Istituto MEME: Resoconto di una esperienza di Arte Terapia in
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Istituto MEME: Resoconto di una esperienza di Arte Terapia in
Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles RESOCONTO DI UNA ESPERIENZA DI ARTE TERAPIA IN CONTESTO SCOLASTICO Scuola di Specializzazione: Arti Terapie Relatore: Dott.ssa Roberta Frison Contesto di Project Work: Istituto P. Gobetti di Scandiano Tesista specializzando: Elisa Bioli Anno di corso: secondo Modena, 6 giugno 2009 Anno accademico 2008-2009 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Indice dei contenuti 1. Premessa …………………………………………………………... 4 2. Logica dell’integrazione scolastica …………………………......... 5 2.1. Alcune definizioni …………………………………………. 5 2.2. Breve storia dell’integrazione scolastica …………………... 6 3. Arte e benessere …………………………………………………… 9 3.1. Concetto di salute ………………………………………….. 9 3.2. Arte terapia, cos’è ………………………………………... 11 4. Applicazione dell’arte terapia …………………………………... 14 4.1. Arte terapia e scuola ……………………………………… 14 4.2. Arte terapia a scuola: handicap …………………………… 18 5. Il gruppo ………………………………………………………….. 21 5.1. Il gruppo in arte terapia …………………………………... 24 1 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 6. Osservazione in arte terapia …………………………………….. 26 7. Progetto ………………………………………………………....... 29 7.1. Introduzione al progetto ………………………………….. 29 7.2. Luogo di svolgimento ……………………………………. 32 7.3. Modalità e tempi …………………………………………. 34 7.4. Problemi incontrati ……………………………………….. 37 7.5. Relazione sui ragazzi ……………………………………... 38 7.6. Roberto …………………………………………………… 39 7.7. Gianpaolo ………………………………………………… 41 7.8. Doriano …………………………………………………… 43 7.9. Renato ……………………………………………………. 45 7.10. Alberto …………………………………………………… 47 7.11. Simone …………………………………………………… 48 7.12. Valeria ……………………………………………………. 50 7.13. Daniele …………………………………………………… 52 7.14. Silvia ……………………………………………………... 55 7.15. Sara ………………………………………………………. 58 8. Bibliografia …………………………………………………………. 60 2 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 “L’arte adempie, per il bambino disabile, la stessa funzione che ha per tutti gli uomini: creare una zona di vita simbolica, che permetta la sperimentazione di idee e sentimenti, di portare alla luce la complessità e le contraddizioni della vita, di dimostrare la capacità dell’uomo di trascendere il conflitto, di creare ordine dal caos infine di dare piacere” (E. Kramer) 3 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 1. Premessa La mia esperienza di quest’anno è partita da questo concetto, sulla base del quale ho strutturato il laboratorio di arte terapia con i ragazzi disabili presso l’istituto superiore Gobetti di Scandiano. Tale ambito di tirocinio mi ha portato ad approfondire il tema dell’arte terapia applicato ai disabili ed alla scuola in generale, come intervento educativo e preventivo, dove educativo assume il significato di “e-ducere”, cioè portar fuori. L’arte terapia in ambito scolastico potrebbe assumere la funzione di luogo protetto dove poter esprimere e sperimentare, insieme ai materiali, anche i sentimenti, per poterli meglio conoscere e gestire, non solo per i ragazzi disabili a cui sono generalmente riservate questo tipo di esperienze, ma anche e soprattutto ai ragazzi così detti “normali” che potrebbero beneficiare di tali attività. 4 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 2. Logica dell’integrazione scolastica 2.1 Alcune definizioni Secondo la teoria della disabilità, in accordo con le indicazioni date dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, vengono stabilite le seguenti definizioni: Malattia: si intende la condizione o l’anomalia che sta alla base del processo morboso. Menomazione: indica il danno funzionale che deriva dalla malattia. Disabilità: si intende la riduzione delle capacità dell’individuo di far fronte alle richieste, fattegli in relazione al suo ruolo sociale come conseguenza della sua menomazione. Handicap: si riferisce al correlato sociale della disabilità, la persona risulta meno competitiva rispetto agli altri ed a causa di questo sarà probabilmente esposto ad ulteriori frustrazioni e fallimenti. La riabilitazione riguarda quell’insieme di azioni ed interventi volti ad alleviare le menomazioni, la disabilità e gli handicap degli individui ed a migliorare nei limiti del possibile, la loro vita. Secondo la definizione data dalla legge 104 del 1992 “è persona handicappata colui che presenta una menomazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o emarginazione. 5 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 2.2 Breve storia dell’integrazione scolastica Secondo i dati raccolti dalla direzione didattica di Modena dall’anno scolastico 1999\2000 all’anno scolastico 2006\2007, la popolazione scolastica è andata aumentando nelle scuole di ogni ordine e grado, e con essa ha avuto un incremento anche la presenza di alunni portatori di handicap all’interno dell’istituzione scolastica. Gli alunni disabili hanno esigenze particolari e richiedono una programmazione differenziata rispetto al resto della classe. Se fino agli anni ’50 vigeva all’interno delle istituzioni la logica dell’esclusione, dell’isolamento e della vergogna, basta pensare a quanti disabili fisici si trovavano rinchiusi nei manicomi, negli anni ’60 si è passati alla logica della medicalizzazione in cui il disabile era considerato un malato da guarire, per giungere alla logica dell’inserimento nella prima metà degli anni ’70, facendo propri i valori che attingono ai fondamentali disegni ispiratori della carta costituzionale. La legge 517 del 1977 ha sancito l’inizio della logica dell’integrazione degli alunni disabili all’interno della scuola, che si è perfezionata con la legge 104 del ’92 che stabilisce la logica del diritto, della personalizzazione e della “speciale normalità”. Tra i principali provvedimenti legislativi per l’integrazione risulta fondamentale il “Documento Falcucci” del 1975 in cui si stabilisce che “la scuola appare la struttura più appropriata per far superare la condizione di emarginazione, in rete con l’organizzazione dei servizi sanitari e sociali finalizzati all’identico obiettivo”, e che “la scuola può contribuire all’opera di prevenzione e di recupero precoce”. Per realizzare ciò si rende necessario un nuovo e variegato concetto di apprendimento, che valorizzi tutte le forme espressive, l’ingresso di nuovi 6 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 linguaggi nella scuola, forme di integrazione che prevedono la presenza di insegnanti specializzati. La sentenza n.215 del ’87 ribadisce ed amplia questi concetti affermando: - compito della Repubblica è rendere effettivo il diritto a frequentare le scuole; - uguaglianza di tutti i cittadini; - dovere della Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona; - tutti i cittadini trattati allo stesso modo; - i diritti all’educazione e all’istruzione sono diritti fondamentali delle persone in situazione di handicap; - la scolarizzazione è uno strumento di recupero; - la capacità ed il merito vanno valutati secondo parametri adeguati alla situazione di disagio; - la scuola deve rispondere con maggior attenzione al maggior bisogno di istruzione e di educazione. Secondo una lettura pedagogica di tale sentenza: - il minorato non deve essere considerato irrecuperabile; - non si deve badare solo all’apprendimento ma anche all’integrazione; - la scuola è uno strumento di recupero; - l’isolamento è negativo per la formazione della persona; - gli impedimenti alla scolarizzazione, cioè all’apprendimento e all’integrazione, non devono permanere per le carenze delle strutture di sostegno predisposte dalla scuola; - la famiglia deve essere aiutata. 7 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La lettura giuridica e pedagogica dell’integrazione scolastica sono riassunte nella legge 104 del 1992, le cui finalità sono il rispetto della dignità umana, il raggiungimento della massima autonomia e partecipazione, il recupero funzionale e sociale, il superamento dell’emarginazione. In essa viene data una definizione di persona handicappata e ne vengono sanciti i diritti, in particolare il diritto all’educazione ed istruzione (art.12). Il diritto all’educazione ed istruzione è garantito nelle scuole di ogni ordine e grado, dagli asili nido alle università in classi comuni; inoltre l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. L’esercizio del diritto all’educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap. Questa legge evidenzia un cambio di paradigma nella valutazione della disabilità, si passa da un modello medico in cui la disabilità veniva considerata una malattia da curare in contesti prevalentemente medici, ad un modello sociale in cui i disabili vengono considerati cittadini con diverse abilità che non debbono subire discriminazioni ed avere pari opportunità, nel trattamento sono coinvolti tutti i settori della società ed è fondamentale l’inclusione sociale. All’interno di tale sistema l’arte terapia si pone come strumento di integrazione e di riduzione dell’handicap connesso alla disabilità. 8 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 3. Arte e benessere 3.1 Concetto di salute Secondo la classificazione dell’OMS, “la salute dell’uomo è una condizione di perfetto benessere fisico, mentale e sociale e non significa soltanto assenza di malattia”. Risulta evidente che tale condizione di “perfetto benessere” è difficilmente raggiungibile, però questa definizione amplia il concetto di salute non solo come difesa dalla malattia, ma si propone di rinforzarla e promuoverla nel senso del miglior funzionamento possibile, ossia dell’attuazione di tutte le potenzialità psicofisiche insite in ogni individuo in rapporto al suo ambiente, in una concezione olistica dell’individuo. Nella società attuale, con l’aumento del tempo libero, il miglioramento del livello medio della qualità della vita, dello sviluppo culturale e della presa di coscienza della soggettività individuale, la ricerca individuale della salute è diventata sempre più una ricerca di benessere psicofisico, che si ottiene appellandosi alla propria creatività ed all’ampliamento del sé. Ogni persona, a prescindere dall’età e dalle abilità, ha bisogno di riaffermare sé stesso e di comunicare con gli altri. Il non poter esprimere interamente sé stessi porta le persone a soffrire, e molti non lo fanno perché non sanno di avere qualcosa da dire, però per potersi integrare nella collettività e raggiungere degli scopi, fra cui il proprio benessere, l’uomo deve esprimersi. Il diritto ad esprimersi e produrre la propria impronta creativa si può considerare come indice di salute dell’individuo, in quanto ogni impronta creativa lasciata riafferma il sé e comunica “Io ci sono, ed ho qualcosa da esprimere”. 9 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 L’arte si rivela un mezzo privilegiato per ottenere questi risultati, e non deve essere considerata una attività riservata soltanto a chi risulta artisticamente dotato, in quanto l’attenzione non si focalizza sul prodotto finito, ma sul processo creativo che ha portato alla sua realizzazione. L’arte terapia attraverso l’uso dei materiali e la loro sperimentazione permette a chiunque di esprimersi, di lasciare la propria traccia creativa. Attraverso il reintegro dei processi artistici all’interno di un contesto sociale si può favorire lo sviluppo di una persona sana in una società sana, e questo comporta non solo il benessere del singolo ma quello di tutta la società. L’arte non può essere considerata una medicina, tuttavia, coinvolgendo le emozioni può nutrire lo spirito, motivare una persona a voler migliorare, crescere e guarire. Incoraggia le persone a fare qualcosa perché vogliono farlo e non solo perché qualcuno decide che per loro è utile. All’interno dell’atelier di arte terapia non si ricerca il valore estetico del prodotto, ma il suo valore simbolico, ognuno attraverso il mezzo artistico ha l’opportunità di elaborare creativamente il proprio vissuto e di trasmetterlo agli altri. Ogni persona possiede un potenziale autorigenerativo enorme, che spesso è sufficiente stimolare appena, e le tecniche utilizzate in arte terapia hanno questo scopo, oltre a migliorare la comunicazione tra corpo e mente. Il privilegiare, nella civiltà occidentale, gli aspetti cognitivi e razionali rischia di impoverire, se non addirittura atrofizzare, le risorse legate all’emisfero destro del cervello, quello che regola la attività più arcaiche, come la fantasia, la creatività, le intuizioni, le percezioni sensoriali ed i segnali corporei. Tutto questo patrimonio, scarsamente utilizzato, trova il modo di esprimersi per lo più inconsciamente, per cui riappropriarsene, consapevolizzandolo, è già di per sé terapeutico. Attraverso un disegno si può contattare l’aggressività, manipolando la creta si può facilitare la regressione e favorire una graduale riappropriazione 10 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 della tenerezza, con la musica si può accedere a emozioni profonde rimosse, con la poesia si possono integrare cuore e ragione. Tutto quanto attiene l’arte e la creatività contribuisce a facilitare uno stato di benessere. 3.2 Arte terapia cos’è Le arti-terapie non sono interventi magici, non sono solo terapie alternative, non sono semplicemente tecniche di rilassamento, non sono esperienze ludiche o di intrattenimento in cui fare arte o musica insieme. Esse rappresentano interventi strutturati in una situazione terapeutica precisa con regole ben definite. La particolarità di tali tecniche è l’utilizzo del materiale artistico con l’intento di favorire processi di comunicazione in pazienti che spesso hanno difficoltà ad usare il linguaggio verbale. L’idea di base, quella che le arti in qualche modo possano avere un potere terapeutico, è molto antica, basta pensare alla funzione catartica nella tragedia greca, alla danza e ai rituali che accompagnano la pratica degli sciamani, al potere dei suoni per influenzare i comportamenti umani ed animali. La storia scientifica delle arti-terapie inizia, invece, quando il rapporto tra arte e terapia cessa di essere occasionale ed è inserito all’interno di un contesto e di una situazione terapeutica definita. I primi interventi di arte terapia vengono proposti all’interno delle istituzioni psichiatriche, per risvegliare e costruire un tramite tra la realtà interna dei pazienti ed il mondo esterno. 11 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 I principi base dell’arte terapia sono: - presenza di un ambiente relazionale; - uso di materiali artistici come mediatori; - attivazione del processo creativo; - attivazione di risorse emotive e relazionali. L’essenza dell’arte terapia consiste nel creare qualcosa, il “Processo Creativo” ed il prodotto finale sono le basi dell’arte terapia. Il processo creativo avviene principalmente nel preconscio, ed indica tutto quello che avviene nel corso della produzione artistica, quale materiale usiamo, cosa avviene nel tempo, quanto e come ci siamo, se ci sentiamo in difficoltà, bloccati o viceversa se ci troviamo in una situazione piacevole. Il processo creativo è il manifestarsi di una realtà individuale interiore, la creazione di una immagine è il processo conscio di dare forma ad emozioni inconsce. Il processo artistico facilita l’emergere di esperienze interiori e di sentimenti che possono essere espressi in una forma non verbale, i materiali offrono uno strumento tangibile attraverso cui creare un ponte tra coscienza ed inconscio. In arte terapia la relazione è sempre di tipo triangolare: la relazione tra l’arteterapeuta e la persona (o il gruppo) è mediata dalla presenza di materiali e dell’immagine che viene creata. L’arte utilizza strumenti della realtà esterna per facilitare il manifestarsi delle emozioni ed una loro integrazione, per favorire il raggiungimento di una maggiore consapevolezza di sé e sviluppo personale, e per fornire strumenti per affrontare i conflitti emotivi. L’immagine creata è intesa come la rappresentazione di vissuti emotivi difficilmente esprimibili con le sole parole e come ponte di comunicazione sia con sé stessi che con gli altri. 12 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Ciò che ci interessa non è tanto il prodotto finito, quanto il fare, l’agire, il capire che rapporto c’è tra il segno e chi lo produce nel momento stesso in cui viene prodotto. Lo scopo dell’intervento non è produrre opere d’arte apprezzabili dal punto di vista estetico, ma di stimolare, far emergere i lati creativi presenti in ogni individuo. Attraverso il suo lavoro creativo, il bambino può identificarsi con sé stesso, anche se ciò che produce è esteticamente insignificante. L’arte si rivela un mezzo potente per accrescere la capacità di comunicazione, offre all’individuo la possibilità di esprimersi e di comunicare il proprio vissuto non attraverso le forme consuete di comunicazione, ma attraverso il linguaggio artistico. Attraverso il disegno, la drammatizzazione, la verbalizzazione, la libera espressione dei propri affetti, viene permessa l’esternazione dei propri conflitti in una condizione rassicurante e protetta che difende dall’angoscia e dai sensi di colpa ed aiuta ad entrare in contatto con la propria condotta manifesta, a cogliere i motivi ed il senso del proprio comportamento, al fine di contrastare le esperienze negative vissute e poterle correggere. Questo modo di comunicare con gli altri e con il terapeuta, permette di scaricare le proprie pulsioni aggressive, proprio perché esse trovano nell’espressione grafica una forma di mediazione, realizzando così un maggiore distacco emotivo e permettendo l’accoglimento e la condivisione di tratti del proprio carattere, altrimenti negati o respinti. L’arte terapia favorisce l’integrazione dei tre livelli dell’esperienza: emozione, azione, pensiero; e quando praticata all’interno di un gruppo favorisce l’integrazione tra la persona ed il gruppo. 13 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 4. Applicazioni dell’arte terapia L’arte terapia trova applicazione in diversi ambiti: clinico, socioeducativo, formazione. In ambito scolastico può essere utilizzata con gli studenti, bambini o adolescenti, per favorirne la crescita sul piano emotivo e relazionale, prevenendo l’insorgere di comportamenti a rischio di sviluppo psicopatologico e \ o di emarginazione sociale. Con gli insegnanti e gli operatori scolastici, per incrementare le loro capacità di entrare in relazione con i bambini e con gli adolescenti sul piano della comunicazione non verbale e per prevenire l’insorgere di fenomeni di burn-out. Con i genitori, per arricchire le loro competenze sul piano della relazione con il bambino e l’adolescente, fornendo appositi strumenti comunicativi e di gestione delle emozioni. 4.1 Arte terapia e scuola L’arte terapia può avere un’importante valore educativo, se per educare intendiamo “e-ducere”, tirare fuori, infatti essa rappresenta un processo che fa emergere la coscienza attraverso la pratica espressiva, dell’osservazione e della comparazione. Attraverso le arti terapie si può realizzare una pedagogia dell’esperienza corporea, cioè un’educazione a sentire, a percepire. Per la sua valenza educativa, l’arte terapia si può applicare nel campo della prevenzione, ed uno dei luoghi dove si dovrebbe fare prevenzione è la scuola. 14 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La scuola rappresenta uno dei principali luoghi di differenziazione dalla famiglia, è il posto dove il bambino fa delle esperienze non interamente completate e mette le fondamenta delle esperienze necessarie per la costruzione della futura identità. La scuola è anche il luogo in cui il bambino e l’adolescente passano la maggior parte del loro tempo, e dove quindi si possono individuare le situazioni di disagio. La crescita è caratterizzata da fratture e discontinuità, da gratificazioni e frustrazioni, da desideri e da aspirazioni. Gli educatori scolastici devono fare in modo che i bambini ed i ragazzi possano elaborare concretamente le contraddizioni dei vissuti emotivi ed affettivi tipici dell’età. Il lavoro creativo e la possibilità di canalizzare l’esperienza attraverso il gioco, permettono di costruire un ponte reale tra interiorità ed esteriorità, tra conscio ed inconscio. L’arte terapia permette al soggetto di vivere ed esprimere il suo spazio interiore e permette di far affiorare alcuni nodi conflittuali senza avere necessariamente delle conseguenze sgradevoli e poco gestibili, dunque per lui inaccettabili. Può succedere che con la scolarizzazione i potenziali creativi dei bambini vadano persi. Questo può accadere non solo a causa del normale processo evolutivo del bambino, ma anche per fattori culturali che privilegiano l’espressione intellettuale, a scapito di modi più diretti di entrare in relazione come quello dell’espressività. La scuola potrebbe avere un ruolo importante nel salvare e valorizzare lo spazio creativo. L’uso dei materiali artistici, poiché si prestano a molteplici trasformazioni ed usi, costituisce uno stimolo costante alla sperimentazione, i bambini imparano non solo a conoscere ed usare gli oggetti del mondo che li circonda, ma anche a farlo in modo personale, sulla base delle proprie fantasie e curiosità, dei propri percorsi creativi. 15 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 L’arte provoca il risveglio dell’immaginario sopito, del desiderio, del voler esserci. Nei disegni spontanei emergono paure, fantasie, pressioni interne ed esterne che rivelano i punti di forza e debolezza dell’Io, meccanismi difensivi normali e patologici, e altri significativi aspetti dell’identità. Il disegno di ogni bambino è un racconto emotivo e psichico di qualcosa che il bambino vive e prova e decide di esplicitare. Quando rappresenta la realtà, solo apparentemente il bambino si rifà alla realtà esterna, egli ripropone la sua realtà affettiva e come la vive, se con leggerezza o pesantezza. Il bambino attraverso il disegno interpreta gli eventi della sua vita ed esprime il suo disagio, anche quando apparentemente non è presente. “L’arte svolge un ruolo potenzialmente vitale nell’educazione dei nostri bambini. Disegnare, dipingere, o costruire, costituiscono processi nei quali il bambino fonde elementi diversi del suo ambiente per ottenere un tutto nuovo e significativo. Nel processo di selezione, di interpretazione e di rielaborazione di questi elementi, egli ci dà ben più di un quadro o di un modellato, ci dà una parte di sé stesso: ci rivela come pensa, come sente e come vede. Per il bambino questa è un’attività dinamica e unificatrice” (Lowenfield, 1967). Per quanto riguarda l’adolescenza, è un periodo di precarietà e di disorientamento, in cui i cambiamenti avvengono attraverso conflitti e delusioni, espressi spesso in maniera violenta ed angosciante. Le tematiche conflittuali riguardano il corpo che cambia, lo sviluppo dell’identità, la riorganizzazione del mondo interno, la trasformazione dei valori morali, la modificazione delle relazioni intersoggettive con lo spostamento dell’interesse dalla famiglia al gruppo dei coetanei. Proporre le arti terapie agli adolescenti significa proporre loro un modo diverso per nominare, riconoscere, ripensare e riprodurre le esperienze emotive attraverso le parole, con un dipinto, con un tema musicale, con un movimento. 16 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Tutto questo avviene in uno spazio protetto, non occasionale, intenzionale, dove i ragazzi possono liberare il potenziale emotivo ed affettivo, dove viene loro offerta l’opportunità di fare, di mettersi in gioco, di assumere un rischio senza però dover rischiare troppo, con il vantaggio e lo scopo di poter trasferire in altri contesti il risultato dell’esperienza, e di individuare nuove ed efficaci opzioni di comportamento per il futuro. Le arti terapie aiutano nella regolazione delle emozioni, e per questo sono indicate per gli adolescenti. Per controllo delle emozioni si intende, anche in ambito scolastico, il controllo delle manifestazioni comportamentali, cioè dell’aspetto esteriore, evidente ed osservabile, del modo in cui le emozioni vengono espresse. Quando si chiede a qualcuno un miglioramento della capacità di autocontrollo, gli si chiede di passare da una forma spontanea e diretta di comunicazione delle emozioni ad una più mediata, intenzionale, codificata e quindi socialmente accettabile. Le arti terapie si collocano a metà tra l’espressione spontanea e quella codificata delle emozioni, permettono il passaggio da un tipo di espressione all’altro, favorendo una riflessione ed una elaborazione dell’esperienza emozionale. L’arte terapia dovrebbe trovare spazio in ogni ordine di scuola, dovrebbe integrare il percorso scolastico come attività di accompagnamento e sostegno dello studente nel suo processo di crescita e trasformazione. Attraverso l’arte terapia si favorisce l’espressività, il benessere, la comunicazione, si può dare rilevanza al mondo degli affetti, dell’emotività, delle pulsioni, che, nei contesti di relazione quotidiana trovano difficoltà di espressione, si favorisce la conoscenza reciproca, si può facilitare l’apprendimento di alunni disabili, e favorire l’integrazione all’interno del gruppo classe, soprattutto dove sono presenti alunni portatori di handicap fisici o psichici. 17 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 4.2 Arte terapia a scuola: handicap In ambito scolastico l’arte terapia viene spesso proposta come attività di laboratorio per i ragazzi disabili. A questo tipo di utenza l’arte terapia può dare un sostegno affettivo e socio-culturale. Lo scopo generale dell’intervento è quello di promuovere l’autostima e l’espressione di sé, oltre che di migliorare le abilità motorie e la salute fisica ed emozionale dei partecipanti. Inoltre le attività artistiche permettono di ampliare le possibilità di partecipazione sociale mediante lo sviluppo di competenze specifiche, e quindi ridurre l’handicap. Le attività di arte terapia sono adatte per qualunque persona, indipendentemente dal grado di compromissione cognitiva e funzionale, e possono portare risultati inattesi di miglioramento dell’attività cognitiva, motoria, grafo motoria, costruttiva. Questo perché l’arte terapia, attraverso il divertimento dato dall’uso dei materiali, stimola le parti sane delle persone, che sono presenti anche se inattive. Il divertimento è un fattore di motivazione essenziale per favorire il superamento delle proprie limitazioni. L’arte ha lo straordinario potere di coinvolgere le persone e motivarle a superare i loro limiti. Aiutare la persona a riscoprire le proprie potenzialità creative permette, da un lato, di ampliare il campo di azione personale, dall’altro di scoprire un’attività ludica e soddisfacente sul piano personale. Il “fare arte” è una esperienza buona e generalmente gradita, che può essere utilizzata ad ogni età per ricostruire l’integrità dell’Io minacciata da un trauma, da una malattia o da una sofferenza. L’opera artistica costituisce una 18 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 vittoria dell’Io sulle forze distruttive dell’inconscio, ed è per questo che il “fare arte” rafforza nell’individuo il senso di identità. La creatività è una componente misteriosa della mente umana, la letteratura e la ricerca suggeriscono che l’attività creativa è fonte di opportunità di scoperta di sé e di sviluppo personale, e l’esperienza artistica comporta un notevole coinvolgimento emotivo e lo sviluppo di capacità di vedere e sentire profondamente. Insegnando alle persone a vedere ciò che le circonda, ad esprimere le loro emozioni e affermando che loro, e soltanto loro, possono tracciare quei particolari segni sulla carta, si dà loro una maggiore opportunità di conoscere sé stesse e di affermare il loro diritto di essere rispettate e di volersi bene. Questo è molto importante con i ragazzi disabili che a causa del loro handicap presentano insicurezze personali ed una scarsa autostima. Inoltre, con le arti visive, attraverso la conoscenza dei materiali e l’esperienza con il disegno e la pittura, si fornisce uno strumento di esplorazione interiore che ognuno può fare proprio e può utilizzare senza l’intervento di altre persone, vengono fornite le risorse potenziali per continuare a lavorare e creare, si arricchisce il potenziale creativo della persona. A seconda del grado di disabilità si possono strutturare interventi diversi. In caso di disfunzione motoria, in cui non necessariamente ci sia una compromissione della capacità ideativa o percettiva, l’intervento può avere come obiettivo l’evoluzione delle capacità grafo motorie coinvolte nella produzione grafica. Il fine del lavoro sarà la riduzione dell’handicap legato alla difficoltà a compiere materialmente i movimenti necessari per creare un’opera, e favorire una graduale acquisizione del controllo volontario della grafo motricità, espressamente finalizzato alla produzione di opere pittoriche. 19 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Attraverso l’uso di tecniche specifiche e di appositi esercizi di grafo motricità, che possono essere proposti a tutti per aumentare la creatività, si potranno vedere miglioramenti nell’estensione dei tratti continui ed un maggior controllo nell’uso dei materiali, che possono essere il preludio ad un maggior controllo motorio anche in altri ambiti della vita quotidiana. In questi casi l’arte terapia si rivela una attività gradita perché svolta in un contesto ludico e divertente, ed il superamento dei propri limiti avviene in modo quasi spontaneo, perché i movimenti necessari sono una conseguenza e non il fine dell’attività. In caso di ritardo mentale, in cui è possibile una compromissione della creatività, mentre restano intatte le capacità realizzative, il lavoro si focalizza sulla capacità di creare un’immagine, di visualizzarla nella mente, e quindi di realizzarla. Il ritardo mentale comporta difficoltà nell’attenzione protratta, limiti nella capacità di elaborare programmi ideativi complessi, forme di rigidità e perseverazioni. Tali limiti possono in parte essere superati grazie alla plasticità del sistema nervoso centrale, che è in grado di riorganizzarsi per sviluppare specifiche funzionalità se l’ambiente produce stimoli adeguati. L’attività di arte terapia cercherà di favorire il contatto percettivo con l’ambiente, e sviluppare l’osservazione di oggetti, stimolando la sperimentazione di diversi materiali. Quando la persona avrà esercitato la capacità di rappresentare graficamente l’immagine mentale, si potrà stimolare la motivazione creativa. Questo esercizio coinvolge le funzioni attentive, percettive e cognitive, stimolando la persona a sviluppare un comportamento coordinato, frutto dell’integrazione di tutte le funzioni psichiche. 20 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 5. Il gruppo L’individuo, fin dalla nascita e per tutta la vita fa parte di una organizzazione interpersonale complessa: il gruppo famigliare, il gruppo sociale di appartenenza, il gruppo culturale, il gruppo scolastico, il gruppo amicale… Quindi l’individuo non può essere visto come un’entità isolata, ma come “nodo” di una complessa rete di interazioni che coinvolgono tutte le persone con cui viene in contatto. Come afferma Walton “Se la meta primaria è quella di socializzare una persona, di aumentare le sue capacità a formare relazioni adeguate con gli altri, la terapia di gruppo sarà il trattamento di elezione”. Il gruppo terapeutico si presenta come uno spazio sociale protetto, nel quale il soggetto può sperimentare e vivere l’incontro con l’altro in modo meno conflittuale ed ansiogeno, imparando ad intraprendere delle relazioni più armoniche e soddisfacenti, in cui scompaiono le sensazioni di alterità ed estraneità e si sperimenta il senso di appartenenza, la condivisione, la reciprocità. La protezione del gruppo è garantita dalla presenza del conduttore, che permette la sopravvivenza sia dell’individuo che del gruppo stesso, guida ed incrementa le relazioni tra i partecipanti, e rende i contenuti accessibili a tutti. Il gruppo come spazio sociale cerca di riprodurre la realtà esterna con tutte le sue problematiche, apportandovi dei cambiamenti. Nella situazione gruppale la persona ha la possibilità di manifestare, riconoscere, decodificare e quindi modificare i propri modelli comportamentali grazie soprattutto al feedback, positivo o negativo, che il gruppo gli rinvia in conseguenza del suo comportamento. 21 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 All’interno del gruppo avvengono dinamiche e mutamenti che non sono determinati solo dalla sommatoria delle caratteristiche dei singoli membri, ma che sono anche il risultato di aspetti che sono intrinseci al gruppo stesso e che sono determinati da come i diversi membri si integrano e si mescolano tra di loro, costituendo quella che viene definita “cultura o atmosfera di gruppo”. Lewin la definisce “pressione di gruppo, Bion “mentalità di gruppo” e Foulkes “matrice di gruppo”. La situazione di ogni gruppo è specifica e non è riproducibile in altri contesti, nonostante le somiglianze. Poiché il desiderio di appartenenza al gruppo è una delle forze che hanno maggiore influenza sull’individuo, egli sarà spinto a modificare il proprio comportamento quando questo sarà in contrasto con la “cultura di gruppo”, ed acquisirà dei modelli relazionali e comunicativi più corretti che lo faranno accettare dal gruppo rinforzando il suo senso di appartenenza e quindi la sua autostima. Attraverso la partecipazione ad un gruppo terapeutico si fornisce la possibilità di vivere un’esperienza collettiva che bilancia i vissuti precedenti di rifiuto ed emarginazione in cui il paziente non compreso e rifiutato, rafforzava l’interiorizzazione di una immagine negativa di sé. Infatti uno degli elementi che caratterizzano il gruppo è il concetto winnicottiano di “holding”; essere accolto, accettato, sostenuto ed incoraggiato non solo dal conduttore, ma anche dal gruppo stesso. I gruppi terapeutici generalmente sono aperti, autocentrati ed eterogenei. Questo significa che i pazienti che abbandonano vengono sostituiti, che l’attenzione è focalizzata sull’hic et nunc e le persone possono manifestare liberamente tutto ciò che gli viene in mente, e che i componenti presentano caratteristiche differenti tra loro. 22 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 L’eterogeneità facilita l’apprendimento di nuovi modelli e lo sviluppo di interazioni personali, spingendo la persona a modificarsi per raggiungere uno stato di minore dissonanza dal gruppo. La diversità è dinamica, noi apprendiamo per differenze, infatti la differenza veicola informazioni, favorendo, nel movimento, l’incontro con l’altro e quindi con parti diverse di sé, mentre l’uguaglianza produce rispecchiamento che porta ad un atteggiamento contemplativo e non di cambiamento. Secondo Yalom i fattori terapeutici tipici della struttura gruppale sono: - informazione: la condivisione di problematiche riduce l’ansia derivante dal caos interno; - infusione di speranza: deriva dall’interessamento e dal confronto con il resto del gruppo; - universalità: di problemi; - altruismo: l’aiuto reciproco ed il senso di utilità producono un incremento dell’autostima nel singolo; - riepilogo correttivo del gruppo primario familiare: consente di modificare i comportamenti disfunzionali; - sviluppo di tecniche di socializzazione; - comportamento imitativo: facilita i processi maturativi; - apprendimento interpersonale; - coesione di gruppo; - catarsi: intesa come forte espressione di affetti. 23 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 5.1 Il gruppo in arte terapia Nell’ambito di una seduta di arte terapia, il lavorare in gruppo, impegnandosi in una attività espressiva comune, ha una significativa funzione socializzante, in quanto consente di modulare e graduare il rapporto con gli altri, ponendosi in relazione ad essi attraverso l’apprendimento ed il rispetto delle regole del setting. Il soggetto infatti può lavorare mantenendo la distanza e successivamente, attraverso il disegno (esposizione della propria opera, osservazione del lavoro degli altri, confronto dei risultati), ridurre tale distanza avvicinandosi a relazioni comunicative con gli altri. Paola Luzzatto descrive tre tipi di gruppo in arte terapia, anche se spesso nella pratica clinica molti gruppi si situano in posizioni intermedie: - lo studio aperto; - il gruppo ad interazione simbolica; - il gruppo interattivo-analitico. Lo studio aperto è un tipo di gruppo che privilegia la comunicazione intrapsichica, facilitando il dialogo dell’utente con sé stesso. Ognuno lavora da solo ma con la sicurezza di essere parte di un gruppo. I partecipanti possono liberare le loro capacità immaginative e creative, esprimendo pensieri ed emozioni del loro mondo interiore, sentirsi visti ed essere accettati, in un ambiente protetto che facilita il processo creativo. Lo studio aperto ha una connotazione quasi materna, un ambiente che accoglie, accetta, permette delle trasformazioni, influisce beneficamente sullo stato mentale del paziente e sull’alleanza terapeutica. In questo tipo di gruppo i partecipanti possono entrare ed uscire liberamente dalla stanza, ognuno lavora in solitudine e dopo gli elaborati 24 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 vengono appesi alla parete e guardati insieme al terapeuta, questo è il momento del sentirsi visti e rispettati. Nel gruppo a interazione simbolica viene privilegiata la comunicazione interattiva a livello simbolico, i partecipanti interagiscono tra di loro in modo indiretto, cioè attraverso la condivisione e l’elaborazione delle reciproche immagini. Questo tipo di gruppo comprende sia un dialogo personale con l’immagine che una dimensione interattiva nel gruppo, cioè l’elaborazione personale è seguita dalla condivisione in gruppo di ciò che è stato fatto. Le immagini sono più intenzionalmente auto espressive che nello studio aperto, ed il tempo dedicato alla loro realizzazione è minore. L’obiettivo principale è di facilitare la produzione di immagini significative su cui i partecipanti si possano confrontare. Ai partecipanti viene richiesta una frequenza regolare. Nel gruppo interattivo – analitico si privilegia la comunicazione interpersonale dando un ruolo prioritario alla dinamica di gruppo che viene considerata un fattore terapeutico primario, arricchito dai fattori terapeutici specifici dell’arte terapia. L’obiettivo è di offrire un ambiente recettivo, in cui i presenti possano proiettare all’interno del gruppo, sia attraverso le parole che attraverso le immagini, emozioni e comportamenti, che possono essere osservati, riconosciuti, discussi e rielaborati. L’elemento verbale e quello non verbale possono essere strutturati in due tempi diversi, oppure possono essere gestiti contemporaneamente. 25 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 6. Osservazione in arte terapia Quando si parla di osservazione e valutazione bisogna tenere presene che il ruolo dell’osservatore esterno è impossibile, in quanto il conduttoreosservatore dell’attività si trova inserito in essa, ed è parte attiva della relazione terapeutica che si instaura. Il dialogo con il terapeuta è sempre presente, anche se a livello inconscio, e permette al conduttore di accogliere e restituire l’immagine a chi l’ha creata, in modo che possa da lui essere rielaborata ed assimilata. Le valutazioni fatte dal conduttore-osservatore, dipendono dai suoi vissuti passati, dai suoi pregiudizi, nessuno è esente da queste dinamiche, ed ognuno vede quello che è già dentro di sé. E’ importante che il terapeuta sia consapevole dei suoi pregiudizi, e conosca bene i suoi punti di forza e di debolezza, per questo motivo è importante che abbia sperimentato in prima persona l’emozione di trovarsi con un foglio bianco davanti. Dato che i pregiudizi non sono eliminabili, il conduttore deve astenersi dal fare interpretazioni, ma deve limitarsi a chiedere alla persona cosa rappresenta quella immagine, non dovrebbe neanche esprimere giudizi estetici sull’opera, ma limitarsi a fare domande per farsi raccontare la storia e le motivazioni da chi l’ha creata, osservando solo quello che c’è o manca nel disegno. E’importante anche indagare i sentimenti e le emozioni vissute durante la creazione, ricordandosi che sono validi solo in quel momento ed in quel contesto. 26 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Durante l’attività abbiamo deciso di osservare sia le dinamiche di gruppo riguardanti l’interazione tra i partecipanti e con le conduttrici, sia le dinamiche di lavoro personali. L’osservazione è stata effettuata nei seguenti ambiti: Rapporto con l’ambiente - rifiuto; - accettazione; - esplorazione, curiosità. Comportamento - adeguatezza; - isolamento; - apertura e ricerca di contatto; - auto od etero aggressività; - invadenza dello spazio altrui. Mobilità - movimento nello spazio; - postura; - stereotipie; - tono muscolare. Comunicazione - assente; - affettiva (segnali, contatto fisico…); - interazione con oggetti e strumenti. Rapporto con i conduttori 27 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 - rifiuto; - ricerca; - accettazione. Modalità di lavoro - sicurezza; - indecisione; - ricerca di aiuto; - velocità di lavoro; - concentrazione. Rapporto con i materiali - preferenza per uno o più oggetti o materiali presenti; - uso ricorrente di una o più modalità espressive; - colori preferiti; - qualità tattili ed olfattive dei materiali scelti; - modo di usare i materiali, se convenzionale o innovativo; - rispetto per i materiali. Rapporto con il foglio - tipo di foglio scelto e preferito (dimensioni, colore, consistenza…); - rapporto con lo spazio del foglio. Verbalizzazione - spontanea; - difficoltà nella verbalizzazione; - interesse o disinteresse; 28 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 - presenza o meno durante lo svolgimento del compito. 7. Progetto Il mio progetto di tirocinio di quest’anno si è svolto presso l’istituto superiore P. Gobetti di Scandiano. L’istituto raggruppa in un unico plesso scolastico, il liceo, l’I.T.I, l’I.T.C, l’I.P.S.I.A. La richiesta di attivare un laboratorio di arte terapia nasce dalle insegnanti di sostegno che lavorano al suo interno, per variare l’offerta formativa ed aumentare l’integrazione scolastica dei quindici alunni disabili che lo frequentano. Il laboratorio di arte terapia si è svolto dalla fine di gennaio alla fine di maggio, per un totale di diciassette incontri, dalle 8,30 alle 10,30 del mattino. I primi dieci incontri sono stati condotti insieme da me e da Daniela, mentre gli ultimi sette solo da me. All’attività hanno preso parte dieci alunni, caratterizzati da età, diagnosi e caratteristiche differenti. 7.1 Introduzione al progetto Svincolata dalla produzione del “bell’oggetto”, l’arte terapia rende possibile comunicare e scambiarsi impressioni, ricordi, stati d’animo, immagini. In questo modo viene data la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo, elaborando e dando forma al proprio vissuto per trasmetterlo agli altri e trasformarlo creativamente attraverso l’espressione e la rielaborazione di sentimenti, pensieri, vissuti. 29 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 L’arte terapia porta, in chi la pratica, senso di rilassamento, soddisfazione per l’opera prodotta, aumento dell’autostima e della partecipazione sociale attraverso lo sviluppo di capacità artistiche, effetto catartico e calmante dell’espressione emotiva. Attraverso l’attività espressiva si può facilitare un lavoro di riabilitazione dell’immagine del sé, introducendo nei ragazzi il piacere di realizzare dei lavori e di comunicare con altre persone. All’interno del laboratorio si cerca di ricreare un clima accogliente in cui ognuno si senta a proprio agio e si senta libero di esplorare tutti i materiali che gli vengono proposti per poter entrare in contatto con le proprie emozioni. Si offre un contenitore che possa assorbire tristezza e dolore, in cui promuovere la riscoperta di emozioni nascoste e dimenticate, che possono essere espresse attraverso il gioco e la creazione artistica. Questo risulta molto utile con chi fatica ad esprimersi verbalmente. Il laboratorio offre uno spazio creativo come risorsa di gratificante vitalità in cui ognuno si può sentire capace di realizzare qualcosa di suo e di bello, per “dare gioia” ai suoi partecipanti. L’esperienza creativa, oltre a rafforzare il concetto di identità nell’individuo, sollecita anche funzioni cognitive. Il fare concretamente con la materia attiva facoltà percettive, di intuizione, di selezione e scelta, suscita il coinvolgimento ed indirizza verso uno scopo, spinge all’esplorazione e stimola la ricerca di soluzioni. L’obbiettivo primario non è la creazione di un qualcosa che sia bello ed abbia un valore estetico, ma si cerca di favorire la produzione di qualcosa che sia significativo per la persona, perché gli ha consentito di liberare le proprie emozioni, paure, preoccupazioni. Per questo motivo l’attenzione del terapeuta si concentra sul processo creativo, cioè viene data importanza al modo in cui la 30 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 persona si presenta, si muove, si relaziona con gli altri, con lo spazio e con i materiali. Lavorando con il processo creativo in un ambiente caratterizzato dalla massima libertà di azione e di espressione e da un clima giocoso, si possono ottenere risultati inaspettati che vanno oltre le capacità manifestate in precedenza. Gli obiettivi che abbiamo cercato di perseguire attraverso il nostro lavoro sono stati i seguenti: - creare un ambiente accettante e non giudicante in cui poter esprimere le proprie emozioni; - stabilire la fiducia per favorire la libera espressione dei ragazzi anche su tematiche per loro potenzialmente emotivamente intense; - sviluppare la fiducia in sé stessi e l’autostima; - incrementare la consapevolezza di Sé e l’espressione del proprio Essere; - favorire la socializzazione, la conoscenza, l’accettazione e l’aiuto reciproco all’interno del gruppo; - esercitarsi a verbalizzare in gruppo; - favorire il rispetto delle regole, dei tempi di lavoro e dei disegni altrui; - stimolare e potenziare le abilità manuali; - stimolare, potenziare ed esprimere la creatività e la fantasia; - esercitare l’attenzione e la concentrazione; - esercitare l’ascolto attivo; - favorire l’autonomia. 31 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.2 Luogo di svolgimento Il laboratorio si è svolto all’interno di una delle aule dedicate al sostegno presenti nella scuola. L’ambiente è molto grande, con un tavolo al centro attorno al quale siedono i ragazzi per lavorare. Oltre che dai partecipanti all’attività l’aula è utilizzata come luogo di appoggio o di passaggio, anche da altri insegnanti di sostegno, e non era possibile chiudere la porta per consentire agli insegnanti di monitorare la situazione esterna. Questa non è sicuramente la soluzione ideale per un laboratorio di arte terapia, in quanto l’ingresso di persone nuove nella stanza e la loro permanenza sono fonti di distrazione, portano i ragazzi ad indirizzare la loro attenzione verso il nuovo venuto piuttosto che verso il loro lavoro, e li inducono a relazionarsi con loro invece che con i compagni e le conduttrici. Abbiamo più volte dovuto chiedere agli insegnanti di fare silenzio, di non parlare tra di loro o con i ragazzi, spiegando ogni volta il motivo della nostra richiesta. Con il tempo siamo state ascoltate e non c’è più stato il via vai e la confusione che c’era durante i primi incontri. L’unica distrazione rimasta è stato l’arrivo alle 10 dell’educatore e dell’insegnante di sostegno di una delle partecipanti. Inoltre il non avere un luogo dedicato e chiuso per l’attività, rende più difficoltoso per i ragazzi, scindere l’attività di arte terapia dalle normali attività didattiche, si attiva più difficilmente il senso di gioco e di libertà che sono indispensabili per favorire la libera espressione emotiva e l’attivazione della 32 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 creatività. La mancanza di intimità non favorisce la creazione di un sentimento di fiducia che permette di esternare qualsiasi sentimento ed emozione. Queste istanze di fiducia, comunione e comunicazione si sono create lo stesso all’interno del gruppo, ma in tempi più lunghi rispetto a quelli che si sarebbero avuti in una situazione diversa. Siccome l’aula è utilizzata quotidianamente per le attività didattiche, i materiali venivano sistemati all’interno di una scatola alla fine dell’attività, in modo che non fossero usati in altri momenti, ed i lavori riposti all’interno delle cartelline su uno scaffale. Questo tipo di organizzazione rende indispensabile l’uso di una cartellina, per conservare e garantire la sicurezza di quello che veniva fatto, per evitare che il lavoro per la cui realizzazione venivano richieste energie fisiche e mentali fosse incidentalmente rovinato o andasse perso. I ragazzi venivano coinvolti sia nell’allestimento del piano di lavoro, che nel riordino. I materiali erano sistemati al centro del grande tavolo, mentre i fogli erano su un tavolo più piccolo lì accanto. I materiali a disposizione erano: - materiali da disegno: matite dure e morbide, matite colorate, pennarelli, penne, gomme, pastelli a cera; - materiali da pittura: acquerelli, tempere, colori a dita, acrilici, pennelli, spugne, bicchieri e piattini per il colore; - materiali da costruzione: cartone, plastica, materiali di recupero, carta velina, forbici, colla, scotch; - materiali plastici: creta, plastilina; - supporti per il lavoro: vari tipi di carta e cartoncino, di vari colori e grandezze. 33 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La restituzione veniva fatta intorno al tavolo da lavoro. 7.3 Modalità e tempi Sono state scelte le prime due ore della mattina perché i ragazzi che usufruiscono del trasporto pubblico per venire a scuola arrivano a quell’ora, e per avere la possibilità di concludere l’attività prima dell’intervallo, per evitare di interrompere il lavoro che si stava svolgendo. Per sopperire alle carenze spaziali, abbiamo cercato di strutturare gli incontri in modo abbastanza rigido, per creare una cornice temporale che fosse contenitiva e protettiva, per costruire insieme uno spazio nel quale fosse facile stare e sperimentare. Per farlo abbiamo stabilito una suddivisione dei tempi di lavoro, ed abbiamo chiesto che venisse rispettata sia dai ragazzi che dagli insegnanti, per evitare che gli insegnanti proponessero ai ragazzi di fare altre cose prima della fine dell’attività. Sapere che una esperienza ha dei limiti temporali precisi, consente ai partecipanti di abbandonarsi ad esperienze regressive, scambi di ruolo, gestualità e desideri finora tenuti nascosti. Definire il tempo facilita ad affrontare esperienze nuove limitandone e controllandone il fattore ansiogeno. Rispettare i tempi risulta un valido strumento per combattere la disorganizzazione interiore, e permette di imparare ad apprezzare a fondo le esperienze che generano vissuti di piacere. Conoscerne il limite stimola il vissuto del “qui ed ora” e la presenza a sé stessi e permette di prepararsi gradualmente alla fase di separazione. La scansione dei tempi da noi scelta è stata la seguente: 8,30\8,45 allestimento del piano di lavoro; 34 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 8,45\9,00 accoglienza e consegna del tema; 9,00\10,00 elaborazione; 10,00\10,15 riordino; 10,15\10,30 restituzione. Il primo quarto d’ora della mattina serviva a me e Daniela per capire chi era presente quel giorno e per preparare i materiali per il lavoro che intendevamo fare. E’ un po’ il quarto d’ora accademico in cui si dà a tutti il tempo di raggiungere l’aula dopo aver preso il te e tenendo conto degli eventuali ritardi nel trasporto. Lo spazio dedicato all’accoglienza è un momento di ascolto reciproco, che inizia quando tutti sono presenti, in cui si è seduti intorno al tavolo, ed ognuno può raccontare qualche avvenimento o condividere emozioni e preoccupazioni. E’ anche il momento in cui viene assegnato il tema della giornata. Il tema in un gruppo di arte terapia può emergere dalla discussione iniziale o può essere suggerito dal conduttore. Proporre un tema al gruppo significa offrire un punto di partenza a chi non ha famigliarità con questo genere di esperienze, o a chi si sente bloccato dall’ansia. Per favorire la creatività e lo sviluppo della fantasia, abbiamo chiesto ai ragazzi quali suggestioni procurasse loro il tema proposto, in modo da stimolare anche chi ha meno idee degli altri, per favorire la concentrazione ed il pensiero finalizzato. Nella maggior parte degli incontri si sono proposti temi di carattere generale, legati alla stagionalità ed alle tradizioni del territorio, i temi sono stati spunti per permettere ai ragazzi di raccontare qualcosa di sé, per trovare punti in comune con gli altri, inventare storie, collaborare. In altri momenti invece sono stati lasciati i ragazzi liberi di esplorare il materiale offerto, senza dare indicazioni, permettendo loro di toccare, strappare, 35 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 accartocciare, picchiare, modellare, in modo da far emergere delle forme dall’inconscio, senza razionalizzare quello che si stava facendo. Tutti i ragazzi venivano invitati ad indossare un camice per evitare di sporcarsi durante il lavoro, alcuni avevano un camice proprio, agli altri veniva fornito da noi. Prima di iniziare il lavoro ognuno era invitato a scegliere il supporto cartaceo preferito, e veniva stimolato a farlo in autonomia, per prendere con le proprie mani la carta preferita e favorendo l’uso delle forbici, per ritagliare un foglio delle dimensioni adatte alle esigenze di quel giorno. Anche i ragazzi in carrozzina venivano accompagnati al tavolo dei supporti per toccare la carta tra cui scegliere, e venivano aiutati a fissarla al tavolo con lo scotch, cercando, in questa operazione, di ampliare i loro gesti ed autonomie. Il tempo dedicato al lavoro è molto lungo, e vista la differenza nella capacità di concentrazione e nella velocità di esecuzione del lavoro, veniva concesso, a chi finiva prima, di allontanarsi con il suo educatore, per evitare che disturbasse il lavoro degli altri. Il permesso di uscire era concesso solo dopo aver riordinato i materiali usati, e con l’indicazione di rientrare in tempo per la restituzione. Durante il riordino ognuno doveva pulire e raccogliere il materiale usato, secondo le proprie capacità e con l’aiuto di conduttori ed educatori. La restituzione finale avveniva attorno al tavolo da lavoro, opportunamente pulito, ognuno era invitato a sollevare il proprio lavoro per mostrarlo agli altri, e dire quello che aveva voluto realizzare, per ricevere dal resto del gruppo un applauso di sostegno e condivisione. Non tutti erano in grado di spiegare il loro lavoro, ma si sono dimostrati felici di mostrarlo e soddisfatti di ricevere l’applauso. 36 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La difficoltà maggiore in questo momento è stata ottenere il silenzio, sia da parte dei ragazzi che da parte degli insegnanti che facevano da spettatori, che però era una condizione indispensabile perché tutti si concentrassero su quello che vedevano e per manifestare rispetto verso chi, faticosamente, si esponeva agli altri. 7.4 Problemi incontrati Le difficoltà maggiori, nello svolgimento di questo progetto, le abbiamo incontrate nella gestione dello spazio e degli insegnanti, più che nella relazione con i ragazzi. Per quanto riguarda i ragazzi, l’interazione con un numero di partecipanti così elevato rende difficile dedicare a tutti l’attenzione che sarebbe necessaria per il buon esito del progetto di arte terapia, e rende impossibile calibrare le sedute sulle esigenze di ogni singolo partecipante per osservare dei progressi significativi. La necessità di fornire stimoli fruibili da tutti fa si che le nostre proposte non fossero sempre accolte da tutti. Tutti i ragazzi hanno tratto grande beneficio da un punto di vista relazionale, mentre da un punto di vista più terapeutico ci sono stati livelli diversi di risultati. Per quanto riguarda lo spazio, le dimensioni, la necessità di tenere la porta aperta ed il via vai degli insegnanti, hanno reso più difficoltoso e più lungo il manifestarsi del clima di gruppo, della concentrazione e del processo creativo. Con gli insegnanti le difficoltà maggiori le abbiamo avute nel far capire che cosa fosse l’arte terapia e come si svolgesse l’attività, abbiamo dovuto chiedere più volte che non interferissero nei lavori dei ragazzi e non creassero, durante l’attività, una relazione privilegiata ed esclusiva con il loro alunno. 37 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Inoltre spesso erano proprio loro i principali responsabili della confusione che si creava nella stanza. Alcuni hanno capito ed accolto le nostre richieste e si sono limitati a fare gli osservatori silenziosi, altri hanno deciso di sperimentare in prima persona le possibilità offerte dai materiali, altri hanno preferito non partecipare più al laboratorio. Comunque, nonostante il nostro imbarazzo nell’imporre il silenzio o nel dire cosa fare o non fare agli insegnanti, dopo i primi incontri la situazione è notevolmente migliorata. 7.5 Relazione sui ragazzi Ho deciso di fare un resoconto dell’attività svolta illustrando per ognuno dei partecipanti quelli che sono stati i cambiamenti ed i risultati ottenuti, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista relazionale e del comportamento. lavoro di gruppo: il mare. 38 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.6 Roberto Partecipa solo ai primi 9 incontri, dopo sospende la frequenza perché rientra la sua insegnante di sostegno che decide di fargli trascorrere le ore dedicate all’arte terapia svolgendo attività in classe. Non viene lui a comunicare il cambiamento ma veniamo informate da un’altra insegnante. Frequenta la classe quarta, ha una diagnosi di sindrome polimalformativa di Pierre Robin con sordità e ritardo mentale. E’ un ragazzo timido ed educato, adeguato nel comportamento sia verso gli altri ragazzi che verso gli insegnanti con cui predilige relazionarsi. Rispettoso verso tutti e verso i materiali. Durante le attività ha sempre lavorato con impegno e concentrazione, privilegiando l’uso di pennarelli e colori a matita. Per usare le tempere ha indossato i guanti per evitare di macchiarsi. Ha sempre scelto in autonomia il foglio ed i materiali. Ha sempre rispettato il tema, anche quando non gli era gradito, magari facendo più produzioni, una seguendo il tema assegnato, una di suo gradimento. 39 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Dimostra di essere creativo e fantasioso. La cartellina. L'inverno. 40 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Carnevale. 7.7 Gianpaolo Gianpaolo è un ragazzo di 19 anni che frequenta la quarta. È in carrozzina, ha una paralisi cerebrale infantile tipo tetraplegica con deficit cognitivo medio. Presenta problemi di linguaggio, risponde alle domande con parole- frase, componendo brevi e semplici preposizioni. Ha difficoltà motorie. Frequenta la scuola solo tre giorni a settimana, il resto del tempo lo passa in un centro diurno, ha grosse difficoltà a rimanere in classe dovute al fatto che non riesce a seguire le lezioni. È stato sempre accompagnato da una educatrice. Ha preso parte a tutti gli incontri tranne l’ultimo perché era al mare con il centro diurno. Ha sempre partecipato con entusiasmo alle attività, contento di stare in mezzo al gruppo e di far vedere a tutti i suoi lavori, e di creare qualcosa di suo. Oltre ai disegni sui temi proposti ha fatto anche alcuni regali per la “sua amata”, oltre a diversi omaggi all’inter, la sua squadra del cuore, di cui canta l’inno insieme agli altri compagni. Gli piacciono i colori, preferisce, per le difficoltà manuali, i colori a dita ed i pastelli a cera, è riuscito anche ad usare le tempere e manipolare la creta. 41 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Ha bisogno di aiuto per fissare il foglio al tavolo, però riesce ad attaccare lo scotch, aiuta nel riordino riponendo nella scatola i pastelli a cera uno per uno, e disponendo gli strumenti in modo che per lui fossero comodi è riuscito ad usare le tempere. Il tempo dell’arte terapia per lui è stato importante in quanto è stata l’occasione per fare qualcosa di concreto in compagnia degli altri ragazzi, prima erano ore che trascorreva girando senza scopo per la scuola insieme alla sua educatrice, all’interno dell’atelier ha potuto sperimentare ed aumentare, attraverso una attività divertente, le sue capacità manuali e la soddisfazione di realizzare qualcosa di suo in autonomia, per sé stesso e da donare agli altri. Regalo per l'amata. 42 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Inter. 7.8 Doriano Frequenta la classe terza, presenta esiti di idrocefalo congenito derivato, ritardo mentale grave, doppia emiparesi, tratti autistici e pregressa epilessia, daltonismo. Ha partecipato a quasi tutti gli incontri, quelli che ha saltato è stato per problemi organizzativi legati all’insegnante di sostegno. 43 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Si è sempre dimostrato contento dell’attività ed impaziente di iniziare il lavoro. Preferisce i colori a tempera, lavora molto velocemente, realizzando ogni volta anche quattro o cinque disegni. Non sempre ha rispettato il tema, però con ogni disegno ha raccontato qualcosa di sé e del suo mondo, il nonno che vive al mare e che lo porta a mangiare il gelato, l’ambulanza che lo accompagna a scuola, la musica ed i film preferiti. Gli piace molto mostrare a tutti i suoi disegni e voleva essere il primo a cominciare e ricevere l’applauso dei compagni. Non è riuscito a lavorare in autonomia, forse per la presenza costante dell’insegnante. Ha bisogno di essere incoraggiato a continuare il disegno e aiutato e stimolato ad usare tutto lo spazio del foglio, dopo tre pennellate per lui il disegno era finito. 44 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.9 Renato Renato è un ragazzo autistico, frequenta la classe terza. È sempre stato presente a tutti gli incontri nonostante non sia molto interessato all’attività. Fatica a rimanere seduto e concentrarsi sul compito, la maggior parte delle volte gira per l’aula riuscendo a stare insieme agli altri e concentrato sul lavoro solo per pochi minuti. È sempre accompagnato dall’educatore. Disegna con le tempere proponendo lo stesso tipo di immagine, a volte ha portato in forma ripetitiva e stereotipata gli eventi della settimana trascorsa. 45 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La merenda. 46 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.10 Alberto Alberto è un ragazzo che frequenta la classe prima, ha un ritardo mentale di grado medio con tratti autistici, stereotipie, deficit di attenzione e grave disturbo del linguaggio. Ha sempre frequentato l’atelier, predilige l’uso delle tempere. Ha ripetuto sempre lo stesso soggetto, usando e tenendo separati due colori. Ha dimostrato di saper usare le forbici e manipolare la carta e la creta. Durante l’anno ha aumentato il tempo di permanenza nell’aula dedicato al lavoro. Non parla, quindi durante le restituzioni si è limitato a mostrare i suoi lavori rispondendo a semplici domande con un si o un no. 47 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.11 Simone Simone è un ragazzo di 17 anni che frequenta la classe terza, presenta ritardo mentale. Ha preso parte a tutti gli incontri. È un ragazzo poco creativo, avrebbe bisogno di un lavoro specifico sia per aumentare la creatività, sia per realizzare le immagini. Ha spesso ripetuto i temi degli altri ragazzi, mostrandosi frettoloso e poco continuativo nella realizzazione. Si stanca in fretta e sparisce dall’aula, bisogna chiamarlo più volte per sollecitare il riordino e la pulizia dei materiali. Curioso e contento per la presenza di materiali diversi dai colori, che però usa in modo stereotipato e convenzionale. 48 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Si imbarazza quando è oggetto di attenzioni da parte di una compagna, seduttivo verso gli insegnanti, dispettoso nei confronti di alcuni compagni. 49 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.12 Valeria Valeria frequenta la classe terza e presenta un ritardo mentale di grado medio con sindrome genetica. Ha partecipato a tutti gli incontri, aumentando e variando l’uso dei materiali e dei temi. Molto lenta nel lavoro, le prime volte non riusciva a completare il disegno, poi ha aumentato la velocità di realizzazione riuscendo in alcuni casi a fare due immagini, o almeno a finirne una. Si distrae facilmente dedicando attenzione a quello che succede intorno ed a quello che fanno i suoi compagni. Collaborativa e disponibile con tutti, durante le restituzioni è migliorata la capacità di parlare in gruppo. Cartellina. 50 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Carnevale. Film preferito: la sirenetta. 51 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.13 Daniele Daniele frequenta la seconda classe e presenta autismo infantile con disturbo del comportamento secondario. È stato quasi sempre presente al laboratorio, per circa metà degli incontri ha disegnato solo con i pennarelli, riproponendo lo stesso tema con i pianeti e le faccine e scrivendo elenchi di amici ed insegnanti. In corrispondenza della Pasqua ha aderito per la prima volta al tema delle uova al cioccolato usando le tempere. Conosce i colori e come mescolarli, gli piace farlo sia con le tempere che con il pongo. Durante le restituzioni non parla molto dell’immagine, fatica a rispondere alle domande e ripete più volte la stessa frase. È comunque contento di mostrarli, accetta di attaccarli insieme agli altri, e riesce a lavorare in coppia con un compagno. 52 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 53 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 54 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.14 Silvia Silvia è una ragazza di 19 anni che frequenta la quarta, presenta paralisi cerebrale infantile e tetraparesi. Ha partecipato a quasi tutti gli incontri, saltandone uno per assenza da scuola ed uno per dimenticanza. Silvia è una ragazza creativa e dotata di fantasia, nel percorso fatto è aumentata la sua voglia di fare, esprimersi, esplorare e condividere. Nonostante le difficoltà motorie ha sperimentato con divertimento e soddisfazione tutti i materiali proposti, provando grande soddisfazione nel realizzare qualcosa da sola. Spesso chiedeva se quello che stava facendo era corretto, e si è cercato di farle capire che tutto quello che faceva era giusto, che l’immagine doveva soddisfarla, e che il nostro parere non era importante. Nel corso del tempo ha ampliato i suoi movimenti, diventando sempre più autonoma nel procurarsi il materiale che le serviva. Durante l’attività ha cominciato a parlare con tutti, ed in più occasioni ha dichiarato di voler sposare uno dei ragazzi che frequentano il laboratorio. Ha condiviso con il gruppo i momenti di tristezza e di gioia, e spesso ha dato lo spunto per cori che coinvolgevano tutti. Ha sperimentato tutti i materiali, privilegiando quelli che non sporcano. Spesso alla fine si sentiva affaticata, forse per lo sforzo e l’impegno messo durante il lavoro. 55 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 La mia famiglia. Un regalo per la mamma. 56 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Prato fiorito. Fiori di plastilina. 57 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 7.15 Sara Sara frequenta la prima classe e presenta diagnosi di ritardo mentale medio, disturbi del linguaggio, del comportamento con aspetti oppositivi. Sara fatica ad accettare le regole e non accetta i divieti, le piace fare dispetti ai compagni e lascia segni sui fogli degli altri. Usa moltissimo colore, li mescola tutti insieme creando un marrone che è stato definito “color Sara”, con cui riempie i fogli creando uno strato spesso. Spesso sconfina sul tavolo e nel foglio degli altri, come se il suo, per quanto grande, non fosse in grado di contenerla. Usa moltissimo materiale, carta, scotch, stelle filanti, se non viene fermata riesce a consumare tutto quello che le si presenta, creando lavori molto ricchi. Con il tempo questi comportamenti sono diminuiti, Sara ha imparato a mettere nel piatto la giusta quantità di colore, ed è riuscita a mantenere i colori divisi. È riuscita a lavorare in coppia con compagni ed insegnanti, rispettando il lavoro altrui, ha smesso di invadere il foglio degli altri, i dispetti sono quasi scomparsi. Oltre alle tempere è riuscita ad usare i pennarelli, ed ha sperimentato la creta. Purtroppo i tentativi di usare i pennarelli ed usare i colori separati sono quasi sempre finiti coperti da uno strato monocolore. Durante le restituzioni non parla, anche per le difficoltà linguistiche, e non risponde alle domande se non qualche volta ed a monosillabi, cerca il contatto con le conduttrici da cui accetta limiti e divieti. Mostra le sue opere, e, siccome è molto timida vuole sempre essere l’ultima, contenta di ricevere l’applauso e l’approvazione dei compagni. 58 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 Cartellina. Carnevale. 59 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Elisa Bioli - SST in Arti Terapie (secondo anno) A.A. 2008/2009 8. Bibliografia Ba G. (2003), “Strumenti e tecniche di riabilitazione psichiatrica e psicosociale”, FrancoAngeli. Caterina R. (2005), “Che cosa sono le arti-terapie”, Carocci Editore. Coppelli C. (2001), “Usa l’arte per non essere in disparte”, Atti del primo convegno nazionale su arte terapia e scuola. Coppelli C. (2003), “La differenza contro l’indifferenza”, Atti del terzo convegno nazionale sulle arti terapie nella scuola e nei servizi per l’anno europeo del disabile. Denner A., Malavasi L., “Arteterapia: metodologia e ricerca”, Edizioni Del Cerro. Grignoli L. (2008), “Percorsi trasformativi in arte terapia”, FrancoAngeli. Invernizzi G. (1996), “Manuale di psichiatria e psicologia clinica”, McGrawHill. Luzzatto Caboara P. 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