trenta anni. Dopo le delusioni dovute al mancato accoglimento nell’Unione Europea, la Turchia ha oggi una politica estera multipolare orientata verso l’Europa, ma anche verso il Caucaso, l’Asia Centrale, il Medio Oriente e cerca il coinvolgimento anche in altre zone del mondo come l’Africa, l’America del Sud e l’Asia sud-occidentale; significativamente, negli ultimi anni la Turchia, in controtendenza rispetto alla maggior parte delle nazioni, ha aperto numerose nuove rappresentanze diplomatiche. L’obiettivo principale della Turchia oggi è la stabilità dell’area in cui si trova. L’accesso alle istituzioni europee è ancora considerato un obiettivo, ma non è la sola priorità; inoltre la Turchia ritiene che oggi sia l’Europa ad avere bisogno della Turchia almeno quanto la Turchia dell’Europa. In particolare la Turchia guarda con grande attenzione ai fenomeni della “primavera araba” nei paesi dell’Africa settentrionale (Tunisia, Egitto e Libia), e si schierata a fianco dei riformisti fin dall’inizio senza le esitazioni e i tentennamenti che hanno contraddistinto la politica di molti paesi occidentali. Il modello turco, di stato laico in un contesto islamico, viene proposto anche alle giovani democrazie arabe. A proposito di modelli, la Turchia vede con qualche preoccupazione l’attuale crisi del modello d’integrazione delle minoranze etniche nei paesi europei, Italia compresa, e propone il mo- ualche giorno dopo, si è svolto il convegno “Il mercato turco: market entry, legislazione fiscale e opportunità d’investimento per le imprese" organizzato dall’Associazione di amicizia Italia - Turchia e dall’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo ISIAMED. La manifestazione, dopo il benvenuto del Presidente del Circolo, è stata aperta dalla dottoressa Cristiana Pagni, Vice-presidente dell’Associazione Italia - Turchia, dal Senatore Stefano De Lillo, presidente della stessa associazione e da Sua Eccellenza Hakki Akil, ambasciatore turco in Italia. Sono poi intervenuti Sua Eccellenza Carlo Marsili, già ambasciatore italiano in Turchia, l’Ammiraglio Ispettore Onofrio Flagiello, dello Stato Maggiore Marina, l’Assessore allo sviluppo economico della regione Liguria Renzo Guccinelli, il Presidente della Confindustria ligure Sandro Cipollina, il Senatore Lorenzo Forcieri, Presidente del Distretto Ligure per le Tecnologie Marine e Alessandro Biggi, coordinatore di un team di ricerca sull’economia turca. Hanno chiuso la sessione mattinale Sua Eccellenza Hakki Akil e il senatore Gian Guido Folloni, presidente d’ISIAMED. Nel pomeriggio il simposio è continuato con una serie di tavoli operativi nel corso dei quali le imprese locali hanno potuto incontrare rappresentanti delle istituzioni turche. Di particolare interesse gli interventi di Sua Eccellenza Hakki Akil, che ha fatto presente come la Turchia presenti oggi il secondo tasso di crescita al mondo, dopo la Cina, ma prima del Brasile, e come la po- 35 dello dell’impero ottomano, caratterizzato (prima della rivolta dei “giovani turchi”) da multietnicità, multiculturalità e multi religiosità in un contesto, per l’epoca, di sostanziale tolleranza. Le resistenze che si sono avute all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea sono, secondo la Turchia, sostanzialmente riconducibili alla differente religione, essendo la situazione economica e politica non dissimile da quella di altri stati dell’ex Europa dell’Est che pure sono stati accettati. Il PIL turco nel 2010 è cresciuto dell’8%, ma nei prossimi anni il governo turco ha programmato un rallentamento della crescita, dovuto alla crisi delle economie occidentali, che secondo Sua Eccellenza Akil non sarà di breve durata; la Turchia intende approfittare di questo momento di pausa per consolidare la propria economia, e in particolare il sistema fiscale. La Turchia non teme la crisi, in quanto ha già avuto una gravissima crisi nel 2002, con il crollo delle principali banche locali, crisi dalla quale sono usciti, soprattutto per le condizioni di sostanziale stabilità politica che hanno contraddistinto il periodo dal 2002 ad ora, a differenza di quanto avveniva prima. La Turchia vede con favore la cooperazione con l’Italia, e nota che il nostro paese ha perso alcune posizioni di rilievo in ambito industriale che aveva negli anni ’70 del XX secolo (basti pensare all’importante ruolo che aveva Olivetti nell’ambito dei primi computer, mentre adesso è praticamente assente dal mercato), e che la Turchia può aiutarci a rientrare da protagonisti in alcune aree d’alta tecnologia. Sua Eccellenza Carlo Marsili, già ambasciatore in Turchia, ha fatto notare l’occasione persa dall’Europa con il mancato ingresso in tempi rapidi della Turchia, prevalentemente per la posizione fortemente negativa della Francia e di altre nazioni, come Olanda e Austria. Anche il frettoloso accoglimento della Repubblica Cipriota nell’Unione Europea, senza che fossero risolti i gravi problemi dell’Isola, è stato un grave errore, del quale ora paghiamo le conseguenze. Ricordiamo che Cipro è divisa tra le due comunità etniche greca e turca ognuna delle quali ha un proprio governo, e che lo stato di Cipro ammesso nell’Unione Europea rappresenta solo la comunità greca, non estende la propria autorità su tutta l’isola e non è riconosciuto dalla Turchia, che invece riconosce la repubblica turca di Cipro del Nord. In conclusione il convegno è stato un’occasione molto interessante per gli imprenditori italiani interessati alle opportunità che offre il mercato turco, ma anche per tutti gli intervenuti che hanno potuto ascoltare le opinioni espresse, con grande franchezza, da autorità di altissimo livello, sulla situazione turca nel contesto politico ed economico internazionale e sui problemi che caratterizzano l’Italia e l’Europa. C. B. ■ 36 CAUDEBEC-EN-CAUX I l 5 novembre si è svolta a Caudebec-en-Caux, piccolo borgo in Alta Normandia sulla rive della Senna, la commemorazione dell’anniversario della spedizione dell’idrovolante LATHAM 47, partito il 16 giugno del 1928 verso il Polo Nord alla ricerca del dirigibile Italia, e mai più rientrato. Alla presenza delle più alte autorità politiche e militari locali, l’Addetto per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi, Generale di Brigata Carlo Fortino, e l’Addetto per la Marina, Capitano di Vascello Pier Federico Bisconti, hanno deposto una corona di fiori per onorare l’eroica impresa del Comandante Guilbaud e del suo equipaggio. Nel corso della cerimonia è stato consegnato un premio all’equipaggio di un elicottero della squadriglia 35F della Marine Nationale che si è distinto per un’eroica impresa di salvataggio in mare. La fine degli anni 20 del secolo scorso fu caratterizzata dalla sfida per la conquista del Polo Nord. L’esploratore Norvegese Roald Admunsen, dopo vari tentativi, riuscì finalmente l’11 maggio del 1926 a sorvolare il Polo a bordo di un dirigibile, il Norge N1, progettato e co- mandato dal Generale del corpo del Genio Aeronautico Umberto Nobile. Ma la collaborazione tra l’Ufficiale italiano e l’esploratore norvegese era destinata a durare poco. Il crescente favore del partito fascista in Italia riteneva l'impresa di Nobile una buona pubblicità mentre i norvegesi reclamavano il merito maggiore visto che l'idea e l'acquisto del dirigibile lo avevano fatto loro. Una volta tor- nato in Italia Nobile fu promosso Maggior generale del Genio Aeronautico ed ottenne il finanziamento per una nuova impresa, a bordo di un nuovo dirigibile più moderno e potente, l’Italia. Così nell’aprile del 1928 l’Italia al comando di Nobile partì da Milano verso il Polo Nord, con a bordo un equipaggio di 16 uomini, per lo più scienziati. Dopo aver effettuato un primo viaggio di esplorazione a oriente delle Svalbard l'Italia partì per il Polo Nord il 23 Mag- 37 gio del 1928. L'ambito limite geografico fu raggiunto alle 00.24 del 24 maggio 1928; dalla verticale del punto furono lanciate una croce benedetta da Pio XI e una bandiera Italiana. Il dirigibile non poté effettuare un atterraggio come previsto a causa delle avverse condizioni climatiche e dopo due ore sopra il polo iniziò il viaggio di ritorno. Tuttavia, a causa di una violenta tempesta di ghiaccio e neve, l’Italia si schiantò al suolo alle 10.30 del 25 maggio. Sette uomini morirono, altri nove, tra cui il Generale Nobile, si attrezzarono per sopravvivere sulla banchisa, disponendo di una tenda (la famosa “tenda rossa”) e di viveri. Soltanto otto gior ni dopo il disastro un radioamatore siberiano ricevette l’S.O.S. dell’equipaggio dell’Italia. Il mondo allora si mobilitò alla ricerca dei sopravvissuti italiani, in un eroico slancio di solidarietà. Roald Amundsen, il grande esploratore norvegese, nel generoso tentativo di aiutare l’equipaggio del dirigibile, chiese aiuto a tutti i governi del mondo e la Francia acconsentì a mettere a disposizione un aereo idrovolante, considerato avanzatissimo per quei tempi, prodotto da una fabbrica, la Société Latham, sulle rive della avvenimenti Commemorazione dell’anniversario della spedizione dell’idrovolante Latham 47 Senna, a Caudebec-en-Caux. Il 16 giugno 1928 il Latham 4702 parte da Caudebec e con un volo di 13 ore raggiunge Bergen, in Norvegia. L’equipaggio della Marine Nationale è composto dal Comandante Guilbaud, dal primo ufficiale Cavelier de Cuverville, dal motorista Brazy e dal marconista Valette. A Bergen salgono a bordo Amundsen ed un pilota esperto di navigazione polare, Leif Dietrichson, anche lui norvegese. Il 18 giugno, verso le 4 del pomeriggio, il Latham 47 ed il suo equipaggio internazionale lasciano Tromsoe diretti a Kings Bay. Circa tre ore dopo il decollo trasmetteranno il loro ultimo messaggio prima di finire per sempre dispersi nei pressi dell’isola dell’Orso circa a metà strada del loro volo. Il 23 giugno l’aviatore svedese Lindborg riuscì finalmente ad atterrare in prossimità della tenda rossa. Imbarcò Nobile, ferito, e lo portò in salvo. Durante un secondo tentativo di atterraggio l’aereo di Lindborg si capovolse ed anche l’aviatore svedese rimase intrappolato. I superstiti furono finalmente tratti in salvo dalla nave rompighiaccio Krassine messa a disposizione dall’ex URSS, il 12 luglio, 48 giorni dopo l’incidente. In totale morirono otto persone dell’equipaggio del dirigibile Italia. Il 21 giugno 1931, alla presenza di autorità francesi, italiane, norvegesi, nel punto dove era stato costruito l’aereo e da cui era partito per la sua ultima missione, fu inaugurato il monumento “A ceux du Latham 47” (A quelli del Latham 47). Confuso tra la folla Umberto Nobile ci tenne ad essere presente per rendere onore alla memoria di chi si era immolato nel generoso tentativo di salvare lui ed il suo equipaggio. Pier Federico Bisconti ■ Consegna dei diplomi di laurea all’Ecole Navale BREST I l 3 novembre si è svolta la cerimonia di consegna del diploma di laurea ai giovani “Enseigne de Vaisseau” della Promotion EN2008 all’Ecole Navale di Brest, di fronte all’Ammiraglio Comandante, il C.A. Marc de Briançon. La cerimonia prevede la premiazione di alcuni ufficiali che si sono distinti nello studio e nello sport, da parte di autorità militari di altre nazioni. Per l’Italia era presente il C.V. Pier Federico Bisconti, addetto per la Marina presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi. Questo evento contribuisce a sottolineare la sempre più stretta collaborazione tra Forze Armate di diversi Paesi, che vede una sempre maggiore cooperazione nell’ambito degli scambi fra personale di diverse marine estere. Potersi interfacciare con nuove realtà, con una cultura diversa dalla propria e con un diverso sistema di formazione è un’occasione senz’altro unica, che consente di acquisire una mentalità più aperta. L’Italia dal 2008 ha aderito al progetto “Erasmus Militare” che, come nel mondo universitario, prevede lo scambio di ufficiali in formazione per la durata di un semestre. Ad oggi due Aspiranti del corso “Etairoi” stanno frequentando il loro semestre di scambio mentre gli omologhi francesi seguono il semestre in Italia con l’attuale 3° classe. La pianificazione e la realizzazione pratica di questo partenariato è affidata ad “ufficiali sottordini”. Attualmente sono a l’ÉcoleNavale di Brest, il S.T.V. Gianluca Montella e i due Aspiranti Emanuela Ferrentino e Maurizio Poddi. Durante questo periodo di scambio, noi ormai prossimi guardiamarina, siamo stati pienamente integrati con la classe francese e partecipiamo a tutte le attività previste: stage di arte del comando, campagne addestrative, corsi di leadership, lezioni scientifiche, lezioni di relazioni internazionali, sport. Questa forte integrazione arricchisce il nostro bagaglio culturale e ci fa sentire sempre più cittadini e soprattutto militari europei. La Francia e in particolare l’École navale, vede nella presenza dell’“ufficiale straniero” un fattore chiave per una formazione “internazionale” dei suoi allievi: gli scambi internazionali infatti vedono impegnati, oltre all’Italia, anche altri paesi europei (Germania, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia) e non (Stati Uniti, Giappone, Corea, diversi paesi africani francofoni). E come spiega Jean-Marie Bockel, Segretario di stato francese alla difesa e ai veterani: “la creazione di un Erasmus Militare ha per scopo quello di formare i capi militari del domani a capire, apprezzare, amare e difendere quello che abbiamo in comune e al tempo stesso quello che ci distingue”. Ferrentino, Poddi ■ 38 “ Santa Barbara Santa Barbara: la Marina Militare celebra la Santa Patrona”; “La Marina Militare festeggia la sua Patrona”. Sono due dei tanti titoli che troviamo sui quotidiani locali in occasione della festività della Santa: una ricorrenza molto sentita da tutti i marinai d’Italia. Ogni anno si rinnova una tradizione radicata da sempre nella memoria e nella storia della Marina. Nessun marinaio in servizio o che abbia portato almeno una volta il solino, può dimenticare il giorno di Santa Barbara. Un giorno, dove la solidarietà, amicizia e rispetto legano tra di loro ogni uomo che appartiene al mare; sia che il marinaio si trovi su un’unità navale sia che si trovi in una caserma, in Italia o all’estero. La storia della martire la conosciamo tutti: per aver abbracciato la fede cristiana fu decapitata dal proprio padre, ma questi subito dopo fu ucciso da un fulmine, punizione divina per il suo gesto. Era il 4 dicembre dell’anno 306. Barbara è invocata da tutte le persone esposte a pericoli di una morte improvvisa (allusione a quella del padre), e per questo in ogni deposito di munizioni c’è un’immagine della Santa appesa a una paratia o a una parete: il luogo è chiamato “Santa Barbara”. Non è un rito scaramantico ma significato di una profonda e incondizionata fede alla propria protettrice. Le celebrazioni appena trascorse sono state 39 accompagnate da un tratto di semplicità e sobrietà. A Roma il tradizionale concerto celebrativo che si tiene nell’auditorium Parco della Musica, evento aggregante e culturale della famiglia marinaia presente nella capitale, non è stato eseguito. Una scelta, come ha spiegato il capo di Stato maggiore della Marina, suggerita “da criteri di coerenza con il particolare momento di austerità che sta affrontando la Nazione e che tutti siamo chiamati a parteciparvi contribuendo nel più efficace modo possibile”. Parole condivise da donne e uomini della Marina, che si sono ritrovati tutti nella basilica di San Giovanni in Laterano per la celebrazione religiosa della Santa Messa officiata dall’Ordinario militare per l’Italia, monsignor Vincenzo Pelvi. Un giusto momento di raccoglimento e preghiera per tutti i marinai di ogni età. “Uomini di mare e di guerra” che alla loro protettrice chiedono di intercedere affinché siano protette “le case lontane, le care genti”, e chi “veglia in armi sul mare”. Costantino Fantasia ■ avvenimenti I festeggiamenti alla nostra Santa Patrona improntati alla sobrietà Le riflessioni di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vincenzo Pelvi avvenimenti Avvento: viandanti in cerca dell'Atteso I l tempo liturgico dell’Avvento celebra la venuta di Dio nei suoi due momenti: prima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, poi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. La speranza di noi cristiani, pur restando ben radicata in un evento del passato, è rivolta al futuro che trasforma e sorregge la nostra vita quotidiana. Attratti dal Mistero del Dio che verrà, chiediamoci: pensiamo e desideriamo la vita eterna? Oppure ci affatichiamo e amiamo solo quella presente? Nel nostro tempo sembra arduo parlare della vita eterna. Si tende a concentrare il proprio interesse su questa vita e sui suoi problemi e non si ama pensare a quello che verrà dopo. Anzi, si fa ogni sforzo per censurare l’immagine della morte e non si vuole neppure sentirla nominare. Eppure l’annuncio della vita eterna non è un messaggio di paura e di tristezza ma di gioia e di felicità. Infatti, la vita eterna è essenzialmente il Paradiso, cioè l’essere con Cristo nella gioia beatificante del Padre, che supera tutto ciò che di grande e di bello possiamo immaginare. Dobbiamo pensare in questa direzione, consapevoli che solo la vita eterna con Dio dà un senso alla vita umana. In che modo? Innanzitutto, la vita eterna dà il senso dell’incompiutezza. Il pieno, il definitivo non sono realtà di questa vita, ma della vita eterna. Questa vita è segnata dall’instabilità, dal cambiamento, dall’incertezza, vissuta nella dialettica del già e del non ancora. Finché è in questa vita l’uomo può sempre rifiutare Dio. Questo senso di inquietudine della vita umana esige di essere superato dalla virtù della speranza. L’Avvento è per eccellenza la stagione spirituale della speranza e in esso la Chiesa intera è chiamata a diventare speranza per se stessa e per il mondo. Tutto l’organismo spirituale del Corpo mistico assume, per così dire, il “colore” della speranza. Come ricorda Papa Benedetto non dobbiamo mai affliggerci come chi non ha speranza, perché abbiamo un futuro certo che rende credibile anche il presente (cfr. Spe salvi 2-9). In secondo luogo, la vita eter- 40 na dà alla vita umana il senso della serietà: il tempo della vita è un tempo serio e prezioso, nel quale l’uomo costruisce il suo destino eterno. Egli sarà per l’eternità quello che si impegna a essere nel breve arco della sua esistenza terrena. Dio non salva l’uomo senza la sua collaborazione, per quanto manchevole e modesta questa possa essere. Ciò spiega perché l’attesa della vita eterna non distoglie il cristiano dall’impegno a favore degli uomini e, in particolare, dei poveri. «Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi» (Ef 5,15-16). La spiritualità cristiana parla del buon uso del tempo «secondo la volontà di Dio» (1 Pt 4,2). Il tempo della vita è preparazione alla vita eterna. In terzo luogo, la vita eterna dà alla vita il senso del pellegrinaggio. Il cristiano è un pellegrino e il tempo della vita è tempo di pellegrinaggio in cerca della città stabile, quella futura (cfr. Eb 13,14). La vita terrena è un passaggio rapido, è un viaggio verso Dio e non bisogna attaccarsi alla vita, quasi che essa debba durare per sempre. A riguardo Sant’Agostino ricorda: «Ama Dio se ha compiuto in te qualcosa di ciò che ascolti e apprezzi. Fa’ uso del mondo, ma il mondo non ti faccia suo prigioniero. Sei venuto al mondo, vi compi il tuo viaggio. Ci sei venuto per uscirne, non per restarvi. Sei un viandante; questa vita è soltanto una locanda. Serviti del denaro, come il viandante nella locanda si serve della tavola, del bicchiere, del piatto, del letto, con l’animo di chi si appresta a partire, non a rimanere. Se vi comporterete così, giungerete a conoscere le promesse del Signore. Non è molto quello che vi si chiede, poiché grande è la mano di colui che vi ha chiamati. Ci ha chiamati, lo si invochi. Gli si dica: “Tu ci hai chiamati, noi ti invochiamo. Abbiamo udito la tua voce che ci chiamava; ascolta la nostra che ti invoca”» (Commento al Vangelo di Giovanni). Cristo ritornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Quando? Nessuno lo sa. E’ il segreto di Dio. Sappiamo solo che verrà all’improvviso, come un ladro nella notte: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Mt 24,42-44). Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù: «Vegliate!» (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto non solo ai discepoli, ma a tutti, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso. «Vegliare è il concentrarsi continuo del pensiero e il suo tenersi alla porta del cuore. I pensie- ri, che giungono come ladri, essa li vede e ascolta che cosa dicono e che cosa fanno questi assassini e quale forma i demoni hanno impresso su di essi e innalzato come una stele; con queste fantasie, infatti, cercano di ingannare il profondo del cuore. Queste azioni proprie della vigilanza, condotte con diligenza, ci fanno fare un’autentica esperienza, se lo vogliamo, del combattimento spirituale. Un primo modo della vigilanza sta nel sorvegliare frequentemente la fantasia, cioè l’assalto, perché Satana non può, senza la fantasia, creare pensieri, né presentarli al profondo del cuore servendosi dell’inganno. Un altro modo è di avere il cuore sempre profondamente silenzioso, in stato di quiete, estraneo a ogni pensiero, e di pregare. Altro modo è supplicare nell’umiltà l’aiuto del Signore Gesù Cristo. Altro modo è avere nell’anima l’incessante memoria della morte. Tutte queste azioni, carissimo, impediscono come portinai l’accesso ai cattivi pensie- 41 ri» (Esichio presbitero, A Teodulo). Carissimi, prepariamo quotidianamente la venuta di Cristo alla fine dei tempi. Egli già bussa alla porta del nostro cuore: sei disponibile a darmi la tua carne, il tuo tempo, la tua vita? È questa la voce del Signore, che vuole entrare anche nel nostro tempo, vuole entrare nella vita umana tramite noi. Preparagli la via con una vita buona e onesta, con azioni irreprensibili, perché il Verbo di Dio cammini dentro di te senza inciampi e ti prepari una dimora eterna nel cielo. Egli cerca anche una dimora vivente, la nostra vita personale. Ecco la venuta del Signore. Questo vogliamo di nuovo imparare nel tempo dell’Avvento: il Signore possa venire anche tramite noi. Icona dell’Avvento è la Vergine Maria, la Madre di Gesù. InvochiamoLa perché aiuti anche noi a diventare un prolungamento di umanità per il Signore che viene e che verrà. Vincenzo Pelvi ■ Santa Barbara: vedere con gli occhi del cuore avvenimenti Omelia per la S. Messa in occasione della Festa della Santa Patrona della Marina nella Basilica di S. Giovanni in Laterano arissimi, Gesù si presenta anche oggi come segno di contraddizione. Nessuno può rimanere indifferente davanti a lui. L’evangelista Matteo ci parla di «due ciechi» (Mt 9,27) che insieme si rivolgono al Signore nella speranza di essere sanati, e insieme, dopo aver vissuto l’esperienza del dolore e di una supplica comune, possono condividere la gioia di essere di nuovo capaci di vedere. Per essere guariti è necessaria l’umiltà di riconoscere che la nostra vista spesso è annebbiata dal disordine interiore e dal peccato. Noi crediamo di vedere molte cose, di sapere chissà quali verità, ma non ci accorgiamo che di essere ciechi fino a che Gesù non pone la sua mano sui nostri occhi aprendoli ad un mondo nuovo, prima neppure immaginato. Toccati dalla grazia, impariamo anzitutto a riconoscere il Signore, il suo amore misericordioso, distinguendo ciò che è importante da ciò che è invece relativo. Solo se ci riconosciamo amati da Dio possiamo ritrovare la nostra dignità di uomini e di donne che “vedono” davvero e che sanno vivere nella verità e nella giustizia. Nella pagina evangelica ascoltata il vero miracolo di Gesù non è tanto la guarigione fisica, ma il dono della fede: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E’ la fede che apre gli occhi ai ciechi. C’è, infatti, un rapporto stretto tra gli occhi e la fede. È attraverso gli occhi della fede che noi cogliamo la realtà del soprannaturale. Dobbiamo chiedere al Signore occhi per vedere Dio in tutte le cose e vedere tutto come lo vede Dio. La fede ci fa scorgere i segni luminosi del venire di Dio nella vita là dove vedo solo frammenti incompiuti e incomprensibili. Come i ciechi del Vangelo sentiamoci rivestiti dalla pietà di Cristo, accolti nella sua casa, toccati dalla sua mano misericordiosa. Gesù ci fa vedere in luce diversa anche gli altri e allora impariamo a stimare ciò che il mondo spontaneamente non apprezza: gli umili, i poveri, gli oppressi. E’ la fede che apre gli occhi del cuore verso chi è nel bisogno. Santa Barbara, nostra Patrona, insegna la relazione stretta che esiste tra occhi e cuore. Abbiamo bisogno del cuore per “vedere”, perché vediamo solo le cose verso le quali tende il nostro cuore, mentre siamo ciechi per le cose verso le quali il cuore non è orientato. Quante volte il cuore, chiuso per vari motivi, ci chiude gli occhi. Guidati dall’orgoglio, dall’egoismo, vediamo solo i torti subiti, i difetti degli altri e non le loro qualità positive. Siamo ciechi perché il nostro cuore non è convertito, ha bisogno di essere guarito. Non c’è niente di più semplice dello sguardo: si guarda come si respira, eppure nulla è più difficile che essere capaci di vedere. Tutta la storia non è altro che un lento imparare a vedere insieme e non da soli. Riconoscere come i due ciechi di aver bisogno di aiuto e saperlo chiedere insieme, quasi sostenendosi nella supplica e facendosi coraggio nell’invocazione è l’unica via per poter riscoprire i colori dell’universo che ci abita interiormente e che ci circonda. Eppure tutto ciò non sarebbe possibile senza quella fede che apre il cuore alla speranza, che è già un modo di vedere oltre la tenebra e il buio. Cara famiglia marinara, impara a vedere l’oggi con gli occhi del cuore, con il tuo impegno di speranza capace di tenuta di fronte alle prove e agli insuccessi, che accetta la fatica del servizio anche nelle situazioni umane più complesse. Dinanzi all’odierna crisi economica, finanziaria e politica che stiamo attraversando, vorrei richiamare il bisogno di una radice etica in una società segnata da concorrenza, disgregazione, opposizione, nella quale non siamo nemmeno più capaci di parlarci senza ricorrere ai toni dell’offesa. La società ha bisogno di speranza e di coraggio per andare controcorrente rispetto alla cultura dominante. L’umanità, infatti, è una, e ogni essere umano o si colloca in una comunità, in relazione con altri, e allora si umanizza, oppure sperimenta quell’individualismo che ha come unico esito possibile la violenza. La scena sociale, ingrandita dai canali di comunicazione, non deve annullare le possibilità di una riflessione pacata e lungimirante che abbia al centro la dignità di tutto l’uomo e di ogni uomo. Ciò comporta un cambiamento di mentalità, che purtroppo siamo ancora lontani dall’aver raggiunto. Ciascuno senta come proprio dovere di coscienza l’impegno etico della solidarietà, che non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per le difficoltà di tante persone, ma la determinazione ferma e permanente di impegnarsi per il bene comune. Occorre superare pregiudizi, ristrettezze di visione, provincialismi culturali e sociali, educarsi alla pace con Dio, con se stessi, con gli altri, con la natura. Dobbiamo acquisire uno stile di vita più sobrio, più ricco di condivisione e di convivialità. L’impegno dei cristiani potrà immettere un’anima spirituale e un saldo fondamento etico nelle decisioni e istituzioni economiche, politiche e militari, necessarie nel prossimo futuro. Operare in questa direzione è offrire il nostro contributo alla civiltà nuova dell’amore. Santa Barbara, con la tua luce non permettere che il potere delle tenebre domini il nostro cuore, ma apri con la grazia dello Spirito i nostri occhi. Illumina noi Marinai d’Italia, guarisci le nostre cecità, vinci il buio che ci assedia, perché impariamo a vedere le meraviglie dell’amore di Dio. Luce dei cuori, rinnova i nostri occhi perché sul tuo esempio possiamo capire ciò che ama Dio. Vincenzo Pelvi ■ L’augurio dell’Ordinario Militare avvenimenti Cari amici, mi è offerta l’opportunità di rivolgervi un pensiero in preparazione al Natale, attraverso la vostra bella rivista. Ben volentieri colgo la preziosa occasione per augurare a tutti e a ciascuno serenità e pace N atale: Dio si fa piccolo per noi, viene come un bambino bisognoso di aiuto. Il Signore si cala nel tempo e si fa uno di noi, per farci conoscere il suo amore. Come ogni bimbo, chiede di essere accolto in un cuore che si sa aprire al bisogno dell’altro. Dopo duemila anni, Dio si manifesta nella nostra storia e diventa racconto concreto di un amo- re senza equivoci, dell’amore che non calcola, dell’amore che si appassiona per ogni vita umana. Carissimi, impegniamoci a vivere un Natale più autentico, perché, Gesù viene a vivere nelle vostre famiglie donando una presenza fraterna e amica per bambini, donne e uomini che soffrono. Insegnate ai vostri figli a 44 vivere per una ragione che è più potente della stessa vita: una passione per l’uomo, chiunque sia e dovunque si trovi, perché sia riconosciuta la sua dignità. «Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Voi donate la vita accettando, per amore, il rischio di una condizione fatta d’incertezza e disponibilità. Sono i rischi della professione militare che si qualifica nel compito di difendere la giustizia e la libertà contribuendo alla pace del mondo intero. La pace va costruita giorno per giorno nelle coscienze e nei rapporti interpersonali, nella protezione dei più deboli e indifesi, delle tradizioni e dei valori spirituali di popoli. Che la carità portata da Cristo, venuto bambino sulla terra, infiammi sempre più, fino a diventare capace di togliere dalla nostra civiltà la miseria e la guerra. La pace vera, fondata nella verità si costruisce solo guardando ogni uomo con rispetto e non come il rivale, l’avversario, il nemico. Lasciamo cadere le barriere dell’egoismo e l’affermazione di legittimi interessi particolari non sia mai offesa per gli altri, né mai negazione di ragionevole socialità. Se oggi la società non è felice, è perché non è fraterna. L’uomo è tentato di adorare se stesso, di fare di sé il termine supremo del pensiero e della storia. Sta affermandosi, infatti, una mentalità falsamente umanistica, imbevuta di radicale egoismo, chiusa alla conoscenza di Dio, fondamentalmente inquieta e sovversiva, perché non aperta alla luce e alla speranza eterna. Amati Marinai, l’augurio di questo Natale si fa invito a considerare la pace interiore, che ogni spirito umano dovrebbe e vorrebbe avere dentro di sé, come luce della coscienza, espressione armonica della propria personalità, radice intima e feconda della 45 pace esteriore. La Vergine Maria, madre della famiglia umana e stella del mare, semini nei nostri animi la Pace del suo materno cuore. Vincenzo Pelvi ■ avvenimenti L’Esposizione Internazionale “100 Presepi” rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2012 anche nei giorni festivi con orario continuato dalle 9.30 alle 20 L’Inaugurazione della Esposizione, il Sindaco di Roma Giovanni Alemanno e il Cardinale Angelo Comastri; sopra: Presepe realizzato in legno e gesso dall’Ambasciata d’Austria presso la Santa Sede. Ambasciate accreditate presso il governo italiano e la Santa Sede. Alla 36ª Esposizione “100 Presepi”sono esposti 190 presepi tutti nuovi, realizzati con tecniche e materiali tra i più svariati da quelli artistici provenienti dalle Regioni italiane e dai Paesi Esteri a quelli dei bambini degli Istituti scolastici, delle Associazioni operanti nel sociale a quelli di fantasia offrendo così al visitatore una completa panoramica dell’arte presepiale nazionale ed internazionale. La fantasia degli artigiani presepisti colpisce, tra i visitatori, non solo i bambini ma anche gli adulti. Sono stati utilizzati una molteplicità di materiali: pasta popcorn, pane, caramelle, spatole, viti, bulloni, carta vetrata, fiammiferi, cravatte alla juta, rafia, canna vegetale, cioccolata al pellet, perle swarovski, porcellana limoges e inoltre presepi ambientati in una radi- ROMA E ’ stata inaugurata a Roma, la storica Esposizione Internazionale “100 Presepi”che proseguirà fino all’8 gennaio 2012 nelle Sale del Bramante in Piazza del Popolo. La mostra, promossa da Roma Capitale in collaborazione e con la partecipazione della Regione Lazio di Atac e di Zetema, ha visto la partecipazione all’evento inaugurale delle Em.ze Rev.me Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro in Vaticano e Francesco Marchisano, Presidente Emerito dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica; dell’On. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma Capitale e una folta rappresentanza di Ambasciatori, Primi Ministri e consiglieri delle 46 Presepe realizzato da Marco Limone, Campania; a destra: particolare del Presepe realizzato da Aniello Gaudino, Campania; a sinistra: Scuola San Romano, particolare realizzato con popcorn. ce d’albero, in un tamburo, in un angolo di Roma sparita, in una zucca, in un cesto di paglia e molto altro ancora. I presepi realizzati con i materiali e le tecniche tradizionali regionali sono opere di artisti che con la loro manualità riescono a produrre opere di alto artigianato come ad esempio i presepi napoletani che si rifanno ai maestri del ’600 e ’700 con pastori con mani, piedi e viso realizzati in terracotta, corpo in stoppa legata con fil di ferro, occhi di cristallo dipinti a mano e vestiti con tessuti della Fabbrica di San Leucio; come quelli siciliani in terracotta che riproducono ciò che i maestri realizzarono nel ‘500 con gli abiti induriti con la colla utilizzando una particolare tecnica e dipinti a mano. Anche i presepi esteri sono di grande interesse in quanto rivelano la cultura, il folklore e le tradizioni del Paese di provenienza e vengono realizzati in genere con i materiali trovati in natura e i personaggi alcune volte hanno i tratti somatici tipici della Regione di provenienza. In questa edizione inoltre si può ammirare anche un presepe dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di Assisi con i quali è stata intrapresa una collaborazione al fine di sottoli neare il significato religioso del presepe al quale San Francesco ha reso omaggio nella notte di Natale del 1223. 190 suggerimenti quindi per realizzare il presepe in casa, in ufficio, nella scuola, nella vetrina del proprio negozio ecc., ogni materiale può essere utilizzato l’importante che la Natività sia presente e la tradizione del presepe e i valori universali che rappresenta rimangano vivi. Sempre molto apprezzato dai piccoli il laboratorio “Il presepe come Gioco” realizzato nell’ambito di “100 Presepi” dove i bambini dai 4 agli 11 anni possono realizzare, con l’aiuto di personale specializzato, un personaggio del presepe e poi portarlo a casa. Antonio Cosentino ■ 47 avvenimenti Motor Show: la manifestazione è anche palcoscenico per la Marina Il momento non è certo dei più felici, il mercato italiano dell'auto è in difficoltà, ma il Motor Show di Bologna non rinuncia allo stimolo e alla vitalità, come del resto la presenza della Marina, che da quattro anni caratterizza questa manifestazione BOLOGNA S ono state quarantotto le anteprime di prodotto che i visitatori del 36° Salone Internazionale dell’Automobile di Bologna hanno potuto ammirare nei vari padiglioni: tra queste, otto novità a livello mondiale, sei debutti per il mercato europeo e trentaquattro anteprime nazionali. La kermesse, punto di riferimento irrinunciabile per gli appassionati di auto e motori, ha aperto i battenti, con l'ormai tradizionale girandola di stand dei principali marchi italiani e internazionali, gare sportive, concerti e l'immancabile presenza di hostess e ragazze immagine a catalizzare l'attenzione del pubblico. La manifestazione è stata inaugurata dal taglio del nastro toccato al presidente di Bologna Fiere, Duccio Campagnoli e al presidente dell'Anci e sin- daco di Reggio Emilia Graziano Delrio sulle note dell'inno di Mameli e alla presenza, tra gli altri, del numero uno della Camera di Commercio bolognese, Bruno Filetti e della modella serba, Nina Senicar, madrina 2011. “Il Motorshow - ha spiegato Giada Michetti, amministratore delegato di GL Events Italia, organizzatrice della rassegna - è ormai l'unico punto di riferimento per l'automobile in Italia”. L’industria automobilistica, per fortuna, investe ancora su Bologna. Oltre alle anteprime, l’attenzione si è manifestata su un “focus sulla mobilità elettrica” e sulla mobilità sostenibile - e due mostre preziose: una dedicata alla “icon cars” e al percorso automobilistico nel corso dei 150 anni dell'unità d'Italia e una, intitolata “luxury time”, dedicata alle auto da sogno. Certo, qualche defezione c’è stata – il gruppo BMW-Mini, Opel, Toyota, Chevrolet, Citroen e Peugeot – ma visto il momento c’era da aspettarselo. A lanciare la sfida 48 al mercato dell'auto che in Italia è a dir poco depresso, sono soprattutto le vetture compatte. Molte sono state le novità in passerella, che presto si affronteranno sullo scenario globale. A partire dalla FIAT Nuova Panda e VOLKSWAGEN up!, con la seconda che, per il responsabile marketing del gruppo tedesco Luca De Meo avrà “l'Ita- lia come secondo mercato”. Santo Ficili, responsabile Mercato Italia del brand Fiat, si dice “per nulla preoccupato” dell'assalto che la up! potrebbe portare alla leadership che Fiat occupa in Italia ed in Europa nel segmento delle “piccole”. Ma a puntare al rilancio in Ita- lia, per cercare anche di intercettare il target dei giovani e delle persone anziane, i più colpiti dalla crisi; c'è anche RENAULT con la Twingo, che sarà commercializzata a gennaio 2012. Così come l'AUDI A1 Sportback, vettura pensata per un target giovane e urba- no. Per rimanere sempre in tema di compatte la rassegna bolognese ha segnato l'esordio della nona generazione della HONDA Civic e della nuova FORD B-Max. Antonio Cosentino ■ MOTOR SHOW: uno strumento di comunicazione per far conoscere le attività e i mezzi della Forza Armata ologna è stata anche il palcoscenico per la Marina Militare. Presente con un proprio stand espositivo, la B Marina partecipa da quattro anni consecutivi alla ker- messe automobilistica più importante d’Italia, particolarmente significativa in un’area dove per motivi geografici la nostra Forza Armata è meno presente di altre istituzioni. Il Motor Show di Bologna è il luogo ideale per portare a conoscenza del grande pubblico le nostre attività. I giovani presenti, visitando lo stand istituzionale, hanno avuto la possibilità di ricevere informazioni sulla realtà odierna della Marina e sulle molteplici opportunità di formazione e carriera, in un momento molto importante della loro vita, la scelta del proprio futuro. avvenimenti “Vivi le Forze Armate: militare per tre settimane” I giovani marinai in visita ad una delle realtà operative della marina l 27 e il 31 ottobre il Comando delle Forze Subacquee ha ospitato circa sessanta giovani arruolati in Marina nell’ambito dell’iniziativa “Vivi le Forze Armate: militare per tre settimane”. I giovani marinai hanno avuto modo di visitare le varie realtà operative della Marina avvicinandosi al mondo militare e vivendo, anche se per poco, l’esperienza “dell’essere militari”. In particolare, hanno avuto la possibilità di venire a contatto con la realtà dei nostri Sommer gibili, visitando l’intero complesso del Comando delle Forze Subacquee ed il Sommergibile “Salvatore Todaro”. Il programma si è aperto con un’iniziale conferenza di benvenuto con lo scopo di fornire le conoscenze basilari sull’organizzazione della Componente e sulle attività operative che i Battelli Italiani hanno svolto negli ultimi anni, senza tralasciare alcuni aspetti tecnici fondamentali per comprendere come realmente “funzioni” un moderno Sommergibile. E’ infatti il mezzo subacqueo a rendere caratteristica ed unica la nostra Componente, ed è per questo che si è ritenuto opportuno trasmettere ai potenziali futuri Sommergibilisti che cosa sia il “mezzo subacqueo”. Nell’intento di rendere partecipe l’interessata platea delle peculiarità non solo dei mezzi, ma anche degli uomini che navigano sott’acqua, non ci siamo risparmiati nel raccontare lo spirito di corpo e il legame fraterno dei nostri equipaggi, sentimenti che nascono da una determinata professionalità e da un grande spirito di sacrificio. Successivamente le ragazze ed i ragazzi partecipanti all’iniziativa sono stati accompagnati nella Scuola Sommergibili. L’esperienza si è poi conclusa con un’immancabile visita a bordo del Sommergibile Salvatore Todaro: solo in questa occasione i giovani marinai hanno potuto comprendere che 50 cosa significhi vivere a bordo di un’unità subacquea e per quale motivo sia naturale, ma allo stesso tempo necessaria, l’amalgama tra i componenti dell’equipaggio. Al termine di questa positiva esperienza, vi è la certezza di essere riusciti a trasmettere le conoscenze basilari sui Sommergibili e sulla Componente Subacquea e, allo stesso tempo, tutta la passione che nutriamo per la nostra professione. Sicuramente i giovani marinai ci hanno regalato l’occasione per farci conoscere, mentre l’interesse da loro dimostrato ci ha ricordato che, seppur “taciti ed invisibili”, i Sommergibili riscuotono sempre un grande interesse anche tra i non addetti ai lavori. Mirco Forasacco ■