vetrina marzo 2011.pmd - Confcommercio Ascom Varese

Transcript

vetrina marzo 2011.pmd - Confcommercio Ascom Varese
la vetrina
PERSONAGGIO IN VETRINA
pagina
3
a cura di Xxxxxx Xxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxx
Stefano Maullu,
l’Assessore regionale
che sa fare sistema
per dare un futuro
al commercio lombardo
Dottor Maullu, Lei è a capo di un assessorato
complesso, che accorpa tre settori dell’economia
fondamentali nel panorama regionale sia per
occupazione che per produzione di reddito. Quali
sono i suoi principali obiettivi?
L’obiettivo del mio lavoro è quello di raggiungere il
massimo livello di sinergia tra questi tre settori: stiamo
lavorando nell’ottica di una valorizzazione dei luoghi
storici del commercio, di un aiuto concreto agli operatori
in tempo di crisi e di una maggior professionalizzazione
di tutti gli addetti ai servizi. Da questo punto di vista il
sistema fieristico e il comparto del commercio
costituiscono uno straordinario strumento per il turismo.
Recentemente il Presidente Formigoni ha parlato
della creazione di un’Agenzia Regionale per lo
sviluppo del Turismo. Qual è la sua opinione in
merito?
Il tema non è tabù, nonostante l’azione regionale in
tutta la passata legislatura abbia escluso questa
modalità. Penso che – anche se una riflessione sulle
strutture organizzative è senz’altro opportuna – il
problema non stia tanto nell’organizzazione, quanto
nella reale partecipazione dei soggetti economici attivi
sul territorio alla vita di queste strutture, e in come
questa partecipazione riesca a tradursi in un incremento
dell’attrattività dei luoghi. Un dato è certo: la tendenziale
contrazione delle risorse per investimenti a disposizione
di tutti gli enti pubblici, non solo di Regione Lombardia,
rende problematica la costituzione di strutture gravate
da costi fissi di funzionamento e quindi sconsiglia
l’attivazione di finanziamenti “in bianco”, in assenza di
un attento controllo regionale sulle progettualità
espresse: questo vale tanto in campo promozionale,
quanto in termini di incremento dell’offerta attraverso
interventi strutturali di sviluppo.
La legge 8/2004, che aboliva le APT e istituiva i
Sistemi Turistici sulla scia di un sistema federale
anche in materia turistica, compie sette anni.
Quali pregi e difetti di una legge, per certi versi,
rivoluzionaria?
Tra i punti di forza ne voglio segnalare uno
determinante: l’esperienza dei Sistemi Turistici in
Lombardia, transitata senza contraccolpi dall’ottava alla
nona legislatura, rappresenta ancora oggi l’unico
esempio italiano di applicazione generalizzata a un
intero territorio regionale dell’impostazione della Legge
135/2001. È stato possibile attivare 13 partenariati
locali, alcuni dei quali sovraprovinciali, che hanno
coinvolto in totale 900 enti pubblici e 1000 imprese,
tutti soggetti chiamati a esprimere un’idea condivisa
dello sviluppo turistico delle destinazioni di riferimento
e attivare delle progettualità che in 5 anni hanno
raggiunto una dimensione economica di 86 M€, con un
contributo regionale di 32 M€ e quindi addizionalità
importanti rispetto al contributo regionale.
Naturalmente esistono anche le aree di miglioramento, sulle quali stiamo lavorando: ad esempio, non
sempre si è riusciti a intercettare le progettualità più
valide espresse dai territori, e questo richiede ulteriori
miglioramenti sul piano della governance; non sempre
la promozione dei Sistemi Turistici ha goduto di risorse
adeguate all’impegno profuso nell’infrastrutturazione;
c’è comunque un innegabile problema di risorse, dato
che le risorse regionali a beneficio dei pubblici sono
assai ridotte rispetto a quelle reperibili a livello
comunitario, mentre quelle a beneficio dei privati
scontano i vincoli agli aiuti di stato e quindi appaiono
poco efficaci nel sostegno ai grandi investimenti di cui
alcune destinazioni hanno bisogno (penso agli impianti
di risalita o alle grandi strutture ricettive e/o
pagina
4
PERSONAGGIO IN VETRINA
congressuali). Credo che le cifre in gioco abbiano, in
alcuni casi, reso poco appetibili le necessarie procedure
amministrative per i soggetti radicati nelle destinazioni
turisticamente più forti (Milano, Lago di Garda);
peraltro, in questo modo si è determinata un’interessante modalità di finanziamento policentrico, che ha
promosso politiche di sviluppo locale virtuoso in
destinazioni altrimenti marginali e svantaggiate
(Province del Po, valli bergamasche e bresciane).
La legislatura regionale in corso si sviluppa parallelamente con le fasi cruciali per la pianificazione
di EXPO 2105. Per il Suo assessorato a cosa sta
pensando per lasciare un segno tangibile in questa
straordinaria opportunità per i nostri imprenditori, ospiti e cittadini?
Come è stato detto più volte, EXPO Milano 2015 è
un’occasione irripetibile, almeno alla scala delle nostre
vite, e – vorrei aggiungere – è un discrimine tra un
“prima” e un “dopo”: questo in termini di attrattività,
ma anche di capacità di accoglienza, qualità della
ricettività e dei servizi in generale. Il sistema lombardo,
per quanto avanzato e innovativo, non è ancora del
tutto pronto a questo appuntamento e di questo
dobbiamo essere tutti consapevoli. Bisogna lavorare in
modo ancora più trasversale del solito per fare in modo
che i sei mesi dell’evento lascino un segno duraturo nel
tessuto d’impresa, e consentano alla Lombardia di
accogliere sempre più turisti, con maggiore qualità, per
periodi più lunghi, anche dopo l’evento EXPO; cercando
cioè di capitalizzare, sul lungo periodo, il lascito di
visibilità e di reputazione legato all’evento.
Per consolidare la nostra preparazione all’evento
entro il 2015, alcuni progetti sono già in corso: un ricco
finanziamento comunitario, destinato agli Enti Locali,
sarà orientato allo sviluppo della fruizione turistica del
patrimonio naturale e culturale in un intorno dell’area
EXPO che abbraccia 220 Comuni; l’Assessorato alla
Formazione sta investendo per una maggiore
preparazione del personale di primo contatto con gli
ospiti stranieri.
Il mio impegno personale va nel senso di offrire
risposte concrete alle legittime richieste di facilitazione
procedurale, e di incentivo, che ci arrivano sia dalle
imprese disposte a investire sull’innalzamento
qualitativo e sulla diversificazione dell’ospitalità, sia dagli
enti e dalle associazioni che si adoperano per offrire un
servizio di informazione e accoglienza turistica all’altezza
della reputazione internazionale di Milano e della
Lombardia. Inoltre, la mia delega congiunta a
commercio e turismo mi permetterà di razionalizzare
tutte quelle attività in cui la vendita al dettaglio (tanto
per lo shopping delle griffe quanto per l’agroalimentare)
si presenta come uno dei principali fattori di attrattività
turistica.
marzo 2011
Varese sta puntando sul “green” quale concept
generale per lo sviluppo del Turismo, sia Leisure
che Congress. Un Suo commento in merito, visto
nell’ottica del suo impegno regionale.
La Carta del turismo congressuale eco-sostenibile del
territorio di Varese (meglio nota come “Varese Congressi
Total Green”) è un prodotto in cui Regione Lombardia
ha creduto fin dall’inizio, cofinanziando – insieme alla
Camera di Commercio – sia la prima azione sperimentale, sia il successivo programma di sviluppo della
competitività candidato sempre dalla Camera. Credo
che Varese rappresenti ancora oggi un raro caso di
modello di sviluppo territoriale equilibrato, che ha saputo
coniugare eccellenza produttiva e preservazione di isole
di naturalità intatta. Se a questo si aggiunge l’alta
accessibilità del territorio, attraverso Malpensa e l’asse
del Sempione, la piacevolezza di un paesaggio costellato
di laghi grandi e piccoli, e una dotazione ricettiva di
qualità che sta gestendo con intelligenza l’eredità dei
Mondiali di ciclismo, direi che ci sono tutte le premesse
per uno sviluppo del comparto congressuale “green”
che porti Varese a darsi l’obiettivo di competere con le
destinazioni top in Europa. Lo sviluppo del comparto
leisure, oltre al normale adeguamento della dotazione
di servizi orientati al benessere, può beneficiare, in un
territorio come quello di Varese, dell’ampia offerta di
proposte sportive all’aria aperta: da questo punto di
vista saluto con soddisfazione la candidatura di Varese
a ospitare i mondiali di canotaggio nel 2015.
I Distretti Urbani del Commercio in Lombardia
sono ormai una realtà. Dopo 3 anni dal primo
bando sui Distretti, Vi ritenete soddisfatti dei
risultati conseguiti? Il futuro del Commercio al
dettaglio in Lombardia poggerà su questo
modello?
L’esperienza dei Distretti del commercio, con quattro
bandi all’attivo e un monte di finanziamento complessivo
che oggi sfiora i 70 milioni di euro, ha posto le basi per
la vetrina
PERSONAGGIO IN VETRINA
ridisegnare con successo il sistema commerciale di
Regione Lombardia. Il futuro è in questa direzione,
all’insegna della collaborazione e della cooperazione tra
esercizi commerciali che fanno, appunto, “sistema” con
lo scopo di riqualificare il tessuto urbano delle nostre
città, offrendo un prodotto competitivo.
Tre buoni motivi secondo Lei cruciali per
sostenere l’idea dei Distretti urbani del commercio
per un commerciante tradizionale.
Il commerciante tradizionale trova nel Progetto dei
Distretti del Commercio un eccezionale strumento per
valorizzare la propria attività, per operare in un
ambiente decisamente più qualificato, più sicuro e più
efficiente, attraendo così nuovi clienti anche al di fuori
del suo circuito naturale. Vale la pena sottolineare gli
interventi che Regione Lombardia ha messo in cantiere
dedicati direttamente questo genere di commercio
tradizionale: difesa delle insegne, dei negozi e dei
mercati storici.
Legge Ambulanti, un’iniziativa accolta con favore
dal settore, quali le aspettative e i risultati attesi?
La modifica più rilevante, del Testo Unico delle leggi
sul commercio, riguarda l’introduzione della confisca
dell’automezzo e l’estensione della confisca della merce
come sanzione per tutte le infrazioni relative al
commercio su aree pubbliche. Sono convinto che solo
attraverso una forte sinergia tra Istituzioni e associazioni
di categoria si possa promuovere un’autentica cultura
della legalità, fattore necessario per garantire a tutti
maggiore sicurezza.
In questo caso, sul tema dell’abusivismo
commerciale, abbiamo dato dimostrazione di come si
possano raggiungere obiettivi concreti e con ricadute
immediate nel contrasto di fenomeni che minano
fortemente l’economia della nostra città.
Il ruolo delle Associazioni di categoria sta
cambiando profondamente. Qual è il contributo
maggiore che secondo Lei riescono ad apportare
al settore e all’economia in generale?
Le associazioni di categoria, con le quali intratteniamo
un rapporto diretto e costante, costituiscono per noi un
punto di vista privilegiato per predisporre politiche del
settore il più possibile coerenti e peculiari alle esigenze
del territorio. La partecipazione delle Associazioni al
tavolo sull’Osservatorio del commercio, serve a
raccogliere tutte le istanze di chi lavora sul campo e ci
consente un intervento puntuale in materia di apertura
degli esercizi, di distribuzione, di tutela del commerciante e del consumatore.
La questione e lo sviluppo dei centri commerciali
è un argomento delicato e che spaventa i nostri
Associati. Un Suo commento per rassicurarli sulla
politica regionale che tutela il piccolo commercio.
La Lombardia sta attraversando un momento di stasi
pagina
per quanto riguarda le richieste della GDO. Occorre al
più creare un sistema di equilibrio che permetta agli
esercizi di vicinato, alla media e grande distribuzione
di coesistere. E’ importante che si sia mantenuto tale
equilibrio tra le diverse tipologie distributive. Il processo
di crescita della grande distribuzione ha movimentato
il settore del dettaglio tradizionale che si sta
organizzando attraverso lo strumento dei distretti
commerciali anche perché deve assolutamente farlo se
vuole tenere il passo con le esigenze che il mercato dei
consumatori sollecita.
La Lombardia presenta un numero importante di
esercizi di vicinato, secondo in Italia dopo la Campania:
86.817 punti vendita. Oggi, è importante tutelare gli
esercizi di vicinato per salvaguardare il ruolo economico
e il valore culturale e professionale espressi dal settore,
ma è necessario anche stimolare il passaggio da una
logica di semplice “difesa della posizione” a una strategia
attiva basata sulla capacità di partecipare attivamente
e con strumenti sempre più innovativi al processo di
modernizzazione del terziario. E questo accanto alla
tutela delle botteghe storiche e alla promozione dei
brand locali.
Aperture festive, saldi, promozioni tutto l’anno:
aspetti controversi e opinioni contrastanti tra i
commercianti. Qual è la Sua idea in merito?
Sono favorevole ad abolire i divieti di vendita
promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi di fine
stagione. Soprattutto in virtù del fenomeno delle
promozioni “camuffate” prima di natale e dell’estate.
La mia opinione e’ coerente con quanto richiesto
dall’Antitrust per contrastare il fenomeno delle
prevendite in saldo riservate a gruppi di consumatori
privilegiati a discapito di altri. Questi fenomeni
rappresentano un’elusione delle norme regionali e
generano uno squilibrio nel mercato.
Dopo aver incontrato le associazioni di categoria
e quelle dei consumatori per valutare le modifiche del
Testo unico sulle leggi del commercio in relazione ai
divieti di vendite promozionali presaldi, abbiamo iniziato
a procedere verso una modifica della normativa in senso
pro concorrenziale e di maggiore tutela dei consumatori.
Regione Lombardia ha avviato un processo di
liberalizzazione e semplificazione amministrativa nel
settore del commercio, quindi intendo apporre migliorie
laddove si prevede il divieto di vendite promozionali a
ridosso della stagione dei saldi. Tale divieto finisce a
comprimere sproporzionalmente la libertà di iniziativa
economica dei negozianti e può dare luogo a fenomeni
di elusione a danno dei consumatori ed equivoci in
quanti sono impiegati a far rispettare la legge regionale.
Analogamente al processo di semplificazione si dovrà
procedere per individuare sanzioni adeguate a quanti
proseguiranno in atti di concorrenza sleale.
5
pagina
6
PERSONAGGIO IN VETRINA
Secondo Lei, cosa necessita per il rilancio del
settore turistico nel Varesotto?
Cominciamo a dire che la Provincia di Varese non sta
affatto facendo male: i dati degli ultimi rapporti statistici
di Unioncamere e di Federalberghi Varese tracciano un
quadro con locali incrementi a due cifre, tanto che –
visto a posteriori, magari tra dieci anni – proprio la
fase attuale potrebbe essere un giorno interpretata
come quella del “rilancio”!
Se Varese sta facendo bene non è solo merito di
un territorio attrattivo e ben tenuto, ma anche di una
pletora di attori locali che si distinguono per
intraprendenza, professionalità, tenacia e capacità di
lavorare in rete. Quello che Varese può e deve fare
meglio è attrezzarsi per intercettare le occasioni di
finanziamento comunitario, nazionale e regionale, che
si riescono a cogliere se si è condivisa, anche
formalmente e non solo nella sostanza, un’idea di
sviluppo turistico per il territorio. I cofinanziamenti
pubblici non cambiano drasticamente gli scenari, ma in
molte situazioni possono incidere positivamente sullo
sviluppo dell’attrattiva e dell’accoglienza, rappresentando alle volte il discriminante tra il poter o il non
poter fare qualcosa di utile a far crescere il prodotto
turistico. So che la Provincia e la Camera di Commercio
si sono finalmente coordinate per l’aggiornamento del
Sistema Turistico “Varese – Land of Tourism” e questa
è una buona notizia, dato che una programmazione di
settore efficace potrebbe far sentire i suoi effetti su un
tessuto amministrativo e d’impresa che è comunque
già sano.
Il sogno nel cassetto per il turismo lombardo?
Riuscire finalmente a coniugare commercio e turismo.
Il turista-consumatore oltre che di prodotti ha sempre
più bisogno di servizi commerciali che siano in grado di
soddisfare un insieme di bisogni, la cosiddetta “customer
marzo 2011
satisfaction”. Occorre pertanto partire dalle esigenze
dei diversi segmenti del mercato dei consumi per offrire
delle risposte di sistema. A questo proposito bisogna
ricordare l’esperienza giapponese dei “shopping trips”,
che coniugano insieme turismo, cultura, gastronomia
e shopping.
In una Lombardia tradizionalmente manifatturiera
ci si dimentica di citare, fra le sue caratteristiche più
importanti, quel patrimonio fatto di eccellenze
enogastronomiche che, per varietà, sono il vero capitale
di questa terra. Non prodotti gastronomici realizzati in
serie e in grandi quantità, ma realtà straordinarie che
punteggiano l’intero territorio regionale, ‘giacimenti’
gastronomici frutto di conoscenze, di sapere tramandato
da generazioni, di manualità originali. Nel territorio
lombardo ci sono prodotti rarissimi, frutto del lavoro di
veri artigiani del gusto, e altri che, pur con lo stesso
nome, variano a seconda della provincia di provenienza.
Esempi di cultura materiale, degni di essere conosciuti
nelle differenze, proteggendone al contempo la qualità.
Essi vanno invece trasformati in protagonisti di itinerari,
al pari di monumenti e località amene, e i loro luoghi di
produzione dovranno diventare come i musei: veri e
propri spazi viventi di cultura materiale. Valori aggiunti,
quelli rappresentati dall’enogastronomia, che contribuiscono a differenziare l’offerta turistica lombarda per
guardare anche oltre il 2015.
Quale augurio si sente di fare, a sé e ai lombardi?
Mi auguro che la piccola imprenditoria, gli artigiani, le
attività commerciali creino una comunicazione moderna
mirata al territorio ma capace di viaggiare senza limiti
geografici grazie alle rete internet. Un’opportunità per
il tessuto sociale di valorizzare la propria identità, le
virtù di un’economia basata sulla proverbiale operosità
lombarda e capace di affrontare le sfide del terzo
millennio.
Biografia: chi è Stefano Maullu
1987 Inizia la carriera politica e nel 1993 è eletto Consigliere di Circoscrizione del Comune di Milano e
diviene Presidente della “Commissione Urbanistica”
1997 Eletto Consigliere comunale di Milano, assume l’incarico di Vice Presidente del CIPEM (Consorzio
Intercomunale per l’Edilizia Residenziale Pubblica)
1999 Assume la presidenza della Commissione “Urbanistica ed edilizia” del Comune di Milano
2000 Eletto nel Consiglio regionale della Lombardia, diventa membro delle Commissioni Consiliari “Territorio”
e “Ambiente e Protezione Civile”
2001 Presidente della “Commissione speciale per l’attuazione delle politiche comunitarie”
2004 Presidente di “Navigli Lombardi”, società consortile della Città di Milano
2005 Rieletto in Consiglio regionale con la Presidenza della Commissione “Ambiente e Protezione Civile”
2006 Presidente dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale della Città di Milano, Ente che ha il compito di
organizzare il servizio idrico integrato della città
2008 Assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale
2010 Eletto per la terza volta nel Consiglio regionale della Lombardia assumendo la carica di Assessore al
Commercio, Turismo e Servizi