il giornale del rivenditore agricolo - marzo

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il giornale del rivenditore agricolo - marzo
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agriNEWS
Quattro chiacchiere / Flavio Radrizzani - ADR Group
Il segreto per crescere?
Passione e serietà
Da officina meccanica conto terzi a Gruppo imprenditoriale di respiro internazionale, attivo nel settore agricolo e industriale e partner dei principali
costruttori mondiali. Una strada non scontata, che Flavio Radrizzani percorre
con i piedi ben piantati a terra e gli occhi rivolti sempre al futuro
di Alice Borsani
L
ei è al timone di un Gruppo che conta circa
1.300 dipendenti, 9 società, 12 stabilimenti
produttivi ed è presente con i propri prodotti
in 45 Paesi nel mondo. È indispensabile essere
dei big per operare con successo sul mercato nazionale e internazionale?
L'assetto di oggi è il risultato di un processo di
crescita avviato circa 20 anni fa. Le acquisizioni, il
recupero di marchi concorrenti, l'apertura di nuove
aziende e filiali sono tutte azioni necessarie per
acquisire la massa critica necessaria ad affrontare
l'espansione in nuovi mercati e lo sviluppo di nuovi
prodotti. Il futuro non è dei piccoli. Oggi, se rimani
piccolo, sei fuori dai giochi.
Come ha fatto a governare una crescita così sostenuta in un mercato instabile?
Ci sono molti modi per aumentare i confini di
un'azienda: sbilanciandosi dal punto di vista finanziario, siglando partnership strategiche con altre
società oppure contando solo sui propri mezzi. Il
denominatore comune di tutte le nostre operazioni è stata l'attenzione estrema a compiere scelte
che fossero sostenibili e in linea con i nostri piani
4“Da noi le cose
non si fanno per
presentare un
bilancio di un certo
tipo in Borsa, si
fanno per dare un
futuro all'azienda.
Noi ragioniamo
sul futuro, non sul
presente”
finanziari. La crisi del 2009 è stata uno spartiacque:
abbiamo chiuso l'anno con un calo del fatturato del
40%, ma facendo ancora utile. Da allora sono ancora
più convinto che un'azienda, per essere davvero
sana, debba essere strutturata e calibrata per affrontare i momenti di crisi. Non abbiamo mutato le
strategie, abbiamo aumentato le cautele.
Mai fare il passo più lungo della gamba…
Esattamente. Prima di iniziare ad esplorare un
nuovo mercato o a decidere una nuova acquisizione ne valutiamo attentamente i costi, i rischi, le
potenzialità e i tempi di ritorno dall'investimento.
Quello finanziario è allora l'aspetto più importante?
Non direi, quello che conta davvero è avere una
strategia chiara. Acquisire una società non è poi così
difficile, difficile è capire cosa fare di quella società, 4Flavio Radrizzani, presidente di ADR Group: “L'assetto di oggi è
il risultato di un processo di crescita avviato circa 20 anni fa.
come farla crescere e come inserirla negli obiettivi
Le acquisizioni, il recupero di marchi concorrenti, l'apertura di
del gruppo. E soprattutto è fondamentale trovare
nuove aziende e filiali sono tutte azioni necessarie per acquisire la massa critica necessaria ad affrontare l'espansione in
le persone giuste che sappiano seguire l’avvio e lo
nuovi mercati e lo sviluppo di nuovi prodotti. Oggi, se rimani
sviluppo dei progetti.
piccolo, sei fuori dai giochi”
ADR è un'azienda famigliare. Come si concilia
questa dimensione con il grande sviluppo degli
ultimi anni?
ADR è stata fondata a Uboldo sessantuno anni fa
dai miei genitori. Oggi è attiva in azienda anche
la terza generazione e dobbiamo fare i conti con
il governo di una crescita estremamente veloce.
Il passaggio generazionale è un momento delicato che ha messo in crisi molte aziende come la
nostra. La soluzione, per noi, è quella di puntare
sulle risorse umane: sulla creazione di una nuova
classe manageriale, coltivata dall'interno, in grado
di affrontare le sfide di un'internazionalizzazione
sempre più spinta e sull'ingresso di nuovi cervelli,
tecnici e ingegneri, che rendano ancora più vivace
e competitivo il nostro team di Ricerca & Sviluppo.
Cosa intende per classe manageriale "coltivata
dall'interno"?
La nostra azienda ha un turnover del personale
vicino allo zero. In officina, per esempio, i nuovi
ingressi sono solo sostituzioni di dipendenti che
hanno raggiunto la pensione. Questo dato mi rende
orgoglioso perché significa che siamo stati capaci
di coinvolgere tutto il personale negli obiettivi e
nella strategia del Gruppo e di trasmettere loro i
nostri valori. Tutti i quadri direttivi hanno iniziato
la loro esperienza lavorativa in ADR e ne conoscono
perfettamente la strategia e la visione. In questi
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anni mi sono sempre sforzato di creare un tessuto
aziendale “sano” che attiri e gratifichi persone positive e innamorate del lavoro che sono chiamate
a svolgere.
Nome e Cognome: Flavio
Cos'è per voi, un servizio di qualità?
Il servizio vero inizia prima ancora della vendita.
Significa consulenza, condivisione di knowhow,
conoscenza delle esigenze dei clienti per cui studiamo prototipi, curiamo le omologazioni, realizziamo
più allestimenti per una stessa macchina, da quello
standard al top di gamma opzionale. Significa avere un'organizzazione produttiva e logistica che ci
permetta di soddisfare richieste anche di pochi
ordini per produzioni just in time, con imballi personalizzati sulle esigenze dei clienti. Ma significa,
soprattutto, aiutare i costruttori a far capire ai loro
clienti il reale valore aggiunto di certi prodotti e
allestimenti. Sempre più spesso ci capita di fare
formazione ai commerciali dei costruttori per fornire
loro argomenti di vendita che spostino il discorso
dal prezzo alla qualità, dal costo alle performance.
4“I giovani sono sempre
più preparati e,
chiaramente, più attenti
alla tecnologia. Per questo
vogliamo essere vicini
agli utilizzatori, visitare le
aziende e partecipare alle
fiere locali”. A fianco,
lo showroom viaggiante
di ADR
4“Sono convinto che un'azienda, per essere davvero sana,
debba essere strutturata e calibrata per affrontare i momenti
di crisi”
E il mercato è ricettivo in questo senso?
Oggi gli agricoltori sono sempre più preparati. E
non di rado ci capita di imparare qualcosa di nuovo
sui nostri prodotti proprio dopo il confronto con
un agricoltore. La cosa però non mi meraviglia:
soprattutto nel caso dei gestori di grandi aziende
e dei contoterzisti che arrivano a totalizzare con
un rimorchio agricolo anche 80.000 km in un anno, l'attenzione ai costi, alla qualità dei mezzi e
dei componenti e ai tempi di ammortamento deve
essere totale.
Anche in questo caso, secondo lei, solo i grandi
avranno un futuro?
Penso proprio di sì. Del resto solo praticando
un'agricoltura intensiva è possibile ammortizzare
Dati anagrafici: Flavio
Radrizzani è nato a Uboldo il 29 maggio del 1950.
È padre di tre figli: Chiara, Daniele e Giovanna,
e nonno di sei nipoti:
Edoardo e Alessandro, 9
anni; Sofia, 5 anni, Cloé,
3 anni e mezzo, Tommaso e Matilde,
2 anni e mezzo.
Attività professionale: Entrato dopo il
diploma di Istituto Tecnico nell'azienda fondata dai genitori Giovanni e
Antonia Radrizzani, ne ha guidato
la crescita in Italia e sullo scacchiere internazionale insieme al fratello
Giancarlo, scomparso nel 2001. Oggi
è il presidente di un gruppo che conta
circa 1.300 dipendenti ed è presente
in tutto il mondo.
Attività personali: Insieme alla moglie
Marzia, sposata nel 1974, per anni ha
coltivato la passione per i balli Standard che lo ha portato a livelli quasi
professionali, a cui ha rinunciato per
mancanza di tempo. Amante degli
sport in generale - ADR è sponsor
di numerose associazioni sportive
locali, giovanili e non, rigorosamente
amatoriali - Flavio Radrizzani nutre
una profonda passione per il ciclismo
che ha trasmesso a figli e nipoti e
che pratica appena può, soprattutto
la domenica mattina, correndo una
media di 100 km a uscita. Insieme allo
sport, quello che preferisce è passare
del tempo insieme ai suoi nipoti, nella
casa di famiglia e anche in azienda,
preparando l'ingresso della quarta
generazione.
La carta d’identità
Radrizzani
Le aziende italiane di successo, sia sul mercato
nazionale sia all'estero, sono quasi tutte a gestione
famigliare. Qual è secondo lei il valore aggiunto
di questa impostazione?
Senza dubbio la passione. Da noi le cose non si
fanno per presentare un bilancio di un certo tipo in
Borsa. Si fanno per dare un futuro all'azienda. Noi
ragioniamo sul futuro, non sul presente.
In EIMA e nelle altre fiere europee si sente più
forte la voce delle aziende dei Paesi emergenti.
Voi come reagite ad una concorrenza sempre più
pressante?
Stando sempre più vicini al cliente. Anche in senso fisico: abbiamo aziende e filiali in Europa e nel
mondo per fornire un servizio che abbia le stesse
caratteristiche e gli stessi standard di qualità per
tutti i clienti e in tutti i mercati. E poi, certamente,
puntando sulla ricerca e sullo sviluppo di prodotti
innovativi per essere in grado di offrire al cliente
quello che ancora non sa di aver bisogno.
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le costose attrezzature che si abbinano ai trattori
per le diverse lavorazioni. Non è un caso che siano
proprio le grandi aziende ad aver superato la crisi
con minori difficoltà.
Questo vale soprattutto nei mercati dove è praticata l'agricoltura intensiva. E in Italia? Il parco
macchine delle nostre campagne è sempre più
vetusto. I nostri agricoltori hanno la stessa consapevolezza sul valore della tecnologia e sono
ugualmente attenti all'innovazione?
I nostri mercati di riferimento sono la Francia,
la Germania e il Nord Europa e lì la situazione è
molto diversa rispetto all'Italia. Ma non è solo una
questione di mentalità. La conformazione fisica e
geografica del nostro Paese, non favorisce le col-
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ture intensive e le colture specialistiche richiedono
oggettivamente una tecnologia più semplice. Ma
anche in Italia, soprattutto dove gli appezzamenti
agricoli sono più ampi, gli operatori stanno cambiando mentalità.
Merito soprattutto delle nuove generazioni.
I giovani sono sempre più preparati e, chiaramente,
più attenti alla tecnologia. Per questo vogliamo
essere vicini agli utilizzatori, visitare le aziende e
partecipare alle fiere locali. A questo scopo abbiamo
allestito uno show room viaggiante che ci permette
di mostrare tutte le innovazioni di prodotto ADR e
la tecnologia che c'è dietro un assale.
A proposito di ADR
ADR è uno dei principali attori nel mercato mondiale degli assali ad uso agricolo, con una produzione di alta
gamma che comprende assali fissi, sterzanti e speciali, sospensioni meccaniche, pneumatiche e oleodinamiche, oilgearsystem, ruote. La società di Uboldo è inoltre la capofila di un gruppo che comprende le aziende:
C.L.M. di S. Pietro al Natisone (UD) ColaertEssieux con sede in Francia, ADR Polska, A.D.R. UK - Tyremart in
Gran Bretagna, ADR Geplast Metal, in Spagna, Omega Drives in Canada, ADR EixosBrasil in Brasile, Changshu
Saci e Qingdao ADR in Cina e infine SAE-SMB in Francia, ultima acquisizione mirata a potenziare la presenza
del gruppo nel comparto industriale. Nella sede di Uboldo, oltre alla produzione e alla direzione (“La testa del
gruppo è qui” ha dichiarato il presidente Flavio Radrizzani) - è presente anche un centro prove / laboratorio
sperimentale, gestito dal team R&S, dove è possibile eseguire i test di omologazione secondo le direttive
internazionali dei prototipi prima dell’industrializzazione dei nuovi prodotti e allo stesso tempo ricavare i
dati necessari per l’evoluzione dei prodotti già affermati, per lo sviluppo di nuove soluzioni tecniche e per la
verifica dell’affidabilità dei componenti critici dei prodotti già consolidati.
Come nasce un nuovo prodotto?
Quando non è più possibile migliorare il livello tecnologico e funzionale di un prodotto già esistente.
Quando ha dato tutto quello che doveva e le sue
potenzialità di sviluppo sono esaurite iniziamo a
pensare a qualcosa di completamente nuovo.
E come avviene il processo di sviluppo?
Il primo passo è quello di definire il target in base
alle esigenze del mercato e al prezzo di vendita.
Da qui partono gli studi su come realizzarlo, con
quali macchine e tecnologie, la ricerca dei fornitori,
gli studi di progetto e di fattibilità, le simulazioni,
i campioni, le prove... Ogni volta è un rischio, perché nessuno può dirti con certezza se la tua idea
sarà giusta, se avrà successo o se il mercato la
accoglierà bene. Ma come sempre, il rischio deve
essere calcolato e tale da non mettere mai a rischio
la stabilità aziendale.
4“Nessuno si aspetta che
dietro un assale agricolo
ci possa essere tanto
ingegno, tanta ricerca,
tanta tecnologia e tanto
lavoro”
4“Quando non è più possibile
migliorare il livello tecnologico
e funzionale di un prodotto già
esistente, iniziamo a pensare
a qualcosa di completamente
nuovo”
A che progetti state lavorando adesso?
Ora siamo concentrati sul lancio, che faremo alla
prossima Agritechnica di Hannover, di una nuova
generazione di assali, completamente innovativa e
senza omologhi sul mercato internazionale. Si tratta
di un prodotto di nuova concezione, per lo sviluppo
del quale abbiamo stanziato un investimento di
circa 6 milioni di euro.
A che punto siete?
Per la realizzazione dei nuovi assali abbiamo acquistato una macchina del valore di 2,5 milioni di euro
4“Oggi gli agricoltori sono sempre più preparati. E non di rado
ci capita di imparare qualcosa di nuovo sui nostri prodotti
proprio dopo il confronto con un agricoltore”
che fino adesso ha prodotto solo campionature.
Le ripeto, nessuno si aspetta che dietro un assale
agricolo ci possa essere tanto ingegno, tanta ricerca,
tanta tecnologia e tanto lavoro.
Da sempre ADR ha puntato sulla ricerca, sull'innovazione, sulla certificazione. Avete un centro
prove di proprietà che vi consente di effettuare
test e omologazioni di prodotto. Avete investito
molto sulla qualità di prodotto e di servizio. Questa
scelta paga sempre?
Sì, sul mercato ha sempre pagato e sono convinto
che pagherà ancora di più in futuro. Noi siamo
adesso in una posizione di leadership e ce la siamo
guadagnata grazie alla capacità di sviluppare idee
innovative e grazie alla competenza. Con le varie
aziende del Gruppo siamo in grado di soddisfare le
richieste dei diversi clienti, agricoli e industriali, e
dei diversi mercati. Negli anni ci siamo guadagnati
quote di mercato e autorevolezza e questo, i clienti,
lo riconoscono.
Per finire la nostra domanda di rito. Qual è il suo
maggior pregio professionale e il suo difetto?
Il difetto è sicuramente la tendenza ad arrabbiarmi quando mi scontro con qualche problema. La
ragione è che vorrei vederlo subito risolto ma così
facendo, spesso lo accentuo. Il pregio andrebbe
chiesto ai miei collaboratori, ma forse è l'altra faccia
della stessa medaglia: la passione che metto nel
lavoro e nella gestione dell'azienda.
Grazie.
Copyright Il Giornale del Rivenditore Agricolo aprile 2015