Fatto in casa - Bel Paese Web

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Fatto in casa - Bel Paese Web
1 Primo piano
13 febbraio 2010
30 giugno 2012
IL RICORDO DI MANUELE BRAJ
NELLE PAROLE DI DON ORONZO,
PARROCO DI COLLEPASSO
Maddalena Mongiò
pag. 8
1
Primo piano
ANTONELLA PIANO: “IL CALENDARIO
SEXY? SOLO MARKETING.
ORA VOGLIO DIVENTARE NONNA”
Angela Leucci
pag. 9
Settimanale
d’informazione del Salento
Anno XI n. 466
30.06.2012
TRICASE
La città celebra il 50° anniversario
della scomparsa del cardinale Panico
Giuseppe Bellimbeni
pag. 15
NARDÒ
Incuria e degrado a Sant’Isidoro: arriva
la denuncia di un gruppo di residenti
Stefano Manca
pag. 19
SPETTACOLO
Fatto in casa
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äÛÉëéÉêáÉåò~= ÇÉä= é~êíçI= ëéÉÅáÉ= Ççéç= ä~= êÉÅÉåíÉ= ÅÜáìëìê~= Çá= åìãÉêçëá= éìåíá= å~ëÅáí~= åÉä= åçëíêç= íÉêêáíçêáçK= rå alla tradizione con Bona crianza”
pag. 24
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OPINIONI
30 giugno 2012
Editoriale
få=êáÅçêÇç=Çá=kÉêçåÉ=
a cura di fra Roberto Francavilla
Genitori
e figli
di Giovanni Nuzzo
La famiglia non vive certamente una fase storica felice, a causa dei fatti di violenza che leggiamo
tutti i giorni sui giornali. Come si sta verificando
una profonda trasformazione sociale, culturale
e tecnologica in tutti i campi, così anche a livello familiare il nucleo è alle prese dell’insicurezza del posto di lavoro, del carovita e della crisi abitativa.
Necessita così di una politica che riparta dalla
stessa famiglia, mettendo al centro l’importanza dell’educazione e della conversazione per lo
sviluppo dei propri figli. Occorre una sinergia per
costruire congiuntamente un percorso di formazione reciproca.
Oggi la famiglia vive separata dal contesto sociale
a causa di un isolamento istituzionale ed educativo che oscura ogni rapporto genitore-figlio.
Nella conversazione familiare genitori e figli, ai
fini della crescita, devono elaborare un progetto
di vita dove la solidarietà, la lealtà, la giustizia e
le relazioni conducono a sostenere la creazione
di affetti. Molti genitori rimangono male nello scoprire che i propri figli, giunti alla soglia dei
13/14 anni, si trasformano rapidamente, assumendo personalità complesse e difficili.
Spesso si verifica l’incomprensione tra due modi
diversi di vivere con interessi divergenti, con differenti impegni, problemi, esigenze, priorità da
cui scaturisce un mondo completamente diverso da quello che c'era quando erano giovani gli
adulti di oggi.
I ragazzi e i giovani d’oggi si interessano di musica e computer, denotano valori molto lontani da
quelli dei loro genitori che ascoltano poco, mentre danno molta importanza a quello che viene
propinato dai mass media ed emulano i loro coetanei, sfociando talvolta in situazioni di disagio
e devianza.
La lucerna
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La lettera
Dopo numerose sollecitazioni
alla attuale Amministrazione di
Ugento ed in particolare all’assessore Ponzetta, riguardante la situazione di alcuni lavoratori precari per la raccolta
della spazzatura nel comune di
Ugento, oltre ai vari interventi
mediatici ai vari organi istituzioni locali, ad un consiglio Comunale svolto nel 2011, dove
tutta l’Amministrazione ed in
primis Sindaco e Giunta si impegnavano a far rispettare le relative graduatorie di anzianità
di servizio e diritto di precedenza, per passare poi ad alcune
denunce c/o la Procura della Repubblica e portate anche a co-
noscenza dell’attuale prefetto di
Lecce, ad oggi nulla è servito.
Anzi, siamo al punto di partenza…
Siamo ritornati come due anni
fa, con lavoratori che si incatenano ai cancelli della Casa comunale, solo per chiedere l’affermazione dei propri diritti che
vedono sfumare giorno dopo
giorno in conseguenza delle
azioni di questi amministratori.
Per tali ragioni, il consigliere comunale e provinciale Gianfranco Coppola chiede con urgenza che vengano rispettati tutti i criteri nell’ossequiosa osservanza delle graduatorie dei
lavoratori, inoltre lo stesso invito deve essere rivolto alle organizzazioni sindacali presenti
nell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel comune
di Ugento, di prendere sul serio
quanto accaduto oggi a seguito dell’incatenamento di alcuni lavoratori sotto il Municipio
e di cercare di arrivare ad una
soluzione definitiva per la stabilizzazione dei lavoratori precari, valutando seriamente le rispettive anzianità ed i ruoli e gli
incarichi ricoperti negli anni.
[…]
Gianfranco Coppola
Consigliere Comunale
e Provinciale dell’Idv
“Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa, e le
porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del Regno dei Cieli. Tutto ciò che
legherai sulla Terra sarà legato nei Cieli, e tutto ciò
che scioglierai sulla Terra sarà sciolto nei Cieli”.
Cari amici di Belpaese, ancora una solennità per
fine giugno: la festa dei Ss apostoli Pietro e Paolo,
due vite diverse ma unite nel martirio e nella celebrazione (29 giugno). La simbologia di questi
due santi li rappresenta uno con le chiavi, l’altro
con la spada, un’evidente allusione al potere che
Cristo ha conferito ad entrambi: Pietro ha le chiavi
del Regno dei Cieli, che indica la potestà di perdonare i peccati; Paolo ha la spada, che non indica un guerriero ma l’apostolo della Parola di Dio
che è “una spada a doppio taglio che penetra sino
alle midolla”.
Non sono nati apostoli, perché Pietro era pescatore del lago di Galilea, ma una volta “pescato da
Gesù” egli diventò pescatore di uomini. Paolo, da
persecutore dei cristiani, dopo che incontrò il Maestro sulla via di Damasco, divenne a sua volta perseguitato per il nome di Gesù. Tutti e due subirono
il martirio nella prima grande persecuzione contro i cristiani sotto l’imperatore Nerone (64 d.C.):
Pietro sul Colle Vaticano (ove sorge la omonima
basilica) fu crocifisso con la testa all’ingiù; Paolo,
fuori le mura dell’antica città di Roma, fu decapitato con il singolare fenomeno delle tre fontane,
cioè i tre fiotti di sangue che fuoriuscirono dal suo
capo staccato dal tronco.
Celebrarli, in questo tempo di molteplici dicerie
sulla Chiesa, significa anzitutto essere preparati
alla persecuzione, dalla quale la Chiesa non è
stata risparmiata in nessun tempo! Anzi, gli anni
migliori della storia cristiana sono quelli che registrano grandi persecuzioni. Significa inoltre tener
conto che il Signore si serve della povera umanità
degli apostoli per compiere opere grandiose di
fronte alle quali non c’è potenza terrena (o infernale!) che possa incutere timore e spavento. Preghiamo infine per il Papa e i Vescovi successori
degli apostoli, perché non vengano meno nella
speranza e nel coraggio.
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30 giugno 2012
in copertina
Fatto in casa
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Una stella e una croce. Una sull’altra. I nostri registri parrocchiali
erano pieni di questi simboli, fino
a qualche decennio fa. E chi sa leggerli sa cosa significano. La vita e
la morte, nello stesso momento. E
spesso, a margine, un’annotazione: “L’ostetrica non ha potuto fare
nulla”. I parti a domicilio, per le
nostre donne, troppo spesso hanno coinciso con questo, un’annotazione su un lungo elenco di
vite mancate.
Ora che si ritorna a parlare della
possibilità di far nascere i propri
figli in casa, l’approccio si porta
dietro la tara di esperienze neanche tanto lontane, drammatiche.
E le paure tornano a galla come
secchi da un pozzo. Eppure, non
sarebbe lo stesso. Impossibile non
fare tesoro delle acquisizioni mediche, scientifiche e tecnologiche
apprese in quarant’anni di ospedalizzazione forzata, anche quando il bisogno non c’era.
Non sono discorsi fuori contesto.
Se proprio ora vengono affrontati, un perché c’è. Il taglio dei
punti nascita in tutte le cliniche
private della provincia di Lecce e
negli ospedali -per il momento, di
Casarano e Gallipoli- porta a
chiedersi quale sia la vera alternativa per il benessere della gestante e del suo bimbo. Ora più
che mai il ritorno ai parti in casa,
di gran lunga perfezionati rispetto a una volta, potrebbe essere la
strada maestra. E con il piano che
riprogetta l’intero percorso nascita, la Asl sta gettando le fondamenta perché questo avvenga.
Attorno alla madre e al nascituro,
infatti, nessuna improvvisazione
può essere tollerata.
Qualcuno, qualche pioniere, anche
nel Salento, lo sa. Il gruppo che da
tempo lavora a Scorrano ripercorre le orme delle avanguardie
nord italiane ed europee. C’è un
dato passato a lungo sotto silenzio e che riguarda proprio la regione Puglia. Nel 2004, un’indagine conoscitiva svelò che il 22,6%
delle donne pugliesi avrebbe partorito in casa se il ginecologo
glielo avesse proposto. Da chi è
stato finora colto questo bisogno?
Da nessuno.
Forse è il momento di iniziare ad
aguzzare la vista, anche perché di
ogni medaglia c’è il suo rovescio,
su cui i dati sono impietosi. La percentuale di parti cesarei, in alcu-
Una realtà già collaudata
Dalla provincia di Trento ai picchi dell’Olanda. Quello che oggi qui è un sogno
nel cassetto, in altri luoghi è uno standard. Da molto tempo
In provincia di Trento ci si è preoccupati anche di stilare un cronoprogramma del parto in casa.
Ad ognuno il suo ruolo, ognuno al
proprio posto, già da molto tempo prima. “Dopo la chiamata da
parte della donna, in genere verso
l’ottava/decima settimana (ma anche dopo questo termine), l’ostetrica effettua un colloquio informativo gratuito, includendo possibilmente anche il partner. Dalla
presa in carico fino alla 37esima
settimana, l’ostetrica assicura di
norma almeno una visita al mese.
Dopo, inizia la reperibilità da parte dell’ostetrica, che si ferma a casa
della donna quando il travaglio è
cominciato. Non viene preso alcun
contatto preliminare con nessun
punto nascita ospedaliero nelle
vicinanze, se non in casi particolari. Il taglio del cordone ombelicale viene effettuato dopo l’uscita
della placenta, possibilmente dal
padre. Dopo il parto, l’ostetrica rimane per qualche ora a casa della donna, per assicurarsi che non
ci siano complicazioni”.
Tutto nero su bianco nello studio
dell’Azienda Sanitaria Locale. È
proprio la provincia di Trento, infatti, la più all’avanguardia su
questo versante, con 135 parti
domestici nel giro di un quinquennio e un percorso organizzativo avviato già nel 1988. I dati a
livello nazionale più recenti risalgono al 2004 ed evidenziano che
la proporzione di nascite a domicilio è stata dello 0,17% di tutti i
parti, con valori compresi tra lo
0,04% della Sicilia e 0,85% dell’Emilia-Romagna. Percentuali inferiori rispetto a quelle del resto
d’Europa, con l’1% della Finlandia, il 2% del Regno Unito fino al
30% dell’Olanda.
È in questa culla territoriale che è
nata la controtendenza rispetto all’eccessiva ospedalizzazione degli
anni ’70 e alla concezione del
parto come momento chirurgico,
conseguenti alla considerazione,
inesatta, che i migliori criteri assistenziali, validi per le condizioni patologiche ad alto rischio, dovessero essere utilizzati in tutte le
gravidanze. Ed è proprio in nord
Europa che, dai primi anni ’80, un
ni ospedali e cliniche della zona,
ha superato il 55-60%, stranamente proprio laddove il numero
dei parti è risultato inferiore. Forzature mediche che non trovano
sponda in nessuna spiegazione
clinica. E forse, alla fine, chi lo sa,
non tutti i tagli vengono per nuocere.
Tiziana Colluto
movimento di ostetriche e donne
ha dato corpo alla consapevolezza di passare ad una gestione più
autonoma, più responsabilizzata
ed umanizzata della gravidanza.
Certo, rimangono le sacche di resistenza, legate alla percezione di
rischi maggiori fuori dalla struttura
ospedaliera, all’assenza di un rapporto delineato con questa, ai costi, che si aggirano intorno ai 750
euro, almeno a Trento, dove il servizio è assicurato, però, alla presenza di una sola ostetrica. In alcuni casi si sfiorano anche i duemila euro. E al momento, in Italia
solo le regioni Piemonte, EmiliaRomagna e Marche hanno deliberato sostegni specifici al parto in
casa, con parziale rimborso dei costi per l’assistenza e a fronte di condizioni sociali e cliniche ben selezionate.
(T.C.)
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in copertina
VALDO MELLONE - DIRETTORE GENERALE DELLA ASL DI LECCE
“Dovrebbe essere la regola”
La Asl di Lecce getta le basi per il ritorno alle nascite a domicilio. Mellone: “Abbiamo l’organizzazione e possiamo
farlo. Ma i parti a domicilio possono essere solo quelli per cui non c’è una prevedibilità di gravidanza a rischio”
“Questa dovrebbe essere la norma e noi
stiamo gettando le
basi perché la donna
possa scegliere, spontaneamente, se volerlo fare oppure no, senza forzature”. Al direttore generale della
Asl, Valdo Mellone
(nella foto), brillano
gli occhi quando parla del parto naturale in
casa. È reduce da un’esperienza duplice nel distretto da cui proviene,
nel Veneto, e l’idea di avviare un
percorso simile anche nel leccese lo
pizzica da tempo. Tra le mani ha la
bozza della “Riprogettazione del
percorso nascita”, messo a punto
prima del taglio dei nidi in alcuni
ospedali. Una riorganizzazione di
servizi pronta a partire proprio da
dove rimarrà il vuoto del reparto
ospedaliero. “Il taglio dei punti nascita libera delle risorse che io vincolo per questo progetto, per farne un autentico contratto con le comunità locali. Alcuni servizi ci
sono già ma bisogna metterli insieme, in un’unica filiera, che getta le basi per arrivare al parto domiciliare”.
Dunque, siete pronti?
In questo progetto non abbiamo
ancora annunciato l’idea del parto
in casa. Vogliamo prima capire, attraverso
lo strumento dei Consultori, se c’è una domanda latente o sostenuta dal personale
medico.
Faremo
un’esplorazione e lanceremo l’ipotesi, anche per risvegliare i
pensieri delle donne,
che troppo spesso, pur
non volendolo, sono
costrette ad adeguarsi a ciò che passa il convento.
Dal punto di vista organizzativo, è
fattibile oppure è utopia?
Questa idea sta già dentro ad alcune
cose che stiamo mettendo in piedi
nell’accompagnamento al percorso
nascita, che sposa un’idea di maternità differente. Laddove la sperimentazione c’è stata -e parlo per
esperienza personale- si sono potuti
testare anche livelli di sicurezza alti.
Certo, i parti a domicilio possono
essere solo quelli per cui non c’è una
prevedibilità di gravidanza a rischio,
fermo restando che dove insorge
una complicanza va affronta con
una rete ospedaliera e di trasporti
già collaudata, che permetta il soccorso d’urgenza.
Noi ce l’abbiamo?
Sono servizi che abbiamo già in
stand by e che l’organizzazione
“Solo in casa si trova la giusta
intimità per il parto”
È l’opinione di Vinicia Cota, ostetrica e membro dell’associazione “Progetto Genitori”
di Scorrano, sull’opportunità di concludere la gravidanza nel proprio ambiente domestico
La nuova prospettiva del parto domiciliare rilancia per importanza la
figura dell’ostetrica, la cui immagine ritornerebbe centrale nel caso
questo sistema prendesse piede e la
donna decidesse di concludere la
propria gravidanza tra le mura domestiche. Vinicia Cota esercita questa professione da 27 anni e sua figlia l’ha resa nonna partorendo
anch’essa a casa.
Vinicia si augura che le donne possano di nuovo ritrovare nelle proprie
case il luogo ideale dove concludere la loro gravidanza: “L’ambiente
familiare e domestico è il posto migliore dove trovare la giusta intimità per affrontare il travaglio. Questa realtà difficilmente può oggi
verificarsi all’interno degli ospedali, soprattutto in quelli di maggiori
dimensioni, in virtù del fatto che il
piano sanitario ha previsto la chiusura dei punti nascita con meno di
500 parti l’anno, accorpando così
più presidi per aumentare il numero di nascite. Ciò riduce sensibilmente le possibilità per una donna
gestante di vivere nella giusta intimità il travaglio. Si tratta di un aspetto vitale nella gestione di una gravidanza, perché solo in una situazione intima e sicura la donna può
produrre quegli ormoni, come l’ossitocina o l’endorfina, che servono
per procedere dal travaglio al parto. La donna che partorisce vorrebbe
poi un rapporto diretto, one to
one, con la persona che l’assiste, cioè
con l’ostetrica che ha seguito tutta
la gravidanza e che continuerà ad assistere la donna anche dopo il parto. In ospedale questo non può accadere ancora una volta a causa del
taglio dei punti nascita; dottori, infermieri e operatori, infatti, si dividono i turni di lavoro, eliminando
così la possibilità di avere un rapporto diretto e costante con la futura
mamma”.
L’ospedale non rappresenterebbe
dunque il luogo ideale per concludere una gravidanza: “Se la struttura
è organizzata bene, non dovrebbe
portare rischi alla gravidanza, anzi
dovrebbe essere in grado di far
fronte ad eventuali emergenze. Molto spesso, però, si verificano situazioni che limitano l’intimità di cui ha
bisogno una donna e, di conseguenza, la produzione degli ormoni necessari; in questo senso, le visite effettuate da diversi membri del
personale o gli spostamenti della
donna tra diversi reparti non creano un ambiente intimo e sicuro”.
Vinicia Cota fa parte infine dell’associazione “Progetto Genitori” di
Scorrano: “È un gruppo composto
da operatori sanitari e genitori che
si occupa di dare sostegno alle coppie che hanno bambini o che stanno per averne. Io mi occupo dei corsi di accompagnamento alla gravidanza che i genitori frequentano al-
ospedaliera è già in grado di erogare
in regime di emergenza. L’unico
problema vero è fare in modo che,
al momento del travaglio, si faccia
una ricognizione del personale e ci
si assicuri che c’è un’ambulanza libera, l’autista, il ginecologo di turno, il rianimatore pronto a intervenire. Poi è ovvio che il parto può
complicarsi in casa quanto in ospedale. La differenza è solo eventualmente nel trasporto, ma con la
giusta organizzazione è superabile.
Come dovrebbe essere sormontabile il vero nodo della questione.
Sarebbe?
È culturale. Il parto va concepito
come un evento naturale e non patologico, invece lo trattiamo come
una malattia. La maternità va preparata, dando alla gestante quel sapere che prima era trasmesso per
via matriarcale e di cui ora deve farsi carico il pubblico, in una società così atomizzata. Il ritorno al parto a domicilio viaggia in questa direzione. Ecco, l’importante per noi
è aprire quella porta e dire che questa strada c’è, siamo in grado di
rimboccarci le maniche e costruire
una risposta attorno ad una donna che lo desidera.
(T.C.)
Ma la sicurezza non deve essere un optional
Ma sono davvero sicuri i parti in
casa? La domanda è d’obbligo, visto
che l’alternativa rimane comunque
una struttura ospedaliera in cui le complicazioni potrebbero essere affrontate
nell’arco di pochi minuti, con il passaggio da un reparto all’altro. Soprattutto per chi vive lontano dai nosocomi, il tempo di percorrenza dei chilometri di distanza potrebbe costare
la vita alla madre e al nascituro?
Un punto rimane fermo. Quando si
sceglie di far nascere il proprio bimbo
a domicilio, la preparazione dell’ambiente domestico e dell’organizzazione sanitaria devono viaggiare di pari
passo. Se una gravidanza è già a rischio, non ci può essere altra soluzione del ricovero. Ma se il parto può
non essere patologico, attorno al momento della nascita va delineato un
cordone protettivo di livello, con standard di sicurezza ben precisi. Dall’ostetrica al ginecologo di turno, dall’autista dell’ambulanza sotto casa alla
presenza degli strumenti che potreb-
l’ospedale di Scorrano, creando così
proprio quel rapporto diretto e
stretto con l’ostetrica. Mi auguro che
l’Italia possa seguire il modello del-
bero fare la differenza in caso di insorgenze non calcolate.
Ogni gravidanza è preziosa. La Asl di
Lecce conferma oggi che, con apposita preparazione, i livelli di sicurezza
potrebbero essere garantiti quanto in
una struttura ospedaliera. Una donna,
però, non può pensare di controllare
tutto questo nel momento in cui le si
rompono le acque. È per questa ragione che diventa indispensabile la figura del case manager, che si occupi di accompagnare la gestante per tutto il periodo pre-parto, che la faccia avvicinare anche alle tecniche della
preparazione, dalla respirazione al
controllo dell’ansia, e che, infine, sappia predisporre la struttura necessaria ad affrontare anche le urgenze.
Insomma, un parto in casa non si improvvisa. Ci vuole tempo, capacità, ci
vogliono risorse anche umane, che,
forse, con la dismissione di alcuni punti nascita possono essere impiegate
anche e soprattutto su questo versante.
(T.C.)
l’Olanda, dove molte nascite avvengono in casa e senza particolari
patologie”.
Alessandro Chizzini
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30 giugno 2012
copertina
“La casa il luogo migliore
per un parto sano e sereno”
Non ha dubbi il medico magliese Giorgio Cezza, coordinatore dal 1985 del progetto
“Parto Attivo”, che ci illustra i benefici di una gravidanza seguita senza eccessiva
medicalizzazione e di un parto tra le mura domestiche
Da sempre sostenitore del parto
in casa, dove ha
fatto nascere i
suoi cinque figli, il
dottor Giorgio
Cezza (nella foto),
medico di Medicina Generale e
specialista in Oftalmologia, è il fondatore insieme alla moglie del Day Hospital “Santa Lucia” di Maglie, nonché coordinatore di
“Parto Attivo”, progetto che dal 1985 prepara e assiste le coppie che scelgono di fra nascere i loro figli nello loro abitazioni o pres-
so la “Casa di Maternità” della sua struttura.
Dottor Cezza, perché secondo lei è meglio
partorire in casa e non presso le strutture
ospedaliere?
Innanzitutto perché la gravidanza non è una
malattia, ma è un evento fisiologico che esiste da quando è comparso l’uomo sulla Terra. Se fosse davvero necessario un supporto
tecnologico e specialistico all’evento della nascita, la specie umana si sarebbe estinta già
da decine di migliaia di anni. L’ospedale è più
idoneo a gestire le gravidanze a rischio, che
però rappresentano solo il 5% del totale. Il
reparto ospedaliero ha bisogno di regole e
tempi precisi; la gravidanza invece, in quanto evento fisiologico, sfugge a queste regole
ed è stato dimostrato che un eccesso di medicalizzazione può provocare complicazioni.
L’ostetrica, al contrario, proprio per la sua
preparazione, è la figura più idonea per seguire un travaglio-parto. Gli ospedali possono
favorire anche infezioni a causa della presenza
di numerosi batteri (spesso resistenti agli antibiotici); nelle mura domestiche ci sono invece solo i batteri “familiari” e la madre produce da subito gli anticorpi necessari che poi
trasferisce al nascituro attraverso la placenta e con l’allattamento. Negli ospedali, inoltre, non viene favorita la completa efficienza del sistema Pnei (psico neuro endocrino immunitario), la vera “forza vitale” di ogni essere umano.
Come si può favorire lo sviluppo e l’efficienza
del sistema Pnei?
È indispensabile osservare alcune regole
fondamentali: vivere serenamente la gestazione; evitare la medicalizzazione; evitare le
ecografie nei primi quattro mesi; non assumere farmaci o esporsi a fattori pericolosi; curare una stile di vita salutare; dare maggior
importanza alla dimensione psico-affettiva
piuttosto che a quella biologica dell’evento
nascita; accogliere il neonato in modo naturale, favorendo un parto spontaneo (anche
dopo un precedente cesareo!); tagliare il cordone ombelicale solo quando non pulsa
più; tenere il neonato sempre accanto alla madre; allattare al seno ed evitare qualsiasi tipo
di vaccinazione e farmaco nei primi anni di
vita. Non rispettando queste regole, il bambino rischia di diventare un malato cronico.
È stato infatti dimostrato che le malattie croniche sono “immuno-mediate”, cioè innescate
da un sistema immunitario disfunzionale. Tutti questi elementi a favore del parto in caso
La coppia vera protagonista
dell’evento-parto
La metodica del “Parto Attivo” vuole porsi come
il sistema più moderno per gestire la gravidanza
secondo natura e permettere alla donna di poter vivere questo straordinario momento con la giusta sicurezza e professionalità, rispettando tempi, ritmi e dimensione psico-affettiva di ogni travaglio. In questo contesto, la coppia viene adeguatamente preparata affinché possa diventare
la vera protagonista dell’evento nascita; un obiettivo che si pone, ovviamente, soprattutto per la donna. I due futuri genitori vengono accompagnati in
questa esperienza, si eliminano le paure e si fa
chiarezza su quali siano le corrette informazioni
che si ricevono durante la gravidanza.
Durante la terza fase del “Parto Attivo” (travaglioparto-nascita), la coppia diventa la componente
attiva di questo evento e sono gli stessi futuri genitori a scegliere come regolare e dirigere il parto; non devono cioè più sottostare alle decisioni
degli operatori, i quali sono tenuti comunque a offrire un supporto tecnico alle loro scelte. La coppia sarà quindi in grado di raggiungere questa dimensione col sostegno di una équipe di professionisti composta da medici, ostetriche, educatrici prenatali, psicologi. Questa è una realtà consolidata nei “Birth’s Centers” degli Stati Uniti, mentre in Italia l’unica esperienza è rappresentata dal
Day Hospital “Santa Lucia” di Maglie che, come
i colleghi d’oltreoceano, è organizzata come una
vera “Casa di Maternità”.
(A.C.)
sono emersi d’altronde durante un Congresso
di Ostetricia e Ginecologia a Londra nel 1989.
Come funziona il progetto “Parto Attivo”?
Disponiamo di una equipe che offre preparazione ed assistenza medico-ostetrica alle
coppie sia presso la nostra struttura che a domicilio; seguiamo il travaglio e offriamo qualsiasi tipo di consulenza. Nel 2002 presentammo questo progetto in Regione, proprio
su richiesta dell’Assessorato alla Sanità, ma
una volontà politica miope ne ha impedito
la realizzazione e un conseguente risparmio
di circa 2 milioni di euro. Spero che l’Italia
possa seguire il modello dell’Europa del
Nord dove il parto in casa è la regola, come
in Olanda dove lo Stato si accolla tutte le spese sanitarie per le coppie che scelgono di partorire presso loro abitazione.
(A.C.)
Le tappe del “Parto Attivo”
Le diverse fasi del metodo che segue la gravidanza in alternativa alle classiche cure ospedaliere
Il “Parto Attivo” è un’alternativa al
modello ospedaliero che offre una
serie di prestazioni volte a favorire
i processi naturali alla base dell’evoluzione della vita del nascituro.
Questi servizi iniziano già prima della fecondazione, nella cosiddetta
“epoca preconcezionale”; in questa
prima tappa, vengono organizzati
degli incontri rivolti alle coppie desiderose di diventare genitori per descrivere i due momenti principali che
precedono la nascita: l’igiene preconcezionale psico-affettiva e l’igiene preconcezionale biologica. Le
coppie vengono invitate ad eliminare
paure, ansie e preconcetti e ad
orientare la propria mente verso sensazioni ed energie positive (la c.d.
“accoglienza mentale” del bambi-
no); devono lasciare spazio solo a
sentimenti positivi come l’amore,
l’amicizia o la solidarietà (“accoglienza affettiva” del bambino); infine, le si invita a curare il loro corpo, facendo attenzione all’alimentazione, evitando farmaci, fumo e
l’esposizione ai raggi X, nonché
scegliendo con esattezza il periodo
fecondo della donna (“accoglienza
biologica” del bambino).
La seconda tappa è quella della gestazione durante la quale gli operatori offrono corsi di informazione e
di preparazione, consulenze psicologiche di coppia e consulenze
omeopatiche contro i disturbi della
gravidanza.
La terza tappa è quella del “travaglio-parto-nascita” che inizia nelle ul-
time due settimane con rimedi
omeopatici per favorire un travaglio
naturale e regolare; durante questa
fase, la donna viene lasciata libera
di muoversi e posizionarsi a suo piacimento, ma sempre accanto al
compagno, il cui ruolo psico-affettivo è fondamentale; alla fuoriuscita del bambino vengono evitati i cinque “abbagliamenti” del neonato:
visivo (in penombra per proteggere
gli occhi del neonato), termico (si
scalda l’ambiente), uditivo (in silenzio o sottovoce), tattile (il neonato
sul petto della madre e avvolto in
panni caldi e morbidi), respiratorio
(si taglia il cordone solo quando non
pulsa più). In questa fase è prioritario
l’immediato attaccamento al seno
della madre, un vitale imprinting che
consente al bambino di riconoscere la mammella e continuare così il
regolare sviluppo psico-fisico. I ser-
vizi proseguono poi anche dopo il
parto con controlli a domicilio,
consulenze, corsi e cure.
(A.C.)
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30 giugno 2012
primo piano
PARLA DON ORONZO ORLANDO, PARROCO DELLA PARROCCHIA CRISTO RE DI COLLEPASSO
“Una grave perdita per tutti”
Il ricordo del carabiniere scelto Manuele Braj, vittima dell’attento terroristico in Afghanistan di lunedì scorso,
nelle parole del parroco che lo ha visto crescere e ha celebrato il suo matrimonio, il battesimo di suo figlio e il suo funerale
Foto: www.leggo.it
Una missione sempre più a rischio
Sale a 51 il numero dei militari italiani caduti
dall’inizio delle operazioni Isaf in Afghanistan
Sempre più pesante il bilancio missione
multinazionale Isaf in Afghanistan, iniziata
nel 2004. Dopo l’attentato che ha causato la morte di Manuele Braj il numero delle vittime è salito a 51 militari italiani morti: per non dimenticare e per rendergli, una volta di più, onore, ricordiamo
i loro nomi.
Caporal maggiore Giovanni Bruno, 3 ottobre 2004. Capitano di fregata Bruno Vianini, 3 febbraio 2005. Caporal maggiore capo Michele Sanfilippo, 11 ottobre
2005. Tenente Manuel Fiorito e Maresciallo Luca Polsinelli, 5 maggio 2006.
Tenente colonnello Carlo Liguori, 2 luglio
2006. Caporal maggiore Giuseppe Orlando, 20 settembre 2006. Caporal
maggiori Giorgio Langella e Vincenzo Cardella, 26 settembre 2006. Agente Sismi
Lorenzo D’Auria, 24 settembre 2007. Maresciallo capo Daniele Paladini, 24 novembre 2007. Maresciallo Giovanni Pezzulo, 13 febbraio 2008. Caporal maggiore
Alessandro Caroppo, 21 settembre
2008. Maresciallo Arnaldo Forcucci, 15
gennaio 2009. Caporal maggiore Alessandro Di Lisio, 14 luglio 2009. Tenente Antonio Fortunato, sergente maggiore Roberto Valente, primo caporal maggiore Matteo Mureddu, primo caporal
“Dov’era Dio in quel momento?” Questa la domanda dalla quale sarebbe partito don Oronzo Orlando, parroco della Parrocchia Cristo Re
di Collepasso, in occasione del funerale di Manuele Braj, il giovane carabiniere salentino morto il 25 giugno in Afghanistan a seguito di un
attentato terroristico. Una domanda che sorge spontanea quando il destino colpisce così tragicamente e crudelmente. Ma don Oronzo Orlando ha la risposta: “Dio c’è, sempre. È vicino ai genitori, alla giovane vedova, al piccolino che ha perso prematuramente il padre. Dio
c’è e la fede il lui sostiene nel dolore: senza fede
la persona si annienta, impazzisce. La fede è stata la forza delle due famiglia colpite: quella di
Manuele e quella di sua moglie Federica, e continuerà ad esserlo”.
Parole che hanno la forza di un’incisione quelle del parroco di Collepasso, che ha visto crescere il giovane carabiniere morto in Afghanistan e la sua giovane moglie, la ventottenne Federica Giaccari.
Li conosceva entrambi, sin da quando bambini frequentavano l’oratorio della chiesa e
maggiore Giandomenico Pistonami, primo caporal maggiore Massimiliano Randino, primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, 17 settembre 2009. Caporal maggiore Rosario Ponziano, 15 ottobre 2009.
Agente Aise Pietro Antonio Colazzo, 26 febbraio 2010. Sergente Massimiliano Ramadù e caporalmaggiore Luigi Pascazio,
17 maggio 2010. Caporal maggiore
scelto Francesco Saverio Positano, 23 giugno 2010. Capitano Marco Callegaro, 25
luglio 2010. Primo maresciallo Mauro Gigli e caporal maggiore capo Pierdavide
De Cillis, 28 luglio 2010. Tenente Alessandro Romani, 17 settembre 2010. Primo caporal maggiore Gianmarco Manca, primo caporal maggiore Francesco
Vannozzi, primo caporal maggiore Sebastiano Ville, caporal maggiore Marco
Pedone, 9 ottobre 2010. Caporal maggiore Matteo Miotto, 31 dicembre 2010.
Caporal maggiore Luca Sanna, 18 gennaio 2011. Tenente Massimo Ranzani, 28
febbraio 2011. Tenente colonnello dei carabinieri Cristiano Congiu, 4 giugno
2011. Caporal maggiore scelto Gaetano
Tuccillo, 2 luglio 2011. Primo caporal maggiore Roberto Marchini, 12 luglio 2011.
Caporal maggiore David Tobini, 25 luglio
2011. Maggiore dei carabinieri Matteo De
Marco, 16 settembre 2011. Tenente
Riccardo Bucci, caporal maggiore scelto Mario Frasca, caporal maggiore Massimo Di Legge, 23 settembre 2011. Tenente colonnello Giovanni Gallo, 13
gennaio 2012. Caporal maggiore capo
Francesco Currò, primo caporal maggiore
Francesco Paolo Messineo, primo caporal
maggiore Luca Valente, 20 febbraio
2012. Sergente Michele Silvestri, 24 marzo 2012. Carabiniere scelto Manuele Braj,
25 giugno 2012.
(M.M.)
l’Azione Cattolica. Li ha visti crescere, innamorarsi, li ha sposati, ha battezzato il loro bambino e giovedì 28 giugno ha concelebrato il funerale di Manuele con l’arcivescovo di Otranto, monsignor Donato Negro.
La cronaca ha raccontato tutto di quei tragici
momenti che hanno deciso della sorte di Manuele Braj, della beffa subita nel post attentato con gli afghani a insistere che non si è trattato di un intervento esterno, ma dell’imperizia dei nostri militari che avrebbero fatto
scoppiare l’ordigno che ha procurato la morte di Manuele e il ferimento di altri due carabinieri, che non sono in pericolo di vita.
Questo lo scenario della morte, lontano dalla
sua famiglia per la quinta volta. Infatti altre quattro missioni lo avevano già impegnato: Iraq, Albania, Bosnia (per ben due volte). “Perché gli
hanno fatto fare cinque missioni?”, si chiede don
Oronzo Orlando. Perché in questi momenti di
dolore, di difficile comprensione di fatti innaturali, la folla dei se e dei ma è davvero ampia.
“Bisogna ripensare queste missioni -afferma don
Oronzo Orlando- perché è ormai un fatto risaputo che da missioni di pace si trasformano
in teatri di guerra e quindi di morte. Le famiglie e la moglie non si danno pace e al dolore
si aggiunge la rabbia per questa ennesima missione che infine è stata di troppo. Continuo a
passarmi nella mente l’immagine di Manuele
al tempo in cui frequentava l’Azione Cattolica e poi quando è sbocciato l’amore con Federica. Un ragazzo altruista e generoso che sin
da bambino aveva manifestato la sua passione per l’Arma: una grave perdita davvero”.
La notizia ha gettato nello sconforto la cittadina
di Collepasso e il sindaco, Paolo Menozzi, ha
dichiarato il lutto cittadino dal 26 al 28 giugno,
giorno della celebrazione dei funerali. Sospeso
il Consiglio comunale in programma per il 26
giungo e la tradizionale “Sagra saracina”, in cartellone dal 14 e 15 luglio, è stata annullata per
volontà del parroco, don Oronzo Orlando, e
del comitato organizzatore in segno di rispetto per la famiglia e per il giovane Manuele caduto in servizio.
Maddalena Mongiò
Afa e temperature elevate: dopo “Scipione” in arrivo “Caronte”
Dopo qualche giorno di tregua, questo week-end sarà caratterizzato da temperature al suolo superiori a +35°C
Finalmente si era tornati a respirare.
Il flusso temperato atlantico era riuscito a far calare i geopotenziali anche sul nostro Paese. Temporali, anche forti, si sono manifestati sulle Alpi
e sulle pianure limitrofe, nonché su
zone limitate appenniniche. Sul Salento, i venti più freschi da ovest e da
nord-est avevano avuto il merito di
far diminuire le temperature e soprattutto di abbattere la quantità di
umidità nell’aria. L’afa, quindi, seppure già contenuta, per qualche
giorno ci aveva graziato. Difatti, in
questi ultimi giorni l’estate ci aveva
regalato il suo volto migliore, con tanto sole e temperature gradevoli. Non
sono mancati certo i +30°C, ma sono
stati sopportabili e piacevoli grazie
alla minore quantità di umidità relativa. In altre parole, è stata una parentesi di vero “bel tempo estivo”,
quello che l’anticiclone delle Azzorre regalava nei tempi andati al nostro
Bel Paese, relegando gli attacchi del
suo più focoso cugino africano a brevi comparsate.
Purtroppo, si è trattato di una tregua
breve della durata di qualche giorno,
poiché in questo week-end le tem-
perature torneranno a risalire sensibilmente. Difatti, le ultime emissioni modellistiche avvalorano sempre
più la tesi di un nuovo progressivo riscaldamento a partire dagli ultimi
giorni del mese di giugno. L’ennesimo affondo freddo di una saccatura depressionaria sul vicino Atlantico ha già innescato nelle ultime ore
una nuova rimonta anticiclonica
sub-tropicale: masse d’aria rovente,
stavolta con rotta più occidentale,
stanno colpendo dapprima la Penisola Iberica, per poi abbracciare anche l’Italia in questo settimana, con
caldo diffuso che potrebbe risultare
più intenso al Nord. E poi, basti pensare che le isoterme alla quota di 850
hPa (circa 1.500 metri) sono tornate a toccare i +20°C, su quasi tutto
il nostro Paese; valore termico, quest’ultimo, davvero elevato e presagio
di una forte ondata di caldo con temperature al suolo superiori a +35°C
e progressivo aumento dell’afa sul nostro territorio.
Insomma, prima con “Scipione”
poi con “Caronte” l’estate 2012 sul
nostro Paese ha intrapreso una via
estrema, dominata dalle invasioni tor-
ride africane con qualche tregua
estemporanea. Tale strada, però,
sembra voler essere percorsa anche
in futuro, mentre l’anticiclone delle
Azzorre continua (ahinoi!) a latitare.
Luigi Merico
Meteorologo - European
Geophysical Society
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30 giugno 2012
primo piano
“Adesso voglio
diventare nonna”
Belpaese ha incontrato Antonella Piano, l'imprenditrice di Poggiardo che otto anni fa si fece
fotografare senza veli per un calendario promozionale della sua attività commerciale
Antonella Piano e la “sua” rivoluzione sessuale
Con il suo calendario di nudo artistico, Antonella è stata una pioniera
delle donne comuni che rivendicavano il diritto a mostrarsi
Era la fine del 2003. L’anno della morte
di Gianni Agnelli e del “giustiziere della notte” Charles Bronson. Lo stesso anno Elephant di Gus Van Sant vinceva la Palma
d’Oro a Cannes. Molto più vicino a noi, in-
vece, avveniva una rivoluzione di tipo “sessuale”, nel senso culturale del termine: una
donna normale, seppur affascinante, una
brava imprenditrice, realizzava un calendario
con fotografie di nudo artistico. Si tratta-
“Quanto di bello posseggono tenebre e luce si fonde nel suo aspetto e nei suoi occhi”. Sono delle parole di George Gordon Byron, che
calzano a pennello a questa splendida donna. Antonella Piano (nella foto), 42 anni appena compiuti,
è bella come otto anni fa quando
realizzò il calendario senza veli
per l’attività che gestisce, “Sciuscià”.
Si è raccontata anche stavolta senza veli (spiritualmente parlando).
Antonella, sono trascorsi un po’ di
anni ma ancora le persone la ricordano tutte per il calendario.
Qual è il bilancio di quell’epoca?
Non sono cambiate molte cose,
l’unica cosa che è cambiata sono le
persone, che si sono rese conto che
la mia era solo un’idea di marketing. All’inizio pensavano che mi
fossi messa in mostra. All’epoca ricevetti anche molte proposte lavorative per il mondo dello spettacolo, ma ho voluto essere coerente,
sono rimasta quella che ero. Certo,
è cambiata anche la mia età, all’epoca avevo trent’anni e ora che
ne ho quaranta non lo rifarei. Volevo solo lanciare il negozio, il
mio gesto non è stato di frivolezza,
per me era solo marketing. Fortunatamente non ho avuto fastidi,
nessuno mi ha perseguitata per le
mie foto di nudo artistico, anche
perché non mi sono lanciata nello
spettacolo: io so fare l’imprenditrice, non ho interesse per ruoli che
non mi competono.
Quale fu allora il segreto per il successo?
La prima notorietà me la diede la
stampa. Proprio Belpaese mi dedicò ampio spazio. Il calendario fu
un’idea singolare e in tanti hanno
tentato di imitarmi, senza riscuotere
lo stesso consenso. Credo che per
funzionare l’iniziativa debba essere singolare, e poi oggi come allora serve un “plusvalore”: il talento imprenditoriale, fondamentale
soprattutto in questi periodi di crisi economica. La pubblicità serve,
oggi la fanno soprattutto i giornali, ma si deve anche essere molto
preparati nel settore, conoscere a
fondo l’abbigliamento da donna,
che non è certo un settore facile: la
donna va seguita con una certa sensibilità, scegliendo modelli e tessuti adeguati. Non ci si può improvvisare imprenditori.
È difficile essere donna ed imprenditrice allo stesso tempo, conciliando carriera, casa e famiglia? Com’è la concorrenza con i maschietti?
Non è difficile per me conciliare tut-
va di Antonella Piano, classe 1970, madre e moglie, e la sua storia fece scalpore, anche se destò un grande interesse: in
fondo, come diceva Fernanda Pivano “noi
italiani discendiamo dai Canti Fescennini, per cui tutto ciò che riguarda il sesso,
lo spiare dal buco della serratura, ha sempre una certa eco”.
Sono passati quasi nove anni da quell’evento, ma tutti si ricordano del calendario di Sciuscià, anche per un’altra ragione: Antonella Piano era ritratta tra ar-
chitetture tipiche salentine e natura, e anche tra le palme, quelle che nel Salento
come nel resto d’Italia non ci sono più, e
il tutto fa crescere un profondo senso di
“amarcord”. Non solo: come si può notare dalle fotografie del tempo, Antonella non
è ricorsa alla chirurgia estetica, mostrando come può essere bella e affascinante
una donna, anche non più giovanissima
(aveva 33 anni ai tempi degli scatti), anche senza il bisturi.
Ma perché questa rivoluzione sessuale è
to: sono molto dinamica e, anzi, se
mi fermassi mi assalirebbe la depressione, mi piace star dietro a tutto. Per quanto riguarda la concorrenza non la temo: non mi faccio intimidire, ho una mia politica e
vado avanti con la mia testa.
Cos’è lo stile?
È essere se stessi senza apparire, indossando tutto con molta disinvoltura.
E cos’è la moda?
È qualcosa che deve essere resa personale, indossandola appunto con
stile: ogni donna deve mostrare la
propria personalità.
Come descriverebbe il tratto saliente della sua personalità?
Lo lascerei dire agli altri. Di solito
mi dicono che sono creativa e intraprendente, che sono una persona che non si arrende e che vuole
camminare con le proprie gambe.
Come vede il futuro?
Magari sapessimo cosa ci riserva il
futuro! Vivo alla giornata e credo
di aver realizzato tanto nella mia
vita, rifarei tutto quello che ho fatto, negli anni in cui l’ho fatto. Forse un sogno ce l’ho: mi piacerebbe
fare la nonna e vedere mia figlia
portare avanti quello che ho costruito.
Angela Leucci
stata di natura soprattutto culturale? Antonella Piano è stata una delle prime salentine non appartenenti al mondo dello
spettacolo a rivendicare il diritto di mostrare
il suo bel corpo, dimostrando di fatto al
mondo, che sono soprattutto le donne comuni, quelle che si incontrano per strada
ogni giorno a rappresentare un eventuale oggetto del desiderio. Un simbolo di bellezza interiore ed esteriore, lungi dall’essere simile a certi modelli che lo spettacolo o la moda ci propinano.
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30 giugno 2012
lecce
Pd, chiesto a gran voce
il congresso straordinario
Dura presa di posizione del professor Egidio Zacheo e degli esponenti dei circoli “Senza base scordatevi le altezze”
e “Nuova Generazione Democratica”, che spingono per l’azzeramento della segreteria provinciale dopo il nulla di
fatto dell’assemblea del 22 giugno scorso
Fumata nera all’assemblea provinciale del Pd dello scorso 22
giugno e la resa dei conti è fissata per lunedì 2 luglio dopo la
presa di posizione del professor
Egidio Zacheo (nella foto a sinistra) che ha chiesto le dimissioni del segretario provinciale,
Salvatore Capone (nella foto a
destra), e quindi il congresso
straordinario.
I fatti. È stato il documento firmato da 60 democratici del
circolo “Senza base scordatevi
le altezze”, ad aprire le ostilità.
In sintesi si chiedeva l’azzeramento della segreteria provinciale, in pratica un rinnovamento sì, ma non traumatico.
Infatti, in questa ipotesi sarebbe arrivata nuova linfa nell’esecutivo della segreteria provinciale, ma non veniva messo
in discussione il ruolo del segretario provinciale, Salvatore
Capone. In questa ipotesi si è insinuato Egidio Zacheo che pur
condividendo l’analisi politica
espressa dal circolo “Senza base
scordatevi le altezze”, ha proposto un emendamento con cui
ha chiesto a Salvatore Capone
di farsi da parte. Accanto al circolo dai rimandi geometrici,
c’è anche lo zoccolo duro di
Foto: Myboxtv
“Nuova Generazione Democratica” che all’indomani della
sconfitta elettorale partì a testa
bassa contro i vertici del Pd.
Intanto un dato balza con tutta evidenza: l’assemblea provinciale è stata “snobbata”.
Perché? Dei 200 aventi diritto,
ne erano presenti circa 70. Insomma, semmai ci fossero dubbi sullo stato gelatinoso del Pd,
l’assemblea provinciale ha emesso un verdetto impietoso: il
partito non c’è, piaccia o non
piaccia.
A rendere più opaco lo scenario
il silenzio del segretario regio-
nale, Sergio Blasi, e di Loredana Capone, la vicepresidente
della Regione che ancora si lecca le ferite della sconfitta elettorale. Dalla parte degli indignati (o rottama tori, o voci critiche, o in qualsivoglia modo si
vogliano definire), la vecchia
guardia composta da Antonio
Maniglio, Antonio Rotundo,
Alberto Maritati, Umberto Uccella, oltre ovviamente a Egidio
Zacheo. Tutti sono per il rinnovamento, ma non è chiaro
con quali criteri: si faranno da
parte per fare posto ai giovani
che bussano insistentemente
alla porta? Vedremo. D’altra le
barricate che sinora la base del
partito ha voluto alzare contro
una gestione del partito fallimentare, secondo il loro punto
di vista, non hanno avuto alcun
esito complice il fatto che la loro
stessa battaglia parte in qualche
modo sgonfiata alias poco convinta.
In sordina quel che si sussurra
è che in questo momento in cui
le crisi di nervi la fanno da padrone sarebbe auspicabile il
“tanto peggio, tanto meglio”.
Insomma, l’ideale sarebbe arrivare al muro contro muro e battagliare per vincere la partita,
ma nessuno ne ha veramente
voglia o forse nessuno si sente
talmente forte, politicamente, da
poter avere ragione sull’altro.
Quindi il peggio è rimanere in
questo stato di coma permanente che, paradossalmente, è il
meglio sino a dopo le elezioni
politiche del prossimo anno.
Ma un partito in stato comatoso che partita può giocarsi?
Un bel dilemma davvero per chi
vorrebbe che tutto cambiasse,
ma ancora non trova la mossa
giusta per innescare realmente
il processo.
Maddalena Mongiò
Palazzo Carafa, prima assise per Paolo Perrone
L’ordine del giorno è di routine per essere il primo Consiglio comunale.
Rimangono però ancora i malumori di alcuni consiglieri per le scelte del sindaco sull’esecutivo
Mentre andiamo in stampa è in corso il primo Consiglio comunale a Palazzo Carafa. L’ordine del giorno è
quello di routine per la prima con-
vocazione: convalida degli eletti
nella consultazione elettorale dello
scorso 6 e 7 maggio, elezione del presidente del consiglio e del suo vice,
giuramento del sindaco, Paolo Perrone, comunicazione di nomina
della giunta comunale, elezione della commissione elettorale. Sorprese?
Gli addetti ai lavori non se ne
aspettano e l’accordo sulla presidenza del Consiglio è stato raggiunto da tempo. Dovrebbe essere
Alfredo Pagliaro (Regione Salento)
a ricoprire la terza carica istituzionale e se nella peggiore delle ipotesi non dovesse farcela al primo
turno dovrebbe farcela al terzo,
quindi a maggioranza assoluta:
questo sono pronti a giurare i ben
informati.
I consiglieri si preparano a dare segnali al sindaco Paolo Perrone manifestando il loro malumore per scelte che hanno scontentato in diver-
Marine leccesi, attivi
i servizi sanitari
per la stagione estiva
Perché aspettare agosto? Le marine leccesi dispongono da questa settimana, di servizi sanitari
estivi attivi. Merito del neo assessore comunale
alle Politiche Ambientali, Protezione Civile, Igiene, Randagismo, Andrea Guido, alla luce del notevole flusso di turisti che si registrano in città e
sui litorale già dal mese di giugno. Sono stati infatti velocizzati tutti i procedimenti legati all’attivazione dei presidi del 118, per l’Assistenza Sanitaria Turistica e per la vendita dei medicinali attraverso i Dispensari Farmaceutici Estivi attivi nelle marine di Torre Chianca, Frigole e San Cataldo.
Sono state allestite le postazioni di Pronto Soccorso estivo attivo fino al 15 settembre, salvo proroghe. “In tal modo -ha spiegato l’assessore Guido- viene garantito un servizio indispensabile soprattutto per i tre mesi estivi. Divertimento sì, ma
in sicurezza, in modo particolare per le famiglie
che hanno dei bambini piccoli e per gli anziani ai
quali è necessario garantire un’efficace assistenza
durante tutto l’arco dell’anno, soprattutto in questo periodo”.
Ecco l’elenco e l’orario dei servizi attivati nelle marine:
San Cataldo: Dispensario Farmaceutico Stagionale (dalle 10 alle 18) in via M. da Brindisi, angolo via Castellamare; Presidio 118 e Assistenza Sanitaria Turistica (A.S.T.) in via Cristoforo Colombo.
Torre Chianca: Dispensario Farmaceutico Stagionale (dalle ore 10 alle ore 18) in via Marebello
n. 2.; Presidio 118 in via Marebello n. 4; anche
i locali di Assistenza Sanitaria Turistica (A.S.T.) sono
in via Marebello al n.10.
Frigole: Farmacia in piazza L. Alberti n. 7; Assistenza
Sanitaria Turistica (A.S.T.) presso il Lungomare Attilio Mori n. 16.
si. Dal passo indietro chiesto a Damiano D’Autilia,
che guiderà il gruppo consiliare del Pdl “accontentandosi” del ruolo di capogruppo dopo il valzer
del possibile incarico in Giunta,
fermo restando il suo incarico in
Alba Service in qualità di amministratore unico; alla nomina di Carmen Tessitore a vicesindaco ancora
poco digerita non solo dai due papabili Gaetano Messuti e Attilio Monosi, ma anche dalla donne che si
sono impegnate candidandosi e che
magari hanno sperato in un “premio”, Nunzia Brandi (Pdl) e Giordana Guerrieri (Grande Lecce) al
momento devono essere “felici” di
essere entrate in Consiglio comunale.
Il tutto condito dal tiro alla fune per
le posizioni di sottogoverno. Infatti qualche appetito -di natura politica, per carità- viene saziato con le
commissioni consiliari e la lotta è all’ultimo sangue, nella maggioranza
e con l’opposizione e ognuno cerca
di tirare acqua al proprio mulino.
Nove le commissioni che spettano al
centrodestra, due all’opposizione:
una testa per Udc e Pd, mentre il vento caldo dell’estate spinge a pensare alle vacanze e la resa dei conti viene rimandata all’autunno. (M.M.)
11
30 giugno 2012
“CENTO ANNI
DI LIBRI” ALLA
TIPOGRAFIA
DEL COMMERCIO
Presso la sede della Tipografia del Commercio in via Peroni, nel
cuore del centro storico leccese, fino al 2 luglio sarà possibile ammirare la mostra “Un secolo di Tipografia a Lecce 18601969. Cento anni di libri da vedere e da gustare”. Un occasione
imperdibile per tutti gli appassionati di libri storici, in uno dei
luoghi-simbolo all’arte tipografica a Lecce, la Tipografia del Com-
mercio (ex “La Teatrale”), fondata nel 1926 da Umberto Buttazzo e la cui attività è stata tramandata di padre in figlio fino
ai giorni nostri. All’interno dei locali, già in passato sede di mostre e presentazioni di libri, sarà possibile ammirare i cartelloni
realizzati per le rappresentazioni di Tito Schipa e le celebrazioni
patronali, calendari, cliché e volumi d’epoca.
Racket e usura, a Lecce un nuovo
Centro di ascolto per le vittime
Avrà sede presso la chiesa delle Alcantarine. E dalla Federazione Antiracket Antiusura Puglia assicurano:
“Nessuna sovrapposizione di ruoli con lo sportello anti-racket Salento”
L’usura e il racket a Lecce e provincia avranno vita dura, grazie
ad una vera e propria rete laica
e religiosa e grazie soprattutto ai
volontari che svolgono queste
mansioni. Se il Comune di Lecce aveva già da tempo istituito
una prima sede dello Sportello comunale Antiracket e, con i nuovi finanziamenti in arrivo dal Pon
sicurezza, la struttura confermava i suoi significativi risultati
(denunce, assistenza alle vittime
per le pratiche di accesso al Fondo di Solidarietà, raccolta di informazioni trasmesse alla Procura
della Repubblica, ecc.), è stato
presentato in questi giorni a Lecce un nuovo centro di ascolto per
le vittime dell’usura, questa volta presso la chiesa delle Alcantarine (nella foto), grazie ad una
convenzione stipulata tra l’Arcidiocesi di Lecce e la Fondazione
Antiusura San Nicola e Santi
Medici di Bari.
Monsignor Domenico D’Ambrosio, ha presentato il progetto
che dovrebbe affiancare lo sportello antiracket del Comune di
Lecce già attivo sul territorio, nel
sostegno a 360 gradi delle vittime di questi reati. Anche il progetto ecclesiale verrà gestito da un
comitato di professionisti volontari con competenza nelle materie giuridiche, notarili, forensi e
bancarie, e avrà sede in piazzetta Baglivi a Lecce. Il gruppo, già
attivo da qualche mese, “avrà
uno spirito spiccatamente eccle-
siale, ma con ogni apertura alla
disinteressata collaborazione del
volontariato”, ha spiegato il dottor Elio Romano delegato al
progetto.
La presidente della Federazione
Antiracket Antiusura Puglia, Maria Antonietta Gualtieri, ha tenuto a spazzare via ogni dubbio
su una probabile sovrapposizione delle due strutture: “Poiché
l’usura è una materia molto complessa intendiamo precisare alcune informazioni per sgomberare il campo da ogni possibile
confusione -scrive in una nota e
ne spiega la differenza-. La Fondazione delle Alcantarine presta
garanzia alle banche (secondo
l’art. 15 della legge 108/96) al fine
di favorire l’erogazione di finanziamento per le famiglie che incontrano difficoltà di accesso al
credito; lo sportello anti-racket
Salento invece, pratica attività di
prevenzione e sensibilizzazione
alla denuncia attraverso l’ascolto tutelato dalla privacy, assistenza legale e psicologica in fase
di denuncia, assistenza tecnica
specializzata per l’ accesso al
Fondo di solidarietà, costituzione di parte civile, assistenza in materia bancaria alle vittime di usura ed estorsione, interventi a
CRIF per cancellazioni segnalazioni a vittime di usura, interventi
presso istituti di credito e sostegno nella fase di re-start up
aziendale”.
Eleonora L. Moscara
Nuova vita
per Fanfulla da Lodi
È piaciuta molto la
nuova veste di piazzetta Raimondello
Orsini, nel cuore del
centro storico della
città, a cittadini, addetti ai lavori e amministratori locali,
sindaco Paolo Perrone incluso. Gli interventi di restauro
della statua di Toti
da Lodi Detto Fanfulla sono stati effettuati grazie ad un finanziamento del Lions Club Lecce Messapia. Il direttore dei lavori è l’architetto Patrizia Erroi, coordinatore del settore Lavori Pubblici
dell’Ufficio Centro Storico del Comune di Lecce.
Il monumento venne realizzato nel 1876 a Firenze
dall’illustre scultore salentino Antonio Bortone dapprima in gesso e successivamente venne fuso in bronzo nel 1921 e poi inaugurato l’anno seguente; inizialmente venne collocata a ridosso di Palazzo Carafa nello slargo delle ‘Quattro spezierie’ poi fu trasferita nella piazzetta Orsini, da dove fu rimossa per
essere sistemata lungo il viale principale della Villa
Comunale di Lecce. In occasione dell’inaugurazione del Museo del Teatro romano, avvenuta l’11 settembre 1999, l’Amministrazione Comunale decise
di riportare il monumento in piazzetta Orsini, a due
passi dal teatro Romano dove si trova ancora oggi.
La statua raffigura il Fanfulla, uno dei 13 cavalieri della disfida di Barletta, e viene ritratto ormai avanti negli anni quando, orbo di un occhio e col saio domenicano, faceva penitenza nel fiorentino convento di San Marco, mentre affila la misericordia, un acuminato spadino che lo aveva accompagnato in tante battaglie.
(E.L.M.)
12
30 giugno 2012
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13
30 giugno 2012
maglie
“Il nuovo ospedale sorgerà
tra Maglie e Melpignano”
L’annuncio del consigliere Mario Chirilli durante l’ultima assise comunale deve essere ora confermato dai
vertici regionali. La battaglia si sposta sulla riconversione del “M. Tamborino” in Casa della Salute
Nascerà tra Maglie e Melpignano il nuovo ospedale del com- Il discorso si è poi spostato sulla mancata riconversione della
prensorio. La scelta della Giunta regionale avrebbe favorito il Casa della Salute magliese: per le opposizioni si rischia di veprogetto presentato dalle due amministrazioni rispetto a pro- der sfumare il progetto, “prova ne siano le paventate dismisposte concorrenti, tra cui la più importante, quella che ipotizzava sioni dei reparti di Day Surgery (chirurgico, dermatologico e
la costruzione del nosocomio tra Nardò, Copertino e Galati- oculistico) che sono il nostro fiore all’occhiello”. Anche su quena. A dare l’annuncio il consigliere Udc, Mario Chirilli (tra l’al- sta vicenda il sindaco ha preso una posizione netta riportantro anche medico di base) durante il Consiglio comunale del- do il carteggio intervenuto in questi mesi con il direttore gelo scorso 26 giugno.
nerale Valdo Mellone: “Non abbiamo dimenticato il TamboAttraverso un’interrogazione, le opposizioni hanno chiesto di rino -ha spiegato Fitto-. Tutt’altro, tanto che, a più riprese, abconoscere le “reali intenzioni del sindaco in merito al nuovo biamo sollecitato di attuare la riconversione. In ogni casi siaospedale, visto che proprio in occasione di un incontro a Scor- mo pronti a dare battaglia se ci dovesse essere un ripensamento”.
rano per la difesa del Punto Nascita, l’assessore regionale Capone aveva sollecitato un’intesa per la localizzazione del nuovo ospedale
di eccellenza, nonostante la posizione contraria del sindaco di Maglie e del Pdl regionale”.
Il presentatore ha incontrato il senatore Giorgio De Giuseppe
Il primo cittadino Antonio Fitto ha smentito
per la nuova trasmissione di Rai 3 “Il viaggio”
con forza la ricostruzione, affermando, al contrario, che proprio l’azione incisiva dell’Amtata di una sua nuova trasmissione te- moria storica del senatore Giorgio De Giu- discorso amabilmente con Baudo su una
ministrazione magliese ha portato a dei risullevisiva. Si tratta di “In viaggio”, un ap- seppe ha tracciato un profilo politico, ma panchina: il loro è stato un dialogo actati evidenti: “In una prima fase -ha spiegato
profondimento attraverso varie regioni anche e soprattutto umano, dello stati- corato, pieno di sentimento e di stima veril sindaco- siamo stati quasi estromessi dalla
d’Italia, la loro cultura, la loro storia, i loro sta Aldo Moro. L’intervista si è svolta al- so Aldo Moro, e ogni tanto scappava anscelta del sito in cui localizzare il nuovo nocostumi: a settembre sono state confer- l’aperto, presso la casa natale di Moro, che un sorriso, soprattutto per via dei nusocomio. Il progetto presentato in comune con
mate quattro puntate nel palinsesto di Rai oggi sede dell’Unitre, proprio vicino alla merosi aneddoti del senatore su Moro. La
l’amministrazione di Muro leccese era stato
3, che saranno inserite nel prime time del- statua che ritrae simbolicamente Moro troupe de “Il viaggio”, che si muove su un
completamente ignorato dai vertici regionali.
la domenica. La trasmissione prende come il politico del compromesso stori- camper attraverso lo stivale, nei prossiNon ci siamo però arresi e abbiamo coinvolTanta curiosità ha salutato l’avvento del spunto dal modello de “La storia siamo co e delle convergenze parallele. De Giu- mi giorni risalirà la Puglia, ascoltando anto in una nuova fase il comune di Melpignanoto conduttore Pippo Baudo, giunto a noi”, e infatti è proprio la storia che ha seppe, che ha donato al conduttore il suo che, tra gli altri, Al Bano Carrisi, Michele
(A.L)
Maglie per girare un’intervista per una pun- spinto Baudo in quel di Maglie: la me- volume di ricordi Una vita non basta, ha Mirabella e Checco Zalone.
no e l’Asi individuando i terreni nei pressi della zona industriale alla periferia nord”.
Pippo Baudo a Maglie sulle tracce di Aldo Moro
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poggiardo
30 giugno 2012
“Il manifesto? Un disegno contro
il nostro progetto politico”
L’assessore Giuseppe Orsi, tra i principali bersagli del manifesto apparso nei giorni scorsi,
parla di una “manovra subdola” da parte di forze politiche contrarie al buon governo
Il manifesto diffuso negli scorsi
per le strade di
Poggiardo e Vaste da parte di
due gruppi di sinistra che hanno
apertamente accusato l’Amministrazione di
non aver adempiuto agli impegni presi in
campagna elettorale non ha intaccato la serenità della Giunta del sindaco Giuseppe Colafati, in particolare dell’assessore alla Pubblica Istruzione Giuseppe Orsi (nella foto),
il quale replica alle accuse di
“appiattimento” rivolte alla sua
persona e in generale all’amministrazione di cui fa parte.
Assessore Orsi, chi sono secondo
lei gli autori del manifesto?
Si tratta di un disegno politico
con il quale si vuole attaccare soprattutto il progetto che abbiamo
messo in piedi; un progetto politico che deve essere valutato nei
cinque anni di amministrazione.
Come replica alle accuse sull’attività amministrativa svolta finora?
Come più volte ripetuto in campagna elettorale, noi vogliamo
aprire una nuova fase politica con
la quale intercettare il disagio presente nel paese e che, attraverso
una programmazione mirata, riesca a valorizzare le enormi potenzialità del territorio.
Vogliamo costruire una nuova grammatica
di rapporti sociali, superando la logica che
vede il Comune come la “vacca da mungere”; ottimizzando e valorizzando le risorse,
soprattutto quelle umane che sono degnamente rappresentate all’interno del Comune. Mi preme sottolineare che la nostra Giunta è granitica e se qualcuno vuole scalfirla
preparando, come si dice nel gergo calcistico, il “biscotto” da far mangiare ai cittadini, ha sbagliato palazzo.
Cosa ha da dire invece a chi la accusa di essersi appiattito?
Innanzitutto, come segretario cittadino di Rifondazione Comunista ho ricevuto la solidarietà della Segreteria provinciale del partito. Poi, avendo responsabilità di governo,
parlo con gli amici della Giunta, di estrazione
politica diversa, e insieme a loro programmiamo l’azione politica e amministrativa; dai
nostri incontri è nato il nostro progetto politico che fa di Poggiardo un Comune innovativo e che supera la logica che per vent’anni e più ha guidato le sorti del paese.
Come giudica il lavoro svolto finora?
È stato difficile, ma abbiamo messo in piedi quest’idea catalizzando i nostri sforzi sulla razionalizzazione della spesa, evitando soprattutto gli sprechi; sulla riorganizzazione del personale, cercando di rendere più efficienti i
servizi in una logica di costruzione diversa del rapporto con i
cittadini; sul coinvolgimento complessivo di tutte le risorse, associative, commerciali, imprenditoriali, culturali, presenti sul territorio anche nella ricerca di risorse alternative con la finalità di
costruire un modo innovativo di
fare politica, che privilegi il senso comune di responsabilità rispetto ai problemi esistenti. Tutto ciò non lo chiamo “appiattimento”, ma anzi la possibilità di
aprire e di scrivere una nuova pagina concreta per il nostro paese.
(A.C.)
spongano
Nuovo look per aree rurali e centro storico
Al via una serie di opere pubbliche che riqualificheranno l’intero territorio comunale
Con l’arrivo della stagione estiva, il Comune di Spongano ha
deciso di rifarsi il look. Nei
giorni scorsi hanno preso avvio
numerose opere pubbliche, mentre altre hanno trovato le risorse economico-finanziarie per la
loro realizzazione.
“Si tratta di novità importanti
per il contesto urbano ed economico-produttivo -spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Tarantino- che contribuiranno, con la loro progettazione ed esecuzione, ad una notevole riqualificazione territoriale. Gli interventi sono molteplici e interessano diversi aspetti e zone del paese: i nuovi impianti sportivi in Zona ‘Uro’,
opera finalizzata all’ottimizzazione di un’area interna al circuito urbano da decenni lasciata incolta e trascurata; l’adeguamento dei recapiti finali e dei
collettori esterni per la raccolta
delle acque piovane ed il loro
convogliamento nella rete di
fognatura pluviale pubblica, ormai obsoleta ed insufficiente
per l’intero centro abitato; gli interventi di rivalutazione e miglioramento delle strade rurali
esterne, per una riqualificazione completa del territorio, comprensiva anche di quelle strade
abitualmente percorse, ma meno
interessate da interventi di manutenzione; infine, gli interventi di urbanizzazione della nuova zona destinata agli insediamenti produttivi, un nuovo
possibile volano per l’economia paesana e locale”.
Il sindaco Luigi Zacheo parla di
opere che rilanceranno la dimensione urbana del territorio:
“Questi interventi costituiscono
un importante passo avanti verso la riqualificazione del territorio cittadino e, insieme agli altri progetti che vedono prossimo
il loro avvio, daranno nuova
luce al contesto urbano. Sono infatti in cantiere opere considerevoli e già finanziate come la
bonifica della discarica ex rifiuti
solidi urbani, l’efficientamento
energetico della sede municipa-
le, il risanamento del piano viabile di alcune strade cittadine, la
riqualificazione del centro storico e la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport intitolato ad un grande dei nostri tempi, Karol Wojtyla”.
I giovani archeologi
d’Europa si danno
appuntamento a Vaste
Dal 6 al 15 luglio va in scena
la XV edizione del Festival
Internazionale di Archeologia
per ragazzi
Tutto pronto per la XV edizione del Festival Internazionale di Archeologia per ragazzi, uno degli
eventi di punta nel calendario del Comune di Poggiardo, che verrà presentato venerdì 29 giugno
alle 21 presso il Liceo Artistico “Nino Della Notte”. Alla presentazione interverranno il sindaco Giuseppe Colafati, la vicepresidente della Provincia
di Lecce Simona Manca, l’assessore comunale
alla Cultura Oronzo Borgia, il direttore scientifico
del Festival Francesco D’Andria, il referente del
Teatro Pubblico Pugliese Tonio De Nitto, il direttore del Museo “Castromediano” Antonio Cassiano
e la curatrice della manifestazione Elenia Spagna.
Dal 6 al 15 luglio Vaste e Poggiardo ospiteranno numerosi ragazzi di età compresa tra i 6 e i
16 anni e provenienti da diversi paesi europei (Italia, Francia, Belgio, Inghilterra e Austria). Proprio
per festeggiare il 15° anno, saranno più numerose e rilevanti le attività dell’edizione 2012 del
Festival, organizzato dal Comune di Poggiardo in
collaborazione con lo Studio Archeologico “Chora” e promossa dalla Provincia di Lecce, dalla Regione Puglia, dall’Università del Salento, dal
Museo “S. Castromediano” e dalla Soprintendenza
Archeologica della Puglia.
I giovani studenti per dieci giorni si immergeranno nel mondo dell’archeologia e prenderanno parte ad un vero e proprio scavo archeologico, tra l’altro in un area oggetto da anni di ricerche l’Università. I ragazzi, poi, realizzeranno un plastico insieme ad un architetto specializzato in archeologia
e agli esperti dell’Università. Con le attività di archeologia sperimentale curate da Alfio Tommaselli verranno invece ripercorse le tappe dell’evoluzione umana e riprodotti gli strumenti dei
nostri avi lavorando con pelli, pietre, ossa e legno.
In un Festival di archeologia che si rispetti non possono infine mancare alcune escursioni presso i
principali siti archeologici salentini.
Informazioni e calendario degli spettacoli (con
la collaborazione anche del Teatro Pubblico Pugliese) sono reperibili sul sito www.comune.poggiardo.le.it o contattando l’Ufficio Cultura al
0836.909812.
(A.C.)
15
30 giugno 2012
tricase
La città ricorda il cardinale
Giovanni Panico
Proseguiranno fino al 7 luglio le celebrazioni per il 50° anniversario della scomparsa dell’alto porporato
Un’intera comunità, quella di Tricase, si stringe intorno alle spoglie del suo più illustre concittadino, il cardinale Giovanni Panico, a cinquant’anni dalla sua morte. Ricorrono infatti
proprio in questi giorni le solenni
celebrazioni per l’anniversario della sua scomparsa
avvenuta il 7 luglio 1962. E se
l’immortalità di una persona è nel
ricordo di quanti l’hanno vissuto
e amato e nelle opere effettuate nel
corso della vita, il cardinale Panico
ne è di certo un esempio.
Parole di commossa gratitudine e profondo riconoscimento sono state espresse per l’occasione
da suor Margherita Bramato, direttore gene-
rale della Pia Fondazione fondata dall’alto prelato ed a lui intitolata, uno sprone per un doveroso e costante impegno giornaliero da parte di tutti gli operatori della comunità ospedaliera a rispettare quelle che furono le volontà
di un uomo dedito alle persone bisognose e agli
ammalati. Parole anche di stima e affetto da parte del professor Hervè Antonio Cavallera, promotore del comitato nato appositamente per
la gestione dell’importante evento, verso un
uomo buono che tanto ha fatto per la comunità tricasina.
Le celebrazioni iniziate già il 23 giugno scorso
con la traslazione della salma ed esposizione delle spoglie presso la Chiesa Madre della Natività
della B. V. Maria proseguiranno il 6 luglio con
La Quercia Vallonea raccontata dai ragazzi
Gli alunni del Comprensivo 1° Polo di via Apulia
presentano un percorso di documentazione del territorio
Gli studenti delle classi V guidati dalle insegnanti,
Luigia Elia, Paola Nuzzo, Lucia Piscopiello e Rosaria Turco, hanno dato vita a un progetto ambientale
e sociale del territorio di Tricase. Il laboratorio dell’Istituto ha offerto agli allievi l’opportunità di uscire
dall’aula, utilizzando la macchina fotografica alla
scoperta di segni offerti dalla natura. Un percorso
eccellente per aver immortalato un vecchio gigante
vegetale (Vallonea), una cappella rurale, una masseria, incontrare persone anziane, ultimi testimoni
di una realtà ormai scomparsa.
“Il volume -spiega Anna Marinella Chezza, dirigente
scolastica- arricchito da un interessante corredo fotografico, costituisce un forte stimolo anche per future attività didattiche, collegate sia
all’insegnamento della storia, della geografia, del-
l’arte, delle scienze, della tecnologia sia all’accrescimento della conoscenza / coscienza del territorio nelle giovani generazioni”.
(G.N.)
un convegno ed una mostra presso la Sala del
Trono di Palazzo Gallone, il 7 luglio -data della dipartita del porporato- con una cerimonia
religiosa celebrata dal cardinale Salvatore De
Giorgi, arcivescovo emerito della città di Palermo, e l’inaugurazione di una targa commemorativa presso la casa natale del religioso. L’8
luglio si terrà un concerto musicale presso la
Casa di Betania. Altre iniziative, assicura il comitato, avranno luogo dopo l’estate.
Intanto le spoglie del Cardinale Giovanni Panico, che per i suoi impegni di delegato e nunzio apostolico di Santa Romana Chiesa -ricordiamo- è stato conosciuto nelle diverse nazioni del mondo quali Colombia, Cecoslovacchia, Argentina, Paraguay, Uruguay, Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Isole del Pacifico, Perù, Canada e Portogallo, riposeranno
in pace, come da sua volontà, nella cripta della Chiesa Madre di Tricase, sua città natale.
Giuseppe Bellimbeni
inSalute
Supplemento a Belpaese n. 466 del 30 giugno 2012
Coordinamento editoriale: Mariateresa Scrutinio
Curarsi con il cibo
Dieta e prodotti naturali rappresentano la migliore terapia di prevenzione
Oramai tutti conoscono l’importanza dell’alimentazione ai fini della salute ma non tutti sanno quali
sono gli alimenti giusti e come utilizzarli per ottenere dei risultati che
vanno dalla prevenzione di determinate patologie fino all’ottenimento di
una buona forma fisica.
L’organismo, per svolgere il ciclo delle reazioni chimiche (metabolismo)
alla base dell’attività vitale, ha necessità plastiche (rigenerazione cellulare), energetiche (attività fisiolo-
giche, mantenimento della temperatura, attività muscolari) e regolatrici(coordinamento delle varie funzioni)
che vengono assolte dagli alimenti. Le
funzioni plastiche vengono espletate da tutti i principi nutritivi ed in particolare dalle proteine (componenti
fondamentali delle cellule).
Le necessità energetiche vengono
esplicate da glucidi (zuccheri e amidi), lipidi e protidi. Tali principi alimentari vengono ossidati a livello cellulare attraverso la respirazione e li-
berano energia chimica. La funzione regolatrice viene assolta principalmente da acqua, vitamine e minerali. La carenza di alcune di queste sostanze rende difficile la funzione vitale dell’organismo per cui è molto importante assumere attraverso gli
alimenti tutto ciò di cui l’organismo
necessita variando sempre il menu.
Chiaramente gli alimenti devono
essere naturali (privi di inquinanti e
non raffinati) per mantenere intatte
le loro proprietà.
Sostanze necessarie e alimenti
CARBOIDRATI O GLUCIDI
In ordine decrescente di indice glicemico: glucosio, cornflakes,
carote, patate lesse, miele, pane bianco, miglio, riso, fave,
patate, rape, pane integrale, riso integrale, barbabietole, banane, uva, farina di grano, pasta bianca, granoturco, crusca,
biscotti all'avena, piselli surgelati, patate dolci, patatine fritte, pasta integrale, farina d'avena, fagioli in scatola, piselli
secchi, arance, succo d'arancia, fagiolini, ceci, mele, gelati, yogurt, pomodori, fagioli, lenticchie, soia, arachidi.
LIPIDI
In ordine decrescente di indice lipidico: gelato confezionato, olii vegetali (oliva, soia, mais), olii (di arachide, cocco,
fegato di merluzzo, germe di grano, girasole, mais, palma),
lardo, strutto, margarina vegetale, margarina, burro, noci pecan, maionese, noci e nocciole secche, noci fresche, pistacchi,
mandorle secche, pinoli, arachidi, mascarpone, anacardi, capocollo, mortadella, cioccolato al latte, panna o crema di latte, cocco fresco, salame, cioccolato fondente, pecorino, caciocavallo, caciotta, formaggio cremoso spalmabile, emmenthal, formaggio molle da tavola.
PROTEINE
Carne, pesce, uova, legumi secchi, latte e suoi derivati
MINERALI
Calcio: pane e farina bianchi, latte e suoi derivati, cereali,
broccoli, spinaci, verze, cipolla, crescione, alghe, cime di rapa,
cardi,fagioli, ceci cotti, lenticchie, soya, noci, mandorle, pi-
stacchi, uova, gamberi e gamberetti, polpo, cozze, ostriche,
trippa.
Ferro: fegato d’oca, cioccolato fondente, vongole, ostriche cotte, caviale, spigola, muesli, lenticchie, germe di grano, cavallo, coscia di pollo, ceci, patate lesse, seppie, pinoli secchi, fagioli, nocciole, arachidi, carne, pesce, interiora, cacao,
prugne, fichi.
Potassio: pane integrale, legumi secchi e freschi, asparagi,
cavoli, patate, spinaci, banane, uova, latte, pesce, cacao e
cioccolata, pomodori secchi, paprika, fagioli neri, pistacchi,
rosmarino secco, lenticchie secche, ceci, cioccolato fondente,
nocciole secche, uva secca, mandorle, cocco, castagne arrosto, prezzemolo, salame, trota, zucchine, mozzarella di bufala, funghi porcini, finocchi, prosciutto cotto, aglio, acciughe, carciofi, rucola, cavallo.
VITAMINE
B1: carote, spinaci, crescione, broccoli, cavoli, peperoni, pomodori, albicocche, arance, cachi, melone, banane, cocomero.
B2: lievito, latte, cuore, fegato, rognone, tè, mandorle, verdure a foglia verde.
B6: latte, uova, fegato, carni suine, lievito, mais.
B12: fegato, carne, pesce, uova, latte e suoi derivati.
C: agrumi, cavolini di Bruxelles, cavoli, broccoli, cime di rapa,
fragole, patate, peperoni, prezzemolo, pomodori, rosmarino,
kiwi.
D: olio di fegato di merluzzo, fegato, burro, margarina, aringhe, sardine, uova.
Molte delle malattie e dei disturbi che
ci colpiscono dipendono da cosa e
come mangiamo, soprattutto le patologie cronico-degenerative (cancro,
infarto miocardico, ictus cerebrale,
diabete, ecc.) pare siano in stretta correlazione con lo stile alimentare
“moderno”.
Le caratteristiche di questo attuale
modello nutrizionale che spesso possono provocare conseguenze negative
sono varie:
- Eccesso calorico: rispetto al fabbisogno medio (2.400-2.500 cal) la dieta attuale arriva ad essere composta
anche da mille calorie in eccesso. Il
sovrappeso e l’obesità derivanti dagli eccessi sono collegati ad altre situazioni quali diabete, ipertensione arteriosa, alcuni tumori, patologie dello scheletro e delle articolazioni.
- Problemi emotivi: stati di ansia e di
insoddisfazione, insicurezze e carenze affettive vengono spesso “compensate” con l’assunzione di cibo.
- Fretta: ingoiare troppo velocemen-
te masticando poco impedisce di avvertire il senso di sazietà al momento giusto, così si possono introdurre
fino a 300-400 calorie in più a pasto.
- Eccesso di proteine e grassi animali, zucchero e sale: rispetto al secolo
scorso il consumo della carne è quadruplicato, quello di grassi da condimento è triplicato, quello di zucchero è addirittura quintuplicato e si
arriva a consumare fino a 30 grammi di sale al giorno quando la dose
consigliata dall’OMS è di soli 5
grammi. Questo ha portato inevitabilmente ad un aumento di patologie quali ipertensione, insufficienza renale, malattie cardiocircolatorie e metaboliche.
- Carenza di fibre grezze: i cereali vengono consumati raramente nella
loro forma integrale e questa carenza è correlata a varie patologie che
vanno dall’infarto all’ipertensione
arteriosa, dal diabete alla stitichezza
fino ad emorroidi, varici, emorragie
cerebrali.
II
30 giugno 2012
inSalute
Proprietà benefiche di frutta
e verdura di stagione
Cetrioli
Sono composti al 95% d’acqua e sono ricchi
di potassio, magnesio e calcio. Contengono
Acido tartarico che impedisce la trasformazione dei carboidrati in grassi. Questo acido
si distrugge con la cottura quindi è necessario consumare l’alimento crudo.
Altre proprietà terapeutiche consistono nella capacità di pulire intestino e reni e di lubrificare le articolazioni, contribuiscono ad eliminare le tossine dall’organismo.
Sott’aceto, senza cottura, fungono da idratanti
e sbiancanti della pelle. Una maschera preparata con cetriolo tritato, olio d’oliva e qualche goccia di limone è efficace per la riduzione
delle rughe e per rendere la pelle più morbida e luminosa.
Melanzane
Appartengono alla famiglia delle solanacee,
sono composte per il 92% da acqua, per il 3%
da fibre alimentari, per l’1% da proteine, carboidrati, ceneri e zuccheri.
Sono ricche di potassio, fosforo e magnesio.
Contengono vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6), vitamina C, vitamina K, vitamina J. Contengono
anche aminoacidi quali acido aspartico, acido glutammico, leucina, valina, alanina,
arginina, lisina e prolina.
Svolgono una funzione depurativa dell’organismo, quindi
sono consigliate nei casi di
gotta, arteriosclerosi e problemi di infiammazione
alle vie urinarie. Potassio
e altri minerali conferiscono proprietà rimineralizzanti e ricostituenti.
Contengono alcune sostanze amareche contribuiscono
a stimolare la produzione di bile ed anche ad
abbassare il tasso di colesterolo “cattivo” nel sangue. Hanno anche proprietà
lassative, anche se non molto marcate,
sono quindi utili in casi di stitichezza. È importante non eccedere con i condimenti, in particolare l’olio, in quanto assorbono molto i
grassi.
Peperoni
Sono più ricchi di vitamina C rispetto a tutti
gli altri ortaggi, contengono anche molta vitamina P (che insieme alla vitamina C rafforza
del 46% il sistema cardiovascolare in quanto la P rende più robusti ed elastici i vasi sanguigni e la C elimina da essi il colesterolo).
Contiene anche vitamina A, E e vitamine del
gruppo B, molti sali minerali tra cui iodio, ferro, fluoro e zinco.
Hanno proprietà antisettiche, toniche, digestive, disintossicanti, stimolanti del sistema circolatorio, antidolorifiche, antireumatiche,
remineralizzanti e antiossidanti.
Vengono utilizzati dalle aziende farmaceutiche per la realizzazione di cerotti e pomate da
utilizzare contro i disagi causati dai reumatismi, poiché in grado di richiamare sangue alla
superficie dell’epidermide, con una reazione
di calore. Per lo stesso motivo vengono anche
usati nella realizzazione di prodotti cosmetici naturali, per contrastare gli inestetismi della cellulite. La cottura può distruggere fino al
60% di vitamina C. Una porzione di 50g di
peperoni crudi contiene più di 60 mg di vitamina C, il 75% della razione giornaliera raccomandata (RDA).
Pomodori
Sono costituiti dal 93% di acqua, il 2,9% di
carboidrati, lo 0,2% di grassi, 1% di proteine e 1,8% di fibre. Gli zuccheri presenti sono
glucosio e fruttosio, gli acidi sono quello citrico, che rappresenta il 90% degli acidi totali, e l’acido malico.
Gli aminoacidi dei pomodori comprendono
tutti quelli ritenuti indispensabili per l’alimentazione: l’acido glutamminico, l’acido
aspartico, la treolina e l’asparagina. Tra i pigmenti troviamo i carotenoidi, il licopene
(87%) e il Beta-carotene.
Il licopene possiede una marcata azione antiossidante e da studi recenti si è scoperto che
è in grado di rallentare la proliferazione di cellule tumorali. Secondo uno studio americano
consumare regolarmente pomodori diminuirebbe drasticamente il rischio di cancro alle
ovaie per la donna e alla prostata per l’uomo.
Grazie al licopene il pomodoro svolge anche
un’importante azione protettiva della pelle facendo ridurre notevolmente il rischio di scottature. La polpa di pomodoro viene utilizzata in cosmesi come ingrediente principale di
maschere tonificanti e nutrienti per la pelle. Per
ammorbidire la pelle si puòfrullare il pomodoro con un po’ di olio di oliva, il composto
che è un toccasana anche in caso di scottature da sole. Ottimo anche
per le piccole scottature domestiche, una fettina di pomodoro sulla
parte ustionata è un ottimo rimedio.
Albicocche
Sono composte in gran parte da acqua (85%
circa), proteine in minima parte, glucidi e
fibra alimentare; come minerali soprattutto potassio e poi calcio, fosforo, sodio e ferro. Vitamina A (due etti di albicocche forniscono il fabbisogno giornaliero di vitamina A per una persona adulta), C e PP.
Solo 28 calorie per 100 grammi di polpa.
Sono particolarmente indicate per chi ha
problemi di anemia o di spossatezza cronica,
per le persone convalescenti, per gli anziani e per i bambini nell’età della crescita. La
vitamina A è utile per lo sviluppo delle ossa
e per il corretto funzionamento di tutti i tessuti del nostro organismo, è in grado di stimolare la produzione di melanina, la sostanza responsabile dell’abbronzatura e
della protezione della pelle.
Il potassio presente nelle albicocche è in grado di prevenire vari disturbi a livello nervoso e muscolare. Il sorbitolo invece conferisce all’albicocca leggere proprietà lassative.
Nelle albicocche secche il contenuto di i sali
minerali che si trovano normalmente nel
frutto fresco rimangono intatti e, cosa più
importante, l’alto contenuto di fibra alimentare apporta benefici alle funzionalità
dell’intestino e riduce il tasso di colesterolo e di zucchero presenti nel sangue.
Fragole
Contengono vitamina C, molto utile per rafforzare le difese immunitarie dell’organismo,
vitamina E, B e K; discreta la presenza di sali
minerali quali ferro, sodio, potassio, calcio,
fosforo e magnesio. Hanno un alto contenuto di fibre e contengono pochissime calorie (meno di 40 ogni 100 g di polpa).
Sono un’ottima fonte di acido ellagico che
pare essere una delle sostanze con provate
proprietà antitumorali. Presenti, in piccole quantità, l’acido ossalico, folico (vitamina
B9) e malico.
Svolgono un’azione rigeneratrice nei confronti delle cellule sanguigne grazie all’acido folico che apporta benefici anche alla memoria agendo sul cervello tramite il liquido spinale. Sono rinfrescanti, rimineralizzanti, diuretiche e soprattutto hanno proprietà disintossicanti e depurative dell’organismo, soprattutto se mangiate a stomaco vuoto.
Apportano benefici anche sul miglioramento dell’umore, grazie alla loro capacità di stimolare la produzione di serotonina
e melanina. A differenza di molta altra frutta, possono essere assunte dai diabetici in
quanto lo zucchero in esse contenute è il
fruttosio che allo stato naturale è ben tollerato.
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casarano
La città si mobilita contro
la chiusura del Tribunale
Dopo il reparto di ostetricia dell’ospedale, anche la sede distaccata del Palazzo di giustizia
è a rischio chiusura. Dopo che sono stati spesi un milione e mezzo di euro in interventi strutturali
L’impressione che si ha è che si sta cercando di smantellare un’itera cittadina, che, da
centro di riferimento per tutto il basso Salento, si avvia inesorabilmente verso un futuro fatto di incertezza e di anonimato. Tuttavia, come è avvenuto per il punto nascita del “Ferrari”, dove la mobilitazione è stata e continua ad essere grande, il livello di
attenzione è tenuto alto anche sul fronte tribunale. A scendere in campo sono, innanzitutto, i membri della Camera forense di
Casarano, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di soppressione
indiscriminata delle sezioni distaccate del
Tribunale.
La mannaia dei tagli, giustificata dalla le-
gittima necessità di risparmiare, paradossalmente rischia di legittimare gli sprechi e
gli sperperi contro i quali è invocata. Esattamente come è accaduto per il punto nascita, di cui è stata decretata la chiusura da
parte della Giunta regionale subito dopo la
consegna dei costosi lavori di ammodernamento e di climatizzazione, la storia si ripete
anche per il tribunale. Se dovesse essere chiusa la sede casaranese, infatti, saranno vanificati interventi per oltre un milione e mezzo di euro.
A tanto ammontano i lavori che, negli ultimi sei anni, hanno interessato l’immobile, gravando quasi esclusivamente sulle
casse comunali. È stato il Comune, infatti,
Il futuro della Virtus e lo spettro dei debiti
Ennesima tegola sul Comune di Casarano. Dopo la decisione del patron
della Virtus, Paride De Masi, di cedere il titolo sportivo nelle mani del primo cittadino, qualora non si trovasse
nessuno disposto a rilevare la società, il prestito di un milione e 350mila
euro concesso dal Credito sportivo per
a sobbarcarsi la
quasi totalità della spesa, senza vedersi corrispondere alcunché dal
Ministero di Grazia e Giustizia, nonostante le rassicurazioni giunte
da Roma in merito ad un finanziamento legato al
fondo speciale per
l’edilizia giudiziaria. Il grosso dei lavori di ristrutturazione
dell’edificio si è avuto con il sindaco Remigio
ristrutturare e ampliare lo stadio passerà in capo al Comune.
Una bella batosta per un ente la cui
situazione è definita dallo stesso sindaco Gianni Stefàno “difficilissima” e
senza alcuna possibilità di indebitarsi a causa dello sforamento del patto di stabilità. Il Comune, in virtù della fideiussione approvata con delibera di Consiglio comunale nell’ottobre
del 2010, si è fatto garante del pre-
stito richiesto ed ottenuto dalla Virtus
Casarano. Ciò vuol dire che, se il titolo
non trovasse acquirenti, il Credito
sportivo esigerà dal Comune di Casarano la restituzione del debito, andando così ad aggravare le già precarie
condizioni economico-finanziarie dell’ente. La città potrebbe quindi trovarsi,
in un sol colpo, senza squadra di calcio e con un ulteriore e considerevole debito sul groppone.
Venuti. Alla Giunta De Masi, invece, si deve
la realizzazione della cabina di trasformazione bassa/media tensione necessaria per attivare l’impianto di climatizzazione.
A fronte di una spesa senz’altro impegnativa, Casarano si è dotata di una sede del tribunale moderna, efficiente e perfettamente funzionale che, però, rischia di dover chiudere i battenti a causa della politica di tagli che non ha risparmiato neppure la giustizia.
I casaranesi ed i cittadini del comprensorio
di certo non staranno a guardare. Quanto
le loro rivendicazioni potranno incidere sul
mantenimento della sede del tribunale e del
punto nascita non è dato sapere.
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30 giugno 2012
galatina
“Santa Caterina Novella”,
non si abbassa la guardia
Istituzioni, comitati e sindacati ancora in prima linea a difesa del reparto di Ostretricia dell’ospedale galatinese
A Galatina continua ad essere
alta l’attenzione perché non sia
messa in discussione la presenza del punto nascita al Santa Caterina Novella. Sembrava che
niente e nessuno potesse mettere in discussione il mantenimento del punto nascita di Galatina, dopo la delibera dello
scorso 5 giugno che ha “graziato” oltre al reparto di Ostetricia del “Santa Caterina”, i punti nascita di Tricase, Scorrano e Copertino, ma
le proteste di Casarano, Gallipoli e Nardò,
hanno fatto drizzare le antenne a chi si sentiva al sicuro. Insomma, i sindaci dei Comuni del distretto socio-sanitario di Galatina, le
sigle sindacali Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl dell’Area
Medica e dell’Area di Comparto di Galatina,
muro leccese
Lilt Lecce: da vent’anni la sfida del Salento al cancro
Si svolgerà sabato 30 giugno presso il Palazzo del Principe un convegno celebrativo
dei vent’anni di attività della Lilt nella nostra provincia
Era il 1992 quando nasceva a Casarano, ad iniziativa dell’oncologo Giuseppe Serravezza (nella foto), la Sezione Provinciale di Lecce della LILT; in contemporanea veniva attivata una presenza
della Lilt a Gallipoli, grazie alla compianta
professoressa Ilma Capirizzo. In tutto
questo tempo, la Lilt è cresciuta tantissimo ed oggi dal capoluogo al Capo
di Leuca funzionano ben 25 sedi dotate
di ambulatori. Il merito dei successi ottenuti è soprattutto dei mille volontari tra
medici, infermieri, psicologi, insegnanti e semplici cittadini, che mettendo generosamente a disposizione dei pazienti
il loro tempo e la loro competenza, hanno contribuito a rendere un prezioso servizio alla collettività. Per questo lavoro
quotidiano e per questa instancabile
opera, la Lilt di Lecce è oggi riconosciuta
ed apprezzata a tutti i livelli.
Il programma della manifestazione in
programma sabato 30 giugno alle 9 prevede, dopo un saluto della autorità, la
proiezione di un video sui 20 anni dell’attività della Lilt di Lecce. Quindi due
letture magistrali a cura del presidente
nazionale della Lilt, professor Francesco
Schittulli (Lo stato dell’arte nella lotta ai
tumori) e della dottoressa Paola Mosconi
dell’Istituto “Negri” di Milano, collaboratrice del professor Silvio Garattini
(Cittadini, pazienti, e associazionismo:
il valore della partecipazione al dibattito sulla salute) e due relazioni, da parte del direttore sanitario della Asl di Lec-
ce, Ottavio Narracci (La Rete Oncologica leccese) e del direttore generale della Asl di Lecce Valdo Mellone (Il Terzo Settore e la rete dei servizi soci-sanitari). Seguiranno una serie di testimonianze da
parte dei volontari della Lilt leccese e le
conclusioni del presidente provinciale
Giuseppe Serravezza.
il comitato difesa P.O. di Galatina, il Tribunale Diritti del Malato, A.V.O. P.O. Galatina,
il Comitato spontaneo difesa punto nascita di
Galatina, continuano a ribadire le loro ragioni.
Le parti sociali e i rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato che l’Area Nord-Salento e quindi i punti nascita di Galatina, Copertino, C.d.C. “S. Francesco”, vedono venire
alla luce 1.800 bambini l’anno. Molto più basso il dato della natalità nell’Area Sud Salento, cioè nei punti nascita di Casarano, Gallipoli, Scorrano, che contano 1.300 parti l’anno. Quindi? Secondo il punto di vista delle parti in causa, i dati confermano la lungimiranza della Regione Puglia che ha ritenuto necessari due punti nascita per l’Area Nord Salento: Galatina e Copertino e un punto nascita
per l’Area Sud Salento: Scorrano.
Il punto forte del Santa Caterina Novella? L’integrazione ospedale-territorio: un percorso costruito negli anni, attraverso una collaborazione tra il Consultorio, il reparto di Ostetricia e il reparto di Pediatria. Altro elemento
di non secondaria importanza riguarda gli effetti dell’azione combinata di reparti e consultorio che hanno incentivato il parto naturale (il numero di tagli cesarei è in forte diminuzione). Tra le altre questo percorso è risultato talmente significativo da essere scelto
anche da future mamme arrivate da fuori distretto: 80 donne su 210 nel 2011. (M.M.)
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nardò
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Sant’Isidoro, la marina “tradita”
Incuria, degrado e strutture fatiscenti: un gruppo di residenti
denuncia lo stato di abbandono del tratto di costa che negli
anni ‘60 ispirò Battisti e Mogol
La denuncia arriva da alcuni residenti che attraverso un puntuale e spietato reportage fotografico ci hanno segnalato lo stato in
cui versa Sant’Isidoro.
Ad oggi la marina neretina, un tratto di costa ionica tra Portoselvaggio e Porto Cesareo, è tutt’altro che
pronta per affrontare
l’estate. Le immagini
parlano chiaro: erbacce che “abbelliscono”
il lungomare sparse dappertutto
(nella foto a sinistra); marciapiede semidistrutto; spazzatura disseminata nei terreni vicini al mare
e alle strutture ricettive; segnaletica pericolante; giostre corrose
dalla ruggine. Per non parlare
dell’area che ospitava una fontana pubblica, ridotta ad un impresentabile ghetto (nella foto a
destra).
La mancata presenza delle istituzioni preposte, si sa, porta spesso
ad approfittarne. L’inciviltà di
qualcuno regna quindi
impunita. “Alcuni commercianti ad esempio denunciano i residentiparcheggiano i propri
furgoni nelle aiuole, devastando prati e marciapiede. La situazione
è ormai invariata da
anni. Conserviamo lettere raccomandate inviate ai vari amministratori che si sono succeduti. Al sindaco Vaglio, al Commissario
prefettizio, fino ad arrivare all’attuale primo
cittadino Marcello
Risi”. Ma le missive
gallipoli
Riqualificazione urbana e alloggi popolari, c’è il sì della Regione
Siglato l’accordo tra Vendola ed Errico: quasi 7 milioni di euro da destinare a
Gallipoli per la riqualificazione di immobili e arredo urbano
Nell’attesa che la Regione Puglia sbrogli “la matassa ospedale”, a viale Capruzzi nei giorni scorsi è stato firmato un
accordo tra Comune e Regione riguardante l’edilizia popolare.
Si tratta di una firma congiunta tra il governatore Nichi Vendola e il sindaco gallipolino Francesco Errico che consentirà alla Città Bella di ottenere circa 7 milioni di euro per
finanziare i Pruacs, ovvero i “Programmi di Riqualificazione
Urbana per Alloggi a Canone Sostenibile”. Si tratta di un tentativo di incrementare alloggi e servizi da fornire ai cittadini di quartieri a forte disagio abitativo.
I progetti vedranno la partecipazione mista di soggetti pubblici e privati, che coinvolgeranno la zona che va dai Cappuccini fino a via Palermo. Più precisamente, il finanziamento
servirà sia per migliorare le strutture già esistenti (i trenta
alloggi dello Iacp di Viale Europa) sia per realizzare nuove
strutture. Si tratterà in quest’ultimo caso di circa 30 nuove strutture immobiliari che sorgeranno nella Città Bella. Il
progetto prevede anche interventi di urbanizzazione di strade, verde attrezzato, rete idrica e un centro per i bambini.
Il primo cittadino non esita a definirla “una boccata d’ossigeno per una problematica, quella relativa alla casa, sempre più di stretta attualità per i cittadini, specie in una realtà a fortissima vocazione turistica come Gallipoli. Una problematica su cui i Comuni possono fare ben poco, se non
promuovere progetti ed interventi che vadano nella direzione
dell’accordo siglato in Regione con il presidente Vendola.
Un accordo che consentirà di dare risposta anche alle istanze del settore edile, garantendo lavoro ed occupazione grazie ai cantieri che si apriranno per realizzare questo programma. Pertanto l’Amministrazione farà di tutto perché questo processo virtuoso per l’occupazione lavorativa ed abitativa possa iniziare quanto prima”.
(S.M.)
sembra non siano servite a molto,
come ci ricordano gli abitanti del
posto: “Il risultato? Sempre lo stesso…”.
In effetti storicamente la marina di
Sant’Isidoro gode di attenzioni assai minori rispetto alle “sorelle
maggiori” Santa Maria al Bagno
e Santa Caterina, che quasi sempre ospitano anche la maggior parte degli eventi estivi. C’è intanto
chi ha perso le speranze e propone di munirsi di decespugliatore e
organizzare una pulizia “fai da te”
di prati e aiuole pubbliche. “Non
vorrete mica aspettare che intervenga l’Amministrazione, no?”,
chiede qualcuno sarcasticamente
su Facebook. La leggenda vuole
che quello di Sant’Isidoro fu il
mare che ispirò Battisti e Mogol
per la creazione di uno dei loro
pezzi più celebri, La canzone del
sole. Il duo più famoso della musica leggera italiana pare infatti
che in un’estate di fine anni ‘60 abbia soggiornato nella marina neretina, e proprio qui sia nato il
brano delle “bionde trecce e gli occhi azzurri”. Forse nemmeno loro
avrebbero immaginato che quel
mare potesse provocare, alcuni decenni più tardi, denunce e polemiche da parte dei cittadini della
marina ionica che provano a difenderlo e preservarlo.
Stefano Manca
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Informazione pubblicitaria
Nel borgo antico di Palmariggi
appuntamento con le “Puteche aperte”
Sabato 30 giugno e domenica 1° luglio il centro storico del comune salentino torna ad
essere il teatro di un atteso evento in grado di solleticare i sensi e stuzzicare i palati
L’arrivo dell’estate nel Salento sembra scandito e ritmato dalla parola
d’ordine “aprire”: si aprono i fiori per
accogliere al meglio i raggi di sole sui
loro petali, i secolari alberi di ulivo ed
i leggiadri pini marittimi assomigliano a miriadi di paracadute aperti a protezione del corpo di aviatori appena atterrati. L’etimologia stessa
della parola sembra poi essere un
omaggio alla nostra millenaria cultura del saper fare e del saper dare:
aprire significa, infatti, anche “spalancare le porte a…”.
Tanti anni fa, con l’arrivo dei primi caldi, si spalancavano gli usci delle
“puteche” e, per le stradine assolate e deserte dei paesi, si poteva udire il variegato rumore di fondo di ferventi attività ancora oggi rappresentative del nostro saper fare. Si
sentivano gli incessanti ticchettii dei
maestri scalpellini, in grado di dare
alla dura pietra le sembianze di
sculture viventi; gli scampanellii sincopati degli incudini dei maestri fabbri, alla perenne ricerca di una refrigerante folata di vento, caldo sì ma
mai quanto il ferro rovente sapientemente addomesticato dalla forza
delle loro braccia; lo strofinio dei torni dei maestri terracottisti e vasai, a
loro insaputa artefici di una strana lingua punteggiata da “’ozze”,“’ummili”, “quartare”, “puddhri”, “capase”,
“capasuni”.
Tanti anni fa, nelle torride sere
d’estate, si aprivano anche le porte
delle “puteche de mieru”, frequentatissimi luoghi di culto pagano, dove
si osannava il dio Bacco e si saziava
l’atavica arsura dei nostri nonni tra un
giro e l’altro della versione salentina della roulette, u “patrunu e sutta”,
dove il rosso ed il nero erano i colori dei “ menzi quinti” in palio, e le fiches venivano incassate dai vincitori direttamente in “liquidi”, accompagnando la “riscossione” con lupini, pittule, “brusca tizzi” e “pisce
frittu” che portava con sé ancora intatto il profumo del mare.
Tanti anni fa, appunto! Ovvero il nostro passato, un tempo odiato, tradito
e ripudiato, ed oggi da molti ambito
ed indicato come unica ed ineluttabile via aperta verso un futuro realmente sostenibile, vivibile e condivisibile.
“Puteche Aperte” vuole essere, allora, il cerchio perfetto, l’O di Giotto,
di una tradizione millenaria: proiettare nel futuro il saper fare della nostra terra, spalancando le porte del
passato ai visitatori e facendo assaggiar loro i prodotti della gastronomia di un tempo e toccar con
mano i risultati di un’insuperata
maestria artigiana, all’insegna del saper dare proprio del nostro culto dell’ospitalità e dell’accoglienza senza
limiti.
Anche quest’anno, lo spettacolare dedalo di viuzze del centro storico di
Palmariggi, con il suo irripetibile
equilibrio di basolati, pietra leccese
e calce bianca, si trasformerà per due
giorni in una sorta di palcoscenico diffuso di uno degli appuntamenti più attesi dell’estate salentina: la III° edizione di “Puteche aperte”.
I prossimi 30 giugno e 1° luglio si rinnova, infatti, il tradizionale appuntamento con la manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale
“Mons Jovis”, con il patrocinio di
Regione Puglia, Provincia di Lecce,
Comune di Palmariggi e Pro Loco
Montevergine, che farà rivivere l’atmosfera delle antiche puteche di
paese attraverso la degustazione di
pietanze, rigorosamente a Km. 0, che
mantengono intatti i profumi ed i sapori delle antiche ricette dell’arte culinaria salentina, fatte di pesce fritto, “fave e cicureddhre greste”, arrosti, salumi e formaggi locali e, per
chi ama il dolce brivido della roulette salentina, con la possibilità di
“puntate” vincenti sul buon vino nostrano.
La promozione delle tradizioni passa anche attraverso il “concorso
dell’olio paesano”, nato con l’obiettivo di premiare il “miglior olio senza etichetta”, ed a cui potranno partecipare tutti i piccoli produttori locali
e le famiglie di Palmariggi che pro-
ducono olio per consumo personale e familiare. “Puteche aperte”,
però, si connota sempre più come
strumento e momento di promozione dell’artigianato locale e vuole
essere un volano per la diffusione del
saper fare dei nostri artigiani, attraverso un percorso espositivo tra lavori in ferro battuto, ceramica, pietra e corniceria realizzati da maestri
salentini.
Nella terra della taranta non può esserci festa senza ritmo, ed è quindi
naturale che l’atmosfera delle due
serate sia riscaldata e movimentata
dalla suggestiva musica tradizionale e dagli ipnotici ritmi della pizzica di
Cunserva Mara e Criamu, entrambi
eclettici gruppi salentini. Ai tantissi-
mi visitatori, non ci resta che augurare due bellissime serate con la promessa di accoglierli con le porte
spalancate dell’ospitalità e delle
buone tradizioni salentine.
Giovanni Chiarello
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La fede oltre il mito
La storia (e la leggenda) della santa patrona di Scorrano
e l’origine della festa più spettacolare dell’estate salentina
Santa Domenica di Tropea è la protettrice di Scorrano, la cui festa si celebra il 5, 6 e 7 luglio con uno scenario ricco di luminarie, di gare pirotecniche tra aziende locali, spettacoli
musicali, concerti e via dicendo. Tre
giorni assolutamente suggestivi, che
però celebrano anche una grande fede
verso una santa, che in gergo scorranese viene chiamata “la Madonna”,
tanto è amata.
Santa Domenica nacque nella seconda metà del 200 dopo Cristo, in un periodo di forti persecuzioni contro i cristiani per mano dell’Impero Romano,
tanto che fu martirizzata nel 303 sotto l’imperatore Diocleziano, per aver
voluto difendere il proprio credo a costo della vita. Ma ciò che lega la santa
a Scorrano è un miracolo avvenuto
molti secoli dopo la sua morte: nel
1600, la peste infuriava a Scorrano, così
una donna invocò la vergine di Tropea
per salvare la vita al figlio maschio, facendo voto di accendere un lume ed
esporlo alla finestra. Il suo esempio fu
raccolto anche da altre concittadine e
Scorrano fu salva dalla peste. L’evento miracoloso viene ricordato ogni
anno, un mese prima della festa di santa Domenica: la comunità scorranese
è usa a lasciare le luci esterne delle abitazioni accese in ossequio alla santa
vergine e martire.
Sono tante anche le leggende metropolitane legate al culto della santa, con
un effetto positivo: rafforzare la fede dei
credenti sempre più. Si dice che intorno alla metà dell’800, si volesse effettuare uno scambio di santi patroni
tra Maglie e Scorrano, comunità che
stava per accettare quale suo patrono
san Nicola, che in quel momento per
la comunità magliese era ritenuto avido di miracoli. Doveva avvenire uno
scambio di statue, attraverso le strade
di campagna che collegano i due paesi, ma si dice che, mano a mano che
Santa Domenica, la festa della luce
Tre le aziende del territorio sempre presenti nella festa patronale
con le loro luminarie conosciute in tutto il mondo
giungeva verso il confine, la statua di
santa Domenica diveniva sempre più
pesante, fino a costringere i portatori
ad arrestarsi e lasciando un’impronta
profonda della terra, affermando così
il suo volere a restare a Scorrano.
E oggi, più che mai, gli scorranesi si rivolgono ancora a santa Domenica,
che è anche patrona degli agenti atmosferici, per farsi proteggere dai fulmini o da eventi catastrofici come la
tromba d’aria del 2000.
Dalla salvezza dalla peste per mano
di santa Domenica, la comunità scorranese ha tratto la tradizione delle luminarie. Si tratta di una tradizione
non da poco, che crea posti di lavoro, indotto economico e anche prestigio, perché le parazioni vengono
“esportate” dalle tre aziende di luminarie scorranesi in tutto il mondo.
Un tempo le luminarie erano a olio,
poi c’è stata la rivoluzione della lampada a filamento, fino all’ennesima quella del led- che consente un notevole risparmio energetico.
Ma la festa di santa Domenica è
sempre speciale: perché le aziende di
luminarie ci mettono tanta devozione, le loro luci devono raggiungere il
cuore della santa e quindi devono essere sempre bellissime e molto suggestive. Quest’anno, per l’occasione,
le tre aziende hanno in serbo novità
assolute: la ditta De Cagna sta preparando infatti una riproduzione del
Tower Bridge di Londra, che costituirà una passeggiata romantica sulle luminarie, mentre la ditta di Lucio
Mariano sta preparando delle enor-
mi figure geometriche, come un cubo
dell’altezza di circa 20 metri, e infine l’azienda di Massimo Mariano
ha in serbo un sempre attuale Colosseo.
Le luminarie costituiscono una delle ragioni per cui la festa di santa Domenica diviene occasione per il turismo. “Quest’anno ci aspettiamo molta più affluenza di turisti per la festa
di santa Domenica -racconta il neosindaco Antonio Mariano (nella
foto), avvocato, la cui famiglia è anche nel campo delle luminarie-. L’anno scorso era stimato l’arrivo di
200mila persone, ma stavolta le attese sono ben oltre, stando ai dati forniti dalle strutture ricettive di Scorrano, completamente piene, e quelle dei paesi limitrofi”.
Previsti, tra i turisti, un gruppo di Valencia che sta preparando una mostra
appunto sulle luminarie e altri gruppi dalla Cina, dalla Corea, dagli Stati Uniti, dal Giappone. Non mancheranno i gemellati di Pentone, il Comune calabrese con cui Scorrano ha
messo in piedi una singolare fratel-
lanza basata
appunto sulla
luce. Mentre
Scorrano possiede le luminarie, Pentone ha le “luminere”: si tratta di una
tradizione dei paesini di montagna
della Presila, secondo la quale si
stendono dei fili cui sono appese
delle palle colorate intrise di cherosene (in antichità si usava però la
pece), cui viene dato fuoco generando l’effetto di un filo di luce con diversi
punti fiamma. Mentre le luminarie
venivano utilizzate in antichità per
rompere la prospettiva urbana del
paese, le luminere venivano utilizzati per portare buone notizie, divenendo, come le loro sorelle salentine,
elemento fondante delle feste e della religiosità. Sarà una festa di luci
quindi santa Domenica, luci che simboleggiano in toto la comunità di
Scorrano attraverso la fede, ma anche l’intraprendenza e la creatività dei
luminaristi che si tramandano il mestiere di generazione in generazione.
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Per segnalazioni:
REDAZIONE DI BELPAESE
via Gallipoli, 98 - 73024 Maglie.Le
Tel./Fax: 0836.426350
e-mail: [email protected]
spettacolo
a cura di Claudia Mangione
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É=~=ãÉ=ëíÉëë~I=ëÉãéêÉÒ
Da 15 anni sui palchi di tutto il mondo, la cantante salentina si racconta
in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro discografico, Bona crianza
Come il colore rosso rubino dei gerani e quello oro del grano battuto dal sole del meriggio. Come la
frescura all’imbrunire tra le file odorose delle piante di tabacco, sotto
la luce bella della prima stella della sera, così è l’essenza del canto di
Enza Pagliara. Una cascata di emozioni che trasuda i palpiti cangianti di questa terra e che ora in
Bona crianza (AnimaMundi edizioni), il suo terzo album, assume
i contorni più ironici e spensierati
del viver quotidiano o la forma de-
licata dei ricordi dell’infanzia.
Bona crianza dà il nome all’album
e ad una delle undici tracce racchiuse in esso. A cosa si riferisce tale
espressione?
Bona crianza è da me inteso nel senso di essere riconoscenti alla tradizione. La buona creanza rispetto
alla tradizione, l’accostarsi cioè
alla musica tradizionale dandole attualità e mantenendo però intatte
le caratteristiche che la rendono preziosa, affinchè chi verrà dopo di noi
abbia la possibilità di attingere
alla fonte della tradizione trovandovi una sorgente ancora pura. Il
brano è invece il racconto con cui
evoco come erano, quando ero
piccola, le mie mattine al risveglio
con le mie due sorelle mentre i nostri genitori erano già andati a lavorare in campagna. Nella canzone, infatti, parlo di mia madre che
si alzava quand’era ancora buio, e
dico: “Se ausa prima cu se ausa lu
sule, lucisce prima a casa e poi ddha
fore”. Come parlo di mio padre,
che ha doti straordinarie, riesce a
piantare qualsiasi cosa e a farla fiorire sempre. “E sirma tutte cose
sape fare, puru le petre sape fa’ fiurire”. C’è poi il riferimento a Torchiarolo, il paese dove sono cresciuta, a cui sono profondamente legata. Sulle origini del suo nome esistono due significati: il turco inca-
tenato o il torchio che, premendo
le olive, faceva venir fuori una sostanza simile all’oro, l’olio. In Bona
crianza dico: “Nu turcu cu’ lu
pete ‘ncatinatu, nu torchiu ca filava a filu d’oru”.
Il titolo dell’album, come pure la
foto di copertina, evocano un’immagine di limpidezza e di semplicità. È l’effetto da te cercato?
Quando un canto mi risuona dentro ho voglia di cantarlo, in caso
contrario non riesco a farlo. Penso
sia questa la limpidezza di cui parli, cioè il non fingere di esser quella che non sono e in questo lavoro,
in particolare, avevo bisogno di non
fermarmi sugli abbellimenti fini a
se stessi, ma di muovermi verso l’essenzialità e la sostanza, dando una
forma quasi naturale al canto.
Mi parli del brano O’ andramu pai
(Klama)?
Il testo è di Franco Corlianò. In Italia è conosciuto come Klama, in
Grecia come O’ andramu pai ed è
un pezzo molto amato e diffuso lì.
Lo cantava Maria Farantouri dopo
il periodo dei Colonnelli, per loro
è un canto partigiano come da noi
Bella ciao. Il fatto che lo abbia scritto un nostro amico di Calimera mi
emoziona e inorgoglisce molto.
Immaginiamo di dispiegare il filo
del tempo, partendo dal 2002 con
Donna de coppe, passando al 2009
CD
Léonie – Sveva Casati Modignani
Léonie, questo il titolo del
nuovo romanzo di Sveva Casati Modignani, questo il
nome della protagonista femminile. In perfetta armonia
con temi e personaggi cari
alla scrittrice, Léonie parla di
una famiglia benestante della Milano anni venti, all’apparenza lineare, ma i cui componenti si caratterizzano per
il loro essere sui generis e per
la profonda legge dell’omertà negli affari personali. La
Vorrei volare è un omaggio, straordinariamente intenso, al grande
Uccio Aloisi?
Sì. Mi sono innamorata di questo
brano per il modo in cui lo cantava Uccio, la poesia che ci metteva
nel farlo è bellissima. La mia è una
maniera di ricordare lui, la sua poesia e la semplicità con cui lo proponeva. Vorrei volare ha un modo
di esser cantato così semplice e orecchiabile. Ciò che lo rende prezioso
è proprio la sua semplicità, insieme
alla verità che ci si mette dentro; se
quello che dici attraverso le sue strofe ce l’hai dentro, gli altri lo vedono. Io ho scelto quelle che dentro
di me risuonano in un certo modo
proprio per continuare a ricordare Uccio.
Informazione pubblicitaria
Le recensioni di Libri&Musica
LIBRO
con Frunte de luna, fino a oggi. Che
tipo di metamorfosi c’è stata, se c’è
stata, in te e nella tua musica?
In Donna de coppe ero acerba e il
modo di affrontare e di cantare i
brani era quello di esser assolutamente fedele alla tradizione. Mentre in Frunte de luna è stato esser
fedele alla tradizione, ma anche a
me stessa. Ho fatto, cioè, un passaggio ulteriore, portare queste
cose dentro di me e farle uscire con
la mia voce vera. Ovviamente sono
tappe di vita. Nel 2002 ero più piccola, quando è uscito Frunte de
Luna ero cambiata e avevo la forza di far sentire chi ero e cosa volevo dire. Bona Crianza è per certi versi un lavoro di transizione tra
i due.
stessa Léonie, giovane francese squattrinata che sposa il
nipote Guido, entrerà a far
parte del meccanismo “meglio tacere”, fino a quando non
sarà più possibile chiudere gli
occhi di fronte a segreti che
tali non possono più restare.
La Modignani, ormai definita
“donna dei bestseller” racconta un mondo di personaggi forti, determinati, inevitabilmente ricchi di pregi e
difetti, sempre incantevoli.
Living Things – Linkin Park
Non appena Shinoda ha annunciato, nel corso del 2011,
l’imminente uscita del quinto album dei Linkin Park,
l’attesa è cresciuta a dismisura ed è stata soddisfatta
solo lo scorso venerdì 22
giugno, con la pubblicazione
in Italia di Living Things. La
mente del gruppo ha tenuto a specificare
che si tratta di
un album “più
personale”, a
differenza degli
ultimi maggiormente incentrati su tematiche universali, e
che avevano lasciato un po’ a
bocca asciutta i fan delle primissime produzioni dei Linkin
Park. Ma questo nuovo album è
fatto bene, il gruppo ha ritrovato la giusta armonia tra rock ed
elettronica, tra brani forti e ballate immancabili, concentrando
ben dodici tracce in soli quaranta minuti di musica ben curata. Dopo 12 anni di successi e
flop, la band torna con un lavoro impeccabile.
MAGLIE Via Indipendenza - Tel. 0836.485642
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30 giugno 2012
Domenica 1
LE NARRAZIONI DEL PLANETARIO
PORTO SELVAGGIO, Masseria di Torre Nova - ore 21
Nell’ambito della rassegna estiva “I teatri di Torre Nova”, presso la storica masseria la cooperativa Thalassia di Brindisi porta in scena Le narrazioni del Planetario. Un’affascinante possibilità per scoprire le storie custodite da ogni costellazione e imparare a conoscere i nomi di quelle stelle che risplendono nella notte. Info: 0833.571871.
appuntamenti_eventi_curiosità
Sabato 30
SABATO 30
DOMENICA 1
LUNEDI 2
ATTORI BARBONI PER UN GIORNO
LECCE, centro storico – ore 19
Ritorna l’evento collettivo annuale, alla sua seconda edizione,
“Attori barboni per un giorno”: dal palcoscenico alla strada per ritrovare il pubblico e la propria funzione. Un grande raduno di attori, ma anche musicisti, danzatori e artisti
delle varie discipline che desiderano mettersi su un palchetto
a vendere al dettaglio la propria arte. Info: 327.7357690.
DOPOTUTTO
COPERTINO, via Spallanzani - ore 19
Sarà presentata, in anteprima assoluta, la proiezione del videoclip Dopotutto dei salentini Muffx. Una ghiotta occasione
per conoscere più da vicino i 4 musiscisti, Luigi Bruno, Alberto
Ria, Gianna Greco, Cristiano Colopi, e il loro terzo lavoro discografico Époque, uscito il 10 aprile scorso.
Info: www.muffxmusic.com.
CREATIVITÀ IN GIOCO
LECCE, Workin’ studio - ore 8.30/13.30
Ai nastri di partenza la prima “Creatività in gioco”, residenza artistica per bambini dedicata a musica, teatro, manualità e movimento. Le attività saranno tenute da Irene Scardia, Silvia Lodi, Cristina Mileti, Lea Barletti e Cecilia Maffei.
Info: 0832.650815, www.workinproduzioni.it.
PUTECHE APERTE
PALMARIGGI, centro storico – ore 19.30
Anche quest’anno il centro storico di Palmariggi si trasformerà per due giorni nel palcoscenico a cielo aperto di uno
dei più attesi appuntamenti dell’estate salentina: la III° edizione di “Puteche aperte”. L’evento farà rivivere l’atmosfera delle antiche puteche attraverso la degustazione di ricette
tipiche dell’arte culinaria salentina. Info: 340.8522894.
MY MOON (LA LUNA È MIA!)
CASARANO, Ass. Astronomica “San Lorenzo” - ore 20.45
Le osservazioni al grande telescopio dell’Osservatorio Astronomico saranno oggi dedicate all’oggetto celeste più luminoso
ed affascinante della volta celeste, la luna. Per trascorrere una
serata in compagnia del nostro unico satellite naturale, da sempre fonte di ispirazione per i cuori di ogni latitudine e tempo.
Info e prenotazioni: 328.8356836.
INAUGURAZIONE CASABLANCA
PORTO SELVAGGIO, Casablanca - ore 23
Al via la stagione 2012 del Casablanca. Totalmente rivoluzionato per le iniziative musicali, si propone come nuovo contenitore alternativo del Salento, un punto di riferimento per
chi ha voglia di aggressive novità. Ingresso libero entro le
ore 00.30, dopo 5 euro. Info: 328.0518184.
MILONGA DI SALUTO
MERINE, Giardini di Atena - ore 22
Con questa serata di tango argentino cala il sipario sulla terza edizione del “Festival Salento in Tango”. Meravigliose tande e cortine per salutare i numerosi turisti tangueri accorsi
a Lecce da tutta Italia e non solo, dando loro appuntamento al prossimo anno. Ingresso a pagamento. Info: 334.9748230.
BEAT IN THE PARK
COPERTINO, Parco Grottella – ore 22
Tutti i lunedì il grande dj Vivaz infiamma il dancefloor del Parco Grottella, facendo battere le mani al ritmo di nu.disco-deep
e tech house. Co-autore del progetto “Salentini Generali” Beppe Viva, in arte Vivaz, nel 2006 fonda con l’amico Andro (aka
Andrea Mariano) il progetto musicale Codefish&tuna. Ingresso
gratuito. Info: www.myspace.com/djvivaz.
MARTEDI 3
MERCOLEDI 4
GIOVEDI 5
VENERDI 6
DI CHE PASTA SIAMO FATTI QUI
SAN CESARIO DI LECCE, Quoquo Museo - ore 18/21
Nel mondo di Quoquo, dove di casa è il sapore, gustosa mostra della pasta fresca e secca made in Salento: i formati e
i condimenti, tavole d’artista, installazioni, libri e ricette, perfomance culinarie, degustazioni e soste golose. A cura di Titti Pece, art director Marcello Moscara. In collaborazione con
l’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri. Info: www.quoquo.it.
SOTTO IL VESUVIO DI ANDY WARHOL
LECCE, San Francesco della Scarpa – ore 9/13 e 16/20
Promossa da Comune di Lecce, Provincia di Lecce e Associazione Dimore Storiche Italiane - Sez. Puglia, l’esposizione porta a Lecce l’imponente opera di Warhol dedicata al
Vesuvio. L’allestimento prevede inoltre una serie di nature morte del ‘600 e del ‘700, opere di artisti napoletani e la serie
di fotografie pastellate di Vittorio Pescatori. Info: 0832.683503.
L'ALTRO NILO. IL SUDAN DALLA PREISTORIA AI FARAONI
LECCE, Complesso Studium 2000 - ore 9/13.30 e 15/17.30
Curata dalla professoressa Isabella Caneva, la mostra illustra
i risultati di oltre 30 anni di scavi e ricognizioni in Sudan da
parte della “Missione italiana per Ricerche preistoriche” in Egitto e Sudan dell’Università del Salento. Ingresso gratuito. Info:
0832.294253.
SUD DEL SUD
LECCE, Castello Carlo V – ore 9/13 e 17/21
Le sale del Castello Carlo V fanno da sfondo alla mostra dell’ artista leccese Ercole Pignatelli, oltre alle due esposizioni
d’arte figurativa già presenti al Comune di Lecce. Questa porta il titolo di “Sud del sud”, è curata da Salvatore Veca e resterà aperta fino al 30 settembre. Info: 0832.682111.
DA UN MOMENTO ALL’ALTRO
LECCE, Palazzo Vernazza - ore 19.30
Vernissage della mostra “Da un momento all’altro” del noto
artista newyorkese Randy Klein, organizzata da Sm-Artlab, con
la collaborazione di Art&Ars Gallery di Gigi Rigliaco. Oltre cento sculture e opere grafiche in una maestosa esposizione che
occuperà l’intero primo piano del magnifico Palazzo Vernazza. Info: 329.6872838.
DI CHE PASTA SIAMO FATTI QUI
SAN CESARIO DI LECCE, Quoquo Museo - ore 18/21
Nel mondo di Quoquo, dove di casa è il sapore, gustosa mostra della pasta fresca e secca made in Salento: I formati
e i condimenti, tavole d’artista, installazioni, libri e ricette, perfomance culinarie, degustazioni e soste golose. A cura di Titti Pece, art director Marcello Moscara. In collaborazione con
l’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri. Info: www.quoquo.it.
A BER RIFLETTERE
SAN CESARIO DI LECCE, Quoquo Museo - ore 20
Si può scegliere il format da una o da tre lezioni e poi scegliere tanti temi di approfondimento: il laboratorio permanente
di educazione al piacere del vino si personalizza, infatti, sulle esigenze di ciascuno affinchè il mistero/stupore del vino
si svela in forma di nuova conoscenza e piacere. Direzione e
conduzione a cura di Rita Baldassarre. Info: 380.7558512.
PICCOLO SCIENZIATI CRESCONO
CALIMERA, via Europa 95 – ore 9/12
Sono partite le attività estive del Museo di Storia Naturale del
Salento-Osservatorio Faunistico Provinciale. Campi scuola che
permettono a bambini e ragazzi, dai 6 ai 16 anni, di imparare tutto sulla cura degli animali selvatici e esotici ricoverati presso il centro, insieme alla possibilità di scoprire il meraviglioso mondo dei fossili e dei minerali. Info: 0832.875301
IL CARAVAN DEL CLOWN
OTRANTO, Lungomare degli Eroi - ore 21.30
Nell’ambito del calendario di eventi primavera-estate 2012
del Comune di Otranto, serata dedicata ad un divertente spettacolo di clowneria. Il Lungomare degli Eroi si animerà con tante gag comiche, di giocoleria e di equilibrismo, e con una miriade di palloncini colorati. Info: www.comune.otranto.le.it.
GRAFITE È MUSICA
ARADEO, Skatafashow – ore 19
La nota esposizione “Grafite è musica” della pittrice Paola
Rizzo approda nel salone dello Skatafashow, dove rimarrà
aperta al pubblico sino al prossimo 8 luglio. Una straordinaria rappresentazione in arte dei volti più noti del panorama musicale pugliese. Info: www.paolarizzo.net.
PALPITI DI DONNA
ANDRANO, Piazza Castello - ore 20.30
L’Adelfia, Società Cooperativa Sociale Onlus, in collaborazione
con l’Ass. Anziani e Infanzia e con il patrocinio del Comune
di Andrano, porta in piazza la pièce teatrale dal titolo Palpiti
di donna: la storia del soprano Maria Callas interpretrata da
alcuni ragazzi ospiti della struttura, insieme ad altri attori amatoriali del mondo c.d. esterno. Info: 329.3348276.
DANCE OF YAO
LECCE, Cortile dei Celestini - ore 21.30
Per la prima volta l’Orchestra “T. Schipa” eseguirà Dance of
yao, curioso brano cinese in apertura di un programma classicissimo diretto dall’eccellente direttore e pianista cinese Xu
Zhong Liu Tie-shan - Mao Yuan, che proprio di recente è stato nominato direttore artistico al Teatro Massimo Bellini di Catania. Info e biglietti: 0832.246517.
Rapsodia Araba
CAVALLINO, Circolo ippico
“Tempi Nuovi” - ore 21
Il Salento incontra l’Oriente
con “Rapsodia Araba. Omaggio a Mahmoud Reda”, la
manifestrazione dedicata alla
danza del ventre che, tra veli
trasparenti e il tintinnare leggero delle monetine delle cinture, trasformerà per una sera
Cavallino nell’ombelico del
mondo. Giunto alla sua quarta edizione l’evento, organizzato dall’Awalim Danze Orientali di Francesca Montefusco e Francesca Dell’Atti, vedrà protagoniste 35 ballerine di danza del ventre. Danza antichissima, che affonda le sue radici nel
periodo mesopotamico, la danza orientale è oggi a
tutti nota per i numerosi benefici che offre a livello
fisico, e non solo. Favorisce, infatti, una postura ottimale, allentando la tensione della zona lombare, e
dona energia, leggerezza, sensualità e dolcezza ai movimenti. Ingresso libero. Info: 328.7577206.
A MODO SUO
LECCE, E-lite Studio Gallery - ore 20
Il nuovo spazio espositivo leccese E-lite Studio Gallery inaugura la mostra “A modo suo. Aspetti della pittura contemporanea”. Uno sguardo sulla figurazione attraverso le opere di Dario Agrimi, Carmine Antonucci, Pierluca Cetera, Carlo Cofano, Jara Marzulli, Cristiano Pallara, Alessandro Passaro,
Massimo Quarta,Tina Sgrò. Ingresso libero. Info: 393.8763086.
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30 giugno 2012
sport
a cura di
Pasquale Marzotta
L'Us Lecce trova Tesoro
Ed in panchina arriva Lerda
Ufficializzata la stipula del contratto preliminare che vede il club giallorosso passare
dalla famiglia Semeraro ai Tesoro. Intanto è stato ingaggiato il tecnico piemontese
con un contratto biennale (a prescindere da qualsiasi categoria si ripartirà)
Per l’Us Lecce è partito il nuovo corso “targato” Tesoro. E si è chiusa
l’era in giallorossa della famiglia Semeraro. Dopo la grande attesa
sulla trattativa per la cessione del
club alla fine è arrivata la formalizzazione dell’accordo, attraverso
la stipula di un contratto preliminare, per la cessione dell’intero
pacchetto azionario a Savino Tesoro (nella foto in alto). Al momento, secondo il comunicato ufficiale del club dal proprio sito web,
l’intesa prevede che “la società
sarà gestita congiuntamente dai
gruppi contraenti, con la permanenza dell’attuale consiglio di amministrazione arricchito dalla presenza di due rappresentanti del
gruppo acquirente, fino all’approvazione del bilancio al prossimo 30
giugno e, comunque, fino alla stesura del contratto definitivo, che avverrà entro il 15 settembre. Ciò consentirà, comunque, agli acquirenti di operare e gestire la società secondo i propri programmi”.
Così si è chiusa la gestione Semeraro per quasi 18 anni alla guida del
club giallorosso. Ora è già in piena programmazione il Lecce di
Savino Tesoro, che conterà in società su un ruolo importante affidato al figlio Antonio, che ricopri-
rà l’incarico di responsabile dell’area tecnica.
Seppure il Lecce è regolarmente
iscritto al campionato di serie B e
nonostante non si conoscano ancora le decisioni della Procura Federale in merito ad eventuali penalizzazioni o retrocessione in Lega
Pro Prima Divisione per il caso “calcio-scommesse” o sulla presunta
combine del derby; la famiglia Tesoro ha già ingaggiato il nuovo tecnico. Sulla panchina giallorossa è
arrivato Franco Lerda (nella foto in
basso), che ha firmato un contratto biennale a prescindere da quale
categoria ripartirà il Lecce. Il suo
modulo preferito è il 4-2-3-1 ed è
stimolato dall’idea di squadra dal
gioco offensivo, oltre a puntare sulla forza del gruppo. Al momento
Lerda sta valutando la sede del
prossimo ritiro estivo (ancora Tarvisio?).
Intanto in questo fine giugno si
chiude la missione del direttore
Foto: Paolo Pavan
sportivo Carlo Osti, che ha portato ufficialmente a termine il proprio
mandato ricevuto dall’ormai proprietà uscente della famiglia del
banchiere Giovanni Semeraro. Il ds
dei giallorossi ha risolto in favore
del Lecce le comproprietà dei cartellini del difensore Esposito dal Genoa e dell’esterno siciliano Mazzotta dal Palermo. Mentre la punta Baclet rimane al Vicenza ed il mediano gallipolino Scialpi resta al Varese. Tutto ciò dopo che è stato raggiunto l’accordo con il Milan per il
rinnovo della compartecipazione
della punta della primavera rossonera David Speziale (classe ‘94), che
dal 1 luglio è un calciatore dell’Us
Lecce.
Sulle casse dell’Us Lecce non peserà più circa un milione di euro. Infatti c’è stata la risoluzione consensuale del contratto, che legava
al Lecce l’ex tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ed i suoi collaborati Francesco Tomei, Danilo
iÛáÇÉåíáâáí=
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Arriva dal Piemonte ed è stato sempre attratto dal calore della tifoseria
giallorossa. Il neo allenatore Franco
Lerda, nato a Fossano il 19 agosto
1967, ha conosciuto la piazza calcistica leccese nella sua carriera da
calciatore del Taranto. Allora veniva
a trovare a Lecce l'amico e conterraneo Panero ed ammirava l'entusiasmo dell'ambiente salentino. Lerda ha due figli che cercano di seguire le sue orme: Mattia (cresciuto nel Torino, milita nella Canavese)
e Filippo (Giovanissimi del Cuneo).
La carriera di tecnico per Lerda è iniziata il 9 dicembre 2005, quando è
subentrato a Vittorio Zaino sulla
panchina del Saluzzo (serie D) con
la salvezza conquistata ai play-out.
La stagione dopo vince nei playoff
di D con il Casale. Alla prima esperienza in Prima Divisione giunge 6°
con il Pescara nel 2007-08. L'anno
dopo alla Pro Patria, dichiarata fallita dal tribunale a metà del girone
di ritorno, perde la B ai play-off con
il Padova.
Nel 2009 approda in B sulla panchina del neopromosso Crotone ed
al Via del Mare colleziona numerose occasioni da rete, anche se termina 0-0 contro il Lecce di De Canio. Nel 2010 viene ingaggiato dal
Torino, che lo soffia al Sassuolo e
manca i playoff dopo aver registrato un breve interregno di Papadopulo. Ora Lecce si ripresenta a Lecce con tanta fame.
Pierini e Nicandro Vizoco. Lo staff
tecnico di Di Francesco (ora passato
in forza al Sassuolo) vantava infatti
sino a giugno 2013 un contratto
dall’ammontare di circa un milione di euro. Per il Lecce è ora di ripartire.
27
30 giugno 2012
RALLY
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Il 46° Rally del Salento ha visto trionfare il pilota lombardo Felice Re, favorito alla vigilia dai favori dei pronostici. Re, assistito
dalla navigatrice Mara Bariani su Citroen C4 WRC, ha scritto per
la prima volta il proprio nome sull'albo d'oro della prestigiosa
kermesse salentina, oltre a vincere così la terza e conclusiva prova del Trofeo Rally Asfalto Girone A.
Tra i primi dieci della classifica generale figurano ben sette equipaggi salentini. Da segnalare la prestazione brillante della coppia leccese formata da Ivan Pisacane e Salvatore Invidia su Renault New Clio Sport.
Le premiazioni si sono svolte sul lungomare di Torre San Giovanni (marina di Ugento).
Daniele Greco è il big
all'Europeo di Helsinki
Il triplista azzurro parteciperà all'evento continentale in Finlandia e
intanto si prepara per le prove ufficiali per le olimpiadi di Londra 2012
ATLETICA Prima delle Olimpiadi
di Londra 2012, Daniele Greco si
prepara a vivere emozioni forti e
vere all’europeo di Helsinki. Alla
kermesse continentale il triplista azzurro di Galatone si è presentato
questo giovedì in Finlandia come
big, visto che vanta la migliore misura tra i partecipanti con il 17,47
metri. Per sabato 30 giugno è in
programma la finale e Greco punta a presentarsi per salire sul podio.
La misura di 17,47 metri è stata
“confezionata” da Greco al “1°
Trofeo Nazionale Città di Potenza”. L‘atleta delle Fiamme Oro della Polizia di Stato è riuscito a collezionare la quinta misura mondiale del 2012 proprio nell’anno
olimpico, nonché la seconda misura storica italiana dietro al record
di Fabrizio Donato (17,60 metri).
“La gara di Potenza è stata una
gran bella rampa di lancio in vista
degli Europei di Helsinki ed i Giochi Olimpici di Londra -ha sottolineato Daniele Greco, 23 anni-. La
bella misura di Potenza è venuta all’improvviso. Ci vuole un po’ di
tempo per metabolizzare il senso
di questa bella impresa. Dove posso arrivare? E chi lo sa. Di certo
non mi pongo dei limiti”.
Greco si è preparato nei giorni
scorsi nel raduno pre-europei al
centro sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano, dove vi è stata la presenza del gruppo di atleti
Camillo Placì sulla panchina
della Bulgaria a Londra 2012
Dopo il bronzo di Pechino 2008 con la Russia, il tecnico di
Specchia si ripresenta per la seconda volta ai giochi olimpici
londinesi con un'altra nazionale
VOLLEY La pallavolo salentina prenota un posto alle olimpiadi di Londra 2012
con il tecnico di Specchia Camillo Placì (nella foto) il quale, dopo aver vissuto il ritorno da primo allenatore in A1 sulla panchina del Cuneo, si prepara a vivere la seconda olimpiade di fila con
un’altra nazionale straniera. Infatti, dopo
aver conquistato il bronzo olimpico con
la Russia a Pechino nel 2008, il coach
salentino si presenta a Londra da vice
tecnico della Bulgaria. Prima, però, affronterà le finali di World League, in programma dal 3 all’8 luglio a Sofia (Bulgaria).
“È una grande emozione partecipare ad
un’altra olimpiade con un’altra bandiera ed un’altra nazionale -ha commentato
il tecnico Placi, 56 anni il prossimo 11
novembre-. È un fatto insolito, perchè gli
atleti gareggiano per la propria nazione.
Ma da tecnici può succedere guidare una
della Kinesis Palaia Salento Atletica di Matino. Gli atleti, sotto la
guida del prof matinese Raimondo Orsini, ha svolto un raduno
collegiale di cinque giorni con alcuni atleti triplisti, che hanno potuto così vivere ed allenarsi a
stretto contatto con atleti di vertice mondiale, nonchè confrontarsi
con metodologie di allenamento
più evolute.
Tra gli atleti presenti vi è stata anche l‘azzurrina Francesca Lanciano, che dal 10 al 15 luglio prenderà
parte ai campionati mondiali di categoria a Barcellona. Presenti anche Fabrizio Gabellone, Stefano
Perchia, Michele Napoli, Melissa
Bruno, Manuel Placì.
A “La Conca” Riccardo Negro
trionfa al Wsk Master Series
KART Il pilota di Corsano blinda il proprio primato nella KZ2. Riccardo Negro
(al centro nella foto) ha conseguito un
nuovo successo nella terza tappa della WSK Euro Series in programma sul circuito internazionale “La Conca” di Muro
Leccese. In vista della conclusione della serie continentale che si svolgerà in
Spagna, sul circuito di Zuera (2-5 agosto), il pilota salentino Negro (DR-TMDunlop) è partito con la voglia di ri-
scattare la Finale 1, quando dalla pole
position di partenza aveva ottenuto
solo un quinto posto. E c’è riuscito in pieno, grazie a una tattica di gara che lo ha
portato progressivamente alle spalle del
lituano Simas Juodvirsis (Energy-TMDunlop) senza sollecitare la meccanica
del suo kart. Con un deciso sorpasso,
messo a segno nell’ultimo terzo di gara,
Negro si è impossessato definitivamente della leadership, mantenuta fino
al traguardo. Secondo l’olandese Dylan
Davies (PCR-TM-Dunlop) e terzo Juodvirsis.
nazionale. Ho una grande voglia di ritornare sul podio, dopo il bronzo conquistato con la Russia. Ora mi ripresenterò con la Bulgaria per la seconda olimpiade ed a distanza di un quadriennio.
Questa avventura mi stimola molto. Per
un atleta ed un allenatore la partecipazione ad un Olimpiade non ha valore”.
Placì poi presenta l’atmosfera olimpica
con le tante razze, i vari campioni e le tante culture. “È una grande festa vivere per
uno sportivo l’olimpiade, visto che si incrociano tante razze e colori. Si vive in un
villaggio globale con atleti di varie discipline -racconta Placì-. Il villaggio
olimpico sembra l’ombelico del mondo
con la presenza di varie culture, religioni e musica. Si mangia nella stessa mensa ed allo stesso tavolo. Mi è capitato a
Pechino di stringere la mano al campione
spagnolo di tennis Nadal e conoscere il
campione della scherma Montano”.
28
30 giugno 2012
io PROPRIO io
di Claudia Mangione - intervista liberamente ispirata al famoso gioco di società di Marcel Proust
Direttore Responsabile
Giovanni Nuzzo
Roberto
Rella
Gli articoli non firmati si intendono
a cura della redazione
Avvocato del Foro leccese, classe 1978, dopo la maturità classica presso il LiceoGinnasio “G. Palmieri” di Lecce decide di seguire le orme del padre, anche lui avvocato, e si laurea “cum laude” in Giurisprudenza all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, discutendo la tesi in Diritto penale dell’economia “Diritto penale
del lavoro: i criteri di attribuzione della responsabilità per gli eventi lesivi”. Cultore della materia in Diritto penale e Diritto penale commerciale dall’anno accademico
2003/2004 presso l’Università degli Studi di Lecce, oggi Università del Salento, dal
2004 collabora con la cattedra di Diritto penale commerciale del Prof. Elio Carletti all’Università di Bologna, dove dal 2007 è cultore della materia. Nel 2008 consegue,
con valutazione massima, il titolo di Dottore di ricerca in Diritto e Processo penale, con discussione di una tesi dal titolo “Della negozialità nel diritto penale. Della
flessibilità della pena su base volontaria”; inoltre, a partire dallo stesso anno, ha
ricoperto il ruolo di Tutor per l’insegnamento di Diritto penale presso la Scuola per
le professioni legali dell’Università del Salento. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di
Lecce dal novembre del 2005, affianca alla professione forense un’intensa attività di pubblicazione. Ha collaborato, infatti, con importanti riviste giuridiche italiane e con le case editrici Cedam, Giuffrè e Giappichelli.
Il tratto principale del tuo carattere.
La generosità.
Il tuo principale difetto.
La pigrizia.
La qualità che preferisci in una donna?
Eleganza e spontaneità.
E in un uomo?
La lealtà.
Cosa ci vuole per esserti amico?
Sincerità.
Cos’è la felicità?
La felicità è un picco, poi c’è la
serenità che è invece un valore di
durata.
L’ultima volta che hai pianto?
Guardando un bellissimo film di
Nanni Loy: Le quattro giornate di
Napoli.
Di cosa hai paura?
Del dolore.
Canzone che canti sotto la doccia?
Alcune Arie de Il Barbiere di Siviglia.
Musicisti o cantanti preferiti?
Paolo Conte in assoluto.
Poeti preferiti?
Leopardi.
Autori preferiti in prosa?
Calvino, Tabucchi, Sciascia.
Libri preferiti.
Minima moralia di Adorno, Senilità di Svevo, I Vicerè di De Roberto.
Attori e attrici preferiti.
Marcello Mastroianni e Vittorio
Gassman.
Chi potrebbe interpretarti sul grande schermo?
Vittorio Gassman.
Film preferiti.
Divorzio all’italiana.
I tuoi pittori preferiti.
Caravaggio, però per certi aspetti mi
piace moltissimo, nella sua essenzialità, il Beato Angelico.
Il colore che preferisci.
Da piccolo è stato per molto tempo il giallo, adesso il blu.
Se fossi un animale, saresti?
Un gatto. Secondo me è l’animale
della postmodernità per definizione.
Cosa sognavi di fare da grande?
L’archeologo.
L’incontro che ti ha cambiato la
vita?
È stato probabilmente quello col
mio professore della tesi, Elio Carletti.
La persona a cui chiederesti consiglio in un momento difficile?
Mio padre.
Quel che detesti più di tutto.
L’arroganza.
Quanto tempo dedichi alla cura del
tuo corpo?
Pochissimo, lo stretto necessario.
Piatto preferito.
La pasta fatta in casa al sugo.
Il profumo preferito.
Il profumo del gelsomino.
Il fiore che ami.
La rosa su tutti.
La tua stagione preferita?
Primavera.
Il paese dove vorresti vivere?
Se non l’Italia, la Spagna.
In quale epoca ti sarebbe piaciuto
vivere?
Nel primo Rinascimento.
Personaggi storici che ammiri di più.
Carlo Magno.
Personaggi storici detestati.
Anno XI - n. 466
Reg. Trib. Lecce 778 del 18.01.2002
Non riesco a detestare i personaggi del passato. Detestare qualcuno
è un sentimento molto forte, per farlo deve essere qualcosa che mi colpisce molto nel personale.
Cosa faresti per sostenere ciò in cui
credi?
In linea di massima tanto, però cosa
di preciso non lo so.
Chi è il tuo eroe vivente?
Mio padre.
Il tuo sogno ad occhi aperti?
Avere il tempo per leggere.
Il tuo rimpianto più grande?
Non aver fatto l’archeologo.
Cos’è l’amore?
L’amore, quello vero, è la capacità
di comprendersi reciprocamente
fino in fondo.
Stato attuale del tuo animo.
Moderatamente appagato e proteso verso il futuro.
Il tuo motto.
Non ne ho perché il reale è troppo
complesso per poterlo sintetizzare
in un motto.
Come vorresti morire?
Repentinamente e bene.
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Tessera n. 14594
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30 giugno 2012
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