L`educatore in pediatria

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L`educatore in pediatria
L’educatore in
pediatria
Per un profilo professionale
L’educatore sanitario in pediatria
L’educatore sanitario è quel professionista
chiamato in causa affinché a ciascun individuo
sia permesso di riconoscere e potenziare nella
sua condizione di fragilità quella che potrebbe
essere definita la sua parte sana.
 In pediatria l’educatore sanitario dovrebbe
occuparsi del bambino malato
accompagnandolo in un processo di crescita
umana che non dovrebbe essere interrotto o
alterato dalla malattia.

Dovrebbe…
Perché di fatto non esiste nessuna legge o
documento che sancisca il compito
istituzionalmente definito dell’educatore in
pediatria.
Di qui un obiettivo della ricerca “Curare con
il sorriso”:
Tentare una prima descrizione del profilo
professionale dell’educatore impegnato in
pediatria
La competenza definita
teoreticamente
Competenza deriva direttamente dall’obiettivo
privilegiato dell’educatore in pediatria:
benessere psicologico, emotivo e sociale del
bambino malato.

Componenti strumentali:abilità e conoscenze in
pedagogia, psicologia, medicina

Componenti soggettive: motivazioni, finalità

Ruolo nell’equipe, deontologia
La competenza reale
 Comprendere
 Coloro
il punto di vista di:
che si stanno preparando a
divenire educatori sanitari
 Coloro che già esercitano questa
professione nelle pediatrie del Veneto
Quale educatore in pediatria?
 Ricerca
che ha coinvolto
 68
studenti del corso di laurea in
Educazione professionale (I, II e III anno)
 12
professionisti (9 educatori, 1 animatore,
2 psicologi) che lavorano o hanno lavorato
nelle pediatrie della regione Veneto.
Metodologia della ricerca
 Studenti:
questionario strutturato in
autosomministrazione
 Professionisti: intervista semistrutturata
telefonica
 Indagine:
protocollo realizzato mediante
l’operativizzazione del concetto di
competenza così come risulta dalla
letteratura.
Dimensioni indagate
 Conoscenze
 Abilità
 Motivazioni
 Finalità
 Obiettivi
 Ruolo
 Etica
nell’equipe multidisciplinare
Risultati della ricerca
Quanto ti piacerebbe lavorare in
pediatria dopo la laurea?
Gli studenti
molto; 27.84
abbastanza; 16.48
poco; 4.40
per niente; 0
moltissimo; 51.28
In Veneto ci sono
solo 7 educatori
che attualmente
lavorano pagati
nelle pediatrie
Conoscenze ed abilità utili
all’educatore
30.00
25.00
20.00
26.1426.92
27.87
26.38
27.01
24.43
23.05
18.21
conoscenze
15.00
abilità
10.00
5.00
0.00
mediche
psicologiche
pedagogiche
animative
Motivazione del lavoro educativo
Studenti
ric. Utente
14%
fattibilità obiettivi
14%
successo azioni
14%
ric. Economico
9%
autostima
12%
ric. Colleghi
12%
ric. Altri prof
13%
ric. Sociale
12%
Professionisti:
Precarietà contratti, eccesso responsabilità,
collaborazione difficile
Finalità del lavoro educativo
Studenti
bene del bambino a
tutti i costi; 20.77
benessere del
bambino; 22.34
riconoscimento
equipe; 19.49
coerenza obiettivi
ospedale; 18.20
coerenza obiettivi
valori personali;
19.20
Professionisti
Le finalità educative vengono spesso poste in secondo
piano: obiettivi ente, equipe intenzionale
Obiettivi da porsi con il bambino
Studenti
educazione
sanitaria; 18.43
relazione
accogliente; 21.14
attività ricreative;
19.78
relazione d'aiuto,
educativa; 20.93
distrazione
dall'ansia; 19.72
Professionisti
Eccesso di animazione rispetto all’educazione
Obiettivi da porsi con la famiglia
Studenti
gestione di gruppi
mutuo aiuto; 10.86
accoglienza vissuti;
19.50
formazione; 19.64
nessuna
responsabilità; 8.27 relazione
accogliente, d'aiuto
educativa; 20.43
sostegno
genitorialità; 21.29
Professionisti
Nessuna progettualità intenzionale e coerente. Solo nei
reparti di oncologia.
Altre attività
Studenti
collaborazione
scuola in ospedale;
21.26
attivazione risorse
culturali territorio;
18.47
coordinamento con
le scuole del
territorio; 19.34
sensibilizzazione
sanitari; 22.14
gestione e
formazione
volontari; 18.78
Professionisti
Attività estemporanee, molto impegno nella gestione dei
volontari, nessuna attività di sensibilizzazione dei medici.
Ruolo nell’equipe
Studenti
solo consulenza; 15
presenza silente; 2
nessuna
partecipazione; 0
gestione equipe; 15
decisioni condivise;
68
Professionisti
Solo in tre casi vengono ammessi nelle riunioni, per il resto
dialoghi estemporanei
Etica
Studenti
punto di riferimento
per il singolo
operatore; 27.07
tutela della
categoria
professionale; 23.96
guida nelle
situazioni difficili;
21.78
approccio etico alle
questioni; 27.18
Professionisti
Nessun codice di riferimento specifico. Per alcuni quello
infermieristico.
L’educatore che studia
Vuole inserirsi in questa realtà per:
 Desiderio
di solidarietà umana
 Amore per i bambini
 Esperienze già realizzate in contesti simili
L’educatore che lavora
I risultati più salienti si hanno in corrispondenza di alcuni
fattori specifici:




Continuità della presenza.
La presenza di una associazione culturale
sufficientemente forte quale partner contrattuale
dell’azienda sanitaria.
La definizione di un progetto che nasce da esigenze di
struttura medica (day hospital, day surgery,…), con
risorse economiche su cui contare.
La possibilità di usufruire del supporto di volontari
sufficientemente numerosi e formati.
Discussione dei risultati
Quali riflessioni possibili…
 Il
gap riguarda quasi tutte le dimensioni
che definiscono la competenza del
professionista in ambito educativo e apre
la strada a importanti riflessioni per quanto
concerne la formazione di base e continua
di questi professionisti.
Per gli studenti

Vissuto di inferiorità e di preoccupazione
costante nei riguardi del giudizio degli altri
operatori.
 Concentrazione su aspetti di tipo animativo,
prima che su quelli specificatamente educativi
Mancanza di una chiara consapevolezza del
proprio ruolo professionale e della propria
identità professionale
Per i professionisti
 Motivazione
frustrata dalla mancanza di
continuità e dalla fatica di un
coordinamento con gli altri operatori che
spesso è inesistente.
 Formazione
eterogenea e in alcuni casi
poco coerente.
Mancato riconoscimento della loro
specificità professionale
In conclusione
 Studenti
e Professionisti vivono sulla loro
pelle ed esprimono nelle loro risposte la
mancanza di una identità professionale
ben definita, capace di rappresentarli e di
difenderne dignità di ruolo e parità di
riconoscimento con gli altri operatori
presenti in reparto.
Implicazioni per la
pratica
Quale competenza per
l’educatore?

Elementi strumentali:

Conoscenze:
Pedagogia, psicologia, pediatria, nursing pediatrico

Abilità
Educative, relazionali, comunicative, animative.
Elementi soggettivi

Motivazione
La solidarietà umana, l’amore per i bambini, il desiderio di essere per l’altro,
devono essere mediate dalla capacità metariflessiva

Finalità
Il benessere del bambino
Per realizzarla
 Formazione
di base e continua
 Attività di ricerca
 Associazionismo di categoria (codice
deontologico)
La formazione
 Corso
di laurea in educazione
professionale rappresenta la base
strutturante ma non può considerarsi
esaustivo.
 Occorre prevedere percorsi di formazione
specifici.
La ricerca
Conoscenza della letteratura già presente
Creazione di nuova letteratura.
 Abbandono di una quotidianità solipsistica
 Creazione di una rete di lavoro e di ricerca
che possa produrre e condividere nuove
esperienze e nuove possibilità di azione.
Associazionismo di categoria a
sfondo etico
 La
creazione di una associazione di
categoria premessa all’albo professionale.
 La
definizione condivisa di un codice di
condotta etica: deontologia professionale.
In futuro

Vista le limitate possibilità di occupazione, forse
può sembrare sbagliato investire risorse
economiche nella formazione di figure
professionali così concepite.
 Ma fin tanto che non vi saranno persone
sufficientemente formate e competenti per
questo ruolo, sarà impossibile ricevere il giusto
riconoscimento da parte di coloro che hanno il
potere di decidere delle loro assunzioni.
È un cane che si morde la coda
 Non
possiamo aspettare che ci siano i
posti di lavoro per formare gli educatori
specializzati.
 Dobbiamo formare persone competenti in
grado di dimostrare la necessità e
pregnanza della loro presenza e del loro
lavoro nei reparti pediatrici.
 Stiamo lavorando per farlo….