In questo numero - Consiglio Nazionale dei Chimici

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In questo numero - Consiglio Nazionale dei Chimici
In questo numero
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Contiene IP
8
6
3 
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Consiglio Nazionale dei Chimici
Direzione, redazione e amministrazione
P.zza S. Bernardo, 106 - 00187 Roma
Tel. 06 47883819 - Fax 06 47885904
[email protected] - www.chimici.it
Direttore responsabile
Armando Zingales
Direttore editoriale
Antonio Ribezzo
Coordinamento redazionale e grafica
Segni e Suoni
21
LA VOCE DEL DIRETTORE
Verso Expo 2015
Gli articoli e le note firmate esprimono soltanto l’opinione dell’autore
e non impegnano il Consiglio Nazionale dei Chimici né il Comitato di
Redazione (CdR). L’accettazione per la stampa dei contributi originali di
interesse scientifico e professionale nel campo della chimica è subodinata
all’approvazione del CdR, previa revisione di tre Referee, scelti dal CdR
tra gli esperti del settore. Quanto pubblicato nel Bollettino raccoglie gli atti
ufficiali del Consiglio Nazionale dei Chimici.
Stampa
Grafica Ripoli s.n.c.
Concessionaria di Pubblicità
AGICOM srl
5 
L’EDITORIALE
La gestione dei rifiuti a chi ne ha davvero
competenza
Autorizzazione del tribunale di Roma
n. 0032 del 18 gennaio 1990
6 
8
PRIMO PIANO
Italia Chiama Europa
Che fine fanno?
Italia, eccellenze e arretratezze
9 
IL PUNTO
“Ambiente” con la “I”
11 
13
APPROFONDIMENTO DEL PRIMO PIANO
Quel pasticciaccio chiamato Sistri
La perenne emergenza
14 
L’INTERVISTA
Un Paese da non buttare…
28 
IO, UN CHIMICO
Camice bianco in pasticceria
16 
17
ATTUALITÀ
Petrolio, un futuro incerto
Giù le mani dalle tipicità
30 
31 VOCI DAL TERRITORIO
A tutela della nostra salute
Decima candelina per “Farmaffari”
18 
19 PROFESSIONE E LAVORO
Restituite la refurtiva
La previdenza sarà più semplice
32 
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SPAZIO EXPO
Custodi, non padroni della terra
La Carta di Milano
20 
21 FOCUS SANITÀ
Pediatri e medici di famiglia preparano la rivolta
L’anno che (forse) riformerà
36 
SPAZIO RICERCA
Itinerari per l’EXPO: alchimie di ingredienti
e d’alimenti mediterranei alla tavola di Stradivari
22 
23
NORMATIVE
Banca dati Dna, serve chiarezza
Ecoreati, un ddl per iniziare
44 
EUCHEMS
26 
FOCUS
Mi aggiorno quindi sono
La quota di iscrizione dei singoli iscritti è comprensiva del costo e delle
spese di spedizione della rivista in misura pari al 5%.
Una copia: € 8,00.
Abbonamento annuo (6 numeri):
Italia € 40,00. Estero: € 80,00
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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
Numero chiuso in redazione il 28 - 02 -2015
pedizione in Abb. postale Art. 2, comma 20/C
S
legge 662/96 - Filiale di Roma
La voce del direttore
di ANTONIORIBEZZO
Verso
Expo 2015
Siamo nell’anno di Expo, il grande evento che si terrà a Milano a partire dal 1°
maggio e che vedrà coinvolti operatori
e professionisti di ogni latitudine, chimici
compresi.
Noi racconteremo i sei mesi dell’Expo
dal nostro punto di vista a cominciare
dal gioco ‘Missione chimica’, ai 5 eventi
in collaborazione con Euchems, fino al
Congresso Nazionale di ottobre.
Per noi “Nutrire il Pianeta” vuol dire illustrare e sottolineare il contributo della
chimica e dei chimici alla nutrizione del
nostro ecosistema, concetto che si sviluppa essenzialmente attorno al valore del
cibo, ma che può essere riferito anche
ad una sua concezione più ampia come,
ad esempio, nutrire il Pianeta di conoscenza con appropriati studi e ricerche.
Nutrire gli elementi del Pianeta che a
sua volta ne costituiscono la linfa vitale,
come l’aria e l’acqua.
La Redazione de Il Chimico Italiano ha
pensato di dedicare una specifica newsletter, con cadenza quindicinale, all’evento Expo.
Essa si muoverà su tre direttrici con cui
è stato concepito l’impegno dei Chimici
nel corso dell’evento internazionale, ovvero il coinvolgimento del mondo scien-
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
tifico, il gioco scuola ed il Congresso
Nazionale dei Chimici.
Avendo riguardo del tema di Expo bisognerà innanzitutto riflettere e confrontarsi sulle contraddizioni presenti nel
mondo a proposito del divario esistente
fra i milioni di persone che soffrono di
fame e chi muore per disturbi di salute
legati a un’alimentazione scorretta o per
troppo cibo.
Occorrerà meditare sulla quantità di
cibo che annualmente viene sprecato al fine di favorire scelte consapevoli
e stili di vita sostenibili affinché, anche
attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, si possa rendere possibile
un equilibrio tra disponibilità e consumo
delle risorse.
Riteniamo si debba anche evidenziare
la storia del cibo e del gusto attraverso
varie interpretazioni.
Riflettere sull’evoluzione umana attraverso il cibo, evidenziando sia le tecniche di
coltivazione che di trasformazione degli
alimenti che hanno reso possibile lo sviluppo quantitativo e qualitativo della vita
umana sul Pianeta.
I Chimici potranno evidenziare i nuovi
obiettivi per un millennio sostenibile,
dove da un lato ci sia la salvaguardia
della diversità delle produzioni e coltivazioni alimentari, dall’altro la tutela dei
saperi e delle tradizioni di intere culture.
In questo senso sono da tenere presente
le tradizioni alimentari regionali italiane che si sono tramandate nei secoli,
rendendo famosa la nostra cucina in
ogni parte del mondo. Inoltre sarà anche importante approfondire i concetti
riguardanti le tecniche di conservazione
dei cibi, le diverse modalità di cottura,
le invenzioni finalizzate a modificare o
mantenere i sapori di cui l’Italia è leader
indiscussa nel mondo.
Da subito i chimici hanno voluto partecipare in prima persona alla manifestazione con un contributo originale, il già
citato “Missione chimica”.
E grazie all’impegno dell’Ordine dei
Chimici della Lombardia, sostenuto dal
Consiglio Nazionale dei chimici, siamo
pienamente dentro l’evento, siamo in
Expo 2015 a rappresentare con la nostra presenza le cose belle della chimica,
le applicazioni nello specifico della nostra professione, le nostre idee.
Attendiamo tutti, chimici e non,
Expo2015 con la convinzione di poter
lasciare una traccia significativa della
nostra presenza.
ILCHIMICOITALIANO
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L’editoriale
di ARMANDOZINGALES
La gestione
dei rifiuti a chi
ne ha davvero
competenza
Abbiamo concepito il sottotitolo della
copertina come una provocazione: non
dipende, i rifiuti oggi vanno certamente
ritenuti una risorsa. Perché tuttavia essi
possano davvero rivestire questo ruolo decisivo per la società, è necessario
innanzitutto buon senso di chi traduce
in legge i provvedimenti, regole comuni - qui l’Europa può venirci in aiuto - e
infine, bisogna prestare attenzione ad
improvvide fughe in avanti.
Buon senso quindi. E competenza. Il
Consiglio Nazionale dei Chimici ha anche scritto alla Commissione Europea
proprio per ricorrere contro una malintesa concezione di rifiuto pericoloso, in
particolare del principio di precauzione,
in base al quale, quando i componenti
di un rifiuto sono determinati in modo
aspecifico e perciò non sono noti i composti specifici che lo costituiscono, per
individuare le caratteristiche di pericolo
del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori. Una impostazione che porterebbe a conseguenze
ridicole: un rifiuto, ad esempio, che contiene del sale da cucina potrebbe essere
classificato pericoloso a causa del cloro,
che allo stato gassoso è tossico (ma certamente non come ione nel cloruro sodico!). Decisioni comiche se non fosse che
i loro effetti risultano poi penalizzanti
per l’economia e l’ambiente. Oltretutto
ben lontane dai criteri sottesi alla Decisione 2000/532/CE in cui il concetto
di pericolosità dei rifiuti non è sempre
e comunque sovrapponibile a quella di
sostanze e miscele. Ma la questione ci
porta più lontano, a riflettere su quell’idea di sussidiarietà rispetto alle Pubbliche amministrazioni che da tempo le
categorie professionali rivendicano, non
per protagonismo ma perché realmente,
e senza false modestie, le più competenti
a trattare le materie in atto. Un esempio
è senz’altro la scrittura dei provvedimenti
legislativi. La mano dell’estensore del testo, relativo ai rifiuti pericolosi, del disegno di legge di conversione in legge del
D.L. 24 giugno 2014 era davvero maldestra. Servono competenze e cultura per
compiere scelte e tradurle in misure (non
solo in campo ambientale). Infine, attenzione alle fughe in avanti, si diceva. Siamo ben favorevoli a modalità innovative
di gestione dei rifiuti purché sostenibili,
dal punto di vista ambientale, economico
e nella modalità di realizzazione. Quando questo non accade a rimetterci sono
proprio lavoratori e cittadini perché i primi a pagare le conseguenze di attività,
anche imprenditoriali, fragili e d’incerta
solidità scientifica. Anche in questo caso,
è bene che la gestione dei rifiuti sia lasciata a chi possiede vere competenze
per svolgerle.
Esprimo i migliori auguri, a nome dei chimici italiani, al nuovo Presidente della Repubblica.
Non saremo certo noi ad avanzare suggerimenti o tirare per la giacca la nostra figura
istituzionale più importante su temi specifici, il nostro è un solo ed unico auspicio: che Sergio Mattarella possa davvero rappresentare un vero punto di riferimento, come lo è stato
durante la sua precedente attività pubblica, per tutto il Paese, e che si possa guardarlo
come quell’esempio di elevata statura, morale prima di tutto, che il compito, ma soprattutto
l’Italia richiedono, ora più che mai.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
ILCHIMICOITALIANO
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Primo piano
di ANDREAZACCARELLI
e GIULIATORBIDONI
Italia
Lontano dai modelli nordeuropei, ma
alla ricerca della sua strada verso una
sempre maggiore sostenibilità. L’Italia
dei rifiuti, fotografata dal Rapporto Ispra
sulla qualità dell’ambiente urbano 2014,
è un Paese a più velocità, con alcuni territori in linea con i parametri europei e
altri che arrancano, affidandosi ancora
troppo alla discarica. Eppure, un dato
positivo c’è: la raccolta differenziata,
sebbene al di sotto dei parametri dettati,
è in aumento.
Secondo il Rapporto, che dedica al
tema un intero capitolo, nel 2013 la
produzione nazionale di rifiuti urbani è
stata di circa 29,6 milioni di tonnellate,
quasi 400mila tonnellate in meno rispetto al 2012. Una diminuzione dovuta anche, purtroppo, a fattori economici, ma
soprattutto da ricondurre alla diffusione
di sistemi di raccolta differenziata, alla
diminuzione delle quote relative ai rifiuti
assimilati e alle azioni di riduzione alla
fonte. Cartina al tornasole è il tasso di
raccolta differenziata che è inversamente proporzionale alla produzione di rifiuti urbani. Su questo fronte, la legge
296/2006 stabiliva gli obiettivi da raggiungere, come ad esempio il 35% di
RD al 31 dicembre 2006 e il 65% al 31
dicembre 2012. Insomma, una crescita
graduale, ma dalla teoria alla pratica
qualcosa non ha funzionato. Nel 2013,
infatti, il tasso si è fermato al 42,3%,
che, sebbene in crescita di 2 punti sul
2012, non permette al nostro Paese di
raggiungere ancora neanche l’obiettivo
del 2008, ovvero il 45%. Ai vertici della
classifica dei territori più sostenibili, con
quasi il 65% di raccolta differenziata,
Veneto e Trentino Alto Adige. Agli ultimi posti, Calabria e Sicilia con meno
del 15%. Ma a fugare ogni possibile cliché sul Sud Italia, ci pensa la Campania
che, passata dal 29% al 44% dal 2009
al 2013, si assesta insieme alla Valle
d’Aosta al centro della graduatoria, più
in alto di Liguria e Toscana. A dimostrazione che essere virtuosi non è un fatto
geografico.
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ILCHIMICOITALIANO
Europa
2
9,6 milioni di tonnellate. È la produzione
nazionale, secondo il
rapporto Ispra 2014,
di rifiuti urbani quasi 400mila
tonnellate in meno rispetto al
2012. Una diminuzione dovuta
anche, purtroppo, a fattori economici, ma soprattutto da ricondurre alla diffusione di sistemi
di raccolta differenziata, alla
diminuzione delle quote relative
ai rifiuti assimilati e alle azioni di
riduzione alla fonte.
Campania
Passata dal 29% al 44% dal
2009 al 2013 è tra le Regioni
del Meridione più virtuose dal
punto di vista della raccolta
differenziata. Si assesta insieme alla Valle d’Aosta al centro
della graduatoria, più in alto di
Liguria e Toscana. In testa alla
classifica invece Veneto e Trentino Alto Adige. Agli ultimi posti,
Calabria e Sicilia.
Chia
Quarantamila
euro di multa
perché l’Italia non è
ancora al passo con le
direttive europee sui rifiuti. Quando si parla di risorse
da investire per la ripresa del
Paese, difficile non pensare poi
a quelle che prendono la via per
Bruxelles causa inadempienze. Il
Ministro Galletti ha replicato che si
tratta di situazioni vecchie di sette
anni, la Ue ha subito controbattuto
che sì, è vero, ma nel frattempo poco
si è fatto – e troppo lentamente – per
poter evitare sanzioni, soprattutto
quando si porta la giustificazione
dell’aver chiuso tante discariche.
“Peccato – spiegano ancora da
Bruxelles – che chiuderle non sia
azione sufficiente per conformarsi alla direttiva”. Insomma
perché il rifiuto possa essere
concepito davvero come risorsa ancora ce ne vuole. L’Europa pertanto
richiama e san-
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
ma
ziona, l’Italia
risponde che la
fotografia scattata
dalla Ue è fuori fuoco:
“Ci stiamo adeguando
ai parametri, i risultati sulla raccolta differenziata, ad
esempio, sono in crescita”. Il
braccio di ferro continua anche
se l’Europa, e qualche addetto,
fanno notare che la questione non
può esaurirsi alla sola raccolta, l’insieme di pratiche che consentono
un corretto smaltimento dei rifiuti
riguarda anche e soprattutto riciclo
e recupero, e qui, a quanto pare, il
percorso è ancora da completare.
Di certo, multa o non multa, primi
della classe in educazione al rifiuto
non siamo, forse siamo piuttosto
come quegli studenti che aspettano la notte precedente il compito
in classe per mettersi a studiare
sul serio. Tempo per portarsi
al pari ce n’è ancora. Bisogna impegnarsi però,
Bruxelles è inflessibile.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
3
kg. I rifiuti urbani procapite che finiscono in
discarica in Germania
dove nel complesso se
ne raccolgono circa 597 kg. In
Italia su 535 chilogrammi ne
vengono smaltiti in discarica
248. In pratica poco meno della metà. Una sproporzione che
invita a riflettere sulla gestione.
Molti altri Paesi sono più virtuosi di noi. La media europea di
quelli urbani è del 36%.
Germania
È uno dei Paesi europei che,
secondo le stime di Eurostat,
smaltisce meglio i rifiuti. Con
essa sono presenti Svezia, Austria, Paesi Bassi, Danimarca.
Un approccio mentale radicato
nell’equazione storica ambientalismo-qualità della vita spiega la
presenza in cima alle classifiche
di Stati nordici, mentre le discariche sono ampiamente utilizzate
Malta, in Bulgaria e in Romania
In Germania si raccolgono 597 kg di
rifiuti urbani procapite di cui solo 3 finiscono in discarica. In Italia su 535 chilogrammi 248. Poco meno della metà.
Troppo facile come esempio per allungare ombre sul Belpaese? Probabilmente sì, questione di tradizioni, di culture
ambientali troppo diverse per legittimare paragoni. Tuttavia è la sproporzione
del dato che dovrebbe far riflettere: la
distanza pare sin troppo esagerata,
senza contare che tra noi e loro molti
altri corrono più o meno virtuosamente
in mezzo. Secondo le stime di Eurostat,
Paesi nel vecchio continente che smaltiscono meglio la sbornia dei rifiuti sono
Svezia, Austria, Paesi Bassi, Danimarca
e appunto Germania. Un approccio
mentale radicato nell’equazione storica
ambientalismo-qualità della vita spiega la presenza in cima alle classifiche
di Stati nordici, che individuano nella
discarica un’opportunità di smaltimento
soltanto residuale. In Italia, secondo dati
resi noti dall’Ispra, nelle discariche delle
periferie cittadine finisce il 37% dei rifiuti
urbani, allineandosi alla media europea
(circa 36%). L’Europa, però, non presenta un volto omogeneo, perché sud e
nord viaggiano con ritmi molto diversi,
per non parlare dell’Est. In particolare,
la discarica è ampiamente usata - oltre il
90% - a Malta, in Bulgaria e in Romania.
Una ricerca della commissione Europea,
“Screening of waste management performance of EU Member States”, ha
poi definito l’ottica manageriale con cui
viene affrontata la gestione dei rifiuti
urbani. Lo studio stila una classifica articolata in tre gruppi: tra i migliori, oltre
ai Paesi già citati all’inizio, compaiono
anche Francia, Finlandia e Regno Unito,
nella fascia media si trovano Spagna e
Portogallo, nell’ultimo Grecia, Bulgaria,
Paesi Baltici e Repubblica Ceca. L’Italia?
No, non viaggia nel gruppo di testa, e
neppure in quello all’inseguimento.
ILCHIMICOITALIANO
9
Primo piano
Il punto
di GIULIATORBIDONI
di TOMASOMUNARI
Italia, eccellenze
e arretratezze
Il Presidente della Fondazione
Sviluppo Sostenibile
e già Ministro dell’Ambiente,
Edo Ronchi, fa luce sulla
situazione delle bonifiche
nel nostro Paese: “Per prima cosa
estendiamo le buone pratiche”
L’obiettivo di una raccolta differenziata
oltre il 60% dei rifiuti urbani è stato raggiunto, nel 2013, da ben 24 province
italiane. Per la gran parte al Nord, ma
ce ne sono anche al Centro - come Ancona e Macerata - ed anche al Sud e
Isole - come Benevento e Oristano”. È
positivo lo sguardo di Edo Ronchi, Presidente di Susdef, Fondazione Sviluppo
Sostenibile e già Ministro dell’Ambiente,
sebbene non manchi di sottolineare i
passi necessari per migliorare la situazione. “Bisogna estendere le buone
pratiche di raccolta differenziata: dalla
comunicazione e informazione dei cittadini, alla gestione delle fasi di avvio e
consolidamento, dai modelli di raccolta
domiciliare ai sistemi di controllo e contabilizzazione ecc. La media al Nord è
del 54%, ma Sicilia, Calabria, Molise,
Puglia, Basilicata e Lazio nel 2013 erano
sotto il 27%. Per queste regioni occorre
una specifica analisi con un programma
e misure ben studiate e implementate,
coinvolgendo amministratori locali e regionali”.
10
ILCHIMICOITALIANO
Si è appena chiuso il semestre italiano
di presidenza in Europa. Come valuta
l’operato italiano in chiave ambientale
in relazione, soprattutto, a quanto ci
chiedono le istituzioni europee?
Il pacchetto sulla circular economy è
stato ritirato con l’annuncio di una sua
ripresentazione entro questo 2015, mentre il pacchetto clima-energia ha lasciato solo una coda di formalizzazione.
Questo pacchetto contiene punti positivi
(la riduzione del 40% al 2030 in linea
con la traiettoria dei 2°C), ma non basta
perché non prevede obiettivi per l’efficienza energetica né una ripartizione
fra i Paesi europei dell’obiettivo per le
fonti rinnovabili. Mi è parsa invece molto
positiva la “Carta di Roma sul capitale
naturale e culturale”. Sull’adeguamento
del nostro Paese alle normative europee
abbiamo una situazione di eccellenze e
arretratezze: siamo fra i migliori per la
produzione di elettricità da fonti rinnovabili, ma non rispettiamo i limiti europei
per le polveri sottili; abbiamo fra i migliori sistemi di raccolta e recupero degli
imballaggi, ma abbiamo ancora procedure d’infrazione in corso per discariche
che non rispettano le norme europee.
Terra dei Fuochi, navi dei veleni, Sin...
il nostro Paese è disseminato di luoghi
purtroppo altamente contaminati. Ritiene che si stia facendo abbastanza
per bonificare le aree coinvolte e per
evitare che si verifichino casi analoghi
in futuro?
Non credo che si possano ripetere la
quantità e l’estensione dei siti contaminati che abbiamo ereditato: molte
delle industrie più impattanti sono state
chiuse, il sistema produttivo è cambiato, la normativa e i controlli non sono
certo perfetti, ma comunque sono più
efficaci che in passato. Resta pesante lo
strascico dei siti contaminati ereditati:
le bonifiche sono insufficienti e troppo
lente; sono costose e le imprese disposte e in grado di sostenere le spese non
sono molte; le risorse pubbliche che
andrebbero aumentate sono scarse; le
procedure continuano ad essere complicate e lunghe. Per il futuro penso che
le maggiori novità provengano dalla
green economy.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
“Ambiente”
con la “I”
L’ennesimo scomposto, e francamente
antiscientifico, intervento circa le modalità con cui in Italia si devono gestire i rifiuti, in questo caso in relazione alla loro
potenziale pericolosità, è la riprova che
la gestione della “questione ambiente”
nel nostro Paese si fa troppo e male.
Il codicillo “ammazza-recupero” e “foraggia-SISTRI” non è l’ultimo intervento
che, a noi del mestiere, farà salire la
pressione.
É già pronto un bell’articolo da introdurre nel Testo Unico Ambientale (il 232bis), contenuto in uno stralunato “DDL
green economy”, finalizzato a risolvere
il grande problema ambientale che atterrisce gli italiani.
La totale mancanza di una gestione dei
rifiuti - degna di questo nome - in buona
parte delle regioni italiane? La cronica
incapacità del sistema di regolamentare
e controllare in maniera proporzionata,
omogenea e razionale sul territorio le
attività di gestione? L’assenza di qualsiasi politica nazionale di riduzione dei
rifiuti? No, è la pressante problematica
ambientale delle “cicche” di sigaretta e
da masticare, gettate al suolo, a meritare un bell’articolo ad-hoc nel Testo Unico
Ambientale.
Per questo motivo, mi sia permesso proporre un “Catalogo in I” in onore dei
principi su cui la tutela dell’ambiente,
nella nostra Italica penisola, è basato.
Ignoranza: comincio senza mezzi termini e senza false ipocrisie, perché è il
filo rosso di tutto il discorso. Si discute, si
legifera, si regola, si opera e si giudica
nella più totale e splendida ignoranza
di cosa sia l’ambiente. Benché la qualità
dell’ambiente sia un legittimo interesse di
tutti, pochi hanno la formazione culturale
minima per garantirne la tutela in maniera utile. Perché anche solo il concetto di
ambiente, è tutt’altro che fisso e definito,
perché la tutela dell’ambiente è un compromesso tra la qualità della vita attuale
e la sostenibilità della vita dei nostri figli.
Perché ogni attività umana, ma non solo
umana, ha un impatto sul mondo, ed il
sottile equilibrio tra quello che serve a
noi, e quello che danneggia il prossimo,
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
sono un complesso intreccio tra salute,
ambiente e l’aspirazione ad avere una
qualità di vita migliore da parte di tutti. A
questo si aggiunga il fatto che, ad esempio, le dinamiche del consumo e della
produzione di energia, dei fenomeni di
distribuzione delle acque, dei nutrienti-contaminanti negli ecosistemi, della
diffusione, degradazione e modifica degli stessi contaminanti nelle matrici ambientali, ma anche i criteri di valutazione
e modellizzazione di tutto quanto sopra,
richiedono competenze scientifiche elevate (e in tutto questo c’è tanta chimica)
e non possono certo essere discusse, legiferate, regolate, gestite e giudicate da
chi, al massimo, ha studiato l’ecologia
con i cartoni animati di Barbapapà.
Inadeguatezza: a qualsiasi fede politica
possiate appartenere, da sempre o in
questo momento, se passate in rassegna i Ministri dell’Ambiente che abbiamo avuto la sfortuna di avere nel nostro
paese, l’unico che potrete promuovere è
Edo Ronchi. Gli altri, prima e dopo di
lui sono stati, per trovare - bonariamente - un’altra parola con la i, al massimo
inconsistenti. A partire da colui il quale,
tacerò il nome per pietà, ha costruito
un Testo Unico Ambientale, con la poco
segreta speranza di costruirsi un monu-
Il commento del Vice
Presidente del Consiglio
Nazionale dei Chimici
al controverso provvedimento
in materia di rifiuti pericolosi
mento, mentre ha realizzato un tanto
raffazzonato quanto incoerente almanacco delle norme precedenti.
Per dare sostanza alla critica ricordo
solamente:
1) la criptica modalità con cui sono
chiamati gli allegati alle varie parti (le
cui coordinate dovete necessariamente
recitare integralmente, come uno scioglilingua, per far comprendere di quale
tabella o di quale paragrafo, di quale
allegato parlate), che spaziano dai numeri arabi, romani e lettere;
2) l’imbarazzata presenza nella parte
quarta dedicata ai rifiuti delle norme
sulle bonifiche, che dovrebbero essere
nella parte sesta dedicata al danno ambientale (La motivazione? Perché erano
state li incastonate dall’art. 17 del Decreto Ronchi....)
3) la presenza di più definizioni della
stessa “parola” in diversi titoli dello stessa parte, vedi la poco illuminante definizione di “acque sotterranee”;
Tale stato di fatto ha stimolato la pulsione
irrefrenabile di ogni Ministro, Governo o
Parlamentare di voler introdurre una modifica - a caso - nel testo, nemmeno fosse
il quaderno degli ospiti di un bed and
breakfast, per portarci - in nemmeno 10
anni - al non invidiabile primato di avere
11
ILCHIMICOITALIANO
Approfondimento del primo piano
di VERONICAFERMANI
una ottantina di interventi normativi sul
testo di legge principale relativo all’ambiente, tutto a favore, inutile dirlo, della
certezza e chiarezza del diritto.
Questo, mentre serve al paese una radicale riscrittura della norma ambientale,
funzionale a evitare errori interpretativi,
dovuti alla complessità della norma, e a
sanzionare, in maniera proporzionata
ed efficace, chi la viola deliberatamente.
Inettitudine: Non possiamo certamente dimenticare tutti gli altri Ministri che
hanno saputo evitare, con grande presenza di spirito, la risoluzione dell’emergenza rifiuti della Campania; prevedere
una norma complessa e confusa per il
reimpiego di terre e rocce, quando sarebbe bastato semplicemente definire
quali sono le caratteristiche per cui un
materiale di scavo sia ancora considerabile “terre e rocce”; che hanno prodotto
confuse interpretazioni delle direttive europee che ci hanno portato, totalmente
impreparati, alla disfatta di Malagrotta
o all’imbarazzante ed inquietante SISTRI.
Incompetenza: Sarebbe troppo facile,
però lasciare tutte le colpe ai rappresentanti politici, perché per quanto
siano inadeguati, i politici ci sono
in tutti i paesi e in tutti i paesi passano, mentre il problema italiano
è che la pianta dell’ambiente è
danneggiata nel suo apparato amministrativo. Infatti buona
parte della confusa situazione in
cui versiamo è dovuta a uffici legislativi impreparati e/o latitanti,
rappresentanti di Istituti Superiori e alti funzionari del Ministero
dell’Ambiente che confondono
limiti per la qualità delle acque
sotterranee con limiti imposti per il test di
cessione dei rifiuti, che dimostrano un attaccamento morboso, acritico e fideistico
ai numeri presenti in tabelle nemmeno ce
le avesse portate Mosè scendendo dal
Sinai, che giustificano il divieto filosofico
dell’impiego di un polimero quale flocculante per limi, con la pericolosità del momonero (che è un po’ come un medico
cialtrone che intima a un paziente di rimuovere il fegato per paura dell’epatite),
o ancora il fatto che, invece di produrre
- come sarebbe lecito attendersi - linee
guida ragionate, sottoposte a pubblica
consultazione, producano pareri e lettere – spesso sconclusionati e di discutibile
sostanza - che, nell’assenza di altri riferimenti più solidi, filtrano al di fuori della
cerchia dei diretti destinatari.
Impreparazione: Ma l’incompetenza
non risparmia nemmeno gli organi periferici dello stato, siano esse Regioni,
Province o le diverse Agenzie territoriali, ove soggetti coscienziosi e preparati
12
ILCHIMICOITALIANO
sono accerchiati da persone che ricoprono ruoli per cui non hanno alcuna competenza, solo perché gli si deve trovare
un posto di quel “livello”. Così capita che
“territoriali” non sappiano neppure effettuare un semplice campionamento che
rappresenti, vagamente, quanto deve
essere campionato, e quindi possa essere funzionale alla verifica di una eventuale violazione. Da campionamenti fatti
in dieci minuti - con paletta e secchiello
- “rappresentativi” di montagne di materiali eterogenei, al prelievo istantaneo
- con una gamella - di acque stagnanti in
pozzetti per rappresentare scarichi non
in atto, o altri impongano, in conferenze dei servizi, prescrizioni sulla ricerca
di inquinanti fisicamente, chimicamente,
ma anche logicamente, impossibili da
riscontrare nelle matrici indagate.
Questo modo di procedere genera un
inutile contenzioso, che va a ingolfare i
tribunali con cause che sistematicamente terminano in proscioglimenti e che
hanno l’unico effetto tangibile di non
permettere di perseguire coloro i quali i
reati ambientali li commettono veramen-
te. O ancora, funzionari che producono
pareri e/o autorizzazioni scritte in un
italiano confuso ed imbarazzante e che
contengono prescrizioni sproporzionate, disomogenee, o anche addirittura
illegali, basate su copia e incolla di documenti incoerenti tra loro. Per tutti questi soggetti, la partecipazione a semplici
percorsi di formazione mirati potrebbe
essere risolutiva ma, sfortunatamente, in
molti enti pubblici questo non è per nulla
prioritario.
Interessi innominabili: Il SISTRI. É l’esempio principe di come, per creare un
mercato riservato, si possa prendere un
“fastidio” e trasformarlo in un “incubo”.
Premessa: Esisteva un problema di tempestività nella trasmissione delle informazioni relative alla gestione dei rifiuti
da parte delle imprese, il sistema attuale
prevede(va) una trasmissione riassuntiva, il cd. MUD, solo su base annua.
Indubbiamente un sistema poco efficace per qualsiasi controllo (ma il sistema
era nato solo con fini statistici e NON di
controllo).
Soluzione: Un incrocio tra 1984 di
Orwell e un film con Alvaro Vitali: Un sistema poliziesco che traccia i movimenti
delle motrici dei camion (ma non i rimorchi coi rifiuti!), un software totalmente disfunzionale e inadeguato, che richiede
l’adozione onerosa e forzosa alle imprese di un hardware, spesso non funzionante. Un sistema basato sul principio
che chiunque gestisce legalmente i rifiuti
è sempre e comunque un potenziale criminale, e che ha previsto l’assegnazione
dell’appalto per lo sviluppo del sistema
(e che gran sistema!) senza alcuna gara,
e con una incredibile segretazione degli
atti. Tutto questo, ovviamente, non incide
- e non avrebbe mai potuto incidere - in
alcun modo su chi, la gestione abusiva
dei rifiuti la fa e continuerà a farla, SISTRI o non SISTRI.
Ma il SISTRI é costato - e costa - alle imprese tempo e milioni di euro e, forse,
per paura di dover restituire il denaro
richiesto, ci si ostina a tenerlo, in coma
irreversibile, attaccato alla spina.
Si potrebbe ancora continuare
parlando dell’Inutilità delle previsioni penali per molte violazioni
ambientali che sarebbero molto
più efficacemente punite amministrativamente, dell’Incoerenza
interna delle versioni italiane
delle norme europee quale ad
esempio i tre modi diversi con cui,
nella Direttiva quadro sui rifiuti, la
parola “storage” viene tradotta
in italiano (stoccaggio, deposito,
messa in riserva) creando scuole
filosofico-normative su “differenze” che esistono solo in Italia, o il termine
“ricondizionamento” usato a sproposito
per tradurre “repackaging” (reimballo) o
il concetto di rifiuto “assimilabile” all’urbano, la cui definizione dettagliata aspettiamo da oltre 20 anni, quando è in molti
paesi semplicemente “similar”, simile, che
ha una interpretazione molto più oggettiva e diretta.
La via di uscita da questo Impasse è più
semplice di quanto si creda: per poter
avere un ambiente più pulito occorre
fare una pulizia radicale e svecchiare
le strutture normative, amministrative e
burocratiche, eliminare norme inutili e
incomprensibili, riformare il Ministero
dell’Ambiente, magari reinnestandolo
nel Ministero della Salute, oppure fondendolo con quello delle Infrastrutture,
come è avvenuto in Olanda, ma soprattutto formando in maniera adeguata i
funzionari pubblici.
Ma per tutto c’è un primo passo: Togliere
di mezzo l’inqualificabile SISTRI.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Quel pasticciaccio
chiamato Sistri
Poca chiarezza e scarsa semplificazione,
oltre agli elevati costi: il sistema per la tracciabilità
dei rifiuti si rivela tutt’altro che favorevole alle imprese.
Il parere di Rosaria Gigante, esperto del settore
Che tipo di oneri gravano sulle imprese
con l’applicazione del Sistri?
Oneri in primis economici dovuti ai contributi obbligatori e alla necessità di dotarsi di attrezzature dedicate (computer
e stampanti). Tali oneri pesano in modo
consistente sulle aziende che gestiscono i rifiuti pericolosi, ovvero impianti di
trattamento e trasportatori. Per questi
operatori, inoltre, esiste la necessità di
gestire apparecchiature di geolocalizzazione, specifiche per questo sistema
(black box), che comportano l’inserimento su ogni mezzo iscritto al sistema
di tracciabilità SISTRI di schede telefoniche di scambio dati e messaggi, attive
24 ore su 24. Un sondaggio fatto dalla
CNA mostra come, nei primi 4 anni di
esistenza del SISTRI, il 45% dei trasportatori delle imprese di trattamento dei
rifiuti abbiano sostenuto costi aggiuntivi
superiori a 10 mila euro, con punte che
arrivano a 50 mila.
A questi si aggiungono costi importanti in termini di risorse umane, da destinare alla gestione sia cartacea che
informatica del sistema di tracciabilità
dei rifiuti pericolosi. Ancora per tutto
il 2015, infatti, sarà attivo quello che è
stato definito il “doppio binario”: in altre
parole, tutti gli attori della filiera dei rifiuti (dal produttore iniziale all’impianto
di destino finale) devono per legge tracciare ogni operazione utilizzando sia il
sistema tradizionale (formulari e registri
cartacei) sia il sistema elettronico SISTRI
(registrazioni cronologiche, documentaFEBBRAIODUEMILAQUINDICI
zione cartacea di accompagnamento
dei trasporti...).
In sintesi, questo sistema si sta rivelando
incompleto, malfunzionante e dispendioso in termini di risorse economiche
ed umane. La sua operatività, inoltre, è
ancora in fase di test e continuo aggiornamento, ma, ciò nonostante, lo Stato
pretende per esso il pagamento di contributi annuali.
Rispetto alla tracciabilità dei rifiuti
emerge un’effettiva semplificazione
delle procedure?
Premesso che la chiarezza normativa
del SISTRI è scarsa, così come il sistema è attualmente progettato e opera,
non si notano di certo semplificazioni: il sistema, infatti, presenta vincoli
e rigidità che rendono spesso difficile,
se non impossibile, la gestione di pro-
Che cos’è?
Il SISTRI (acronimo per Sistema di Controllo della Tracciabilità dei
Rifiuti) è il sistema informativo voluto dal Ministero dell’Ambiente
italiano per monitorare i rifiuti pericolosi tramite la tracciabilità
degli stessi. Si tratta, in pratica, di trasferire in formato digitale
gli adempimenti documentali precedentemente svolti in forma
cartacea e basati sul Modello unico di dichiarazione ambientale
(MUD), sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e sul Formulario di
identificazione dei rifiuti (FIR). Il sistema si basa sull’utilizzo di due
apparecchiature elettroniche: una cosiddetta “black box” (cioè un
trasponder), da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per
tracciarne i movimenti, e una “token usb” da 4 Gb equipaggiata
con un software per autenticazione forte e firma elettronica che
viaggia assieme ai rifiuti, su cui sono salvati tutti i dati ad essi relativi.
13
ILCHIMICOITALIANO
Approfondimento del primo piano
di GIULIATORBIDONI
blematiche accidentali ed eventi non
prevedibili, in quanto le procedure per
apportare modifiche sono poco chiare
e tortuose.
Non solo, quindi, il sistema non costituisce una semplificazione, ma rende
anche difficilmente gestibili specifiche
casistiche di trasporti. Un esempio per
tutti è quello delle imprese estere che
effettuano trasporti di rifiuti dal territorio italiano a paesi esteri (o viceversa)
e, di conseguenza, sono obbligate ad
iscriversi al SISTRI per il tratto di percorso italiano. Esse, pur volendo ottemperare a quanto previsto dalla vigente
normativa, si trovano nell’impossibilità
di iscriversi perché non dotate di codice
fiscale o partita IVA italiana: il SISTRI,
infatti, non è in grado di gestire partite
IVA estere. In questi casi le aziende non
riescono, quindi, a concludere praticamente la procedura prevista a livello
teorico.
14
ILCHIMICOITALIANO
Quali sono le maggiori carenze?
Oltre a tutte le problematiche sopra
evidenziate, il SISTRI presenta, a mio
parere, un errore di fondo, che fa scaturire molte di quelle difficoltà. Il sistema,
infatti, nasce da una richiesta a livello
europeo di tracciare i rifiuti pericolosi,
non di gestirne il flusso: il SISTRI, quindi,
avrebbe dovuto essere disegnato come
un semplice sistema di registrazioni cronologiche. Al contrario, sembra progettato con un’architettura più simile ad un
sistema di gestione senza averne, però,
tutte le caratteristiche procedurali, la
completezza e la funzionalità.
Che tipo di soluzioni normative servirebbero per poter realmente sostenere
l’attività delle aziende coinvolte, garantendo al meglio i cittadini?
Le aziende che operano nel rispetto delle normative, orientate alla gestione dei
rifiuti nell’ottica della gerarchia dettata
dalla comunità europea (riciclo, recupero di materia, recupero di energia e per
ultimo smaltimento), sono assolutamente
favorevoli ad un sistema che tracci i rifiuti, anzi lo auspicano vivamente.
Tuttavia, per un tale scopo si rende necessario uno sistema efficiente, basato su
procedure più snelle e che si avvalga di
applicativi gestionali e apparecchiature
“user-friendly”, quali sono, ad esempio,
le modalità di gestione online dei conti
correnti bancari (home banking) e i sistemi di geolocalizzazione tramite GPS,
ormai entrati nell’uso comune di qualsiasi tipo di trasporto.
Sono convinta che mettendo a punto
un sistema di tracciabilità veramente
efficiente e, allo stesso tempo, incrementando quantità e qualità dei controlli su
strada, si potrà realizzare una gestione
dei rifiuti pericolosi, sempre più corretta
e rispettosa dell’ambiente e della salute
delle persone.
GENNAIODUEMILAQUINDICI
La perenne
emergenza
Un’emergenza tira l’altra. A guardare
il nostro Paese viene da pensarlo. Se è
vero che, dopo le discariche abusive, le
navi dei veleni, la Terra dei Fuochi, i cumuli di spazzatura che hanno inondato
le strade di Napoli in più occasioni, e chi
più ne ha più ne metta, anche il Natale
2014 sarà ricordato per la sirena d’allarme dei troppi rifiuti. Lanciato da molti
comuni della Sicilia, nel palermitano e
nelle province di Trapani, Enna e Caltanissetta, dove le persone si sono trovate
costrette a stipare la spazzatura negli
autocompattatori ma anche nelle case,
nei bagni dei ristoranti e nelle camere di
albergo. A Gela, ad esempio, dove la discarica di Timpazzo si è presto riempita,
si è arrivati ad abbondare rifiuti anche
all’ospedale. Un paradosso, se si pensa
che stiamo parlando di una regione altamente attrattiva in un periodo dell’anno particolarmente turistico. Anche a
Palermo e nei comuni che fanno parte
dell’Ato Palermo 1, da Cefalù a Cinisi, il
problema si chiama discarica. Quella di
Bellolampo, infatti, è insufficiente a raccogliere tutti i rifiuti prodotti. Troppi arretrati. Basti pensare che a Carini, dove si
è registrata la situazione peggiore, con
le immondizie che occupavano la carreggiata in alcune strade di periferia, si
producono ogni giorno 60 tonnellate di
rifiuti, ma solo 40 possono essere conferite in discarica. Le altre venti restano
in strada. E così aumentano le discariche abusive e i roghi. Per risolvere la
questione delle discariche, il presidente
della Regione, Rosario Crocetta, è andato a Roma, per chiedere poteri speciali
sull’emergenza. Senza ottenerli, però, in
quanto, come hanno detto dal Governo,
“la Sicilia è commissariata da quindici
anni per l’emergenza spazzatura, ma
non si sono visti risultati”. Situazione simile nella vicina Calabria. A Vibo Marina e
a Vibo Valentia si è assistito a fenomeni
di incendi a ripetizione, con l’ormai nota
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
emergenza ambientale. Per farvi fronte
la Regione ha autorizzato il conferimento in discarica di 120 tonnellate rispetto
alle 45 prestabilite. Un provvedimento
tampone che ha avuto il merito di dare
solo un po’ di tregua e guadagnare tem-
Rifiuti abbandonati e roghi
in Sicilia e Calabria.
Sono stati mesi di
emergenza: sì a maggiori
quantità in discarica,
ma la risposa si chiama
differenziata
po. Il dato su cui intervenire in modo
prioritario è, molto più probabilmente,
quello relativo alla raccolta differenziata
che, in Sicilia e Calabria, è al di sotto del
15% e pone le due regioni agli ultimi due
posti della classifica stilata dall’Ispra.
Best practices. A nord e a sud
Da ventuno anni, Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, premia le comunità locali che raggiungono i migliori risultati nella raccolta e nella
gestione dei rifiuti. Si tratta del concorso ‘Comuni Ricicloni’. Un riconoscimento
speciale è stato riservato, nell’edizione 2014, alla città di Cosenza per aver modificato il sistema di gestione dei rifiuti, passando dal 28% al 52% di raccolta
differenziata. Nessuna bacchetta magica, solo tanto lavoro in comunicazione,
formazione degli operatori e potenziamento del servizio grazie alla sostituzione
dei vecchi contenitori su strada con carrellati nuovi. Il prossimo obiettivo è il
raggiungimento del 65% di raccolta differenziata con un adeguato servizio di
raccolta porta a porta.
Esempi virtuosi a sud, ma anche a nord. Con Milano che ha ottenuto una menzione speciale per essere la sola città italiana con oltre un milione di abitanti ad aver
superato il 50% di raccolta differenziata. Un obiettivo tanto alto che pone la città
della Madonnina al secondo posto in Europa dopo Vienna. Anche qui non vi è
stata nessuna magia, bensì una continua informazione, anche multilingue, della
cittadinanza; un porta a porta con bidoni condominiali e l’estensione a tre quarti
della città della raccolta selettiva del rifiuto umido da cucina.
15
ILCHIMICOITALIANO
L’intervista
di SERGIOSINIGAGLIA
Un Paese
da non buttare…
Il sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani,
fa il punto sulla questione rifiuti. Luci e ombre delle
regioni italiane, ma complessivamente i dati sono
incoraggianti. La difficile battaglia nella Terra dei fuochi
Fig. 1
Sulla questione rifiuti il nostro Paese ha
proposto spesso un’immagine, in particolare nel Sud, poco edificante. Dall’ultimo rapporto presentato dal Conai e
dall’Anci sulla raccolta differenziata
nello scorso novembre emerge che
sono sette le regioni che hanno superato l’obiettivo del 50% di materiali
avviati a riciclo, obiettivo fissato per il
2020. Insomma se la situazione sta migliorando siamo ancora molto lontani
dagli standard europei. Addirittura secondo il rapporto ISPRA siamo ancora
ben lontani dal raggiungimento degli
obiettivi indicati per il 2008, visto che
la media nazionale si ferma al 42,3%.
Quali sono le politiche che il governo
sta portando avanti?
Concordo sul fatto che anni di incuria,
superficialità e malaffare in materia di
rifiuti hanno ferito gravemente l’immagine del nostro Paese. Ora però stiamo
lavorando con forza per recuperare.
Innanzitutto occorre premettere che
raccolta differenziata e riciclaggio non
sono la stessa cosa. La “raccolta differenziata” è una modalità organizzativa
e di gestione attraverso la quale si raccolgono i rifiuti nel modo migliore per
effettuare il “riciclaggio” e ottenere il
risultato migliore. Infatti il primo passo
per poter avviare correttamente a riciclo
i rifiuti è una adeguata raccolta differenziata. A livello comunitario non sono fissati obiettivi per la raccolta differenziata
dei rifiuti ma solo per il riciclaggio dei
rifiuti urbani (50%). In Italia le quantità
di rifiuti raccolti in maniera differenziata aumentano costantemente di anno in
anno. Nel 2007 la raccolta era pari a
16
ILCHIMICOITALIANO
8.960.000 tonnellate mentre nel 2013 è
arrivata a 12.500.000 di tonnellate. Dal
2009 al 2013 si è assistito ad un aumento di quasi 10 punti percentuali passando dal 33,6 % al 42,3% (fig. 1).
Tuttavia esistono ancora grandi disparità da regione a regione. Nella fig. 2
sono riportate le percentuali di raccolta
di tutte le regioni italiane.
Per quanto riguarda invece le percentuali di riciclaggio l’andamento aumenta
negli anni come conseguenza dell’aumento della raccolta differenziata. Dal
2010 al 2013 si è passati da una percentuale del 36,7 ad una del 41,8. Si
conferma pertanto il trend di crescita
verso l’obiettivo comunitario del 50% al
2020.
Al fine di incentivare il riciclaggio dei rifiuti il Ministero dell’Ambiente ha intrapreso
molteplici azioni su più fronti diversi.
Dal punto di vista normativo ha predisposto due schemi di decreto molto importanti che sono in fase di approvazione.
Il ministero è inoltre impegnato nella
predisposizione dello schema di decreto ai sensi del comma 2 dell’articolo
35 dello “Sblocca Italia” relativo alla
ricognizione e individuazione del fabbisogno su base regionale degli impianti
di riciclaggio della frazione organica
proveniente dalla raccolta differenziata.
Tale decreto servirà da indirizzo e da
stimolo per le regioni, enti locali ma anche cittadini sulla necessità di realizzare
una capacità sufficiente di impianti di
compostaggio e digestione anaerobica con post compostaggio in modo da
trattare i rifiuti organici e trasformarli in
compost (ammendante compostato) per
l’agricoltura chiudendo così il ciclo del
carbonio e dei nutrienti.
Le vicende della cosiddetta Terra dei
fuochi hanno fatto emergere il ruolo
della malavita organizzata nelle gestione dei rifiuti tossici. Una vicenda
che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. A che punto è l’azione
di bonifica nelle zone interessate e che
cosa si sta facendo per contrastare il
fenomeno?
Quello della terra dei fuochi è un dramma vero che abbiamo il dovere di affrontare con impegno e con serietà.
Proprio in questi giorni il Ministero
dell’Ambiente sta approntando le linee
di indirizzo di cui all’art. 2 del DL n.
136/2013 “Disposizioni urgenti dirette
a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo
delle aree interessate”. Nello specifico le
attività di individuazione o il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell’illecito ambientale, monitoraggio, anche di
radiazioni nucleari, tutela e bonifica nei
terreni, nelle acque di falda e nei pozzi
della regione Campania si svilupperanno attraverso l’attuazione delle seguenti
linee di indirizzo: il contrasto dei roghi
di rifiuti; il censimento e verifica delle
aree interessate da interramento rifiuti;
l’identificazione dei centri di pericolo;
il monitoraggio delle matrici agro-alimentari; la caratterizzazione e monitoraggio delle matrici ambientali; la
definizione e attuazione delle misure di
prevenzione e messa in sicurezza, bonifica. In tutto questo non mancheranno
le attività di vigilanza e controllo e la
sensibilizzazione e informazione della
popolazione.
Fig. 2
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Una questione delicata è il trattamento dei rifiuti pericolosi. I Chimici hanno
evidenziato alcune criticità contenute
nel decreto del giugno scorso, in particolare sullo stravolgimento introdotto
dal testo del ddl sulle modalità di attribuzione della pericolosità ai rifiuti,
concetto che non può essere ricondotto
acriticamente al quadro regolamentare relativo alle sostanze e miscele
pericolose, come appare dalla nostra
norma che in questo modo disallinea
la norma nazionale a quella europea
definita con la Decisione 2000/532/CE
…Cosa ci può dire in proposito?
Innanzitutto occorre premettere che le
novità introdotte dal d.l. 91/2014 (che
entrerà in vigore il 18 febbraio p.v.)
nelle premesse dell’allegato D del d.
lgs. 152/06 relativo all’elenco dei rifiuti
sono in buona parte utili nonché in linea con le nuove disposizioni emanate
di recente dalla Commissione europea:
la Decisione 2014/955/UE ed il Regolamento UE n. 1357/2014. Veniva infatti chiarito finalmente che un rifiuto
non pericoloso è sempre non pericoloso senza necessità di inutili prove e
test che ne accertino la pericolosità e
questo a vantaggio degli operatori che
non sono gravati dal costo economico
di tali prove e analisi. Il decreto chiarisce inoltre che i rifiuti pericolosi sono
tali sempre per definizione ed anche
questo costituisce un chiarimento utile
per gli operatori.
Il decreto introduceva però anche ai
commi 4 e 5 elementi che possono dare
adito ad incertezza e difformità di interpretazione. L’entrata in vigore (1 giugno
2015) delle nuove predette disposizioni
comunitarie (regolamento e Decisione
della Commissione) risolverà definitivamente la questione essendo l’Italia obbligata ad adeguarsi alle stesse.
Il Ministero sta preparando la modifica degli allegati del d. lgs. 152/06, da
emanare entro il 1° di giugno, al fine di
adeguarli alle nuove disposizioni comunitarie nell’ambito del quale rivedrà
anche i contenuti della premessa dell’allegato D introdotti dal d.l. 91/2014 inoltre sta considerando varie ipotesi per
fornire i chiarimenti interpretativi relativi ai commi 4 e 5 del d.l. 91/2014 che
saranno in vigore dal 18 febbraio al 1°
giugno 2015.
17
ILCHIMICOITALIANO
Attualità
Attualità
di SERGIOSINIGAGLIA
di GIULIATORBIDONI
Petrolio,
un futuro incerto
Tra crollo del prezzo barile e aumento della produzione
negli Usa, le ricadute politiche ed economiche
delle dinamiche intorno all’oro nero
La mattina del 23 gennaio sulla stampa
di tutto il mondo la notizia principale, la
scelta della Bce di puntare sulla quantitative easing, era in parte oscurata da
un’altra che occupava le prime pagine
dei principali quotidiani internazionali:
la scomparsa del re saudita Abdullah.
Tanti gli interrogativi sulle conseguenze
della morte del vecchio monarca. Tra
questi il futuro delle politiche energetiche
del Paese leader mondiale della produzione del petrolio, in un contesto in cui
da mesi il crollo del greggio è in caduta
libera: è infatti arrivato a circa 49 dollari
al barile, in sei mesi si è assistito al suo
dimezzamento.
Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto
l’aumento della produzione, conseguenza delle scelta degli Stati Uniti di incrementare le attività estrattive anche grazie al cosiddetto fracking,
una modalità fortemente
contestata dal fronte ambientalista per l’impatto
che ha sull’habitat.
La produzione americana è arrivata a 4 milioni di barili al giorno,
insidiando la leadership
dell’Arabia Saudita. La
produzione è aumentata anche in Russia, così
come in Libia, dove a
causa della guerra civile
aveva attraversato una
fase di forte difficoltà.
L’altra ragione del forte calo del prezzo è,
paradossalmente,
una
forte riduzione del suo
consumo, a partire da
un Paese oggi centrale
nell’economia
mondo
18
ILCHIMICOITALIANO
come la Cina, dove negli ultimi tempi si
stanno facendo largo le energie rinnovabili, nella consapevolezza da parte
della sua classe dirigente, che il livello
di inquinamento ha raggiunto picchi
inaccettabili. Sempre in chiave di una
aumentata sensibilità ecologista è da
interpretare il calo del consumo negli
Usa, dove l’amministrazione Obama ha
cercato di indirizzare verso alternative
“verdi” la politica energetica nazionale.
Altro aspetto centrale è dato dalla profonda crisi economica europea per cui
la debolezza dell’euro ha reso molto più
costoso per i Paesi del Vecchio continente l’acquisto dell’oro nero.
Questo sommariamente lo scenario.
Le conseguenze possono essere molteplici e, per diversi Paesi, avere cadute
positive da molti punti di vista. Infatti se
per le nazioni esportatrici i rischi di un
crollo economico sono incombenti, per
l’Occidente la situazione potrebbe riservare gradite sorprese. Sul fronte politico
lo renderebbe più forte nei confronti di
Paesi come la Russia e l’Iran con cui oggi
ha forti “contenziosi” internazionali (con
la Russia per via della questione ucraina, con il governo degli ayatollah per
il problema nucleare). Sul fronte economico è sin troppo facile ritenere che
permanendo la situazione attuale le tasche dei consumatori dovrebbero trarne
beneficio. Anche se in Italia il prezzo del
benzina è praticamente invariato. Allora
torniamo alla madre di tutti i problemi:
uscire dalla civiltà del petrolio per scegliere definitivamente le energie alternative. Ma questa è un’altra storia. Oppure
l’altra faccia della stessa medaglia…
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Giù le mani
dalle tipicità
Dopo le polemiche sull’errata promozione della caponata, i chimici
intervengono a difesa della tradizione culinaria italiana: “È un biglietto
da visita fondamentale per il Paese. Dobbiamo garantirne la qualità”.
Siglato un protocollo con il Comune di Palermo
Quando si mangia una cassata o un
cannolo sappiamo davvero se stiamo
gustando quello giusto? E un piatto di
tortellini, la pizza napoletana o una
mozzarella, possono essere prodotti da
tutti e in qualsiasi modo? In teoria, no.
Perché ogni tipicità è tale proprio perché
preparata in un modo e in uno soltanto, con degli ingredienti e non con altri.
È questo rigore a rendere una cassata
unica e speciale, perché, ad esempio, se
la preparassimo senza canditi non sarebbe più una cassata, ma qualcos’altro.
Si chiamano Specialità Tradizionale Garantita (STG).
Secondo l’elenco stilato dal ministero
delle politiche agricole, alimentari e forestali, aggiornato al 14 gennaio 2015,
solo due prodotti hanno la denominazione di Specialità Tradizionale Garantita: la mozzarella e la pizza napoletana. E dire che l’Italia ha una ricchezza
culinaria che potrebbe essere usata per
studiarne la geografia. Di recente, si è
sollevata la protesta contro una pubblicità del colosso alimentare Star che
promuove il dado come ingrediente
fondamentale per fare la caponata. Un
episodio che faceva seguito a un tweet
di Expo 2015 in cui invece di ‘arancine’, al femminile, si parlava di ‘arancini’, al maschile, e si mostrava una foto
di una arancina spezzata a metà in cui
si vedeva all’interno un uovo sodo, un
componente quanto meno inusuale per
le arancine doc. E nella bagarre i chimici sono entrati a gran voce, a difesa
delle tipicità e della qualità dei prodotti tradizionali. “I cittadini – dichiara il
Consiglio Nazionale – debbono sapere
cosa mangiano. Tanto più se si tratta di
piatti della nostra tradizione, che contribuiscono a costruire l’identità del nostro
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Paese anche fuori confine. Senza nulla
togliere all’innovazione, non possiamo
permetterci biglietti da visita confusionari”. Per questo sono stati proprio i
chimici siciliani a siglare un protocollo
di intesa con il Comune di Palermo per
una collaborazione gratuita finalizzata
a fornire certificazioni di qualità, anche
in relazione all’utilizzo del marchio STG.
Non solo. Come ci spiega Eugenio Cottone, consigliere del CNC, che assieme
al Prof. Francesco Salvo ha curato tali
cosa, quali ingredienti servono, quali i
tempi di cottura e realizzazione. E tutto
il resto è vietato. Così è stato fatto per
la pizza napoletana. Che la puoi fare
dappertutto, ma solo seguendo quel disciplinare. Altrimenti fai un’altra cosa,
non fai la pizza napoletana verace”. Il
Cnc, inoltre, elenca anche i controlli che
l’operatore economico deve richiedere a
tutela sua e del cittadino. “Comprendere
questo – continua Cottone - è fondamentale anche in chiave economica. Dob-
aspetti, la tutela di queste specialità si
basa sul sistema codificato voluto dal regolamento europeo. Ovvero, è la legge
a stabilire che il prodotto debba essere
definito in un relativo disciplinare per
avere il marchio. “In questo modo – sottolinea Cottone - si scrive come si fa una
biamo capire che le STG sono una carta
da visita per l’estero e che serve proteggere il nostro patrimonio alimentare. Altrimenti chiunque può alzarsi la mattina
e dire, ad esempio, di fare le arancine,
ma senza zafferano”. Ma in quel caso,
sarebbero appunto un’altra cosa.
19
ILCHIMICOITALIANO
Professione e lavoro
di FABRIZIOBALEANI
di ANTONIORIBEZZO
Restituite
la refurtiva
Sulla riforma del sistema dei minimi il
governo Renzi ha promesso correttivi in
arrivo. A questa rassicurazione, evidentemente giudicata blanda e insufficiente,
hanno risposto gli interessati, scimmiottando l’ormai nota disinvoltura del premier per i social e proponendo, proprio
su twitter l’hastag #refurtIVA, lanciato
da Acta in rete, organizzazione dei
lavoratori autonomi del terziario, e capace di collezionare, in meno di un’ora,
oltre 3500 click che hanno generato la
bellezza di tredici milioni di tweet.
Il gruppo di liberi professionisti che ha
promosso l’iniziativa dichiara di essere
stanca di subire. «Siamo in presenza di
un vero e proprio furto ai danni delle
partite IVA iscritte alla gestione separata dell’INPS, una sottrazione che è diventata sempre più insostenibile e che
va tempestivamente arrestata». Ecco
il contenuto di una nota diramata dai
portavoce del gruppo. «Ribadiamo la
necessità di bloccare l’aumento dei contributi previdenziali di freelance e professionisti iscritti alla gestione separata
la cui aliquota è passata dal 27,72% al
30,72%.-prosegue la nota- «siamo stati i primi a denunciare l’inadeguatezza
del sistema previdenziale contributivo, costruito per assicurare l’equilibrio
dell’INPS ma non per garantire una
pensione sufficiente a sopravvivere».
L’associazione promette nuove e più incisive forme di lotta e rincara la dose:
«stiamo parlando di un aumento davvero ingiustificato inflitto a chi, già nel
2014, versava contributi con l’aliquota
più alta in Italia per finanziare un sistema di garanzie (Aspi ora divenuto Naspi) da cui è escluso. Come se non bastasse, siamo già stati vessati da un’altra
decisione estremamente ingiusta: la
crescita della tassazione sui minimi
dal 5 al 15 per cento» Gaetano Stella,
presidente di Confprofessioni, non usa
troppe perifrasi e, dal sito della sua or-
20
ILCHIMICOITALIANO
L’organizzazione di autonomi Acta
lancia un hastag diretto al premier
italiano e diventa la voce (furiosa)
degli autonomi del terziario
La previdenza
sarà più semplice
Dal 23 febbraio prossimo chimici, geologi, attuari, dottori agronomi, forestali e periti industriali che esercitano
attività libero professionale in forma
singola o associata potranno utilizzare
il modello F24 per pagare i contributi
previdenziali e assistenziali. L’Agenzia
delle Entrate, infatti, dopo aver siglato
accordi con altre categorie, ha firmato due distinte convenzioni: la prima
con l’Ente di previdenza e assistenza
pluricategoriale (Epap), la seconda
con l’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati (Eppi), che prevedono la possibilità
di utilizzare il modello di pagamento
unificato ed effettuare i versamenti dovuti direttamente online, tramite il sito
dell’Agenzia o attraverso i servizi bancari e postali, senza spese aggiuntive.
Le intese, informa in una nota l’organismo guidato da Rossella Orlandi,
sono valide per il triennio 2015-2018,
e rientrano nelle previsioni del Decreto
ministeriale del 10 gennaio 2014, che
“ha riconosciuto agli Enti previdenziali
di categoria dei professionisti che ne
fanno richiesta la possibilità di riscuotere i contributi tramite F24”, e seguono
quelle, già in vigore, con l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti
(Inpgi), con la Cassa di previdenza ed
assistenza dei geometri (Cipag), con
l’Ente nazionale di previdenza dei consulenti del lavoro (Enpacl) e con l’Ente
nazionale di previdenza e assistenza
della professione infermieristica (Enpapi). L’Agenzia provvederà a breve, su
ganizzazione, denucia un ceto dirigente
sordo verso categorie sociali a rischio di
marginalizzazione: «La classe politica
italiana - spiega - ha voltato le spalle ai
professionisti e al lavoro autonomo intellettuale. Una scelta di campo miope e
imprudente, destinata a vanificare qualsiasi ipotesi di crescita del Paese perché
colpisce al cuore le nuove generazioni
che hanno scelto di svolgere una attività
professionale dopo un faticoso percorso
universitario e post universitario, e ora si
scontrano con la disillusione delle promesse mancate e con la frustrazione di
non riuscire a costruire il loro futuro.»
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Accordo tra Agenzia delle Entrate, Eppi,
Epap: chimici, geologi, attuari, dottori
agronomi, forestali e periti industriali
potranno pagare i contributi
con il modello F24
richiesta di Epap ed Eppi, a definire i
codici da indicare nel “modello F24”.
I due protocolli d’intesa, si legge, sono
“frutto di un’analisi degli aspetti amministrativi e finanziari della procedura di
riscossione dei contributi tramite F24,
che ha condotto alla stesura di testi
condivisi che rispondono alle esigenze
dei professionisti”. Da una parte, le categorie interessate potranno utilizzare
l’agevole sistema dei versamenti unitari,
mentre dall’altra, si chiude la nota delle
Entrate, i due Enti pensionistici potranno ottenere informazioni con maggiore
tempestività e adottare, quindi, misure
di controllo immediate e più efficienti.
21
ILCHIMICOITALIANO
Focus sanità
a cura della REDAZIONE
di ANTONIORIBEZZO
Pediatri e medici
di famiglia
preparano
la rivolta
Le due categorie
rompono con la Sisac
e chiedono alle regioni
di non riorganizzare il territorio
con i soldi dei professionisti
Medici di famiglia e pediatri rompono
con Sisac e si allineano nel chiedere alle
regioni di non riorganizzare il territorio
con i soldi dei professionisti. A promettere battaglia, ora è la Fimmg. La trattativa
per l’accordo nazionale con i tecnici della Struttura interregionale “controparte”
non avanza e il sindacato, leader dei
medici di famiglia, concede due mesi
di tempo alle regioni per prendere atto
delle richieste della categoria. Dovesse
perdurare il silenzio, il 28 marzo il consiglio nazionale decreterà lo sciopero
per i giorni successivi. Già a dicembre,
l’organizzazione sindacale era entrata in
stato di agitazione, a causa dello stallo
della trattativa che prevede, per i medici,
cambiamenti organizzativi ma non aumenti. «In questi mesi - dice il responsabile comunicazione Fiorenzo Corti - ogni
segretario regionale scriverà al “suo”
governatore chiedendogli un incontro.
22
ILCHIMICOITALIANO
Vorremmo conoscere la posizione regionale sullo stallo del rinnovo dell’Acn». La
Fimmg reclama un nuovo modello assistenziale nazionale in cui i fattori produttivi (personale, studi) rimangano in
mano ai medici e non siano erogati dalle
Asl. E recalcitra all’idea che il modello
sia finanziato girando ad aggregazioni
organizzate dalle Asl gli incrementi ottenuti dai medici con iniziative frutto della
loro buona volontà. «Noi vogliamo lavorare in strutture nostre, con collaboratori
e infermieri nostri o delle nostre società
di servizio, e vogliamo restare medici di
fiducia del paziente. «A differenza di
Fimmg non abbiamo dichiarato agitazione, ma abbiamo posizioni identiche
sulla distanza da Sisac e sulla sofferenza
della nostra categoria», afferma Giampietro Chiamenti presidente di Fimp, sigla leader dei pediatri. «I tecnici Sisac,
sindacato da cui manteniamo posizioni
assai distanti, non convocano i sindacati
dei pediatri da settembre. Hanno affermato che prima dovevano sciogliere i
nodi con i medici di famiglia e che, solo
dopo aver concordato con questi ultimi,
si sarebbe scesi nel dettaglio con noi. Da
allora, abbiamo avuto colloqui sino ad
approdare, per loro stessa ammissione,
ad un punto morto. Le regioni mirano a
ridistribuire, autonomamente, gli incentivi ottenuti da noi, a fronte d’investimenti
che avevamo fatto per migliorare il servizio. Chiediamo che i fattori produttivi
- i nostri collaboratori - restino con noi e
che sia riconosciuto quanto le organizzazioni di pediatri hanno raggiunto, di
buono, in molte realtà. Per rispondere
alle urgenze in ambito Aft e alle esigenze delle famiglie e dei bambini si riparta
da qui. Ma non si pensi di fare tabula
rasa. Se queste sono le intenzioni, promettiamo una lotta dura».
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
L’anno che (forse)
riformerà
Pos, informatizzazione, nuovi ticket ed altro.
L’agenda delle priorità del 2015 dopo i tagli alle Regioni
Purtroppo, neanche nel 2014 sono arrivati contratti e aumenti. Questo è stato
l’anno del lettore bancomat obbligatorio
(Pos) per i professionisti e del versamento
delle tasse con F24 online, nonché quello del web esteso a tutti i cittadini con
crediti Irpef da compensare. Tra i fatti
degni di nota, si segnala inoltre lo zelo
delle regioni che hanno inviato on-line
le ricette dei medici di base e dell’introduzione della sorveglianza sanitaria
per gli studi in cui il personale operi a
contatto con taglienti potenzialmente
infettivi. Per il 2015, l’agenda delle semplificazioni dei rapporti tra pubblica
amministrazione e cittadini contempla
l’informatizzazione delle procedure per
accedere ai benefici d’invalidità e malattia. Perché si ricevano i referti degli
esami sul pc e si prenotino visite online
da casa la scadenza è, invece, il 2016
come per le marche da bollo digitali dei
professionisti. Per questi ultimi, nel 2015
è più probabile che arrivino le sanzioni
a chi non ha il Pos. Nella legge di stabilità, tuttavia, non ci sono emendamenti in
tal senso. Il governo vorrebbe accompagnare le sanzioni con un abbattimento
dei canoni d’affitto dei terminali. Se per
la digitalizzazione ci sono pochi soldi,
per la sanità ce ne sono ancora meno.
La legge di stabilità si muove su margini strettissimi (del tutto inusuale la lettera che la Commissione di Bruxelles ha
scritto alla Presidente della Camera per
sollecitare i lavori). Le regioni -tra varie
proteste- stanno per rinunciare a 4,5
miliardi dal Fondo sanitario nazionale
e dai Fondi obiettivo del Piano sanitario. Del resto, ad 1,5 miliardi ammonta
il solo salvadanaio istituito a latere del
budget per la spesa farmaceutica utile a
curare i malati di epatite C con i nuovi
medicinali in grado di guarirli. In parlamento c’è contesa sul pay-back delle
industrie. A differenza degli anni scorsi,
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
anche i produttori di farmaci salvavita
potrebbero dover ripianare i deficit causati dalla spesa.
Sullo sfondo, si muovono le riforme,
grandi e piccole: accanto all’elezione
del presidente della Repubblica, alla
legge sul voto e alla riforma del Senato,
l’intervento sul Titolo V della Costituzione
riporterebbe allo Stato non solo competenze generali sulla sanità, ma anche il
potere di legiferare direttamente in tema
di sicurezza alimentare e sul lavoro. La
Commissione Affari Sociali della Camera chiede che, come sulla sanità, lo Stato
si occupi anche di politiche sociali e di
competenze fin qui appannaggio dei
comuni. Scendendo dal piano istituzionale a quello degli interventi “minori”,
qualcosa sembra muoversi sul fronte
della valutazione dei dispositivi medici e
dell’accesso dei giovani al Ssn, mentre il
decreto per rendere più facile l’assicurazione Rc appare neutralizzato dall’oggettiva difficoltà a tener bassi i premi. E
i contratti dei sanitari? Bloccati, sia per i
medici dipendenti sia per i convenzionati. Né promette bene il vincolo nella bozza di legge di stabilità a mantenere fino
al 2020 la spesa del personale inferiore
di 1,4 punti percentuali rispetto a quanto
si spese, alla stessa voce, nel 2004. Per
i medici convenzionati, le trattative sono
ferme. Il sindacato maggioritario Fimmg
è in agitazione ed è arduo immaginare,
di qui a fine anno, la firma con le regioni
di un accordo che non preveda aumenti
economici ma la redistribuzione delle risorse tra medici di assistenza primaria.
23
ILCHIMICOITALIANO
Normative
di GIULIATORBIDONI
Banca dati Dna,
serve chiarezza
I professionisti chiedono delucidazioni sull’accreditamento delle strutture
che svolgeranno i prelievi. “Le figure competenti esistono già,
perché non utilizzarle?”
Una banca dati per ‘saldare i conti con
la giustizia’, come recitava uno spot che
ne annunciava la realizzazione. Un laboratorio centralizzato, con provette e
microscopi, per catalogare i profili genetici di chi si sia macchiato di reati. È
la Banca dati del Dna. Un progetto nato
con la legge 85 del 2009 che, in trentatré articoli, recepiva il trattato europeo
del maggio 2005. Ora, è stato il Ministro alla Giustizia, Andrea Orlando, ad
annunciarne l’istituzione entro il 2015,
sottolineando in una nota che si stanno
ultimando le fasi di collaudo del Laboratorio centrale. Un passo in avanti, ma,
di fatto, il nostro Paese arriva con dieci
anni di ritardo. “Una Banca dati del Dna
è una buona notizia – ha commentato
Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici - ma attenzione perché il prelievo è un’operazione
estremamente delicata che richiede professionalità e strutture adeguate. Punti su
cui ancona non c’è chiarezza”.
Un laboratorio, in realtà, c’è già, ma è
vuoto. Si trova in un’ala del carcere di
Rebibbia ed è completo di attrezzature,
ma attende che terminino le fasi di reclutamento di tecnici e personale. Non
solo. “La Banca dati – continua Zingales – risponde ad una procedura internazionale che riguarda il prelievo del
Dna su persone che si sono macchiate
di reati. È, dunque, uno strumento utile, al servizio di magistratura e polizia
giudiziaria. In relazione a questo nuovo provvedimento, però, è necessario
comprendere i criteri di accreditamento
delle strutture che dovranno svolgere le
operazioni di prelievo. Elementi che, ad
oggi, sono tutt’altro che chiari. Esiste,
infatti, una convenzione con l’Università
di Tor Vergata per l’utilizzo di laboratori e studenti formati appositamente per
24
ILCHIMICOITALIANO
questo tipo di attività. Ma i professionisti
ci sono già. Nella polizia penitenziaria,
nell’Arma dei Carabinieri e in tutte le
forze dell’ordine lavorano chimici tossicologici e biologi che sono perfettamente in grado di portare avanti questi
interventi”. Dunque, perché non utilizzare le forze esistenti? “Servono strutture
adeguate e personale altamente qualificato. Ci auguriamo che si tenga conto
di quanti, con grande professionalità,
portano avanti queste operazioni quotidianamente” conclude Zingales. Una
volta a regime, il sistema permetterà di
confrontare tracce biologiche sulla scena di un reato con i profili di persone
pregiudicate. Una prassi ormai consolidata in gran parte dei Paesi europei.
In caso di assoluzione, poi, campioni e
profili verranno cancellati d’ufficio.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Ecoreati,
un ddl
per iniziare
“Qualunque provvedimento normativo
in materia di reati ambientali deve avere
come fine ultimo quello della bonifica”.
Con queste parole Armando Zingales,
Presidente del Consiglio Nazionale dei
Chimici, interviene in seguito all’approvazione, da parte delle Commissioni
Giustizia e Ambiente del Senato, del disegno di legge sugli ecoreati. “Non possiamo che esprimere un giudizio positivo
– prosegue Zingales – rispetto a quanto
previsto dal testo, in particolare per ciò
che riguarda il ravvedimento operoso”. Il
ddl infatti prevede uno sconto di pena in
caso di risanamento dell’area inquinata
prima del dibattimento di primo grado.
“Appare finalmente la volontà da parte
del legislatore – spiega ancora Zingales – di incentivare l’attività di bonifica,
che troppo spesso ha finito per gravare
sull’intero sistema Paese e quasi sempre
con risultati deludenti. Bene anche la definizione di disastro ambientale”.
Il ddl sugli ecoreati, dunque, diventa per
i chimici un’occasione per ribadire con
forza la necessità, non tanto di ipotetiche pene severe per chi ha inquinato,
ma piuttosto di strumenti agevoli e certi
per chi, in tempi ragionevoli, intenda rimediare agli errori del passato. “È fondamentale – dichiara Zingales – che si
creino le condizioni normative per favorire il risanamento delle aree contaminate, anche e soprattutto attraverso la
chiarezza del diritto. Le contaminazioni
ambientali più problematiche non sono
tanto quelle odierne, ma quelle passate. Il nostro Paese, infatti, ha una storia
industriale secolare. Le normative ambientali di oggi devono considerare che
gran parte degli avvelenamenti sono
eredità del passato, ovvero in epoche in
cui la sensibilità, ma anche gli obblighi
ambientali, erano sostanzialmente nulli. Si tratta di un elemento che non può
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
essere trascurato. Deve essere rilevato
però che per favorire il risanamento, più
che nuove norme penali che nel nostro
paese proliferano disordinatamente, è
importante razionalizzare e semplificare le norme amministrative nonché le
procedure ambientali-edilizio-urbanistiche, affinché vi sia un effettivo vantaggio nella bonifica dei siti che prevedono
la riqualificazione e il riuso. A questo
fine è, soprattutto, utile la definizione
Il Consiglio nazionale
commenta positivamente
il testo di legge.
“Un passo avanti,
ma c’è anche bisogno
di semplificazione”
di quadri normativi coerenti, omogenei su tutto il territorio nazionale e che
permettano di fissare, senza se e senza
ma, obblighi e diritti di chi interviene,
soprattutto se non responsabile della
contaminazione. Solo così si potrà affermare con forza di aver lavorato al
meglio per la bonifica dell’intero Paese
e, forse, si riusciranno ad attrarre investimenti esteri”. Dalla categoria, massima collaborazione.
25
ILCHIMICOITALIANO
Fotosintesi
Rubrica
di NOMECOGNOME
e NOMECOGNOME
Ictatquamus,
ut ut occum
Ceaquae voluptas num hilis et que verum ilitem illaboris sum rent.
Biscia et explit que plantem reium restiis quatet qui veliqui omni con pliatem perferoAb
intum quis de voluptassi adit, corecabor antus eicatur.
No, questa
frottola
Non vi
confonda.
È nello
scheletro
Che invece
abbonda…
C’è chi illudendosi
crede davvero,
forse, che il fosforo
sia nel pensiero.
Alberto Cavaliere
26
ILCHIMICOITALIANO
GENNAIODUEMILAQUINDICI
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
27
ILCHIMICOITALIANO
Focus
di VALTERBALLANTINI
Mi aggiorno
quindi sono
L’introduzione dell’obbligo di aggiornamento professionale non è stata una
novità. L’aggiornamento è previsto in
vari settori dell’attività professionale: si
aggiorna, per obbligo di legge, il Responsabile del servizio di Prevenzione
e Protezione e il professionista antincendio, il personale che lavora nel settore
sanitario ed il professionista in possesso
della patente di abilitazione all’impiego
dei gas tossici, ecc.
Con l’introduzione del Regolamento per
la Formazione Professionale per Chimici, entrato in vigore lo scorso 1 settembre, quella che per molti era un’attività
normale è diventata una pratica da formalizzare al fine di conseguire i crediti
necessari. Dopo un periodo transitorio
che terminerà il 31 dicembre 2017 il
sistema andrà a regime il 1 gennaio
2018. Non si tratta di un’attività richiesta
ai soli Chimici ma a tutti i professionisti
iscritti negli Ordini e nei Collegi.
La Rete delle Professioni Tecniche, composta oltre che dai Chimici anche da
Agronomi e Forestali, Architetti, Geometri, Geologi, Ingegneri, Periti Industriali,
Periti Agrari, Tecnologi Alimentari, ha
stipulato un accordo secondo il quale le
attività svolte in corsi di aggiornamento
organizzate dai Consigli degli Ordini
Territoriali o dai soggetti autorizzati dai
Consigli Nazionali di queste professioni valgano reciprocamente per tutti. Si
attende adesso il vaglio e l’approvazione da parte del Ministero della Giustizia prima che l’accordo sia pienamente
operativo.
Si tratta di una situazione che permetterà di ampliare, enormemente, il ven-
28
ILCHIMICOITALIANO
taglio delle attività interdisciplinari che
verranno offerte ai professionisti. Non
si tratta, naturalmente, di cambiare le
competenze riservate a ciascuna professione, ma non c’è dubbio che ci siano
alcune attività che vengono svolte da
professionisti iscritti ad ordini diversi.
Un esempio per tutti riguarda i professionisti antincendio iscritti negli elenchi
della ex L. 818/84. Nei giorni scorsi i
rappresentanti di tutte le professioni i
cui iscritti possono operare nel settore
dell’antincendio hanno presentato, uniti,
La Rete delle Professioni
Tecniche ha stipulato
un accordo che agevola
la formazione obbligatoria.
Si attende l’approvazione
da parte del Ministero
della Giustizia
al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco le linee guida per effettuare le attività di aggiornamento in modalità FaD
(Formazione a Distanza) che al momento non sono invece consentite. Questo
permetterebbe a tutti i colleghi iscritti
negli elenchi, che al momento trovano
difficoltà a reperire sul mercato i corsi
per mantenere l’abilitazione, di rispettare la scadenza dell’agosto 2016 quale
termine ultimo per completare il ciclo di
40 ore in cinque anni richiesto dal DM
5 agosto 2011.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
Io, un chimico
di VERONICAFERMANI
Camice
bianco
in pasticceria
Dario Bressanini, chimico e scrittore, racconta come la chimica sia l’ingrediente
fondamentale per una buona cucina
Libri, mostre e ricette: Dario Bressanini
appende al chiodo il camice, per indossare il più originale dei grembiuli da cucina. Fa uscire la chimica dal laboratorio per portarla ai fornelli, dove domina
creativa precisione.
Dove si incontrano chimica e cucina?
Da chimico mi viene naturale pensare
quando cucino a tutte le reazioni che
stanno avvenendo. Le persone comuni
vedono in un uovo che cuoce solo un
uovo che cuoce, mentre un chimico vede
proteine che denaturano, reazioni di
fase. Un chimico ha una visione molecolare del fenomeno.
Nell’immaginario collettivo l’accostamento chimica-alimento fa storcere il
naso. Ma è davvero un binomio così
negativo?
L’idea che la chimica sia qualcosa che
30
ILCHIMICOITALIANO
peggiora il cibo è sbagliata, ma molto
radicata. Da parte mia, raccontando la
chimica che c’è dietro alla cucina di tutti
i giorni, spero di fare buona pubblicità
alla disciplina. Vorrei cercare di far capire che chimica non è una brutta parola. Le ricette stesse non sono altro che
reazioni chimiche. In realtà conoscere
la chimica può addirittura aiutare a fare
piatti migliori.
E la pasticceria?
La pasticceria è, tra le branche della cucina, quella che più si avvicina alla chimica, perché richiede precisione e accuratezza. Se preparo un piatto qualunque,
ad esempio, uno stufato, posso anche
andare ad occhio. In pasticceria no, devo
pesare gli ingredienti, applicare un sistema molto standardizzato. La variabilità
non è negli ingredienti ma, nell’ordine,
nel modo e nel peso. Fare un errore,
Pionieri
a cura della REDAZIONE
mento sbagliato. È vero, esso non aiuta.
Spesso chi insegna nei licei non è laureato in chimica. Ma non è solo questo.
Riguarda più che altro l’atteggiamento
della società verso la scienza. Non solo
la chimica, ma anche altri ambiti della
scienza non sono trattati meglio. Se anche domani arrivassero dei bravissimi
insegnanti di chimica, la società continuerebbe a ritenerla una disciplina lontana dalla realtà e dalla politica.
Parlando di cibo e alimentazione, viene spontaneo guardare ad Expo 2015.
Come vede questo evento?
Sono molto curioso di capire cosa sarà
Expo. È difficile dare un giudizio ora.
Potrebbe essere un’occasione piena di
contenuti, ma anche trasformarsi in un
grande autogrill.
Chimico, ma anche cuoco. Qual è il suo
piatto forte?
I risotti, senza dubbio.
anche piccolo può variare di molto il risultato. I pasticceri seguono un protocollo
estremamente preciso e per questo si avvicinano moltissimo ai chimici.
La chimica dunque non è solo laboratorio.
I chimici sono estremamente versatili. Io
sono un chimico teorico. Tra gli studenti che si sono laureati con me c’è chi è
andato a lavorare in birrerie, aziende
alimentari. I percorsi sono tantissimi.
L’idea che il pubblico ha del chimico è
ristretta. Non siamo solo camice bianco
e provetta in mano. Non immaginiamo
nemmeno come la chimica sia dappertutto. Anche in casa quando cuciniamo,
appunto. E poi nei detergenti, nella cosmetica, nel giardinaggio. Ma essa non
viene comunicata fuori dai laboratori.
Colpa anche dell’insegnamento nelle
scuole?
È facile dire che la colpa è dell’insegnaFEBBRAIODUEMILAQUINDICI
L’editore che faceva
chimica
Aldo Garzanti è stato
per anni imprenditore
nel settore degli ausiliari tessili
Che i libri ce li avesse nel sangue
è cosa ben nota. Ma che avesse
dedicato una parte della sua vita
ai manuali di chimica lo sanno in
pochi. Aldo Garzanti è una pietra
miliare dell’editoria italiana: laureato in Lettere nel 1907 all’Università
di Bologna, ha iniziato la sua carriera lavorativa come insegnante.
Un percorso lineare che subisce
una decisa sterzata subito dopo la
guerra, quando inziò la sua attività
di agente italiano per produttori chimici americani.
Negli anni ‘20, sull’onda del successo ottenuto in questo settore, Garzanti diede vita alla società “Sadaf”
produttrice di coloranti e prodotti
chimici per ammollo e concia di pelli
e pellami. Nel 1932 ampliò il settore
di attività, aprendo la “Miret”, specializzata in pizzo e seta.
Voci dal territorio
di SERGIOSINIGAGLIA
Alla Sapienza di Roma
è stato attivato un corso
di specializzazione
per la valutazione
e la gestione
del rischio chimico
A tutela
della nostra
salute
Approfondire la valutazione e la gestione dei rischi derivanti dalla produzione
e dall’uso di sostanze chimiche con una
particolare attenzione all’implementazione del regolamento europeo REACH,
nonché dei rischi legati all’intero ciclo di
vita di prodotti destinati ad usi specifici e
coperti dalle normative sociali, di settore
e di prodotto.
Sono questi gli obbiettivi della Scuola
di specializzazione del Dipartimento di
Chimica e Tecnologia del farmaco della facoltà di farmacia e Medicina della
Sapienza di Roma. Una nuova proposta
attivata all’inizio del nuovo anno. Il corso
di specializzazione “Valutazione e Gestione del Rischio Chimico” è a numero
chiuso e il massimo di partecipanti è di
dieci persone. Cinque posti sono destinati al personale dell’Inail e dell’Iss. Alla
fine chi avrà seguito il corso avrà acquisito le basi per effettuare le valutazioni
di rischio secondo criteri tecnico-scientifici ed in armonia con le disposizioni
provenienti dalle attuali normative, atte
a tutelare la salute umana e dell’ambiente. Inoltre, sarà in grado di supportare le
aziende, le agenzie e le autorità nella
stesura del dossier e dei documenti valutativi richiesti dalle normative vigenti e
nell’adeguamento dei processi di produzione attraverso l’adozione di sintesi e
processi chimici.
Alla fine la Scuola consegnerà ai partecipanti il diploma di “Specialista in Valutazione e Gestione del Rischio Chimico”.
Dunque, il Paese si potrà avvalere di
una nuova generazione di specialisti in
grado di difendere la salute della collettività e dare alle imprese e ai soggetti
istituzionali un contributo qualificato per
favorire un rapporto virtuoso tra chimica
e difesa dell’ambiente.
32
ILCHIMICOITALIANO
Decima candelina
per “Farmaffari”
Si tratta della manifestazione che premia le migliori pubblicità nel campo della salute
È giunto al prestigioso traguardo della
decina edizione il Premio FARMAFFARI,
che dal 2005 incorona le migliori pubblicità nel campo della salute. La cerimonia si è tenuta a Roma il 21 Novembre 2014 presso la Sala delle Colonne
della Camera dei Deputati.
La manifestazione si è svolta alla presenza del Presidente dell’Accademia
Europea per le Relazioni Economiche
e Culturali, Prof. Ernesto Carpintieri,
del Presidente del Premio Prof.ssa Rita
Caccamo e della madrina del Premio la
giornalista del TG1 Adriana Pannitteri.
Sono risultate vincitrici le seguenti società dopo la selezione delle finaliste e
la votazione da parte delle giurie qualificate le seguenti aziende: per la Pubblicità Istituzionale, la ditta AVG; per i
farmaci OTC, la ditta BOHERINGER
INGELHEIM, con il prodotto RINOGUTT,
per i cosmetici; la ditta IDI FARMACEUTICI, con il prodotto SOAGEN Antietà,
e, pari merito, la ditta MEDICAL LIFE con
il prodotto JEUNEX HT, per gli integratori; la ditta CHIESI FARMACEUTICI, con il
prodotto EQUIFLOR.
Infine, per la pubblicità non profit, il
Premio Speciale FARMAFFARI “Michele CORSARO” è stato assegnato all’UNIONE CATTOLICA FARMACISTI per la
campagna del 5 %.
Un premio è stato assegnato anche alle
aziende finaliste che sono intervenute
alla cerimonia, ovvero: ANGELINI, AUROBINDO PHARMA, MSD, NAMED,
SCHARPER, CHIESI FARMACEUTICI.
La cerimonia del Premio è disponibile sul
canale web TV YOU TUBE: CINECITTA 3
TV - sezione video “X Premio Marketing
Farmaffari”.
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
33
ILCHIMICOITALIANO
Spazio Expo
di ANDREAZACCARELLI
Custodi,
non padroni
della terra
“Dio perdona sempre, l’uomo qualche
volta, la terra no”. È un messaggio rivestito di invocazione ma anche un monito
quello che Papa Franscesco ha recapitato all’Expo delle Idee tenutosi nelle
scorse settimane all’Hangar Bicocca di
Milano, un’anticipazione di intenti dell’Esposizione Universale che prenderà il via
il 1 maggio. Si è mosso Padre Bergoglio
per ricordare che la manifestazione dovrà essere, innanzitutto, una riflessione
avanzata in grado di produrre conseguenze concrete su una più equa distribuzione del cibo tra i popoli e, soprattutto, sulla salvaguardia dell’ecosistema,
È il messaggio
che Papa Franscesco ha inviato
nelle scorse settimane ad Expo
delle Idee l’anticipazione
della manifestazione strutturata
in 42 tavoli tematici per iniziare
la stesura della Carta
di Milano
affinché le molte e giuste parole spese in
accompagnamento alla manifestazione
non siano solo enunicazione ma progettualità conseguibile. “L’uomo deve essere
custode e non padrone della terra” ha ricordato ancora il Pontefice nel suo invito
ai lavori di Milano. Un messaggio rivolto
certo ai Governi ma anche ai cittadini, e
quindi anche alle professionalità che più
di altre sono impegnate nella tutela del
patrimonio naturale. “Sono d’accordo
con chi sostiene che l’Esposizione potrebbe essere concepita come una Kyoto
del cibo”, sostiene il presidente del Cnc
Armando Zingales. Soprattutto perché
“è importante riuscire a darsi una visione prospettica, tenere gli occhi aperti e
le mente pronta sul domani senza ancorarsi troppo al presente. Lavorare e
pensare al futuro, non ci sono elementi
più indicati per poterlo fare che quelle
sorgenti di vita come cibo e acqua, che
dobbiamo saper difendere e proteggere, nella qualità e in una più adeguata
distribuzione”. Expo delle Idee è stata
strutturata in 42 tavoli tematici per poter
iniziare a delineare progetti e provare
a darsi obiettivi. Tra questi, ha spiegato
in una intervista al Corriere della Sera il
Ministro all’Agricoltura Maurizio Marti-
E intanto ci si porta avanti con il lavoro:
na, è quello di inserire il diritto al cibo
ad Expo delle Idee sono state gettate le
nella Costituzione. “Ad oggi sono 23 i
premesse per la stesura della Carta di
Paesi che l’hanno fatto, dal Brasile all’InMilano, il documento promosso dagli
dia al Messico, manca però l’Europa. È
organiz zavero che molti, tra
tori e redatto
cui l’Italia, assumoIl documento verrà presentato al segretario
da circa 500
no questo indirizgenerale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon
esperti
inzo indirettamente,
ternazionali
per via di accordi
a Milano il prossimo 16 ottobre
che
verrà
internazionali
e
presentato allo stesso segretario genetuttavia sarebbe importante definire più
rale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon
precisamente tale impegno nella Prima
durante la sua visita a Milano prevista
parte della nostra Costituzione, perché
il prossimo 16 ottobre. Le intenzioni dosia la Repubblica a promuovere una
vranno diventare pertanto contenuti, tali
adeguata politica alimentare mondiale”.
da far sì che possa davvero essere erosa l’accusa di aver trasformato l’avvenimento in una Expo delle Multinazionali
e da far dimenticare anche le difficoltà
giudiziarie verificatesi negli ultimi mesi.
Superare quindi il presente per aprire
orizzonti nuovi: molti intanto, per ora,
concordano con il direttore della Fao
Josè Graziano sulla volontà di usare
Expo per lanciare gli Obiettivi del Millennio post 2015. La pietra è lanciata,
ora resta da vedere se davvero riuscirà
a rotolare sino al traguardo trasformando gli intenti in azioni.
Diritto al cibo
nella Costituzione
Il Ministro Martina ha spiegato
come sarebbe importante inserire il principio nei primi articoli
per far sì che esso sia grantito
proprio dalla Repubblica
Kyoto
dell’alimentazione
L’auspicio che la manifestazione di Milano possa lanciare
gli Obiettivi del Millennio post
2015 è condiviso anche dal
Presidente del Cnc Armando
Zingales
Dio Perdona
la terra no
Il monito di Bergoglio nel ricordare che la terra è la nostra
principale ricchezza e che va
tutelata e difesa per garantire
un fututuro milgiore a tutti i
suoi abitanti
34
ILCHIMICOITALIANO
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
35
ILCHIMICOITALIANO
Spazio Ricerca
Rubrica
di GIORGIOMAGGI*
di NOMECOGNOME
e NOMECOGNOME
Itinerari per l’EXPO: alchimie
di ingredienti e d’alimenti
mediterranei alla tavola di Stradivari
“L’analisi degli ingredienti in cucina e
in musica rivela comuni origini. Da raffinate alchimie e chimismi provenienti
dall’Oriente, nascono a Cremona nuove
ricette per la gastronomia e la musica.
La città, al centro della Pianura Padana,
è patria di liuteria e gastronomia. Molti sostengono che il violino cremonese
provenga dalla viola lira del Ponto, liriza
balcanica o rebab magrebino, strumenti della tradizione bizantina e islamica.
Allo stesso modo molte ricette cremonesi
arrivarono dalla Grecia e dall’Oriente
seppur rivisitate da alchimie padane.
Fantasie del gusto che possono incuriosire il turista in occasione di una visita
a Milano, città protagonista dell’EXPO
2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita “. Cremona, alle porte di Milano
offre dunque la sua tradizione e le sue
ricette di gastronomia e musica. Ricette
“segrete” provenienti dalla bottega del
Liutaio o dalla cucina di un ristorante
cremonese per affinare il gusto e l’armonia, ma anche per rinnovare un’amicizia
tra popoli spesso umiliata.
Parole chiave: ingrediente, alimento, liuteria, expo 2015, Cremona, Oriente.
“Routes to the EXPO: alchemy of ingredients and foods of the Mediterranean
to the table of Stradivari
The analysis of the ingredients in the
kitchen and in music reveals common
origins. From refined alchemy and chimismi from the East, new recipes born
in Cremona for the food and the music.
The city, in the middle of the Po Valley,
is home to violin making and gastronomy. Many argue that the Cremona’s
violin comes from the purple lira Pontus,
38
ILCHIMICOITALIANO
liriza Balkan or rebab Maghreb, instruments of Byzantine and Islamic tradition.
Likewise many recipes arrived to Cremona from Greece and the Orient albeit revisited by alchemy Po. Fantasies
of taste that can intrigue the visitor during a visit to Milan, the city protagonist
EXPO 2015 “Feeding the Planet, Energy
for Life”. Cremona, near Milan therefore
offers its tradition and its recipes of food
and music. “Secret” recipes from the
workshop of Luthier or from the kitchen
of a restaurant of Cremona to sharpen
the taste and harmony, but also to renew
a friendship between peoples.
Keywords: ingredient, food, instrument
making, expo 2015, Cremona, East
Οδοιπορικό για την EXPO: “ Αλχημείες
συστατικών και μεσογειακών τροφίμων στο
τραπέζι του Στραντιβάρι “
Η ανάλυση των συστατικών τς μαγειρικής
και της μουσικής αποκαλύπτουν κοινές
καταγωγές. Απο εκλεπτυσμένες αλχημείες και
χημισμούς προερχόμενους από την Ανατολή,
γεννιούνται στην Κρεμόνα νέες συνταγές για
την γαστρονομία και την μουσική. Η πόλη,
στο μέσον της κοιλάδας του Πάδου, είναι
πατρίδα της κατασκευής μουσικών οργάνων
και γαστρονομίας. Πολλοί υποστηρίζουν ότι
το κρεμονέζικο βιολί προέρχεται από την
λύρα του Πόντου, την βαλκανική λυρίτσα ή
από το ρεμπάπ του Μαγκρέμπ, όργανα της
βυζαντινής και της ισλαμικής παράδοσης.
Με τον ίδιο τρόπο πολλές κρεμονέζικες
συνταγές έφθασαν από την Ελλάδα και την
Ανατολή έστω και άν αναθεωρήθηκαν από
τις αλχημείες της πεδιάδας του Πάδου.
Φαντασίες της γεύσης που μπορούν να
δημιουργήσουν περιέργεια στον τουρίστα,
επ’ ευκαιρία μιας επίσκεψης στο Μιλάνο,
πρωταγωνίστριας πόλης της EXPO 2015”
Διατρέφουμε τον Πλανήτη, Ενέργεια για την
Ζωή “. Η Κρεμόνα, πόλη πολύ κοντά στο
Μιλάνο, προσφέρει λοιπόν την παράδοση
της και τις συνταγές της στην γαστρονομία
και την Μουσική. Συνταγές “μυστικές”
προερχόμενες από το εργαστήρι του
κατασκευαστή εγχόρδων μουσικών οργάνων
ή από την κουζίνα ενός Κρεμονέζικου
εστιατορίου που εκλεπτύνουν την γεύση και
την αρμονία αλλά ανανεώνουν επίσης την
φιλία ανάμεσα στους λαούς
“ Ιταλοί και Έλληνες, ούνα φάτσα, ούνα
ράτσα! ” είναι η φράση που ο ΄Ελληνας
φίλος υπενθυμίζει στον Ιταλό επισκέπτη –
φιλοξενούμενο.
Λέξεις – κλειδιά: συστατικό, τρόφιμο,
κατασκευή εγχόρδων μουσικών οργάνων,
EXPO 2015, Κρεμόνα, Ελλάδα.
Lontane ed etniche etimologie orientali
fondono con la tradizione mitteleuropea a Cremona attraverso: Marubéen;
Panàada; Pulenta; Chisoola; Zuppa;
Fagioli bolliti e cotiche; Insaccati e salumi come salame, coppa, pancetta e
cotechino; Nervetti alla Cremonese;
Gösa Fèr; Pistàada; Pès in aiòon; Faraona alla creta; Mostarda; Torta Verde
e Cifùt dé la Lina; Maionese; Zafferano
e Zafferanone; Torrone; Pirleéen féen;
Patùna; Grana e provolone padano…
Lungo percorsi congruenti, giungono,
nella munita città di Federico II, assieme
a specialità gastronomiche, liuti ad arco
o a pizzico e le misteriose ricette vernicianti degli antichi liutai a base di sostanze normalmente utilizzate in cucina.
Il silicato turapori nel legno o levigante
usato come conservante delle uova perGENNAIODUEMILAQUINDICI
Autore dott. Giorgio Maggi,
iscritto all’Albo dei Chimici,
insegnante di Chimica,
collabora con Museo della
Chimica e del Violino IIS
“J. Torriani”(CR) e I.C.S.
progetto Violin&Sound, ALI,
ANISA e Touring
ché ne proteggesse il guscio nel tempo, è
contenuto in grande quantità in particolari erbacee commestibili come l’equiseto o la coda cavallina. Il mastice, resina
estratta dall’albero del pistacchio nella
omerica isola di Chio (Mastichochoria) e
base per una vernice trasparente, è noto
per i suoi componenti chimici ed oli essenziali, principali ingredienti di gustosi
dolcetti canditi. Il profumo caratteristico
del vino greco, appunto chiamato “retsina”, nasce dal suo particolare invecchiamento in anfore tappate (lutate) con resina del pino d’Aleppo. La gommalacca,
estratta da essudazioni di alcuni particolari insetti (cocciniglia della lacca, Tachardia lacca E904), è ancora utilizzata
sulla buccia degli agrumi sui chicchi di
caffè, sulla superficie di alcuni cioccolatini, come conservante naturale ritenuto
ai più non tossico ma anche non edibile.
La gommalacca, surrogato indiano al
prezioso urushi giapponese, secondo
alcuni sostituì altre resine nel ‘700, come
la nord africana sandracca, per maneggevolezza d’uso e accordo alle sollecitazioni armoniche. Il colorante estratto
da lacche prodotte da cocciniglie del
genere Kermes (vermiglio della quercia
GENNAIODUEMILAQUINDICI
noto come E120, E124) è utilizzato per
produrre l’alchermes, uno dei liquori più
comuni in pasticceria. Lo zafferano, il
cartamo o zafferanone essenziali per il
sottofondo dorato del legno del violino
ma anche per un buon risotto, il sangue
di drago, per il rosso antico, conservante e disinfettante, l’aloe per il giallo-oro,
tannini, antociani e flavonoidi rossi, ottenuti da frutti e radici come guado, robbia (radice usata come aperitiva, caglio
per formaggi ma anche come colorante)
o cortecce di particolari alberi (quercia,
legno rosso, pernambuco…), erano e
sono tuttora basi coloranti per vernici
acustiche. Alcuni studiosi hanno ipotizzato l’uso d’albume e tuorlo d’uovo
nelle vernici degli antichi violini al pari
della antica “olifa” bizantina, olio di
lino, olio di noce e alcool o aqua vitae,
ottimo rimedio per le armonie dell’estetica (in un quadro raffigurante Antonio
Stradivari si vede l’artista accigliato osservare in controluce una vernice, quasi
come un sommelier o un chimico affascinati dall’effetto Marangoni, studiato
in questi giorni nello spazio dalla nostra
Samantha Cristofoletti) ma anche per
quelle dell’umore.
Eppure il diverso uso di distillati ed oli
per particolari ricette di cucina e vernici e non solo per impiego lampante,
si deve alla lontana tradizione araba
e trasmessa da Gerardo da Cremona
(1114-1187) in “De Modo Medendi”. Gli
antichi liutai sapevano trattare il legno
con colle a basi naturali diverse (la caseina del latte può plastificare in presenza di ammonio, di prosaiche origini
spesso antropologiche, sino ad apparire
come avorio chiamato diolacton negli
anni ’50), con sali, depurandone le cellule per osmosi, o con saccaridi come
miele e chitina o pectina (polisaccaridi di natura animale e vegetale) che il
poeta, avverso lo scienziato, immagina
possano migliorare l’acustica del violino.
L’artista liutaio ancora oggi sa sfruttare il
controllato invecchiamento del legno ottenuto per delicata stagionatura in ambiente umido, similmente a quanto si fa
per i salumi (sostengono alcuni, avvezzi
al dissacrante confronto). Il legno per
fluitazione e all’aria calda subisce una
controllata riduzione dei liquidi del protoplasma contenuti nella cella vegetale
che così svuotata diventa microscopico
risonatore (curiosi sono stati nell’800 gli
esperimenti di tal Jeacocke, un fornaio
di mestiere e liutaio per passione che
usava cuocere al forno i suoi violini in
segatura per una settimana o del biologo americano che sosteneva quanto fos-
39
ILCHIMICOITALIANO
se essenziale per l’acustica una vernice
una base di gel di gamberetti. Al pari
del cuoco che stagiona e frolla i suoi alimenti senza fretta, alcuni liutai scelgono l’abete maschio che abbia avuto un
accrescimento rallentato e dunque con
vene fitte come nel periodo di microgla-
ciazione in cui operò Stradivari e noto
come ”minimo di Maunder”, tra il 1645
e il 1715. Non è difficile immaginare
che questi personaggi eclettici sapessero trarre dalla corteccia di abeti e cedri
rossi, ginepri e salici, intrugli (magici per
gli ingenui, misteriosi per gli inesperti,
segreti per gli invidiosi, entità prime per
i filosofi) a base di trementina e salicilato o propoli dall’allevamento delle api, o
nitrati essudati dalla pietra come consiglia Geber, per alleviare infiammazioni
e malanni stagionali ma anche per preservare il legno da tarli e muffe.
La complessa cultura del cibo e della musica evolve, dunque, da studiosi medioevali come Gerardo da Cremona, Adamo da Cremona, Urso da Lodi (allievo
di Adamo) e Giambonino da Cremona
che raccolsero in un’imponente biblioteca, purtroppo andata perduta, nella
chiesa di santa Lucia, il sapere arabo e
greco (cit. Euclide, Archimede, Diocle,
40
ILCHIMICOITALIANO
Aristotele, Ippocrate e Galeno, al-Kindī,
Al-Farabi, Alfragani, Geber, Anaritius,
Al-Khwarizmi, Avicenna, Al Razi, il Libro
dei semplici e dei cibi di Abenguefith).
Dall’oriente con il cibo arriva il rebab
arabo e la lira strumento musicale della
famiglia degli archi, a tre corde proveniente dalla Bisanzio del IX o X secolo.
Ibn Khordadbeh, lo storico arabo El
Messaoudi, e il compositore ottomano
del XIV secolo Abdülkadir Merâgî parlano di questo strumento definendolo
“kemânçe-i rumî” (“lira dei rumi”, letteralmente “dei romani”, cioè dei bizantini). Il Tardo Medioevo ed il Rinascimento
recuperano le antiche tradizioni dell’Impero.
Nel barocco, grandi musicisti come Claudio Monteverdi e scalchi o cuochi come
B. Stefani o B. Scappi (XVII
sec) si affidarono a Torquato Tasso per le loro alchimie
musicali, gastronomiche e
salutari, senza dimenticare
cuochi e scrittori come Bartolomeo Sacchi (1421-1481) detto il Platina, Anthelme Brillat-Savarin, (1775-1826), Antonin
Carême, (1784-1833), Pellegrino Artusi,
(1820-1911), Auguste Escoffier, (18461935).
La simbologia ermetica degli opposti o
oxymoron, nel Combattimento di Tancredi e Clorinda (1624) aiuta a comprendere quanto l’armonia della musica
e l’alchimia della cucina fossero intrecciate con l’agrodolce e i segreti ingredienti della chimica delle origini. “La
tavola sarà apparecchiata con tovaglia
doppia, finissima, con superbe piegature e, a un capo della tavola, vi sarà un
trionfo che sembri il combattimento di
Clorinda con Tancredi, il tutto fatto di fi-
nissimo zuccaro cristallino” (dall’arte del
ben cucinare di Bartolomeo Stefani cuoco di Sua Altezza Serenissima - 1662).
Lo zucchero cristallizzato non esiste in
natura, ma è il prodotto della tecnologia
della raffinazione di canne o barbabietole. La stessa complessa modificazione
chimico fisica che in natura sfruttano le
api e che l’uomo utilizza per ricavarne
miele: prezioso oro commestibile frutto di alchimie non solo umane. Pure il
suono nasce dalla modificazione e dalla trasformazione di sostanza amorfa,
come il legno e la resina, in straordinario “catalizzatore” acustico.
Anche il formaggio è prodotto per “artificio d’alchimia”:
i cremonesi vantano tradizionali preparazioni per l’antico
“Cacio de’ Grana”. Risale al
II sec. a.C. una sorta di colino
in terracotta utilizzato per lo
sgrondo della cagliata e rinvenuto nel cremonese. Nella
Chiesa di san Sigismondo a
Cremona in un dipinto di Antonio Campi, del 1577, il formaggio cremonese fa
bella mostra sulla tavola di Zaccheo vicino al pane di pasta dura che i Cremonesi, ancora poco consapevoli delle loro
grandi tradizioni, lasciano esibire agli
emiliani. Nella stessa chiesa, accanto
a festoni raffiguranti liuti, viole, ghironde e lire, appare, nella sua sacralità, il
formaggio tra i protagonisti dello spirito cremonese che è lenta preparazione
nata dall’esperienza e maturata in scienza. Non è un mistero che la colla ottenuta per azione di liquidi ammoniacali
sulla caseina del formaggio fosse tra le
preferite dai liutai per la qualità d’impiego e per la facilità nel produrla.
La chimica dei grassi contenuti nei formaggi e la chimica degli zuccheri di frutti di stagione nelle mostarde arricchisce
la crapula del goloso ed è ben più importante delle deboli alchimie di medici
che prescrivono diete e salute a scapito
dell’umore. In accordo con l’Artusi, sarà
merito della scienza e della preparazione chimica tradizionale se si potranno
recuperare antichi segreti di produzione,
nuovi metodi nel controllo qualità, nuove strategie nel miglioramento di nuovi
fermenti, nuovi principi base e offerta di
nuovi prodotti. Benedetto Chiarello della
Compagnia di Gesù, in “Chimica filosofica”, del 1696, accomuna la professione
di cuoco all’arte del “ben condire” che
deve saper dosare anche elementi di
musica e chimica “per estrarre, lambiccar cervelli di Giove, quint’essenze di cibi
e temperare grado di fuoco”.
GENNAIODUEMILAQUINDICI
Dalla Grecia luogo di provenienza di raffinati latticini, giunge la migliore pece o
colofonia e il Mastice di Chios, patria di
Omero. Quest’ultimo prodotto, arrivò in
Sicilia con la coltivazione della pianta del
pistacchio che fruttifica e produce resina
solo quando si raggiunge il delicato equilibrio, quasi un legame covalente polare,
tra varietà maschio e femmina. Il frutto e
la resina entrato in leggende religiose e
misteri magici è indifferentemente usato
nella pratica farmaceutica come antinfiammatorio, in enogastronomia come ingrediente di dolci, vini e mortadelle, e in
liuteria come preziosa base verniciante.
La cultura delle origini del cibo, della musica, dello strumento musicale,
dell’indagine storico scientifica si rinnova dunque nella riscoperta della
tradizione in eventi fondamentali come
il prossimo EXPO 2015 in cui la Sicilia
gestirà il cluster del Bio-Mediterraneo
in cui saranno presenti paesi come
Egitto, Algeria, Libia, Tunisia e Grecia.
L’idea della riscoperta di un percorso
GENNAIODUEMILAQUINDICI
attraverso la nostra bella Italia sino a
Milano nasce in ambienti romani in cui
la scienza si sposa all’offerta musicale
e didattico liutaria. Il progetto si estende al Conservatorio, Scuola di Liuteria
e I.C.S. international Communication
Society che sposa con Augusta Busico l’ Associazione ARTE LOMBARDIA
presso il Comune di Salò patria del
famoso liutaio (Gasparo Bertolotti universalmente conosciuto come Gasparo
da Salò). Nel contempo la sezione del
Touring di Cremona (patria di Antonio
Stradivari), nella figura del Console
Carla Bertinelli Spotti, sta organizzando ricerche e seminari sul momento ludico della tavolata storica in cui scienza del cibo e dello strumento musicale
sono tra loro uniti. Ipotesi etimologiche
rendono congruente il temine liutario
violino con tradizionali preparazioni
gastronomiche della tradizione medioevale valtellinese. Iniziative in tal
senso si stanno preparando all’IIS “Torriani” di Cremona e sede del famoso
Museo storico didattico della Chimica
e della sezione pubblica della preziosa collezione Maggi presentata con
grande successo alla fiera settembrina
di Mondomusica di Cremona a merito
dell’ALI con Anna Maramotti e Paola
Negri. Non ultima la Biblioteca Agorà
di Castelverde, alle porte di Cremona e
luogo di importanti eventi culturali, con
interessanti progetti nella tradizione di
Stradivari curati da Vittorio Dotti. Una
particolare citazione a Giorgio-andrea
Teocari, maestro liutaio diplomatosi a
Cremona che da Lavrion, alle porte di
Atene, continua la tradizione musicale
che accomuna due popoli …”eguali di
faccia e di … razza” (come ricorda, da
sempre, un detto popolare)
Un cammino dunque che porta alla Milano delle Esposizioni, attraverso luoghi
e uomini, alla ricerca o alla riconferma
di tradizioni comuni in cui la conoscenza
di armonie musicali e scientifiche come la
Chimica, matrice di cultura, ritrova e rinnova le forti motivazioni del suo essere.
41
ILCHIMICOITALIANO
Pubblichiamo di seguito introduzione corretta al pezzo comparso nello scorso numero della rivista all’interno di Spazio Ricerca.
Confronto di procedure
di prova per la determinazione
della vitamina A: primi risultati
Rita Maria Maestro1, Liliana Lionetti2, Claudia Benedetti3, Carlo Solombrino4
ICQRF-Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agro-Alimentari -MIPAAF- Laboratorio
centrale di Roma
Riassunto
Il metodo ufficiale per la determinazione delle vitamine liposolubili, in particolare la vitamina A, (Regolamento (CE) N.
152/2009 della Commissione del 27 gennaio 2009),
risulta piuttosto laborioso, per la necessità di isolare la vitamina dagli standard e dal campione per idrolisi alcalina e per
estrazione con etere di petrolio.
Lo studio della differenza tra le curve di taratura quella ottenuta dall’idrolisi dell’acetato e quella ottenuta dalla diluizione
di una soluzione standard di retinolo puro ha consentito di
ricavare un fattore di correzione utile a semplificare le operazioni di analisi.
Parole chiave: incertezza di misura, vitamine liposolubili, vitamina A, retinolo, esattezza di misure analitiche.
Abstract
The official method for the determination of fat-soluble vitamins, particularly vitamin A, (Regulation (EC) No 152/2009
of January 27, 2009), is rather laborious, because the vitamin
and standards have to be isolated from the sample by alkaline
hydrolysis and extraction with ether petroleum.
Correction factor was identified from the study of the difference
between the calibration curves derived from hydrolysis of the
acetate and from dilution of a pure retinol-standard solution.
The use of that correction factor simplifies analysis procedures.
Key words: uncertainty of measurement, fat-soluble vitamins,
vitamin A, retinol, analytical accuracy.
1. INTRODUZIONE
Le vitamine liposolubili rappresentano un importante additivo nutrizionale degli alimenti per animali. Le diverse tipologie di
mangimi previste dalla legge: mangimi completi, complementari e premiscele annoverano tra i loro componenti questi composti
chimici. Fonte di vitamine liposolubili sono pure svariate materie prime elencate nel catalogo comunitario (Reg. UE n. 68/2013).
Il controllo ufficiale prevede metodi classici per la determinazione del contenuto di tali vitamine, in particolare la vitamina A.
1
[email protected]
Svolge l’attività di lavoro come Esperto chimico nell’ambito della verifica analitica di requisiti merceologici di prodotti immessi in
commercio con specifico riguardo al settore dei mezzi tecnici di produzione agricola. Ha svolto e svolge tutt’ora attività relative a
sviluppo di metodi d’analisi per la verifica dei requisiti merceologici dei prodotti agrari e relativa validazione. Dedica particolare
attenzione nell’ambito dell’attività lavorativa all’utilizzo della statistica di laboratorio e alla valutazione ed elaborazione di dati
provenienti da proficiency test, nonché all’analisi dell’applicabilità delle norme di settore in ordine alla “Ratio della norma”.
2
Ha svolto, in qualità di borsista, attività di analisi nel settore dei mangimi e di sviluppo e di validazione di metodi d’analisi.
3
Si ringrazia la Dott.ssa Alessandra Prosperini per la collaborazione alla raccolta dati prestata in qualità di borsista.
4
Svolgono, in qualità di tecnici di laboratorio, attività connesse alla verifica analitica di requisiti merceologici nel settore dei
mangimi e allo sviluppo e alla validazione di metodi d’analisi
42
ILCHIMICOITALIANO
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI
EuCheMS
President’s letter
Dear EuCheMS member,
I have just taken over as President of EuCheMS from Ulrich Schubert who did a
great job in expanding the secretariat,
moving it to a fine location nearer the
premises of the European institutions,
designing a new constitution, which
has just been signed into law and developing strong links with the European
Parliament and Commission through
Nineta H. Majcen, EuCheMS Secretary
General.
Ulrich will surely be a very hard act to
follow, but I am determined to continue
to build the influence of EuCheMS as
the independent voice for chemistry in
Europe. I also want to work closely with
the EuCheMS divisions and working
parties to build a strong network that
can act proactively and respond nimbly
and authoritatively to requests from the
Parliament and Commission, and that
will continue to strengthen their excellent conferences and other activities.
The European Chemistry Congresses
have got off to a very good start, but I
plan to make them a must for all chemists in Europe and a reference to the
world of chemistry. The next ones are
in Seville, 2016, and Liverpool, 2018. I
very much look forward to welcoming
you at these congresses.
I hope that EuCheMS will be able to
celebrate chemistry in Europe with
a series of prestigious
European
prizes both across
the EuCheMS divisions and working
parties and from
EuCheMS as a
whole. The European Sustainable David Cole-Hamilton
Chemistry Award
has already become a beacon for environmental-friendly European chemistry
research.
With the help of every one of you, I am
certain that we can make EuCheMS the
voice to be heard for all matters to do
with chemistry in Europe. Please see the
call on the right to see what EuCheMS
does for you and what you can do for
EuCheMS.
Please join me on this very exciting
journey by e-mailing [email protected] to express your interest.
With all good wishes,
David Cole-Hamilton
EuCheMS President
EuCheMS Congress 2016
in Seville
The 6th EuCheMS Chemistry Congress
organised by EuCheMS and the Asociación Nacional de Químicos de España
is scheduled for 11 to 15 September
2016 in Seville, Spain. Under the theme
of “Chemistry: Shaping the future” the
congress will offer five days of scientific and technical sessions, roundtables
and workshops, unparalleled networking opportunities, an exhibition and a
unique social programme.
The scientific programme will include
eight plenary lectures from world-leading scientists, around 120 keynote and
invited lectures, over 120 oral and post-
46
ILCHIMICOITALIANO
er sessions, specialised symposia and
seminars. Five Nobel Laureates have
confirmed their participation as well as
Avelino Corma, the awardee of Spain’s
most prestigious award, the Príncipe de
Asturias Award on Scientific and Technical Research 2014.
The congress website and pre-registration is available at http://euchems-seville2016.eu. We encourage you to
pre-register so you can be constantly
updated.
Angela Lopez Berrocal
[email protected]
EuCheMS for you
EuCheMS General Assembly
“Europe should be a chemical-free
zone”: If you want to change this
common unscientific misconception,
then EuCheMS is for you!
On 23 and 24 October 2014
representatives of EuCheMS member
societies, divisions and working
parties and invited guests met at
the EuCheMS General Assembly in
Torun, Poland. “European research in
chemistry” and “EuCheMS strategy”
were the key topics discussed by the
assembly (see article right).
During the internal sessions of the
General Assembly, an update on
EuCheMS activities was given by Ulrich
Schubert, while Nineta H. Majcen
and Eckart Rühl gave an overview
of EuCheMS policy activities and
activities of EuCheMS divisions and
working parties. The European Young
Chemists Network (EYCN) dynamic
activities were presented by Aurora
Walshe, EYCN Secretary General.
The General Assembly voted on
financial matters and was pleased
to welcome two new supporting
members, namely the European
Nanoporous
Materials
Institute
of Excellence and the European
Chemistry
Thematic
Network
Association.
Francesco De Angelis, EuCheMS
Treasurer,
expressed
sincere
appreciation for the work of Ulrich
Schubert and the progress made
during his presidency of EuCheMS,
with the new open door constitution
being the key achievement. A copy of
the constitution (which had passed into
law earlier in the week) was presented
to a surprised Ulrich Schubert.
EuCheMS warmly thanks the Polish
Chemical Society for the excellent
organisation
of
the
General
Assembly and their great hospitality,
which
included
a
wonderful
banquet with singing by “Slavic
Voices”. The presentations given
at the General Assembly meeting
are available at www.euchems.eu/
about/generalassembly/ 2014-torunpoland.html. The 2015 EuCheMS
General Assembly will take place in
Vienna, 25 to 29 September 2015.
Nineta H. Majcen, nineta@euchems
What EuCheMS does for you:
EuCheMS acts as a single independent
voice for chemistry in Europe.
EuCheMS advises the European
Parliament and Commission on
chemistry topics.
EuCheMS promotes excellence in
European research via continuous
collaboration with the European
Research Council.
EuCheMS ensures that chemistry
is well represented in European
projects.
EuCheMS responds to a variety of
consultations from the European
institutions on chemistry topics, such
as water, phosphorus or mercury.
EuCheMS runs the biennial European
Chemistry Congress and has
divisions and working parties which
run biennial conferences and summer
schools in most areas of chemistry as
well as other activities.
EuCheMS has an extremely active
and effective Young Chemists
Network (EYCN).
EuCheMS awards a range of
European prizes and lectureships
for chemistry and together with
the European Chemistry Thematic
Network
Association
(ECTN)
promotes high quality teaching of
chemistry in European universities.
What you can do for EuCheMS:
Get involved with a EuCheMS division
or working party!
Get involved in the European Young
Chemists Network!
Be prepared to offer expert advice
when needed, such as for public
consultations! Promote EuCheMS
and the role of chemistry whenever
appropriate!
Share with us what is relevant for
you!
Join us in co-creating the voice for
chemistry in Europe by e-mailing
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or
via
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www.euchems.eu, and follow us on
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David Cole-Hamilton,
[email protected]
Nineta H. Majcen, Francesco de Angelis, Ulrich
Schubert and David Cole-Hamilton (from left).
GENNAIODUEMILAQUINDICI
GENNAIODUEMILAQUINDICI
Key topics at the General
Assembly
The main topics at the EuCheMS General Assembly in October 2014 were entitled “European research in chemistry”
and “EuCheMS strategy”.
“European research in chemistry” was
a high level event, linking research in
chemistry with policy related issues.
Lena Kolarska- Bobinska (Minister of
Science and Higher Education, Poland), Piotr Calbecki (Marshal of the
Kujawsko-Pomorskie Region), Michal
Zaleski (Mayor of the City of Torun) and
Andrzej Tretyn (Rector of the Nicolaus
Copernicus University) welcomed the
participants, emphasizing the importance of chemistry on daily life. Jerzy
Buzek, Member of the European Parliament and Chair of the Committee on Industry, Research and Energy, addressed
in his video speech the importance
of research in chemistry and related
sciences to policy. Klaus Bock from the
European Research Council (ERC) gave
an overview of ERC’s role in funding of
research. Anne-Katrin Bock from the
European Commission’s Directorate
General (DG) Joint Research Centre
(JRC) explained the value of foresight
studies for policy making, illustrated
by the JRC foresight study on food and
health. Helge Wessel from the DG Research and Innovation explained the
Horizon 2020 programme with a focus
on chemistry. Bradley D. Miller from the
American Chemical Society (ACS) added the aspect of US-EU collaboration in
chemistry and the ACS engagement in
this respect. Kathrin Winkler from the
ERA-Chemistry network nicely complemented presentations given earlier on.
On the initiative of David Cole-Hamilton,
who took over the EuCheMS presidency
at the end of the General Assembly,
Steve Alexander, Development Group
International, moderated the session on
EuCheMS strategy. During this very active session, attended by representatives
of EuCheMS member societies, divisions
and working parties, relevant issues for
further development of EuCheMS came
up. These should be further discussed
and followed up with short, medium
and long term perspectives.
Nineta H. Majcen, [email protected]
POLICY NEWS
Regulatory Policy Committee
The EuCheMS Regulatory Policy
Committee met for the first time in
Brussels on 11 November 2014 with
the main objective of putting forward a set of areas were EuCheMS
will have a more proactive role. The
committee will be in charge of the
following activities in the specified
areas: monitoring and responding to
public consultations, developing proactive positions and sharing information among experts from member
societies.
Public consultations
Recently, EuCheMS responded to
public consultations on “Sustainable use of phosphorus”, “Quality of
drinking water in the EU” and “Ratification by the EU of the Minamata
Convention on Mercury”. More information: www.euchems.eu/publications/ policy-positions.
Support of chemistry in
Greece Given the undergoing curricular changes that are hindering
the future of chemistry in Greece,
EuCheMS unanimously adopted in
its General Assembly a resolution
strongly supporting the actions of
the Association of Greek Chemists
against the degradation of the science of chemistry in Greece. More
information is available at www.
euchems.eu/
news/single-news/
article/euchems-unitedinsupport-for-greek-chemistry.
Letters to Schulz and Juncker In November Rajendra Pachauri
from the Intergovernmental Panel on
Climate Change (IPCC) presented the
results of the IPCC latest Assessment
Report at the European Parliament.
On the occasion of this report, EuCheMS sent a letter to Martin Schulz,
President of the European Parliament, and to Jean-Claude Juncker,
President of the European Commission, urging the Parliament and the
Commission to do all in their power
to reduce the emissions of greenhouse effect gases in the EU. “We
really need action on climate change
47
ILCHIMICOITALIANO
EuCheMS
EuCheMS Lecture Award
2014
Christina Moberg and Gérard Férey
are the EuCheMS Lecturers 2014. The
EuCheMS Lecture Award honours outstanding achievements by European
chemists. It also serves to enhance the
image of European chemistry and to
promote scientific cooperation in Europe. It is delivered at a scientific event
outside the lecturer’s own country.
Christina Moberg from
the Royal Institute of Technology of Stockholm will
give the EuCheMS 2014
lecture on recycling in
asymmetric
catalysis
during the 19th European Symposium
on Organic Chemistry which will take
place on 19 to 23 July 2015 in Lisbon,
Portugal.
Gérard Férey from the
University of Versailles
will give the EuCheMS
2014 lecture on the multiple facets of hybrid porous materials during the
6th EuCheMS Chemistry
Congress which will take place on 11
to 15 September 2016 in Seville, Spain.
kjs
www.euchems.eu/awards
Emerging Technologies
Competition goes European
The Royal Society of Chemistry’s
Emerging Technologies Competition is
open to applications from Europe for
the first time in 2015. Now in its third
year, this annual innovation event accelerates the commercialisation of the
best chemistry-based technologies. The
competition forms a major part of our
strategy to promote open innovation
and support small companies in the
chemical sciences.
now,” emphasises Pachauri and EuCheMS is certain that chemistry research will significantly contribute to
achieve this goal, not only through
analysing the current problems but
also in finding sustainable answers.
On a recent letter to Commission
President Juncker the EuCheMS President and the Secretary General
emphasised their concerns about the
abolition of the post of Chief Scientific Adviser.
The letters are available at www.euchems. eu/news/latest-news.
Bruno Vilela, Nineta H. Majcen
[email protected]
48
ILCHIMICOITALIANO
The winners receive a personalised
package of business support from our
multinational partners, a cash prize towards developing the technology and
help with media exposure. This year’s
competition partners include GSK, Croda, GE Healthcare, Lubrizol and Procter
& Gamble. “We were very fortunate to
be one of the winners of the very first
RSC Emerging Technologies Competition,” says Jing Zhang of Aqdot, a
spin-out company of the University of
Cambridge. “In addition to the monetary prize, we have benefited greatly
from the mentoring opportunities with
companies such as Procter & Gamble,
Croda and GSK, which has allowed us
to gain an insight into the needs of their
industries.”
Both individuals and teams in academia or small companies are eligible to
take part in the competition. Applications will be open from 12 January until
16 March. Shortlisted participants will
be invited to present their final pitches
at an event in London on 29 June.
Annika Grandison, Grandisona@rsc.
org [email protected] http://rsc.li/
emerging-technologies
Isoprenoids in Prague
Chemistry congress in France
Events 2015
More than 120 participants from all
over the world (almost one third of
whom were students) attended the
22nd Conference on Isoprenoids in
Prague in September 2014. With 57
oral contributions and 53 posters the
conference successfully linked to the
series of former “Isoprenoids”. The
22nd meeting of isoprenoid experts
took place under the auspices of
Tomáš Hudecek, Lord Mayor of the
capital city of Prague. The range
of scientific topics was extended
towards biochemistry and biology.
The international impact of the
conference was shown by the
sponsorship of IUPAC and EuCheMS.
The exhibition part of the conference
ranged from the publishing houses
through speciality chemicals vendors
and distributors to the show of highly
specialised laboratory equipment.
Six prizes were awarded to students
by the pharma company Teva Czech
Industries and by the Phytochemical
Society of Europe.
Plenary lectures were given by
leading
scientists,
namely
by
Giovanni B. Appendino (Italy), Harro
J. Bouwmeester (The Netherlands),
Søren B. Christensen (Denmark),
Douglas F. Covey (United States),
Anthony P. Davis (United Kingdom),
Vadim V. Demidchik (Belarus), Minoru
Isobe (Japan, Taiwan), Adriaan J.
Minnaard (The Netherlands), Antonio
Mouriño Mosquera (Spain), Sergey
A. Usanov (Belarus) and Ludger
Wessjohann (Germany).
In the closing ceremony Douglas F.
Covey from Washington University
in St. Louis summarised the highlights
of the meeting. Covey especially
underlined the broad spectrum of
topics and of attendee scientific
generations. He also emphasised
the importance of the fact that
the conference has regained its
momentum and is moving forward.
This fact was underlined by the
attendance of over 40 scientists
who already attended the previous
Conferences on Isoprenoids.
Historically the conference was
always a bridging meeting between
scientists in a separated world
because it surmounted the Iron
Curtain. The 23rd Conference on
Isoprenoids will take place in Minsk,
Republic of Belarus, in September
2016.
Pavel Drašar
[email protected]
The 2015 congress of the Société
Chimique de France entitled “SCF’15:
Chemistry and Energy Transition” will
take place in Lille, a city in northern
France, on 4 to 9 July 2015. It will
comprise a public event during the
weekend of 4 to 5 July managed by
the Association Chimie & Société,
followed by an inaugural session on
6 July, also open to the public, and
a three-days scientific meeting (in
English) on 7 to 9 July.
Deadline for abstract submission was
on 31 December 2014, opening for
registration is on 1 February 2015.
Igor Tkatchenko
secretaire-general@
societechimiquedefrance.fr
[email protected]
www.scf15.fr
1 – 6 February 2015, Bressanone, Italy
9th European Winter School on Physical
Organic Chemistry
www.chimica.unipd.it/wispoc/pubblica
14 – 16 May 2015, Bochum, Germany
114th General Assembly of the German
Bunsen Society for Physical Chemistry
www.bunsen.de/en/bunsentagung2015
20 – 22 May 2015, Karlsruhe, Germany Energy Science Technology Conference 2015
www.est-conference.com
14 – 18 June 2015, Gargnano, Italy
ISOS, International Summer School on
Organic Synthesis „A. Corbella“
www.corbellasummerschool.unimi.it
22 – 24 June 2015, Aveiro, Portugal
CoCoaTea 2015 – 3rd International
Congress on Cocoa Coffee and Tea,
www.cocotea2015.com
5 – 9 July 2015, Bratislava, Slovakia
21st European Conference on Organometallic Chemistry, www.eucomcxxi.eu
11 – 25 July 2015, Pulawy, Poland
Summer School of the Euromaster Measurement Science in Chemistry,
www.msc-euromaster.eu
14 – 17 July 2015, Mezzocorona, Italy
In Vino Analytica Scientia 2015
http://eventi.fmach.it/IVAS2015
23 – 26 August 2015, Vienna, Austria
15th European Conference on Solid
State Chemistry
http://ecssc15.univie.ac.at
30 August – 2 September 2015, Dresden, Germany WIFO 2015 – GDCh
Chemistry Forum www.wifo2015.de
6 – 10 September 2015, Bordeaux,
France EuroAnalysis 2015,
www.euroanalysis2015.com
GENNAIODUEMILAQUINDICI
A chemist as President
of the French Académie
des Sciences
Bernard Meunier,
acting as VicePresident of the
French Académie
des Sciences since
2013, started his
two-year mandate
as President on 6
January 2015. A
specialist of bioinspired chemistry, and especially
oxidation catalysis, Meunier is
Emeritus Research Director at the
CNRS
Coordination
Chemistry
Laboratory in Toulouse. He was a
former President of CNRS (2004 to
2006) and currently occupies the
Chair of Technological Innovation at
College de France in Paris.
Igor Tkatchenko secretaire-general@
societechimiquedefrance.fr
New EuCheMS logo
EuCheMS has a new logo:
GENNAIODUEMILAQUINDICI
6 – 11 September 2015, Catania/Sicily, Italy 1st European Conference on
Physical, Theoretical and Computational
Chemistry
20 – 24 September 2015, Kalamata,
Greece 9th International Conference
on „Instrumental Methods of Analysis –
Modern Trends and Applications”, www.
ima2015.teikal.gr
22 – 25 September 2015, Leipzig, Germany 15th EuCheMS International Conference on Chemistry and the Environment www.icce2015.org
14 – 16 October 2015, Madrid, Spain
Euro Food Chem XVIII
www.ictan.csic.es/eurofoodchem2015
Erratum
Correction of the article about the 5th
EuCheMS Chemistry Congress on page
1, EuCheMS Newsletter November
2014: The prizes for the awards symposium for younger chemists were offered
by Societa Chimica Italiana (SCI) and
Consiglio Nazionale dei Chimici (CNC).
EuCheMS Newsletter
Newsletter coordinator: Karin J.
Schmitz
Please send all correspondence and
manuscripts to [email protected]
Editors: Wolfram Koch (responsible),
Karin J. Schmitz, Uta Neubauer, Frankfurt am Main
Advisory board: David Cole-Hamilton
(President), Ulrich Schubert (Vice-President), Franco De Angelis (Treasurer), Eckart Rühl (Member of Executive
Board), Nineta H. Majcen (Secretary
General).
Layout: Jürgen Bugler, Frankfurt am
Main
Production: Nachrichten aus der Chemie
Publisher: Gesellschaft Deutscher Chemiker on behalf of EuCheMS
Postfach 900440
D-60444 Frankfurt am Main
EuCheMS General Secretary:
Nineta Majcen, Rue du Trône, 62
1050 Brussels, Belgium
[email protected]
www.euchems.eu
EuCheMS is registered as “Association
internationale sans but lucratif” (AISBL,
international non-profit association),
AISBL-Registered office: Rue du Trône,
62, 1050 Brussels, Belgium
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ILCHIMICOITALIANO
Contro-copertina »
“Non si piange sulla propria storia,
si cambia rotta”
Baruch Spinoza,
filosofo
50
ILCHIMICOITALIANO
FEBBRAIODUEMILAQUINDICI