Cronaca - Società Nautica Grignano
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Cronaca - Società Nautica Grignano
REGATA Trieste – San Giovanni in Pelago ovvero la cronicomics di cinque velisti in lavatrice Come mai cinque velisti non astemi in oltre 25 ore di barca, in un contesto quindi solitamente conviviale, hanno bevuto solo una bottiglietta di cabernet ?? E’ strano vero? Ed allora venite con me, andiamo a scoprirlo. Nausikaa si dondolava placidamente al sole con la quasi certezza che l’imminente week end sarebbe stato di tutto riposo forse il suo armatore, al massimo, le avrebbe dato una lustratina alla coperta per poi portarla fuori a spasso nel golfo, mai avrebbe immaginato di dare sfogo alla sua potenza e di divertirsi saltellando sulle onde sotto una sciroccata di 20 nodi. Invece nel pomeriggio di venerdi 19 il suo quieto dondolio è stato scosso da una ciurma di velisti che hanno iniziato a caricare la cambusa, i beveraggi, le cerate e varie sacche; oibò avrà pensato, cosa succede? L’affare si fa interessante! La ciurma, sotto il comando di Capitan Nerio, composta da Alessandro ( armatore ), Michele, Egidio e Raffaele si mette subito al lavoro; via l’ancora e catena con un’operazione “a mano” per un’avaria al salpancora, sistemazione della cambusa e delle sacche, messa in chiaro del genoa leggero pronto all’issata, mollati gli ormeggi prendiamo il mare alle 21 circa per far rotta verso il Bacino San Giusto; non ricordo perché mi sono recato a prua, ma evento fortunoso, dando una sbirciatina fuori bordo ho visto le luci di via spente, allerto Alex che prontamente viene a verificare, forse qualche falso contatto, proviamo con vari allacciamenti, ma senza alcun risultato, finalmente interviene Nerio e trova la soluzione predisponendo un bay-pas con filo e spinotto; collegamento provvisorio, ma efficace e funzionante. La navigazione può riprendere e la partecipazione alla regata è salva ! In zona partenza ci sono già diverse barche, lo spettacolo che offre Trieste e Piazza Unità, vista dal mare, è davvero suggestivo; issata di genoa, prepariamo la partenza con Nerio al timone ed il sottoscritto a prua a scandire i tempi c’è affollamento e trambusto sotto la barca comitato, forse anche qualche contatto, noi procediamo con mure a sinistra, Nerio trova un varco e porta la prua di Nausikaa ad attraversare la linea senza alcun problema. Il vento si mantiene molto debole avanziamo a due nodi circa, scapoliamo la diga e facciamo rotta su Punta Salvore; oramai si vedono solo le luci di via delle altre barche e le luci della costa muggesana, Trieste lentamente si allontana. L’orologio inesorabilmente non si ferma ed a mezzanotte siamo appena a scapolare Punta Grossa, inizia a piovere; in pozzetto rimaniamo Egidio ed io per gli altri un po’ di branda, siamo praticamente al traverso di Isola d’Istria e procediamo molto lentamente; le ore scorrono, la notte è piccola, passiamo Pirano e sulla prua abbiamo il Faro di Salvore sono le sei quando lo passiamo al traverso ed inizia ad albeggiare; finalmente si sente un po’ di animazione venire dal quadrato caffè caldo e brioches sono pronte, ma non c’è tempo per gustarle le condizioni meteo cambiano repentinamente; inizia a montare uno scirocco fresco 13, 15, 18 nodi , la pioggia si fa incessante. Michele ed Alex vanno velocemente a prua ad ammainare il genoa leggero mentre secchiate d’acqua ci innaffiano; Nausikaa si carena , siamo tutti in falchetta, bolina stretta, il log segna sette/otto nodi, mentre il windex ci da 20 nodi da sud-est, mare formato e pioggia battente si va alla grande grondanti d’acqua; in alcuni momenti facciamo fatica a vedere per l’intensità della pioggia, ma sempre in assoluta sicurezza e con le immancabili gag’s di Michele possiamo anche concederci un piccolo siparietto comico canoro. Alla ruota ci alterniamo un po’ tutti giusto il tempo per consentire una sommaria asciugatura di lenti e cerate, poi di nuovo fuori sotto la doccia; onestamente non ricordo quante virate abbiamo fatto, ma arriviamo appena al traverso di Orsera verso mezzogiorno che il tempo volge lentamente al sereno ed un pallido sole si fa strada tra le nuvole, purtroppo lo scirocco non cessa è sempre lì a prua e per coprire la distanza al faro di San Giovanni impieghiamo altre due ore. Finalmente alle quattordici e trenta circa doppiamo l’isolotto ed iniziamo il percorso a risalire la costa; il vento ha girato verso ponente lo spi, già pronto per l’issata resta nel sacco, la velocità di navigazione resta accettabile ( quattro, cinque nodi ), il termine ultimo di arrivo è fissato alla mezzanotte, abbiamo poco meno di trentacinque miglia da fare, se resta così ce la facciamo. Aimè speranza effimera! Al traverso della secca di marmori il vento cala il mare diventa un olio, non un accenno di bava, non un’increspatura, procediamo a vela molto lentamente dobbiamo prendere atto che la nostra regata finisce qui non avendo alcuna possibilità di arrivare nel tempo fissato. E’ sempre triste prendere questa decisione, arrendersi all’evidenza ed abbandonare; purtroppo nel nostro sport la componente “vento” è fondamentale e se manca … ti tocca dar di motore, insaccare le vele ed aprire la cambusa. Nonostante il mancato risultato, ritengo che la ciurma abbia sempre dato il massimo: Egidio alla fine era letteralmente spompato al punto di addormentarsi in coperta al pari di noi altri che ciondolavamo in pozzetto con un occhio chiuso e l’altro quasi, la stanchezza è stata tanta che la cambusa è rimasta quasi intatta; alle ventidue e trenta abbiamo ormeggiato a Grignano, veloce riordino, ancora qualche risata, ed appuntamento per tutti all’indomani per fare pulizia, finalmente, della cambusa. La nostra San Giovanni in Pelago finisce qui, ma in tutta sincerità, per come l’ho vissuta e per il divertimento provato sarei pronto anche adesso a rifarla ovviamente sempre con il nostro Capitan Nerio, Alex, Michele ed Egidio Grazie amici se vorrete, per la prossima, sono con voi. Evviva Grignano! Raffaele Scoppa