Relazione Monumento Guido Monaco
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Relazione Monumento Guido Monaco
PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ 1. Premessa storica Guido Monaco conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Aretino (991 circa – dopo il 1033) è stato un monaco italiano. Importante teorico musicale, è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale e del tetragramma, che rimpiazzarono l'allora dominante notazione neumatica. Nacque intorno al 991 e il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Morì intorno al 1050. Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli consigliarono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus. Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica. Il monumento a lui dedicato, opera dello scultore Salvino Salvini (1882), sorge al centro dell’omonima piazza che presenta un diametro di 100 metri. Già nel 1864 il Consiglio Comunale di Arezzo aveva deliberato di erigere un monumento al "suo" Guido. Furono invitati, tra gli altri, a far parte della commissione artistica, Rossini, Verdi e Mercadante. Grandi festeggiamenti celebrano nel 1882 il centenario della nascita del grande perfezionatore della notazione musicale: Si sa anche dai manifesti che "Nelle prime dieci sere della festa la Piazza Umberto, la via e la piazza Guido Monaco saranno illuminate a luce elettrica". È una iniziativa di non irrilevabile interesse, se si pensa che Arezzo potrà contare su un impianto di illuminazione elettrica soltanto alla fine dell'Ottocento. Sembra che il Consiglio Comunale, scrive la Gazzetta aretina in un suo numero del 1893, abbia decretato di abolire la ormai medioevale illuminazione a petrolio. In veste ufficiale da benedettino il monumento descrive Guido Monaco nell'atto di porre la mano sull'opera da egli lasciata ai posteri: l'Antifonario, risultato del celebre lavoro dell'illustre aretino con il quale ciascuno era in grado di scrivere, apprendere ed eseguire la musica. Sulle pagine del libro è riportata ed incisa una strofa dell'inno latino a S. Giovanni, dalla quale Guido Monaco trasse i nomi per le note musicali: UT queant laxis/REsonare fibris/MIra gestorum/FAmuli tuorum/SOLve polluti/LAbii reatum/Sancte Iohannes ("affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato del loro labbro contaminato, oh san Giovanni"). In seguito la nota Ut venne sostituita con DO(da Dominus), e venne aggiunta alla scala la nota SI. 2. Stato attuale 2.1. Descrizione del monumento Il monumento a Guido Monaco, situato al centro dell’omonima piazza, è costituito da una statua in marmo microcristallino, poggiante su un piedistallo anch’esso in marmo, di forma cubica, nei cui lati destro e sinistro sono inserite due formelle di bronzo, mentre sul fronte una scritta a dedica “A Guido Monaco 1882” e nel retro due emblemi rappresentanti il comune di Arezzo, il tutto sempre in bronzo; la parte inferiore del piedistallo termina con una fascia in marmo nella quale sono incisi gli stemmi delle regioni d’Italia. Il piedistallo poggia a sua volta su un basamento in marmo di colore rosato alla base del quale vi sono tre gradini in travertino delimitati a quota terreno da un ulteriore gradino in arenaria. L’accesso al monumento avviene da una cancellata collocata in corrispondenza del cordonato in travertino delimitante l’aiuola a verde circostante il monumento stesso. 2.2. Stato di conservazione In generale il monumento si presenta in mediocre stato di conservazione. Risulta interessato da localizzati depositi di particolato atmosferico annerimenti e incrostazioni causate soprattutto dagli agenti inquinanti prodotti essenzialmente da veicoli a motore. Tali depositi sono riscontrabili in maggiore intensità in corrispondenza delle pieghe dell’abito e delle modanature del piedistallo. 1 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected] PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ L’indagine a vista rivela altresì patologie di degrado dovute consistenti attacchi di microflora (muschi e licheni) che incrementa il deterioramento del marmo veicolando in profondità gli agenti inquinanti. Sono riscontrabili evidenti deterioramenti delle stuccature, colature provocate dal dilavamento degli ossidi delle soprastanti parti bronzee e dovute agli agenti inquinanti. Lo stato della superficie delle formelle bronzee oltre all’ossidazione naturale del bronzo è caratterizzato dalla presenza di una patina scura di depositi superficiali e prodotti di corrosione certamente causati dall’esposizione all’atmosfera urbana inquinata. Gli scalini perimetrali sono anch’essi in precarie condizione di conservazione; sono evidenti moderate quantità di depositi di particolato e guano di volatili, che grazie al contributo dilavante delle piogge meteoriche si va ad insinuare tra ciascun elemento costituente la gradinata. Evidenti cedimenti strutturali hanno causato il distacco dei singoli elementi con perdita delle stuccature e degli allineamenti. CARATTERISTICHE GENERALI DELLE AZIONI DI DEGRADO NEI MATERIALI LAPIDEI Le azioni che concorrono nel degrado dei materiali lapidei possono essere così suddivise : 1) AZIONI FISICO-MECCANICHE a) di natura termica (dilatazione termica); b) di natura idrica (presenza di acqua per assorbimento, capillarità); c) di natura chimica (cristallizzazione superficiale e interna dei sali) 2) AZIONI CHIMICHE (alterazione dei silicati e dei carbonati); 3) AZIONI BIOLOGICHE (muschi, licheni, piante superiori, guano, …). AZIONI FISICO-MECCANICHE 1) Dilatazione termica Nei materiali lapidei le variazioni di temperatura non provocano dilatazioni tali da indurre fenomeni di degrado rilevanti essendo gli elementi finiti e generalmente di limitate dimensioni. Fenomeni di degrado possono essere riscontrati fra elementi lapidei di natura diversa (abbinamento calcari / graniti ad esempio), o di diverso colore (le pietre scure assorbendo più radiazioni di quelle chiare tendenzialmente si dilatano maggiormente). 2) Acqua di assorbimento Le pietre assorbono acqua in ragione della loro porosità per assorbimento diretto o per capillarità dalle fondazioni, ma essa può penetrare con estrema facilità anche fra gli interstizi dei diversi elementi o nelle fessurazioni eventualmente presenti nel materiale. Per l’effetto del ciclo gelo/disgelo mentre la pietra di contrae per l’abbassamento della temperatura l’acqua, gelando e aumentando di volume, genera pressioni interne che alla lunga provocano la disgregazione del materiale. 3) Capillarità Nei materiali lapidei l’acqua può essere presente allo stato liquido oppure in quello di vapore. L’acqua può penetrare nei materiali dall’esterno oppure per capillarità dalla fondazione a seconda delle condizioni ambientali in cui si trova il materiale e in funzione delle caratteristiche proprie di esse (grado di porosità, macropori / mesopori / micropori). L’innalzamento della temperatura liminare favorisce l’abbassamento dell’umidità nel materiale provocando l’accelerazione del processo di evaporazione mettendo in circolo i sali disciolti che vengono a depositarsi sulla superficie esterna. L’azione distruttiva del trasporto salino sulla pietra è duplice: da un lato il fenomeno sottrae componenti propri del materiale generando ulteriori porosità, dall’altro provoca rilevanti fenomeni di disgregazione superficiale. CARATTERISTICHE GENERALI DELLE AZIONI DI DEGRADO NEI MATERIALI LAPIDEI 4) Cristallizzazione superficiale e interna I sali disciolti giungendo sulla superficie del materiale cristallizzano provocando nella migliore delle ipotesi il cambio di colorazione del materiale stesso, mentre nella peggiore, una patina compatta limitando l’evaporazione lungo il perimetro dell’area interessata dal fenomeno favorendo il progressivo aumento della zona di viraggio cromatico nonché il definitivo distacco della lente superficiale del materiale contribuendo nel degrado del medesimo. Se la cristallizzazione dei sali avviene internamente, date le forti pressioni che si vanno via via producendo, possono prodursi fenomeni localizzati di distacco di intere lenti di materiale. AZIONI CHIMICHE Alterazione dei silicati 1) I silicati sono minerali che contengono nel proprio reticolo cristallino il gruppo SiO2 (silice). Sono prevalentemente costituiti di silice i graniti, le sieniti, i porfidi e diversi materiali di origine sedimentaria quali le arenarie. Le aggressioni di tipo acido riescono a distruggere il reticolo cristallino di questi materiali contribuendo al degrado degli stessi. 2) Alterazione dei carbonati Il carbonato di calcio (CaCO3) è comunemente presente in parecchi materiali costituendo molto spesso il 2 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected] PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ componente base come accade per i calcari e i marmi e in buona misura anche per le arenarie. Il grado di porosità del materiale contribuisce al livello di degrado del materiale in maniera determinante. L’attacco acido del materiale calcareo provoca lungo andare, per successivo dilavamento, la corrosione progressiva delle superfici e in maniera più accentuata se il materiale è molto poroso già in origine. AZIONI BIOLOGICHE Molteplici cause di degrado possono essere ricondotte ad agenti biologici, sia a livello macroscopico che microscopico. Gli agenti biologici macroscopici sono costituiti prevalentemente dall’azione di muschi, licheni, piante superiori nonché l’azione acida provocata dalle radici delle piante, effetto che spesso viene trascurato ma che riveste una certa importanza nel quadro patologico dei materiali a contatto con esse. Tra le cause di degrado da agenti macroscopici annoveriamo l’attacco acido provocato dal guano degli uccelli, aspetto particolarmente importante da non sottovalutare nelle grandi città dove si riscontra la presenza di piccioni. Il guano, depositandosi sulle superfici, contribuiscono a disgregare il materiale solitamente a base calcarea: l’effetto dilavante delle acque meteoriche completa il quadro. A livello microscopico, si possono riscontrare attacchi da parte di flora batterica e alghe: le colonie batteriche favoriscono l’instaurarsi di una situazione a ph acido contribuendo nel loro piccolo a generare piccoli distacchi localizzati nonché la nota “malattia a placche” caratterizzata da alterazione localizzata dei carbonati. 3. Obiettivi generali da perseguire e strategie per raggiungerli 3.1. Aspetti principali Scultura lapidea Obiettivo dell’intervento, dunque, è garantire la conservazione del bene analizzando ed intervenendo per quanto possibile sulle cause del degrado con la riduzione dell’aggressione degli agenti degradanti mediante l’applicazione di idonei protettivi superficiali. In conformità ai tradizionali criteri di restauro dettati dalle NOR.MA.L., le fasi di intervento devono necessariamente prevedere la pulitura, il consolidamento e la stesura del protettivo. E’ inoltre indispensabile poter determinare i processi chimici che innescano il degrado delle superfici (in linea di massima già descritti al punto 2.2) e, di conseguenza, effettuare la scelta dei prodotti e delle metodologie più appropriate di intervento. A seguito delle indagini conoscitive si provvederà alla pulizia del monumento con la rimozione delle patine biologiche (costituite prevalentemente da particolato dovuto all’inquinamento da mezzi a motore e in parte da guano di volatili) Parti bronzee Il restauro conservativo delle parti in bronzo è rivolto fondamentalmente alla conservazione delle caratteristiche originarie, mediante la pulitura delle stesse e l’applicazione di idonei protettivi: non è previsto lo smontaggio delle lapidi; l’intervento di restauro dovrà essere realizzato mantenendo le lapidi nella loro collocazione. In conformità ai tradizionali criteri di restauro, le fasi di intervento devono prevedere la pulitura, eventuale consolidamento e la stesura del protettivo per inibire la corrosione del bronzo. E’ indispensabile poter determinare il processo chimico che innesca il degrado e, di conseguenza, effettuare la scelta dei prodotti e delle metodologie più appropriate di intervento. A seguito delle indagini conoscitive si provvederà alla pulizia delle formelle: il grado di pulitura verrà determinato congiuntamente alla competente Soprintendenza a seguito di differenti prove e campionature. Manutenzione c orros i one d e l bro nzo Inoltre, poiché la conservazione del bene è garantita dagli interventi manutentivi, il progetto deve essere completato dal progetto di manutenzione, con indicazione sia delle metodologie da seguirsi con l’indicazione dei corretti interventi di manutenzione, che della cadenza temporale degli interventi di monitoraggio del bene. 3.2. Indagini preliminari Sul monumento oggetto di intervento, sarà necessario mettere in atto tutte le operazioni strettamente legate alla conoscenza fisico materica, e patologica degli stessi: - determinare le caratteristiche dei materiali oggetto di intervento; - individuare gli agenti patogeni in aggressione; - individuare le cause dirette e/o indirette determinanti le patologie (alterazioni del materiale, difetti di produzione, 3 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected] PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ errata tecnica applicativa, aggressione atmosferica, sbalzi termici, umidità, aggressione microrganismi,ecc.); - effettuare in sito e/o in laboratorio tutte quelle prove preliminari in grado di garantire l'efficacia e la non nocività dei prodotti da utilizzarsi e di tutte le metodologie di intervento. Tali verifiche faranno riferimento alle indicazioni di preprogetto, alle normative UNI e alle raccomandazioni NORMAL recepite dal Ministero per i Beni Culturali con decreto n. 2093 del 11/11/82. La campagna diagnostica effettuata deve permettere di individuare le caratteristiche fisico-chimiche oltre che del materiale specifico, anche dei prodotti derivati dai processi di alterazione, per redigere successivamente una mappatura del degrado sulla base degli elaborati di rilievo. Il prelievo dei campioni verrà effettuato previa autorizzazione della competente Soprintendenza e della D.L. e sarà appositamente verbalizzato. Il prelevamento dei campioni e le analisi si dovranno affidare ad istituti, ditte, laboratori specializzati che dovranno operare secondo specifica normativa e le più recenti indicazioni NORMAL. La scelta degli operatori dovrà sempre essere discussa ed approvata dagli organi preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. Le analisi di laboratorio saranno effettuate su campioni prelevati dal monumento in zone scelte di volta in volta tra quelle che presentano un certo tipo di alterazione. Ne segue la necessità che questi prelievi siano effettuati con cognizione di causa dopo un attento esame visivo e una precisa localizzazione del prelievo stesso sulle tavole del rilievo. Analoga esigenza di correttezza operativa esiste per quanto riguarda i criteri di prelievo. In ogni caso i prelievi dovranno: - essere effettuati solo previa autorizzazione della competente Soprintendenza, concordando tempi e modalità; - essere effettuati in maniera estremamente contenuta, in rapporto, sempre, a ciò che si vuole conoscere; - evitare di deturpare esteticamente il manufatto; - essere eseguiti secondo le norme del C.N.R. 3.3. Intervento di conservazione dei materiali. In generale possiamo suddividere gli interventi in quattro fasi distinte: pulitura, lavaggio, consolidamento, protezione. Caratteristiche degli interventi di Pulitura La pulitura consiste in una serie di operazioni per rimuovere dalla superficie di un materiale le sostanze estranee, patogene generatrici di degrado, che si avvale di metodi fisici e/o chimici da impiegare con gradualità e intensità diversa in rapporto al tipo di sostanza che si intende eliminare. Per questo motivo risulta certamente un'operazione tra le più complesse e delicate all'interno del progetto di conservazione, e che quindi necessita di un'attenta analisi del quadro patologico generale, di una approfondita conoscenza della specifica natura del degrado, dello stato di consistenza fisico-materica dei manufatti. I singoli interventi vanno realizzati puntualmente, mai in modo generalizzato, partendo sempre e comunque da operazioni più blande passando via via a quelle più forti ed aggressive. La pulitura dei materiali deve in primo luogo rimuovere dalla loro superficie le sostanze patogene, rispettando la patina naturale, quando esista ancora, ed allontanando i prodotti di reazione (croste nere, efflorescenze, macchie) che possono proseguire l'azione di deterioramento. Inoltre, dal momento che nella maggior parte dei casi si interviene su materiale già profondamente degradato, il trattamento di pulitura deve essere attentamente calibrato: non deve provocare un ulteriore indebolimento, a livello micro o macroscopico, esercitando un'azione troppo incisiva; non deve asportare frammenti indeboliti, decoesionati o esfoliati; non deve attivare sostanze che possono risultare dannose, e deve arrestarsi, per proseguire con altre tecniche, qualora l'asportazione dei depositi possa compromettere l'integrità del materiale. Da una prima analisi l’intervento di pulitura dovrà procedere inizialmente all’asportazione manuale dell’eventuale deposito di materiale incoerente, polveri, guano, infestazioni biologiche e quant’altro con l’aiuto di bisturi e spatoline a setole morbide, il tutto al fine di verificare altresì l’esistenza di eventuali fessurazioni e/o microlesioni. Successivamente all’asportazione manuale della microflora (muschi e licheni) dovrà essere predisposto un trattamento biocida in grado di inibire il riformarsi di tali sgradite presenze La pulitura delle superfici verrà messa in atto con un impianto ad acqua deionizzata opportunamente nebulizzata in modo tale da non esercitare alcune azione erosiva delle superfici. Per l’asportazione delle croste nere saranno applicate soluzioni di AB57 in polpa di cellulosa attraverso impacchi coperti, se necessario, da film plastici per favorire l’azione di ammorbidimento dei depositi superficiali. Dalle superfici lapidee dovranno essere eliminate le colature determinate dagli ossidi delle formelle bronzee, dalla dedica e dagli stemmi presenti sul basamento, attraverso impacchi di polpa di cellulosa inbibita di una soluzione acquosa di carbonato di sodio ed EDTA bisodico con l’aggiunta di tensioattivo. La fase di pulitura terminerà con il lavaggio dell’opera mediante semplice risciacquata. Sulle parti in bronzo verrà effettuata una pulitura graduale con l’ausilio di pennelli, bisturi e spazzole di saggina e ripetuti lavaggi con acqua deionizzata. In ultima analisi si precisa che in accordo con la Soprintendenza potranno essere impiegate tecnologie diverse (es. apparecchiature laser) aventi caratteristiche idonee e compatibili con un intervento di restauro conservativo. 4 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected] PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ Caratteristiche degli interventi di Consolidamento Ogni intervento di consolidamento dovrà essere di carattere puntuale. Ad operazione effettuata sarà sempre opportuno verificarne l'efficacia, tramite prove e successive analisi, anche con controlli periodici cadenzati nel tempo (operazioni comunque da inserire nei programmi di manutenzione periodica post-intervento). Il consolidamento di un materiale consiste in un intervento atto a migliorarne le caratteristiche meccaniche, in particolare la resistenza agli sforzi e la coesione, senza alterare patologicamente le prestazioni igrotermiche. Nella scelta del prodotto è fondamentale conoscere in modo approfondito il materiale da trattare, le patologie rilevate o da prevenire e, nel caso di adeguamento funzionale a nuovi carichi e a nuovi standard di sicurezza, le nuove prestazioni funzionali che si richiedono. La fase di consolidamento, in accordo con la Soprintendenza, è rivolto soprattutto al ripristino delle eventuali piccole stuccature tra gli elementi del piedistallo ottemperando ai criteri del restauro di carattere prettamente filologico. Dove necessario sarà applicato un trattamento consolidante (in accordo con la Soprintendenza) in modo da consentire alle parti decoese di legarsi al supporto sano sottostante. Tale prodotto dovrà garantire la non formazione di un film, la stabilità ai raggi ultravioletti, e soprattutto dovrà essere incolore e non dovrà formare depositi secchi residuali dopo l’applicazione. Caratteristiche degli interventi di protezione Al termine degli interventi di pulitura e consolidamento dovranno effettuarsi gli interventi di protezione. La scelta delle operazioni di protezione da effettuarsi e/o degli specifici prodotti da utilizzarsi andrà sempre concordata con la competente Soprintendenza. L'utilizzo di specifici prodotti sarà sempre preceduto da test di laboratorio in grado di verificarne l'effettiva efficacia in base al materiale da preservare. L'applicazione di prodotti protettivi rientra comunque nelle operazioni da inserire nei programmi di manutenzione periodica post-intervento. In accordo con la Soprintendenza potrà essere predisposta la stesura di un prodotto di protezione delle superfici avente caratteristiche idonee e compatibili con un intervento di restauro conservativo. Il restauro e consolidamento inerente la scalinata posta a base di appoggio del monumento, sarà oggetto di altro separato intervento operato dalla ditta appaltatrice del progetto di Restauro e riqualificazione della piazza Guido Monaco. Il monumento risulta già oggetto di progetto illuminotecnico; il nuovo impianto di illuminazione sarà realizzato all’interno dei lavori di Restauro e riqualificazione della piazza Guido Monaco. 3.4. Documentazione fotografica dei lavori L’appaltatore è obbligato a fornire periodicamente a sua cura e spesa, all’Amministrazione una serie di fotografie, ed eventualmente riprese filmate, che documentino le opere in corso ed ultimate, nel formato e nel numero che saranno concordati con l’Ufficio stesso;potranno essere richiesti dall’Amministrazione degli ingrandimenti di formato particolare. La documentazione fotografica dovrà essere fornita anche su supporto digitale. 4. Regole e norme tecniche da rispettare. Il progetto di restauro conservativo dovrà essere redatto secondo quanto indicato nel Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici approvato con D.P.R. 21 dicembre 1999 n. 554, inoltre trattandosi di un bene culturale esso è soggetto a tutela come previsto dal D Lgs. n. 42/2004 e s.m.i, pertanto sarà soggetto al controllo della Soprintendenza di Arezzo. E’ infine necessario osservare quanto contenuto nelle Raccomandazioni NOR.MA.L. 5. Stima dei costi e durata dell’intervento L’elemento economico del costo dell’intervento è ricompreso tra i parametri valutativi dell’offerta, la stima dei costi tiene conto sia dei costi di progettazione, (indagini conoscitive, rilievi e diagnostica), sia dei costi delle opere, comprensivi degli oneri della sicurezza. Ai fini puramente orientativi delle scelte imprenditoriali dei concorrenti la stima di massima ammonta ad €. 30.000,00 (IVA 10% compresa). 5 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected] PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA GUIDO MONACO – LOTTO A INTERVENTO DI RESTAURO E RIPULITURA DELLA STATUA ____________________________________________________________________________________________________________________________________ La realizzazione dei lavori di restauro conservativo è previsto in 50 giorni naturali e consecutivi. 6. Requisiti tecnici da rispettare Oltre alle norme tecniche citate al punto 4, l’intervento dovrà tenere conto delle prescrizioni della Soprintendenza che verranno impartite in fase di verifica della progettazione a seguito della fase diagnostica e delle campionature eseguite. Ulteriori requisiti da rispettare nella redazione del progetto e nell’esecuzione delle opere sono quelli contenuti nel Capitolato Speciale allegato alla presente relazione. 6 Piazza della Libertà, 1 - 52100 Arezzo - Tel 0575.377860 - Fax 0575.377850/377727 - www.comune.arezzo.it - e-mail: [email protected]