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LA
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VITA CATTOLICA
SABATO 16 GIUGNO 2007
A CASA LIBERI
Lo psicologo: «La maggior
parte senza progetti»
Chi sceglie il volontariato:
«Alla sera sei distrutto, ma stare
con i bambini è divertentissimo»
M
ONO UNA MINORANZA, eppure non sono pochi i ragazzi che decidono di
dedicare agli altri parte delle loro
vacanze estive.
Sono i tanti che partecipano come animatori ai centri estivi organizzati dalle varie parrocchie, in tutto il Friuli, da Udine –
con il Bearzi, ma anche altre parrocchie
come il Carmine – a Codroipo, Cividale,
Remanzacco, San Daniele, Gemona, per
citare le più importanti.
Tra l’altro, proprio il
Bearzi, da domenica 10 a
sabato 16 giugno ospita il
corso animatori di tutte le
Estate ragazzi dei salesiani
del nordest: 1000 ragazzi
(600 dalla 2° alla 4ª superiore; 400 di 1ª; 80 di Udine)
che hanno seguito un percorso di formazione pedagogica e pratica per prepararsi a questo impegno per
gli altri.
Ma quali le motivazioni che spingono a
fare questa scelta? «A fine giornata – racconta Arianna Pace, 17 anni, 3ª liceo
classico Stellini – ti senti distrutto, però
anche contento, perché lavorare con i
bambini è stupendo, ti riporta in un’altra
dimensione».
Arianna fa l’animatrice nell’oratorio del
Carmine di Udine, dove, dal 18 al 30 giugno, ci sarà il centro vacanza per i bambini delle elementari. «Farò prima una settimana in Istria con i miei, poi una settimana come animatrice. In seguito andrò a
Desenzano, dove sono nata. Infine c’è in
programma il campo scout, sui monti della Polonia».
ENO STUDIO di
una volta, più
divertimento,
e un po’ più
interesse a trovare un lavoro per guadagnare qualcosa.
Queste le vacanze estive degli adolescenti secondo don
Severino De Pieri, salesiano, psicologo clinico e psicoterapeuta, direttore del centro di orientamento Cospes di
Mogliano Veneto e preside
dell’Università salesiana di
Mestre.
Prof. De Pieri, come trascorrono i ragazzi del Nordest le vacanze estive?
«C’è una piccola parte che
è disposta anche a lavorare
nell’attività di aiuto ai ragazzi
come animatori e animatrici
per le estate ragazzi, prima
delle grandi vacanze che fanno al mare o in montagna».
Che percentuali di ragazzi
si dedicano a queste attività?
«Qui in Veneto siamo sul
10-12%, in Friuli credo che la
percentuale si aggiri intorno
al 5-8%, questo perché il Veneto ha più sacerdoti e quindi
è un po’ più strutturato».
Molti esprimono anche il
desiderio di lavorare.
«Sì, ed è conseguente a due
bisogni fondamentali: il primo, positivo, di autonomia,
dovuto al fatto che molti adolescenti vogliono anche sganciarsi dalla dipendenza dai
genitori, e contribuire al bilancio familiare. Il secondo
bisogno è quello, qualche volta apprezzabile, altre volte
non sempre corretto, di guadagnare più soldi per divertirsi di più. C’è poi il problema
delle spiagge».
In che senso.
«Alcuni ragazzi sospendono la scuola anche prima del
termine e vanno a lavorare
nelle spiagge, sottopagati,
non messi in regola spesso, esposti a rischi non tanto di sicurezza fisica, ma sicuramente morale visto che passano le
notti fuori. Possono incontrare molte occasioni di una mal
impostata libertà. Tuttavia una certa parte di ragazzi vive
l’esperienza della spiaggia come contributo a pagarsi le
spese durante l’anno, i libri
scolastici, ad esempio, e questa è una cosa buona. Quindi
nel lavoro estivo c’è un po’ di
ambivalenza. Poi c’è il lavoro
che alcuni ragazzi fanno o
nell’azienda familiare o presso altri. È un fatto positivo
perché, soprattutto chi frequenta istituti tecnici o professionali, può fare una specie di stage, sia nell’ambito
dell’agricoltura che della piccola industria e artigianato. In
questo senso è un’occupazione sana, rispetto alla spiaggia
ricercata perché più comoda
per sfuggire al controllo. Anche nell’industria e artigianato però c’è il problema del lavoro in nero, della mancanza
di sicurezza, se non avviene
ovviamente nell’azienda familiare».
Quante sono le percentuali
di chi lavora?
«Dipende dalle zone, a seconda della vicinanza di fabbriche o aziende. In passato
ho avuto numeri abbastanza
altalenanti, comunque direi
non al di sotto del 15%».
Quindi la maggioranza
non fa niente.
«Proprio così. Oltre la metà
certamente non ha impegni
né ecclesiali, né lavorativi, né
sociali, per cui vive oziando,
andando in giro. Certo, alcuni
fanno anche viaggi all’estero,
per imparare le lingue. Oppure altri fanno la vacanza fai da
te, organizzano band musicali, gite in montagna, ma sono
quelli più impegnati. Il rischio è che restino a bighellonare di qua e di là, tirando a
campare».
Allo studio non pensa più
nessuno?
«In passato c’era di più
l’impegno per prepararsi nello studio. Ora siamo in caduta
di motivazione scolastica: i
ragazzi ritengono che lo studio sia riservato a quelle giornate di "assoluzione", vale a
dire quei recuperi che in due
giorni, prima dell’inizio della
scuola, assolvono il malcapitato che ha dei debiti. E questo non va bene. Perché se uno non ha fatto niente tutta
l’esate, e fa un corso in due
giorni, fa un recupero solo
nominale. Si tratta di un cattivo messaggio per i ragazzi,
perché li spinge a pensare:
"bene, il prossimo anno faccio lo stesso, tanto mi promuovono". Il fatto è che purtroppo oggi la promozione è
più funzionale al mantenimento della struttura scolastica, che della vera promozione didattico-educativa degli studenti. Ed è un cattivo
messaggio. È ovvio che per riparare ci vuole almeno un
mese serio di studio, almeno
da dopo ferragosto fino a
quando inizia la scuola».
S
Anche Alice Bassi, 4ª liceo Copernico,
farà l’animatrice al Carmine: «Mi piace il
contatto con i bambini, è divertentissimo.
Cosa lascia? Si torna un po’ bambini, ci si
diverte con poco, con le cose semplici».
Anche Alice sottolinea che è un’esperienza faticosa: «Lo scorso anno tornavo a
casa all’una per mangiare e alle 13.45 dovevo essere già di nuovo in parrocchia, ma
ci si diverte così tanto che la fatica non
pesa».
Alice sottolinea come
molti suoi coetanei cerchino d’estate un lavoro «principalmente per motivi economici». Qui invece è tutto
volontariato. «Non è la prima volta che faccio volontariato – risponde Alice –.
L’ho già fatto alla Nostra famiglia per tre anni».
Ed effettivamente, la
maggioranza di chi si dedica ai centri vacanze parrocchiali durante l’estate ha già un cammino
alle spalle. «Sono spinti a partecipare –
spiega don Nicola Toffanello, responsabile dell’oratorio del Bearzi – soprattutto
quelli che vivono un’appartenenza ad un
gruppo parrocchiale in cui ci sono delle
proposte. Poi, certo, c’è anche il passaparola, ma i più motivati sono quelli che
fanno un cammino durante l’anno».
Anche don Toffanello evidenzia, tuttavia, come «per la maggior parte degli adolescenti le vacanze siano vissute un po’
nell’ozio. È vero, tanti cercano un lavoro
estivo, in fabbrica, ristoranti pizzerie, tuttavia mi pare che a Udine non ci sia una
grande disponibilità di lavoro».
Il decalogo di figli e genitori per vivere una vacanza
intelligente, creativa che faccia crescere lo spirito
M
A QUALE PUÒ ESSERE il decalogo per una vacanza vissuta in
modo positivo? Questi i consigli di don De Pieri:
1. Autonomia. Le vacanze devono essere un modo per
sperimentare percorsi personali di autonomia.
2. Creatività. Impegno in alcuni campi che piacciono al ragazzo
e che non possono essere coltivati durante l’anno: viaggi per imparare le lingue, gite in montagna con gli amici, costituire band
musicali, studio nuove tecnologie, viaggi culturali, ecc.
3. Amicizia. Coltivare la vita affettiva e sociale, un po’ sacrificata
durante l’anno, curando buone amicizie e l’incontro con gli altri.
4. Genitori. Mettersi a disposizione dei propri genitori per le
piccole necessità della famiglia.
5. Rispetto del corpo. Attenti alla velocità sulle strade e al rischio
di vivere una sessualità come capriccio e dissacrazione.
6. Lavoro. Cercare qualche occupazione per sviluppare i propri
interessi e per recare un contributo alle spese della famiglia.
7. Servizio. L’estate può essere un momento di disponibilità al
volontariato, facendo dono di sé agli altri: disabili, ragazzi più piccoli.
8. Interiorità. Utilizzare la vacanza anche come spazio di interiorità, contemplazione della natura, incontro con Dio.
9. Studio. Durante l’estate ogni ragazzo e ragazza dovrebbero
leggere almeno un libro, a scelta personale, impegnativo.
10. Riposo. Svago sereno e doveroso, dopo un serio impegno
scolastico, per recuperare energie e motivazioni allo scopo di iniziare un nuovo percorso di crescita.