Fondazione Aiutiamoli a Vivere

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Fondazione Aiutiamoli a Vivere
giornale della fondazione
AIUTIAMOLI A VIVERE
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: "Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)"
Aiutiamoli a Vivere - Settembre 2009 / anno 13 / numero 3
e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it
Felicità è....
e...
aiutiamoli a vivere
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CITTÀ DI CASTELLO: PASSATO E PRESENTE
AIUTIAMOLI A VIVERE
DI AIUTIAMOLI A VIVERE
ono passati 23 anni, ma il
day after sembra non arrivare mai. Perché le conseguenze dell’esplosione nucleare nella centrale di Chernobyl sono ancora una triste realtà.
Economia
stagnante,
povertà, terra ancora contaminata, genitori che al domani preferiscono l’oggi di una bottiglia a
cui attaccarsi per dimenticare. E
bambini, ancora troppi, senza
casa. I più fortunati affidati agli
orfanotrofi. Sono passati 23 anni,
ma c’è anche chi non ha dimenticato. Come la Fondazione Aiutiamoli a Vivere, che dal 1992 si
impegna per sostenere la popolazione bielorussa. La Onlus, che
ha sede a Terni, negli anni ha visto nascere, in tutta Italia, sempre più comitati, pronti a seguire
l’esempio della “casa madre”. In
prima fila, quello sorto a Città di
Castello, che anche quest’anno
ha reso possibile un soggiorno in
Altotevere per un gruppo di bambini bielorussi provenienti dalle
zone contaminate dal disastro
nucleare di Chernobyl. La comitiva, ventidue bambini con i loro
accompagnatori, è arrivata a fine
giugno e fino al 2 agosto è stata
ospite di venti famiglie della zona
(di Città di Castello, San Giustino, Anghiari, Pietralunga, Perugia e Umbertide).
“Nel corso della prima settimana
– spiegano dal comitato- i bambini sono stati sottoposti a visite
pediatriche per accertare le loro
condizioni di salute. Analoghi
S
N.
2
Anno 13
Iscrizione Tribunale di Terni n. 2
del. 27/03/1998
controlli medici sono stati effettuati al termine del soggiorno,
per valutare i benefici effetti della
permanenza in un ambiente non
contaminato. Durante la loro
visita, poi, hanno potuto usufruire dell’impianto natatorio di
Città di Castello e sono stati protagonisti di una serie di iniziative”. Tra queste, ad esempio, la
festa di benvenuto, organizzata
in collaborazione con la pro loco
di Cerbara e la cena di addio promossa da pro loco e circolo Acli
di Santa Lucia, a Città di Castello, per il 25 luglio. In programma
anche una sfida calcistica Italia –
Bielorussia ed una gara di pesca.
Un grande impegno, quindi, per
cui il comitato tifernate di Aiutiamoli a Vivere vuole “ringraziare
tutti coloro, pro loco di Cerbara,
pro loco e circolo Acli di Santa
Lucia, Polisport e personale
medico, che con la consueta
disponibilità hanno offerto la
propria generosa collaborazione”.
Perché ci vuole davvero collaborazione concreta per portare
avanti i progetti della Onlus, che
ha cominciato il suo cammino
nel febbraio 1992. A crederci, i
due soci fondatori, padre Vincenzo Bella e Fabrizio Pacifici, che
portarono a Terni i primi 17 bambini. Fu poi un’ospitata in una
trasmissione televisiva a far arrivare le prime offerte di aiuto: e
il comitato di Città di Castello fu
tra i primi a proporsi. Da allora
tutti insieme incoraggiano “ogni
Editore:
Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Viale Trieste, 7 - Terni
Stampatore:
Società Editrice Lombarda srl
Via De’ Berenzani, 6 - Cremona
Fotolito impianti:
Bama - Vaprio d’Adda (MI)
La Redazione della Fondazione:
Fabrizio Pacifici - Enrico Cherubini
Sandro Bernardi - Davide Bonetti
iniziativa – spiegano- volta ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle emergenze
locali e su quelle dei paesi dell’Est europeo ed in via di sviluppo in Africa, Asia ed America centromeridionale “.
“L’attività della Fondazione,
quindi – proseguono dalla Onlus
-, si basa su opere di volontariato
per rispondere concretamente
alle richieste di aiuto che giungono dai paesi bisognosi, in special modo dalla Bielorussia. Le
ragioni della scelta di questo
paese risalgono a quando, nel
maggio del 1991, un incontro
conviviale tra le autorità
bielorusse ed i ciclisti della quarta edizione della “Terni – Minsk
Ovest – Est: due ruote per la
pace” fornì l’occasione per affrontare il tema della precarietà
degli ospedali che accoglievano i
bambini vittime delle radiazioni
di Chernobyl affetti da leucemia
e con tumori alla tiroide.
Il disperato appello di una dottoressa di Minsk arrivò al cuore
dei cicloamatori presenti, che si
resero conto che occorreva qualcosa in più per concretizzare un
forte desiderio di solidarietà”.
Desiderio realizzato, ma si può
fare ancora di più: e magari la
prossima estate i bambini
bielorussi in Umbria potrebbero
essere molti di più.
Marco Mattioni
Direttore responsabile
Alberto Favilla
Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie
Spedire i testi e fotografie alla redazione
Davide Bonetti
Via Agordat, 2 - 20127 Milano
tel. 02 36633057
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FONDAZIONE
AIUTIAMOLI A VIVERE
Sede Nazionale - Viale Trieste, 7
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Due nuovi progetti per la Fondazione
mine dell’esperienza di accoglienza in Italia per dare continuità all’impegno delle famiglie italiane
nell’educare il bambino all’utilizzo di questi prodotti anche facendo ritorno negli Internati in Belarus.
Sostenendo con piccole donazioni
il progetto “Adotta un Bambino –
sostieni un istituto” si potrà dare
continuità alla fornitura di kit che
educheranno il bambino all’igiene, non soltanto in via sperimentale ai gruppi di ottobre ma a
tutti i comitati ospitanti.
Per quanto riguarda il Progetto
Studio si è ritenuto necessario
dare continuità all’impegno della
Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”
nel sostenere gli studenti orfani
con borse di studio grazie a un apposito accordo tra l’Università di
Minsk e quella di Perugia.
La prima fase sperimentale del
Progetto prevede l’individuazione
di due gruppi di studenti
bielorussi e italiani che avranno la
possibilità di studiare nelle rispettive sedi universitarie in Italia e in
Belarus.
Il Progetto prevede, anche, la possibilità di stage per dottorandi, docenti e ricercatori sostenuti attraverso apposite borse di studio
poste a disposizione dalla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” per
coloro che approfondiranno lo
studio della malattia genetica del-
la mucoviscidosi.
Insieme con l’università di Perugia e la Belarusian State University di Minsk la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” sta predisponendo
un apposito accordo che amplierà
la sua opera d’intervento non limitandola alla sola facoltà di Medicina nella Belarusian State University di Minsk.
Il periodo individuato per questa
prima fase del Progetto sarà quello delle vacanze estive giugno /
settembre 2010. Per quanto
riguarda sia le questioni organizzative (scelta dei ragazzi italiani e
bielorussi) che quelle economiche
(borse di studio) la Fondazione
“Aiutiamoli a Vivere” e le Università coinvolte attualmente stanno
predisponendo un apposito programma che verrà divulgato nei
prossimi mesi e comunque prima
della ripresa dell’accoglienza del
2010.
Entrambi i progetti sono stati
ideati dalla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” per cercare di ampliare l’offerta formativa/educativa atta a sostenere ogni settore di
intervento di cooperazione sino a
sperimentare il possibile inserimento lavorativo.
Al convegno nazionale di Caravaggio (BG), che si terrà il 28 e
29 novembre 2009, si potrà avere
un ulteriore approfondimento
dei due Progetti sia in termini organizzativi che gestionali,
con la possibilità di partecipare attivamente alla loro
realizzazione
rendendosi
disponibili attraverso i propri comitati.
Fondazione
“Aiutiamoli a Vivere”
Nelle pagine centrali
del giornale si trovano
i pieghevoli illustrativi
dei due progetti
AIUTIAMOLI A VIVERE
L’estate della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” è stata utilizzata
per monitorare tutti gli istituti e
internati della Repubblica di Belarus aiutati durante l’anno per
avere le informazioni necessarie a
sviluppare un rapporto di collaborazione teso a non disperdere
energie e risorse.
Infatti in questo periodo i Dipartimenti regionali dell’Educazione
della Repubblica di Belarus hanno
definito un piano che stabilisce
quali orfanotrofi, Internati ed Istituti saranno chiusi, trasformati o
rimarranno aperti nel prossimi
anni.
La Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ha avuto tutte queste informazioni e ha sottoscritto appositi
protocolli regionali per consentire
a tutti i comitati e alle famiglie
italiane desiderose di aiutare un
orfanotrofio di non disperdere le
proprie energie e, ancor peggio,
vedere vanificati gli sforzi di un
intervento strutturale in un orfanotrofio che potrebbe essere
chiuso.
Nel corso del monitoraggio la
Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”
ha deciso di sperimentare, con i
gruppi in accoglienza in Italia a
Ottobre, un’ iniziativa a sostegno
dell’educazione igienico - sanitaria.
Si tratta di fornire un kit di
prodotti igienico-sanitari al ter-
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AIUTIAMOLI A VIVERE
Tre belle storie
armen e Marco, una coppia come tante, un’esistenza “normale”, il futuro più o meno sereno, l’attesa
amorevole per il bambino
bielorusso che arriva tutte le estati….Ma il destino decide diversamente e si prende Marco, i sogni,
le speranze. La disperazione di
Carmen e degli amici, però, genera qualcosa di bello e commovente. Qualche mese dopo
è…il compleanno di Marco. Carmen invita gli amici. Certo, non è
proprio una festa, ma in qualche
modo lo diventa. Viene raccolta
una somma importante da destinare alla Fondazione per alleviare qualche sofferenza. Fin troppo facile trovare un obiettivo:
compreremo un analizzatore del
sudore, che serve a diagnosticare
C
la presenza, anche nei bambini
piccolissimi, della fibrosi cistica,
una malattia genetica gravissima dalla quale
purtroppo non si
guarisce, ma una
cui diagnosi precoce può rendere
la vita di queste
persone più lunga e migliore.
L’apparecchio è
stato donato all’ospedale di Brest,
dove una dottoressa si sta interessando a questa malattia e sta
facendo nascere un piccolo centro
per la fibrosi cistica.
Marco vive ancora! Già, proprio
così, vive nell’esistenza migliore
re. La scorsa settimana sono tornato a Minsk e ho potuto consegnargli, a nome della Fondazione, un notebook che lo ha
reso felicissimo, con la promessa di metterci in contatto per email quanto prima.
ndrey è un bambino di 9
anni, molto intelligente,
ma affetto da una malattia rara chiamata osteogenesi imperfetta, ovvero “ossa di vetro”. Alla
nascita aveva già nove fratture e
tuttora anche un piccolo urto
gliene provoca una o più. Non può
andare a scuola e una maestra va a
casa sua alcune ore la settimana.
Quando lo incontrai ad aprile scorso accompagnato dall’impiegata
dell’ufficio di Minsk, Olga Ossipova,
anche lei coinvolta emotivamente,
Andrey manifestò due desideri: entrare in contatto con associazioni
che si occupino di questo problema
e un computer per avere contatti
con il mondo, conoscere e impara-
A
olha è una bambina bielorussa ospitata dal comitato di Civezzano. Ha un
serio problema ad ambedue le orecchie e necessita di un’operazione
delicata.
Nadia, una responsabile del comitato, mi telefona per sondare la possibilità di farla operare in Italia, in
quanto il comitato ha raccolto la
somma necessaria.
Rispondo che le possibilità sono
scarse, ma mi attivo per verificare la
fattibilità di un intervento in
Bielorussia. Mi viene in aiuto la
dott.ssa Angelica Zabalotnaja che
ogni anno accompagna i bambini in
Italia: nell’ospedale di Minsk in cui
V
di tanti bambini che, con l’aiuto
importante del “suo” apparecchio,
vedranno il futuro più roseo.
Grazie Carmen, grazie Marco, ci
avete insegnato a essere ottimisti,
a continuare a credere nella bontà.
lavora eseguono anche questo tipo
di operazioni.
In breve tempo, con l’aiuto direi
materno di Angelica, Volha viene
fatta arrivare a Minsk, visitata e operata ricostruendole i timpani.
Adesso ci sente normalmente, tutti
sono felici e la bella storia è finita…
Neanche per sogno: il comitato di
Civezzano mi chiede di utilizzare la
somma accantonata a favore di un
altro progetto di solidarietà: sembra
un caso, ma anche all’ospedale di
Vitebsk manca lo stesso apparecchio per l’analisi del sudore. Anche i
bambini fibrocistici di quella regione avranno una speranza in più.
Queste sono tre storie belle e singolari che andavano raccontate, ma i
comitati che ci aiutano sono tanti.
Pochi giorni fa, tra l’altro, abbiamo
portato in Bielorussia 3 analizzatori
e medicinali per 70.000,00 euro.
Grazie a tutti, contiamo ancora su
di voi.
Enrico Cherubini
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SILVER AWARDS (Reportage)
I
n occasione del concorso fotografico 2009 riservato ai professionisti, ho mandato 4 fotografie di cui due eseguite nel reportage effettuato in Belarus per
la Fondazione “AIUTIAMOLI A VIVERE”.
Una l’avete già vista, ve l’ho raccontata nell’articolo del numero
2/2008.
Il vuoto della vita solitaria, della
desolazione e rassegnazione di un
luogo già inospitale da sé, sperso
nella miseria e vuoto di significato. Marcella ci vede anche una
forza sovrumana che spinge a vivere nonostante tutto.
L’altra (quella premiata) si
riferisce alla stessa persona nella
sua casa: l’esempio di molte case
della Bielorussia.
Ha guadagnato il “Silver awards”
dalla giuria di esperti internazionali di fotografia del FIOF (Fondo
Internazionale
Orvieto
Fotografia) nella categoria “reportage”.
Tutte e due hanno suscitato una
emozione di disagio che si nota
nell’immagine.
L’uovo sopravvissuto nel frigorifero fa compagnia alla donna che
vive nel locale della sua casa in
compagnia di due gatti e un cane.
In questo locale c’è tutta la sua vita. Poche cose: un televisore, un
divano, una sedia, un tavolino,
una stufa di mattoni spenta e geli-
da. Tutto sporco: gli animali abitano nella casa in inverno e lasciano i loro segni, la donna non
pulisce, l’aria è appestata da un
miscuglio di odori forti e rancidi
presenti nella casa.
La Bibbia è appoggiata sul davanzale di una delle due finestre.
Tanti cuscini, una pentola vuota,
un bricco dell’acqua e due pezzi di
legno. Per terra un tappeto e un
piatto con il cibo per gli animali.
Nell’anticamera, per meglio dire
un localino che serve a non far entrare il grande freddo del nord,
disordine e sporcizia. La donna,
Malina 85 anni, ha difficoltà a respirare, cammina lentamente e
ogni tanto deve appoggiarsi.
Ha perso il marito da circa 3 mesi
e la sua vita è vuota. I due figli
sono lontani e non la visitano
spesso. Casa sua è in un gruppo di
circa 30 sparse nel vuoto della pianura lontano da grossi centri e
così non hanno altro che la compagnia del silenzio e del freddo.
Era Pasqua del marzo 2008 ma
eravamo sotto zero. Neve sull’orticello davanti a casa. Data la stagione e la mancanza di braccia
forti, è tutto brullo e incolto.
Nessuna persona in giro nelle vie,
le case si vedono abbandonate e
AIUTIAMOLI A VIVERE
FONDO INTERNAZIONALE ORVIETO FOTOGRAFIA
AIUTIAMOLI A VIVERE
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vuote. In qualcuna si nota un fil di
fumo dal camino a significare la
vita, ma le altre, con sempre la
staccionata di legno inclinata e cadente, danno una tristezza anche
se è un paesaggio dolce.
È quella tristezza che si legge sui
bambini negli internati. È la tristezza che si legge sulle facce della popolazione, anche nella
grande Minsk.
Ma forse è rassegnazione di un
popolo sofferente e abbandonato
a se stesso. È una nazione europea “scoperta” dopo la grande
tragedia della nube tossica di
Cernobyl.
Gli italiani hanno identificato nella popolazione giovane degli internati, principale scopo della
“Fondazione Aiutiamoli a Vivere”,
una solidarietà che li ha portati a
sostenere i loro problemi.
Nella breve permanenza in
Bielorussia ho visto una realtà
immaginata ma non capita. Fin
quando non entri nel mondo
reale che ti circonda e ti avvolge,
non riuscirai mai ad afferrare ciò
che stai vivendo. Dovendo poi fotografare, facendomi coinvolgere, ma non molto per essere
cosciente della consistenza di ciò
che mi circonda, i miei occhi
scrutano e penetrano ciò che mi
avvolge.
Ho visitato altre case, alcune
seguendo i compiti di conoscenza e indagine che Lino e Vittorio
assolvono per conto della Fondazione, altre andando a cercarle
per mia curiosità e per capire la
maniera di vivere della gente. Alcune molto dignitose e molto
disadorne, altre sporche e povere, altre con un tenore di vita
decisamente migliore perché
abitate da funzionari dello stato.
Ho percorso solo una parte della
Bielorussia, il nord est, mi dicono che la parte sud è messa
molto peggio. Probabilmente il mio
occhio fotografico
saprebbe “vedere”
una realtà triste e
sconfortante
che
striderebbe con l’opulenza delle
nostre società.
In un villaggio, bussando ad una
casa tutta squinternata e pericolosamente inclinata, la disperazione di vedere uno straniero li
ha mandati in panico: paura di
tutto. Quanto è brutta l’ignoranza, la mancanza di cultura che ti
faccia capire e ti renda curioso
del mondo che non conosci.
Questa gente che abita nelle case
in piccoli gruppi, lontani dai centri popolati, abbrutisce mancando ogni spunto di confronto e dialogo. Non conosci il mondo perché non puoi vederlo, ma non
conosci il mondo perché non hai
i mezzi per scoprirlo.
In questa situazione è facilissimo
cadere nello sconforto e rifugiarsi nell’oblio dell’alcool che annebbia la vita.
Quasi mi spiace di avere vinto
questo premio usando un’immagine piena di povertà e tristezza.
Mi ritorna in mente però il “pane
del benvenuto” offerto alla sig.ra
Claudia e la mamma di una bambina invitata in Italia che ha
ringraziato “l’altra mamma” per
l’amore dato. Mi ricordo i gesti e
le azioni concrete che gli italiani
stanno compiendo in Bielorussia:
sono un positivo esempio di solidarietà tra popoli che non fanno
notizia, ma danno un sollievo al
cuore di molti futuri uomini e
donne che faranno dell’Europa
un popolo unito.
Elio Villa (testi e foto)
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LA PAROLA AI COMITATI
Comitato di Misinto (MB)
• PRESENTAZIONE
Quando vi siete costituiti?
Il nostro comitato si è costituito nel
1996, per accogliere i bambini
bielorussi.
Quante famiglie avevano aderito al
progetto di ospitalità in quell’anno?
Il primo gruppo era formato da
venti famiglie che accolsero i bambini che arrivarono la prima
domenica di Ottobre, giorno della
festa del paese.
Che cosa significava allora essere
un comitato di “Aiutiamoli a vivere”?
Come accade spesso, all’inizio l’entusiasmo per una nuova esperienza, per un nuovo progetto, fa superare ogni ostacolo e non ti permette di ragionare molto. Si vuole
soltanto arrivare al risultato. Ed era
importantissimo ed eccitante allo
stesso tempo accogliere i bambini.
Poi, col passare del tempo, ci si
rende conto, si ragiona, si pondera
meglio quello che è stato fatto e ciò
che c’è da fare. E così è stato anche
per il rapporto con la Fondazione.
Ci si rende conto della sua grande
importanza e di quanto prezioso lavoro renda possibile l’ospitalità di
tutti i bambini.
• DAL PASSATO
AL PRESENTE
Quante
famiglie
aderiscono
quest’anno al vostro progetto?
Quest’anno ospiteremo sedici bambini in altrettante famiglie. Il periodo di ospitalità sarà, come ogni
anno, in autunno.
Quante di loro partecipano con
continuità fin dal primo anno? Più
in generale c’è stata una crescita o
una flessione, nel corso degli anni,
nell’ospitalità
dei
bambini
bielorussi?
In generale parecchie famiglie hanno sposato questo progetto, altre
sono uscite ma sempre, ogni anno,
abbiamo avuto nuove famiglie che
abbracciavano con interesse il nostro progetto, la nostra proposta e,
per questo, il numero dei bambini
ospitati è sempre stato di circa
quindici all’anno.
Come interpretate questi dati?
Spesso l’amicizia e il passaparola
tra famiglie fa partire il desiderio di
ospitare i bambini. Indubbiamente,
dopo il terzo anno, il pensiero di ospitare un altro bambino e di ricominciare tutto daccapo può essere
considerato un freno e un ostacolo
a continuare.
Come avete affrontato il problema
della rotazione?
Il problema della rotazione non è
facile da affrontare. Noi abbiamo
scelto di mantenere la rotazione di
tre anni, perché riteniamo che
questo sia il periodo giusto per il
bambino che in questo modo ha la
possibilità di liberarsi dalle radiazioni e di ambientarsi in famiglia e
per evitare che il legame diventi talmente forte da rendere difficile il
distacco al momento del ritorno a
casa.
• ACCOGLIENZA
E PROGETTUALITÀ
Da dove vengono i bambini che ospitate adesso?
Fin dall’inizio il nostro comitato ha
scelto la possibilità di ospitare bambini provenienti da famiglie e fin
dal primo anno essi arrivano dal villaggio di Tikinici, provincia di Rogacev, nella Regione di Gomel, a
sud della Bielorussia. Questo ci ha
permesso di aiutare in modo continuo e mirato la scuola di questo
piccolo villaggio, portando a termine piccoli o grandi progetti in
comune accordo con la direzione
della scuola. Negli ultimi anni,
però, sono stati ospitati anche alcuni bambini di Giuravici, un villaggio vicino e anche per loro si sono
effettuati alcuni interventi a seguito di richieste precise della direzione scolastica.
AIUTIAMOLI A VIVERE
Continua il nostro viaggio attraverso le varie realtà dei comitati sparsi
in tutta Italia, le loro esperienze, il loro modo di essere Fondazione,
la loro capacità progettuale. In questo numero proponiamo un incontro
con il comitato di Misinto (MB). Ascoltiamo la loro testimonianza.
AIUTIAMOLI A VIVERE
8
quali provengono i bambini che accogliamo. La politica interna ed estera portate avanti dal governo
sono criticabili ma non dobbiamo
dimenticare che il passato della
Bielorussia è quello di una ex regione dell’Unione Sovietica nella
quale l’ideologia comunista ha condizionato tutte le scelte per quasi
un secolo.
Quali progetti avete realizzato?
Oltre ad alcuni progetti della Fondazione, che continuiamo a
sostenere con le quote devolute da
ogni famiglia, abbiamo avviato alcuni nostri microprogetti per
sostenere le scuole dalle quali
provengono i bambini accolti in
questi anni. Abbiamo realizzato
arredamenti nelle aule, banchi e
materiale didattico di vario genere;
abbiamo acquistato nuovi strumenti musicali.
Quali risorse avete per poterli realizzare?
I progetti sostenuti in Bielorussia
sono stati finanziati dal Comitato
con le varie iniziative svolte sul
nostro territorio comunale: mercatini, vendita di torte e dolci fatti
in casa durante lo svolgimento
della locale Festa della Birra. Alcune attività vengono poi
sostenute con donazioni da privati
cittadini.
Che rapporto c’è fra il Comitato e
le istituzioni pubbliche locali?
Il rapporto è sempre stato ottimo,
negli anni passati, così come ora.
Alcuni esempi:
nel periodo di ospitalità i bambini
continuano le lezioni di scuola e
sono accolti in un’aula presso le
scuole elementari del nostro paese;
l’amministrazione comunale si fa
carico della quota per il pasto in
mensa; la collaborazione con la direzione scolastica e con tutte le
maestre è encomiabile sia dal punto di vista istituzionale che di interscambio a livello culturale tra gli
alunni italiani e i bambini bielorussi che possono in questo modo
stringere nuove amicizie e sentirsi
accolti.
• IL COMITATO
E LA BIELORUSSIA
Che idea vi siete fatti , nel tempo,
della Bielorussia?
Alcuni di noi, dopo aver ospitato i
bambini, decisero di andare in
Bielorussia a trovarli per rivederli e
conoscere le loro famiglie. Questo
primo viaggio avvenne nel 1998.
Quello che ci colpì, molto, fu naturalmente l’ospitalità e la gratitudine ma anche l’arretratezza, la
povertà e semplicità nelle quali
vivevano. Sono passati molti anni e
i vari viaggi e incontri ci hanno dato la possibilità di vedere parecchi
cambiamenti e miglioramenti.
Molto è stato fatto grazie ai nostri
aiuti e anche grazie a politiche interne.
Ovviamente
possiamo
riferire la situazione dei villaggi dai
Qual è il futuro di questa nazione,
secondo voi?
Il futuro saranno questi bambini
che noi oggi ospitiamo. Speriamo
in maggiori aperture, che permettano ulteriori miglioramenti per la
vita di tutti i cittadini bielorussi.
• IL COMITATO
E LA FONDAZIONE
In generale che rapporti ha il
vostro Comitato con la Fondazione?
Ottimi rapporti. Riconosciamo la
serietà di una Fondazione che lavora con costanza per aiutare la
Bielorussia, in primis i suoi bambini, e appoggiamo i vari progetti
che vengono proposti e realizzati.
L’impegno costante e la serietà nel
perseguire gli obiettivi e l’avere
radici solide in Bielorussia è sicuramente un punto di forza importantissimo della Fondazione; radici che nascono dall’amore delle
famiglie che ospitano, per i bambini e per il loro paese, e anche dal
lavoro svolto in tutti questi anni
operando ad ogni livello per il
miglioramento della vita.
A VIVERE
dalle famiglie ospitanti è intenzione della
ospitanti.
tutti i Comitati
Il kit verrà consegnato al termine del
soggiorno del bambino per dare
continuità all’azione educativa della
famiglia ospitante italiana.
E-mail: [email protected]
del nuovo anno con la ripresa dell’acco-
glienza a partire dal mese di marzo e per
Tel: 0744/220079—Fax: 0744/282460
vaggio per portarla a regime con l’inizio
verla al Convegno Nazionale di Cara-
Viale Trieste 7 - 05100, Terni, TR
AIUTIAMOLI
Se l’iniziativa sarà gradita dai Comitati e
Fondazione Aiutiamoli a Vivere promuo-
FONDAZIONE
CONTATTI
gruppi di fine settembre e ottobre.
to e sarà fornito in via sperimentale ai
Fondazione e denominazione del proget-
Il KIT sarà personalizzato con marchio
In via sperimentale, nel 2009, sarà
Finanziata dal Progetto
“ADOTTA UN BAMBINO —
SOSTIENI UN ISTITUTO”
Iniziativa a sostegno
dell’educazione
Igienico-sanitaria
9
tuto “ si potrà dare continuità
condo disponibilità.
è di 1 € al giorno tutto compre-
dello stato per il mantenimento
stato di indigenza; il contributo
Negli istituti i bambini vivono in
del progetto la
gruppi di bambini in accoglien-
ha deciso di sperimentare con i
Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Nell’ambito
traverso il sostegno della famiglia del
Comitato e della Fondazione, aiutare
l’istituto nella somministrazione dei
prodotti igienico—sanitari .
questo progetto vuole passare da una solida-
rietà spontanea ed emotiva ad una progettua-
lità mirata allo sviluppo.
sua permanenza in Italia per poi, at-
prodotti igienico—sanitari durante la
L’idea è quella di educare il bambino all’utilizzo dei
nico — sanitaria del bambino bielorusso ospitato.
250) un’iniziativa a sostegno dell’educazione igie-
za in Italia di fine settembre — inizio ottobre (circa
sumo per i bambini.
l’acquisto direttamente in Bielorussia di beni di con-
solidarietà dell’istituto prescelto e permetteranno
La Fondazione “ Aiutiamoli a Vivere “ con
istituto.
un bambino, ma in tanti possiamo aiutare un
mo arrivare in alto! Perché una famiglia aiuta
Se ci diamo una mano, tutti insieme, possia-
so; mancano letti, scarpe, cibo.
no bisogno.
sappiamo che esistono e sappiamo che han-
diritto ad un aiuto; noi non li conosciamo , ma
mai questa esperienza. Anche loro hanno
I fondi raccolti verranno inviati sul conto corrente di
un bambino: sostieni un isti-
comitati o singoli, di contribuire se-
dentali per vacanze terapeutiche.
cio.
bambino,oltre a uno spazzolino e a un dentifri-
bambina e gel — capo per
n° 1 crema da viso per
ma, n° 1 detergente intimo,
shampoo, n° 1 bagno schiu-
trovare una saponetta, n° 1
bambini e bambine, si potrà
Nel KIT, differenziato per
di formazione dell’adulto di domani.
e aiutano l’istituto nell’opera
ducano il bambino all’igiene
alla fornitura dei KIT che e-
nazioni, il progetto “ Adotta
sostegno che permetteranno a tutti,
si sono stati ospitati in diverse nazioni occi-
Molti di più non hanno fatto o non faranno
Sostenendo, con piccole do-
Sono state individuate varie forme di
Nel dopo - Chernobyl molti bambini bielorus-
10
mento lavorativo.
a sostenere i ragazzi nell’inseri-
l’offerta formativa educativa atta
Vivere per cercare di ampliare
ato dalla Fondazione Aiutiamoli a
Il Progetto “ Studio “ è stato ide-
E-mail: [email protected]
Fax: 0744/282460
Tel: 0744/220079
Terni, TR
Viale Trieste 7 - c.a.p. 05100
A VIVERE
AIUTIAMOLI
FONDAZIONE
CONTATTI
PROGETTO
STUDIO
11
volti nel progetto, metterà a disposizione borse di studio per coloro che
approfondiranno lo studio della malat-
cina dell’Università di Minsk rivol-
to a ragazzi bielorussi e italiani.
Possibilità di approfondimenti te-
nelle ri-
duate in Italia e in Belarus.
spettive sedi universitarie indivi-
possibilità di studiare
tner del progetto, che avranno la
che saranno selezionati dai par-
10 ragazzi bielorussi ed italiani
Progetto prevede due gruppi di n°
La prima fase sperimentale del
ne della Facoltà.
nati da un team posto a disposizio-
tia genetica della mucoviscidosi.
inoltre, per aiutare gli studenti coin-
realizzato con la Facoltà di Medi-
matici in gruppi di studio coordi-
La Fondazione “ Aiutiamoli a Vivere “
Progetto sperimentale ideato e
PR O G ET T O
Sede nazionale
informazioni necessarie alla
partecipazione.
le
della Fondazione che fornirà tutte
riferimento alla
economiche / organizzative si farà
Per quanto riguarda le questioni
2010.
canze estive Giugno / Settembre
prima fase, sarà quello delle va-
Il periodo individuato, per questa
12
13
VACANZE - LAVORO 2009
Da Volkovisk partiva la squadra di
volontari per montare le serre di
Vasiliski, Kossova, Buda Koscilovo
e Koino; un plauso particolare va
a loro che, nonostante la mancanza del tecnico delle serre, rimasto
a casa per una febbre da cavallo
esplosa proprio il giorno prima
della partenza, sono riusciti a
portare a termine il lavoro.
In quel di Opsa, un altro istituto
per bambini con problemi, la fatica per realizzare bagni, docce e lavanderia è stata alleviata dalla presenza dei bambini ai quali abbiamo organizzato una festa con lauta merenda a base di panini, torte
e biscotti con nutella, succhi di
frutta e frutta fresca e per regalo,
da parte dei volontari, un paio di
ciabatte estive per tutti.
I lavori a Riasno sono stati eseguiti da una ditta locale; il progetto dribin e il progetto del comitato Pons Aureoli sono stati realizzati.
Ora l’appuntamento è per il
prossimo convegno nazionale, per
conoscere gli impegni futuri.
Per completezza di informazione,
però, mi sento in obbligo di informare che abbiamo subito un furto
dal Tir delle attrezzature di ritorno, in parte di proprietà dei
volontari e in parte della Fondazione; oltre al rilevante danno
economico, per il quale contiamo
sulla assicurazione della ditta di
autotrasporto, non è trascurabile
il danno al morale dei volontari.
Gigi Dognini
ome ogni anno dal lontano 1995, anche nell’estate 2009 i volontari delle vacanze-lavoro hanno compiuto il loro blitz (quindici giorni di attvità a ritmi micidiali) in territorio bielorusso lasciando indelebili
tracce del loro passaggio negli edifici locali, mirabilmente ristrutturati, e nei cuori delle persone che incontrano. Il giornale ha sempre proposto nel numero autunnale un resoconto degli interventi effettuati affidandone il compito ai protagonisti. Questa volta lasciamo spazio alla testimonianza di Irina e Leonid, due interpreti che hanno partecipato ai lavori estivi e ci offrono un prezioso punto di vista alternativo.
C
Un progetto che
cambia la vita
Vacanze-lavoro è uno dei progetti
della Fondazione più apprezzato
in Bielorussia e più desiderato
negli istituti. È il progetto che
permette di salvare le strutture, di
creare condizioni normali per la
vita dei bambini, di raggiungere il
più alto livello estetico ed igienico. È il progetto che cambia generalmente le strutture e richiede
un livello nuovo di manutenzione, di conoscenza generale
delle tecnologie moderne. È il
progetto che non crea dubbi nella
gente bielorussa a riguardo degli
scopi dei volontari: lo scopo si
vede in tutti, lo scopo lo ripete
ogni volontario: aiutare i bambini! È il progetto che per due settimane cambia la vita nell’istituto,
«arriva la gente italiana, la gente
allegra, aperta, sincera, comprensiva» e spesso cambia questa vita
per sempre.
Grazie alla Fondazione ho girato
tanti istituti bielorussi e anche alcune strutture italiane. Osservo il
livello degli interventi delle vacanze lavoro da tanti anni . Ho
scoperto la sincerità, la capacità e
la generosità del gruppo vacanze
lavoro: spesso anche nelle scuole
italiane e negli istituti italiani ci
sono bagni vecchi e consumati e
nonostante questo i comitati italiani, le famiglie, il gruppo vacanze lavoro programmano le
ristrutturazioni negli istituti
bielorussi. Ho notato che il livello
della progettazione, la conoscenza
della situazione locale, delle regole di sanità aumentano sempre.
Avendo una certa conoscenza in
AIUTIAMOLI A VIVERE
C
ari comitati, care famiglie
ospitanti, sono contento di
comunicarvi che anche per
questo anno gli impegni presi
sono stati portati tutti a termine.
Debbo, senza ombra di dubbio, affermare che la fatica è stata
grande, ma anche che la soddisfazione finale nel vedere i risultati
delle opere realizzate è stata
grandissima.
Nell’istituto per bambini con ritardo mentale di Volkovisk abbiamo impiantato con successo la
cucina di produzione bielorussa,
pagata per la prima volta dai responsabili dell’istruzione locale,
con piena soddisfazione del personale dell’internat e, fuori programma, è stato rifatto anche il
refettorio.
AIUTIAMOLI A VIVERE
14
materia, mi permetto di confermare l’alto livello della progettazione e dichiarare senza possibilità di smentite che i lavori eseguiti dai volontari della Fondazione non hanno analogie in
Bielorussia nelle strutture sociali.
E c’è ragione di presentare al Ministero della istruzione pubblica
l’ottimo progetto per gli istituti
bielorussi. Invece di lavandini installare lavabocanali, invece di
water installare le turche, poi la
costruzione dei muri divisori, le
docce senza piattidocce - scelte piuttosto serie per motivi igienici e
per comodità di manutenzione. E
la qualità e l’estetica! È sempre un
esempio del lavoro italiano e un
esempio della loro comprensione
e umanità.
Da parte dei bielorussi ringrazio
tutti i volontari della Fondazione,
ma in modo particolare il gruppo
vacanze di Opsa 2009. Il vostro
sacrificio è indimenticabile.
Leonid
ciumbaralillalla
È il titolo della canzone hit del
progetto “Vacanze Lavoro 2009”
che mi rimarrà nel cuore. Sono
stata fortunatissima di conoscerla
a memoria, perchè quest’agosto è
la mia prima ufficiale partecipazione al progetto. Un’emozione
immensa, direi, ancora piu forte di
quella primissima del 2006 a
Cernizy. Io, 18enne, conoscevo solo due termini edilizi: carriola e
cazzuola. Allora non mi sono serviti, per fortuna c’era un interprete
che capiva il significato della parola sia in russo sia in italiano. Il mio
compito (da volontaria) era aiutare
le simpaticissime signore della
cucina. Una di loro, Giusi Danesi,
gioiosa, piena di energia, sempre
pronta a fare gli scherzi nei quali
io, dopo aver passato con lei due
stagioni, cascavo anche quest’anno. La balena sotto sale nell’elenco
della spesa giornaliera non mi ha
stupita. Pensavo: se l’ha detto
Giusi, forse si trova. Le domande
del momento che avevo nella testa:
dove la trovo? come è fatta? sono
grossi i barattoli? è tagliata a
pezzetti ‘sta balena?
Il primo agosto, mentre mi recavo all’aeroporto “Minsk 2”, mi
tremavano le ginocchia e i gomiti
e la spiegazione della mia agitazione era semplicemente, come
dicevo prima, la mia première da
interprete ufficiale. Era l’ importanza del compito che richiede
serietà, responsabilità e un certo
grado di capacità di relazionarsi
con la gente. Cercavo di calmarmi
e intanto andavo agli Arrivi impaziente di incontrare le persone
che avevo conosciuto negli anni
precedenti e che mi avrebbe fatto
piacere rivedere. Finalmente ho
trovato due pullman in sosta con i
cartelloni “Opsa” e “Volkovysk”.
Volkovysk è la mia pratica numero
due nel 2008. Là ho conosciuto
metà della squadra con la quale ho
passato quindici giorni, meravigliosi, pieni di lavoro polveroso,
faticoso ma piacevole, e scherzi,
piacere di stare insieme, dialogo.
È un bel gruppo con tante persone
motivate, con tanta voglia di fare,
aiutare, comprendere. Oltre ai
“veterani”, che hanno fatto piu di
dieci anni – Antonio Passoni (14),
Antonio Piras e Fabrizio Gualandris (11) - c’era gente nuova che
ha arricchito il gruppo — i fratelli
Marco e Luca Ghidelli – e anche
quelli che hanno “gustato” questa
esperienza con successo l’estate
scorsa per la prima volta e hanno
voluto riviverla — Antonella Mazza e Anna Schirru. Complessivamente tutti hanno rinunciato alla
possibilità di godere il sole sulla
riva del mare e al piacere di stare
insieme con la propria famiglia
per realizzare questo grande progetto, solamente in due settimane. Dico ”solamente” perchè
quell’ immenso lavoro bisognerebbe vederlo dal vivo, non è cosi
facile descriverlo. Ci provo però a
elencare, non dettagliatamente
perchè ci vorrebbero duemila
pagine. Sono stati ricostruiti otto
bagni e le docce, la lavanderia, in-
15
to mestiere e si è messa a fare i
panini con la nutella. È stata veramente una festissima, sia per
gli alunni sia per i volontari.
Dopo aver assaggiato i dolcetti, i
bambini hanno avuto una magnifica possibilità di godere lo
spettacolo fatto da Rosa Petrogalli. Irriconoscibile, con il naso
rosso e il trucco e l’abbigliamento da clown, pur non sapendo
parlare la lingua russa, ha fatto
una vera magia: ha suscitato tanta allegria e tantissimi sorrisi.
Con le macchine fotografiche
piene delle foto, gli abbracci e
l’ormai famoso trenino si è concluso il pomeriggio e si è trasformato nella serata dell’arrivederci
con la cena offerta in parte dall’istituto. Durante la cena le premiazioni, preparate da Gioachino
e da Marita . Piastrella d’oro,
Voltamper d’oro, carriola d’oro
ecc... ogni specializzazione aveva
la sua ricompensa. Onorificenze
hanno ricevuto le persone che
hanno compiuto cinque anni
nella partecipazione al progetto:
Gioachino
Danesi,
Mirko
Pirovano, Domenico Mazza, Dino Zampieri e Franco Paissan.
Alle 7 del mattino del penultimo
AIUTIAMOLI A VIVERE
stallati due boiler che riscaldano
acqua per tutto l’istituto, porte
nell’entrata centrale e nell’ufficio
del direttore.
Dopo aver passato una giornata di
lavoro dalle 6 del mattino fino alle
8 di sera fermandosi solamente
per un’oretta per il pranzo veloce,
i volontari, pieni di energia e senza far vedere a nessuno il mal di
schiena o di ginocchio, la sera
erano prontissimi a fare i castelli
di sabbia e i trenini coi bambini
dell’istituto. Sorridentissimi, solari, capaci in modo ugualmente
brillante di cantare e giocare a
calcio, sempre pronti a inventare
qualcosa - cosi i bambini bielorussi ricorderanno gli italiani. Tra gli
allievi c’erano anche quelli che
sono gia stati in Italia e potevano
comunicare, fare amicizie, raccontare di sè stessi. L’ultima giornata, quando tutti i lavori erano
finiti, tutte le chiavi erano state
consegnate al direttore, tutto il
materiale era preparato per la
partenza, tutte le valige erano fatte, è stata dedicata alla preparazione della festa per i bambini.
La “squadra” della cucina ha fatto
delle bellissime torte e la
“squadra” del cantiere ha cambia-
giorno c’è la partenza per Minsk.
La giornata è dedicata agli acquisti
e ai souvenir per la famiglia e gli
amici che non vedono l’ora di riabbracciare ... E loro... Loro godono
l’ultima giornata del fresco
bielorusso, aspettano in albergo i
bambini che hanno ospitato in
Italia, provano gioia per il lavoro
fatto, per l’esperienza “sopravvissuta”, per l’aspettativa di rivedere i
parenti.
Una volta un solarissimo signore
sardo, Mario Cappai, che ho
conosciuto l’anno scorso, mi ha
fatto una domanda: Cosa ne pensi
di quello che facciamo? La risposta
in un primo momento mi sembrava facile, però, quando cominci
ad approfondirla, diventa sempre
piu complicata e seria. Provo a
rispondere. Mio padre lavora all’istituto di Senno, uno dei primi
istituti dove sono stati fatti i lavori
dagli italiani. Il primo italiano che
ho visto con i miei occhi è stato
Gigi Dognini. Mi sembrava una
persona di un altro pianeta: parlava una lingua che non capivo, sorrideva sempre, tutto quello che
vedeva lo stupiva. Poi ho conosciuto altre persone e tutte, ma
proprio tutte, erano così sorridenti, sembravano senza problemi,
con la vita facile e piena di divertimento. Adesso certamente capisco
che non è cosi come pensavo e
come pensano tanti. Dopo aver
partecipato al progetto, vedo e
capisco che per sviluppare questa
cultura del volontariato, per
aiutare, per comprendere si fa
molto. Dietro tutto questo c’è un
lavoro grandissimo, ci sono anche
i problemi, le difficoltà, nonostante le quali ognuno trova la
voglia e la forza di fare, inventare,
agire.
Voglio ringraziare tutto il gruppo
in generale e tutte le persone che
facevano parte della squadra, gli
altri due interpreti per la collaborazione e infine il nostro capo Gigi
Dognini per avermi dato una magnifica possibilità di provare le
mie forze in questa esperienza che
mi ha fatto crescere, imparare e
capire meglio il significato del
tempo, della vita e dell’amicizia.
Irina
16
AIUTIAMOLI A VIVERE
DICONO DI NOI
’attività dei volontari della
Fondazione in Bielorussia
suscita sempre più attenzione nei media locali. Scrivere
un pezzo su un giornale bielorusso dedicato all’intreccio tra intelligente programmazione e generosa donazione che caratterizza
le vacanze lavoro non è soltanto
un riconoscimento certamente
gradito a chi è tanto impegnato su
questo fronte, ma rappresenta un
prezioso strumento per diffondere
sul territorio la conoscenza del
reale operato della Fondazione e
dei valori che la ispirano; è possibile ipotizzare un effetto-volano
che garantisca trasparenza all’intero complesso delle iniziative
della Fondazione, a partire dall’accoglienza dei minori. In
questo modo inoltre si rinsalda efficacemente il nesso tra i soggetti
del volontariato, tra chi dona e chi
riceve, favorendo l’interscambio
dei ruoli.
Sul giornale di Moghilov, il 12
L
agosto scorso, è apparso un articolo che ci sembra orientato proprio in questa direzione. Lo riproduciamo, in traduzione.
Potevano benissimo passare le
loro vacanze all’Adriatico, godendo del sole e del mare. Invece
hanno caricato gli alimentari e
gli strumenti sui pulmini, altri
sono saliti sull’aereo, e sono partiti dal paese di Trezzo sull’Adda
(che è vicino a Milano) per arrivare, facendo quasi due mila
chilometri, nel villaggio di Belaia
nella provincia di Dribin e per
due settimane diventare idraulici, piastrellisti, intonacatori ed
elettricisti...
In questi giorni 11 volontari italiani dal comitato di Trezzo sull’Adda della Fondazione “Aiutiamoli a vivere” lavorano dalle 7
di mattina fino alla tarda sera nel
centro di prima accoglienza per
minori (“Prijut”) del villaggio di
Belaia: mettono piastrelle e rifanno il pavimento,
montano
porte
nuove, sistemano
l’infermeria e il refettorio, cambiano
la parte elettrica e
mettono lampade
nuove.
Grazie agli italiani
già l’anno scorso
sono state cambiate le finestre e sono
stati rifatti i bagni.
La “squadra” italiana, sotto la guida di Pietro Brambilla, ha dimostrato tanta precisione
e meticolosità nella preparazione ai
lavori: ancora questo inverno hanno
discusso tutti i particolari dei lavori
programmati con
la direttrice del
Prijut, Sig.ra Tamara
Silcenko.
Dopo ad aprile sono venuti già coi
disegni preparati per precisare alcuni dettagli.
LE “DRANIKI”
BIELORUSSE
E L’ANIMA ITALIANA
I lavoratori sono persone molto
modeste e si accontentano di
poco nella sistemazione: dormono nei letti dei bambini che
sono talmente corti che qualcuno
di loro non ci sta neanche. Per
cucinare usano di solito gli alimentari che portano dall’Italia.
Ma fanno la spesa anche nel negozio del paese: prendono il pane,
la frutta. E se la cavano anche
senza l’aiuto dell’interprete perchè dopo tutti questi anni che
loro vengono nella provincia di
Dribin hanno già imparato tante
parole in russo così che riescono
a comprendere il necessario. “Di
notte noi tutti parliamo il “russo”, scherza il presidente del
comitato, Angelo Casati. A
proposito, già da tanti anni gli fa
da interprete Elena Goriaciova
che, anche se ragioniera di professione, parla benissimo l’italiano: lo ha imparato da bambina
quando è stata anche lei negli
Appennini per le vacanze di
risanamento!
Nonostante la crisi gli italiani,
sorridenti e socievoli, sono felici
di poter aiutare i bambini nella
cui vita manca l’affetto e l’amore
dei genitori, di renderla un po’ più
serena. “Dribin per noi è il centro
del mondo” dicono gli italiani,
contenti di passare le loro vacanze qui facendo del bene per altri. “Anche durante il periodo di
crisi il cuore deve rimanere aperto e sensibile”.
La Fondazione “Aiutiamoli a vivere” è stata creata nel 1991. 10
anni fa le famiglie del comitato di
Trezzo sull’Adda sono venuti a
Dribin per la prima volta, a
trovare i bambini che avevano
ospitato e a conoscere le loro
famiglie. Da allora continuano a
tornare e aiutare i nostri bambi-
17
volontari anche una parte degli
alimentari che usano durante le
due settimane di “Vacanze lavoro”.
Anche gli abitanti di Belaia in
questi giorni portano ai loro ospiti dall’Italia verdure, patate, le
“draniki” bielorusse appena fatte... “Abbiamo provato a farle anche in Italia ma hanno sapore diverso” dice sorridendo la moglie
di Pietro Brambilla – Carla Marta
Villa, la segretaria del comitato,
che qui a Belaia fa da cuoca. Ma
anche la pasta italiana, col sugo
e formaggio, non c’entra niente
con quella che si mangia da noi.
Abbiamo provato la differenza
durante il pranzo al quale siamo
stati invitati dai volontari. Gli
piacciono anche i nostri cappucci
e la nostra birra, anche se, come
dicono loro, quella italiana è più
forte. E dopo il pranzo – il caffè
corretto con un po’ di...vodka
bielorussa. Questa tavola ospitale
accoglie sempre volentieri tanta
gente. Qualche volta vengono a
mangiare qui anche i bambini
che sono stati ospitati in Italia.
Un’altra idea di Angelo e dei
suoi amici è di organizzare
questo Natale a Milano una
mostra delle icone raccolte nel
museo storico-etnografico di
Dribin, pubblicarne il catalogo.
Tutti i soldi ricavati da questa
iniziativa torneranno a Dribin.
n agosto i volontari impegnati nei lavori di ristrutturazione al
priut della provincia di Dribin, presso il villaggio di Belaia, nella
regione di Moghilov, hanno ricevuto la visita di importanti autorità:
il ministro della Pubblica Istruzione della Repubblica di Belarus Sig. Radicov Alexander Michailovic, il Ministro dell’Istruzione della
regione di Moghilov - Sig. Smotriski Leonid Stepanovic, il presidente della provincia di Dribin - sig. Panasciuga, il responsabile dell’Istruzione della provincia di Dribin - Sig. Sultanov. “Anche durante
il periodo di crisi il cuore deve rimanere aperto e sensibile”, questo
è il pensiero che ha rivolto il ministro Sig. Radicov Alexander ringraziando i volontari di Bielaia e più in generale tutti quelli presenti sul
territorio della Repubblica di Belarus. È stato un grande onore la visita del ministro e le sue parole hanno confermato quello spirito di
amicizia che unisce le famiglie e i volontari italiani con la popolazione della Belarus.
I
da sinistra verso destra:
il sig. Panasciuga; il ministro sig. Stepanovic; Angelo Casati del Comitato di Trezzo;
il ministro sig. Radicov; la direttrice del priut, sig.ra Tamara; il sig. Sultanov.
AIUTIAMOLI A VIVERE
ni, anche quelli ormai cresciuti.
Poco tempo dopo è nato il progetto “Vacanze lavoro” che consiste
nel rifacimento delle strutture di
istituti sociali per bambini: dal
2002 al 2005 i lavori sono stati
svolti nell’istituto di Riasno e
negli ultimi anni – nel Prijut del
villaggio di Belaia. Ancora
quest’anno la Fondazione ha
stanziato più di 30 milioni di
rubli per i lavori di ristrutturazione dell’istituto di Riasno.
Nel mese di aprile qui è stata installata una poltrona dentistica
nuova. Nel 2007 gli italiani hanno donato quasi 18.000,00 euro
all’ospedale di Dribin per l’acquisto di una ambulanza completamente attrezzata. Per descrivere tutto ciò che la Fondazione,
ed il comitato di Trezzo in particolare, ha fatto per la provincia
di Dribin bisognerebbe fare un
elenco molto lungo!
Ogni anno il comitato riesce a
raccogliere 25-30.000,00 euro di
donazioni, ad esempio ricavando
i soldi dalla vendita dei souvenir
portati dalla Bielorussia. E ogni
persona che dona i soldi può essere sicura che non ne verrà sprecato neanche un euro: con questi
soldi vengono acquistati i materiali per i lavori di ristrutturazione, i mobili, le attrezzature - tutto ciò che serve per
rendere più comodo ed accogliente l’ambiente nel quale
vivono i bambini.
Angelo, perito chimico di professione, dopo tutti questi viaggi ormai s’intende parecchio anche
nel campo dell’edilizia. Dice che
quest’anno, data la crisi, hanno
fatto più fatica nel raccogliere i
soldi. Si è aggiunta la propria
tragedia – bisogna aiutare le vittime del terremoto all’Aquila.
Nonostante tutto gli italiani fanno il loro meglio per dare una
mano anche qui. Per esempio
una famiglia ha donato 2.500,00
euro per l’acquisto dei letti per il
Prijut di Belaia. Viene donata dai
18
AIUTIAMOLI A VIVERE
Progetto Buda
ualche anno fa scrissi un
articolo per il Giornale
della Fondazione (anno
8°, n° 4) dal titolo “Semi di speranza”, nel quale raccontavo la storia
della nascita del “Progetto Buda”.
Ripensando al bellissimo lavoro
svolto dai volontari nell’estate
2004, cercavo di immaginare anche cosa poteva riservarci il futuro.
La mia mente era confusa, perché
temevo di realizzare qualcosa che
Q
nel tempo non avrebbe raggiunto
gli obiettivi fissati e che quindi il
progetto sarebbe fallito.
Le difficoltà incontrate sul nostro
cammino sono state moltissime.
La più grande, e sicuramente la
più importante da superare, è stata
la diversità tra il nostro popolo e
quello bielorusso. Diversità culturale, comportamentale, di pensiero, di vita quotidiana, nel modo
di affrontare il lavoro…
Pensai allora che, per migliorare
il nostro rapporto, avremmo
dovuto avvicinarci il più possibile
a loro, vivere con loro, parlare
con loro, lavorare fianco a fianco,
così da ridurre il più possibile la
distanza generata dalle nostre diversità. Per fare tutto ciò è stato
fondamentale ricordare il vero
motivo che ci ha fatti incontrare:
il disastro di Chernobyl.
Dal 2004, insieme ad un gruppo
magnifico di persone piene di
volontà e di idee precise, siamo
riusciti a tessere una rete di contatti: responsabili di governo di
provincia e comuni, provveditori
all’istruzione,
direttori
delle
scuole, direttore Casa del Fanciullo, direttori di asili, direttori di
strutture per bambini diversamente abili, responsabili di
associazioni
umanitarie,
persino il Pope
della comunità della provincia di Buda
Koscelovo. In
questi 10 anni
di progetto abbiamo
fatto
visita a tante
famiglie
bielorusse,
siamo entrati
nelle loro case,
li abbiamo ascoltati e abbiamo vissuto con loro alcuni momenti di felicità e altri di amarezza.
A loro da subito abbiamo offerto la
nostra amicizia e soprattutto la
nostra costante presenza.
Oggi, insieme a queste meravigliose persone, con cui ho lavorato e vissuto questa
esperienza, posso
dire che il “seme”
gettato in quel lontano giorno è germogliato e continua a crescere in
salute, e continuerà a crescere
anche per il futuro.
Non possiamo dire
ora di aver raggiunto gli obiettivi
prefissati, ma pos-
siamo affermare che le paure sono
scomparse. Non abbiamo più timori, ma idee ben chiare; siamo
cresciuti insieme aiutandoci a vicenda e superando le nostre diversità, proiettati a testa alta verso il
futuro.
Colgo l’occasione di questo articolo sul nostro giornale per
ringraziare gli amici, i volontari, i
sostenitori, i finanziatori del
progetto Buda, le Amministrazioni comunali, ma soprattutto i gruppi che fanno parte del
progetto e danno vita al progetto:
A.A.V. Valle di Ticino, A.A.V. Pons
Aureoli O.N.L.U.S., Comitato di
Vaprio d’Adda e Pozzo d’Adda,
Comitato di Urgnano. Sono le
persone che compongono questi
gruppi gli attori principali.
Negli ultimi 6 anni di attività di
progetto abbiamo realizzato
strutture come: bagni, cucine,
serre, ristrutturazioni di locali,
controsoffitti, aiuti in materiale
alle famiglie, il tutto per un valore
di 50.000,00 euro.
Ringrazio l’associazione San Marco di Vaprio d’Adda che, finanziando i servizi igienici della
scuola di Potapofka, ha collaborato con noi alla Vacanza lavoro
2009.
Un immenso grazie e buon lavoro
a tutti.
Tiziano Agazzi
19
L’angolo della posta
avete fatto la vostra parte, Dio farà la
sua, Lui che ha prediletto i poveri e i
piccoli. Siate certi.
M.G.F
IN RICORDO DI
CARLA MAESTRINI
Siamo tutti addolorati, stupiti e
amareggiati per la morte di Carla:
una donna ancor giovane, portata via
da una morte improvvisa. Carla era
persona da tutti conosciuta e benvoluta, non era donna da passare inosservata: era diversa, solare, di una
disponibilità non calcolata, la sua
generosità era grande e sincera, appena temperata dal buon senso. Carla è
stata
un
esempio per tanti, anche per quelli
che nulla danno e nulla fanno per il
bene comune. Viviamo in un tempo
dove prevale l’individualismo, famiglie e persone si rinchiudono in se
stesse in piccoli orizzonti e in piccoli
orticelli. Questa è una prospettiva
soffocante, piccina e un po’ egoista,
mentre l’uomo ha bisogno di ideali
più grandi e di stimoli che vanno
oltre le nostre forze e i nostri gusti.
Non possiamo vivere senza il respiro
di qualche ideale, senza dedicarci con
passione a qualcosa che sia anche per
il prossimo. In questa donna viveva la
passione, la volontà di servire, il mettersi a disposizione per i vicini e per i
lontani come ha fatto per i bambini
bielorussi arrivati a Ranica negli ultimi 10 anni. Era una donna di cuore,
una donna di carattere che ha ben
meritato il nostro rispetto e il nostro
affetto.
Comitato di Ranica
AIUTIAMOLI A VIVERE
L’IRRESISTIBILE GIOIA
DI FARE IL BENE
La nostra esperienza trova forza e vitalità per ricominciare ogni anno da
capo e con rinnovato entusiasmo grazie anche all’amicizia di Padre Ambrogio che ci segue spiritualmente in
questo cammino di solidarietà.
Vogliamo rendere tutti partecipi di
due bellissime lettere, una in risposta
all’altra, intercorse tra una mamma
del nostro comitato e Padre Ambrogio.
Lettera di Maria Grazia
Caro Ambrogio, siamo appena rientrati dall’aver accompagnato i nostri
bambini all’aeroporto di Montichiari
ed è successo quello che non avrei
mai voluto succedesse.
Misha disperato e singhiozzante per
buona parte del tempo (lo sentivano
per tutto il salone) diceva:
“no Z...! no Z...!”il paese dove c’è l’istituto in cui vive tutta la settimana per
rientrare il sabato a casa che dista circa 20 km. Ho saputo maggiori particolari e questo mi ha sconvolto ancora di più: frequenta una classe speciale perché è molto piccolo fisicamente e non si difende dalle aggressioni degli altri. Nella sua classe ci
sono tre ipovedenti di cui due ritardati e Igor il bambino accolto da Laura, anche lui con le stesse caratteristiche di Misha: bambini normali solo
più sensibili e miti.
Mi sto tormentando chiedendomi:
“Abbiamo fatto bene a dimostrargli
che ci sono persone che rivolgono a
loro attenzioni, affetto, amore incondizionato e poi loro devono tornare in
quel posto dove forse tante parole
gentili non esistono?” Voglio sperare
di sì, devono pur sperare in qualche
cosa di bello, di pulito, di sereno e
non di terrore come lui ha confessato
alla mia amica ucraina!
Forse era meglio non fargli
conoscere la dolcezza di Fabio,
i saluti di nostro figlio
Gabriele, e le mie chiacchiere
serali sul letto con lui, in mezzo russo e mezzo italiano,
analizzando
la
giornata
trascorsa e quello che avremmo fatto il giorno dopo. Non
sapendo che esiste dell’altro,
oggi non si sarebbe disperato:
Che cosa è giusto? Non posso
dimenticare come stringeva la
mia mano e con l’altra salutava Fabio,
commosso, dall’altra parte della
transenna. Cosa devo pensare? Come
faccio a non pensare che lunedì sera
sarà solo nel lettino dell’istituto dove
lo sgridano se fa pipì a letto?
Risposta di Padre Ambrogio
Cara Maria Grazia e cari tutti, certo
che la tua lettera è commovente e solo una madre può esprimersi così.
Non pentitevi di avergli voluto bene.
Non pentitevi di averlo amato. Fatelo
sempre, ancora e con tanti altri. È
proprio lì la scoperta che abbiamo fatto: la gente soffre perché non si sente
amata. Voi l’avete fatto con smisurato
affetto: lui se lo ricorderà per sempre
e nella sua memoria sarà per sempre
registrato che una volta, in un paese
lontano dal suo, qualcuno gli ha voluto bene, tanto da farlo piangere anche
all’aeroporto. E non dimenticherà più
che stringeva la sua manina nella vostra.
Questa storia ha fatto bene a voi prima che a lui. Di mani da stringere ne
troverete ogni giorno. Di orfanotrofi
ne scoprirete ogni giorno. È una
lezione così viva che resterà impressa
tanti giorni ancora. Ti aiuti anche il
pensiero che la vostra parte è stata
fatta comunque. Che le braccia sono
solo due. Che le misure civili non
sono quelle del cuore. Grazie a questo
bimbo voi avete fatto un master…ad
altissimo livello. È stupendo vivere ad
alta pressione, con un’irresistibile
gioia di fare il bene. Vi qualifica. Resto
senza parole con una lettera così appassionata di bene. Ho solo voglia di
sentirmi orgoglioso per la levatura di
tanti miei amici. E se è vero che si
merita tutto, godo di avervi incontrato e conosciuto. Salutatemi tutti e
siate certi che nel mio pregare c’è un
posto anche per voi, e fisso. Affidate il
vostro piccolo alla Provvidenza: voi
AIUTIAMOLI A VIVERE
20
IL TROFEO DELLA FAMIGLIA
Non c’è dubbio che tutte le famiglie
accoglienti, soprattutto se pluridatate, meritino un trofeo, ma che a
conquistarlo per loro siano i bambini
bielorussi, beh ... ci allarga il cuore. È
quanto documenta la foto dove i bimbi ospiti in Fiemme e Fassa festeggiano la coppa gigante con dolci a
contorno. Il Circolo Acli di Molina di
Fiemme aveva organizzato, come ogni
anno, la Festa della Famiglia nel magnifico parco di Piazzol e nella gioiosa
partecipazione ai giochi la squadra
bielorussa ha trionfato su altre undici
in un percorso di abilità ed ostacoli.
Altra performance del “piccolo
gregge” nella Giornata delle Associazioni a Predazzo, dove hanno divertito
nel gioco “concorrenti allo sbaraglio”,
esibendosi in allegra canzone mimata
in lingua nativa, e vinto nel “gioco dei
personaggi”. La premiazione prevedeva anche la gara della torta più bella e
della più buona. Queste due occasioni
erano davvero la ciliegina sulla torta
del solito piacevole soggiorno in montagna che va avanti da sedici anni e ci
fa sentire famiglia che vuole condividere con le altre quel legame ancora
forte con i bambini bielorussi.
Mariapia Valentini
Comitato Val di Fiemme (TN)
VOLONTARIATO
E MINORI IN VENETO
L’Associazione Aiutiamoli a Vivere
Comitato Brenta-Saccisica, in collaborazione con la Dott.ssa Sara Zoppellaro – Psicologa e grazie alla collaborazione e al finanziamento del
C.S.V. di Padova, ha avviato un progetto di ricerca denominato “Volontariato e Minori”, che prevede in particolare la compilazione di un questionario rivolto alle associazioni che
operano nel settore nell’ambito della
Regione Veneto.
Le domande contenute nel questionario sono finalizzate alla ricostruzione del quadro d’insieme
delle attività sociali, rivolte ai minori,
svolte dalle associazioni del territorio. Tutte le associazioni che aderiranno all’iniziativa saranno citate
nella relazione finale (con un evidente ritorno di immagine anche
presso il C.S.V, che si occupa del
sostegno ai progetti dei volontari anche con l’erogazione di fondi pubblici).
Inoltre, tutte le associazioni interessate saranno gratuitamente invitate
alla presentazione pubblica dei risultati della ricerca e al “concerto” che
concluderà il lavoro del progetto.
Per informazioni:
www.brentasaccisicasolidale.it
Egidio Ponchio
Comitato Brenta-Saccisica
XVI CONVEGNO
NAZIONALE
CARAVAGGIO (BG) 28-29 novembre 2009
Il programma dettagliato del Convegno e le modalità
di iscrizione saranno presto disponibili
sul sito internet della Fondazione