SCHEDA ESCURSIONE ORTI` - PENTIMELE (Reggio Calabria)
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SCHEDA ESCURSIONE ORTI` - PENTIMELE (Reggio Calabria)
Corso Operatore Naturalistico Culturale 2012 SCHEDA ESCURSIONE ORTI’ - PENTIMELE (Reggio Calabria) Organizzatore: Marcello Casile SCHEDA ESCURSIONE ORTI’ - PENTIMELE (Reggio Calabria) Difficoltà: T/E (tratti su asfalto, mulattiera, sentiero; due brevissimi tratti sono esposti) Tempi (escluse le soste): 4-5 ore Quote: partenza Ortì loc. La Rocca m 700 circa ; arrivo piazza Garibaldi RC m. 5 Acqua: alla partenza (vino da portare) Segnaletica: bianco rossa Sentiero Italia tratto S.Anna – Reggio Cal.) Riferimenti IGMI: Santo Stefano in Aspromonte 602IV, scala 1:25000 SCHEDA ESCURSIONE ORTI’ - PENTIMELE (Reggio Calabria) Ore 7.50 Ritrovo dei partecipanti piazza Garibaldi capolinea ATAM Ore 8.00 partenza autobus ATAM Ore 9.05 arrivo loc. La Rocca (bivio per Ortì) ed inizio escursione, Ortì sup., monte Chiarello, Ore 13 sosta per pranzo al sacco Ore 14 Ortì inf., piano S. Anna, Testa di Vito, Pentimele, via Lia S. Brunello, piazza Garibaldi Ore 17 circa fine escursione L’escursione è parte della prima tappa (Reggio Calabria – Gambarie) del Sentiero Italia ed è anche parte del sentiero dell’agro reggino che si sviluppa nella vallata della fiumara Annunziata. L’escursione offre la possibilità di attraversare un territorio interessante da un punto di vista geologico. La zona pedeaspromontana, infatti, è costituita da rocce sedimentarie Plioceniche e Pleistoceniche. ERA PERIODO NEOZOICA o Quaternaria CENOZOICA o Terziaria Neogene Paleogene EPOCA INIZIO (milioni di anni fa) Olocene 0,008 Pleistocene 1,8 Pliocene 5 Miocene 23 Oligocene 37,5 Eocene 53,5 Paleocene 65 Nel Pliocene e Pleistocene lungo i margini dell’Aspromonte si sono depositati sedimenti marini, sottoposti a rapido sollevamento tettonico fino alle quote attuali che raggiungono anche i 1000m Rocce sedimentarie Plio-Pleistoceniche Faglie La deposizione in ambiente marino è abbastanza costante, perché il mare riceve molti sedimenti dai fiumi, li mantiene per un po’ in sospensione e quindi li deposita al fondo Nei sedimenti si possono trovare resti di organismi, ad esempio conchiglie, che possono giungere fino a noi allo stato fossile Le rocce alle pendici dell’Aspromonte contengono fossili e sono state sollevate da intense forze tettoniche Dal punto di partenza (loc La Rocca Ortì con panificio e probabile possibilità di approvvigionarsi) percorreremo circa 1 km di asfalto (bella vista sulla vallata del Gallico) per giungere ad Ortì sup. Deviazione per visita monte Chiarello (balena e campo da golf) e pranzo al sacco in area pic nic. Da Ortì, la vista panoramica sulla vallata del Gallico offre la possibilità di osservare alcuni terrazzi marini, che contraddistinguono la morfologia dell’area. Terrazzi marini di Reggio Calabria Sono osservabili a varie quote e sono caratterizzati da una morfologia spianata. Sono presenti rocce sedimentarie, contenenti fossili. Osserviamo l’esempio di Arghillà, un terrazzo a circa 100 m sul livello del mare Il terrazzo di Arghillà visto dalla vallata del Gallico I fossili osservabili appartengono a Molluschi vissuti 125.000 anni fa, Pleistocene (Tirreniano) Strombus bubonius, Mollusco Gasteropode presente nel Mediterraneo esclusivamente durante la fase calda del Tirreniano, circa 125.000 anni fa Il terrazzo rappresenta un fondale marino sollevato a circa 100 m sul livello del mare da eventi tettonici Le rocce di Arghillà, 125.000 anni fa erano sabbie di un fondale marino, che sono state poi sollevate per movimenti tettonici della crosta terrestre Arghillà Arghillà si è sollevato e la linea di costa si è spostata più giù, a Catona Prima tappa: Ortì superiore. Si percorre una piccola deviazione per visitare monte Chiarello, dove è stata recuperata una balena fossile e dove è presente un campo da golf. Pranzo al sacco in area pic nic panoramica partenza 3 milioni di anni fa, sulle sponde del mare che allora bagnava Ortì, una balena è andata a morire sulla spiaggia. Le sue ossa, portate alla luce, raccontano la storia di grandi cetacei che attraversavano lo Stretto di Messina. Le ossa non sono state trovate secondo l’ordine anatomico, erano disarticolate e disordinate, come se la carcassa fosse arrivata a riva e fosse stata mossa dall’azione delle onde ulna mandibola cranio costole vertebre La vista in sezione della disposizione delle ossa illustra ulteriormente la disposizione lungo la spiaggia Riprenderemo il cammino scendendo ad Ortì inf. e con strada rurale si giunge al piano di S. Anna dove inizia il tratto più integro del percorso. Dopo 20 min si raggiunge una sella dove la mulattiera con dei muretti di sostegno sono stati erosi dall'acqua. Ogni tanto la mulattiera diviene meno visibile ma la meta è chiaramente individuabile nei ripetitori su monte Pentimele.. Poco oltre una breve deviazione ci porta a monte Santo a cavallo tra il fiume Torbido e il Castello. Tornati indietro al bivio ci si immette sulla carreggiabile che scende a Vito. La percorriamo per pochi km ma ad un bivio la si lascia deviando per Pentimele. Possibilità di osservare fossili del Pleistocene Balanus sp. Ostrea sp. Pecten sp. In prossimità di Vito, tra filari monumentali di fichi d'India si percorrono terrazzamenti abbandonati e si incontrano alcuni passi (postazioni per la caccia all’adorno). Reggio Calabria vista da Vito Curioso terrazzamento realizzato con pneumatici I passi costituivano punti di avvistamento della fauna migratoria da parte dei bracconieri. Una tradizione ormai quasi scomparsa e che, in primavera, vede invece sempre più bird-watchers ammirare e studiare il passaggio di migliaia d'uccelli. Pentimele è ormai vicina e dopo un tratto sabbioso si giunge ai fortini ed al costruendo monumento a San Paolo. Si scende in città per un sentiero tra agavi e fichi d'India, uniche piante risparmiate dal fuoco. Dallo svincolo della tangenziale di via Lia rimane da percorre la città sino a piazza Garibaldi. I fortini, imponenti postazioni di artiglieria antinavale a difesa dello Stretto, sono stati realizzati tra il 1882 ed il 1894 da re Umberto I. Erano ben 24, dislocati sulla costa siciliana e calabrese, ma già alla fine della Seconda Guerra Mondiale persero la loro funzione offensiva. Alcuni furono utilizzati come "polveriere" ma poi tutti furono definitivamente dismessi. Sono ubicati in un luogo di straordinaria valenza paesaggistica per i panorami a 360° che spaziano dall'Aspromonte all'Etna, dallo Stretto alle Isole Eolie. Inoltre la copertura arborea che lo riveste ne fa un polmone verde dentro la città. “... fra infiniti fichi d'India e sentieri di aloe, giardini pieni di fichi e aranceti. Reggio è veramente un grande giardino e senza dubbio uno dei posti più belli che si possano trovare sulla terra ." Edward Lear 1847 Grazie per l’attenzione