Giubbotti salvagente
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Giubbotti salvagente
Tecnica Giubbotti pericolosi In Australia un uomo con il giubbotto salvagente muore affogato. Abbiamo chiesto a un esperto di sicurezza di spiegarci come sia possibile e abbiamo scoperto che i giubbotti possono essere pericolosi di Umberto Verna Articolo verticale pubblicato su SVN gennaio 2014 © riproduzione riservata SVN lavelanelweb www.solovela.net 1 www.solovela.net Un uomo indossa una cintura di salvataggio con spry hood, un accessorio che evita di respirare l’acqua nebulizzata A Naufragio sulle coste Australiane nel 2011 di un’imbarcazione andata contro gli scogli con a bordo alcuni bambini di un asilo e dei neonati 2 metà dicembre, in Australia, un uomo annega nonostante vestisse un giubbotto salvagente. La notizia suona così particolare che Solovelanet la riporta sulla sua newsletter, ma per quanto non frequente, il ritrovamento di cadaveri di vittime di naufragio che indossavano giubbotti salvagenti regolarmente omologati non è una cosa così rara. E’ proprio in seguito a questi casi, che iniziarono a essere notati durante l’ultimo conflitto mondiale quando si recuperavano centinaia di naufraghi in seguito ai bombardamenti delle navi e alcuni di questi, con il giubbotto salvagente perfettamente efficiente, risultavano essere morti per affogamento, che si dedicò una particolare attenzione allo studio del giubbotto salvagente e agli altri strumenti atti a prevenire l’affogamento dei naufraghi. Nel tempo la casistica dei naufraghi con cintura salvagente trovati senza vita si restrinse a due cause fondamentali, l’iportermia e l’affogamento. Ipotermia L’ipotermia si ha quando la temperatura corporea si abbassa a causa dell’immersione in un ambiente più freddo nel quale si www.solovela.net Che cosa è l’ipotermia L’ipotermia o assideramento è una condizione clinica in cui la temperatura corporea scende sotto i 35°. L’ipotermia si misura secondo delle “scale dell’ipotermia”, la più utilizzata è quella svizzera, che si basa sui segni dell’ipotermia. Classificazione dell’iportemia Classe Manifestazione clinica C° Grado 1 Brividi, sensazione di freddo. Piena coscienza 35-32 Grado 2 Stato soporoso, nessun brivido 32-28 Grado 3 Incoscienza, ma parametri vitali rilevabili 28-24 Grado 4 Assenza di segni vitali <24 Il caso di sopravvivenza senza danni neurologici permanenti all’ipotermia più profonda si è registrato in Norvegia, vicino a Narvik, il 20 maggio del 1999. La temperatura misurata all’arrivo all’ospedale di Tromsø era di 13,7 °C.[1] Quando l’ipotermia interviene rapidamente ed è causa primaria dell’arresto cardiaco (ovvero quando il paziente non è annegato, soffocato dalla neve o morto in seguito a trauma), le probabilità di successo della rianimazione sono elevate. La diminuzione della temperatura corporea, infatti, causa un’importante riduzione del metabolismo di tutte le cellule, che consente di proteggere i tessuti dall’ipossia dovuta all’arresto cardiocircolatorio. SVN lavelanelweb In quest'immagine si vede bene l’uso dello spray hood della cintura di salvataggio. I giubbotti obbligatori per le nostre barche non sono accessoriati con questo strumento che si può rivelare essenziale disperde il calore corporeo che sia questo acqua o neve. L’ipotermia può condurre all’arresto cardiaco e conseguenti danni cerebrali o alla morte. In acque molte fredde forme gravi d’ipotermia appaiono in pochi minuti. Per questo i navigatori solitari, come spesso leggiamo nelle cronache delle riviste o nei loro libri, hanno con loro, quando navigano, una tuta di sopravvivenza. Uno dei compiti principali della tuta che è stagna, è quello di isolare il corpo del naufrago dall’ambiente esterno e impedire la dispersione di calore. Tuttavia per avere problemi di ipotermia non è necessario navigare nei grandi oceani nelle alte latitudini. L’esperienza insegna che, anche in acque relativamente calde si possono avere problemi d’ipotermia. Il nostro mare d’estate ha temperatura che vanno dai 19 ai 26 gradi in superficie, mentre la temperatura corporea è di 36°, un delta di 10 – 15 gradi. Tale differenza anche se, spesso d’estate quando facciamo il bagno, risulta piacevole, quando si protrae nel tempo può diventare pericolosa. Durante i nostri corsi (l’autore è un esperto di sopravvivenza in mare e tiene dei corsi sull’argomento, n.d.r. ), in piscina, con l’acqua a 25°, gli allievi dopo una o due ore cominciano a tremare e questo è il primo stadio dell’ipotermia. La cintura di salvataggio è molto importante per contrastare l’ipotermia e aiutare la sopravvivenza in la vela ti aspetta iscriviti alla newsletter di SolovelaNet 3 news - speciali - rivista digitale - video - articoli - inchieste - sondaggi -www.solovela.net news - speciali In sintesi Le cause di morte di un naufrago che indossa una cintura di salvataggio sono: ipotermia: quando la temperatura corporea scende sotto i 35° - arresto cardiaco annegamento: i polmoni si riempiono d’acqua nebulizzata – asfissia Cosa fare per limitare le possibilità di ipotermia: movimenti: muoversi il meno possibile per non disperdere calore abbigliamento: non levarsi i vestiti, questi rallentano il ricambio d’acqua a contatto con il corpo e preservano il calore respirazione: se non si ha un giubbotto salvagente con spry hood e c’è molta acqua nebulizzata nell’aria, respirare con le mani davanti alla bocca indossare il giubbotto: allacciare con cura la cintura salvagente, compreso il sottocoscia 4 In alto una motovedetta e un gommone della RNLI in Inghilterra intervengono per ritrovare un uomo caduto in mare da una barca a vela. Di lato il test di una tuta stagna con giubbotto salvagente attesa dei soccorsi: muoversi o, addirittura nuotare nel tentativo di rimanere a galla, porta a disperdere maggior calore e a finire prima in ipotermia. L’avere il “salvagente” permette anche di non avere l’infausta idea di levarsi vestiti o stivali per paura che questi compromettano il galleggiamento: privarsi dei vestiti significa esporre il corpo all’acqua corrente che è più fredda di quella che rimane intrappolata nei vestiti e assorbe parte del calore corporeo. Affogamento L’ipotermia rallenta la respirazione e blocca la circolazione sanguigna come conseguenza dell’arresto cardiaco, ma non comporta l’ingresso di acqua nei polmoni e la conseguente morte per annegamento. La morte per annegamento mentre si veste una cintura di salvataggio è attribuibile a varie cause, la meno conosciuta di queste è l’annegamento da nebulizzazione: l’aria al livello della superficie del mare, specialmente quando questo non è calmo, è piena di particelle di acqua nebulizzata. Particelle che il naufrago respira. L’acqua nebulizzata all’interno del corpo umano ritrova calore e si trasforma di nuovo in gocce d’acqua che si vanno a depositare nei polmoni. A lungo andare, senza che il naufrago www.solovela.net Questa è l anotizia apparsa su solovela. net il 15 dicembr edel 2013 che riportava la morte di un uomo che nuotava con il giubbotto salvagente. Notizia che ci ha portato a fare questo articolo. Sydney (Australia) – Ieri mattina un gruppo di amici appassionati di pesca sportiva è partito da Aukland con un piccolo fisherman. A poche miglia da costa, la barca si è fermata e gli uomini si sono resi conto che non avevano V.H.F. e che i cellulari erano fuori portata. Un uomo di 54 anni ha quindi deciso di indossare il giubbotto salvagente e nuotare sino alla riva che non sembrava lontana. Alcuni bagnanti sulla spiaggia, lo hanno visto arrivare e hanno notato che era in difficoltà quindi si sono buttati in acqua per soccorrerlo, ma quando lo hanno trascinato a riva, l’uomo era morto. La causa della morte dell’uomo è ancora ignota ma, per quanto possa sembrare difficile, la polizia sospetta che, nonostante l’uomo indossasse un giubbotto salvagente, questi sia annegato. Notizie certe si avranno solo al termine dell’autopsia che dovrà spiegare se l’uomo è annegato e, nel caso, come possa essere accaduto, cosa, nel giubbotto salvagente indossato dalla vittima non ha funzionato. se ne accorga, i polmoni si riempiono di acqua e la persone muore per annegamento. Per evitare questo effetto, alcuni salvagenti sono dotati di spry cup, un accessorio che protegge la bocca dall’acqua nebulizzata che però non sempre è realizzato a dovere ed è efficiente e, a volte, perché fatto male, diventa pericoloso. Noi, durante i nostri corsi, insegniamo a porre le mani davanti alla bocca nell’atto di respirare, nel tentativo di far condensare l’acqua prima che l’aria la porti nella bocca. Un altro motivo della morte per annegamento di persone che indossavano la cintura di salvataggio, è l’errato modo di indossarla. Un giubbotto indossato male può costituire un’ulteriore pericolo. Quando dico questo penso all’affondamento del Parsifal (imbarcazione in legno affondata nel Golfo del Leone durante una burrasca nel 1995 n.d.r. ) a seguito del quale, nonostante dalle dichiarazioni dei sopravvissuti emerga che tutti avevano indossato la cintura di salvataggio, i corpi delle sei persone scomparse non furono mai ritrovati. L’autore Annega con il giubbotto salvagente Umberto Verna , è uno spe- Spesso delle attrezzature di soccorso non ben studiate possono costituire un problema quando sono usate SVN lavelanelweb 5 cialista in tematiche connesse alla sicurezza in mare formatosi presso la Survival Technologies Group di Apollo Beach in Florida. Oggi è consulente di diversi circoli nautici e con la società Safety World offre consulenza anche ai privati. E’ Direttore del centro studi per la sicurezza in mare “Ragazzi del Parsifal” e autore di diversi libri sull’argomento sicurezza in mare. www.safetyworld.it la vela ti aspetta iscriviti alla newsletter di SolovelaNet www.solovela.net news - speciali - rivista digitale - video - articoli - inchieste - sondaggi - news - speciali Edicola www.solovela.net Gli articoli in evidenza Hanse 345 Grand Soleil 43 Elan 310 Liberare l’ancora Uomo in mare Cumolonembo Comet 31 Bavaria 46 RM 1260 Eliche Da chi comprare Preparare l’ormeggio Video - barche in evidenza I numeri della rivista digitale Grand Soleil 50 la prova in mare Grand Soleil 39 la prova in mare SVN - 20 Sly 48 la prova in mare SVN - 19 SVN - 17 Il video Filo Diretto Elan Tutto quello che c’è da sapere su uno dei cantieri più innovativi oggi presenti sul mercato. 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