In questo numero - Consiglio Nazionale dei Chimici
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In questo numero - Consiglio Nazionale dei Chimici
In questo numero FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Contiene IP 8 6 3 Editore Consiglio Nazionale dei Chimici Direzione, redazione e amministrazione P.zza S. Bernardo, 106 - 00187 Roma Tel. 06 47883819 - Fax 06 47885904 [email protected] - www.chimici.it Direttore responsabile Armando Zingales Direttore editoriale Antonio Ribezzo Coordinamento redazionale e grafica Segni e Suoni 21 LA VOCE DEL DIRETTORE Verso Expo 2015 Gli articoli e le note firmate esprimono soltanto l’opinione dell’autore e non impegnano il Consiglio Nazionale dei Chimici né il Comitato di Redazione (CdR). L’accettazione per la stampa dei contributi originali di interesse scientifico e professionale nel campo della chimica è subodinata all’approvazione del CdR, previa revisione di tre Referee, scelti dal CdR tra gli esperti del settore. Quanto pubblicato nel Bollettino raccoglie gli atti ufficiali del Consiglio Nazionale dei Chimici. Stampa Grafica Ripoli s.n.c. Concessionaria di Pubblicità AGICOM srl 5 L’EDITORIALE La gestione dei rifiuti a chi ne ha davvero competenza Autorizzazione del tribunale di Roma n. 0032 del 18 gennaio 1990 6 8 PRIMO PIANO Italia Chiama Europa Che fine fanno? Italia, eccellenze e arretratezze 9 IL PUNTO “Ambiente” con la “I” 11 13 APPROFONDIMENTO DEL PRIMO PIANO Quel pasticciaccio chiamato Sistri La perenne emergenza 14 L’INTERVISTA Un Paese da non buttare… 28 IO, UN CHIMICO Camice bianco in pasticceria 16 17 ATTUALITÀ Petrolio, un futuro incerto Giù le mani dalle tipicità 30 31 VOCI DAL TERRITORIO A tutela della nostra salute Decima candelina per “Farmaffari” 18 19 PROFESSIONE E LAVORO Restituite la refurtiva La previdenza sarà più semplice 32 34 SPAZIO EXPO Custodi, non padroni della terra La Carta di Milano 20 21 FOCUS SANITÀ Pediatri e medici di famiglia preparano la rivolta L’anno che (forse) riformerà 36 SPAZIO RICERCA Itinerari per l’EXPO: alchimie di ingredienti e d’alimenti mediterranei alla tavola di Stradivari 22 23 NORMATIVE Banca dati Dna, serve chiarezza Ecoreati, un ddl per iniziare 44 EUCHEMS 26 FOCUS Mi aggiorno quindi sono La quota di iscrizione dei singoli iscritti è comprensiva del costo e delle spese di spedizione della rivista in misura pari al 5%. Una copia: € 8,00. Abbonamento annuo (6 numeri): Italia € 40,00. Estero: € 80,00 ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Numero chiuso in redazione il 28 - 02 -2015 pedizione in Abb. postale Art. 2, comma 20/C S legge 662/96 - Filiale di Roma La voce del direttore di ANTONIORIBEZZO Verso Expo 2015 Siamo nell’anno di Expo, il grande evento che si terrà a Milano a partire dal 1° maggio e che vedrà coinvolti operatori e professionisti di ogni latitudine, chimici compresi. Noi racconteremo i sei mesi dell’Expo dal nostro punto di vista a cominciare dal gioco ‘Missione chimica’, ai 5 eventi in collaborazione con Euchems, fino al Congresso Nazionale di ottobre. Per noi “Nutrire il Pianeta” vuol dire illustrare e sottolineare il contributo della chimica e dei chimici alla nutrizione del nostro ecosistema, concetto che si sviluppa essenzialmente attorno al valore del cibo, ma che può essere riferito anche ad una sua concezione più ampia come, ad esempio, nutrire il Pianeta di conoscenza con appropriati studi e ricerche. Nutrire gli elementi del Pianeta che a sua volta ne costituiscono la linfa vitale, come l’aria e l’acqua. La Redazione de Il Chimico Italiano ha pensato di dedicare una specifica newsletter, con cadenza quindicinale, all’evento Expo. Essa si muoverà su tre direttrici con cui è stato concepito l’impegno dei Chimici nel corso dell’evento internazionale, ovvero il coinvolgimento del mondo scien- FEBBRAIODUEMILAQUINDICI tifico, il gioco scuola ed il Congresso Nazionale dei Chimici. Avendo riguardo del tema di Expo bisognerà innanzitutto riflettere e confrontarsi sulle contraddizioni presenti nel mondo a proposito del divario esistente fra i milioni di persone che soffrono di fame e chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta o per troppo cibo. Occorrerà meditare sulla quantità di cibo che annualmente viene sprecato al fine di favorire scelte consapevoli e stili di vita sostenibili affinché, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, si possa rendere possibile un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. Riteniamo si debba anche evidenziare la storia del cibo e del gusto attraverso varie interpretazioni. Riflettere sull’evoluzione umana attraverso il cibo, evidenziando sia le tecniche di coltivazione che di trasformazione degli alimenti che hanno reso possibile lo sviluppo quantitativo e qualitativo della vita umana sul Pianeta. I Chimici potranno evidenziare i nuovi obiettivi per un millennio sostenibile, dove da un lato ci sia la salvaguardia della diversità delle produzioni e coltivazioni alimentari, dall’altro la tutela dei saperi e delle tradizioni di intere culture. In questo senso sono da tenere presente le tradizioni alimentari regionali italiane che si sono tramandate nei secoli, rendendo famosa la nostra cucina in ogni parte del mondo. Inoltre sarà anche importante approfondire i concetti riguardanti le tecniche di conservazione dei cibi, le diverse modalità di cottura, le invenzioni finalizzate a modificare o mantenere i sapori di cui l’Italia è leader indiscussa nel mondo. Da subito i chimici hanno voluto partecipare in prima persona alla manifestazione con un contributo originale, il già citato “Missione chimica”. E grazie all’impegno dell’Ordine dei Chimici della Lombardia, sostenuto dal Consiglio Nazionale dei chimici, siamo pienamente dentro l’evento, siamo in Expo 2015 a rappresentare con la nostra presenza le cose belle della chimica, le applicazioni nello specifico della nostra professione, le nostre idee. Attendiamo tutti, chimici e non, Expo2015 con la convinzione di poter lasciare una traccia significativa della nostra presenza. ILCHIMICOITALIANO 5 L’editoriale di ARMANDOZINGALES La gestione dei rifiuti a chi ne ha davvero competenza Abbiamo concepito il sottotitolo della copertina come una provocazione: non dipende, i rifiuti oggi vanno certamente ritenuti una risorsa. Perché tuttavia essi possano davvero rivestire questo ruolo decisivo per la società, è necessario innanzitutto buon senso di chi traduce in legge i provvedimenti, regole comuni - qui l’Europa può venirci in aiuto - e infine, bisogna prestare attenzione ad improvvide fughe in avanti. Buon senso quindi. E competenza. Il Consiglio Nazionale dei Chimici ha anche scritto alla Commissione Europea proprio per ricorrere contro una malintesa concezione di rifiuto pericoloso, in particolare del principio di precauzione, in base al quale, quando i componenti di un rifiuto sono determinati in modo aspecifico e perciò non sono noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori. Una impostazione che porterebbe a conseguenze ridicole: un rifiuto, ad esempio, che contiene del sale da cucina potrebbe essere classificato pericoloso a causa del cloro, che allo stato gassoso è tossico (ma certamente non come ione nel cloruro sodico!). Decisioni comiche se non fosse che i loro effetti risultano poi penalizzanti per l’economia e l’ambiente. Oltretutto ben lontane dai criteri sottesi alla Decisione 2000/532/CE in cui il concetto di pericolosità dei rifiuti non è sempre e comunque sovrapponibile a quella di sostanze e miscele. Ma la questione ci porta più lontano, a riflettere su quell’idea di sussidiarietà rispetto alle Pubbliche amministrazioni che da tempo le categorie professionali rivendicano, non per protagonismo ma perché realmente, e senza false modestie, le più competenti a trattare le materie in atto. Un esempio è senz’altro la scrittura dei provvedimenti legislativi. La mano dell’estensore del testo, relativo ai rifiuti pericolosi, del disegno di legge di conversione in legge del D.L. 24 giugno 2014 era davvero maldestra. Servono competenze e cultura per compiere scelte e tradurle in misure (non solo in campo ambientale). Infine, attenzione alle fughe in avanti, si diceva. Siamo ben favorevoli a modalità innovative di gestione dei rifiuti purché sostenibili, dal punto di vista ambientale, economico e nella modalità di realizzazione. Quando questo non accade a rimetterci sono proprio lavoratori e cittadini perché i primi a pagare le conseguenze di attività, anche imprenditoriali, fragili e d’incerta solidità scientifica. Anche in questo caso, è bene che la gestione dei rifiuti sia lasciata a chi possiede vere competenze per svolgerle. Esprimo i migliori auguri, a nome dei chimici italiani, al nuovo Presidente della Repubblica. Non saremo certo noi ad avanzare suggerimenti o tirare per la giacca la nostra figura istituzionale più importante su temi specifici, il nostro è un solo ed unico auspicio: che Sergio Mattarella possa davvero rappresentare un vero punto di riferimento, come lo è stato durante la sua precedente attività pubblica, per tutto il Paese, e che si possa guardarlo come quell’esempio di elevata statura, morale prima di tutto, che il compito, ma soprattutto l’Italia richiedono, ora più che mai. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI ILCHIMICOITALIANO 7 Primo piano di ANDREAZACCARELLI e GIULIATORBIDONI Italia Lontano dai modelli nordeuropei, ma alla ricerca della sua strada verso una sempre maggiore sostenibilità. L’Italia dei rifiuti, fotografata dal Rapporto Ispra sulla qualità dell’ambiente urbano 2014, è un Paese a più velocità, con alcuni territori in linea con i parametri europei e altri che arrancano, affidandosi ancora troppo alla discarica. Eppure, un dato positivo c’è: la raccolta differenziata, sebbene al di sotto dei parametri dettati, è in aumento. Secondo il Rapporto, che dedica al tema un intero capitolo, nel 2013 la produzione nazionale di rifiuti urbani è stata di circa 29,6 milioni di tonnellate, quasi 400mila tonnellate in meno rispetto al 2012. Una diminuzione dovuta anche, purtroppo, a fattori economici, ma soprattutto da ricondurre alla diffusione di sistemi di raccolta differenziata, alla diminuzione delle quote relative ai rifiuti assimilati e alle azioni di riduzione alla fonte. Cartina al tornasole è il tasso di raccolta differenziata che è inversamente proporzionale alla produzione di rifiuti urbani. Su questo fronte, la legge 296/2006 stabiliva gli obiettivi da raggiungere, come ad esempio il 35% di RD al 31 dicembre 2006 e il 65% al 31 dicembre 2012. Insomma, una crescita graduale, ma dalla teoria alla pratica qualcosa non ha funzionato. Nel 2013, infatti, il tasso si è fermato al 42,3%, che, sebbene in crescita di 2 punti sul 2012, non permette al nostro Paese di raggiungere ancora neanche l’obiettivo del 2008, ovvero il 45%. Ai vertici della classifica dei territori più sostenibili, con quasi il 65% di raccolta differenziata, Veneto e Trentino Alto Adige. Agli ultimi posti, Calabria e Sicilia con meno del 15%. Ma a fugare ogni possibile cliché sul Sud Italia, ci pensa la Campania che, passata dal 29% al 44% dal 2009 al 2013, si assesta insieme alla Valle d’Aosta al centro della graduatoria, più in alto di Liguria e Toscana. A dimostrazione che essere virtuosi non è un fatto geografico. 8 ILCHIMICOITALIANO Europa 2 9,6 milioni di tonnellate. È la produzione nazionale, secondo il rapporto Ispra 2014, di rifiuti urbani quasi 400mila tonnellate in meno rispetto al 2012. Una diminuzione dovuta anche, purtroppo, a fattori economici, ma soprattutto da ricondurre alla diffusione di sistemi di raccolta differenziata, alla diminuzione delle quote relative ai rifiuti assimilati e alle azioni di riduzione alla fonte. Campania Passata dal 29% al 44% dal 2009 al 2013 è tra le Regioni del Meridione più virtuose dal punto di vista della raccolta differenziata. Si assesta insieme alla Valle d’Aosta al centro della graduatoria, più in alto di Liguria e Toscana. In testa alla classifica invece Veneto e Trentino Alto Adige. Agli ultimi posti, Calabria e Sicilia. Chia Quarantamila euro di multa perché l’Italia non è ancora al passo con le direttive europee sui rifiuti. Quando si parla di risorse da investire per la ripresa del Paese, difficile non pensare poi a quelle che prendono la via per Bruxelles causa inadempienze. Il Ministro Galletti ha replicato che si tratta di situazioni vecchie di sette anni, la Ue ha subito controbattuto che sì, è vero, ma nel frattempo poco si è fatto – e troppo lentamente – per poter evitare sanzioni, soprattutto quando si porta la giustificazione dell’aver chiuso tante discariche. “Peccato – spiegano ancora da Bruxelles – che chiuderle non sia azione sufficiente per conformarsi alla direttiva”. Insomma perché il rifiuto possa essere concepito davvero come risorsa ancora ce ne vuole. L’Europa pertanto richiama e san- FEBBRAIODUEMILAQUINDICI ma ziona, l’Italia risponde che la fotografia scattata dalla Ue è fuori fuoco: “Ci stiamo adeguando ai parametri, i risultati sulla raccolta differenziata, ad esempio, sono in crescita”. Il braccio di ferro continua anche se l’Europa, e qualche addetto, fanno notare che la questione non può esaurirsi alla sola raccolta, l’insieme di pratiche che consentono un corretto smaltimento dei rifiuti riguarda anche e soprattutto riciclo e recupero, e qui, a quanto pare, il percorso è ancora da completare. Di certo, multa o non multa, primi della classe in educazione al rifiuto non siamo, forse siamo piuttosto come quegli studenti che aspettano la notte precedente il compito in classe per mettersi a studiare sul serio. Tempo per portarsi al pari ce n’è ancora. Bisogna impegnarsi però, Bruxelles è inflessibile. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI 3 kg. I rifiuti urbani procapite che finiscono in discarica in Germania dove nel complesso se ne raccolgono circa 597 kg. In Italia su 535 chilogrammi ne vengono smaltiti in discarica 248. In pratica poco meno della metà. Una sproporzione che invita a riflettere sulla gestione. Molti altri Paesi sono più virtuosi di noi. La media europea di quelli urbani è del 36%. Germania È uno dei Paesi europei che, secondo le stime di Eurostat, smaltisce meglio i rifiuti. Con essa sono presenti Svezia, Austria, Paesi Bassi, Danimarca. Un approccio mentale radicato nell’equazione storica ambientalismo-qualità della vita spiega la presenza in cima alle classifiche di Stati nordici, mentre le discariche sono ampiamente utilizzate Malta, in Bulgaria e in Romania In Germania si raccolgono 597 kg di rifiuti urbani procapite di cui solo 3 finiscono in discarica. In Italia su 535 chilogrammi 248. Poco meno della metà. Troppo facile come esempio per allungare ombre sul Belpaese? Probabilmente sì, questione di tradizioni, di culture ambientali troppo diverse per legittimare paragoni. Tuttavia è la sproporzione del dato che dovrebbe far riflettere: la distanza pare sin troppo esagerata, senza contare che tra noi e loro molti altri corrono più o meno virtuosamente in mezzo. Secondo le stime di Eurostat, Paesi nel vecchio continente che smaltiscono meglio la sbornia dei rifiuti sono Svezia, Austria, Paesi Bassi, Danimarca e appunto Germania. Un approccio mentale radicato nell’equazione storica ambientalismo-qualità della vita spiega la presenza in cima alle classifiche di Stati nordici, che individuano nella discarica un’opportunità di smaltimento soltanto residuale. In Italia, secondo dati resi noti dall’Ispra, nelle discariche delle periferie cittadine finisce il 37% dei rifiuti urbani, allineandosi alla media europea (circa 36%). L’Europa, però, non presenta un volto omogeneo, perché sud e nord viaggiano con ritmi molto diversi, per non parlare dell’Est. In particolare, la discarica è ampiamente usata - oltre il 90% - a Malta, in Bulgaria e in Romania. Una ricerca della commissione Europea, “Screening of waste management performance of EU Member States”, ha poi definito l’ottica manageriale con cui viene affrontata la gestione dei rifiuti urbani. Lo studio stila una classifica articolata in tre gruppi: tra i migliori, oltre ai Paesi già citati all’inizio, compaiono anche Francia, Finlandia e Regno Unito, nella fascia media si trovano Spagna e Portogallo, nell’ultimo Grecia, Bulgaria, Paesi Baltici e Repubblica Ceca. L’Italia? No, non viaggia nel gruppo di testa, e neppure in quello all’inseguimento. ILCHIMICOITALIANO 9 Primo piano Il punto di GIULIATORBIDONI di TOMASOMUNARI Italia, eccellenze e arretratezze Il Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile e già Ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, fa luce sulla situazione delle bonifiche nel nostro Paese: “Per prima cosa estendiamo le buone pratiche” L’obiettivo di una raccolta differenziata oltre il 60% dei rifiuti urbani è stato raggiunto, nel 2013, da ben 24 province italiane. Per la gran parte al Nord, ma ce ne sono anche al Centro - come Ancona e Macerata - ed anche al Sud e Isole - come Benevento e Oristano”. È positivo lo sguardo di Edo Ronchi, Presidente di Susdef, Fondazione Sviluppo Sostenibile e già Ministro dell’Ambiente, sebbene non manchi di sottolineare i passi necessari per migliorare la situazione. “Bisogna estendere le buone pratiche di raccolta differenziata: dalla comunicazione e informazione dei cittadini, alla gestione delle fasi di avvio e consolidamento, dai modelli di raccolta domiciliare ai sistemi di controllo e contabilizzazione ecc. La media al Nord è del 54%, ma Sicilia, Calabria, Molise, Puglia, Basilicata e Lazio nel 2013 erano sotto il 27%. Per queste regioni occorre una specifica analisi con un programma e misure ben studiate e implementate, coinvolgendo amministratori locali e regionali”. 10 ILCHIMICOITALIANO Si è appena chiuso il semestre italiano di presidenza in Europa. Come valuta l’operato italiano in chiave ambientale in relazione, soprattutto, a quanto ci chiedono le istituzioni europee? Il pacchetto sulla circular economy è stato ritirato con l’annuncio di una sua ripresentazione entro questo 2015, mentre il pacchetto clima-energia ha lasciato solo una coda di formalizzazione. Questo pacchetto contiene punti positivi (la riduzione del 40% al 2030 in linea con la traiettoria dei 2°C), ma non basta perché non prevede obiettivi per l’efficienza energetica né una ripartizione fra i Paesi europei dell’obiettivo per le fonti rinnovabili. Mi è parsa invece molto positiva la “Carta di Roma sul capitale naturale e culturale”. Sull’adeguamento del nostro Paese alle normative europee abbiamo una situazione di eccellenze e arretratezze: siamo fra i migliori per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, ma non rispettiamo i limiti europei per le polveri sottili; abbiamo fra i migliori sistemi di raccolta e recupero degli imballaggi, ma abbiamo ancora procedure d’infrazione in corso per discariche che non rispettano le norme europee. Terra dei Fuochi, navi dei veleni, Sin... il nostro Paese è disseminato di luoghi purtroppo altamente contaminati. Ritiene che si stia facendo abbastanza per bonificare le aree coinvolte e per evitare che si verifichino casi analoghi in futuro? Non credo che si possano ripetere la quantità e l’estensione dei siti contaminati che abbiamo ereditato: molte delle industrie più impattanti sono state chiuse, il sistema produttivo è cambiato, la normativa e i controlli non sono certo perfetti, ma comunque sono più efficaci che in passato. Resta pesante lo strascico dei siti contaminati ereditati: le bonifiche sono insufficienti e troppo lente; sono costose e le imprese disposte e in grado di sostenere le spese non sono molte; le risorse pubbliche che andrebbero aumentate sono scarse; le procedure continuano ad essere complicate e lunghe. Per il futuro penso che le maggiori novità provengano dalla green economy. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI “Ambiente” con la “I” L’ennesimo scomposto, e francamente antiscientifico, intervento circa le modalità con cui in Italia si devono gestire i rifiuti, in questo caso in relazione alla loro potenziale pericolosità, è la riprova che la gestione della “questione ambiente” nel nostro Paese si fa troppo e male. Il codicillo “ammazza-recupero” e “foraggia-SISTRI” non è l’ultimo intervento che, a noi del mestiere, farà salire la pressione. É già pronto un bell’articolo da introdurre nel Testo Unico Ambientale (il 232bis), contenuto in uno stralunato “DDL green economy”, finalizzato a risolvere il grande problema ambientale che atterrisce gli italiani. La totale mancanza di una gestione dei rifiuti - degna di questo nome - in buona parte delle regioni italiane? La cronica incapacità del sistema di regolamentare e controllare in maniera proporzionata, omogenea e razionale sul territorio le attività di gestione? L’assenza di qualsiasi politica nazionale di riduzione dei rifiuti? No, è la pressante problematica ambientale delle “cicche” di sigaretta e da masticare, gettate al suolo, a meritare un bell’articolo ad-hoc nel Testo Unico Ambientale. Per questo motivo, mi sia permesso proporre un “Catalogo in I” in onore dei principi su cui la tutela dell’ambiente, nella nostra Italica penisola, è basato. Ignoranza: comincio senza mezzi termini e senza false ipocrisie, perché è il filo rosso di tutto il discorso. Si discute, si legifera, si regola, si opera e si giudica nella più totale e splendida ignoranza di cosa sia l’ambiente. Benché la qualità dell’ambiente sia un legittimo interesse di tutti, pochi hanno la formazione culturale minima per garantirne la tutela in maniera utile. Perché anche solo il concetto di ambiente, è tutt’altro che fisso e definito, perché la tutela dell’ambiente è un compromesso tra la qualità della vita attuale e la sostenibilità della vita dei nostri figli. Perché ogni attività umana, ma non solo umana, ha un impatto sul mondo, ed il sottile equilibrio tra quello che serve a noi, e quello che danneggia il prossimo, FEBBRAIODUEMILAQUINDICI sono un complesso intreccio tra salute, ambiente e l’aspirazione ad avere una qualità di vita migliore da parte di tutti. A questo si aggiunga il fatto che, ad esempio, le dinamiche del consumo e della produzione di energia, dei fenomeni di distribuzione delle acque, dei nutrienti-contaminanti negli ecosistemi, della diffusione, degradazione e modifica degli stessi contaminanti nelle matrici ambientali, ma anche i criteri di valutazione e modellizzazione di tutto quanto sopra, richiedono competenze scientifiche elevate (e in tutto questo c’è tanta chimica) e non possono certo essere discusse, legiferate, regolate, gestite e giudicate da chi, al massimo, ha studiato l’ecologia con i cartoni animati di Barbapapà. Inadeguatezza: a qualsiasi fede politica possiate appartenere, da sempre o in questo momento, se passate in rassegna i Ministri dell’Ambiente che abbiamo avuto la sfortuna di avere nel nostro paese, l’unico che potrete promuovere è Edo Ronchi. Gli altri, prima e dopo di lui sono stati, per trovare - bonariamente - un’altra parola con la i, al massimo inconsistenti. A partire da colui il quale, tacerò il nome per pietà, ha costruito un Testo Unico Ambientale, con la poco segreta speranza di costruirsi un monu- Il commento del Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici al controverso provvedimento in materia di rifiuti pericolosi mento, mentre ha realizzato un tanto raffazzonato quanto incoerente almanacco delle norme precedenti. Per dare sostanza alla critica ricordo solamente: 1) la criptica modalità con cui sono chiamati gli allegati alle varie parti (le cui coordinate dovete necessariamente recitare integralmente, come uno scioglilingua, per far comprendere di quale tabella o di quale paragrafo, di quale allegato parlate), che spaziano dai numeri arabi, romani e lettere; 2) l’imbarazzata presenza nella parte quarta dedicata ai rifiuti delle norme sulle bonifiche, che dovrebbero essere nella parte sesta dedicata al danno ambientale (La motivazione? Perché erano state li incastonate dall’art. 17 del Decreto Ronchi....) 3) la presenza di più definizioni della stessa “parola” in diversi titoli dello stessa parte, vedi la poco illuminante definizione di “acque sotterranee”; Tale stato di fatto ha stimolato la pulsione irrefrenabile di ogni Ministro, Governo o Parlamentare di voler introdurre una modifica - a caso - nel testo, nemmeno fosse il quaderno degli ospiti di un bed and breakfast, per portarci - in nemmeno 10 anni - al non invidiabile primato di avere 11 ILCHIMICOITALIANO Approfondimento del primo piano di VERONICAFERMANI una ottantina di interventi normativi sul testo di legge principale relativo all’ambiente, tutto a favore, inutile dirlo, della certezza e chiarezza del diritto. Questo, mentre serve al paese una radicale riscrittura della norma ambientale, funzionale a evitare errori interpretativi, dovuti alla complessità della norma, e a sanzionare, in maniera proporzionata ed efficace, chi la viola deliberatamente. Inettitudine: Non possiamo certamente dimenticare tutti gli altri Ministri che hanno saputo evitare, con grande presenza di spirito, la risoluzione dell’emergenza rifiuti della Campania; prevedere una norma complessa e confusa per il reimpiego di terre e rocce, quando sarebbe bastato semplicemente definire quali sono le caratteristiche per cui un materiale di scavo sia ancora considerabile “terre e rocce”; che hanno prodotto confuse interpretazioni delle direttive europee che ci hanno portato, totalmente impreparati, alla disfatta di Malagrotta o all’imbarazzante ed inquietante SISTRI. Incompetenza: Sarebbe troppo facile, però lasciare tutte le colpe ai rappresentanti politici, perché per quanto siano inadeguati, i politici ci sono in tutti i paesi e in tutti i paesi passano, mentre il problema italiano è che la pianta dell’ambiente è danneggiata nel suo apparato amministrativo. Infatti buona parte della confusa situazione in cui versiamo è dovuta a uffici legislativi impreparati e/o latitanti, rappresentanti di Istituti Superiori e alti funzionari del Ministero dell’Ambiente che confondono limiti per la qualità delle acque sotterranee con limiti imposti per il test di cessione dei rifiuti, che dimostrano un attaccamento morboso, acritico e fideistico ai numeri presenti in tabelle nemmeno ce le avesse portate Mosè scendendo dal Sinai, che giustificano il divieto filosofico dell’impiego di un polimero quale flocculante per limi, con la pericolosità del momonero (che è un po’ come un medico cialtrone che intima a un paziente di rimuovere il fegato per paura dell’epatite), o ancora il fatto che, invece di produrre - come sarebbe lecito attendersi - linee guida ragionate, sottoposte a pubblica consultazione, producano pareri e lettere – spesso sconclusionati e di discutibile sostanza - che, nell’assenza di altri riferimenti più solidi, filtrano al di fuori della cerchia dei diretti destinatari. Impreparazione: Ma l’incompetenza non risparmia nemmeno gli organi periferici dello stato, siano esse Regioni, Province o le diverse Agenzie territoriali, ove soggetti coscienziosi e preparati 12 ILCHIMICOITALIANO sono accerchiati da persone che ricoprono ruoli per cui non hanno alcuna competenza, solo perché gli si deve trovare un posto di quel “livello”. Così capita che “territoriali” non sappiano neppure effettuare un semplice campionamento che rappresenti, vagamente, quanto deve essere campionato, e quindi possa essere funzionale alla verifica di una eventuale violazione. Da campionamenti fatti in dieci minuti - con paletta e secchiello - “rappresentativi” di montagne di materiali eterogenei, al prelievo istantaneo - con una gamella - di acque stagnanti in pozzetti per rappresentare scarichi non in atto, o altri impongano, in conferenze dei servizi, prescrizioni sulla ricerca di inquinanti fisicamente, chimicamente, ma anche logicamente, impossibili da riscontrare nelle matrici indagate. Questo modo di procedere genera un inutile contenzioso, che va a ingolfare i tribunali con cause che sistematicamente terminano in proscioglimenti e che hanno l’unico effetto tangibile di non permettere di perseguire coloro i quali i reati ambientali li commettono veramen- te. O ancora, funzionari che producono pareri e/o autorizzazioni scritte in un italiano confuso ed imbarazzante e che contengono prescrizioni sproporzionate, disomogenee, o anche addirittura illegali, basate su copia e incolla di documenti incoerenti tra loro. Per tutti questi soggetti, la partecipazione a semplici percorsi di formazione mirati potrebbe essere risolutiva ma, sfortunatamente, in molti enti pubblici questo non è per nulla prioritario. Interessi innominabili: Il SISTRI. É l’esempio principe di come, per creare un mercato riservato, si possa prendere un “fastidio” e trasformarlo in un “incubo”. Premessa: Esisteva un problema di tempestività nella trasmissione delle informazioni relative alla gestione dei rifiuti da parte delle imprese, il sistema attuale prevede(va) una trasmissione riassuntiva, il cd. MUD, solo su base annua. Indubbiamente un sistema poco efficace per qualsiasi controllo (ma il sistema era nato solo con fini statistici e NON di controllo). Soluzione: Un incrocio tra 1984 di Orwell e un film con Alvaro Vitali: Un sistema poliziesco che traccia i movimenti delle motrici dei camion (ma non i rimorchi coi rifiuti!), un software totalmente disfunzionale e inadeguato, che richiede l’adozione onerosa e forzosa alle imprese di un hardware, spesso non funzionante. Un sistema basato sul principio che chiunque gestisce legalmente i rifiuti è sempre e comunque un potenziale criminale, e che ha previsto l’assegnazione dell’appalto per lo sviluppo del sistema (e che gran sistema!) senza alcuna gara, e con una incredibile segretazione degli atti. Tutto questo, ovviamente, non incide - e non avrebbe mai potuto incidere - in alcun modo su chi, la gestione abusiva dei rifiuti la fa e continuerà a farla, SISTRI o non SISTRI. Ma il SISTRI é costato - e costa - alle imprese tempo e milioni di euro e, forse, per paura di dover restituire il denaro richiesto, ci si ostina a tenerlo, in coma irreversibile, attaccato alla spina. Si potrebbe ancora continuare parlando dell’Inutilità delle previsioni penali per molte violazioni ambientali che sarebbero molto più efficacemente punite amministrativamente, dell’Incoerenza interna delle versioni italiane delle norme europee quale ad esempio i tre modi diversi con cui, nella Direttiva quadro sui rifiuti, la parola “storage” viene tradotta in italiano (stoccaggio, deposito, messa in riserva) creando scuole filosofico-normative su “differenze” che esistono solo in Italia, o il termine “ricondizionamento” usato a sproposito per tradurre “repackaging” (reimballo) o il concetto di rifiuto “assimilabile” all’urbano, la cui definizione dettagliata aspettiamo da oltre 20 anni, quando è in molti paesi semplicemente “similar”, simile, che ha una interpretazione molto più oggettiva e diretta. La via di uscita da questo Impasse è più semplice di quanto si creda: per poter avere un ambiente più pulito occorre fare una pulizia radicale e svecchiare le strutture normative, amministrative e burocratiche, eliminare norme inutili e incomprensibili, riformare il Ministero dell’Ambiente, magari reinnestandolo nel Ministero della Salute, oppure fondendolo con quello delle Infrastrutture, come è avvenuto in Olanda, ma soprattutto formando in maniera adeguata i funzionari pubblici. Ma per tutto c’è un primo passo: Togliere di mezzo l’inqualificabile SISTRI. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Quel pasticciaccio chiamato Sistri Poca chiarezza e scarsa semplificazione, oltre agli elevati costi: il sistema per la tracciabilità dei rifiuti si rivela tutt’altro che favorevole alle imprese. Il parere di Rosaria Gigante, esperto del settore Che tipo di oneri gravano sulle imprese con l’applicazione del Sistri? Oneri in primis economici dovuti ai contributi obbligatori e alla necessità di dotarsi di attrezzature dedicate (computer e stampanti). Tali oneri pesano in modo consistente sulle aziende che gestiscono i rifiuti pericolosi, ovvero impianti di trattamento e trasportatori. Per questi operatori, inoltre, esiste la necessità di gestire apparecchiature di geolocalizzazione, specifiche per questo sistema (black box), che comportano l’inserimento su ogni mezzo iscritto al sistema di tracciabilità SISTRI di schede telefoniche di scambio dati e messaggi, attive 24 ore su 24. Un sondaggio fatto dalla CNA mostra come, nei primi 4 anni di esistenza del SISTRI, il 45% dei trasportatori delle imprese di trattamento dei rifiuti abbiano sostenuto costi aggiuntivi superiori a 10 mila euro, con punte che arrivano a 50 mila. A questi si aggiungono costi importanti in termini di risorse umane, da destinare alla gestione sia cartacea che informatica del sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Ancora per tutto il 2015, infatti, sarà attivo quello che è stato definito il “doppio binario”: in altre parole, tutti gli attori della filiera dei rifiuti (dal produttore iniziale all’impianto di destino finale) devono per legge tracciare ogni operazione utilizzando sia il sistema tradizionale (formulari e registri cartacei) sia il sistema elettronico SISTRI (registrazioni cronologiche, documentaFEBBRAIODUEMILAQUINDICI zione cartacea di accompagnamento dei trasporti...). In sintesi, questo sistema si sta rivelando incompleto, malfunzionante e dispendioso in termini di risorse economiche ed umane. La sua operatività, inoltre, è ancora in fase di test e continuo aggiornamento, ma, ciò nonostante, lo Stato pretende per esso il pagamento di contributi annuali. Rispetto alla tracciabilità dei rifiuti emerge un’effettiva semplificazione delle procedure? Premesso che la chiarezza normativa del SISTRI è scarsa, così come il sistema è attualmente progettato e opera, non si notano di certo semplificazioni: il sistema, infatti, presenta vincoli e rigidità che rendono spesso difficile, se non impossibile, la gestione di pro- Che cos’è? Il SISTRI (acronimo per Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti) è il sistema informativo voluto dal Ministero dell’Ambiente italiano per monitorare i rifiuti pericolosi tramite la tracciabilità degli stessi. Si tratta, in pratica, di trasferire in formato digitale gli adempimenti documentali precedentemente svolti in forma cartacea e basati sul Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD), sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e sul Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR). Il sistema si basa sull’utilizzo di due apparecchiature elettroniche: una cosiddetta “black box” (cioè un trasponder), da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti, e una “token usb” da 4 Gb equipaggiata con un software per autenticazione forte e firma elettronica che viaggia assieme ai rifiuti, su cui sono salvati tutti i dati ad essi relativi. 13 ILCHIMICOITALIANO Approfondimento del primo piano di GIULIATORBIDONI blematiche accidentali ed eventi non prevedibili, in quanto le procedure per apportare modifiche sono poco chiare e tortuose. Non solo, quindi, il sistema non costituisce una semplificazione, ma rende anche difficilmente gestibili specifiche casistiche di trasporti. Un esempio per tutti è quello delle imprese estere che effettuano trasporti di rifiuti dal territorio italiano a paesi esteri (o viceversa) e, di conseguenza, sono obbligate ad iscriversi al SISTRI per il tratto di percorso italiano. Esse, pur volendo ottemperare a quanto previsto dalla vigente normativa, si trovano nell’impossibilità di iscriversi perché non dotate di codice fiscale o partita IVA italiana: il SISTRI, infatti, non è in grado di gestire partite IVA estere. In questi casi le aziende non riescono, quindi, a concludere praticamente la procedura prevista a livello teorico. 14 ILCHIMICOITALIANO Quali sono le maggiori carenze? Oltre a tutte le problematiche sopra evidenziate, il SISTRI presenta, a mio parere, un errore di fondo, che fa scaturire molte di quelle difficoltà. Il sistema, infatti, nasce da una richiesta a livello europeo di tracciare i rifiuti pericolosi, non di gestirne il flusso: il SISTRI, quindi, avrebbe dovuto essere disegnato come un semplice sistema di registrazioni cronologiche. Al contrario, sembra progettato con un’architettura più simile ad un sistema di gestione senza averne, però, tutte le caratteristiche procedurali, la completezza e la funzionalità. Che tipo di soluzioni normative servirebbero per poter realmente sostenere l’attività delle aziende coinvolte, garantendo al meglio i cittadini? Le aziende che operano nel rispetto delle normative, orientate alla gestione dei rifiuti nell’ottica della gerarchia dettata dalla comunità europea (riciclo, recupero di materia, recupero di energia e per ultimo smaltimento), sono assolutamente favorevoli ad un sistema che tracci i rifiuti, anzi lo auspicano vivamente. Tuttavia, per un tale scopo si rende necessario uno sistema efficiente, basato su procedure più snelle e che si avvalga di applicativi gestionali e apparecchiature “user-friendly”, quali sono, ad esempio, le modalità di gestione online dei conti correnti bancari (home banking) e i sistemi di geolocalizzazione tramite GPS, ormai entrati nell’uso comune di qualsiasi tipo di trasporto. Sono convinta che mettendo a punto un sistema di tracciabilità veramente efficiente e, allo stesso tempo, incrementando quantità e qualità dei controlli su strada, si potrà realizzare una gestione dei rifiuti pericolosi, sempre più corretta e rispettosa dell’ambiente e della salute delle persone. GENNAIODUEMILAQUINDICI La perenne emergenza Un’emergenza tira l’altra. A guardare il nostro Paese viene da pensarlo. Se è vero che, dopo le discariche abusive, le navi dei veleni, la Terra dei Fuochi, i cumuli di spazzatura che hanno inondato le strade di Napoli in più occasioni, e chi più ne ha più ne metta, anche il Natale 2014 sarà ricordato per la sirena d’allarme dei troppi rifiuti. Lanciato da molti comuni della Sicilia, nel palermitano e nelle province di Trapani, Enna e Caltanissetta, dove le persone si sono trovate costrette a stipare la spazzatura negli autocompattatori ma anche nelle case, nei bagni dei ristoranti e nelle camere di albergo. A Gela, ad esempio, dove la discarica di Timpazzo si è presto riempita, si è arrivati ad abbondare rifiuti anche all’ospedale. Un paradosso, se si pensa che stiamo parlando di una regione altamente attrattiva in un periodo dell’anno particolarmente turistico. Anche a Palermo e nei comuni che fanno parte dell’Ato Palermo 1, da Cefalù a Cinisi, il problema si chiama discarica. Quella di Bellolampo, infatti, è insufficiente a raccogliere tutti i rifiuti prodotti. Troppi arretrati. Basti pensare che a Carini, dove si è registrata la situazione peggiore, con le immondizie che occupavano la carreggiata in alcune strade di periferia, si producono ogni giorno 60 tonnellate di rifiuti, ma solo 40 possono essere conferite in discarica. Le altre venti restano in strada. E così aumentano le discariche abusive e i roghi. Per risolvere la questione delle discariche, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è andato a Roma, per chiedere poteri speciali sull’emergenza. Senza ottenerli, però, in quanto, come hanno detto dal Governo, “la Sicilia è commissariata da quindici anni per l’emergenza spazzatura, ma non si sono visti risultati”. Situazione simile nella vicina Calabria. A Vibo Marina e a Vibo Valentia si è assistito a fenomeni di incendi a ripetizione, con l’ormai nota FEBBRAIODUEMILAQUINDICI emergenza ambientale. Per farvi fronte la Regione ha autorizzato il conferimento in discarica di 120 tonnellate rispetto alle 45 prestabilite. Un provvedimento tampone che ha avuto il merito di dare solo un po’ di tregua e guadagnare tem- Rifiuti abbandonati e roghi in Sicilia e Calabria. Sono stati mesi di emergenza: sì a maggiori quantità in discarica, ma la risposa si chiama differenziata po. Il dato su cui intervenire in modo prioritario è, molto più probabilmente, quello relativo alla raccolta differenziata che, in Sicilia e Calabria, è al di sotto del 15% e pone le due regioni agli ultimi due posti della classifica stilata dall’Ispra. Best practices. A nord e a sud Da ventuno anni, Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, premia le comunità locali che raggiungono i migliori risultati nella raccolta e nella gestione dei rifiuti. Si tratta del concorso ‘Comuni Ricicloni’. Un riconoscimento speciale è stato riservato, nell’edizione 2014, alla città di Cosenza per aver modificato il sistema di gestione dei rifiuti, passando dal 28% al 52% di raccolta differenziata. Nessuna bacchetta magica, solo tanto lavoro in comunicazione, formazione degli operatori e potenziamento del servizio grazie alla sostituzione dei vecchi contenitori su strada con carrellati nuovi. Il prossimo obiettivo è il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata con un adeguato servizio di raccolta porta a porta. Esempi virtuosi a sud, ma anche a nord. Con Milano che ha ottenuto una menzione speciale per essere la sola città italiana con oltre un milione di abitanti ad aver superato il 50% di raccolta differenziata. Un obiettivo tanto alto che pone la città della Madonnina al secondo posto in Europa dopo Vienna. Anche qui non vi è stata nessuna magia, bensì una continua informazione, anche multilingue, della cittadinanza; un porta a porta con bidoni condominiali e l’estensione a tre quarti della città della raccolta selettiva del rifiuto umido da cucina. 15 ILCHIMICOITALIANO L’intervista di SERGIOSINIGAGLIA Un Paese da non buttare… Il sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani, fa il punto sulla questione rifiuti. Luci e ombre delle regioni italiane, ma complessivamente i dati sono incoraggianti. La difficile battaglia nella Terra dei fuochi Fig. 1 Sulla questione rifiuti il nostro Paese ha proposto spesso un’immagine, in particolare nel Sud, poco edificante. Dall’ultimo rapporto presentato dal Conai e dall’Anci sulla raccolta differenziata nello scorso novembre emerge che sono sette le regioni che hanno superato l’obiettivo del 50% di materiali avviati a riciclo, obiettivo fissato per il 2020. Insomma se la situazione sta migliorando siamo ancora molto lontani dagli standard europei. Addirittura secondo il rapporto ISPRA siamo ancora ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi indicati per il 2008, visto che la media nazionale si ferma al 42,3%. Quali sono le politiche che il governo sta portando avanti? Concordo sul fatto che anni di incuria, superficialità e malaffare in materia di rifiuti hanno ferito gravemente l’immagine del nostro Paese. Ora però stiamo lavorando con forza per recuperare. Innanzitutto occorre premettere che raccolta differenziata e riciclaggio non sono la stessa cosa. La “raccolta differenziata” è una modalità organizzativa e di gestione attraverso la quale si raccolgono i rifiuti nel modo migliore per effettuare il “riciclaggio” e ottenere il risultato migliore. Infatti il primo passo per poter avviare correttamente a riciclo i rifiuti è una adeguata raccolta differenziata. A livello comunitario non sono fissati obiettivi per la raccolta differenziata dei rifiuti ma solo per il riciclaggio dei rifiuti urbani (50%). In Italia le quantità di rifiuti raccolti in maniera differenziata aumentano costantemente di anno in anno. Nel 2007 la raccolta era pari a 16 ILCHIMICOITALIANO 8.960.000 tonnellate mentre nel 2013 è arrivata a 12.500.000 di tonnellate. Dal 2009 al 2013 si è assistito ad un aumento di quasi 10 punti percentuali passando dal 33,6 % al 42,3% (fig. 1). Tuttavia esistono ancora grandi disparità da regione a regione. Nella fig. 2 sono riportate le percentuali di raccolta di tutte le regioni italiane. Per quanto riguarda invece le percentuali di riciclaggio l’andamento aumenta negli anni come conseguenza dell’aumento della raccolta differenziata. Dal 2010 al 2013 si è passati da una percentuale del 36,7 ad una del 41,8. Si conferma pertanto il trend di crescita verso l’obiettivo comunitario del 50% al 2020. Al fine di incentivare il riciclaggio dei rifiuti il Ministero dell’Ambiente ha intrapreso molteplici azioni su più fronti diversi. Dal punto di vista normativo ha predisposto due schemi di decreto molto importanti che sono in fase di approvazione. Il ministero è inoltre impegnato nella predisposizione dello schema di decreto ai sensi del comma 2 dell’articolo 35 dello “Sblocca Italia” relativo alla ricognizione e individuazione del fabbisogno su base regionale degli impianti di riciclaggio della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata. Tale decreto servirà da indirizzo e da stimolo per le regioni, enti locali ma anche cittadini sulla necessità di realizzare una capacità sufficiente di impianti di compostaggio e digestione anaerobica con post compostaggio in modo da trattare i rifiuti organici e trasformarli in compost (ammendante compostato) per l’agricoltura chiudendo così il ciclo del carbonio e dei nutrienti. Le vicende della cosiddetta Terra dei fuochi hanno fatto emergere il ruolo della malavita organizzata nelle gestione dei rifiuti tossici. Una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. A che punto è l’azione di bonifica nelle zone interessate e che cosa si sta facendo per contrastare il fenomeno? Quello della terra dei fuochi è un dramma vero che abbiamo il dovere di affrontare con impegno e con serietà. Proprio in questi giorni il Ministero dell’Ambiente sta approntando le linee di indirizzo di cui all’art. 2 del DL n. 136/2013 “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate”. Nello specifico le attività di individuazione o il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell’illecito ambientale, monitoraggio, anche di radiazioni nucleari, tutela e bonifica nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania si svilupperanno attraverso l’attuazione delle seguenti linee di indirizzo: il contrasto dei roghi di rifiuti; il censimento e verifica delle aree interessate da interramento rifiuti; l’identificazione dei centri di pericolo; il monitoraggio delle matrici agro-alimentari; la caratterizzazione e monitoraggio delle matrici ambientali; la definizione e attuazione delle misure di prevenzione e messa in sicurezza, bonifica. In tutto questo non mancheranno le attività di vigilanza e controllo e la sensibilizzazione e informazione della popolazione. Fig. 2 FEBBRAIODUEMILAQUINDICI FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Una questione delicata è il trattamento dei rifiuti pericolosi. I Chimici hanno evidenziato alcune criticità contenute nel decreto del giugno scorso, in particolare sullo stravolgimento introdotto dal testo del ddl sulle modalità di attribuzione della pericolosità ai rifiuti, concetto che non può essere ricondotto acriticamente al quadro regolamentare relativo alle sostanze e miscele pericolose, come appare dalla nostra norma che in questo modo disallinea la norma nazionale a quella europea definita con la Decisione 2000/532/CE …Cosa ci può dire in proposito? Innanzitutto occorre premettere che le novità introdotte dal d.l. 91/2014 (che entrerà in vigore il 18 febbraio p.v.) nelle premesse dell’allegato D del d. lgs. 152/06 relativo all’elenco dei rifiuti sono in buona parte utili nonché in linea con le nuove disposizioni emanate di recente dalla Commissione europea: la Decisione 2014/955/UE ed il Regolamento UE n. 1357/2014. Veniva infatti chiarito finalmente che un rifiuto non pericoloso è sempre non pericoloso senza necessità di inutili prove e test che ne accertino la pericolosità e questo a vantaggio degli operatori che non sono gravati dal costo economico di tali prove e analisi. Il decreto chiarisce inoltre che i rifiuti pericolosi sono tali sempre per definizione ed anche questo costituisce un chiarimento utile per gli operatori. Il decreto introduceva però anche ai commi 4 e 5 elementi che possono dare adito ad incertezza e difformità di interpretazione. L’entrata in vigore (1 giugno 2015) delle nuove predette disposizioni comunitarie (regolamento e Decisione della Commissione) risolverà definitivamente la questione essendo l’Italia obbligata ad adeguarsi alle stesse. Il Ministero sta preparando la modifica degli allegati del d. lgs. 152/06, da emanare entro il 1° di giugno, al fine di adeguarli alle nuove disposizioni comunitarie nell’ambito del quale rivedrà anche i contenuti della premessa dell’allegato D introdotti dal d.l. 91/2014 inoltre sta considerando varie ipotesi per fornire i chiarimenti interpretativi relativi ai commi 4 e 5 del d.l. 91/2014 che saranno in vigore dal 18 febbraio al 1° giugno 2015. 17 ILCHIMICOITALIANO Attualità Attualità di SERGIOSINIGAGLIA di GIULIATORBIDONI Petrolio, un futuro incerto Tra crollo del prezzo barile e aumento della produzione negli Usa, le ricadute politiche ed economiche delle dinamiche intorno all’oro nero La mattina del 23 gennaio sulla stampa di tutto il mondo la notizia principale, la scelta della Bce di puntare sulla quantitative easing, era in parte oscurata da un’altra che occupava le prime pagine dei principali quotidiani internazionali: la scomparsa del re saudita Abdullah. Tanti gli interrogativi sulle conseguenze della morte del vecchio monarca. Tra questi il futuro delle politiche energetiche del Paese leader mondiale della produzione del petrolio, in un contesto in cui da mesi il crollo del greggio è in caduta libera: è infatti arrivato a circa 49 dollari al barile, in sei mesi si è assistito al suo dimezzamento. Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto l’aumento della produzione, conseguenza delle scelta degli Stati Uniti di incrementare le attività estrattive anche grazie al cosiddetto fracking, una modalità fortemente contestata dal fronte ambientalista per l’impatto che ha sull’habitat. La produzione americana è arrivata a 4 milioni di barili al giorno, insidiando la leadership dell’Arabia Saudita. La produzione è aumentata anche in Russia, così come in Libia, dove a causa della guerra civile aveva attraversato una fase di forte difficoltà. L’altra ragione del forte calo del prezzo è, paradossalmente, una forte riduzione del suo consumo, a partire da un Paese oggi centrale nell’economia mondo 18 ILCHIMICOITALIANO come la Cina, dove negli ultimi tempi si stanno facendo largo le energie rinnovabili, nella consapevolezza da parte della sua classe dirigente, che il livello di inquinamento ha raggiunto picchi inaccettabili. Sempre in chiave di una aumentata sensibilità ecologista è da interpretare il calo del consumo negli Usa, dove l’amministrazione Obama ha cercato di indirizzare verso alternative “verdi” la politica energetica nazionale. Altro aspetto centrale è dato dalla profonda crisi economica europea per cui la debolezza dell’euro ha reso molto più costoso per i Paesi del Vecchio continente l’acquisto dell’oro nero. Questo sommariamente lo scenario. Le conseguenze possono essere molteplici e, per diversi Paesi, avere cadute positive da molti punti di vista. Infatti se per le nazioni esportatrici i rischi di un crollo economico sono incombenti, per l’Occidente la situazione potrebbe riservare gradite sorprese. Sul fronte politico lo renderebbe più forte nei confronti di Paesi come la Russia e l’Iran con cui oggi ha forti “contenziosi” internazionali (con la Russia per via della questione ucraina, con il governo degli ayatollah per il problema nucleare). Sul fronte economico è sin troppo facile ritenere che permanendo la situazione attuale le tasche dei consumatori dovrebbero trarne beneficio. Anche se in Italia il prezzo del benzina è praticamente invariato. Allora torniamo alla madre di tutti i problemi: uscire dalla civiltà del petrolio per scegliere definitivamente le energie alternative. Ma questa è un’altra storia. Oppure l’altra faccia della stessa medaglia… FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Giù le mani dalle tipicità Dopo le polemiche sull’errata promozione della caponata, i chimici intervengono a difesa della tradizione culinaria italiana: “È un biglietto da visita fondamentale per il Paese. Dobbiamo garantirne la qualità”. Siglato un protocollo con il Comune di Palermo Quando si mangia una cassata o un cannolo sappiamo davvero se stiamo gustando quello giusto? E un piatto di tortellini, la pizza napoletana o una mozzarella, possono essere prodotti da tutti e in qualsiasi modo? In teoria, no. Perché ogni tipicità è tale proprio perché preparata in un modo e in uno soltanto, con degli ingredienti e non con altri. È questo rigore a rendere una cassata unica e speciale, perché, ad esempio, se la preparassimo senza canditi non sarebbe più una cassata, ma qualcos’altro. Si chiamano Specialità Tradizionale Garantita (STG). Secondo l’elenco stilato dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, aggiornato al 14 gennaio 2015, solo due prodotti hanno la denominazione di Specialità Tradizionale Garantita: la mozzarella e la pizza napoletana. E dire che l’Italia ha una ricchezza culinaria che potrebbe essere usata per studiarne la geografia. Di recente, si è sollevata la protesta contro una pubblicità del colosso alimentare Star che promuove il dado come ingrediente fondamentale per fare la caponata. Un episodio che faceva seguito a un tweet di Expo 2015 in cui invece di ‘arancine’, al femminile, si parlava di ‘arancini’, al maschile, e si mostrava una foto di una arancina spezzata a metà in cui si vedeva all’interno un uovo sodo, un componente quanto meno inusuale per le arancine doc. E nella bagarre i chimici sono entrati a gran voce, a difesa delle tipicità e della qualità dei prodotti tradizionali. “I cittadini – dichiara il Consiglio Nazionale – debbono sapere cosa mangiano. Tanto più se si tratta di piatti della nostra tradizione, che contribuiscono a costruire l’identità del nostro FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Paese anche fuori confine. Senza nulla togliere all’innovazione, non possiamo permetterci biglietti da visita confusionari”. Per questo sono stati proprio i chimici siciliani a siglare un protocollo di intesa con il Comune di Palermo per una collaborazione gratuita finalizzata a fornire certificazioni di qualità, anche in relazione all’utilizzo del marchio STG. Non solo. Come ci spiega Eugenio Cottone, consigliere del CNC, che assieme al Prof. Francesco Salvo ha curato tali cosa, quali ingredienti servono, quali i tempi di cottura e realizzazione. E tutto il resto è vietato. Così è stato fatto per la pizza napoletana. Che la puoi fare dappertutto, ma solo seguendo quel disciplinare. Altrimenti fai un’altra cosa, non fai la pizza napoletana verace”. Il Cnc, inoltre, elenca anche i controlli che l’operatore economico deve richiedere a tutela sua e del cittadino. “Comprendere questo – continua Cottone - è fondamentale anche in chiave economica. Dob- aspetti, la tutela di queste specialità si basa sul sistema codificato voluto dal regolamento europeo. Ovvero, è la legge a stabilire che il prodotto debba essere definito in un relativo disciplinare per avere il marchio. “In questo modo – sottolinea Cottone - si scrive come si fa una biamo capire che le STG sono una carta da visita per l’estero e che serve proteggere il nostro patrimonio alimentare. Altrimenti chiunque può alzarsi la mattina e dire, ad esempio, di fare le arancine, ma senza zafferano”. Ma in quel caso, sarebbero appunto un’altra cosa. 19 ILCHIMICOITALIANO Professione e lavoro di FABRIZIOBALEANI di ANTONIORIBEZZO Restituite la refurtiva Sulla riforma del sistema dei minimi il governo Renzi ha promesso correttivi in arrivo. A questa rassicurazione, evidentemente giudicata blanda e insufficiente, hanno risposto gli interessati, scimmiottando l’ormai nota disinvoltura del premier per i social e proponendo, proprio su twitter l’hastag #refurtIVA, lanciato da Acta in rete, organizzazione dei lavoratori autonomi del terziario, e capace di collezionare, in meno di un’ora, oltre 3500 click che hanno generato la bellezza di tredici milioni di tweet. Il gruppo di liberi professionisti che ha promosso l’iniziativa dichiara di essere stanca di subire. «Siamo in presenza di un vero e proprio furto ai danni delle partite IVA iscritte alla gestione separata dell’INPS, una sottrazione che è diventata sempre più insostenibile e che va tempestivamente arrestata». Ecco il contenuto di una nota diramata dai portavoce del gruppo. «Ribadiamo la necessità di bloccare l’aumento dei contributi previdenziali di freelance e professionisti iscritti alla gestione separata la cui aliquota è passata dal 27,72% al 30,72%.-prosegue la nota- «siamo stati i primi a denunciare l’inadeguatezza del sistema previdenziale contributivo, costruito per assicurare l’equilibrio dell’INPS ma non per garantire una pensione sufficiente a sopravvivere». L’associazione promette nuove e più incisive forme di lotta e rincara la dose: «stiamo parlando di un aumento davvero ingiustificato inflitto a chi, già nel 2014, versava contributi con l’aliquota più alta in Italia per finanziare un sistema di garanzie (Aspi ora divenuto Naspi) da cui è escluso. Come se non bastasse, siamo già stati vessati da un’altra decisione estremamente ingiusta: la crescita della tassazione sui minimi dal 5 al 15 per cento» Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, non usa troppe perifrasi e, dal sito della sua or- 20 ILCHIMICOITALIANO L’organizzazione di autonomi Acta lancia un hastag diretto al premier italiano e diventa la voce (furiosa) degli autonomi del terziario La previdenza sarà più semplice Dal 23 febbraio prossimo chimici, geologi, attuari, dottori agronomi, forestali e periti industriali che esercitano attività libero professionale in forma singola o associata potranno utilizzare il modello F24 per pagare i contributi previdenziali e assistenziali. L’Agenzia delle Entrate, infatti, dopo aver siglato accordi con altre categorie, ha firmato due distinte convenzioni: la prima con l’Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale (Epap), la seconda con l’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati (Eppi), che prevedono la possibilità di utilizzare il modello di pagamento unificato ed effettuare i versamenti dovuti direttamente online, tramite il sito dell’Agenzia o attraverso i servizi bancari e postali, senza spese aggiuntive. Le intese, informa in una nota l’organismo guidato da Rossella Orlandi, sono valide per il triennio 2015-2018, e rientrano nelle previsioni del Decreto ministeriale del 10 gennaio 2014, che “ha riconosciuto agli Enti previdenziali di categoria dei professionisti che ne fanno richiesta la possibilità di riscuotere i contributi tramite F24”, e seguono quelle, già in vigore, con l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi), con la Cassa di previdenza ed assistenza dei geometri (Cipag), con l’Ente nazionale di previdenza dei consulenti del lavoro (Enpacl) e con l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (Enpapi). L’Agenzia provvederà a breve, su ganizzazione, denucia un ceto dirigente sordo verso categorie sociali a rischio di marginalizzazione: «La classe politica italiana - spiega - ha voltato le spalle ai professionisti e al lavoro autonomo intellettuale. Una scelta di campo miope e imprudente, destinata a vanificare qualsiasi ipotesi di crescita del Paese perché colpisce al cuore le nuove generazioni che hanno scelto di svolgere una attività professionale dopo un faticoso percorso universitario e post universitario, e ora si scontrano con la disillusione delle promesse mancate e con la frustrazione di non riuscire a costruire il loro futuro.» FEBBRAIODUEMILAQUINDICI FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Accordo tra Agenzia delle Entrate, Eppi, Epap: chimici, geologi, attuari, dottori agronomi, forestali e periti industriali potranno pagare i contributi con il modello F24 richiesta di Epap ed Eppi, a definire i codici da indicare nel “modello F24”. I due protocolli d’intesa, si legge, sono “frutto di un’analisi degli aspetti amministrativi e finanziari della procedura di riscossione dei contributi tramite F24, che ha condotto alla stesura di testi condivisi che rispondono alle esigenze dei professionisti”. Da una parte, le categorie interessate potranno utilizzare l’agevole sistema dei versamenti unitari, mentre dall’altra, si chiude la nota delle Entrate, i due Enti pensionistici potranno ottenere informazioni con maggiore tempestività e adottare, quindi, misure di controllo immediate e più efficienti. 21 ILCHIMICOITALIANO Focus sanità a cura della REDAZIONE di ANTONIORIBEZZO Pediatri e medici di famiglia preparano la rivolta Le due categorie rompono con la Sisac e chiedono alle regioni di non riorganizzare il territorio con i soldi dei professionisti Medici di famiglia e pediatri rompono con Sisac e si allineano nel chiedere alle regioni di non riorganizzare il territorio con i soldi dei professionisti. A promettere battaglia, ora è la Fimmg. La trattativa per l’accordo nazionale con i tecnici della Struttura interregionale “controparte” non avanza e il sindacato, leader dei medici di famiglia, concede due mesi di tempo alle regioni per prendere atto delle richieste della categoria. Dovesse perdurare il silenzio, il 28 marzo il consiglio nazionale decreterà lo sciopero per i giorni successivi. Già a dicembre, l’organizzazione sindacale era entrata in stato di agitazione, a causa dello stallo della trattativa che prevede, per i medici, cambiamenti organizzativi ma non aumenti. «In questi mesi - dice il responsabile comunicazione Fiorenzo Corti - ogni segretario regionale scriverà al “suo” governatore chiedendogli un incontro. 22 ILCHIMICOITALIANO Vorremmo conoscere la posizione regionale sullo stallo del rinnovo dell’Acn». La Fimmg reclama un nuovo modello assistenziale nazionale in cui i fattori produttivi (personale, studi) rimangano in mano ai medici e non siano erogati dalle Asl. E recalcitra all’idea che il modello sia finanziato girando ad aggregazioni organizzate dalle Asl gli incrementi ottenuti dai medici con iniziative frutto della loro buona volontà. «Noi vogliamo lavorare in strutture nostre, con collaboratori e infermieri nostri o delle nostre società di servizio, e vogliamo restare medici di fiducia del paziente. «A differenza di Fimmg non abbiamo dichiarato agitazione, ma abbiamo posizioni identiche sulla distanza da Sisac e sulla sofferenza della nostra categoria», afferma Giampietro Chiamenti presidente di Fimp, sigla leader dei pediatri. «I tecnici Sisac, sindacato da cui manteniamo posizioni assai distanti, non convocano i sindacati dei pediatri da settembre. Hanno affermato che prima dovevano sciogliere i nodi con i medici di famiglia e che, solo dopo aver concordato con questi ultimi, si sarebbe scesi nel dettaglio con noi. Da allora, abbiamo avuto colloqui sino ad approdare, per loro stessa ammissione, ad un punto morto. Le regioni mirano a ridistribuire, autonomamente, gli incentivi ottenuti da noi, a fronte d’investimenti che avevamo fatto per migliorare il servizio. Chiediamo che i fattori produttivi - i nostri collaboratori - restino con noi e che sia riconosciuto quanto le organizzazioni di pediatri hanno raggiunto, di buono, in molte realtà. Per rispondere alle urgenze in ambito Aft e alle esigenze delle famiglie e dei bambini si riparta da qui. Ma non si pensi di fare tabula rasa. Se queste sono le intenzioni, promettiamo una lotta dura». FEBBRAIODUEMILAQUINDICI L’anno che (forse) riformerà Pos, informatizzazione, nuovi ticket ed altro. L’agenda delle priorità del 2015 dopo i tagli alle Regioni Purtroppo, neanche nel 2014 sono arrivati contratti e aumenti. Questo è stato l’anno del lettore bancomat obbligatorio (Pos) per i professionisti e del versamento delle tasse con F24 online, nonché quello del web esteso a tutti i cittadini con crediti Irpef da compensare. Tra i fatti degni di nota, si segnala inoltre lo zelo delle regioni che hanno inviato on-line le ricette dei medici di base e dell’introduzione della sorveglianza sanitaria per gli studi in cui il personale operi a contatto con taglienti potenzialmente infettivi. Per il 2015, l’agenda delle semplificazioni dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini contempla l’informatizzazione delle procedure per accedere ai benefici d’invalidità e malattia. Perché si ricevano i referti degli esami sul pc e si prenotino visite online da casa la scadenza è, invece, il 2016 come per le marche da bollo digitali dei professionisti. Per questi ultimi, nel 2015 è più probabile che arrivino le sanzioni a chi non ha il Pos. Nella legge di stabilità, tuttavia, non ci sono emendamenti in tal senso. Il governo vorrebbe accompagnare le sanzioni con un abbattimento dei canoni d’affitto dei terminali. Se per la digitalizzazione ci sono pochi soldi, per la sanità ce ne sono ancora meno. La legge di stabilità si muove su margini strettissimi (del tutto inusuale la lettera che la Commissione di Bruxelles ha scritto alla Presidente della Camera per sollecitare i lavori). Le regioni -tra varie proteste- stanno per rinunciare a 4,5 miliardi dal Fondo sanitario nazionale e dai Fondi obiettivo del Piano sanitario. Del resto, ad 1,5 miliardi ammonta il solo salvadanaio istituito a latere del budget per la spesa farmaceutica utile a curare i malati di epatite C con i nuovi medicinali in grado di guarirli. In parlamento c’è contesa sul pay-back delle industrie. A differenza degli anni scorsi, FEBBRAIODUEMILAQUINDICI anche i produttori di farmaci salvavita potrebbero dover ripianare i deficit causati dalla spesa. Sullo sfondo, si muovono le riforme, grandi e piccole: accanto all’elezione del presidente della Repubblica, alla legge sul voto e alla riforma del Senato, l’intervento sul Titolo V della Costituzione riporterebbe allo Stato non solo competenze generali sulla sanità, ma anche il potere di legiferare direttamente in tema di sicurezza alimentare e sul lavoro. La Commissione Affari Sociali della Camera chiede che, come sulla sanità, lo Stato si occupi anche di politiche sociali e di competenze fin qui appannaggio dei comuni. Scendendo dal piano istituzionale a quello degli interventi “minori”, qualcosa sembra muoversi sul fronte della valutazione dei dispositivi medici e dell’accesso dei giovani al Ssn, mentre il decreto per rendere più facile l’assicurazione Rc appare neutralizzato dall’oggettiva difficoltà a tener bassi i premi. E i contratti dei sanitari? Bloccati, sia per i medici dipendenti sia per i convenzionati. Né promette bene il vincolo nella bozza di legge di stabilità a mantenere fino al 2020 la spesa del personale inferiore di 1,4 punti percentuali rispetto a quanto si spese, alla stessa voce, nel 2004. Per i medici convenzionati, le trattative sono ferme. Il sindacato maggioritario Fimmg è in agitazione ed è arduo immaginare, di qui a fine anno, la firma con le regioni di un accordo che non preveda aumenti economici ma la redistribuzione delle risorse tra medici di assistenza primaria. 23 ILCHIMICOITALIANO Normative di GIULIATORBIDONI Banca dati Dna, serve chiarezza I professionisti chiedono delucidazioni sull’accreditamento delle strutture che svolgeranno i prelievi. “Le figure competenti esistono già, perché non utilizzarle?” Una banca dati per ‘saldare i conti con la giustizia’, come recitava uno spot che ne annunciava la realizzazione. Un laboratorio centralizzato, con provette e microscopi, per catalogare i profili genetici di chi si sia macchiato di reati. È la Banca dati del Dna. Un progetto nato con la legge 85 del 2009 che, in trentatré articoli, recepiva il trattato europeo del maggio 2005. Ora, è stato il Ministro alla Giustizia, Andrea Orlando, ad annunciarne l’istituzione entro il 2015, sottolineando in una nota che si stanno ultimando le fasi di collaudo del Laboratorio centrale. Un passo in avanti, ma, di fatto, il nostro Paese arriva con dieci anni di ritardo. “Una Banca dati del Dna è una buona notizia – ha commentato Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici - ma attenzione perché il prelievo è un’operazione estremamente delicata che richiede professionalità e strutture adeguate. Punti su cui ancona non c’è chiarezza”. Un laboratorio, in realtà, c’è già, ma è vuoto. Si trova in un’ala del carcere di Rebibbia ed è completo di attrezzature, ma attende che terminino le fasi di reclutamento di tecnici e personale. Non solo. “La Banca dati – continua Zingales – risponde ad una procedura internazionale che riguarda il prelievo del Dna su persone che si sono macchiate di reati. È, dunque, uno strumento utile, al servizio di magistratura e polizia giudiziaria. In relazione a questo nuovo provvedimento, però, è necessario comprendere i criteri di accreditamento delle strutture che dovranno svolgere le operazioni di prelievo. Elementi che, ad oggi, sono tutt’altro che chiari. Esiste, infatti, una convenzione con l’Università di Tor Vergata per l’utilizzo di laboratori e studenti formati appositamente per 24 ILCHIMICOITALIANO questo tipo di attività. Ma i professionisti ci sono già. Nella polizia penitenziaria, nell’Arma dei Carabinieri e in tutte le forze dell’ordine lavorano chimici tossicologici e biologi che sono perfettamente in grado di portare avanti questi interventi”. Dunque, perché non utilizzare le forze esistenti? “Servono strutture adeguate e personale altamente qualificato. Ci auguriamo che si tenga conto di quanti, con grande professionalità, portano avanti queste operazioni quotidianamente” conclude Zingales. Una volta a regime, il sistema permetterà di confrontare tracce biologiche sulla scena di un reato con i profili di persone pregiudicate. Una prassi ormai consolidata in gran parte dei Paesi europei. In caso di assoluzione, poi, campioni e profili verranno cancellati d’ufficio. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Ecoreati, un ddl per iniziare “Qualunque provvedimento normativo in materia di reati ambientali deve avere come fine ultimo quello della bonifica”. Con queste parole Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici, interviene in seguito all’approvazione, da parte delle Commissioni Giustizia e Ambiente del Senato, del disegno di legge sugli ecoreati. “Non possiamo che esprimere un giudizio positivo – prosegue Zingales – rispetto a quanto previsto dal testo, in particolare per ciò che riguarda il ravvedimento operoso”. Il ddl infatti prevede uno sconto di pena in caso di risanamento dell’area inquinata prima del dibattimento di primo grado. “Appare finalmente la volontà da parte del legislatore – spiega ancora Zingales – di incentivare l’attività di bonifica, che troppo spesso ha finito per gravare sull’intero sistema Paese e quasi sempre con risultati deludenti. Bene anche la definizione di disastro ambientale”. Il ddl sugli ecoreati, dunque, diventa per i chimici un’occasione per ribadire con forza la necessità, non tanto di ipotetiche pene severe per chi ha inquinato, ma piuttosto di strumenti agevoli e certi per chi, in tempi ragionevoli, intenda rimediare agli errori del passato. “È fondamentale – dichiara Zingales – che si creino le condizioni normative per favorire il risanamento delle aree contaminate, anche e soprattutto attraverso la chiarezza del diritto. Le contaminazioni ambientali più problematiche non sono tanto quelle odierne, ma quelle passate. Il nostro Paese, infatti, ha una storia industriale secolare. Le normative ambientali di oggi devono considerare che gran parte degli avvelenamenti sono eredità del passato, ovvero in epoche in cui la sensibilità, ma anche gli obblighi ambientali, erano sostanzialmente nulli. Si tratta di un elemento che non può FEBBRAIODUEMILAQUINDICI essere trascurato. Deve essere rilevato però che per favorire il risanamento, più che nuove norme penali che nel nostro paese proliferano disordinatamente, è importante razionalizzare e semplificare le norme amministrative nonché le procedure ambientali-edilizio-urbanistiche, affinché vi sia un effettivo vantaggio nella bonifica dei siti che prevedono la riqualificazione e il riuso. A questo fine è, soprattutto, utile la definizione Il Consiglio nazionale commenta positivamente il testo di legge. “Un passo avanti, ma c’è anche bisogno di semplificazione” di quadri normativi coerenti, omogenei su tutto il territorio nazionale e che permettano di fissare, senza se e senza ma, obblighi e diritti di chi interviene, soprattutto se non responsabile della contaminazione. Solo così si potrà affermare con forza di aver lavorato al meglio per la bonifica dell’intero Paese e, forse, si riusciranno ad attrarre investimenti esteri”. Dalla categoria, massima collaborazione. 25 ILCHIMICOITALIANO Fotosintesi Rubrica di NOMECOGNOME e NOMECOGNOME Ictatquamus, ut ut occum Ceaquae voluptas num hilis et que verum ilitem illaboris sum rent. Biscia et explit que plantem reium restiis quatet qui veliqui omni con pliatem perferoAb intum quis de voluptassi adit, corecabor antus eicatur. No, questa frottola Non vi confonda. È nello scheletro Che invece abbonda… C’è chi illudendosi crede davvero, forse, che il fosforo sia nel pensiero. Alberto Cavaliere 26 ILCHIMICOITALIANO GENNAIODUEMILAQUINDICI FEBBRAIODUEMILAQUINDICI 27 ILCHIMICOITALIANO Focus di VALTERBALLANTINI Mi aggiorno quindi sono L’introduzione dell’obbligo di aggiornamento professionale non è stata una novità. L’aggiornamento è previsto in vari settori dell’attività professionale: si aggiorna, per obbligo di legge, il Responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione e il professionista antincendio, il personale che lavora nel settore sanitario ed il professionista in possesso della patente di abilitazione all’impiego dei gas tossici, ecc. Con l’introduzione del Regolamento per la Formazione Professionale per Chimici, entrato in vigore lo scorso 1 settembre, quella che per molti era un’attività normale è diventata una pratica da formalizzare al fine di conseguire i crediti necessari. Dopo un periodo transitorio che terminerà il 31 dicembre 2017 il sistema andrà a regime il 1 gennaio 2018. Non si tratta di un’attività richiesta ai soli Chimici ma a tutti i professionisti iscritti negli Ordini e nei Collegi. La Rete delle Professioni Tecniche, composta oltre che dai Chimici anche da Agronomi e Forestali, Architetti, Geometri, Geologi, Ingegneri, Periti Industriali, Periti Agrari, Tecnologi Alimentari, ha stipulato un accordo secondo il quale le attività svolte in corsi di aggiornamento organizzate dai Consigli degli Ordini Territoriali o dai soggetti autorizzati dai Consigli Nazionali di queste professioni valgano reciprocamente per tutti. Si attende adesso il vaglio e l’approvazione da parte del Ministero della Giustizia prima che l’accordo sia pienamente operativo. Si tratta di una situazione che permetterà di ampliare, enormemente, il ven- 28 ILCHIMICOITALIANO taglio delle attività interdisciplinari che verranno offerte ai professionisti. Non si tratta, naturalmente, di cambiare le competenze riservate a ciascuna professione, ma non c’è dubbio che ci siano alcune attività che vengono svolte da professionisti iscritti ad ordini diversi. Un esempio per tutti riguarda i professionisti antincendio iscritti negli elenchi della ex L. 818/84. Nei giorni scorsi i rappresentanti di tutte le professioni i cui iscritti possono operare nel settore dell’antincendio hanno presentato, uniti, La Rete delle Professioni Tecniche ha stipulato un accordo che agevola la formazione obbligatoria. Si attende l’approvazione da parte del Ministero della Giustizia al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco le linee guida per effettuare le attività di aggiornamento in modalità FaD (Formazione a Distanza) che al momento non sono invece consentite. Questo permetterebbe a tutti i colleghi iscritti negli elenchi, che al momento trovano difficoltà a reperire sul mercato i corsi per mantenere l’abilitazione, di rispettare la scadenza dell’agosto 2016 quale termine ultimo per completare il ciclo di 40 ore in cinque anni richiesto dal DM 5 agosto 2011. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI Io, un chimico di VERONICAFERMANI Camice bianco in pasticceria Dario Bressanini, chimico e scrittore, racconta come la chimica sia l’ingrediente fondamentale per una buona cucina Libri, mostre e ricette: Dario Bressanini appende al chiodo il camice, per indossare il più originale dei grembiuli da cucina. Fa uscire la chimica dal laboratorio per portarla ai fornelli, dove domina creativa precisione. Dove si incontrano chimica e cucina? Da chimico mi viene naturale pensare quando cucino a tutte le reazioni che stanno avvenendo. Le persone comuni vedono in un uovo che cuoce solo un uovo che cuoce, mentre un chimico vede proteine che denaturano, reazioni di fase. Un chimico ha una visione molecolare del fenomeno. Nell’immaginario collettivo l’accostamento chimica-alimento fa storcere il naso. Ma è davvero un binomio così negativo? L’idea che la chimica sia qualcosa che 30 ILCHIMICOITALIANO peggiora il cibo è sbagliata, ma molto radicata. Da parte mia, raccontando la chimica che c’è dietro alla cucina di tutti i giorni, spero di fare buona pubblicità alla disciplina. Vorrei cercare di far capire che chimica non è una brutta parola. Le ricette stesse non sono altro che reazioni chimiche. In realtà conoscere la chimica può addirittura aiutare a fare piatti migliori. E la pasticceria? La pasticceria è, tra le branche della cucina, quella che più si avvicina alla chimica, perché richiede precisione e accuratezza. Se preparo un piatto qualunque, ad esempio, uno stufato, posso anche andare ad occhio. In pasticceria no, devo pesare gli ingredienti, applicare un sistema molto standardizzato. La variabilità non è negli ingredienti ma, nell’ordine, nel modo e nel peso. Fare un errore, Pionieri a cura della REDAZIONE mento sbagliato. È vero, esso non aiuta. Spesso chi insegna nei licei non è laureato in chimica. Ma non è solo questo. Riguarda più che altro l’atteggiamento della società verso la scienza. Non solo la chimica, ma anche altri ambiti della scienza non sono trattati meglio. Se anche domani arrivassero dei bravissimi insegnanti di chimica, la società continuerebbe a ritenerla una disciplina lontana dalla realtà e dalla politica. Parlando di cibo e alimentazione, viene spontaneo guardare ad Expo 2015. Come vede questo evento? Sono molto curioso di capire cosa sarà Expo. È difficile dare un giudizio ora. Potrebbe essere un’occasione piena di contenuti, ma anche trasformarsi in un grande autogrill. Chimico, ma anche cuoco. Qual è il suo piatto forte? I risotti, senza dubbio. anche piccolo può variare di molto il risultato. I pasticceri seguono un protocollo estremamente preciso e per questo si avvicinano moltissimo ai chimici. La chimica dunque non è solo laboratorio. I chimici sono estremamente versatili. Io sono un chimico teorico. Tra gli studenti che si sono laureati con me c’è chi è andato a lavorare in birrerie, aziende alimentari. I percorsi sono tantissimi. L’idea che il pubblico ha del chimico è ristretta. Non siamo solo camice bianco e provetta in mano. Non immaginiamo nemmeno come la chimica sia dappertutto. Anche in casa quando cuciniamo, appunto. E poi nei detergenti, nella cosmetica, nel giardinaggio. Ma essa non viene comunicata fuori dai laboratori. Colpa anche dell’insegnamento nelle scuole? È facile dire che la colpa è dell’insegnaFEBBRAIODUEMILAQUINDICI L’editore che faceva chimica Aldo Garzanti è stato per anni imprenditore nel settore degli ausiliari tessili Che i libri ce li avesse nel sangue è cosa ben nota. Ma che avesse dedicato una parte della sua vita ai manuali di chimica lo sanno in pochi. Aldo Garzanti è una pietra miliare dell’editoria italiana: laureato in Lettere nel 1907 all’Università di Bologna, ha iniziato la sua carriera lavorativa come insegnante. Un percorso lineare che subisce una decisa sterzata subito dopo la guerra, quando inziò la sua attività di agente italiano per produttori chimici americani. Negli anni ‘20, sull’onda del successo ottenuto in questo settore, Garzanti diede vita alla società “Sadaf” produttrice di coloranti e prodotti chimici per ammollo e concia di pelli e pellami. Nel 1932 ampliò il settore di attività, aprendo la “Miret”, specializzata in pizzo e seta. Voci dal territorio di SERGIOSINIGAGLIA Alla Sapienza di Roma è stato attivato un corso di specializzazione per la valutazione e la gestione del rischio chimico A tutela della nostra salute Approfondire la valutazione e la gestione dei rischi derivanti dalla produzione e dall’uso di sostanze chimiche con una particolare attenzione all’implementazione del regolamento europeo REACH, nonché dei rischi legati all’intero ciclo di vita di prodotti destinati ad usi specifici e coperti dalle normative sociali, di settore e di prodotto. Sono questi gli obbiettivi della Scuola di specializzazione del Dipartimento di Chimica e Tecnologia del farmaco della facoltà di farmacia e Medicina della Sapienza di Roma. Una nuova proposta attivata all’inizio del nuovo anno. Il corso di specializzazione “Valutazione e Gestione del Rischio Chimico” è a numero chiuso e il massimo di partecipanti è di dieci persone. Cinque posti sono destinati al personale dell’Inail e dell’Iss. Alla fine chi avrà seguito il corso avrà acquisito le basi per effettuare le valutazioni di rischio secondo criteri tecnico-scientifici ed in armonia con le disposizioni provenienti dalle attuali normative, atte a tutelare la salute umana e dell’ambiente. Inoltre, sarà in grado di supportare le aziende, le agenzie e le autorità nella stesura del dossier e dei documenti valutativi richiesti dalle normative vigenti e nell’adeguamento dei processi di produzione attraverso l’adozione di sintesi e processi chimici. Alla fine la Scuola consegnerà ai partecipanti il diploma di “Specialista in Valutazione e Gestione del Rischio Chimico”. Dunque, il Paese si potrà avvalere di una nuova generazione di specialisti in grado di difendere la salute della collettività e dare alle imprese e ai soggetti istituzionali un contributo qualificato per favorire un rapporto virtuoso tra chimica e difesa dell’ambiente. 32 ILCHIMICOITALIANO Decima candelina per “Farmaffari” Si tratta della manifestazione che premia le migliori pubblicità nel campo della salute È giunto al prestigioso traguardo della decina edizione il Premio FARMAFFARI, che dal 2005 incorona le migliori pubblicità nel campo della salute. La cerimonia si è tenuta a Roma il 21 Novembre 2014 presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati. La manifestazione si è svolta alla presenza del Presidente dell’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali, Prof. Ernesto Carpintieri, del Presidente del Premio Prof.ssa Rita Caccamo e della madrina del Premio la giornalista del TG1 Adriana Pannitteri. Sono risultate vincitrici le seguenti società dopo la selezione delle finaliste e la votazione da parte delle giurie qualificate le seguenti aziende: per la Pubblicità Istituzionale, la ditta AVG; per i farmaci OTC, la ditta BOHERINGER INGELHEIM, con il prodotto RINOGUTT, per i cosmetici; la ditta IDI FARMACEUTICI, con il prodotto SOAGEN Antietà, e, pari merito, la ditta MEDICAL LIFE con il prodotto JEUNEX HT, per gli integratori; la ditta CHIESI FARMACEUTICI, con il prodotto EQUIFLOR. Infine, per la pubblicità non profit, il Premio Speciale FARMAFFARI “Michele CORSARO” è stato assegnato all’UNIONE CATTOLICA FARMACISTI per la campagna del 5 %. Un premio è stato assegnato anche alle aziende finaliste che sono intervenute alla cerimonia, ovvero: ANGELINI, AUROBINDO PHARMA, MSD, NAMED, SCHARPER, CHIESI FARMACEUTICI. La cerimonia del Premio è disponibile sul canale web TV YOU TUBE: CINECITTA 3 TV - sezione video “X Premio Marketing Farmaffari”. FEBBRAIODUEMILAQUINDICI FEBBRAIODUEMILAQUINDICI 33 ILCHIMICOITALIANO Spazio Expo di ANDREAZACCARELLI Custodi, non padroni della terra “Dio perdona sempre, l’uomo qualche volta, la terra no”. È un messaggio rivestito di invocazione ma anche un monito quello che Papa Franscesco ha recapitato all’Expo delle Idee tenutosi nelle scorse settimane all’Hangar Bicocca di Milano, un’anticipazione di intenti dell’Esposizione Universale che prenderà il via il 1 maggio. Si è mosso Padre Bergoglio per ricordare che la manifestazione dovrà essere, innanzitutto, una riflessione avanzata in grado di produrre conseguenze concrete su una più equa distribuzione del cibo tra i popoli e, soprattutto, sulla salvaguardia dell’ecosistema, È il messaggio che Papa Franscesco ha inviato nelle scorse settimane ad Expo delle Idee l’anticipazione della manifestazione strutturata in 42 tavoli tematici per iniziare la stesura della Carta di Milano affinché le molte e giuste parole spese in accompagnamento alla manifestazione non siano solo enunicazione ma progettualità conseguibile. “L’uomo deve essere custode e non padrone della terra” ha ricordato ancora il Pontefice nel suo invito ai lavori di Milano. Un messaggio rivolto certo ai Governi ma anche ai cittadini, e quindi anche alle professionalità che più di altre sono impegnate nella tutela del patrimonio naturale. “Sono d’accordo con chi sostiene che l’Esposizione potrebbe essere concepita come una Kyoto del cibo”, sostiene il presidente del Cnc Armando Zingales. Soprattutto perché “è importante riuscire a darsi una visione prospettica, tenere gli occhi aperti e le mente pronta sul domani senza ancorarsi troppo al presente. Lavorare e pensare al futuro, non ci sono elementi più indicati per poterlo fare che quelle sorgenti di vita come cibo e acqua, che dobbiamo saper difendere e proteggere, nella qualità e in una più adeguata distribuzione”. Expo delle Idee è stata strutturata in 42 tavoli tematici per poter iniziare a delineare progetti e provare a darsi obiettivi. Tra questi, ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera il Ministro all’Agricoltura Maurizio Marti- E intanto ci si porta avanti con il lavoro: na, è quello di inserire il diritto al cibo ad Expo delle Idee sono state gettate le nella Costituzione. “Ad oggi sono 23 i premesse per la stesura della Carta di Paesi che l’hanno fatto, dal Brasile all’InMilano, il documento promosso dagli dia al Messico, manca però l’Europa. È organiz zavero che molti, tra tori e redatto cui l’Italia, assumoIl documento verrà presentato al segretario da circa 500 no questo indirizgenerale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon esperti inzo indirettamente, ternazionali per via di accordi a Milano il prossimo 16 ottobre che verrà internazionali e presentato allo stesso segretario genetuttavia sarebbe importante definire più rale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon precisamente tale impegno nella Prima durante la sua visita a Milano prevista parte della nostra Costituzione, perché il prossimo 16 ottobre. Le intenzioni dosia la Repubblica a promuovere una vranno diventare pertanto contenuti, tali adeguata politica alimentare mondiale”. da far sì che possa davvero essere erosa l’accusa di aver trasformato l’avvenimento in una Expo delle Multinazionali e da far dimenticare anche le difficoltà giudiziarie verificatesi negli ultimi mesi. Superare quindi il presente per aprire orizzonti nuovi: molti intanto, per ora, concordano con il direttore della Fao Josè Graziano sulla volontà di usare Expo per lanciare gli Obiettivi del Millennio post 2015. La pietra è lanciata, ora resta da vedere se davvero riuscirà a rotolare sino al traguardo trasformando gli intenti in azioni. Diritto al cibo nella Costituzione Il Ministro Martina ha spiegato come sarebbe importante inserire il principio nei primi articoli per far sì che esso sia grantito proprio dalla Repubblica Kyoto dell’alimentazione L’auspicio che la manifestazione di Milano possa lanciare gli Obiettivi del Millennio post 2015 è condiviso anche dal Presidente del Cnc Armando Zingales Dio Perdona la terra no Il monito di Bergoglio nel ricordare che la terra è la nostra principale ricchezza e che va tutelata e difesa per garantire un fututuro milgiore a tutti i suoi abitanti 34 ILCHIMICOITALIANO FEBBRAIODUEMILAQUINDICI FEBBRAIODUEMILAQUINDICI 35 ILCHIMICOITALIANO Spazio Ricerca Rubrica di GIORGIOMAGGI* di NOMECOGNOME e NOMECOGNOME Itinerari per l’EXPO: alchimie di ingredienti e d’alimenti mediterranei alla tavola di Stradivari “L’analisi degli ingredienti in cucina e in musica rivela comuni origini. Da raffinate alchimie e chimismi provenienti dall’Oriente, nascono a Cremona nuove ricette per la gastronomia e la musica. La città, al centro della Pianura Padana, è patria di liuteria e gastronomia. Molti sostengono che il violino cremonese provenga dalla viola lira del Ponto, liriza balcanica o rebab magrebino, strumenti della tradizione bizantina e islamica. Allo stesso modo molte ricette cremonesi arrivarono dalla Grecia e dall’Oriente seppur rivisitate da alchimie padane. Fantasie del gusto che possono incuriosire il turista in occasione di una visita a Milano, città protagonista dell’EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita “. Cremona, alle porte di Milano offre dunque la sua tradizione e le sue ricette di gastronomia e musica. Ricette “segrete” provenienti dalla bottega del Liutaio o dalla cucina di un ristorante cremonese per affinare il gusto e l’armonia, ma anche per rinnovare un’amicizia tra popoli spesso umiliata. Parole chiave: ingrediente, alimento, liuteria, expo 2015, Cremona, Oriente. “Routes to the EXPO: alchemy of ingredients and foods of the Mediterranean to the table of Stradivari The analysis of the ingredients in the kitchen and in music reveals common origins. From refined alchemy and chimismi from the East, new recipes born in Cremona for the food and the music. The city, in the middle of the Po Valley, is home to violin making and gastronomy. Many argue that the Cremona’s violin comes from the purple lira Pontus, 38 ILCHIMICOITALIANO liriza Balkan or rebab Maghreb, instruments of Byzantine and Islamic tradition. Likewise many recipes arrived to Cremona from Greece and the Orient albeit revisited by alchemy Po. Fantasies of taste that can intrigue the visitor during a visit to Milan, the city protagonist EXPO 2015 “Feeding the Planet, Energy for Life”. Cremona, near Milan therefore offers its tradition and its recipes of food and music. “Secret” recipes from the workshop of Luthier or from the kitchen of a restaurant of Cremona to sharpen the taste and harmony, but also to renew a friendship between peoples. Keywords: ingredient, food, instrument making, expo 2015, Cremona, East Οδοιπορικό για την EXPO: “ Αλχημείες συστατικών και μεσογειακών τροφίμων στο τραπέζι του Στραντιβάρι “ Η ανάλυση των συστατικών τς μαγειρικής και της μουσικής αποκαλύπτουν κοινές καταγωγές. Απο εκλεπτυσμένες αλχημείες και χημισμούς προερχόμενους από την Ανατολή, γεννιούνται στην Κρεμόνα νέες συνταγές για την γαστρονομία και την μουσική. Η πόλη, στο μέσον της κοιλάδας του Πάδου, είναι πατρίδα της κατασκευής μουσικών οργάνων και γαστρονομίας. Πολλοί υποστηρίζουν ότι το κρεμονέζικο βιολί προέρχεται από την λύρα του Πόντου, την βαλκανική λυρίτσα ή από το ρεμπάπ του Μαγκρέμπ, όργανα της βυζαντινής και της ισλαμικής παράδοσης. Με τον ίδιο τρόπο πολλές κρεμονέζικες συνταγές έφθασαν από την Ελλάδα και την Ανατολή έστω και άν αναθεωρήθηκαν από τις αλχημείες της πεδιάδας του Πάδου. Φαντασίες της γεύσης που μπορούν να δημιουργήσουν περιέργεια στον τουρίστα, επ’ ευκαιρία μιας επίσκεψης στο Μιλάνο, πρωταγωνίστριας πόλης της EXPO 2015” Διατρέφουμε τον Πλανήτη, Ενέργεια για την Ζωή “. Η Κρεμόνα, πόλη πολύ κοντά στο Μιλάνο, προσφέρει λοιπόν την παράδοση της και τις συνταγές της στην γαστρονομία και την Μουσική. Συνταγές “μυστικές” προερχόμενες από το εργαστήρι του κατασκευαστή εγχόρδων μουσικών οργάνων ή από την κουζίνα ενός Κρεμονέζικου εστιατορίου που εκλεπτύνουν την γεύση και την αρμονία αλλά ανανεώνουν επίσης την φιλία ανάμεσα στους λαούς “ Ιταλοί και Έλληνες, ούνα φάτσα, ούνα ράτσα! ” είναι η φράση που ο ΄Ελληνας φίλος υπενθυμίζει στον Ιταλό επισκέπτη – φιλοξενούμενο. Λέξεις – κλειδιά: συστατικό, τρόφιμο, κατασκευή εγχόρδων μουσικών οργάνων, EXPO 2015, Κρεμόνα, Ελλάδα. Lontane ed etniche etimologie orientali fondono con la tradizione mitteleuropea a Cremona attraverso: Marubéen; Panàada; Pulenta; Chisoola; Zuppa; Fagioli bolliti e cotiche; Insaccati e salumi come salame, coppa, pancetta e cotechino; Nervetti alla Cremonese; Gösa Fèr; Pistàada; Pès in aiòon; Faraona alla creta; Mostarda; Torta Verde e Cifùt dé la Lina; Maionese; Zafferano e Zafferanone; Torrone; Pirleéen féen; Patùna; Grana e provolone padano… Lungo percorsi congruenti, giungono, nella munita città di Federico II, assieme a specialità gastronomiche, liuti ad arco o a pizzico e le misteriose ricette vernicianti degli antichi liutai a base di sostanze normalmente utilizzate in cucina. Il silicato turapori nel legno o levigante usato come conservante delle uova perGENNAIODUEMILAQUINDICI Autore dott. Giorgio Maggi, iscritto all’Albo dei Chimici, insegnante di Chimica, collabora con Museo della Chimica e del Violino IIS “J. Torriani”(CR) e I.C.S. progetto Violin&Sound, ALI, ANISA e Touring ché ne proteggesse il guscio nel tempo, è contenuto in grande quantità in particolari erbacee commestibili come l’equiseto o la coda cavallina. Il mastice, resina estratta dall’albero del pistacchio nella omerica isola di Chio (Mastichochoria) e base per una vernice trasparente, è noto per i suoi componenti chimici ed oli essenziali, principali ingredienti di gustosi dolcetti canditi. Il profumo caratteristico del vino greco, appunto chiamato “retsina”, nasce dal suo particolare invecchiamento in anfore tappate (lutate) con resina del pino d’Aleppo. La gommalacca, estratta da essudazioni di alcuni particolari insetti (cocciniglia della lacca, Tachardia lacca E904), è ancora utilizzata sulla buccia degli agrumi sui chicchi di caffè, sulla superficie di alcuni cioccolatini, come conservante naturale ritenuto ai più non tossico ma anche non edibile. La gommalacca, surrogato indiano al prezioso urushi giapponese, secondo alcuni sostituì altre resine nel ‘700, come la nord africana sandracca, per maneggevolezza d’uso e accordo alle sollecitazioni armoniche. Il colorante estratto da lacche prodotte da cocciniglie del genere Kermes (vermiglio della quercia GENNAIODUEMILAQUINDICI noto come E120, E124) è utilizzato per produrre l’alchermes, uno dei liquori più comuni in pasticceria. Lo zafferano, il cartamo o zafferanone essenziali per il sottofondo dorato del legno del violino ma anche per un buon risotto, il sangue di drago, per il rosso antico, conservante e disinfettante, l’aloe per il giallo-oro, tannini, antociani e flavonoidi rossi, ottenuti da frutti e radici come guado, robbia (radice usata come aperitiva, caglio per formaggi ma anche come colorante) o cortecce di particolari alberi (quercia, legno rosso, pernambuco…), erano e sono tuttora basi coloranti per vernici acustiche. Alcuni studiosi hanno ipotizzato l’uso d’albume e tuorlo d’uovo nelle vernici degli antichi violini al pari della antica “olifa” bizantina, olio di lino, olio di noce e alcool o aqua vitae, ottimo rimedio per le armonie dell’estetica (in un quadro raffigurante Antonio Stradivari si vede l’artista accigliato osservare in controluce una vernice, quasi come un sommelier o un chimico affascinati dall’effetto Marangoni, studiato in questi giorni nello spazio dalla nostra Samantha Cristofoletti) ma anche per quelle dell’umore. Eppure il diverso uso di distillati ed oli per particolari ricette di cucina e vernici e non solo per impiego lampante, si deve alla lontana tradizione araba e trasmessa da Gerardo da Cremona (1114-1187) in “De Modo Medendi”. Gli antichi liutai sapevano trattare il legno con colle a basi naturali diverse (la caseina del latte può plastificare in presenza di ammonio, di prosaiche origini spesso antropologiche, sino ad apparire come avorio chiamato diolacton negli anni ’50), con sali, depurandone le cellule per osmosi, o con saccaridi come miele e chitina o pectina (polisaccaridi di natura animale e vegetale) che il poeta, avverso lo scienziato, immagina possano migliorare l’acustica del violino. L’artista liutaio ancora oggi sa sfruttare il controllato invecchiamento del legno ottenuto per delicata stagionatura in ambiente umido, similmente a quanto si fa per i salumi (sostengono alcuni, avvezzi al dissacrante confronto). Il legno per fluitazione e all’aria calda subisce una controllata riduzione dei liquidi del protoplasma contenuti nella cella vegetale che così svuotata diventa microscopico risonatore (curiosi sono stati nell’800 gli esperimenti di tal Jeacocke, un fornaio di mestiere e liutaio per passione che usava cuocere al forno i suoi violini in segatura per una settimana o del biologo americano che sosteneva quanto fos- 39 ILCHIMICOITALIANO se essenziale per l’acustica una vernice una base di gel di gamberetti. Al pari del cuoco che stagiona e frolla i suoi alimenti senza fretta, alcuni liutai scelgono l’abete maschio che abbia avuto un accrescimento rallentato e dunque con vene fitte come nel periodo di microgla- ciazione in cui operò Stradivari e noto come ”minimo di Maunder”, tra il 1645 e il 1715. Non è difficile immaginare che questi personaggi eclettici sapessero trarre dalla corteccia di abeti e cedri rossi, ginepri e salici, intrugli (magici per gli ingenui, misteriosi per gli inesperti, segreti per gli invidiosi, entità prime per i filosofi) a base di trementina e salicilato o propoli dall’allevamento delle api, o nitrati essudati dalla pietra come consiglia Geber, per alleviare infiammazioni e malanni stagionali ma anche per preservare il legno da tarli e muffe. La complessa cultura del cibo e della musica evolve, dunque, da studiosi medioevali come Gerardo da Cremona, Adamo da Cremona, Urso da Lodi (allievo di Adamo) e Giambonino da Cremona che raccolsero in un’imponente biblioteca, purtroppo andata perduta, nella chiesa di santa Lucia, il sapere arabo e greco (cit. Euclide, Archimede, Diocle, 40 ILCHIMICOITALIANO Aristotele, Ippocrate e Galeno, al-Kindī, Al-Farabi, Alfragani, Geber, Anaritius, Al-Khwarizmi, Avicenna, Al Razi, il Libro dei semplici e dei cibi di Abenguefith). Dall’oriente con il cibo arriva il rebab arabo e la lira strumento musicale della famiglia degli archi, a tre corde proveniente dalla Bisanzio del IX o X secolo. Ibn Khordadbeh, lo storico arabo El Messaoudi, e il compositore ottomano del XIV secolo Abdülkadir Merâgî parlano di questo strumento definendolo “kemânçe-i rumî” (“lira dei rumi”, letteralmente “dei romani”, cioè dei bizantini). Il Tardo Medioevo ed il Rinascimento recuperano le antiche tradizioni dell’Impero. Nel barocco, grandi musicisti come Claudio Monteverdi e scalchi o cuochi come B. Stefani o B. Scappi (XVII sec) si affidarono a Torquato Tasso per le loro alchimie musicali, gastronomiche e salutari, senza dimenticare cuochi e scrittori come Bartolomeo Sacchi (1421-1481) detto il Platina, Anthelme Brillat-Savarin, (1775-1826), Antonin Carême, (1784-1833), Pellegrino Artusi, (1820-1911), Auguste Escoffier, (18461935). La simbologia ermetica degli opposti o oxymoron, nel Combattimento di Tancredi e Clorinda (1624) aiuta a comprendere quanto l’armonia della musica e l’alchimia della cucina fossero intrecciate con l’agrodolce e i segreti ingredienti della chimica delle origini. “La tavola sarà apparecchiata con tovaglia doppia, finissima, con superbe piegature e, a un capo della tavola, vi sarà un trionfo che sembri il combattimento di Clorinda con Tancredi, il tutto fatto di fi- nissimo zuccaro cristallino” (dall’arte del ben cucinare di Bartolomeo Stefani cuoco di Sua Altezza Serenissima - 1662). Lo zucchero cristallizzato non esiste in natura, ma è il prodotto della tecnologia della raffinazione di canne o barbabietole. La stessa complessa modificazione chimico fisica che in natura sfruttano le api e che l’uomo utilizza per ricavarne miele: prezioso oro commestibile frutto di alchimie non solo umane. Pure il suono nasce dalla modificazione e dalla trasformazione di sostanza amorfa, come il legno e la resina, in straordinario “catalizzatore” acustico. Anche il formaggio è prodotto per “artificio d’alchimia”: i cremonesi vantano tradizionali preparazioni per l’antico “Cacio de’ Grana”. Risale al II sec. a.C. una sorta di colino in terracotta utilizzato per lo sgrondo della cagliata e rinvenuto nel cremonese. Nella Chiesa di san Sigismondo a Cremona in un dipinto di Antonio Campi, del 1577, il formaggio cremonese fa bella mostra sulla tavola di Zaccheo vicino al pane di pasta dura che i Cremonesi, ancora poco consapevoli delle loro grandi tradizioni, lasciano esibire agli emiliani. Nella stessa chiesa, accanto a festoni raffiguranti liuti, viole, ghironde e lire, appare, nella sua sacralità, il formaggio tra i protagonisti dello spirito cremonese che è lenta preparazione nata dall’esperienza e maturata in scienza. Non è un mistero che la colla ottenuta per azione di liquidi ammoniacali sulla caseina del formaggio fosse tra le preferite dai liutai per la qualità d’impiego e per la facilità nel produrla. La chimica dei grassi contenuti nei formaggi e la chimica degli zuccheri di frutti di stagione nelle mostarde arricchisce la crapula del goloso ed è ben più importante delle deboli alchimie di medici che prescrivono diete e salute a scapito dell’umore. In accordo con l’Artusi, sarà merito della scienza e della preparazione chimica tradizionale se si potranno recuperare antichi segreti di produzione, nuovi metodi nel controllo qualità, nuove strategie nel miglioramento di nuovi fermenti, nuovi principi base e offerta di nuovi prodotti. Benedetto Chiarello della Compagnia di Gesù, in “Chimica filosofica”, del 1696, accomuna la professione di cuoco all’arte del “ben condire” che deve saper dosare anche elementi di musica e chimica “per estrarre, lambiccar cervelli di Giove, quint’essenze di cibi e temperare grado di fuoco”. GENNAIODUEMILAQUINDICI Dalla Grecia luogo di provenienza di raffinati latticini, giunge la migliore pece o colofonia e il Mastice di Chios, patria di Omero. Quest’ultimo prodotto, arrivò in Sicilia con la coltivazione della pianta del pistacchio che fruttifica e produce resina solo quando si raggiunge il delicato equilibrio, quasi un legame covalente polare, tra varietà maschio e femmina. Il frutto e la resina entrato in leggende religiose e misteri magici è indifferentemente usato nella pratica farmaceutica come antinfiammatorio, in enogastronomia come ingrediente di dolci, vini e mortadelle, e in liuteria come preziosa base verniciante. La cultura delle origini del cibo, della musica, dello strumento musicale, dell’indagine storico scientifica si rinnova dunque nella riscoperta della tradizione in eventi fondamentali come il prossimo EXPO 2015 in cui la Sicilia gestirà il cluster del Bio-Mediterraneo in cui saranno presenti paesi come Egitto, Algeria, Libia, Tunisia e Grecia. L’idea della riscoperta di un percorso GENNAIODUEMILAQUINDICI attraverso la nostra bella Italia sino a Milano nasce in ambienti romani in cui la scienza si sposa all’offerta musicale e didattico liutaria. Il progetto si estende al Conservatorio, Scuola di Liuteria e I.C.S. international Communication Society che sposa con Augusta Busico l’ Associazione ARTE LOMBARDIA presso il Comune di Salò patria del famoso liutaio (Gasparo Bertolotti universalmente conosciuto come Gasparo da Salò). Nel contempo la sezione del Touring di Cremona (patria di Antonio Stradivari), nella figura del Console Carla Bertinelli Spotti, sta organizzando ricerche e seminari sul momento ludico della tavolata storica in cui scienza del cibo e dello strumento musicale sono tra loro uniti. Ipotesi etimologiche rendono congruente il temine liutario violino con tradizionali preparazioni gastronomiche della tradizione medioevale valtellinese. Iniziative in tal senso si stanno preparando all’IIS “Torriani” di Cremona e sede del famoso Museo storico didattico della Chimica e della sezione pubblica della preziosa collezione Maggi presentata con grande successo alla fiera settembrina di Mondomusica di Cremona a merito dell’ALI con Anna Maramotti e Paola Negri. Non ultima la Biblioteca Agorà di Castelverde, alle porte di Cremona e luogo di importanti eventi culturali, con interessanti progetti nella tradizione di Stradivari curati da Vittorio Dotti. Una particolare citazione a Giorgio-andrea Teocari, maestro liutaio diplomatosi a Cremona che da Lavrion, alle porte di Atene, continua la tradizione musicale che accomuna due popoli …”eguali di faccia e di … razza” (come ricorda, da sempre, un detto popolare) Un cammino dunque che porta alla Milano delle Esposizioni, attraverso luoghi e uomini, alla ricerca o alla riconferma di tradizioni comuni in cui la conoscenza di armonie musicali e scientifiche come la Chimica, matrice di cultura, ritrova e rinnova le forti motivazioni del suo essere. 41 ILCHIMICOITALIANO Pubblichiamo di seguito introduzione corretta al pezzo comparso nello scorso numero della rivista all’interno di Spazio Ricerca. Confronto di procedure di prova per la determinazione della vitamina A: primi risultati Rita Maria Maestro1, Liliana Lionetti2, Claudia Benedetti3, Carlo Solombrino4 ICQRF-Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agro-Alimentari -MIPAAF- Laboratorio centrale di Roma Riassunto Il metodo ufficiale per la determinazione delle vitamine liposolubili, in particolare la vitamina A, (Regolamento (CE) N. 152/2009 della Commissione del 27 gennaio 2009), risulta piuttosto laborioso, per la necessità di isolare la vitamina dagli standard e dal campione per idrolisi alcalina e per estrazione con etere di petrolio. Lo studio della differenza tra le curve di taratura quella ottenuta dall’idrolisi dell’acetato e quella ottenuta dalla diluizione di una soluzione standard di retinolo puro ha consentito di ricavare un fattore di correzione utile a semplificare le operazioni di analisi. Parole chiave: incertezza di misura, vitamine liposolubili, vitamina A, retinolo, esattezza di misure analitiche. Abstract The official method for the determination of fat-soluble vitamins, particularly vitamin A, (Regulation (EC) No 152/2009 of January 27, 2009), is rather laborious, because the vitamin and standards have to be isolated from the sample by alkaline hydrolysis and extraction with ether petroleum. Correction factor was identified from the study of the difference between the calibration curves derived from hydrolysis of the acetate and from dilution of a pure retinol-standard solution. The use of that correction factor simplifies analysis procedures. Key words: uncertainty of measurement, fat-soluble vitamins, vitamin A, retinol, analytical accuracy. 1. INTRODUZIONE Le vitamine liposolubili rappresentano un importante additivo nutrizionale degli alimenti per animali. Le diverse tipologie di mangimi previste dalla legge: mangimi completi, complementari e premiscele annoverano tra i loro componenti questi composti chimici. Fonte di vitamine liposolubili sono pure svariate materie prime elencate nel catalogo comunitario (Reg. UE n. 68/2013). Il controllo ufficiale prevede metodi classici per la determinazione del contenuto di tali vitamine, in particolare la vitamina A. 1 [email protected] Svolge l’attività di lavoro come Esperto chimico nell’ambito della verifica analitica di requisiti merceologici di prodotti immessi in commercio con specifico riguardo al settore dei mezzi tecnici di produzione agricola. Ha svolto e svolge tutt’ora attività relative a sviluppo di metodi d’analisi per la verifica dei requisiti merceologici dei prodotti agrari e relativa validazione. Dedica particolare attenzione nell’ambito dell’attività lavorativa all’utilizzo della statistica di laboratorio e alla valutazione ed elaborazione di dati provenienti da proficiency test, nonché all’analisi dell’applicabilità delle norme di settore in ordine alla “Ratio della norma”. 2 Ha svolto, in qualità di borsista, attività di analisi nel settore dei mangimi e di sviluppo e di validazione di metodi d’analisi. 3 Si ringrazia la Dott.ssa Alessandra Prosperini per la collaborazione alla raccolta dati prestata in qualità di borsista. 4 Svolgono, in qualità di tecnici di laboratorio, attività connesse alla verifica analitica di requisiti merceologici nel settore dei mangimi e allo sviluppo e alla validazione di metodi d’analisi 42 ILCHIMICOITALIANO FEBBRAIODUEMILAQUINDICI EuCheMS President’s letter Dear EuCheMS member, I have just taken over as President of EuCheMS from Ulrich Schubert who did a great job in expanding the secretariat, moving it to a fine location nearer the premises of the European institutions, designing a new constitution, which has just been signed into law and developing strong links with the European Parliament and Commission through Nineta H. Majcen, EuCheMS Secretary General. Ulrich will surely be a very hard act to follow, but I am determined to continue to build the influence of EuCheMS as the independent voice for chemistry in Europe. I also want to work closely with the EuCheMS divisions and working parties to build a strong network that can act proactively and respond nimbly and authoritatively to requests from the Parliament and Commission, and that will continue to strengthen their excellent conferences and other activities. The European Chemistry Congresses have got off to a very good start, but I plan to make them a must for all chemists in Europe and a reference to the world of chemistry. The next ones are in Seville, 2016, and Liverpool, 2018. I very much look forward to welcoming you at these congresses. I hope that EuCheMS will be able to celebrate chemistry in Europe with a series of prestigious European prizes both across the EuCheMS divisions and working parties and from EuCheMS as a whole. The European Sustainable David Cole-Hamilton Chemistry Award has already become a beacon for environmental-friendly European chemistry research. With the help of every one of you, I am certain that we can make EuCheMS the voice to be heard for all matters to do with chemistry in Europe. Please see the call on the right to see what EuCheMS does for you and what you can do for EuCheMS. Please join me on this very exciting journey by e-mailing [email protected] to express your interest. With all good wishes, David Cole-Hamilton EuCheMS President EuCheMS Congress 2016 in Seville The 6th EuCheMS Chemistry Congress organised by EuCheMS and the Asociación Nacional de Químicos de España is scheduled for 11 to 15 September 2016 in Seville, Spain. Under the theme of “Chemistry: Shaping the future” the congress will offer five days of scientific and technical sessions, roundtables and workshops, unparalleled networking opportunities, an exhibition and a unique social programme. The scientific programme will include eight plenary lectures from world-leading scientists, around 120 keynote and invited lectures, over 120 oral and post- 46 ILCHIMICOITALIANO er sessions, specialised symposia and seminars. Five Nobel Laureates have confirmed their participation as well as Avelino Corma, the awardee of Spain’s most prestigious award, the Príncipe de Asturias Award on Scientific and Technical Research 2014. The congress website and pre-registration is available at http://euchems-seville2016.eu. We encourage you to pre-register so you can be constantly updated. Angela Lopez Berrocal [email protected] EuCheMS for you EuCheMS General Assembly “Europe should be a chemical-free zone”: If you want to change this common unscientific misconception, then EuCheMS is for you! On 23 and 24 October 2014 representatives of EuCheMS member societies, divisions and working parties and invited guests met at the EuCheMS General Assembly in Torun, Poland. “European research in chemistry” and “EuCheMS strategy” were the key topics discussed by the assembly (see article right). During the internal sessions of the General Assembly, an update on EuCheMS activities was given by Ulrich Schubert, while Nineta H. Majcen and Eckart Rühl gave an overview of EuCheMS policy activities and activities of EuCheMS divisions and working parties. The European Young Chemists Network (EYCN) dynamic activities were presented by Aurora Walshe, EYCN Secretary General. The General Assembly voted on financial matters and was pleased to welcome two new supporting members, namely the European Nanoporous Materials Institute of Excellence and the European Chemistry Thematic Network Association. Francesco De Angelis, EuCheMS Treasurer, expressed sincere appreciation for the work of Ulrich Schubert and the progress made during his presidency of EuCheMS, with the new open door constitution being the key achievement. A copy of the constitution (which had passed into law earlier in the week) was presented to a surprised Ulrich Schubert. EuCheMS warmly thanks the Polish Chemical Society for the excellent organisation of the General Assembly and their great hospitality, which included a wonderful banquet with singing by “Slavic Voices”. The presentations given at the General Assembly meeting are available at www.euchems.eu/ about/generalassembly/ 2014-torunpoland.html. The 2015 EuCheMS General Assembly will take place in Vienna, 25 to 29 September 2015. Nineta H. Majcen, nineta@euchems What EuCheMS does for you: EuCheMS acts as a single independent voice for chemistry in Europe. EuCheMS advises the European Parliament and Commission on chemistry topics. EuCheMS promotes excellence in European research via continuous collaboration with the European Research Council. EuCheMS ensures that chemistry is well represented in European projects. EuCheMS responds to a variety of consultations from the European institutions on chemistry topics, such as water, phosphorus or mercury. EuCheMS runs the biennial European Chemistry Congress and has divisions and working parties which run biennial conferences and summer schools in most areas of chemistry as well as other activities. EuCheMS has an extremely active and effective Young Chemists Network (EYCN). EuCheMS awards a range of European prizes and lectureships for chemistry and together with the European Chemistry Thematic Network Association (ECTN) promotes high quality teaching of chemistry in European universities. What you can do for EuCheMS: Get involved with a EuCheMS division or working party! Get involved in the European Young Chemists Network! Be prepared to offer expert advice when needed, such as for public consultations! Promote EuCheMS and the role of chemistry whenever appropriate! Share with us what is relevant for you! Join us in co-creating the voice for chemistry in Europe by e-mailing [email protected] or via online request, which is available at www.euchems.eu, and follow us on Facebook and Twitter. David Cole-Hamilton, [email protected] Nineta H. Majcen, Francesco de Angelis, Ulrich Schubert and David Cole-Hamilton (from left). GENNAIODUEMILAQUINDICI GENNAIODUEMILAQUINDICI Key topics at the General Assembly The main topics at the EuCheMS General Assembly in October 2014 were entitled “European research in chemistry” and “EuCheMS strategy”. “European research in chemistry” was a high level event, linking research in chemistry with policy related issues. Lena Kolarska- Bobinska (Minister of Science and Higher Education, Poland), Piotr Calbecki (Marshal of the Kujawsko-Pomorskie Region), Michal Zaleski (Mayor of the City of Torun) and Andrzej Tretyn (Rector of the Nicolaus Copernicus University) welcomed the participants, emphasizing the importance of chemistry on daily life. Jerzy Buzek, Member of the European Parliament and Chair of the Committee on Industry, Research and Energy, addressed in his video speech the importance of research in chemistry and related sciences to policy. Klaus Bock from the European Research Council (ERC) gave an overview of ERC’s role in funding of research. Anne-Katrin Bock from the European Commission’s Directorate General (DG) Joint Research Centre (JRC) explained the value of foresight studies for policy making, illustrated by the JRC foresight study on food and health. Helge Wessel from the DG Research and Innovation explained the Horizon 2020 programme with a focus on chemistry. Bradley D. Miller from the American Chemical Society (ACS) added the aspect of US-EU collaboration in chemistry and the ACS engagement in this respect. Kathrin Winkler from the ERA-Chemistry network nicely complemented presentations given earlier on. On the initiative of David Cole-Hamilton, who took over the EuCheMS presidency at the end of the General Assembly, Steve Alexander, Development Group International, moderated the session on EuCheMS strategy. During this very active session, attended by representatives of EuCheMS member societies, divisions and working parties, relevant issues for further development of EuCheMS came up. These should be further discussed and followed up with short, medium and long term perspectives. Nineta H. Majcen, [email protected] POLICY NEWS Regulatory Policy Committee The EuCheMS Regulatory Policy Committee met for the first time in Brussels on 11 November 2014 with the main objective of putting forward a set of areas were EuCheMS will have a more proactive role. The committee will be in charge of the following activities in the specified areas: monitoring and responding to public consultations, developing proactive positions and sharing information among experts from member societies. Public consultations Recently, EuCheMS responded to public consultations on “Sustainable use of phosphorus”, “Quality of drinking water in the EU” and “Ratification by the EU of the Minamata Convention on Mercury”. More information: www.euchems.eu/publications/ policy-positions. Support of chemistry in Greece Given the undergoing curricular changes that are hindering the future of chemistry in Greece, EuCheMS unanimously adopted in its General Assembly a resolution strongly supporting the actions of the Association of Greek Chemists against the degradation of the science of chemistry in Greece. More information is available at www. euchems.eu/ news/single-news/ article/euchems-unitedinsupport-for-greek-chemistry. Letters to Schulz and Juncker In November Rajendra Pachauri from the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) presented the results of the IPCC latest Assessment Report at the European Parliament. On the occasion of this report, EuCheMS sent a letter to Martin Schulz, President of the European Parliament, and to Jean-Claude Juncker, President of the European Commission, urging the Parliament and the Commission to do all in their power to reduce the emissions of greenhouse effect gases in the EU. “We really need action on climate change 47 ILCHIMICOITALIANO EuCheMS EuCheMS Lecture Award 2014 Christina Moberg and Gérard Férey are the EuCheMS Lecturers 2014. The EuCheMS Lecture Award honours outstanding achievements by European chemists. It also serves to enhance the image of European chemistry and to promote scientific cooperation in Europe. It is delivered at a scientific event outside the lecturer’s own country. Christina Moberg from the Royal Institute of Technology of Stockholm will give the EuCheMS 2014 lecture on recycling in asymmetric catalysis during the 19th European Symposium on Organic Chemistry which will take place on 19 to 23 July 2015 in Lisbon, Portugal. Gérard Férey from the University of Versailles will give the EuCheMS 2014 lecture on the multiple facets of hybrid porous materials during the 6th EuCheMS Chemistry Congress which will take place on 11 to 15 September 2016 in Seville, Spain. kjs www.euchems.eu/awards Emerging Technologies Competition goes European The Royal Society of Chemistry’s Emerging Technologies Competition is open to applications from Europe for the first time in 2015. Now in its third year, this annual innovation event accelerates the commercialisation of the best chemistry-based technologies. The competition forms a major part of our strategy to promote open innovation and support small companies in the chemical sciences. now,” emphasises Pachauri and EuCheMS is certain that chemistry research will significantly contribute to achieve this goal, not only through analysing the current problems but also in finding sustainable answers. On a recent letter to Commission President Juncker the EuCheMS President and the Secretary General emphasised their concerns about the abolition of the post of Chief Scientific Adviser. The letters are available at www.euchems. eu/news/latest-news. Bruno Vilela, Nineta H. Majcen [email protected] 48 ILCHIMICOITALIANO The winners receive a personalised package of business support from our multinational partners, a cash prize towards developing the technology and help with media exposure. This year’s competition partners include GSK, Croda, GE Healthcare, Lubrizol and Procter & Gamble. “We were very fortunate to be one of the winners of the very first RSC Emerging Technologies Competition,” says Jing Zhang of Aqdot, a spin-out company of the University of Cambridge. “In addition to the monetary prize, we have benefited greatly from the mentoring opportunities with companies such as Procter & Gamble, Croda and GSK, which has allowed us to gain an insight into the needs of their industries.” Both individuals and teams in academia or small companies are eligible to take part in the competition. Applications will be open from 12 January until 16 March. Shortlisted participants will be invited to present their final pitches at an event in London on 29 June. Annika Grandison, Grandisona@rsc. org [email protected] http://rsc.li/ emerging-technologies Isoprenoids in Prague Chemistry congress in France Events 2015 More than 120 participants from all over the world (almost one third of whom were students) attended the 22nd Conference on Isoprenoids in Prague in September 2014. With 57 oral contributions and 53 posters the conference successfully linked to the series of former “Isoprenoids”. The 22nd meeting of isoprenoid experts took place under the auspices of Tomáš Hudecek, Lord Mayor of the capital city of Prague. The range of scientific topics was extended towards biochemistry and biology. The international impact of the conference was shown by the sponsorship of IUPAC and EuCheMS. The exhibition part of the conference ranged from the publishing houses through speciality chemicals vendors and distributors to the show of highly specialised laboratory equipment. Six prizes were awarded to students by the pharma company Teva Czech Industries and by the Phytochemical Society of Europe. Plenary lectures were given by leading scientists, namely by Giovanni B. Appendino (Italy), Harro J. Bouwmeester (The Netherlands), Søren B. Christensen (Denmark), Douglas F. Covey (United States), Anthony P. Davis (United Kingdom), Vadim V. Demidchik (Belarus), Minoru Isobe (Japan, Taiwan), Adriaan J. Minnaard (The Netherlands), Antonio Mouriño Mosquera (Spain), Sergey A. Usanov (Belarus) and Ludger Wessjohann (Germany). In the closing ceremony Douglas F. Covey from Washington University in St. Louis summarised the highlights of the meeting. Covey especially underlined the broad spectrum of topics and of attendee scientific generations. He also emphasised the importance of the fact that the conference has regained its momentum and is moving forward. This fact was underlined by the attendance of over 40 scientists who already attended the previous Conferences on Isoprenoids. Historically the conference was always a bridging meeting between scientists in a separated world because it surmounted the Iron Curtain. The 23rd Conference on Isoprenoids will take place in Minsk, Republic of Belarus, in September 2016. Pavel Drašar [email protected] The 2015 congress of the Société Chimique de France entitled “SCF’15: Chemistry and Energy Transition” will take place in Lille, a city in northern France, on 4 to 9 July 2015. It will comprise a public event during the weekend of 4 to 5 July managed by the Association Chimie & Société, followed by an inaugural session on 6 July, also open to the public, and a three-days scientific meeting (in English) on 7 to 9 July. Deadline for abstract submission was on 31 December 2014, opening for registration is on 1 February 2015. Igor Tkatchenko secretaire-general@ societechimiquedefrance.fr [email protected] www.scf15.fr 1 – 6 February 2015, Bressanone, Italy 9th European Winter School on Physical Organic Chemistry www.chimica.unipd.it/wispoc/pubblica 14 – 16 May 2015, Bochum, Germany 114th General Assembly of the German Bunsen Society for Physical Chemistry www.bunsen.de/en/bunsentagung2015 20 – 22 May 2015, Karlsruhe, Germany Energy Science Technology Conference 2015 www.est-conference.com 14 – 18 June 2015, Gargnano, Italy ISOS, International Summer School on Organic Synthesis „A. Corbella“ www.corbellasummerschool.unimi.it 22 – 24 June 2015, Aveiro, Portugal CoCoaTea 2015 – 3rd International Congress on Cocoa Coffee and Tea, www.cocotea2015.com 5 – 9 July 2015, Bratislava, Slovakia 21st European Conference on Organometallic Chemistry, www.eucomcxxi.eu 11 – 25 July 2015, Pulawy, Poland Summer School of the Euromaster Measurement Science in Chemistry, www.msc-euromaster.eu 14 – 17 July 2015, Mezzocorona, Italy In Vino Analytica Scientia 2015 http://eventi.fmach.it/IVAS2015 23 – 26 August 2015, Vienna, Austria 15th European Conference on Solid State Chemistry http://ecssc15.univie.ac.at 30 August – 2 September 2015, Dresden, Germany WIFO 2015 – GDCh Chemistry Forum www.wifo2015.de 6 – 10 September 2015, Bordeaux, France EuroAnalysis 2015, www.euroanalysis2015.com GENNAIODUEMILAQUINDICI A chemist as President of the French Académie des Sciences Bernard Meunier, acting as VicePresident of the French Académie des Sciences since 2013, started his two-year mandate as President on 6 January 2015. A specialist of bioinspired chemistry, and especially oxidation catalysis, Meunier is Emeritus Research Director at the CNRS Coordination Chemistry Laboratory in Toulouse. He was a former President of CNRS (2004 to 2006) and currently occupies the Chair of Technological Innovation at College de France in Paris. Igor Tkatchenko secretaire-general@ societechimiquedefrance.fr New EuCheMS logo EuCheMS has a new logo: GENNAIODUEMILAQUINDICI 6 – 11 September 2015, Catania/Sicily, Italy 1st European Conference on Physical, Theoretical and Computational Chemistry 20 – 24 September 2015, Kalamata, Greece 9th International Conference on „Instrumental Methods of Analysis – Modern Trends and Applications”, www. ima2015.teikal.gr 22 – 25 September 2015, Leipzig, Germany 15th EuCheMS International Conference on Chemistry and the Environment www.icce2015.org 14 – 16 October 2015, Madrid, Spain Euro Food Chem XVIII www.ictan.csic.es/eurofoodchem2015 Erratum Correction of the article about the 5th EuCheMS Chemistry Congress on page 1, EuCheMS Newsletter November 2014: The prizes for the awards symposium for younger chemists were offered by Societa Chimica Italiana (SCI) and Consiglio Nazionale dei Chimici (CNC). EuCheMS Newsletter Newsletter coordinator: Karin J. Schmitz Please send all correspondence and manuscripts to [email protected] Editors: Wolfram Koch (responsible), Karin J. Schmitz, Uta Neubauer, Frankfurt am Main Advisory board: David Cole-Hamilton (President), Ulrich Schubert (Vice-President), Franco De Angelis (Treasurer), Eckart Rühl (Member of Executive Board), Nineta H. Majcen (Secretary General). Layout: Jürgen Bugler, Frankfurt am Main Production: Nachrichten aus der Chemie Publisher: Gesellschaft Deutscher Chemiker on behalf of EuCheMS Postfach 900440 D-60444 Frankfurt am Main EuCheMS General Secretary: Nineta Majcen, Rue du Trône, 62 1050 Brussels, Belgium [email protected] www.euchems.eu EuCheMS is registered as “Association internationale sans but lucratif” (AISBL, international non-profit association), AISBL-Registered office: Rue du Trône, 62, 1050 Brussels, Belgium 49 ILCHIMICOITALIANO Contro-copertina » “Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta” Baruch Spinoza, filosofo 50 ILCHIMICOITALIANO FEBBRAIODUEMILAQUINDICI