Alla ricerca di risonanze - Dipartimento di Scienze Umane per la
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Alla ricerca di risonanze - Dipartimento di Scienze Umane per la
Alla ricerca di risonanze Maria Mellone Università degli studi di Napoli Federico II Milano 17 Maggio 2012 Uno degli episodi più celebri della matematica del XX secolo aneddoto su Ramanujan Un giorno Hardy andò in taxi a trovare il suo amico indiano degente nell'ospedale di Putney. Entrò nella stanza di Ramanujan e, come sempre incapace di avviare la conversazione, gli disse, probabilmente senza un saluto, e certamente come prima osservazione: Mi pare che il numero del mio taxi fosse 1729. Mi sembra un numero piuttosto insulso, privo di ogni interesse Ma no Hardy! è un numero molto interessante e accattivante, infatti è il più piccolo numero esprimibile come somma di due cubi in due modi diversi: 1729=103 +93 e 1729=123 +13 Dehaene, S. (Il Pallino della matematica, 2010, edizione originale 1997) Ireneo Funes, il “memorioso” era dotato di una esorbitante memoria e quindi capace di ricordare ogni minima esperienza in ogni dettaglio: dalle forme delle nuvole del sud nel tramonto del 30 Aprile del 1882, a tutte le parole inglesi, francesi, portoghesi e latine (Borges, 1944). Verso la fine della storia si rivela la vera tragedia di Funes: egli era incapace di generalizzare, di generare idee. Pensare, generare idee può essere vista come la capacità di generalizzare, dimenticare differenze, di cercare invarianti. All ’ interno di questa capacità si colloca il senso del numero. Quando parliamo di “senso del numero ” ci riferiamo alle fondamentali abilità elementari o intuizioni sui numeri di cui tutti siamo dotati. Il numero, infatti, è un dei parametri fondamentali con il quale noi diamo senso al mondo che ci circonda: - Percepiamo la numerosità di piccole collezioni di cose - Tutte le lingue hanno parole che servono ad esprimere numeri - Tutti abbiamo imparato a fare i calcoli con le dita - Intuizione aritmetica S. Dahaene: “La mia ipotesi è che il senso del numero sia una categoria di conoscenza biologicamente determinata. I numeri appaiono come una delle fondamentali dimensioni in accordo con le quali il nostro sistema nervoso percepisce il mondo esterno. Così come i colori, la posizione nello spazio fanno parte del nostro modo di guardare perché alcuni circuiti del nostro cervello così ci predispongono, nello stesso modo le quantità numeriche ci vengono imposte con forza da circuiti specializzati nel lobo parietale inferiore. Le strutture del nostro cervello definiscono le categorie in accordo con le quali noi apprendiamo il mondo attraverso la matematica” Quattro tipi di evidenze: - La presenza di forme preliminari di aritmetica negli animali. - La precoce presenza di competenze aritmetiche nei bambini durante i primi mesi di vita indipendentemente da altre abilità. - L’esistenza di un’omologia tra le abilità nei procedimenti numerici di animali, bambini nei primi mesi di vita, adulti. -l ’ ipotesi che la corteccia intraparietale di entrambi gli emisferi è associata con la rappresentazione e l’acquisizione di conoscenza riguardo ai numeri e alle loro relazioni. La presenza di forme preliminari di aritmetica negli animali: Sono molti gli studi nei quali si fa riferimento alle abilità elementari di aritmetica che caratterizzano gli animali. D ’ altra parte sono immaginabili i vantaggi, e quindi le conseguenti ripercussioni sull’evoluzione biologica, del saper riconoscere la numerosità di certe collezioni, sia nelle ricerca di cibo, che nel riconoscere predatori e anche nelle dinamiche di accoppiamento. Quindi pressioni evoluzionistiche hanno permesso l’interiorizzazione di rappresentazioni numeriche nel cervello di varie specie animali. La precoce presenza di competenze aritmetiche nei bambini durante i primi mesi di vita: Nei bambini molto piccoli appare evidente già a 6-7 mesi di vita la capacità di discriminare visivamente collezioni di oggetti di differenti quantità numeriche. Tale capacità inoltre si trasporta anche a contesti diversi dalla visualizzazione di insiemi di oggetti infatti è stata mostrata anche la capacità di distinguere parole costituite da due o tre sillabe. Esperimento di Piaget Bambini di 3-4 anni Quale fila contiene un maggiore numero di palline? Esperimento di J. Meheler e T. Bever Bambini di 3-4 anni, ripetuto con bambini di 2 anni Quale fila vuoi? L ’ esistenza di un ’ omologia tra le abilità nei procedimenti numerici di animali, bambini, adulti: • Effetto distanza: se la distanza tra i numeri decresce anche la performance relativa alla sua identificazione decresce. • Effetto grandezza: se la stessa distanza è rapportata a numeri più grandi la performance decresce. La corteccia intraparietale di entrambi gli emisferi è associata con la rappresentazione e l’acquisizione di conoscenza riguardo ai numeri e alle loro relazioni: • per prima cosa studi neuropsicologici di pazienti umani con lesioni al cervello indicano che problemi riguardo le rappresentazioni interne delle quantità possono essere fatte risalire proprio a lesioni in quell’area. • in secondo luogo, studi di immagini celebrali indicano che questa regione è specificamente attivata durante la risoluzione di diversi compiti numerici. Tutti i bambini hanno delle fisiologiche rappresentazione della quantità, nascono quindi equipaggiati dal nucleo dei significati delle quantità numeriche. La successiva esposizione ad un dato linguaggio, come ad una data cultura o ad una data educazione matematica permettono l’acquisizione di competenze e sfere addizionali come il lessico delle parole matematiche, o l’insieme di cifre per la notazione scritta, o le procedure per i calcoli a più cifre, e così via. Non solo queste abilità devono essere interiorizzate; ma più di tutto hanno bisogno di essere coordinate, integrate con la già biologicamente esistente rappresentazione concettuale dell’aritmetica!!!!! Interiorizzare Appropriarsi Oggettificare Assimilare-Accomodare Mettere in risonanza Il modello cognitivo della risonanza Individuo Realtà il processo di apprendimento si realizza a partire da una disposizione biologica del nostro cervello di produrre “prerappresentazioni”, il cui corrispettivo fisico è una produzione di sinapsi che si stabiliscono o muoiono in base al riscontro con la realtà esterna (Changeux, 2003). Primo livello di risonanza Risonanza tra cognizione individuale e realtà “Il cervello funziona come un continuo generatore di ipotesi” (Changeux, 2003) Ogni “conoscenza astratta” viene in definitiva costruita “parassitando” le strutture di percezione e azione. (Gallese & Lakoff, 2005) Riciclaggio neuronale Da diversi esperimenti è emerso che i neuroni che si occupano del riconoscimento visivo degli oggetti e dei volti sono gli stessi utilizzati nell’identificazione delle lettere e che permettono, quindi, ai bambini di imparare a leggere. b Dehahene, S. (I neuroni della lettura, 2009) d “Il nostro cervello collega immediatamente il numero astratto con le nozioni concrete di grandezza, posizione e tempo. Non facciamo aritmetica astratta. Piuttosto, per eseguire compiti matematici usiamo circuiti cerebrali che servono anche a guidare i nostri occhi e le nostre mani nello spazio, circuiti che sono presenti anche nel cervello delle scimmie e che di certo non si sono evoluti per la matematica, ma che sono stati ridestinati dopo essere stati utilizzati in altro ambito” (Dehaene, 2010, p.283 ). Secondo livello di risonanza Risonanza tra cognizione individuale, realtà e cultura individuo sistemazione culturale comunità “L’apprendimento che si basa sul capire è il risultato di un processo di risonanza tra la sfera della cognizione individuale, la sfera culturale e le strutture della realtà, processo che si sviluppa attraverso percorsi di conoscenza di cui occorre tenere sotto efficace controllo le dinamiche di senso.” (Guidoni, Iannece e Tortora, 2005, p. 75). L’irragionevole efficacia della matematica “Non potrebbe essere che le leggi matematiche, e, prima ancora, i principi di organizzazione del cervello siano stati selezionati in funzione del loro adattamento alla struttura dell’universo? Il miracolo dell’efficacia della matematica, caro a Wigner, si spiegherebbe allora con un’evoluzione selettiva. Se la matematica di oggi è efficace, forse dipende dal fatto che la matematica inefficace di un tempo è stata eliminata senza pietà … L’insegnante mediatore di risonanza... ...dovrebbe essere in grado di mettere in relazione gli individui con la cultura facendo percepire l’utilità di tali conoscenze e la soddisfazione del loro uso finalizzato Gli individui dovrebbero ri-vivere alcuni nodi cruciali dell’interazione natura-cultura. Una differenza saliente tra matematica e MKT la Mathematical Knowledge for the Teachers (MKT) una potente caratteristica della matematica è la sua capacità di compressione (packing) delle informazioni in forme astratte utili in una vasta generalità di casi … … al contrario la matematica che deve essere insegnata (MKT) richiede una specie di decompressione (unpacking), ossia una analisi ed una esplicitazione delle idee ad essa soggiacenti. Bass, H. 2005 Il processo di interiorizzazione Il processo di interiorizzazione consiste in una serie di trasformazioni: a) un’operazione che inizialmente rappresenta un’attività esterna è ricostruita e comincia a prodursi internamente. b) Un processo interpersonale si trasforma in un processo intrapersonale. c) La trasformazione di un processo interpersonale in uno intrapersonale è il risultato di una lunga serie di eventi evolutivi. La mediazione semiotica Il segno svolge una mediazione tra l’individuo ed il suo contesto, e permette il passaggio dall ’ interpsicologico all’intrapsicologico che assicura la ricostruzione interna dell’azione, cioè, della sua internalizzazione definita come ricostruzione interna di un processo esterno. Genesi del gesto indicativo “All’inizio questo gesto non è niente di più che un tentativo non riuscito di afferrare qualcosa, un movimento indirizzato ad un certo oggetto che designa un’attività prossima.[…] Quando la madre accorre in aiuto del piccolo e si dà conto che il suo movimento sta indicando qualche cosa, la situazione cambia radicalmente. L’indicare diventa un gesto per altre persone. Il tentativo non riuscito del bambino genera una reazione non da parte dell’oggetto che egli vuole afferrare, ma da parte di un’altra persona. Di conseguenza, il significato originario di quel movimento per afferrare non riuscito è stabilito da altri. Soltanto più tardi, quando il bambino è capace di abbinare il suo movimento fallito di afferrare alla situazione obiettiva nel suo intero, egli incomincia ad intendere questo movimento come indicare.” (Vygotskij, 1987, p. 86) Ipotesi di ricerca Mediazione semiotica -vs- Risonanza La mediazione semiotica esercitata da quegli artefattisegni-rappresentazioni (ad esempio, matematici) riconosciuti come risonanti avvia un processo di interiorizzazione della conoscenza (matematica) posseduta da questi ultimi. Alcune azioni di design per creare corridoi di risonanza tra cognizione individuale e cultura la nostra strategia didattica: azioni “azioni strutturate” strutture formali. Mentre si agisce, e anche dopo, si comincia a rappresentare ciò che si fa per registrarlo e per schematizzarlo: si incomincia a vedere la struttura TEMUJIN E LA MACCHINA DEL CONTARE Contare come centratura di attenzione Il giovane Temujin è stato fatto prigioniero e costretto a scontare una pena lavorando ad una macchina che libera il riso dalla pula. Egli è stato perciò legato alla macchina e costretto a girarvi intorno per sbramare il riso. Ogni mattina Temujin viene svegliato da due colpi di gong suonati da una guardia e comincia il suo lavoro, fino a che – a sera – non viene arrestato da un solo colpo del gong (…. nell’arco di un giorno, sono completati due giri!). Per ogni giro completo compiuto intorno alla macchina, vengono fuori quattro chicchi di riso, che vengono raccolti cumulativamente in un contenitore. Una pletora di contabili ha il compito di controllare il numero di giri compiuti da Temujin e il numero di giornate di lavoro, poiché dovranno renderne conto a un ispettore reale. Coloro che contano i giorni sono bendati. Dopo un certo numero di iterazioni (pensiamo a 6 giorni) si presenta un ispettore con il compito di verificare che Temujin abbia scontato la sua pena; egli dichiara che il giovane potrà essere rimesso in libertà quando avrà lavorato per 6 giorni e avrà compiuto 14 giri: i contabili vengono allora interpellati per decidere del destino di Temujin. Incominciamo a contare e a controllare quello che contiamo: dobbiamo dar “conto” all’ispettore! E i conti devono tornare: quelli dei contatori dei giorni(bendati), quelli dei contatori dei giri, quelli dei contatori dei chicchi… Il gioco si ripete tante volte; Rispettare le consegne dell’ispettore e salvare Temujin non è facile. Come si possono fare 14 giri in 6 giorni? E quanti chicchi deve produrre la macchina? A turno gruppetti di bambini assumono ora il compito di contare i giorni, i giri, i chicchi. Dopo vari tentativi, varie sono le proposte di soluzione, ma per fortuna torna l’ispettore che ci facilita il compito: i giorni possono essere 8 e i giri da compiere 16. Se così sarà Temujin sarà libero!! L’aiuto dell’ispettore permette di portare a termine la missione. Bisogna ora preparare il documento che racconti all’ispettore quanto è avvenuto. L’ispettore non parla la nostra lingua, può capire solo dalla lettura di simboli quello che è successo. A gruppetti, i bambini, utilizzando degli oggetti e dei simboli, preparano il documento per l’ispettore. Maria ci dice: “Il documento deve essere comprensibile anche a chi parla un’altra lingua. Ci potremmo dividere a coppie, ogni coppia avrà un cartellone e 64 chicchi, 16 pezzi di pasta (i giri) E dei fogli ritagliare da cui7 cerchi (i giorni) Lavoriamo insieme perché così ci aiutiamo a capire meglio.” Torna l’ispettore!!! Proviamo a “leggere” all’ispettore il nostro documento E l’ispettore ci dimostra che ha capito mimando le azioni raccontate simbolicamente dal documento Percorso di avvio alla rappresentazione polinomiale del numero Raggruppamenti Abaco Raggruppamenti Costruzioni materiali che tengono traccia dell’esperienzaA questo stadio già è possibile osservare una risonanza tra le strategie dei bambini e la formalizzazione culturale: la Orchestrazione di una strategia di organizzare discussione i semi di zucca in gruppi (ovviamente matematica Temujin (Gengis Khan), diventato il khan un della sua nazione, artefatto) viene scelta tra leper il suo popolo. deve capire quanto cibo ha a disposizione alternative come la più efficace principe per I bambini sono invitati ad aiutare il giovane a contare Passi significiativi l’obiettivo. le sue provvigioni,raggiungere materializzate in classe nella forma verso di un grande mucchio di semi di zucca. rappresentazioni standardizzate Gengis Kahn chiede: “In che modo dividere questa grande quantità in parti uguali? Quanti piatti di riso potremo fare e quanta gente potremo sfamare?” È difficile “tenere il conto”, e per contare usiamo le mani… non bastano! Utilizziamo degli oggetti “marcatori”! Antonio: Abbiamo fatto i gruppetti di dieci perché ci sembrava più facile. Eleonora: Si, è meglio fare gruppi di 10 così contiamo 10, 20, 30. Criteri di convenienza Raggruppamenti Ornella: “È difficile tenere il conto dei gruppi” Stefano: “Per contare usiamo le mani…non bastano!” Insegnante: “Possiamo utilizzare degli oggetti marcatori!” Abacus Lucio: Voleva fare tre. Sveva: Forse è uno strumento musicale e voleva suonarlo. Alice: Forse voleva contare, ma non sapeva come fare perchè sono troppi fagioli e quindi ha fatto un numero a caso. Maestra: Tu sapresti contarli? Alice: [conta i fagioli] Sono ventuno. Silvia: Vuole fare vedere al re come si conta. Elena: Forse io ho capitò perché! Perché due e uno, cioè perché due sono i due gruppi da dieci e uno è ventuno! Maestra: Bambini pensate se quello che dice Elena vi convince. 2 1 Elena: questi sono due, no? [tocca i due maccheroni] perché due gruppi da dieci. Ventuno, quindi ce ne deve restare uno che è questo [tocca il maccherone delle unità], quindi è per questo! Alice: Elena e Lucio dicevano che questi erano venti [indica i due maccheroni nella colonna delle decine] e questo era uno [indica il maccherone nella colonna delle unità]. Però questi due sono maccheroni e pure questo è un maccherone, siccome questi due valgono dieci, quindi dieci più dieci fa venti, ma siccome anche questo è un maccherone anche questo dovrebbe essere un dieci, quindi trenta. i maccheroni sono sempre maccheroni e dovrebbero valere sempre lo stesso. Ed invece scopriamo che … “qua vale 1 e qua il maccherone vale 10!!!” E la terza bacchetta vale “cifre” Riferimenti Bibliografici Bass, H. (2005). Mathematics, mathematicians and mathematics education. Bulletin of The American Mathematical Society, Vol. 42, Issue 4, p. 417-430. Changeux, J.-P. (2003). L’uomo di verità, Feltrinelli, Milano. Dehaene, S. (2009). I neuroni della lettura, Milano, Raffaello Cortina. Dehaene, S. (2010). Il pallino della matematica, Milano, Raffaello Cortina. Gallese, V. e Lakoff, G. (2005). The Brain’s Concepts: the Role of the Sensory-Motor System in Conceptual Knowledge. Cognitive Neuropsychology, 21. Guidoni, P.; Iannece, D. e Tortora, R. (2005). Forming teacher as resonance mediator. Proceedings of the 29th Conference of International Group for the Psychology of Mathematics Education , (Vol. 3, pp. 73-80). Melbourne, Australia: PME. Guidoni, P.; Mellone, M.; Minichini, C. e Serpico, M. (2011). Towards a “resonance” comprehension of the polynomial representation of numbers. Proceedings of the International Symposium Elementary Mathematics Teaching, pp. 142-149. Repubblica Ceca, Praga. Iannece, D. e Tortora, R. (2007). La risonanza nei processi di apprendimento. Seminario di Ricerca in Didattica della Matematica. http://www.seminariodidama.unito.it/mat07.php Wynn, K. (1992). Addition and subtraction by human infants. Nature, 358, 749-750.